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Appello per reintrodurre Scala Mercalli nel palinsesto RAI

Com’è noto, tra febbraio ed aprile del 2015 e del 2016 RAI3 ha ospitato due minicicli di sei trasmissioni settimanali chiamate “Scala Mercalli” (tuttora visionabili negli archivi della RAI), condotte da Luca Mercalli, meteorologo, divulgatore scientifico e climatologo ben noto al pubblico per la sua pluriennale partecipazione alla trasmissione “Che tempo che fa” condotta da Fabio Fazio.

Scala Mercalli ha un titolo che gioca volutamente sull’omonimia tra la scala Mercalli dei terremoti, rielaborata dal geologo Giuseppe Mercalli, e il nome di Luca Mercalli. La scala Mercallli, rielaborata all’inizio del ventesimo secolo sulla base della scala ottocentesca definita da Rossi e Forel per la misurazione dell’intensità dei terremoti attraverso l’analisi delle conseguenze prodotte sulle cose, era composta inizialmente da 10 gradi e successivamente modificata e portata a 12 gradi da Cancani, e fu infine rivista nel 1930 da Sieberg; tuttavia, ancor oggi porta ancora il nome di Mercalli per semplicità). Come lo stesso Luca spiega, il titolo della trasmissione gioca con un’analogia con le problematiche ambientali di oggi, con lo scopo di fissare le idee e attirare l’attenzione su argomenti poco noti, e soprattutto poco discussi sulla televisione italiana: “abbiamo cercato comunque di attenerci il più possibile alle priorità assegnate ai diversi processi naturali dai lavori di Johan Rockstrom (2009) e di William Steffen (2014) sui confini planetari sicuri” (link qui alla citazione).

Scala Mercalli si è riproposta di sensibilizzare il pubblico sul rispetto dell’ambiente, affiancando una serie di documentari spesso inediti per la televisione italiana a interviste con esperti, in modo da presentare una visione ad ampio spettro delle problematiche e nello stesso tempo di chiarire come sarebbe possibile affrontare molti di questi problemi. Gli argomenti trattati non sono stati soltanto temi di climatologia e meteorologia, ma hanno spaziato anche sulla sostenibilità ambientale, non trascurando le nuove tecnologie e i riflessi sulla società. Ne è testimonianza il fatto che tutte le puntate hanno utilizzato uno studio televisivo ospitato dalla sede FAO di Roma.

Ovviamente, si sapeva fin da subito che questo tipo di programma non sarebbe stato rivolto a tutti. Troppo poco frivolo rispetto agli standard dei programmi della prima serata di uno dei due giorni non lavorativi della settimana, con tanto di inevitabili messaggi preoccupanti sui rischi verso cui l’umanità sta andando incontro. La sfida proposta da Scala Mercalli era dunque una sfida al rialzo per RAI3, al rialzo del registro, del messaggio, e dell’impegno richiesto a spettatori da rendere sempre più consapevoli. Sfide analoghe sono, purtroppo, proposte sempre meno di frequente dalla proposta generalista della televisione.

Grazie a immagini molto suggestive presentate nei vari documentari che hanno caratterizzato tutte le puntate, e grazie a un modo molto spesso leggero di comunicare messaggi inediti non sempre alla portata di chiunque, la trasmissione si era nel tempo ritagliata una parte di audience di pubblico attento a questi temi e interessato a capire con chiarezza cosa stia succedendo sulla Terra, e quali siano i rischi che la noncuranza verso certi temi potrebbe portare sul futuro dell’umanità. Conscio della necessità di proporre non soltanto problemi, ma anche messaggi positivi, Luca Mercalli ha sempre voluto affiancare alla crudezza dei documentari e delle interviste la speranza verso un mondo futuro che si preoccupa del nostro clima e delle risorse, attraverso approfondimenti che raccontassero la parte più virtuosa degli studi a favore del rispetto dell’ambiente.

Scala Mercalli si è quindi proposta nel panorama televisivo italiano come una delle poche trasmissioni, forse l’unica, in grado di intrattenere e di sfidare il pubblico su temi ambientali scottanti. Tra le altre, ha riscosso particolare interesse, anche per gli strascichi polemici, la penultima puntata, che ha trattato il tema della nuova linea ferroviaria ad alta velocità Torino-Lione in Valsusa; per la prima volta sono stati fatti sentire al pubblico anche gli argomenti scientifici di chi non plaude all’opera. Nonostante si sia levata qualche voce critica, la maggior parte degli spettatori, spesso anche appartenenti al mondo scientifico, si è espressa molto positivamente sulla decisione della RAI di portare avanti una trasmissione di questo tipo (vedi anche i precedenti post di Climalteranti).

Ha pertanto fatto scalpore la decisione, presa ufficialmente nell’agosto scorso ma nell’aria già da prima, di chiudere il programma. La chiusura, decisa dalla Direttrice di RAI 3 Daria Bignardi, ufficialmente sulla base degli ascolti troppo bassi (ma non ci sarebbe da stupirsi se le polemiche seguite all’ultima puntata, che avevano portato persino a un’interrogazione parlamentare, avessero avuto il loro peso sulla decisione di eliminare una trasmissione ritenuta scomoda), fa parte di un nutrito pacchetto di licenziamenti: Scala Mercalli è, però, l’unica trasmissione scientifico-culturale a esserne stata interessata. Come era logico aspettarsi, una decisione di questo tipo ha avuto come conseguenza numerose proteste da diverse persone, sia appartenenti al mondo scientifico sia al mondo ambientalista, che hanno visto in questa decisione il ritorno alle logiche della censura e del non disturbare né “i manovratori” né creare preoccupazioni nella gente (alcune riflessioni qui, qui, qui e qui).

