Notizie e approfondimenti sul clima che cambiaPosts RSS Comments RSS

Clima: l’appello degli scienziati italiani

Climalteranti aderisce alla dichiarazione che, nell’ambito della conferenza SISC 2015, le società e le associazioni scientifiche italiane hanno sottoscritto per inviare alla COP21 di Parigi un messaggio chiaro dall’Italia: un messaggio di collaborazione e di integrazione transdisciplinare.

I cambiamenti climatici costituiscono per la comunità internazionale una delle sfide più complesse e importanti, le cui conseguenze negative hanno un’elevata rilevanza per economie e società, non solo per l’ambiente. Allo stesso tempo, rappresentano anche un’opportunità per rinnovare i sistemi economici  e introdurre innovazioni tecnologiche e sociali.
Il Quinto Rapporto di Valutazione sui Cambiamenti Climatici dell’IPCC, la più esaustiva e aggiornata raccolta delle conoscenze scientifiche sul clima, contiene un’ampia collezione di dati, informazioni e risultati sui quali converge un consenso condiviso all’interno della comunità scientifica.
I principali risultati possono essere riassunti nel modo seguente:

  • l’influenza umana sul sistema climatico è inequivocabile ed è estremamente probabile che le attività umane siano la causa dominante del riscaldamento verificatosi a partire dalla metà del  XX secolo. Il continuo riscaldamento del pianeta aumenta i rischi di impatti gravi, pervasivi e irreversibili sul sistema climatico;
  • gli impatti dei cambiamenti climatici si stanno già manifestando e interessano sia i Paesi in via di sviluppo che i Paesi più sviluppati. Le comunità più deboli da un punto di vista sociale, economico, culturale, politico, istituzionale sono particolarmente vulnerabili ai cambiamenti climatici;
  • dal 1950 ad oggi sono aumentati gli eventi climatici estremi (ad esempio ondate di calore, innalzamento del livello del mare, precipitazioni violente, gravi siccità) e molti di questi sono attribuibili all’influenza delle attività umane;
  • l’esposizione e la vulnerabilità ai cambiamenti climatici e agli eventi estremi, insieme ad eventi pericolosi connessi al clima, costituiscono componenti cruciali per la valutazione e la gestione del rischio di ogni attività economica o sociale.

La comunità internazionale ha incluso i cambiamenti climatici tra i Sustainable Development Goals, l’insieme di obiettivi universalmente riconosciuti per bilanciare le dimensioni ambientale, sociale ed economica dello sviluppo sostenibile. Affrontare i cambiamenti climatici è quindi uno degli obiettivi definiti dall’Agenda 2030 delle Nazioni Unite in cui si esprime chiaramente l’urgenza di ridurre le emissioni di gas serra e di affrontare il tema dell’adattamento agli impatti negativi dei cambiamenti climatici.

Le scelte che adottiamo oggi e nel prossimo futuro risulteranno decisive: i rischi legati ai cambiamenti climatici per i sistemi umani e naturali dipendono dalle emissioni complessive di gas serra, che a loro volta dipendono dalle emissioni annuali dei prossimi decenni. Maggiori emissioni di gas serra condurranno a un maggior riscaldamento che amplificherà i rischi esistenti per i sistemi umani e naturali e ne creerà di nuovi.

Strategie di mitigazione e di adattamento sono necessarie per affrontare gli impatti negativi dei cambiamenti climatici, e dovranno necessariamente essere parte di un processo decisionale che prenda in considerazione la percezione del rischio e i bisogni di specifici territori, bilanciando costi e benefici. Il coinvolgimento di governi nazionali e regionali, così come dei settori privati, è indispensabile al fine di sviluppare e implementare politiche climatiche adeguate.

