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L’Agente Betulla contro l’Accordo di Parigi

Sono questi giorni cruciali per il negoziato internazionale sul clima. Dopo la ratifica dell’Accordo di Parigi da parte dell’India e quella ormai probabile, il prossimo venerdì, da parte dell’Unione Europea, sarà raggiunta la quota minima di emissione (55%) che sancisce l’entrata in vigore l’Accordo di Parigi (il numero di paesi sono già più di 55).

L’articolo 21 dell’Accordo prevede infatti che l’accordo “entri in vigore a trenta giorni dalla data di avvenuta ratifica da parte di almeno 55 Parti della Convenzione, le cui emissioni di gas climalteranti rappresentino almeno il 55% delle emissioni globali” (tradurre); quindi l’entrata in vigore formale sarà il 6 novembre, il giorno di inizio della COP22 a Marrakech.

È un altro grande successo del negoziato sul clima, da festeggiare adeguatamente, e su cui torneremo in un prossimo post.

 

Che questo sia questo un momento storico lo si può capire anche dall’apertura di prima pagina e dalle due intere pagine dedicate alla ratifica dell’Accordo di Parigi da un quotidiano nazionale, Libero.

Tre articoli di chiaro stampo negazionista e contrari alle politiche sul clima, firmati da Renato Farina, Marco Gorra e Tommaso Montesano. Articoli spazzatura come non se ne leggevano da tempo, con errori, falsità e dati inventati.

L’articolo di Marco Gorra, oltre a fornire cifre confuse sui costi dell’Accordo e stime infondate sui benefici per le temperatura del pianeta, contiene involontariamente uno dei maggiori riconoscimenti dell’importanza dell’Accordo che si sia potuto leggere sui giornali italiani:

se l’accordo di Parigi fosse la solita colata di fuffa ecologista il problema nemmeno si porrebbe: solenne dichiarazione di intenti più, solenne dichiarazione di intenti meno cosa si vuole che possa mai cambiare. Il problema è che il patto in questione una qualche concretezza la prevede pure, e c’è da stare preoccupati. Principalmente per quanto riguarda i costi. L’accordo di Parigi prevede infatti che le nazioni sviluppate inizino a pompare una quantità spaventosa di soldi tra investimenti sulle rinnovabili e fondi per lo sviluppo sostenibile dei Paesi poveri”.

 

L’articolo principale è comunque quello di Renato Farina, ex giornalista ed ex collaboratore dei Servizi segreti (nome in codice Agente Betulla), già condannato per numerosi articoli diffamatori e famoso per “aver collaborato, quando era vicedirettore di Libero, con i Servizi segreti italiani, fornendo informazioni e pubblicando notizie false in cambio di denaro“.

L’articolo di Farina è un campionario di accuse infondate ed argomentazioni fallaci, a partire dall’incipit che descrive la scienza del clima come una “religione obbligatoria”, una “religione ecologista” che “esige oboli giganteschi”, e a cui “chi non si prostra è scomunicato”.

Secondo Farina la ratifica dell’Accordo di Parigi “prevede un esborso di circa dodicimila miliardi di dollari in 25 anni” e all’Italia “toccherà una cifra annua fra 10 e 15 miliardi l’anno”. Il giornalista non cita la fonte di questi dati, che lo portano a concludere “Qui siamo alla crisi della sinderesi, all’impazzimento globale”.

L’argomento principale di Farina è che chi propone politiche sul clima “prevede infatti come primo articolo di fede la certezza assoluta nel riscaldamento globale”, mentre “il dubbio è il fondamento della scienza e del progresso

Il tono e l’impegno con cui questo argomento viene sviluppato in tre colonne porta a pensare che Farina lo ritenga originale, o particolarmente importante. In realtà il ricorso all’esaltazione del dubbio come motore del progresso scientifico, e l’accusa di ritenere il riscaldamento globale una “certezza assoluta”, sono argomenti classici del negazionismo climatico, come già spiegati su Climalteranti (si veda questo post).

Il dubbio e lo scetticismo sono sicuramente ingredienti irrinunciabili del processo scientifico, che può anzi essere visto come una forma di sospetto organizzato, coltivato, ragionato. Ma c’è anche un uso sbagliato, se non fraudolento, dell’incertezza. Nel libro “I mercanti del dubbio” (purtroppo non ancora uscito in italiano) in cui Naomi Oreskes (docente di storia della scienza alla Harvard University) spiega come l’esaltazione del dubbio e la richiesta di prove inoppugnabili siano tecniche per chiedere di rinviare all’infinito le decisioni sgradite. La mancanza di certezze assolute non è specifica della scienza del clima, ma è comune a tutte le discipline. Se per accettare ogni nuova teoria fosse veramente necessaria questa “certezza assoluta”, la ricerca scientifica non avrebbe modo di progredire e si arriverebbe alla paralisi completa: “paralysis by analysis”.

La scienza, infatti, non avanza solo con il dubbio, ma anche riconoscendo e accettando le conoscenze pregresse e che hanno superato livelli di verifica. La scienza del clima ha superato molte verifiche, e ad esempio nei suoi rapporti l’IPCC assegna alle sue conclusioni dei gradi di certezza / incertezza definiti con un chiaro schema metodologico. Il meccanismo dovrebbe essere chiaro a chiunque, e tanto più ad un ex-giornalista che si professa esperto: sappiamo che la probabilità che il riscaldamento globale sia principalmente dovuto dalle attività umane è superiore al 95%; bisogna quindi agire subito, senza aspettare la chimera della certezza assoluta

Fa anche sorridere che un condannato per diffamazione faccia la predica sulla sinderesi (la capacità di connettere o distinguere il bene dal male) o su Cartesio e lo scetticismo metodologico. Ma la punta di ridicolo viene toccata quando l’Agente Betulla espone le prove che suo dire motivano “la comunità dei benpensanti”, ossia “chi oscilla nell’incertezza o addirittura avalla tesi opposte, e cioè che l’uomo nulla c’entri, e ci siano cicli fisiologici nello svilupparsi di ere glaciali e nel loro contrario”: imprecisate spedizioni o comitive di “scienziati e militanti ecologisti” rimaste bloccate dai ghiacci in Antartide o nell’Oceano Artico, che invece dovevano documentare la scomparsa delle superfici ghiacciate (si legga il testo qui a fianco). Anche il più scalcagnato 007 potrebbe senza fatica trovare dati inoppugnabili sulla riduzione dei ghiacci artici o antartici, e potrebbe capire che quanto eventualmente successo a una presunta spedizione comunque non cambierebbe nulla sulla conoscenza scientifica della riduzione dei ghiacci.

In conclusione, la richiesta di Farina “ma siamo proprio sicuri? Dove sono le documentazioni inoppugnabili?” non è altro che una chiosa retorica a un’altra operazione di disinformazione.

 

 

 

 

Testo di Stefano Caserini e Gabriele Messori

115 responses so far

115 Responses to “L’Agente Betulla contro l’Accordo di Parigi”

  1. robertok06on Ott 5th 2016 at 17:49

    @caserini

    “Secondo Farina la ratifica dell’Accordo di Parigi “prevede un esborso di circa dodicimila miliardi di dollari in 25 anni” e all’Italia “toccherà una cifra annua fra 10 e 15 miliardi l’anno”. Il giornalista non cita la fonte di questi dati, che lo portano a concludere “Qui siamo alla crisi della sinderesi, all’impazzimento globale”.”

    Lungi da me difendere un losco figuro come Farina… ma non si puo’ avere la moglie ubriaca e la botte piena… delle due l’una:

    http://www.qualenergia.it/articoli/20161005-italia-100-percento-a-fonti-rinnovabili-secondo-studio-cnr

    “Il costo degli investimenti, stimato in 32 miliardi di euro all’anno in moneta corrente – secondo i calcoli dei ricercatori ”

    Mettetevi d’accordo fra di voi, almeno.

  2. oca sapienson Ott 5th 2016 at 20:54

    Però sono bravi a Libero: 5 errori già nel sottotitolo in prima non ci arriva neanche The Onion.

    robertok06
    scusi, potrebbe per favore dirci qual è il nesso tra gli investimenti stimati da “Una simulazione del Cnr sulla transizione dell’Italia alle energie rinnovabili entro il 2050” con
    – l’Accordo di Parigi;
    – gli impegni presi dall’Italia per ridurre le emissioni di gas serra da qui al 2030;
    l’esborso dell’Italia per il fondo comune previsto dalla UE per l’Accordo di Parigi
    – il resto dell’articolo di Renato Farina che lei sta difendendo?

  3. Stefano Caserinion Ott 5th 2016 at 20:56

    @ robertok06

    Non ho capito con chi dovrei mettermi d’accordo.
    L’articolo di Farina parla di “esborso”, e lo descrive come un costo, una cifra da pagare (il finale è “…l’Europa ci obbliga: credere, obbedire, pagare”).
    In realtà, come spiega anche l’articolo che Lei ha linkato, si tratta di investimenti, a cui quindi seguono dei benefici.

    La differenza fra “costi” e “investimenti” è piuttosto importante, no?

    L’articolo da lei linkato conclude infatti scrivendo “Il costo degli investimenti, stimato in 32 miliardi di euro all’anno in moneta corrente – secondo i calcoli dei ricercatori – verrebbe sostenuto dal risparmio generato sull’acquisto dei combustibili fossili (carbone, petrolio e gas naturale), pari a circa 35 miliardi di € del 2015.”
    Senza contare poi che andrebbero conteggiati i costi evitati, dai minori impatti conseguenti a un minore riscaldamento globale che si ottiene se si riducono le emissioni di gas serra.

    La disinformazione di Farina è quindi raccontare in modo errato, distorto i termini della questione.

  4. Valentinoon Ott 6th 2016 at 07:38

    Giusto, Stefano, è un investimento che ha più benefici che costi! La transizione ad una economia a basse emissioni conviene particolarmente all’Italia, che produce macchinari altamente efficienti ed è priva di materie prime (mentre il sole abbonda).

  5. Valentinoon Ott 6th 2016 at 07:40

    Per quanto riguarda il contributo del nostro paese al Green Climate Fund, queste le decisioni del governo:

    Ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015 (disegno di legge)

    Il Consiglio dei ministri, su proposta dei Ministri degli affari esteri e della cooperazione internazionale Paolo Gentiloni e dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare Gianluca Galletti, ha approvato il disegno di legge di ratifica ed esecuzione dell’Accordo di Parigi collegato alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, adottato a Parigi il 12 dicembre 2015.

    Nello specifico, il disegno di legge prevede, nell’ambito degli impegni assunti dall’Italia, la partecipazione alla prima capitalizzazione del “Green Climate Fund” con 150 milioni di euro, 50 per ogni anno fino al 2018, che si aggiungono ai 50 milioni già versati dal nostro Paese nel fondo che sostiene gli sforzi dei Paesi in via di sviluppo nel conseguimento degli impegni dell’accordo.

  6. Valentinoon Ott 6th 2016 at 07:47

    Più importante mi pare, nell’articolo di Libero, la parte sulla democrazia. Su questo si può dire che:

    1. sebbene solo 7 lo abbiano ratificato, tutti i Paesi europei (Italia compresa) hanno firmato l’Accordo il 21 aprile e quindi si erano già impegnati a non ostacolarne l’attuazione ed attivarne le procedure domestiche di ratificazione.

    2. il Parlamento Europeo, dove siedono tutte le possibili voci, lo ha approvato a larghissima maggioranza: 610 voti a favore, 38 contrari e 31 astensioni. Altro che non serve votare quell’assise…

    3. quando a gennaio 2016 ho pubblicato la traduzione commentata dell’Accordo di Parigi – e poi via via ne ho consegnato copie ai parlamentari – speravo che si aprisse presto un dibattito democratico (in Parlamento e fuori) perché l’Accordo è troppo ricco di implicazioni per essere un fatto di mera politica estera.

    E’ più che ora che in Italia se ne discuta molto seriamente.

  7. robertok06on Ott 6th 2016 at 09:50

    @caserini

    “La differenza fra “costi” e “investimenti” è piuttosto importante, no?”

    Dal dizionario della lingua italiana:

    investimento[in-ve-sti-mén-to] s.m.

    1 econ. Collocamento di un capitale in attività e acquisti che ne determinino l’aumento; estens. la somma investita: i. immobiliari, azionari

    “Collocamento di un capitale”… cioe’ soldi da tirar fuori da qualche parte… se le pare che non sia cosi’, dane’ da tirar fuori, le posso suggerire un “collocamento di capitale” dal suo al mio conto corrente… prometto che restituisco tutto. 🙂

    Se non le va bene quello che dice lo studio del CNR (che e’ scritto, ovviamente, in “ambientalese”… per esempio nello stesso slang i 6,7 miliardi di “incentivi” al FV che gli italiani devono pagare in bolletta per 20 anni… i famosi “Conti Energia”, non sono “costi”, giusto?)… se non le va bene il CNR allora andiamo a vedere cosa dice la IEA?

    La IEA, nel suo “World Energy Outlook – Special Briefing for COP21″, pag.4, parla di 13.5 trilioni di dollari in 15 anni (dal 2015 al 2030), quindi persino piu’ della cifra citata da Farina.

    ————-

    @ocasapiens

    ” il resto dell’articolo di Renato Farina che lei sta difendendo?”

    1) Non sto difendendo l’articolo di Farina, fosse per me Farina sarebbe in gattabuia dai tempi del suo spionaggio. Sto solo dicendo che Farina ha, nel caso dei COSTI di implementazione delle decisioni della CoP21, citato cifre ragionevoli… addirittura piu’ basse di quelle citate dalla Agenzia Internazionale per l’Energia..