Noi riteniamo invece che una trasmissione che ha sempre cercato di informare, senza essere saccente, in modo da incuriosire il pubblico su tematiche generalmente non trattate in altra sede, per trasformarlo da “distratto” a più attento a queste tematiche, dovrebbe continuare ad andare in onda.

Per questo motivo, il Comitato Scientifico di climalteranti aderisce all’appello per ripristinare la trasmissione “Scala Mercalli”, chiedendo che quella che è stata sempre considerata la rete culturale della RAI continui a fare cultura e torni sulla sua decisione, dando il via libera alla terza edizione del programma. Perché la cultura in generale, e quella scientifica in particolare, spesso non fa audience, ma è oggi davvero necessaria. Riteniamo infatti, in un contesto in cui il dibattito su temi scientifici e ambientali è sempre più popolato da bufale imbarazzanti e populismi di altri tempi, e in cui il ruolo dei social media spinge verso una comunicazione dozzinale, che sia necessario, in particolare da parte della tv pubblica, sfidare il pubblico, renderlo consapevole e curioso anche nei confronti di temi difficili come quelli del cambiamento climatico e, più in generale, della sostenibilità ambientale; e non porsi unicamente obiettivi di mera audience a cortissimo termine.

 

Testo di Claudio Cassardo, con contributi di Stefano Caserini, Elisa Palazzi, Daniele Bocchiola e Gianluca Lentini.

Foto di apertura: scritta su un muro a Galway, Queen street, agosto 2016.

35 responses so far

35 Responses to “Appello per reintrodurre Scala Mercalli nel palinsesto RAI”

  1. Fabio Vomieroon Set 7th 2016 at 13:39

    Appello motivato che condivido. “Scala Mercalli”, uno dei migliori programmi di cultura scientifica per la Rai. La vicenda è triste, perchè ancora una volta si percepisce quanto la scienza di fatto rimanga ancora a livello sociale una attività umana poco compresa e di cui non se ne capisce l’importanza. Ma vi ricordate quanto in ritardo iniziava la puntata ogni volta per lasciare spazio invece all’ascientifico e incommensurabile ego di Fazio?

  2. Roberto Canzianion Set 8th 2016 at 07:03

    Non si può lanciare una petizione da inoltrare al comitato di vigilanza della RAI?

  3. Stefanoon Set 8th 2016 at 10:52

    Dal blog di Ugo Bardi http://ugobardi.blogspot.it/

    l’appello è già in corso.

    https://www.change.org/p/direttore-rai-3-riapriamo-scala-mercalli

  4. Stefanoon Set 8th 2016 at 10:57

    stessa cosa da http://climafluttuante.blogspot.it/

    saluti.

  5. L'impronta dell'uomo - Altreconomiaon Set 13th 2016 at 13:50

    […] 7 settembre Appello per reintrodurre Scala Mercalli nel palinsesto RAI Com’è noto, tra febbraio ed aprile del 2015 e del 2016 RAI3 ha ospitato due minicicli di sei […]

  6. teoon Set 14th 2016 at 06:45

    Non ho capito dove e’ possibile aderire a questo appello. Quello di Change.org permetteva una adesione esplicita. Questo mi sembra una comunicazione chiusa. Se possibile aderire considerate anche il mio nome (se volete farlo visto che negli anni manco nelle proposte per il premio sono mai comparso 😉 )

  7. Stefano Caserinion Set 14th 2016 at 08:31

    @ Teo
    hai ragione, il link all’appello non conteneva l’indicazione.
    L’abbiamo modificato in questo che lo specifica
    http://greenitalia.org/appello-di-green-italia-ripristinare-la-trasmissione-scala-mercalli-e-aumentare-linformazione-ambientale/
    Per aderire bisogna scrivere a info@greenitalia.org

  8. Stefano Ceccarellion Set 18th 2016 at 20:03

    Purtroppo il problema non è solo l’eliminazione di Scala Mercalli. Dobbiamo chiederci come l’unico programma rimasto a fare divulgazione scientifica nella TV pubblica parla di questioni cruciali quali il clima o l’energia: parlo ovviamente di SuperQuark. Ho provato a “fare le pulci” alla puntata del 30 agosto scorso, e ve ne propongo il resoconto sotto forma di una lettera aperta al Prof. Barbero, che con la sua rubrica “Dietro le quinte della Storia” si è avventurato a parlare della “Piccola era glaciale”.
    https://stopfontifossili.wordpress.com/2016/09/18/il-superfreddo-di-superquark/

  9. robertok06on Set 23rd 2016 at 10:08

    @stefano ceccarelli

    Interessante… hai fatto le pulci, come si dice, a Superquark (confesso di non aver visto quella puntata, magari se ho tempo do un’occhiata, adesso che la citi).

    Ci sarebbe, per restare in tema con questo post, anche da fare le pulci alla puntata di Scala Mercalli dedicata all’energia, durante la quale Mercalli ha preso, diciamo cosi’, degli “svarioni” notevoli… prendendo opinioni sue, che definirei basate piu’ su ideologia che scienza nota, come se fossero fatti acclarati.

    http://www.scalamercalli.rai.it/dl/portali/site/news/ContentItem-5e38f50f-5a4d-4280-a74a-a5c7759e2f2d.html

    Detto questo voglio chiarire che io sono favorevole a riavere Scala Mercalli nel palinsesto RAI, ci mancherebbe altro.