Le società e le associazioni scientifiche che sottoscrivono questo documento richiamano:

  • i decisori politici, a livello nazionale e internazionale, ad assumere la guida delle iniziative sul clima e ad adottare misure efficaci per limitare le emissioni di gas serra. Le scelte politiche dovrebbero definire e realizzare risposte di mitigazione e di adattamento su scale diverse, necessarie ad affrontare i cambiamenti climatici;
  • le istituzioni nazionali e internazionali a sostenere l’impegno della ricerca nell’ambito delle scienze del clima, degli impatti e delle tecnologie, lo sviluppo istituzionale di discipline convergenti sul piano scientifico e tecnologico, e specifici programmi di training e di alta formazione sulle scienze e sull’economia del clima;
  • la comunità internazionale a trovare un accordo alla COP21 di Parigi su efficaci ed equi obiettivi di riduzione delle emissioni di gas serra, sui meccanismi per la misurazione e la verifica dei progressi verso gli obiettivi definiti, sulle risorse finanziarie necessarie a sostenere la transizione dei Paesi in via di sviluppo verso un’economia “zero carbon”;
  • il settore privato a ridurre il consumo di carburanti derivanti da fonti fossili, ad incrementare l’efficienza energetica in tutte le attività e tutti i settori, ad adottare velocemente tecnologie e processi organizzativi a basso contenuto di carbonio;
  • i settori finanziari a potenziare il sostegno a investimenti in energie rinnovabili e ad integrare i rischi connessi ai cambiamenti climatici nelle proprie strategie di investimento;
  • tutti i cittadini a migliorare la consapevolezza dei rischi derivanti dai cambiamenti climatici per le nostre società e ad accrescere la pressione sui decisori politici e sugli elettori per una rapida ed efficace azione volta alla riduzione delle emissioni di gas serra e a limitarne gli impatti più disastrosi.

Le Società e Associazioni Scientifiche che hanno espresso la loro dichiarazione a ROME2015 – SCIENCE SYMPOSIUM ON CLIMATE sono: SISC – Società Italiana per le Scienze del Clima, AGI – Associazione Geofisica Italiana, AIAM – Associazione Italiana di AgroMeteorologia, AIEAR – Associazione Italiana degli Economisti dell’Ambiente e delle Risorse naturali, ATIt – Associazione Teriologica Italiana, CATAP – Coordinamento delle Associazioni Tecnico-scientifiche per l’Ambiente ed il Paesaggio, COI – Commissione Oceanografica Italiana, FLA – Fondazione Lombardia Ambiente, GII – Gruppo italiano di Idraulica,  SIDEA – Società Italiana di Economia Agraria, SMI – Società Meteorologica Italiana.

10 responses so far

10 Responses to “Clima: l’appello degli scienziati italiani”

  1. Claudio Cassardoon Nov 24th 2015 at 04:17

    Noto che, tra le società firmatarie, non appare la Società Italiana di Fisica, la cui Presidente – da qianto mi è stato riferito – ha partecipato alla stesura del documento ma non lo ha poi sottoscritto. Da laureato in fisica (giocoforza, visto che in questo paese non esiste una laurea in meteorologia, che invece esiste in quasi tutte le altre nazioni del mondo, anche in via di sviluppo), ne provo una profonda VERGOGNA. Ma non me ne stupisco affatto. È un dato di fatto che la maggior parte dei fisici disprezzi presuntuosamente chi si occupa di meteorologia e clima, o perlomeno consideri questa fisica come una fisica di serie B (o C, o Z). Con le più che ovvie ripercussioni sulle ripartizioni dei fondi, dei posti e delle risorse. Il fatto che non esistano progessori ordinari docenti di meteorologia ne è una logica conseguenza (di professori associati ce ne sono inveve ben quattro, uno dei quali sono io), e grazie alle riforme gelminiane e ai piccoli numeri di docenti risulta al momento impossibile, per ogni università italiana, istituire lauree in meteorologia. In campo climatico, il discorso si fa ancora più critico: a parte corsi singoli (anche in questo caso, chi scrive è uno dei rari docenti di un corso di fisica del clima alla triennale di fisica e di climate change ad un dottorato), non c’è quasi nulla.
    Dopo oltre venti anni di coabitazione con gli altri fisici (salvo rare eccezioni), ti dico che mi vergogno di condividere la stessa laurea con loro, tant’è che, quando qualcuno me lo chiede, rispondo sempre: “sono studioso delle scienze dell’atmosfera e del clima, e poi anche fisico”.
    Nella SIF ricordiamo, inoltre, che c’è (ancora) un certo Zichichi, la cui ombra, nonostante l’età, è sempre presente, e noi climalteranti sappiamo bene come la pensi sul clima (vedi la nutrita sezione sulle innumerevoli fesserie uscite dalla sua bocca nell’apposita categoria su climalteranti.it).
    Un anno fa ho partecipato al congresso SIF di Pisa, quello del centenario, dopo anni che non ci andavo. La sezione di “Geofisica” (perché meteorologia o clima sono parole non sopportate dai fisici, e allora occorre usare sinonimi, come geofisica o fisica ambientale) della SIF è composta da quattro gatti, quasi tutti anziani. Perché gli altri sono probabilmente già scappati via. Un ambiente così deprimente che ho giurato a me stesso di non andare mai più ad un congresso SIF.