    P.S.: Questa volta, per farti un’altra trollata con i tuoi fedeli lettori sulle pagine di Repubblica Donna, come hai fatto l’altra volta, dovrai trovare delle domande meno illogiche e ridicole, per indurmi a risponderti… questa volta passo, grazie.

  8. robertok06on Ott 6th 2016 at 10:50

    @caserini

    “imprecisate spedizioni o comitive di “scienziati e militanti ecologisti” rimaste bloccate dai ghiacci in Antartide ”

    Posso aiutare io su questo…Farina si riferiva a questo famoso episodio, la celeberrima “ship of fools”:

    http://www.bbc.com/news/science-environment-25833307

    Notare che non erano solo turisti o semplici attivisti ambientalisti, si trattava in gran parte di ricercatori australiani…

    “The ship’s entrapment at Christmas time led to an Australian icebreaker being diverted from its own operations hundreds of kilometres along the coast and a Chinese icebreaker also coming to the rescue.
    That vessel ended up stuck in the ice itself for many days. A smaller French icebreaker ship was also summoned to the scene. It retreated when it became clear that the ice was much too thick for it to help.
    The 52 members of the Australasian Antarctic Expedition were trapped until 2 January when a helicopter team from the Chinese vessel airlifted the scientists, tourists and operational staff to the Aurora Australis.”

    In particolare…

    “Expedition leader Chris Turney, a professor of earth sciences at the University of New South Wales,”

    … chi e’ Chris Turney?

    “25 Nov: ABC Lateline: $1.5 million Australian expedition to Antarctica Professor Chris Turney from the University of NSW is mounting the largest Australian science expeditions to the Antarctic with an 85-person team to try to answer questions about how climate change in the frozen continent might be already shifting weather patterns in Australia.”

    Un ottimo “investimento” di 1.5 milioni di dollari, giusto?… per provare che durante l’estate australe il ghiaccio si scioglie in antartide… o e’ un costo?… 🙂

  9. robertok06on Ott 6th 2016 at 11:54

    @caserini

    “sappiamo che la probabilità che il riscaldamento globale sia principalmente dovuto dalle attività umane è superiore al 95%”

    Potrebbe citare la pagina dove sarebbe scritto questo nel documento IPCC da lei linkato?… grazie.

    Attenzione: probabilita’ e likelihood NON sono la stessa cosa.

  10. oca sapienson Ott 6th 2016 at 13:19

    Valentino,
    grazie delle precisazioni.
    Guarda che è tornata la regola dei 5 commenti, se ne spezzi uno in tre poi ci manchi…

    robertok06,
    capisco che un senior scientist abbia difficoltà con l’economia, noi donne siamo più pratiche.
    Provo spiegarle con un esempio la differenza tra esborso e investimento. Se compro doppi vetri per 1000 euro e risparmio in media 200 euro/anno sulla bolletta, ogni anno ho 200 euro in più per fare la spesa. In 5 anni ho recuperato un capitale che continua a rendere finché qualcuno non rompe i doppi vetri.

    Provo a spiegarle con un esempio anche la differenza tra i 484 miliardi che la UE dovrebbe sborsare secondo R. Farina, e i 2 miliardi dell’esborso previsto dai 28 paesi UE.
    Con 2 euro lei può comprare una bottiglia di latte, con 500 ne compra 250 meglio se a lunga conservazione.

    Vedo che le è poco chiara la differenza tra incentivi e sussidi. Gli incentivi sono decisi dai singoli governi. In teoria portano a un risparmio, come i doppi vetri. In pratica, il risparmio dipende dalla competenza e dall’onestà dei governanti che li progettano e li distribuiscono.

    L’IEA considera gli incentivi degli investimenti, alla p. 4 dal lei citata per esempio, vede scritto:

    More than 60% of total investment in power generation capacity is projected to be for renewable capacity, at $4.0 trillion…

    – riguardano tutti i paesi, non quelli della UE di cui parla l’articolo che lei difende;
    – dovrebbero sostituire i sussidi che sono spesa pura, non un prestito che verrà restituito dal destinatario, per esempio il produttore di doppi vetri più efficienti o sotto forma di risparmio sulla spesa pubblica futura, o in sviluppo di nuovi servizi e tecnologie e conseguente crescita del PIL ecc.

    Secondo la stima del FMI, nel 2015 i sussidi per l’energia ammontavano a $5,3 trilioni, >70% dei quali ai combustibili fossili.
    Per una donna sarebbe già un bel risparmio – sulla spesa sanitaria innanzitutto – sostituirli con $1 trilione/anno o anche due in investimenti nelle energie “pulite”.

  11. Stefano Caserinion Ott 6th 2016 at 13:21

    @ robertok06

    @ Potrebbe citare la pagina dove sarebbe scritto questo nel documento IPCC da lei linkato?… grazie

    Nel documento linkato trova scritto:
    “It is extremely likely that human influence has been the dominant cause of the observed warming since the mid-20th century.”

    Nella traduzione italiana dello stesso documento, che trova sul sito IPCC (https://www.ipcc.ch/pdf/reports-nonUN-translations/italian/ar5-wg1-spm.pdf), trova scritto:
    È estremamente probabile che l’influenza umana sia stata la causa dominante del riscaldamento osservato sin dalla metà del XX secolo.

    Nella nota 2 a pag. 2 dello stesso file trova la specifica del termine “estremamente probabile”
    “In questa Sintesi per i Decisori Politici, i seguenti termini sono stati usati per indicare la probabilità stimata di un esito o di un risultato (virtualmente certo, probabilità al 99-100%, molto probabile 90-100%, probabile 66-100%, tanto probabile quanto no 33-66%, improbabile 0-33%, molto improbabile 0-10%, eccezionalmente improbabile 0-1%. Ulteriori termini (estremamente probabile: 95-100%, più probabile che no >50-100% ed estremamente improbabile 0-5%) possono essere utilizzati se necessario. La probabilità stimata è espressa in corsivo, per esempio, molto probabile (vedi Capitolo 1 e Box TS.1 per maggiori dettagli).”

  12. Gabriele Messorion Ott 6th 2016 at 13:43

    Caro Roberto,

    Qualche breve risposta ai tuoi commenti:

    1. Come scrivi tu stesso l’investimento è il “Collocamento di un capitale in attività e acquisti che ne determinino l’aumento”. Il costo è un concetto ben diverso, che non implica nessun aumento del capitale speso. Ma questi sono dettagli linguistici. Il succo del discorso è che Farina fa capire al lettore del suo articolo che questi 13.5 trilioni di dollari sono a fondo perduto, senza ritorno; insomma, sprecati. Cosa assolutamente non veritiera, come già detto.

    2. Riguardo alle comitive rimaste bloccate di nuovo Farina fa chiara disinformazione. Gli obiettivi scientifici della spedizione che citi erano molteplici; li trovi qui: http://www.spiritofmawson.com/the-science-case/ Non era certo una comitiva andata in Antartide per “documentare la scomparsa delle superfici ghiacciate”. Tra l’altro anche se scomparisse il 99% del ghiaccio antartico, il restante 1% sarebbe più che sufficiente ad intrappolare una nave. Il vecchio errore della rondine che (non) fa primavera.

    3. Non c’è dubbio che likelihood (verosimiglianza in Italiano) e probabilità siano due concetti diversi. La difficoltà linguistica emerge quando si usano percentuali di probabilita per esprimere le “assessed likelihoods”. Questo è spiegato brevemente nella seconda nota a piè di pagina di p.4 del documento. In ogni caso mi pare una inutile tangente per sviare la discussione dal nocciolo dell’articolo, ovvero che aspettare per agire su un qualunque processo deleterio invocando la chimera della certezza assoluta è, nel migliore dei casi, da irresponsabili.

    Cordiali Saluti

  13. robertok06on Ott 6th 2016 at 15:59

    @gabriele

    “Non era certo una comitiva andata in Antartide per “documentare la scomparsa delle superfici ghiacciate”. ”

    Come no? Fini’ intrappolata fra i ghiacci persino una troupe della BBC che era a bordo! E almeno un giornalista del Guardian, anche lui a bordo. Per non parlare di altro materiale per documentare l’ennesimo libro di Turney… su Amazon trovi i precedenti a $19.99… 🙂

    ” ovvero che aspettare per agire su un qualunque processo deleterio invocando la chimera della certezza assoluta è, nel migliore dei casi, da irresponsabili.”

    Vero, sarebbe da irresponsabili se la deletarieta’ del processo fosse una cosa certa… “e’ deleterio saltare dalla finestra dal decimo piano”… ma non lo e’… specialmente quando le contromisure da prendere sarebbero SICURAMENTE (100%!) molto piu’ deleterie… cerca solo di immaginare il mondo che tutto d’un tratto smette di bruciare combustibili fossili… sarebbe un’ecatombe, specialmente nei paesi in via di sviluppo, quelli che si dice di voler salvare.

    ———

    @ocasapiens:

    Puoi rigirarla quanto vuoi… se, tornando –> ALL’ESEMPIO ESEMPIO <– (le avrai viste le maiuscole?… sperem ben) del FV italiano, nel 2015 senza "incentivi" gli italiani hanno installato 0.3 GWp… per quale motivo arcano dovrebbero tutto d'un tratto trovare i fondi per "investire" in 20-30 volte piu' FV non si capisce proprio… ma probabilmente tu che mostri una certa sicumera potrai spiegarmelo… dai!

    Quanto a "Vedo che le è poco chiara la differenza tra incentivi e sussidi"… ti sbagli, la differenza la conosco, ed e' nulla… nel caso delle rinnovabili intermittenti "incentivate" gli incentivi li pagano gli italiani in bolletta, mentre i "sussidi" sono gli incentivi che finiscono in tasca ai (pochissimi) che possiedono gli impianti FV/eolici/idro/biomasse. Basta guardare e riuscire a capire i dati esistenti, quindi ritieniti esentata dal farlo.

    ———–

    @caserini

    Mi conferma, quindi, che il testo ufficiale in inglese non parla di probabilita', ma di altro, e prendo atto che la traduzione in italiano e' "povera". Fa effetto, quello si, perche' dona un senso di inevitabilita' al futuro del pianeta… "piu' del 95% di probabilita'"… chi non si preoccuperebbe (oltre a Farina, intendo)? 🙂

    Per restare al tema di questo articolo, direi quindi che abbiamo assodato che LE CIFRE citate dal condannato per diffamazione Farina sono, purtroppo, del giusto ordine di grandezza… anzi, le ha persino riportate inferiori a quelle dell'analisi della IEA.

    —————-

    Concludo:
    Con questo messaggio sono arrivato a 5 messaggi su questo blog… quindi bye bye a tutti, il politbur… ehm… il comitato scientifico di CLimalteranti ha deciso che piu' di 5 non si puo'… quindi la discussione la continuate fra di voi… sara' corta, immagino, dato che la pensate tutti allo stesso modo.

  14. Igor Giussanion Ott 6th 2016 at 17:40

    Penso che il limite dei 5 post sia quanto mai necessario per porre termine a una discussione totalmente inutile e per la quale non serve scomodare la Crusca affinché distingua tra esborso e investimento: dico inutile perché, a prescindere dalle cifre necessarie per una transizione energetica – che sono sicuramente importanti – coloro convinti che il global warming sia una bufala e/o che più caldo è il pianeta meglio è e/o che la climatologia non è una scienza troverebbero sconveniente investire anche solo un euro. Possiamo solo rallegrarci del fatto che nel parlamento europeo – con tutti i suoi enormi difetti – non la pensino come Betulla e Kersevan.
    Quanto all’ecatombe derivante dal mancato utilizzo delle fossili, penso che sia il caso di ringraziare coloro che, più di quarant’anni, misero alla berlina gli scienziati de I limiti dello sviluppo e altri denuncianti l’insostenibilità del business as usual, molti dei quali fautori delle meravigliose sorti progressive del nucleare quale naturale sostituto del petrolio. All’epoca, con una popolazione di quattro miliardi di abitanti e un pianeta decisamente più in salute di ora, sarebbe stato possibile un ‘rientro dolce’ che, detto oggi, rischia di sembrare solo una barzelletta di cattivo gusto. Le accuse attuali ai climatologi, la richiesta ossessiva di dati e numeri, il disprezzo per i modelli previsionali ricalcano tantissimo l’atteggiamento astioso verso il lavoro del MIT.

  15. Bernardo d'Aleppoon Ott 6th 2016 at 23:55

    Caspita, in questo blog avete una pazienza pazzesca, complimenti! Meno male che avete messo il limite dei 5 commenti.
    Eroico trovo da parte vostra leggere il quotidiano citato, forse però leggere e commentare Farina & soci sfiora il masochismo, spero che non l’abbiate fatto per espiare inenarrabili turpi colpe… 8-:)
    salut

  16. Gabriele Messorion Ott 7th 2016 at 05:53

    Caro Roberto,

    Come già detto, una rondine non fa primavera, e una nave bloccata dai ghiacci non è una buona misura dell’estensione degli stessi. Per fortuna la BBC ha fornito una compertura della spedizione un po più articolata che “documentare la scomparsa delle superfici ghiacciate” (http://www.bbc.co.uk/programmes/p01n9gcv).