  10. Lauraon Set 23rd 2016 at 19:09

    Roberto, ma non si potrebbe discutere prima degli argomenti senza accusare gli altri di essere ideologici?
    Ognuno ha la sua ideologia, anche chi pensa di non averla o pensa di basarsi su argomentazioni solo scientifiche, o di essere l’unico depositario della “scienza nota”.
    Scala Mercalli era una delle migliori trasmissioni che ha parlato dei temi dell’energia (non è difficile, visto che ce ne sono poche assai; ma se prende certe puntate di Report sono piene di cose assurde).
    Se ha qualcosa di specifico da criticare lo faccia, così sono le solite polemiche facili facili

  11. robertok06on Set 23rd 2016 at 21:19

    @laura

    Non c’e’ molto da discutere. Basta andare sulla pagina della trasmissione che ho linkato e leggerla, e poi confrontare quello che c’e’ scritto con la realta’.

  12. stephon Set 23rd 2016 at 21:44

    Roberto
    Forse è il caso di essere un po’ più espliciti, come suggeriva Laura. Cosa non la convince di quella pagina? E dei servizi trasmessi in quella specifica puntata?

  13. robertok06on Set 24th 2016 at 11:22

    @steph

    OK, cominciamo dall’inizio:

    “Per contenere le emissioni di gas serra e l’aumento della temperatura terrestre, si dovrebbe limitare l’uso dei combustibili fossili per la produzione di energia, fino ad arrivare alla pressoché totale decarbonizzazione dell’economia dalla metà del XXI secolo.”

    Decarbonizzare al quasi 100% la produzione dell’economia (“decarbonizzazione dell’economia”??? definire il concetto, grazie…) anche se si volesse solo decarbonizzare completamente la produzione di energia (una piccola parte dell’economia, sarebbe impossibile farlo, salvo sterminare un miliardo di cinesi, indiani, e anche parecchi europei e americani.
    La frase riportata sopra e’ uno spot pubblicitario, basato sull’ideologia, non il pensiero di uno scienziato che Mercalli e’.

    Altro esempio, poche righe piu’ sotto, una vera serie di luoghi comuni e leggende metropolitane non degne di uno scienziato… mi dispiace dirlo ma e’ cosi’:

    “Il nucleare
    Generalmente si sostiene che l’energia elettrica prodotta dalle centrali nucleari a fissione non comporti la liberazione di CO2 dannoso per il clima, ma in realtà le emissioni sono notevoli durante le onerose fasi di costruzione della centrale, estrazione e arricchimento del minerale.”

    Non so neanche da dove cominciare: non c’e’ una sola cosa giusta e vera in questa frase:

    1) “Dannoso CO2”????? Il cibo per piante? Quella cosa che sta facendo rinverdire il pianeta?

    2) Emissioni “notevoli” durante le “onerose” fasi di costruzione, estrazione, e arricchimento????
    Questa e’ una favola per bambini: l’Energy Pay-Back Time di una centrale nucleare e’ attorno ai 6 mesi. Anche assumendo che l’energia utilizzata durante la costruzione provenga dalla forma piu’ inquinante, lignite a 1.1 kgCO2/kWh, si ottiene facilmente… e’ matematica elementare… che il ricarico di CO2/kWh elettrico prodotto dalla centrale e’ ridicolmente basso;

    3) Idem come al punto 2 per le emissioni durante le fasi di estrazione e arricchimento del combustibile nucleare: la fase di estrazione e’ ben documentata, ci sono i rapporti annuali delle miniere dove l’U e’ estratto, e alla fine, essendo il combustibile con la densita’ di energia’ piu’ alta di tutti, il ricarico di gCO2/kWh prodotto e’ ridicolmente basso. La fase di arricchimento e’ poi da manuale dell’antinuclearista che non sa fare i conti!… dato che nei centri di arricchimento di solito utilizzano energia elettrica… da nucleare… cioe’ senza emissioni alla produzione… hai mai visto il centro di Tricastin in Francia?

    Un piccolo reality check, certificato ISO14000:

    http://environdec.com/en/Detail/epd21

    … e’ l’Environmental Product Declaration relativo al kWh elettrico prodotto dal nucleare svedese (altri paesi a richiesta, non c’e’ problema)… dove si vede l’impatto ambientale ed energetico delle varie fasi del ciclo nucleare, dalla costruzione al decommissioning, passando per la produzione, ciclo del combustibile incluso.

    se clicchi sul primo link, centrale di Forsmark, a pag. 29 di 52 trovi “il peso” di ogni fase, rispetto alle emissioni di CO2, Tab.12 (la terribile CO2, scusa… ne ho appena esalata un po’ respirando… mi sento gia’ colpevole)… la fase di produzione contribuisce per il 2% sul totale delle emissioni del ciclo completo, con la fase di estrazione in testa, col 31%.

    Totale delle emissioni? 3.3 gCO2/kWh… equivalente da tutti i punti di vista a “zero emissioni”… CVD.

    L’affermazione, sinceramente ridicola, sulla “questione” dell’esaurimento dell’uranio la lascio per un’altro post, se proprio devo specificare, OK?

    Altri esempi e seguire, se vuoi, non c’e’ problema, e’ solo una questione di spazio sul blog…

    Ciao.

  14. Lauraon Set 24th 2016 at 15:51

    “decarbonizzazione dell’economia”??? definire il concetto, grazie…”

    ma questi sono i fondamentali.. se ci mettiamo a spiegare i concetti base non finiamo più.