  2. Riccardo Reitanoon Nov 24th 2015 at 10:12

    Anche a me da fisico-fisico (nel senso che non sono né meteorologo né climatologo) piacerebbe sapere perché alla fine la SIF si è defilata. Quali erano i punti del documento che sono risultati inaccettabili? Cosa c’é che non va fra, in estrema sintesi, il riconoscere il rischio e chiedere un intervento?

    La SIF, almeno a parole, non è “negazionista” così come non lo è la EPS. Vero che l’interesse è più sulla generazione di energia e sull’efficienza che su clima e meteorologia, ma non si sono mai spinti a negarne la realtà. L’impressione è che da un lato non potevano/volevano essere emarginati da questo rilevante tema, dall’altro non ci hanno mai creduto davvero. Insomma, sembra che abbiano fatto una squallida scelta di convenienza, cosa che non gioca certo a favore del loro prestigio. Mi piacerebbe che qualcuno della SIF si prendesse la briga di chiarire.

  3. […] e la mitigazione delle conseguenze del cambiamento climatico. Il testo completo lo trovate qui (e qui in […]

  4. Stefano Caserinion Nov 27th 2015 at 18:10

    Segnalo anche questpo bell’intervento di Sandro Fuzzi
    http://www.scienzainrete.it/contenuto/articolo/sandro-fuzzi/clima-e-dintorni-vista-di-parigi-siamo-tutti-climatologi/novembre

    era ora che i fisici affrontassero di petto il problema dell’arretratezza su questo tema di tanti colleghi, dobbiamo dire grazie alla dichiarazione della SISC

  5. Ferruccioon Nov 29th 2015 at 10:08

    Buongiorno, leggo con interesse il vostro sito per il contenuto scientifico, da semplice cittadino preoccupato.
    Volevo segnalare questa argomentazione sulle macchie solari che ho ritrovato oggi e che spero qualcuno possa confutare con competenza queste affermazioni:
    http://www.ilmeteo.it/notizie/meteo-inverno-con-gelo-e-neve-conferma-di-bianco-natale-arriva-dalle-macchie-solari

  6. Riccardo Reitanoon Nov 29th 2015 at 14:42

    Ferruccio
    la risposta più semplice e immediata è che l’irradianza solare (in media sul ciclo di 11 anni) è in calo da circa la metà degli anni ’50 del secolo scorso; se fosse vero quanto sostenuto in quell’articolo la temperatura sarebbe in calo da allora. Sappiamo bene che non è così.
    Mi viene difficile commentare in breve l’articolo linkato, i tre grafici mostrati sono errati e/o fuorvianti e le conclusioni che ne derivano completamente assurde. Mi auguro che sia frutto dell’estensore dell’articolo e non del Col. Ernani.

  7. […] Roma indetta da una dozzina di associazioni scientifiche prima della COP 21, è stato lanciato un appello ai governanti perché arrivino a un accordo sulla riduzione delle emissioni di gas serra. Sul […]

  8. […] vista della Conferenza mondiale sul clima COP21 che si terrà dal 30 novembre a Parigi alcune società scientifiche hanno stilato un documento che invita all’azione per la riduzione delle emissioni e la mitigazione delle conseguenze del […]

  9. […] e benefici. Sotto questo profilo è di notevole rilievo l’appello degli scienziati italiani (v. https://www.climalteranti.it/2015/11/22/clima-lappello-degli-scienziati-italiani/#sthash.wtUJTBXJ.dpu… )  che impegna “le istituzioni nazionali e internazionali a sostenere la ricerca nell’ambito […]

  10. […] territori, bilanciando da subito costi e benefici. Sotto questo profilo è di notevole rilievo l’appello degli scienziati italiani che impegna “le istituzioni nazionali e internazionali a sostenere la ricerca nell’ambito delle […]

Translate