    Purtroppo la deleterietà del processo di cambiamento climatico è una cosa certa (penso sia inutile fornire l’ennesimo collegamento al rapporto dell’IPCC); anche gli istituti negazionisti americani oramai faticano a sostenere la tesi che più caldo sia meglio. Quello a cui i negazionisti attualmente si attaccano è la tesi che il riscaldamento non sia causato dall’uomo ma sia di origine naturale.
    Se poi di fronte ad una “likelihood”, o verosimiglianza, di un rischio > 95% trovi poco consono agire, allora abbiamo propensioni al rischio molto diverse.

    Concludo facendo notare che il limite dei 5 commenti non è una imposizione del “politburo” mirata a te personalmente, ma una norma applicata a tutti i commentatori, ed a cui mi attengo io stesso. L’intenzione è evitare discussioni-fiume in cui si ripetono sempre le stesse argomentazioni e mantenere i commenti leggibili.

  17. robertok06on Ott 7th 2016 at 10:39

    @gabriele messori

    “Concludo facendo notare che il limite dei 5 commenti non è una imposizione del “politburo” mirata a te personalmente, ma una norma applicata a tutti i commentatori, ed a cui mi attengo io stesso. L’intenzione è evitare discussioni-fiume in cui si ripetono sempre le stesse argomentazioni e mantenere i commenti leggibili.”

    Sui tram scrivevano “non disturbare il manovratore”… mezza linea che dice la stessa cosa delle sue tre linee… e dona meglio l’idea della linea politica da voi scelta… oh!… sia chiaro, il vostro blog ve lo gestite come volete, ovviamente… io mi limito a commentare.

    Ovviamente questo messaggio e’ “for your eyes only”, immagino sara’ letto anche se non pubblicato…

  18. Antonioon Ott 8th 2016 at 05:27

    La prova della malafede di Farina &Co è il fatto che la predica sul dubbio e il metodo scientifico è solo per chi porta i dati sul riscaldamento globale e sulle previsioni del riscaldamento futuro; invece, le previsioni sui costi futuri (o gli investimenti futuri, ovvio che sono cose ben diverse) sono indicati come certezze.
    Eppure quelle economiche sono stime molto più incerte, altro che le incertezze sulle T, sui ghiacci o sul sea level

  19. oca sapienson Ott 8th 2016 at 12:45

    robertok06,
    giusto ordine di grandezza… .

    Solo per chi confonde i sussidi statali con gli investimenti dei privati nel “settore dell’energia” di cui parla l’IEA, e crede che metà del “settore dell’energia” stia nell’UE.

    il mondo che tutto d’un tratto smette di bruciare combustibili fossili… sarebbe un’ecatombe, specialmente nei paesi in via di sviluppo, quelli che si dice di voler salvare.

    “L’ecatombe” avverrebbe nei paesi industrializzati: https://yearbook.enerdata.net/
    Secondo l’IEA 1,2 miliardi di persone senza accesso all’elettricità vivono nei paesi in via di sviluppo, e proprio nelle zone rurali dove non esiste una rete di distribuzione: http://www.iea.org/topics/energypoverty/
    E sono loro a volersi “salvare” dalla miseria, ovviamente. Sono poveri, non idioti.

    Antonio,
    invece, le previsioni sui costi futuri (o gli investimenti futuri…) sono indicati come certezze

    Bella coerenza, vero? Negano due secoli di dati, misure, fisica, chimica ecc. ma credono ciecamente agli scenari e ai modelli climatici di certi economisti.

    Igor Giussani,
    per i paesi poveri, piccoli o senza industria, l’energia nucleare non avrebbe senso nemmeno se una centrale costasse “solo” $8-10 miliardi. Ma non la escluderei a priori. In Cina e in India, per esempio, l’inquinamento da combustibili fossili fa troppe vittime – sopratutto fra i poveri, guarda caso.

    Bernardo D’Aleppo,
    una pazienza pazzesca

    Sono dei bravi prof, Bernardo, mica come me…

  20. robertok06on Ott 8th 2016 at 13:18

    @antonio

    ..se passa… vediamo…

    “Eppure quelle economiche sono stime molto più incerte, altro che le incertezze sulle T, sui ghiacci o sul sea level”

    ????
    Tu stai scherzando, vero?
    Il costo di pannellini e turbinette E’ NOTO con ottima precisione… per esempio in Italia avete fatto la hola dalla felicita’ per aver installato 18,5 GWp di pannelli FV “incentivati” (traduzione dall’ocasapientese: “investimento per il futuro”), pannelli che costeranno SICURAMENTE 6,7 miliardi di Euro/anno per 20 anni.

    Il tutto per generare, tanto per dare un paio di cifre che il laureato in lettere Igor G. non capira’ mai, 23,5 miliardi di kWh intermittenti (cioe’ non quando servono ma quando vogliono loro).
    Questo significa che ogni kWh del magico investimento per il futuro degli italiani vi e’ costato in media 29 cEuro (a fronte di un valore di mercato di meno di 4)… e ha permesso di risparmiare 0,6 kg di terribile e ve-le-no-sis-si-ma CO2, cioe’ “solo” 483 Euro/tonnellata di CO2… quando la tonnellata di CO2 sul mercato ETS e’ a poche decine di Euro?…

    Voi volete risolvere il problema della fame in africa inviando scatolette di caviale (<— NOTA per ocasapiens: questo e' un artifizio retorico, ovviamente)

    Informati.

  21. stephon Ott 8th 2016 at 17:13

    roberto
    “nel caso delle rinnovabili intermittenti “incentivate” gli incentivi li pagano gli italiani in bolletta, mentre i “sussidi” sono gli incentivi che finiscono in tasca ai (pochissimi) che possiedono gli impianti ”
    Già, pensa te che roba scandalosa. Soprattutto quando a livello globale, i governi (e quindi i cittadini) si assumono i costi (sanitari, congestione del traffico, riscaldamento globale ecc.) legati all’uso dell’energia per un totale di 4800 miliardi di $ l’anno, ovvero il 6,5 per cento del PIL mondiale. Sono sussidi nascosti per oltre 90 milioni di $ ogni minuto, a tutti gli effetti.
    http://www.imf.org/external/pubs/cat/longres.aspx?sk=42940.0

  22. robertok06on Ott 8th 2016 at 18:48

    @steph

    Sei completamente fuori strada… i “sussidi” ai fossili sono, per esempio, gli sconti sulle accise carburanti ai camionisti italiani, o nei paesi arabi la mancanza di accise rispetto a quello che l’FMI pensa che dovrebbero essere le accise stesse… cioe’ sono soldi che gli utenti della strada NON pagano… mentre gli “incentivi”… pardon… gli “investimenti” nel FV italiano (>130 miliardi di Euro/20 anni in Italia) sono soldi che escono dalle bollette di pensionati al minimo per entrare nei conti in banca dei pochi fortunati che hanno potuto installare un impianto FV sul tetto della villetta (Porsche Cayenne ibrida ‘oblige’ in garage)… se non ti e’ evidente la differenza posso farti un disegnino, sono bravo anche in quello.

    http://www.forbes.com/forbes/welcome/?toURL=http://www.forbes.com/sites/timworstall/2015/08/04/the-imfs-absurd-calculations-of-fossil-fuel-subsidies-its-really-not-2200-for-every-american/&refURL=https://www.google.fr/&referrer=https://www.google.fr/

    Un’altra leggenda metropolitana debunked… next! 🙂

  23. stephon Ott 8th 2016 at 22:48

    roberto
    fuori strada? Non credo proprio. Forse sarebbe il caso che leggesse il rapporto citato, invece che fare disegnini.
    Un amico economista (che vive in una casa spartana sui monti, riscalda col sole, viaggia quasi solo in bici e in treno ed è pure apicoltore), tempo fa, è stato così gentile da riassumerne i connotati sul mio blog. Lo trova facilmente, se cerca. Ma non perda tempo a leggere, lei ne saprà senz’altro di più dell’intera categoria degli economisti, oltre che dei climatologi (a quanto pare).

  24. Igor Giussanion Ott 9th 2016 at 06:38

    @robertoK06

    Volevo tranquillizzare Roberto K(ersevan) sul fatto che una laurea in lettere – per quanto cosa indegna e riprovevole – non impedisce di comprendere la differenza tra energia intermittente e non, oppure di consultare il sito della IEA o altre fonti accreditate per farsi un’idea sull’apporto delle varie fonti energetiche al fabbisogno globale.
    Per il resto, vorrei far notare la piega che hanno preso i commenti del Kersevan agli ultimi due post che – malgrado i toni ‘pane al pane vino al vino’ che lo caratterizzano – mi sembrano tanto delle grandi lanciate di sasso con ritiro di mano. Nel premio ‘a qualcuno piace caldo’, ci ha presentato quelli che, a suo giudizio, sono fatti che dovrebbero farci rallegrare sull’aumento della temperatura media del pianeta, ha contestato aspramente modelli climatici, ecc ma ha evaso la questione principale: sulla base delle sue osservazioni, dovremmo continuare e emettere gas serra a profusione perché qualsiasi eventuale aumento della temperatura può essere solo favorevole? Stringi stringi è questa la questione principale, ‘che fare?’ Proseguire imperterriti con il business as usual o intervenire in modo più o meno consistente per invertire la tendenza?
    Qui la stessa cosa: tante sottigliezze cruscanti sulla differenza spesa/investimento, su che cosa sia un incentivo, ironia a raffica su di una spedizione di ricerca sfortunata in Antartide (ah, devo ammettere che invidio non poco la libertà di critica concessa dal CERN: se io miserevole e deplorevole docente della scuola superiore mi azzardassi pubblicamente sul Web a scherzare su di una situazione dove dei miei colleghi hanno anche solo vagamente rischiato la pelle, nessuno mi salverebbe da un provvedimento disciplinare. W la libertà di espressione!)… quando il punto della questione in realtà è molto semplice: bisogna investire/spendere/verbochevipare somme importanti (perché persino i più squallidi docenti di lettere sono consapevoli del fatto che occorrono cifre copnsiderevoli) nelle rinnovabili per un paradigma energetico che superi le fonti fossili oppure sono soldi buttati nel cesso come ritiene il caro Betualla? Mi piacerebbe poi conoscere poi l’opinione del nostro senior physicist riguardo a questo estratto:

    “Smil è categorico [il riferimento è a questo articolo: http://www.brunoleoni.it/op-83-una-lezione-sulla-densita-di-potenza, ndr]: è impossibile mantenere il business as usual sostituendo tout cort le fonti fossili con quelle rinnovabili, si impone inevitabilmente un ridimensionamento di 2-3 ordini di grandezza della società umana, perché turbine eoliche e pannelli fotovoltaici devono scontrarsi con dei limiti intrinseci. La cosiddetta Legge di Betz stabilisce che un aerogeneratore teoricamente può sottrarre al vento non più del 59% dell’energia posseduta, mentre il rendimento massimo di una cella fotovoltaica al silicio è stabilito dal limite di Shockley–Queisser nel 33,7% (l’efficienza dei dispositivi attualmente in commercio, sia in campo eolico che solare, si trova sensibilmente al di sotto delle soglie teoriche). Se le pale eoliche non possono oltrepassare i vincoli aerodinamici, il fotovoltaico presenta margini di miglioramento integrando altri elementi al silicio: le celle basate sul tellururo di cadmio, ad esempio, hanno prestazioni superiori a quelle convenzionali. Tuttavia, per incrementare il rendimento bisogna ricorrere a elementi presenti in concentrazioni molto basse nella crosta terrestre (non a caso alcuni di questi sono stati denominati terre rare), quali tellurio, gallio, indio e argento; anche per l’eolico si utilizzano magneti ricavati dal neodimio, mentre lo stoccaggio dell’elettricità (unica forma di energia ricavabile da fotovoltaico ed eolico) avviene tramite batterie al litio. L’importanza di tali materiali trascende il comparto energetico, in quanto fondamentali per la produzione di circuiti integrati, magneti, superconduttori e altre applicazioni elettrotecniche. Generalmente, i giacimenti di questi minerali sono localizzati in poche aree del pianeta e sono talmente esigui che, dopo pochi anni, mostrano la tendenza al picco di produzione1, per cui a livello internazionale ne viene caldeggiato il riciclaggio, che nel caso delle terre rare raggiunge a fatica l’1%. Anche le ipotesi di sostituzione del silicio con il più versatile grafene, già “materiale delle meraviglie”3secondo l’Enciclopedia Treccani, si scontrano con il fatto che la grafite – minerale da cui si ricava – è ben più rara del silicio, uno tra gli elementi più diffusi nella crosta terrestre”

    @ocasapiens
    Ovviamente ognuno è libero di avere la sua opinione in materia di energia nucleare, penso anche che nei paesi emergenti qualche investimento (o spesa? o esborso? boh…) nel settore ci sarà… a mio giudizio, una valutazione obiettiva non può prescindere dalle aspettative che l’atomo aveva suscitato ai suoi albori, penso ad ‘atomi per la pace’ ma anche a Hubbert. Alla faccia di essere una Cassandra, era in realtà molto ottimista: se rileggiamo attentamente il suo famoso articolo del 1956, è vero che pone il peak oil agli inizi del XXI secolo, ma per quell’epoca era convinto che l’apporto da nucleare sarebbe stato più che doppio di quello dal petrolio. Invece la quota di energia primaria da nucleare, a livello globale, a occhio e croce (spero che il CERN perdoni il fatto che la domenica mattina alle 8 non abbia voglia di fare ricerche rigorose) non ha mai superato il 10%. Un po’ poco per una civiltà basata sull’atomo.