    “se si volesse solo decarbonizzare completamente la produzione di energia (una piccola parte dell’economia, sarebbe impossibile farlo, salvo sterminare un miliardo di cinesi, indiani, e anche parecchi europei e americani.”

    ma per favore.. ma perchè non si documenta un poco? Sulle riviste del settore è pieno di articoli con scenari di decarbonizzazione spinta… si legga qualcosa

    ““Dannoso CO2”????? Il cibo per piante? Quella cosa che sta facendo rinverdire il pianeta?”

    Se nega che sia un problema l’aumento della CO2 non cerchero’ di farle cambiare idea, non ho tempo da perdere. Passo e chiudo.
    Buone cose.

  15. robertok06on Set 24th 2016 at 16:09

    @laura

    Senti, laura… EVITA certi toni condiscendenti col sottoscritto se vuoi discutere di energia.
    E’ un consiglio d’amico.

    In attesa di UNA citazione di UN documento da parte tua che parli di energia, distinti saluti con questi (tanto ho capito dove vuoi andare a parare):

    https://goo.gl/qwey1H

    (il documento originale e’ stato publicato sulla rivista specializzata che necessita di abbonamento, Energy Policy).

    Per il potenziale del solare, in particolare il fotovoltaico…

    https://goo.gl/kRW0kW

    … e per restare sul tema degli svarioni “nucleari” di Scala Mercalli… la mia soluzione “botte di ferro”:

    http://www.columbia.edu/~jeh1/2013/AGU.11December2013.pdf

    … slide 44 di 46… confronto fra i risultati di 10 anni di nucleare in Francia rispetto a 10 anni di anti-nucleare e pannellini e turbinette a go-go in Germania, patria della farlocca Energiewende.
    Quando hai letto e capito quello, puoi passare a questo, che quantifica i vantaggi delle caffettiere nucleari:

    http://pubs.giss.nasa.gov/abs/kh05000e.html

    “Using historical production data, we calculate that global nuclear power has prevented an average of 1.84 million air pollution-related deaths and 64 gigatonnes of CO2-equivalent (GtCO2-eq) greenhouse gas (GHG) emissions that would have resulted from fossil fuel burning.

    On the basis of global projection data that take into account the effects of the Fukushima accident, we find that nuclear power could additionally prevent an average of 420,000-7.04 million deaths and 80-240 GtCO2-eq emissions due to fossil fuels by midcentury, depending on which fuel it replaces.”

    Glie lo dici tu a Mercalli di spiegare a James Hansen che si sta sbagliando? 🙂

    Riprova pure quando vuoi.

  16. robertok06on Set 24th 2016 at 16:16

    @Laura

    ““Dannoso CO2”????? Il cibo per piante? Quella cosa che sta facendo rinverdire il pianeta?”
    Se nega che sia un problema l’aumento della CO2 non cerchero’ di farle cambiare idea, non ho tempo da perdere. Passo e chiudo.
    Buone cose.”

    Sono in buona compagnia:

    https://goo.gl/YiRuuS

    “The Surprising Role of CO2 in
    Changes on the African Savanna
    Recent studies show that many of the world’s savannas, including famed southern African landscapes, are experiencing significant change as rising levels of carbon dioxide in the atmosphere favor the growth of trees over grasslands.”

    … oppure:

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth/

    “From a quarter to half of Earth’s vegetated lands has shown significant greening over the last 35 years largely due to rising levels of atmospheric carbon dioxide, according to a new study published in the journal Nature Climate Change on April 25.”

    Quindi: Yale, la NASA, Nature Climate Change dicono che la CO2 e’ “cibo per piante” e che l’aumento del cibo ha, logicamente, fatto aumentare le piante (e non parliamo dei raccolti, che sono ai massimi storici, depositi strapieni di cereali e altri beni, dati FAO)… dall’altra parte c’e’ Laura X che dice che non e’ vero…. mmmh… chi mai avra’ ragione? 🙂

    Come diceva Mork a Mindy quando si salutavano, “nano-nano”… e occhio alle fobie irrazionali.

  17. stephon Set 24th 2016 at 19:52

    roberto
    ““decarbonizzazione dell’economia”??? definire il concetto, grazie”
    Può trovare tranquillamente la definizione in molti lavori specifici, è almeno un quarto di secolo che se ne parla, se ne era accorto?
    P.e: http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/0040162595002510

    “La frase riportata sopra e’ uno spot pubblicitario, basato sull’ideologia, non il pensiero di uno scienziato che Mercalli e’.”
    No, è il pensiero di uno scienziato che fa lo scienziato, cioè, in questo caso, riporta lo stato dell’arte in materia. Mercalli non se lo è mica inventato lui di sana pianta, il termine, sa?

    ” “Dannoso CO2”????? Il cibo per piante? Quella cosa che sta facendo rinverdire il pianeta?”
    Dannoso per il clima, dice Mercalli. Come tutti sanno, tranne lei, da 150 anni. Che sia dannoso per le piante non lo dice lui, ma lo scrive lei.

    A proposito di CO2 e produzione primaria netta: magari le interessa
    http://www.pnas.org/content/113/38/10589.abstract

  18. robertok06on Set 24th 2016 at 22:14

    @steph

    “” “Dannoso CO2”????? Il cibo per piante? Quella cosa che sta facendo rinverdire il pianeta?”
    Dannoso per il clima, dice Mercalli. Come tutti sanno, tranne lei, da 150 anni. Che sia dannoso per le piante non lo dice lui, ma lo scrive lei.”

    Beh… le piante subiscono il clima, e se il clima “sta male” a causa di un po’ piu’ di CO2 e il risultato e’ che dal 25 al 50% del pianeta diventa piu’ verde e permette di produrre piu’ derrate alimentari per sfamare la gente… ben venga il danno. Si chiama pragmatismo, che non fa rima con ideologia.