    @moderatori
    Nella vostra medesima situazione mi sarei comportato esattamente come voi, avrei derogato alle regole… e avrei sbagliato. Non credo proprio che dobbiate dimostrare la vostra correttezza e adesione al pluralismo a provocatori e/o gente convinta che i titoli accademici gli diano particolari diritti di trattare a pesci in faccia gli altri comodamente da dietro alla tastiera.

  25. robertok06on Ott 9th 2016 at 09:19

    @caserini

    Dopo aver, a fatica, letto il poderoso tomo dell’utente Giussani igor, mi chiedevo che fine avesse fatto la regola del blog di un numero massimo di caratteri.. Questo qui se lo lasciate fare scrive, da fine letterato qual’e’, guerra e pace, un romanzo-pizza che non finisce piu’.

    ————–

    @igor

    Qualsiasi persona normodotata dovrebbe capire che io NON parlo a nome del cern, e l’ho pure specificato chiaramente quando ho detto dove lavovavo, questo tuo (vostro, il pennuto sapiente fa lo stesso, avete lo stesso modus operandi) continuo citare il mio datore di lavoro e’ chiaramente un tentativo di zittirmi… dovrei aver paura esattamente di cosa?…

    Ad ogni modo, se ti da tanto fastidio che io scriva, vai fino in fondo e scrivi al dipartimento risorse umane del cern, che devo dirti?… lamentati con loro… poi vediamo cosa succede, OK?

    Quanto a salvare il pianeta dalla terribile CO2 vs forme di produzione di energia… una figura spiega tutto…

    http://a.disquscdn.com/uploads/mediaembed/images/3682/3906/original.jpg

    … e per quel che riguarda la disponibilita’ di uranio sulla faccia della terra…

    https://gcep.stanford.edu/pdfs/GCEP_Exergy_Poster_web.pdf

    … 1000 ZJ, piu altri 360 mila ZJ dissolti in equilibrio nell’acqua di mari e oceani.
    Sei letterato, non avrai difficolta’ a capire cosa questi numeri vogliono dire, giusto? … un ZJ corrisponde a quanti kWh?…dai, vai a cercare il dato sulla divina commedia.

    Ciao.

  26. Antonioon Ott 9th 2016 at 09:37

    @ robertok06
    @ Il costo di pannellini e turbinette E’ NOTO con ottima precisione…

    cioè secondo te il costo della transizione energetica dei prossimi 50 anni dipende dal costo che hanno OGGI i pannelli e le turbine?

    Se fosse così qualche migliaio i economisti che si spacca la testa per capire come portebbero evolvere i costi delle diverse tecnologie stanno perdendo il loro tempo.
    Non voglio fare polemica, ma insomma leggiti qualcosa almeno per capire i termini del problema.. non è che qui ti si può spiegare tutto

  27. robertok06on Ott 9th 2016 at 09:52

    @steph

    “Ma non perda tempo a leggere, lei ne saprà senz’altro di più dell’intera categoria degli economisti, oltre che dei climatologi (a quanto pare).”

    Premessa: mai detto di saperne di piu’. Dico solo che ci sono tante persone che, come me, sono “fluenti” in discipline matematico-fisiche, cioe’ che sanno come funzionano i “modelli”, i limiti che hanno, e che sanno fare due conti semplici (e anche non semplici), che hanno difficolta’, per usare un eufemismo, a seguire i discorsi catastrofico-emergenziali che sono portati avanti da quelli come te/voi… che portate a prova-provata della bonta’ delle vostre predizioni lavori di laureati in materie umanistiche, come la Oreskes o Cook, il fumettaro con PhD in sociologia.
    Ovviamente io NON sono un esperto in climatologia, lungi dall’esserlo… ma mi riservo il diritto di mantenere un certo livello di “distanza” dalle vostre catastrofiche previsioni… credo di aver gia’ dato ampio esempio del perche’… l’aumento di CO2 degli ultimi decenni ha rinverdito il pianeta, su quello non c’e’ dubbio spero (ocasapiens permettendo, ovviamente)…
    —————

    Ho letto, no preoccuparti. Ho letto come l’IFM calcola i suoi “sussidi”, cioe’ come ho brevemente esemplificato. Prendono il paese X, per esempio l’Egitto, guardano quanto facciano pagare i derivati del petrolio per l’autotrazione, alla pompa,…. benzina e gasolio che sono volontariamente poco tassati… senno’ sarebbero ancora a spostarsi a dorso di “rinnovabili” cammelli e muli… e poi decidono quanto secondo loro (gli economisti dell’IFM) DOVREBBERO costare… cioe’ moooolto di piu’. Calcolano quindi la differenza fra i due valori e attribuiscono questa differenza il nome “sussidio alle fonti fossili”, come se fossero soldi che entrano nelle casse di Exxon, BP, e compagnia bella… che e’ quello che si cerca di spacciare per la realta’ (come hai fatto tu qui sopra).

    Per concludere, non vedo perche’ non dovresti darmi tu direttamente il link al tuo blog dove c’e’ la discussione in questione…. cosa ti costava farlo? … l’ho cercato ma non trovato, un “search” lo metterai un giorno sul tuo blog o no? 🙂 In compenso ho trovato altre cose interessanti… grazie.

  28. Igor Giussanion Ott 9th 2016 at 09:59

    @Robertok06
    Chiedo scusa ai moderatori per la prolissità, trovo strano che la stessa persona che richieda di violare la regola dei 5 post (a cui prometto invece di attenermi) sia poi la medesima a invocare il rispetto del regolamento per gli altri.
    Quando poi dici “Qualsiasi persona normodotata dovrebbe capire che io NON parlo a nome del cern, e l’ho pure specificato chiaramente quando ho detto dove lavovavo, questo tuo (vostro, il pennuto sapiente fa lo stesso, avete lo stesso modus operandi) continuo citare il mio datore di lavoro e’ chiaramente un tentativo di zittirmi… dovrei aver paura esattamente di cosa?” non so sinceramente quale viaggio mentale ti sia fatto. La mia era una semplice constatazione: se, per dire, sulla mia pagina FB (che è del privato cittadino Igor Giussani e non del Prof. Giussani dell’ITIS Nullo Baldini Ravenna) mi mettessi a sfottere altri colleghi, se i superiori mi beccano passo dei guai lo stesso, posso dire ‘non rappresentavo l’istituzione!’ ma non mi salvo mica. Se tu invece, come sig. Kersevan, Robertok06 o pincopallo50 ti puoi permettere di deridere altri ricercatori, cosa devo dire, il tuo codice deontologico è molto più libertario. Mi piacerebbe semplicemente vederti più educato visto che – come ci tieni giustamente a ricordare – sei un grande ricercatore assunto da un’istituzione prestigiosa, solitamente ci si attende da persone molto istruite altrettanta educazione (conoscenza e cultura nobilitano l’uomo, no?), ma veramente non mi interessa proprio zittirti. Sul sito a cui collaboro ho permesso a una persona un diritto di replica in 5 articoli sostanzialmente per darmi addosso, figurarsi se mi gira per la testa l’idea di censurarti.

    ” 1000 ZJ, piu altri 360 mila ZJ dissolti in equilibrio nell’acqua di mari e oceani.
    Sei letterato, non avrai difficolta’ a capire cosa questi numeri vogliono dire, giusto? … un ZJ corrisponde a quanti kWh?…dai, vai a cercare il dato sulla divina commedia.”

    Trovo veramente brutto coinvolgere in questa polemica il povero Dante, persona che notoriamente si è sempre assunto le sue responsabilità pagando carissimo per questo e quindi meriterebbe maggior rispetto pur non avendo progettato reattori atomici. Detto ciò, ho riguardato il mio commento e non ho trovato alcun riferimento alla disponibilità di uranio, quindi non capisco cosa c’entri. Ma, visto che hai introdotto l’argomento, ovviamente non voglio insegnare al senior physicist che l’uranio è presente nel mare in concentrazioni bassissime e che ripescarlo da lì in quantità utile è un grande casino (tra il dire e il fare c’è di mezzo… il mare, è il caso di dirlo!). No, Dante poveretto non lo poteva sapere, ma qui si trova qualcosina al riguardo per opera di un altro fiorentino per altro http://aspoitalia.blogspot.it/2007/12/si-pu-estrarre-uranio-dallacqua-di-mare.html

  29. oca sapienson Ott 9th 2016 at 13:41

    robertok06

    l’aumento di CO2 degli ultimi decenni ha rinverdito il pianeta, su quello non c’e’ dubbio spero (ocasapiens permettendo, ovviamente)…

    Si è dimenticato in quale contesto citava l’articolo sul greening. Glielo ricopio:
    A proposito di chi lo preferisce un po’ piu’ caldo: io mi associo. Lo faccio, una volta di piu’, sulla base di DATI e non modellini. […] nell’anno “piu’ caldo di sempre” la produzione di cibo per gli abitanti di questo pianeta e’ al suo massimo, con i depositi letteralmente stracolmi. E non parliamo poi di questo! […] non e’ terribile? Il pianeta che diventa piu’ verde????

    Come le ho già spiegato
    – la FAO fa una proiezione per tre cereali, non parla di “produzione di cibo al suo massimo”.
    – L’articolo sul “più verde” parla dell’aumento di fogliame, non commestibile, concentrato alle latitudini medio-alte dell’emisfero nord. In base ai “modellini” citati in nota, gli autori lo attribuiscono alla maggiore concentrazione di CO2 atm. dove c’è abbondanza di acqua e fosforo, né all’aumento della temperatura né – “ovviamente” – alla sola CO2.

    Finché lei prende milioni per miliardi, proiezione per produzione, sussidi per incentivi o investimenti, pazienza, sopravvive lo stesso. Trovo più preoccupante che confonda verde con cibo.

    Voi volete risolvere il problema della fame in africa inviando scatolette di caviale (<— NOTA per ocasapiens: questo e' un artifizio retorico, ovviamente)

    E anche un vecchio insulto. “Voi” non capirete mai che sono gli affamati a voler risolvere “il problema della fame” – “ovviamente”

    Igor Giussani,
    sarebbe lungo risponderle, il senior scientist che ce l’ha con i pennuti si spazientirebbe. In sintesi non escludo progressi in ingegneria nucleare e ritengo probabile che serva un’energia-ponte durante il passaggio alle rinnovabili. Meglio se serve pure al disarmo nucleare che di invasati vicini al red button ce ne sono fin troppi per i miei gusti.

    Più a breve, penso ai SMR mobili e spero che quello di Clinch River sia approvato e funzioni. Nelle emergenze come oggi in Haiti farebbe comodo – e non solo alle Ong.

  30. robertok06on Ott 9th 2016 at 18:26

    @Giussani Prof. Igor

    “… non so sinceramente quale viaggio mentale ti sia fatto.
    La mia era una semplice constatazione: se, per dire, sulla mia pagina FB (che è del privato cittadino Igor Giussani e non del Prof. Giussani dell’ITIS Nullo Baldini Ravenna) mi mettessi a sfottere altri colleghi, se i superiori mi beccano passo dei guai lo stesso,..”

    “sfottere altri colleghi”?… Io? Colleghi di chi? Ma di chi parli!.. ma cosa diavolo dici? I miei colleghi del cern? Io li avrei sfottuti? Ma quando? Ma dove? E dove li avrei sfottuti sti colleghi? Io ho solo e semplicemente specificato chi sono e dove lavoro, durante una discussione su temi di fisica nucleare, fra un fisico professionista che, guarda caso, ha lavorato anche in un centro nucleare e il suo interlocutore, laureato in lettere e professore in un istituto tecnico. Cherchez l’erreur, come dicono dalle mie parti.

    Se adesso mi scendi dagli zebedei mi fai un favore, OK?

  31. robertok06on Ott 9th 2016 at 18:30

    @igor g.

    “Trovo veramente brutto coinvolgere in questa polemica il povero Dante,”

    Oh!… ma tu sei da ricovero! Che diavolo c entra Dante adesso!…
    Se ti dico “vai a fare in c…” sto coinvolgendo nella polemica i proctologi?

    Igor… ascolta zio roberto: devi farti vedere da uno bravo quanto prima. Non sto scherzando, eh!

  32. robertok06on Ott 9th 2016 at 18:53

    @ocasapiens

    “L’articolo sul “più verde” parla dell’aumento di fogliame, non commestibile, concentrato alle latitudini medio-alte dell’emisfero nord. In base ai “modellini” citati in nota, gli autori lo attribuiscono alla maggiore concentrazione di CO2 atm. dove c’è abbondanza di acqua e fosforo, né all’aumento della temperatura né – “ovviamente” – alla sola CO2.”

    Neanche per idea. Il pianeta intero si sta rinveredendo. Che possa rinverdirsi solo il fogliame non commestibile e’ una opinione farlocca SOLO tua.
    L’aumento di CO2 corrisponde anche ad una diminuzione della domanda d’acqua, perche’ al crescere della concentrazione di CO2 gli stomi si chiudono e di acqua ne evapora di meno… da cui meno acqua deve essere disponibile alle piante. Ci sono articoli in proposito su Environmental Reserch Letters, Nature (Climate Change ma forse Nature puro e semplice, non ricordo adesso), e anche sul sito di Yale, che ho citato. Da nessuna parte, dico nessuna… dicono “solo il fogliame non commestibile” questo te lo sei inventato tu di sana pianta, e adesso TU INDICHI ESATTAMENTE DOVE L’AVRESTI LETTO, hai capito?

    Vieni a darmi lezioni di morale tu che usi un blog su un giornale a diffusione nazionale per cercare di diffamarmi per quello che scrivo qui?… tu dai lezioni a me e ti inventi ste storielle ridicole per bambini di 5 anni del fogliame non commestibile? Ma come ti permetti?

    La soia e’ commestibile o no? eh? rispondi!

    http://www.nature.com/articles/srep04978

    … che dice…

    “We evaluated how soybean yields have been enhanced by historical atmospheric [CO2] increases in three major soybean-producing countries. The estimated average yields during 2002–2006 in the USA, Brazil, and China were 4.34%, 7.57%, and 5.10% larger, respectively, than the average yields estimated using the atmospheric [CO2] of 1980. ”

    E questo?

    https://goo.gl/8mvYCo

    … rapporto IPCC… figura 7-6… stime delle variazioni di produzione a intervalli di 20 anni… il riso e’ proiettato fino a 300 PERCENTO di aumento di yield… il riso e’ commestibile o sono solo foglie verdi sugli alberi, ocasapiens? Dai… rispondi.
    Mi fermo qui per carita’ cristiana… potrei andare avanti 1/2 ora.

    Riprova pure quando vuoi.

  33. robertok06on Ott 9th 2016 at 19:01

    @igor g.

    ” No, Dante poveretto non lo poteva sapere, ma qui si trova qualcosina al riguardo per opera di un altro fiorentino per altro http://aspoitalia.blogspot.it/2007/12/si-pu-estrarre-uranio-dallacqua-di-mare.html

    Ma dai!… se lo dice aspo con magari il catastrofista bardi deve essere vero, giusto?

    Toh… fatti i dentini con questo, “leggermente” piu’ recente e autorevole di aspo italia:

    http://www.nature.com/nchem/journal/v6/n3/full/nchem.1856.html

    ” The engineered protein is thermally stable and offers very high affinity and selectivity for uranyl with a Kd of 7.4 femtomolar (fM) and >10,000-fold selectivity over other metal ions. We also demonstrated that the uranyl-binding protein can repeatedly sequester 30–60% of the uranyl in synthetic sea water.”

    P.S.: ovviamente, se non ti e’ chiaro te lo spiego volentieri… anche se immagino che non sara’ necessario, dato che il concetto di selettivita’ femtomolare fa parte del curriculum di studi di ogni laureato in lettere, giusto igor?

  34. robertok06on Ott 9th 2016 at 20:04

    @antonio

    “Non voglio fare polemica, ma insomma leggiti qualcosa almeno per capire i termini del problema.. non è che qui ti si può spiegare tutto”

    Il problema e’ che io leggo molto, da almeno 5 anni… tutto quello che riesco a trovare in campo energetico, e so benissimo che sia le turbinette che i pannellini hanno costi in diminuzione… ci sono leggi matematiche che fittano i costi di produzione storici piuttosto bene… quindi i costi capitale sono noti con precisione molto maggiore rispetto a quanto non siano note tante cose in climatologia, per esempio il valore della climate sensitivity che e’ lo stesso, forchetta d’errore e tutto, oggi rispetto a quello che era nella AR1 di 20 anni fa (o quand’era, anni 90)… da 1.5 a 6.5 C/2xCO2

    Non devi spiegarmi nulla in campo energetico, non preoccuparti.

    Questo qui spiega piuttosto bene quale sia il problema, e se non ti basta te ne passo altri:

    http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S030142151630088X

    P.S.: ovviamente, se credi che io millanti conoscenze che non ho non hai che da mettermi alla prova.

  35. Igor Giussanion Ott 10th 2016 at 06:48

    @RobertoK06
    Per prima cosa, da bravo nipote, chiedo perdono a mio zio per aver inserito tra i suoi colleghi anche la feccia dei ricercatori universitari e per aver usato l’artificio retorico dell’ironia che lui, non avendo studiato lettere, non comprende sempre a dovere (ammetto che la battuta su Dante era abbastanza raffinata e complessa per chi non è esperto del genere). Quanto al bravo analista, ti chiederei se gentilmente in privato mi passi il nome di quello da cui sei in cura per liberarti dal disturbo compulsivo che ti perseguita da alcuni anni, ossia trollare sul Web vomitando astio e rancore. Grazie 😀

    Per quanto riguarda l’articolo che hai postato, dall’abstract (non ho voglia di comprare tutto il testo) da quanto ho capito hanno scoperto un modo più efficiente per scindere l’uranile dagli altri elementi a cui si trova legato nelle acque marine, per cui adesso l’efficienza di estrazione dovrebbe assestarsi su di un range del 30-60% (prima era ancora più basso). Dal 2007, anno di stesura dell’articolo di Bardi, la concentrazione di uranio negli oceani non è aumentata e il problema più importante che lì viene descritto, ossia la spropositata quantità d’acqua che deve essere pompata e trattata, è rimasto tale e quale. Ovviamente posso sbagliarmi, ma sarà il tempo a dirci se questa tecnica è tanto vantaggiosa, perché in quel caso si imporrà nel giro di pochi anni.

    @Kersevan senior agronomist
    Esiste una corrente di pensiero agronomica che sul Web ho visto inaugurata da Rinaldo Sorgenti secondo cui, per farla breve, acqua e nutrienti non contano praticamente nulla per la crescita delle piante, solo la CO2 è fondamentale e più ce n’è meglio è. In realtà, così come l’eccesso d’acqua e nutrienti produce conseguenze negative, lo stesso vale per l’eccessiva concentrazione di CO2. Ad esempio, la riduzione delle qualità nutrizionali di alcune colture.

    http://www.nature.com/nclimate/journal/v4/n6/full/nclimate2183.html

    Quanto al greening, sarebbe bello chiarire tale questione una volta per tutte e smetterla di strumentalizzare il lavoro dei ricercatori piegandolo alle proprie tesi. Lo studio a cui accenna Kersevan è il seguente:

    http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n8/full/nclimate3004.html

    A differenza di Sorgenti, Kersevan e compagnia, gli autori dell’articolo però non sono troppo felici della scoperta fatta. Riporto un estratto di Huffington Post dove sono riportate estratti di interviste a tre degli autori dell’articolo (http://www.huffingtonpost.it/2016/04/29/effetto-greening-video_n_9804560.html):

    “I “negazionisti” del cambiamento climatico hanno presto fatta loro la ricerca, alcuni addirittura sbandierando i benefici delle emissioni di anidride carbonica nell’atmosfera perché “fa crescere le piante”. Ma quello che insistono a sottolineare gli studiosi, invece, è che l’aumento delle zone verdi è in realtà un vero e proprio sistema di difesa: gli alberi hanno aumentato il fogliame per poter assorbire dosi massicce di CO2. “Una difesa, però, destinata a non durare nel tempo – come affermato dal professor Philippe Ciais, co autore dello studio – fino ad annullarsi, poiché richiede grandi quantità di fosforo e di acqua, elementi che iniziano a scarseggiare sulla Terra”.

    “Inoltre – prosegue Ciais – i danni causati da un aumento delle emissioni di CO2 superano i benefici – momentanei – apportati: catastrofi naturali, con distruzione della vegetazione, innalzamento dei livelli dei mari, acidificazione delle acque e in molti luoghi siccità, possono mettere a dura prova le risorse vegetali del Pianeta e a lungo termine comportare una riduzione della massa fogliare globale”.
    “Il greening ha la capacità di cambiare radicalmente la ciclicità dell’acqua e del carbonio nel sistema climatico“, ha dichiarato il dottor Zaichun Zhu, dell’Università di Pechino e autore dello studio. Preoccupazione condivisa dal collega Ranga Myneni, della Boston University: “Lo sviluppo in più di un albero non va a compensare il riscaldamento globale, l’innalzamento del livello del mare, lo scioglimento dei ghiacciai, l’acidificazione degli oceani, la perdita di ghiaccio marino e la previsione delle tempeste tropicali più gravi in arrivo”. Un monito del nostro Pianeta, quasi un canto del cigno, che va ascoltato.”

    Alla fine, in questo lungo viaggio tra uranio, greening, Dante Alighieri e offese varie siamo tornati al punto di partenza, ossia: bisogna investire nelle energie rinnovabili oppure proseguire imperterriti con il business as usual come consiglia Farina?

  36. robertok06on Ott 10th 2016 at 08:59

    @igor giussani, senior fellow at Dunning@Kruger Associates:

    Tralascio l’ennesimo delirietto sull’uranio… non capisci nulla, ma non fa niente, sei sempre simpatico… corri ad aggiungere un capitolo al tuo (titolo non fu mai meglio scelto) “Balle Nucleari”.

    “Alla fine, in questo lungo viaggio tra uranio, greening, Dante Alighieri e offese varie siamo tornati al punto di partenza, ossia: bisogna investire nelle energie rinnovabili oppure proseguire imperterriti con il business as usual come consiglia Farina?”

    … ovviamente SI DEVE investire in energie rinnovabili… lo stiamo gia’ facendo in maniera massiccia da quasi 10 anni, specialmente in Europa… non a caso in Europa, nei paesi dove hanno cominciato a “investire” per primi e di piu’, i prezzi dell’energia elettrica sono alle stelle… Danimarca a 60% di eolico? .. primi come costi… Germania con quasi 100 GW di fottovoltaico e eolico?… giusto secondi, ma di un pelo, e emissioni 12 volte quelle francesi… italia con quasi 20 GWp di FV?… terzi ma in scia dei primi due…
    Io dico solo, da anni, ma inutilmente, che e’ FISICAMENTE IMPOSSIBILE utilizzare le rinnovabili intermittenti su larga scala… in particolare non potranno mai sostituire le centrali elettriche dispacciabili termoelettriche… che e’ invece il mantra verde di moda da un po’ di anni. Tutto li. Le vostre turbinette e pannellini opportunamente “incentivati” li avete gia’ installati… ma senza incentivi non se li …. hai capito cosa… nessuno. Da piu’ di 11 GWp installati in italia nel 2011 (con “incentivi” scandalosi) si e’ passati a 301 MWp nel 2015 senza incentivi… domandati perche’, genio.

    Ovviamente a Giussani Igor che la gente si sveni per comprare energia elettrica “verde” a 29 cEuro/kWh (un giorno babbo natale ti portera’ un libro che spiega come si bilancia la rete quando ci sono tante intermittenti… carbone e gas, amico) non potrebbe fregargliene di meno… perche’ nel mondo dei balocchi e dei sogni dove vive lui… la decrescita felice… non so se mi spiego!… il costo dell’energia elettrica non e’ importante… lui i secchi di kWh glie li porta il vicino di casa col pannello sul tetto.

    Ripeto (e collegare i neuroni prima di rispondere):

    http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S030142151630088X

    …e…

    http://www.columbia.edu/~jeh1/2013/AGU.11December2013.pdf

    … slide 44 di 46… “Can Emissions Be Decreased Rapidly?”… certo e’ solo James Hansen, non… chi hai citato stavolta?… Renato Paone, di Huffington Post italia… che non a caso… copio e incollo… e’ “Nato a Carpi nel 1986, si è laureato in Scienze Storico – Religiose “… ???? Leggo bene?… un esperto di storia religiosa? Toc-toc, anybody home?

    Ciao, e grazie.

    P.S.: Huffington Post?… perche’ non la rubrica “Se lo Sai Rispondi” della Settimana Enigmistica, o il Calendario del Frate Indovino? Pudore… questo sconosciuto.

  37. Igor Giussanion Ott 10th 2016 at 10:15

    @Kersevanchecicapisceanchedipsicologia

    Sono molto felice che, giunto al mio quinto e ultimo post, Kersevan finalmente non divaghi e risponda alla principale questione del post. E condivido in toto l’idea che le rinnovabili non possano minimamente riproporre il medesimo scenario delle fonti fossili, ed è per questo che parlo di decrescita, perché adeguare la nostra erbavoglio insostenibile a una realtà un po’ differente. MI riconosco perfettamente in questo giudizio, che ti avevo proposto prima e purtroppo hai trascurato:

    “Smil è categorico [il riferimento è a questo articolo: http://www.brunoleoni.it/op-83-una-lezione-sulla-densita-di-potenza, ndr]: è impossibile mantenere il business as usual sostituendo tout cort le fonti fossili con quelle rinnovabili, si impone inevitabilmente un ridimensionamento di 2-3 ordini di grandezza della società umana, perché turbine eoliche e pannelli fotovoltaici devono scontrarsi con dei limiti intrinseci. La cosiddetta Legge di Betz stabilisce che un aerogeneratore teoricamente può sottrarre al vento non più del 59% dell’energia posseduta, mentre il rendimento massimo di una cella fotovoltaica al silicio è stabilito dal limite di Shockley–Queisser nel 33,7% (l’efficienza dei dispositivi attualmente in commercio, sia in campo eolico che solare, si trova sensibilmente al di sotto delle soglie teoriche). Se le pale eoliche non possono oltrepassare i vincoli aerodinamici, il fotovoltaico presenta margini di miglioramento integrando altri elementi al silicio: le celle basate sul tellururo di cadmio, ad esempio, hanno prestazioni superiori a quelle convenzionali. Tuttavia, per incrementare il rendimento bisogna ricorrere a elementi presenti in concentrazioni molto basse nella crosta terrestre (non a caso alcuni di questi sono stati denominati terre rare), quali tellurio, gallio, indio e argento; anche per l’eolico si utilizzano magneti ricavati dal neodimio, mentre lo stoccaggio dell’elettricità (unica forma di energia ricavabile da fotovoltaico ed eolico) avviene tramite batterie al litio. L’importanza di tali materiali trascende il comparto energetico, in quanto fondamentali per la produzione di circuiti integrati, magneti, superconduttori e altre applicazioni elettrotecniche. Generalmente, i giacimenti di questi minerali sono localizzati in poche aree del pianeta e sono talmente esigui che, dopo pochi anni, mostrano la tendenza al picco di produzione1, per cui a livello internazionale ne viene caldeggiato il riciclaggio, che nel caso delle terre rare raggiunge a fatica l’1%. Anche le ipotesi di sostituzione del silicio con il più versatile grafene, già “materiale delle meraviglie”3secondo l’Enciclopedia Treccani, si scontrano con il fatto che la grafite – minerale da cui si ricava – è ben più rara del silicio, uno tra gli elementi più diffusi nella crosta terrestre”

    E sai perché mi ci riconosco tanto? Perché l’ho scritto io!!!