    “A proposito di CO2 e produzione primaria netta: magari le interessa
    http://www.pnas.org/content/113/38/10589.abstract

    Risultato del tuo link, copio e incollo:

    “Not Found

    The requested URL /content/113/38/10589.abstract was not found on this server.

    Apache/2.2.3 (Red Hat) Server at m.pnas.org Port 80”

    Riprova pure, magari dopo aver imparato a citare e linkare un articolo scientifico, OK?

    Titolo, autori, pubblicazione. Grazie.

    Ad ogni modo, ti/vi ho riportato il link alle MISURE della NASA, sull’effetto dell’aumento della CO2 sul pianeta… e tu cosa citi?… l’ennesimo risultato di “modelli”?

    Steph: mi hai chiesto di dettagliare le mie critiche a quello che ha scritto Mercalli sulla pagina della sua trasmissione, mi sono limitato alle poche prime righe, piene di errori e svarioni, tutta roba basata su leggende metropolitane… “l’esaurimento dell’uranio”!… oh!…siamo a livello del calendario di frate indovino come qualita’ dell’informazione.

  19. robertok06on Set 24th 2016 at 22:35

    @steph

    Ma non mi dire?… non intendevi mica questo?

    https://achemistinlangley.wordpress.com/2016/09/21/why-that-new-study-in-pnas-does-not-undercut-any-myths-about-carbon-dioxide-and-its-effect-on-plant-health/

    … dati da quattro acri in croce che smentirebbero foto satellitari e dati dei raccolti su tutti i continenti del pianeta?
    Dai, sii serio, ti prego.

    Restiamo all’argomento: l’accuratezza delle affermazioni in campo energetico di Scala Mercalli.

    Continuo?
    Dice il sito di Scala Mercalli:

    “Ma il sogno della ricerca scientifica è poter ricreare la fusione nucleare che avviene all’interno di una stella come il sole, producendo così energia illimitata senza conseguenze ambientali né climatiche”

    Sbagliato: la reazione di fusione all’interno del sole nulla ha a che fare con la reazione deuterio-trizio all’interno di ITER (il giorno che riusciranno a farla). E nulla ha a che fare il meccanismo di produzione, confinamento magnetico, rispetto a quello gravitazionale.

    “Altre fonti energetiche rinnovabili
    L’idroelettrico da oltre cent’anni fornisce energia pulita con continuità e affidabilità”

    Qui la mente vacilla, a dir poco!… uno scienziato, ambientalista per giunta, che dice che l’idroelettrico produce energia “pulita”?… con “continuita’?… e “affidabilita’”?…

    https://en.m.wikipedia.org/wiki/List_of_hydroelectric_power_station_failures

    … oppure “pulita” cosi’?

    http://environmentalresearchweb.org/cws/article/news/64470

    … o preferisci cosi’?

    https://www.theguardian.com/sustainable-business/2015/may/06/dams-hydropower-mekong-river-thailand-laos-don-sahong-xayaburi

    … e “affidabile” cosi’?… non e’ fantastico?

    “As hydropower struggles, Tanzania turns to natural gas”

    http://news.trust.org//item/20140924110200-rznw6

  20. Antonioon Set 25th 2016 at 07:08

    @ Robertok06
    @ “Senti, laura… EVITA certi toni condiscendenti col sottoscritto se vuoi discutere di energia. E’ un consiglio d’amico.”

    Fammi capire, siccome tu costruisci acceleratori di particelle saresti un esperto di scenari energetici?

    Non ti viene il dubbio che la persona con cui parli abbia una preparazione scientifica, sulle cose di cui parli, maggiore della tua, e magari sulle cose in cui ti diletti a fare un po’ di ricerche su google e leggere gli abstract, il tuo interlocutore, magari ci lavora, scrive articoli, va ai convegni e discute con gli esperti proprio di quel settore?

    Fai il leone da tastiera ma scrivi delle cose che se provi ad andare a dirle ad un convegno ti ridono dietro anche i ragazzi che ti passano il microfono.

    Prendiamo l’ultima castroneria che hai scritto “e se il clima “sta male” a causa di un po’ piu’ di CO2 e il risultato e’ che dal 25 al 50% del pianeta diventa piu’ verde e permette di produrre piu’ derrate alimentari per sfamare la gente… ben venga il danno. Si chiama pragmatismo, che non fa rima con ideologia”.

    Su come cambia la produzione di cibo se c’è più Co2 e quindi più caldo, , ci hanno scritto qualche centinaio di articoli. La review fino al 2011-2012 la trovi nel capitolo apposito IPCC http://ipcc-wg2.gov/AR5/images/uploads/WGIIAR5-Chap7_FINAL.pdf

    Dopo sono Poi trovi articoli come questo http://science.sciencemag.org/content/341/6145/508
    Wheeler T, von Braun J, 2013, Climate Change Impacts on Global Food Security. Science 341: 508-513.
    in cui nell’abstract trovi frasi tipo “Climate change could potentially interrupt progress toward a world without hunger. A robust and coherent global pattern is discernible of the impacts of climate change on crop productivity that could have consequences for food availability. The stability of whole food systems may be at risk under climate change because of short-term variability in supply.”

    e tu sei ancora fermo al we call it life… http://scienceblogs.com/deltoid/2006/05/18/co2-we-call-it-life/
    come vedi è un argomento di 10 anni fa…ogni tanto qualcuno la tira fuori.. Mariani, Zichichi, ora te che pensi di essere il più furbo del contado, ma è tutta roba già sentita e discussa… https://www.climalteranti.it/2010/02/15/diffidare-di-chi-usa-il-mattone-della-vita/

    PS
    guarda che il link di Steph su PNAS si apre benissimo, porta al paper
    Nonlinear, interacting responses to climate limit grassland production under global change
    sei sicuro di sapere fare bene il clic? Se hai un browser che ti lascia le virgolette in fondo all’indirizzo e non le riconosce devi toglierle da solo, devi premere due volte il tasto backspace, quello con la freccia verso sinistra. Dai che ce la puoi fare.

  21. robertok06on Set 25th 2016 at 10:51

    @antonio

    “Fammi capire, siccome tu costruisci acceleratori di particelle saresti un esperto di scenari energetici?”

    Mai detto di essere un esperto di “scenari” energetici, ma di energia e forme di produzione, in particolare per l’elettricita’ ne so’ abbastanza. Non hai che da mettermi alla prova.
    Non a caso, appena ho letto le poche righe della pagina di Scala Mercalli dedicata alla puntata sull’energia mi sono accorto che era PIENA di svarioni, leggende metropolitane, tesi farlocche basate sul nulla.
    Mi pare di aver gia’ ben documentato la parte sul nucleare: non c’e’ una sola frase riportata da Mercalli che sia giusta e aderente alla realta’ (e ho sorvolato parecchi punti, tra l’altro).

    Idem per l’idroelettrico: sei scienziato, ti occupi di clima e scrivi che l’idroelettrico e’ pulito, continuo e affidabile? Dai!

    P.S.: se magari tu potessi EVITARE di preoccuparti di quello che io dico e commentassi magari CON NUMERI, DATI e CITAZIONI serie le mie affermazioni, o quelle di Mercalli, si riuscirebbe ad evitare di buttarla in caciara, e restare alla netiquette del blog, che dici? Grazie.

  22. robertok06on Set 25th 2016 at 10:56

    @antonio

    “Non ti viene il dubbio che la persona con cui parli abbia una preparazione scientifica, sulle cose di cui parli, maggiore della tua, e magari sulle cose in cui ti diletti a fare un po’ di ricerche su google e leggere gli abstract, il tuo interlocutore, magari ci lavora, scrive articoli, va ai convegni e discute con gli esperti proprio di quel settore?”

    Eh!.. non ho capito di chi tu stia parlando, ad ogni modo io, che non ho nulla da nascondere, mi sono presentato su questo blog con il mio nome e cognome, e specificando bene chi sono e cosa faccio… quindi la/le suddetta/suddette persone non hanno altro da fare che di fare altrettanto. Parli come se fosse colpa mia!… e’ ridicolo!… io vi ho detto chi sono e cosa faccio, fate lo stesso.
    Ad ogni modo, ho tenuto, fin’ora, 3 seminari su temi energetici, in italia…. e se proprio ti interessa non leggo “gli abstract”… ho decine di GB di articoli completi, la maggior parte peer-reviewed… posso condividerli con te, se vuoi, o chiunque altro… non c’e’ problema, lo ripeto… non ho nulla da nascondere, io.

    Ciao Antonio X.

    Voila’.

  23. robertok06on Set 25th 2016 at 11:13

    @antonio

    “Su come cambia la produzione di cibo se c’è più Co2 e quindi più caldo, , ci hanno scritto qualche centinaio di articoli. ”
    Certo… sono tutti articoli basati sui modellini farlocchi… mentre I DATI e le MISURE della NASA, non della Roberto Kersevan Il Negazionista dicono che le cose sono “leggermente” diverse… e cioe’ che una grandissima parte delle terre emerse del pianeta si e’ gia’ rinverdita… e i dati FAO, ripeto… non la RK Negazionisti Associati, dimostra che la diminuzione della produzione di derrate alimentari al crescere delle concentrazione di CO2 passera’ alla storia come una delle TANTE previsioni basate su modelli incompleti e inaccurati spacciati per corretti e precisi.
    Altro esempio? Al sciogliersi dei ghiacciai artici e della tundra i modellini farlocchi hanno previsto un aumento smisurato delle emissioni di metano a seguito della fusione del permafrost. Questa e’ la realta’ catastrofista virtuale.
    La realta’ vera, non catastrofista, quella di Madre Natura, invece e’ questa:

    “As Alaska warms, methane emissions appear stable
    Fate of carbon stored in permafrost remains subject of intense research”

    https://www.sciencedaily.com/releases/2016/06/160622144912.htm

    … e dall’articolo:

    “Twenty-nine years of measurements show little change in seasonal mean land sector CH4 enhancements, despite an increase in annual mean temperatures of 1.2 ± 0.8°C/decade (2σ).”

    “The lack of significant long-term trends suggests that more complex biogeochemical processes are counteracting the observed short-term (monthly) temperature sensitivity of 5.0 ± 3.6 ppb CH4/°C. Our results suggest that even the observed short-term temperature sensitivity from the Arctic will have little impact on the global atmospheric CH4 budget in the long term if future trajectories evolve with the same temperature sensitivity.”

    Cosa prevedono invece i modellini dell’IPCC?

    “IPCC AR5 Arctic

    Methane emissions could increase dramatically this century

    ‘Methane emissions, from Arctic thawing permafrost and subsea floor methane hydrates in the Arctic,
    could increase dramatically due to the rapid climate warming of the Arctic and these large carbon
    pools stored there.’ (AR5 WG1 FAQ 6.1)”

    Voila’. 🙂

  24. robertok06on Set 25th 2016 at 11:17

    @antonio

    “in cui nell’abstract trovi frasi tipo “Climate change COULD potentially interrupt progress toward a world without hunger. A robust and coherent global pattern is discernible of the impacts of climate change on crop productivity that COULD HAVE consequences for food availability. The stability of whole food systems MAY BE at risk under climate change because of short-term variability in supply.””