    Visto che sei preoccupato per la salute dei miei neuroni sappi che la preoccupazione è reciproca perché noto che la tua capacità di comprensione del testo mostra gravi segni di cedimento (premessa: non voglio neanche pensare per un nanosecondo che una persona della tua levatura distorca ad arte quello che legge solo per mettere in cattiva luce il suo interlocutore. Sarà sicuramente stress da superlavoro, qualche giorno di ferie e un po’ di astensione da blog come questi che ti fanno solo venire il sangue alla testa e sarai di nuovo un fiore).
    L’articolo di Huffington Post infatti è scritto da Renato Paone ma le interviste (interviste, hai capito cosa sono? O come diresti tu devo farti un disegnino?) sono le ipsissima verba di tre ricercatori – per la precisione Zaichun Zhu, Pihilippe Cias, Ranga Mynen – che sono tre degli autori dell’articolo che TU porti a sostegno della tesi del positività del greening e che loro smentiscono categoricamente. Hai capito il concetto? Non è Paone che parla nei virgolettati, sono gli scienziati, hai capito? Ci sei Kersevan? Ce la fai? Sei connesso?

  38. robertok06on Ott 10th 2016 at 10:50

    @D&K Associates

    ” Hai capito il concetto? Non è Paone che parla nei virgolettati, sono gli scienziati, hai capito? Ci sei Kersevan? Ce la fai? Sei connesso?”

    Io ci sono, non ci faccio. Io ho letto l’articolo completo, non solo l’abstract, e nell’articolo completo l’autore Ciais NON dice le cose che dice nell’INTERVISTA del post-comunicato stampa fatto apposta per pubblicizzare la propria ricerca ed, eventualmente, avere ancora un po’ di fondi di ricerca.

    Nel caso tu fossi in grado di “s”confermare quello che dico, non devi fare altro che fare copia-incolla del testo DELL’ARTICOLO dove dicono quello che tu ed il sodale specializzato in storia delle religioni dite.

    Voila’, mon petit Igor… e con questo concludo anch’io.

    P.S.: ti invierei a miei spese in India a predicare la “decrescita felice”, ci stai?
    Non ti lapidano all’istante solo perche’, come dice Caparezza, “sono fan di Gandhi”.

  39. oca sapienson Ott 11th 2016 at 23:33

    robertok06,
    Da nessuna parte, dico nessuna… dicono “solo il fogliame non commestibile” questo te lo sei inventato tu di sana pianta, e adesso TU INDICHI ESATTAMENTE DOVE L’AVRESTI LETTO, hai capito?

    Per questa volta passi, ma non sono la sua serva e non prendo ordina da lei. Ha capito?
    L’ho letto nel paper di Mao, Myneni, Ciais et al. Scrivono di usare nei loro “modellini farloccchi”, direbbe lei, una stima del greening degli ultimi 30 anni, derivata da immagini satellitarie del fogliame con il LAI (sta per Leave area index e siccome le immagini non mostrano singole foglie, la stima dipende dagli algoritmi) alle latitudini extra-tropicali dell’emisfero nord.
    A quelle latitudini, le terre coltivate sono diminuite di 18 milioni di ettari, ref. “World Agriculture: Towards 2015/2030”, FAO, cap. 3 e sono state sostituite da foreste, rif. per esempio
    http://science.sciencemag.org/content/300/5625/1560.

    Altri rif. per Russia, Nord America e Canada a richiesta.

    Nel paper precedente, i “modellini” di Zhu, Myneni, Ciais et al. attribuiscono all’aumento della CO2 circa il 70% del greening osservato sul 25-50% circa della “total vegetating area” durante il periodo della crescita, non in quello dei raccolti.

    gli stomi si chiudono e di acqua ne evapora di meno
    E con il caldo si aprono e di acqua ne evapora di più.

    La soia e’ commestibile o no? eh? rispondi!
    Le capita mai di essere educato?
    Combinazione, negli esprimenti FACE la soia risulta danneggiata dall’aumento previsto per la CO2 che secondo lei farà solo bene.

    Vieni a darmi lezioni di morale
    mi confonde con qualcun altro, a dare lezioni di morale mi verrebbe troppo da ridere.
    Se ritiene che le sue affermazioni la diffamino, perché le rende di dominio pubblico? Io mi limito a citarle.
    Non su un quotidiano a diffusione nazionale, però adesso che mi ci fa pensare…

    Igor Giussani,
    il vice presidente di Asssocarboni ripete spesso la bufala delle piante a cui basta la CO2 per crescere, ma non è sua. Secondo me, viene da
    qui.

  40. robertok06on Ott 14th 2016 at 16:57

    @she_who_knows_everything

    “gli stomi si chiudono e di acqua ne evapora di meno
    E con il caldo si aprono e di acqua ne evapora di più.”

    Ma dai? Secondo questa autorevole fonte…

    http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2016/10/13/sentimenti-alterni/

    … parrebbe che…

    “Julian Hibberd e Robert Furbank riassumono 50 anni di ricerche sulle piante C4 dei paesi caldi, il mais o la canna da zucchero per dire, dalla fotosintesi più efficiente nello sfruttare il carbonio della CO2 rispetto alle piante C3.”

    … e per confermarlo linka il documento…

    http://quod.lib.umich.edu/m/mbot/0497763.0038.101/–evolutionary-trends-in-the-grasses-poaceae-a-review?view=text&seq=5&size=100

    … che dice…

    “This is important because higher gas diffusion gradients permit C4 grasses to maintain relatively high photosynthetic rates with partially closed stomata. Plants transpire less water with partially closed stomata than they do with fully-opened stomata. Thus, the greater CO2 diffusion gradient in C4 grasses results in greater water use efficiency in C4 grasses compared to C3 grasses;”

    Strano, perche’ poco sopra lo stesso pennuto diceva che…

    “gli stomi si chiudono e di acqua ne evapora di meno
    E con il caldo si aprono e di acqua ne evapora di più.”

    Chi avra’ ragione? Ocasapiens quando dice che con il caldo si aprono e di acqua ne evapora di piu’ o il suo alter ego che non cerca la polemica sterile Sneipasaco quando cita uno studio che dice il contrario?

    Mistero da svelare. Stay tuned.

    Riprovare quanto prima.

  41. stephon Ott 17th 2016 at 19:24

    roberto
    “Premessa…”
    Francamente, delle sue premesse non so proprio che farmene. Se le scriva per lei, pf.

    “i discorsi catastrofico-emergenziali che sono portati avanti da quelli come te/voi (…) vostre catastrofiche previsioni (…) che e’ quello che si cerca di spacciare per la realta’ (come hai fatto tu qui sopra…etc etc etc”

    Non perda ulteriore tempo ad affinare le sue fallacie. Come tutti vedono tranne Lei, non sono io quello che “porta avanti discorsi catastrofico-emergenziali”, che fa “catastrofiche previsioni”, che “cerca di spacciare per la realtà”, bensì Lei, che scrive queste stesse cose.

    L’articolo che le ho segnalato dal mio blog (lo trova tranquillamente nel “search”, si intitola “I sussidi nascosti dell’energia”, come le ho già scritto; funziona anche solo con la keyword “sussidi”) lo ha scritto un mio amico economista, non io, commentando e valutando il rapporto pubblicato dall’FMI.
    Ma ovviamente per un super esperto in tuttologia cone Lei, queste sono robe da bar sport.

  42. stephon Ott 18th 2016 at 05:01

    roberto
    “l’aumento di CO2 degli ultimi decenni ha rinverdito il pianeta”…
    …e ha acidificato gli oceani (e senza tener conto degli effetti climatici*).
    Che cosa è meglio?
    La avviso preventivamente: se crede di sentenziare anche nel campo della biogeochimica oceanica, le consiglio di rivolgersi prima a gente come Gruber o Sarmiento, non a me. Le sapranno senz’altro fare un disegnino migliore di quanto non sappia fare io.

    *anche un’eruzione vulcanica come quella del Tambora tende a rinverdire il pianeta. Non so quanto sia auspicabile che si ripeta, però.

  43. oca sapienson Ott 18th 2016 at 21:10

    robertok06
    @she_who_knows_everything
    mi confonde con gli scienziati di cui parlo (bene).

    Mistero da svelare
    Facile: “C4 grasses” significa cereali C4. Invece mi riferivo al fogliame di alberi di cui parla il paper di Mao, Myneni, Ciais et al. da lei citato.

    Riprovare quanto prima
    Per favore, ci spiega che detti alberi sono cereali C4 e pure commestibili?

  44. robertok06on Ott 18th 2016 at 21:10

    @steph

    ““l’aumento di CO2 degli ultimi decenni ha rinverdito il pianeta”…
    …e ha acidificato gli oceani (e senza tener conto degli effetti climatici*).
    Che cosa è meglio?”

    Mmmh… vediamo… che cosa e’ meglio?
    Cosi’, ad occhio, direi che dato che la specie umana vive sulla terra ferma, il rinvedimento del pianeta fa pendere l’ago della bilancia dalla parte positiva.
    “Gli effetti climatici”?… sono anche il rinverdimento… quindi sono anche positivi.

    L’acidificazione degli oceani e’ un non problema… sono anni che la menate con la storiella dei coralli che spariranno… domani (quasi prima del ghiaccio artico, basta chiedere a Wadhams)… quindi lascia perdere che e’ meglio.

    Sarmiento?
    http://www.nature.com/nature/journal/v437/n7059/abs/nature04095.html

    “Here we use 13 models of the ocean–carbon cycle…”

    Qualcuno ha detto “modelli”??? 🙂

    Riprovare su-bi-to.

  45. robertok06on Ott 18th 2016 at 21:14

    @ocasapiens

    “Invece mi riferivo al fogliame di alberi di cui parla il paper di Mao, Myneni, Ciais et al. da lei citato.”

    Il suddetto articolo NON parla solo di fogliame di alberi, non essere ridicola, dai!

  46. Diegoon Ott 19th 2016 at 07:37

    @Robertok06
    A occhio, in linea con il suo modus operandi:
    “…dato che la specie umana vive sulla terra ferma, il rinvedimento del pianeta fa pendere l’ago della bilancia dalla parte positiva” Sì, vive sulla terra ferma, ma un miliardo circa di persone ricava le proteine dal pescato. E l’acidificazione, assieme al riscaldamento, all’inquinamento (e ai fenomeni anossici) e allo sovrasfruttamento delle risorse, ha il potenziale per destabilizzare parecchio un quadro già molto complicato.

    “L’acidificazione degli oceani e’ un NON problema… sono anni che la menate con la storiella dei coralli che spariranno… domani”. Un non problema? Forse per lei la che riduce al bleaching dei coralli (sbagliando, il fenomeno non dipende solo dall’acidificazione). E per inciso: ma ha idea di cosa fanno i coralli per gli ecosistemi e le comunità umane all’intorno? No, è chiaro che non ce l’ha. Dia un’occhiata almeno a Wikipedia, poi si fermi un attimo a considerare il ruolo che ha avuto l’acidificazione negli eventi anossici e nelle estinzioni su scala geologica, e poi rifletta sul fatto che quello che sta succedendo oggi non ha precedenti conosciuti per intensità e rapidità. E se poi per lei rimane un non problema, beato lei…

  47. oca sapienson Ott 19th 2016 at 13:37

    robertok06,
    Il suddetto articolo NON parla solo di fogliame di alberi, non essere ridicola, dai!

    Ci dice per favore a quali piante commestibili l’articolo attribuisce il greening “alle latitudini extratropicali dell’emisfero nord” dove le terre coltivate sono diminuite e la riforestazione (fig. 5) è aumentata?

    il rinverdimento… fa pendere l’ago della bilancia dalla parte positiva

    Oltre a Ciais, altri due autori di quel paper la smentiscono:
    “it is clear that the benefits of a greening Earth fall well short compared to the estimated negative impacts of extreme weather events (such as droughts, heat waves, and floods), sea level rise, and ocean acidification”

    sono anni che la menate con la storiella dei coralli che spariranno… domani

    Noi chi, di preciso? Nella realtà aumentano le barriere coralline protette aumentano proprio perché nessuno prevede che “spariranno … domani”.

    basta chiedere a Wadhams

    Grazie di prendere anche Steph per un idiota, ma qui preferiamo chiederlo ai sea ice experts che ne hanno criticato in coro le estrapolazioni.

    Diego,
    un miliardo circa di persone ricava le proteine dal pescato.

    Cosa vuole che gli importi? Da un aumento stimato della resa 2016 per il mais destinato al bestiame (e biocarburante) in USA e del riso in alcuni paesi del sud-est asiatico (resa crollata dopo le recenti alluvioni), robertok06 ha già dedotto che “la produzione di cibo per gli abitanti di questo pianeta e’ al suo massimo, con i depositi letteralmente stracolmi”.

  48. marcoon Ott 20th 2016 at 07:12

    Vedo che il mio commento di ieri é stato censurato.
    Va bene, capisco che dichiarare una opinione con toni decisi e forse addirittura borderline, nel senso di “al limite della calunnia”, forse, dia adito alla censura.
    Ma quello che penso di quella persona che replica sempre come se gli altri sbagliassero sempre e comuque, resta per me invariato.

    Oltretutto, quel tizio ormai noiosamente famoso, non lo calunnierei nemmeno se ne avessi l’intenzione.Non mi ritengo così imbecille.
    Piuttosto non capisco proprio che cosa ci ricavi a concionare su questo blog.
    Si vede che il suo lavoro al grande ciambellone sotterraneo franco-svizzero lo annoia, chissà.O la sua passione per gli elementi fissili é diventata una fissazione inestirpabile.

    Se questo mio commento non dovesse passare, pazienza.
    Solo che mi piacerebbe saperlo esplicitamente e non con la comunicazione di un vostro lettore e commentatore sul mio blog.

    Un saluto, Marco Sclarandis.

  49. robertok06on Ott 20th 2016 at 08:25

    @Diego

    “E l’acidificazione, assieme al riscaldamento, all’inquinamento (e ai fenomeni anossici) e allo sovrasfruttamento delle risorse, ha il potenziale per destabilizzare parecchio un quadro già molto complicato.”

    Non nasconderti dietro ad un dito, Diego!… per quel che riguarda la salute dei pesci di mari e oceani l’acidificazione causata dall’aumento della concentrazione della ve-le-no-sis-si-ma CO2 e’ l’ultimo dei problemi… basta informarsi.
    Da decenni la pesca su larga scala, l’overfishing indiscriminato e mal/poco regolato, e’ il primo problema per i pesci, per non parlare dell’inquinamento chimico e fisico… ci sono zone grandi come continenti coperate da bottiglie di plastica, tanto per citare una delle cose piu’ note.
    E gli sversamenti chimici, li hai dimenticati? No, non li hai dimenticati, ma il “meme” della CO2 assassina deve sempre prevalere, giusto?… e quindi la si mette al primo posto anche quando e’ come il due di coppe quando in tavola ci sono i bastoni.

    P.S.: non mi informo su wikipedia, ho accesso a Nature, Science, e tutto il resto. La carta dell’ignoranza con me non la puoi giocare, spiacente! 🙂

    —————
    @ocasapiens

    “Oltre a Ciais, altri due autori di quel paper la smentiscono:
    “it is clear that the benefits of a greening Earth fall well short compared to the estimated negative impacts of extreme weather events (such as droughts, heat waves, and floods), sea level rise, and ocean acidification””

    Neanche per idea: a fronte delle MISURE (ti spiego a parte cosa sono e come si fanno) ci sono le “ESTIMATES” che includono “sea level rise” e “ocean acidification”… che c’azzeccano con il rinverdimento?… solo l’oca lo sa.
    Riprova senza andar fuori dal seminato… OK?… si parla di CRESCITA DI PIANTE, non di livello del mare e sua acidificazione.

    “Grazie di prendere anche Steph per un idiota,”

    Non prendo nessuno qui, neanche te!… per idiota… non mettermi in bocca cose che non ho detto ne’ pensato.
    Il problema (non mio) e’ che TU/voi non accettate voci di dissenso. Se non ci si allinea con il meme climatocatastrofista, si e’ immediatamente etichettati come “negazionisti”.

    Voila’ the sorry state of things… ma se vi da tanto fastidio che io partecipi alle discussioni qui non avete che da chiederlo (la redazione) e divento lurker all’istante… non c’e’ problema.

    “Diego,
    un miliardo circa di persone ricava le proteine dal pescato.
    Cosa vuole che gli importi?”

    Ma non dire scemenze, certo che me ne importa… essere scettici sull’ipotesi climatocatastrofista, come sono io, non significa certo fregarsene della vita della povera gente… perche’ devi scendere cosi’ in basso con ridicole insinuazioni come questa?

    “…robertok06 ha già dedotto che “la produzione di cibo per gli abitanti di questo pianeta e’ al suo massimo, con i depositi letteralmente stracolmi”.”

    Connettere i neuroni prima di scrivere!… NON sono io a dirlo, ma –> I DATI <– della F A O !… link gia' fornito!
    Ripeto: non mettermi in bocca cose che non ho detto, OK?

    —————
    @marco sclarandis

    Ti hanno segato un commento? Welcome to the club! 🙂

    Ad ogni modo, se proprio vuoi farmi sapere cosa pensi su di me… e' facile:

    invia e-mail a nome.cognome@ dove_lavoro punto ch

    Non c'e' problema.

    Quanto al mio lavoro al ciambellone, ti ringrazio, va molto bene… la macchina funziona a meraviglia, come puoi vedere qui:

    https://op-webtools.web.cern.ch/vistar/vistars.php?usr=LHCDASHBOARD

    Stiamo passando alle collisioni fra ioni pesanti, fra mille altre cose che si fanno in questo magnifico laboratorio e che purtroppo non sono pubblicizzate abbastanza.
    Buona continuazione di rosicata.

  50. robertok06on Ott 20th 2016 at 08:36

    @ocasapiens

    … scusate… ultimo!… giuro… mi sono dimenticato il link per giustificare la mia “deduzione”:

    http://www.fao.org/worldfoodsituation/csdb/en/

    “Release date: 06/10/2016 <———- Notare la data!

    Record cereal production in 2016

    A positive outlook for global cereal production in 2016, together with abundant stocks, points to a generally comfortable supply and demand balance in 2016/17.

    In 2016, world cereal production is set to increase by 1.5 percent, or 38 million tonnes, to hit a new record of 2 569 million tonnes, topping by at least 5.5 million tonnes the preceding peak of 2014. The current FAO forecast is over 3 million tonnes higher than projected in September, with most of the upward revisions concerning wheat and rice. World wheat production in 2016 is expected to exceed the 2015 record by 1.2 percent, underpinned by output increases in India, the Russian Federation and the United States. Similarly, global rice production is forecast to grow by 1.3 percent, to an all-time high, driven by recoveries in Asia, as well as by gains in Africa and North America. Global production of coarse grains is set to rebound by 1.8 percent from last year’s reduced level, mostly reflecting prospects for record maize crops in the United States, Argentina and India."

    India? Argentina?
    Rispetto a…(ocasapiens dixit)

    "mais destinato al bestiame (e biocarburante) in USA e del riso in alcuni paesi del sud-est asiatico (resa crollata dopo le recenti alluvioni)"

    … mentre la realta' e'…

    "Global cereal utilization in 2016/17 is projected to expand by 1.6 percent to 2 560 million tonnes, with feed usage, in particular, seen increasing by 2.7 percent in 2016/17, amid large supplies of maize and low quality wheat. In spite of the projected year-on-year growth in total cereal utilization, the rise in world cereal production in 2016 would still result in an increase in the level of global cereal inventories. All would be in the form of wheat, as ending inventories of coarse grains and rice are anticipated to slide below their opening levels."

    … cioe', riassumendo: la produzione e' talmente alta, ed in crescita, che i depositi di stoccaggio scoppiano letteralmente… ed i prezzi sono in caduta libera (cosa NON necessariamente buona, peraltro…).

    Voila' un piccolo reality check per il pennuto.

  51. stephon Ott 20th 2016 at 19:21

    roberto
    ” sono anni che la menate con la storiella dei coralli che spariranno… domani”
    Come sua abitudine, Lei mette in bocca ad altri parole scritte da Lei stesso. Finché non mi copiaincolla la menata che avrei scritto, resta evidente a tutti (tranne che a Lei) che sia Lei a menarla con questa storiella.

    “quindi lascia perdere che e’ meglio.”
    Dal momento che è Lei a tirare in ballo i coralli, forse sarebbe il caso che per coerenza sia Lei a lasciar perdere.

    “Cosi’, ad occhio, direi …”
    Ben appunto, non è la prima cosa che dice ad occhio.

    “Sarmiento?”
    E Gruber, le avevo detto. Se vuole, Le organizzo un incontro cheek to cheek, così mi divertirò a vedere che faccia farà mentre pontifica davanti a lui dall’alto della Sua onniscienza

  52. stephon Ott 20th 2016 at 20:08

    Q&A da parte di Myneni, co-autore dello studio sul greening della vegetazione terrestre

    Q: Is Greening not a good thing?
    A: We do not fully understand the CO2 fertilization effect. Experiments do indicate a fertilization effect and higher water use efficiency. The same experiments also indicate diminishing effects over time. Moreover, we do not know how much of what we observe in experiments translates in to the real world. Much of this has to do with how nutrient limitations would play out when CO2 becomes abundant. In short, there is no evidence to count on CO2 fertilization benefit. Personally, I would not buy the fertilization benefit for the price of global warming (and all the impacts that this warming implies).

    a fronte delle MISURE (ti spiego a parte cosa sono e come si fanno) ci sono le “ESTIMATES” che includono “sea level rise” e “ocean acidification”

    Queste le MISURE relative al greening (dallo studio citato più e più volte):

    Here we use three long-term satellite leaf area index (LAI) records and ten global ecosystem models to investigate four key drivers of LAI trends during 1982–2009

    Ecosystem MODELS e LAI (<—- consiglio la lettura di "Retrieving Leaf Area Index (LAI) Using Remote Sensing: Theories, Methods and Sensors" di Guang Zheng and L. Monika Moskal) sono misure dirette e non implicano l'uso dei modellini farlocchi nel senso robertok06iano del termine nel paese dei farlocchi, obv.
    Without models, there are no data, roberto, siamo sempre da quelle parti – non è che l'ha già letta? 😀
    Queste le ESTIMATES effettuate con i modellini farlocchi della ocean acidification:
    http://www.pmel.noaa.gov/co2/story/OA+Observations+and+Data
    http://www.pmel.noaa.gov/co2/story/Quality+of+pH+Measurements+in+the+NODC+Data+Archives

  53. stephon Ott 20th 2016 at 20:38

    roberto
    “A positive outlook for global cereal production in 2016…”
    È un outlook, roberto, non si fidi. È basato su modellini farlocchi focusing on developments affecting global food and feed markets, e che tengono conto di svariate cose
    We use many sources of information on weather and other natural conditions for agriculture, as well as on economic, social and political factors. Sources include meteorological information, agencies operating satellites for earth observation, news services such as Reuters, Associated Press, other news organizations, information from national institutions available through publications or web sites, various reports and studies. We also send questionnaires to various partners (FAO offices, government agencies, NGOs, etc.).

  54. robertok06on Ott 21st 2016 at 08:54

    @steph
    ” Finché non mi copiaincolla la menata che avrei scritto, ”

    Ah!….. devo quotarti esattamente quello che TU avresti scritto (ho scritto “voi”, i climatocatastrofisti, non uso il “voi” mussoliniano per rivolgermi a te, non preocuparti) mentre allo stesso tempo devo digerire le accuse di, per esempio, fregarmene del miliardo di persone che vivono di prodotti ittici… questo quando l’avrei scritto ESATTAMENTE?
    Travi e pagliuzze, queste sconosciute.

    Quanto al Q&A con Myneni…
    “A: We do not fully understand the CO2 fertilization effect. Experiments do indicate a fertilization effect and higher water use efficiency. The same experiments also indicate diminishing effects over time. ”

    Si commenta da solo: non comprendono gli esperimenti in proposito (mentre a sentire il pennuto sapiente tali esperimenti dimostrerebbero un effetto negativo, giusto?) e comunque tali esperimenti indicano un effetto positivo e anche un’efficienza maggiore rispetto all’acqua… esattamente il contrario di quanto la signora citata sopra ha detto e scritto piu’ volte.
    Voila’, grazie di avermi dato una mano a stabilire un fatto noto e provato, per una volta…. magari provi a spiegarlo tu a lei, dato che il sottoscritto non lo ascolta a priori?

    Saluti.

  55. robertok06on Ott 21st 2016 at 09:10

    @steph

    “roberto
    “A positive outlook for global cereal production in 2016…”
    È un outlook, roberto, non si fidi. È basato su modellini farlocchi focusing on developments affecting global food and feed markets, e che tengono conto di svariate cose”

    WOW!… great mirror climbing, pal!

    OK, hai trovato un appiglio su QUEL documento FAO, i modellini e le proiezioni (ovvio, e’ un documento del 2016 che parla del 2016 e 17, non puo’ discutere di dati completi per anni che non sono ancora finiti o neppure cominciati)… basterebbe, a volersi informare e lasciare da parte idee preconfezionate (il famoso meme della CO2 assassina, se non fosse chiaro) cercare un altro documento statistico DI DATI della stessa FAO… questo per esempio?

    http://statistics.amis-outlook.org/data/index.html

    Tu vedi un qualche trend in decrescita?

  56. marcoon Ott 21st 2016 at 11:47

    E’ un vero peccato che l ‘uomo dei barioni mandati allo schianto nel circo(lo) sotterraneo franco-svizzero non riesca qui a conversare in modo costruttivo.
    Ma non é a me il tempo che manca per dargli retta.
    E’ proprio che sarebbe uno spreco anche di fiato digitale che mi trattiene.

    Peccato, forse, ma è un’ipotesi da medaglia Field se venisse confermata, come quella celebre di Bernhard Riemann, che magari di persona, lontano da un computer, si riveli
    uomo ragionevole ed anche simpatico.

    Marco Sclarandis.