    Leggo solo dei “could”, “could have”, e “may be”… (basati sui modellini) e nessun “has”, “has done” o “is” basati su dati e misure.
    CVD, antonio!

    Riprova quando voi.

  25. robertok06on Set 25th 2016 at 11:21

    @antonio

    “ogni tanto qualcuno la tira fuori.. Mariani, Zichichi, ora te che pensi di essere il più furbo del contado, ma è tutta roba già sentita e discussa”

    Strano!… pare che anche la NASA, nel 2016, ne parli:

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth/

    “Galleries
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    Earth
    April 26, 2016
    Carbon Dioxide Fertilization Greening Earth, Study Finds
    From a quarter to half of Earth’s vegetated lands has shown significant greening over the last 35 years largely due to rising levels of atmospheric carbon dioxide, according to a new study published in the journal Nature Climate Change on April 25.

    An international team of 32 authors from 24 institutions in eight countries led the effort, which involved using satellite data from NASA’s Moderate Resolution Imaging Spectrometer and the National Oceanic and Atmospheric Administration’s Advanced Very High Resolution Radiometer instruments to help determine the leaf area index, or amount of leaf cover, over the planet’s vegetated regions. The greening represents an increase in leaves on plants and trees equivalent in area to two times the continental United States.”

    Oppps!… ti e’ sfuggito, come mai? Eppure l’ho gia’ linkato in precedenza in QUESTA discussione… ne deduco che vuoi discutere col sottoscritto senza leggere quello che il sottoscritto dice o linka… e poi sarei io il troll, giusto? 🙂

    Riprova pure, non c’e’ problema.

  26. robertok06on Set 25th 2016 at 11:23

    … cut-paste mal riuscito nel mio precedente messaggio… doveva essere a partire da “April 26”, chiedo scusa.

  27. robertok06on Set 25th 2016 at 11:28

    @antonio
    “PS
    guarda che il link di Steph su PNAS si apre benissimo, porta al paper
    Nonlinear, interacting responses to climate limit grassland production under global change
    sei sicuro di sapere fare bene il clic? Se hai un browser che ti lascia le virgolette in fondo all’indirizzo e non le riconosce devi toglierle da solo, devi premere due volte il tasto backspace, quello con la freccia verso sinistra. Dai che ce la puoi fare.”

    Ce la posso fare, anche perche’ ero su internet quando (quasi) internet non esisteva, non credo che tu abbia molto da insegnarmi su questo, grazie… il mio browser apre tutti i link sui quali clicco, infatti apre anche questo… solo che riporta un errore. Forse perche’ sono su un tablet Android e non un PC o Mac? Possibile… ad ogni modo avevo gia’ identificato l’articolo… come puoi vedere dal primo link del mio messaggio di ieri sera alle 22:35. Verifica pure.

    Dai che ce la puoi fare, anto’! 🙂

  28. Antonioon Set 25th 2016 at 15:33

    @ Roberto

    @ il mio browser apre tutti i link sui quali clicco, infatti apre anche questo… solo che riporta un errore. Forse perche’ sono su un tablet Android e non un PC o Mac? Possibile… ad ogni modo avevo gia’ identificato l’articolo…

    Dunque il problema era tuo, invece hai scritto a Steph “Riprova pure, magari dopo aver imparato a citare e linkare un articolo scientifico, OK?”
    In questi casi, le persone serie si scusano. Una cosa tipo: Scusa Steph, la mia arroganza mi ha portato ad accusarti in modo villano, per un problema che era solo mio, cercherò di non farlo più”. Coraggio che ce la puoi fare.. dai…

    @ “Leggo solo dei “could”, “could have”, e “may be”… (basati sui modellini) e nessun “has”, “has done” o “is” basati su dati e misure.”

    Qui sei nel ridicolo: ogni cosa che cerchiamo di capire sul futuro lo possiamo fare tramite sistemi di pensiero o equazioni che potrebbero rientrare nella categoria dei modelli (a meno che non riesci a misurare il futuro); e usare quanto successo fino ad oggi come base per il futuro è anche questo un modello, seppure molto grezzo.

    Quando tu parli del futuro dell’energia, in cui citi i lavori sul “potenziale del solare, in particolare il fotovoltaico…”, anche questi si basano su modelli.

    La differenza è che io ti cito un articolo di Science e la review dell’IPCC, tu mi citi questo:
    “https://goo.gl/kRW0kW”
    che se vado a vedere la prima riga trovo
    Draft. Only for academic purposes. Submitted to Energy Policy.
    Se controlli vedrai che su Energy Policy non è uscito, gliel’anno bocciato (e se lo leggi capisci perché).
    (poi hanno pubblicato una versione modificata su Renewable and Sustainable Energy Reviews).
    Almeno cita i paper pubblicati, non quelli cestinati.

  29. robertok06on Set 26th 2016 at 07:08

    @antonio

    “Qui sei nel ridicolo: ogni cosa che cerchiamo di capire sul futuro lo possiamo fare tramite sistemi di pensiero o equazioni che potrebbero rientrare nella categoria dei modelli (a meno che non riesci a misurare il futuro); e usare quanto successo fino ad oggi come base per il futuro è anche questo un modello, seppure molto grezzo.”

    Neanche per idea!… qui si parla di modellizzazione per un futuro che si e’ gia’ avverato, amico mio!… l’IPCC ed i suoi modellini farlocchi prevedevano almeno un decennio fa l’aumento delle emissioni di CH4 da parte del permafrost, come conseguenza del riscaldamento globale (il terribile global warming che, ripeto, produce terribili conseguenze come questa…

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth/

    … mentre la realta’ e’ questa (mi scuso con caserini di dover ripetere i links, ma per dialogare con i ciechi per scelta come Antonio X non rimane altra possibilita’):

    “As Alaska warms, methane emissions appear stable
    Fate of carbon stored in permafrost remains subject of intense research”
    https://www.sciencedaily.com/releases/2016/06/160622144912.htm
    … e dall’articolo:
    “Twenty-nine years of measurements show little change in seasonal mean land sector CH4 enhancements, despite an increase in annual mean temperatures of 1.2 ± 0.8°C/decade (2σ).”
    “The lack of significant long-term trends suggests that more complex biogeochemical processes are counteracting the observed short-term (monthly) temperature sensitivity of 5.0 ± 3.6 ppb CH4/°C. Our results suggest that even the observed short-term temperature sensitivity from the Arctic will have little impact on the global atmospheric CH4 budget in the long term if future trajectories evolve with the same temperature sensitivity.”

    Concentrati sull’ultima frase, OK?

  30. robertok06on Set 26th 2016 at 07:28

    @antonio

    “La differenza è che io ti cito un articolo di Science e la review dell’IPCC, tu mi citi questo:
    “https://goo.gl/kRW0kW”
    che se vado a vedere la prima riga trovo
    Draft. Only for academic purposes. Submitted to Energy Policy.
    Se controlli vedrai che su Energy Policy non è uscito, gliel’anno bocciato (e se lo leggi capisci perché).
    (poi hanno pubblicato una versione modificata su Renewable and Sustainable Energy Reviews).
    Almeno cita i paper pubblicati, non quelli cestinati.”

    Sei veramente buffo… parli di articolo cestinato la riga dopo aver citato il nome della rivista peer-reviewed dove e’ stato pubblicato. Problemi di percezione o semplice tentativo di depistamento della discussione?

    Ad ogni modo: Lion Wirth, Energy, Volume 63, 15 December 2013, Pages 61–75

    http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0360544213009390

    … o, per restare a De Castro:

    “Global wind power potential: Physical and technological limits”

    http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S0301421511004836

    “…
    The results give roughly 1 TW for the top limit of the future electrical potential of wind energy. This value is much lower than previous estimates and even lower than economic and realizable potentials published for the mid-century (e.g. 8, 10 and 52).”

    Il punto, nonostante il tuo tentativo di depistaggio, e’ questo: io sono intervenuto in questa discussione solo dopo aver letto il maldestro messaggio di Stefano Ceccarelli sulla puntata di superquark, ed ho semplicemente messo in evidenza, dato che questo blog di caserini parla di Scala Mercalli, che ESATTAMENTE le stesse obiezioni sollevate da ceccarelli a superquark si possono fare a Scala Mercalli, che nella puntata che ha trattato di energia ha preso degli svarioni assurdi.

    Se adesso vuoi commentare quello, e magari mostrarmi dove Mercalli avrebbe ragione quando dice che l’uranio sarebbe “in esaurimento”, o dove dice che le emissioni di CO2 sarebbero “notevoli”… dovrebbe essere facile, no?

    Dai, datti da fare senza svicolare.

  31. stephon Set 26th 2016 at 21:26

    roberto
    Oh, era un consiglio, eh. Se non riesce ad aprire un link, non ci posso fare molto più che dirle di posizionarsi col cursore (manina o freccina…) sul link e schiacciare il mouse (tasto sinistro…) e attendere.
    “Riprova pure, magari dopo aver imparato a citare e linkare un articolo scientifico, OK?”
    E lei riprovi pure, magari dopo aver imparato ad aprire e leggere un articolo scientifico, OK?

  32. stephon Set 26th 2016 at 21:57

    Anyway e per tornare in tema: a parte l’uranio, altri esempi di mancata accuratezza delle affermazioni in campo energetico di quella puntata di Scala Mercalli?

  33. stephon Ott 8th 2016 at 22:15

    roberto
    Interessanti le sue non risposte. Dopo due settimane, ancora aspetto esempi di mancata accuratezza delle affermazioni in campo energetico di quella puntata di Scala Mercalli che vadano oltre le perle di saggezza che lei ha scritto sull’idroelettrico.
    PS: venga qui in Svizzera a sentenziare che l’idroelettrico non fornisca energia, che non lo faccia da 100 anni, che non lo faccia con continuità e affidabilità o che inquini. Ci racconti poi anche delle figure da pollo a cui inevitabilmente andrà incontro, mi raccomando …
    … intendo dire: le sue, non del governo svizzero, beninteso 😀

  34. stephon Ott 17th 2016 at 19:11

    roberto
    molto interessanti le sue ennesime non risposte. Dopo altre due settimane e un mese dalle prime, sono ancora in attesa.
    À propos: sempre valido l’invito. Quando si deciderà, mi faccia sapere, che organizzo. Si sa mai 😀

  35. Antonioon Ott 18th 2016 at 07:40

    direi che un altro che ha dato un grande contributo per non ridurre l’informazione sul clima è Fabio Fazio: una volta il suo programma ospitava frequenti interventi di Mercalli, che parlava spesso di clima, poi Fazio è passato a considerare solo vippetti/e vari/e

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