  57. robertok06on Ott 21st 2016 at 13:25

    @marco

    Avevo capito che su questo blog i messaggi off-topic non fossero benvenuti, ma e’ gia’ il secondo o terzo che scrivi esclusivamente rivolgendo le tue attenzioni alla mia persona… strano, perche’ il blog non parla di me… riesci a scrivere una cosa in tema? Grazie.

    Ad ogni modo, ti ringrazio per l’interesse, e colgo solo l’occasione per farti sapere che io non mi occupo di collisioni fra barioni, non sono un fisico sperimentale, costruisco acceleratori, circa una decina nel mondo da quando lavoro… che permettono anche ai paleoantropologi/biologi/astrofisici/fisici nucleari/climatologi/etc… di fare le loro ricerche.

    Risplendo, come si dice… “di luce riflessa”… dirai che e’ poca cosa, ma meglio del buio dove vive la maggioranza delle gente.
    Accendi la luce anche tu ogni tanto, Marco…

    … e soprattutto stai attento a non rosicare troppo, che di fegato ne hai solo uno.

    Per restare in tema… ti lascio con una una lettura che spero troverai interessante, il terzo paragrafo “III. WEATHER AND CLIMATE” del blog di Judith Curry “Climate Etc…”… dal titolo “Determinism and predictability”… non te lo linko perche’ e’ contro l’etiquette di questo blog. 🙂 … ma lo trovi facilmente, sei un ragazzo sveglio.

    Bye bye.

  58. marcoon Ott 21st 2016 at 15:13

    Però, Homo celerifaber, anzi accelerifaber ti stai rivelando (di do del tu, posso?) galante e cortese.A proposito dello scopo del blog che non é un palco di teatro per aspiranti istrioni,
    ma perchè non apri un robertok06 con un titolo appropriato?
    Che ne so? Fossili, fissili, fissioni e fissazioni?
    Ma, guarda che non rosico proprio.Anzi scrivo sul mio e su altri blog per pura e gratuita soddisfazione mia e di quegli spaturi ed avventizi lettori.
    Se fosse, che ordinariamente rosico e rimugino, sarei già molto e sepolto da lungo tempo.E per quanto riguarda l’illuminazione, mia ed altrui ho campato per decenni da elettricista civile.Ma capisco che il buio della mente necessita di luce di natura ancora più immateriale di quella da incandescenza , da ionizzazione o da salto quantico di livelli di arseniuro di gallio.
    Però, ormai e appunto, tutta la scienza ormai sta diventando quasi come una religione.
    E per certi versi non potrebbe essere diversamente.
    Anche nella scienza occorre fede.
    Che l’esperimento riesca, e confermi la teoria che speriamo sia confermata.
    Grazie per l’indicazione. Andrò a leggere.

    Marco Sclarandis

  59. robertok06on Ott 21st 2016 at 16:38

    @marco

    “Che ne so? Fossili, fissili, fissioni e fissazioni?”

    Per fare piu’ audience sul blog dovrei pero’ aggiungere anche “fessi”, non ti pare?… noto ce ne sono parecchi.

    Hai un blog? Corro a cercarlo subito (qui in aereoporto ho tempo da perdere)…

    … google… eccolo!

    Rimedio-evo???? Geniale, come nome… bravo…

    … cercando alla voce “nucleare” ho trovato che hai scritto questo:

    “E un minimo di cultura scientifica, è utile e profittevole, mi creda.” … ti rivolgevi ad Aldo Grasso, reo di aver criticato il santino Mercalli…

    Sul minimo di cultura scientifica necessario per poter/voler discutere di materie scientifiche sono d accordo con te al 100%… se magari riesci a spiegarlo tu all’utente Giussani Prof.(di lettere) Igor mi fai un favore immenso… non mi da ascolto.

    E per concludere e restare in tema… energia e ambiente…

    https://apnews.com/8d15c95128de4a98bd07a71c1d12a3b5/OBAMA-LEGACY:-Quiet-but-big-changes-in-energy,-pollution

    Ciao.

  60. marcoon Ott 21st 2016 at 22:06

    Per rispetto a questo blog ed a ai suoi lettori devo limitare i miei commenti a quest’ultimo.
    Il mio bagaglio di conoscenze tout court é un bazar, un suk di cose, ma in miniatura, robertok .
    Ma scrivendo in versi, ozio a cui mi dedico da decenni, senza scopro di lucro, anche se non mi dispiacerebbe ricavarne una piccola rendita, ho imparato che la serendipità porta in qualche caso dove dove nessuno studio arriverebbe mai.
    Di fatto, credo fermamente nella teleologia intrinseca all’universo stesso,
    sebbene non possa dimostrarne l’esistenza, e che serendipity e sincronicità, questa nel senso Junghiano del termine, siano due aspetti di uno stesso fenomeno squisitamente teleologico.
    Ma, per ricollegarmi al tema che è quello fondamentale di questo blog, qualsiasi farfalla in linea di principio potrebbe rendersi responsabile di un una tromba d’aria nel Golfo di Ponente, sia che sbatta le ali a Timbuctù o che le frulli a New York.
    Di fatto questa possibilità, teorica, non é possibile dimostrarla vera o falsa in nessun modo, almeno perché uno scienziato ha le dimensioni molte volte volte superiori a quella di qualsiasi lepidottero vivente su questa Terra.
    Ciò é simile alla situazione che portò Werner Heisenberg a formulare il suo famoso principio d’indeterminazione e le inevitabili conseguenze ed implicazioni.
    Quesito per te accelerifaber:
    Perché proprio quell’atomo e non un altro si fissiona e proprio in quel momento?
    Potremo mai riuscire a capirlo? Hai inteso l’analogia?
    Guarda che uno come Shakespeare, si faceva domande simili, anche se allora la fisica era ancora quella delle “forze vitali” altro che supersimmetrie, diagrammi di Feynman e teorie delle stringhe.
    Termino con un’idea al limite della pura e semplice idiozia.
    Come l’asteroide dello Yucatan pose fine definitivamente all’era dei dinosauri, inversamente il cambiamento climatico antropogenico sta iniziando l’antropocene, o meglio, sta mostrando come la genìa Homo é costretta ad una mutazione darwiniana, fulminea, che nemmeno Darwin avrebbe osato immaginare.
    Chi avrebbe mai pensato che l’iridio della terra eugubina avrebbe testimoniato un tale catastrofico evento?
    E che in un solo secolo e mezzo una fetida oleosa sostanza sarebbe diventata come l’ambrosia, cibo di dei, cioè di noi stessi?
    In una poesia l’ho immortalata quella fetida ambrosia oleosa, ovvero il petrolio.
    Perché l’ho fatto ha molte ragioni, ma nessuna autentica spiegazione.
    Marco Sclarandis.

  61. mercurioon Ott 22nd 2016 at 05:07

    Belle le centrali nucleari. Peccato che ogni tanto esplodono.
    Più o meno come il cervello di questo genio Top-down della fisica.
    Sarebbe meglio mantenere la distanza di sicurezza.

  62. robertok06on Ott 22nd 2016 at 13:19

    @mercurio

    “Belle le centrali nucleari. Peccato che ogni tanto esplodono.”

    Yaaawnn!… che noia, ancora la storiella per bambini sulle pe-ri-co-lo-sis-si-me centrali nucleari… brrrr… che paura! E il lupo cattivo, dove lo metti?

    Vabbe’, dai:

    Kharecha, P.A., and J.E. Hansen, 2013: ”
    Prevented mortality and greenhouse gas emissions from historical and projected nuclear power. Environ. Sci. Technol., 47, 4889-4895, doi:10.1021/es3051197.

    In the aftermath of the March 2011 accident at Japan’s Fukushima Daiichi nuclear power plant, the future contribution of nuclear power to the global energy supply has become somewhat uncertain.
    Because nuclear power is an abundant, low-carbon source of base-load power, it could make a large contribution to mitigation of global climate change and air pollution.

    —> Using historical production data, we calculate that global nuclear power has prevented an average of 1.84 million air pollution-related deaths and 64 gigatonnes of CO2-equivalent (GtCO2-eq) greenhouse gas (GHG) emissions that would have resulted from fossil fuel burning.

    –> On the basis of global projection data that take into account the effects of the Fukushima accident, <— we find that nuclear power could additionally prevent an average of 420,000-7.04 million deaths and 80-240 GtCO2-eq emissions due to fossil fuels by midcentury, depending on which fuel it replaces.

    By contrast, we assess that large-scale expansion of unconstrained natural gas use would not mitigate the climate problem and would cause far more deaths than expansion of nuclear power."

    http://pubs.giss.nasa.gov/abs/kh05000e.html

    Con riferimento a questo blog e la pe-ri-co-lo-sis-si-ma CO2, la figura 2 ti da un'idea di come stiano le cose: emissioni minori di qualsiasi altra tecnologia per produrre elettricita'.

    Una volta letto (e possibilmente capito) questo puoi passare a:

    "Electricity generation and health", The Lancet, Vol.370, 2007

    … che puoi scaricare qui senza doverlo pagare:
    http://www.scotianwindfields.ca/sites/default/files/publications/electricity_generation_and_health_the_lancet_2007.pdf

    … in particolare la tabella 2, colonna "Deaths", morti per ogni TWh elettrico prodotto con una certa tecnologia… nucleare a 0,052 (cioe' agli 810 TWh generati dai reattori Europei si possono attribuire 42 morti/anno… giusto per fare un esempio i geni tedeschi dell'Energiewende hanno fermato 8 reattori ma han lasciato andare a manetta le centrali a lignite e carbone… che producono in Germania circa la meta' dei 560 TWh/anno… cioe' a 30 morti di media per ogni TWh fanno 280×30=8400 morti/anno.

    Una persona normodotata non ha difficolta' a fare la scelta, se fermare il nucleare o la lignite/carbone… ma dato che dietro all'Energiewende c'e' tanta, ma tanta, ideologia… la scelta l'hanno fatta senza pensare alla salute della gente… quella e' un dettaglio.

    Quando avrai finito con queste due letture te ne propongo altre, non c'e' problema.

    Alla prossima!

  63. robertok06on Ott 22nd 2016 at 13:44

    @marco

    “Ciò é simile alla situazione che portò Werner Heisenberg a formulare il suo famoso principio d’indeterminazione e le inevitabili conseguenze ed implicazioni.”

    Mah… a mio avviso l’effetto farfalla e il principio di indeterminazione di Heisenberg non hanno nulla a che fare uno con l’altro, marco.

    “Quesito per te accelerifaber:
    Perché proprio quell’atomo e non un altro si fissiona e proprio in quel momento?
    Potremo mai riuscire a capirlo? Hai inteso l’analogia?”

    Quel nucleo atomico fissiona proprio in quel momento perche’ e’ instabile e dovendo quindi prima o dopo fissionare lo fa in quel momento, che e’ dal suo punto di vista identico a qualsiasi altro momento.
    Ti/mi stai ponendo una domanda di filosofia, non di fisica…. uovo o gallina, chi viene prima?… stesso tipo di domanda. Io sono per le cose un po’ piu’ pratiche, non posso aiutarti, scusami.

  64. mercurioon Ott 22nd 2016 at 17:09

    robertok06, anche tu potresti leggere qui:
    http://www.globalresearch.ca/38-miles-from-newyork-city-indian-point-nuclear-power-plant-a-ticking-time-bomb/5448571

    http://www.globalresearch.ca/why-the-obama-administration-will-not-admit-that-fukushima-radiation-is-poisoning-americans/5365626

    Tu riporti questo testo:
    “On the basis of global projection data that take into account the effects of the Fukushima accident, <— we find that nuclear power could additionally prevent an average of 420,000-7.04 million deaths and 80-240 GtCO2-eq emissions due to fossil fuels by midcentury, depending on which fuel it replaces. "

    Ma dobbiamo proprio paragonare gli effetti del nucleare a quello dei combustibili fossili?
    Non c'è proprio nessuna alternativa? Tipo rinnovabili, risparmio energetico ecc?

  65. robertok06on Ott 23rd 2016 at 15:15

    @mercurio

    1) Indian Point e’ un reattore alla fine della sua onorata carriera, con zero incidenti e tanta corrente pulita generata in 40 anni o quel che sono.

    2) Obama non puo’ ammettere che Fukushima stia avvelenando gli americani per il semplice motivo che Fukushima non sta neanche avvelenando i giapponesi, che ci abitano molto piu’ vicino degli americani. Vai su ncbi pubmed e trovi decine e decine di articoli scientifici, studi epidemiologici su Fukushima. Stai leggendo spazzatura.

    3) Si, dobbiamo paragonare il nucleare dispacciabile che produce energia elettrica 24h/24 365 giorni/anno con i fossili, che fanno lo stesso. Non si possono paragonare i fossili, ne’ il nucleare, con le rinnovabili intermittenti come fottovoltaico e eolico, perche’ queste due sono, appunto intermittenti e stagionali, e quindi anche a parita’ di energia totale generata su un anno sono molto meno utili e pratiche, dato che necessitano di metodi di stoccaggio che sono onerosi, sia economicamente che ambientalmente (dighe e bacini di stoccaggio a go-go).
    Il risparmio energetico puo’ solo aiutare, non certo sostituire le centrali a fossili e/o nucleari.
    L'”ecc…” che citi tu non esiste su larga scala… sarebbero le biomasse? Insostenibili oltre ad una certa percentuale e, tra l’altro, non esenti da emissioni.

  66. oca sapienson Ott 23rd 2016 at 19:04

    (mentre a sentire il pennuto sapiente tali esperimenti dimostrerebbero un effetto negativo, giusto?) e comunque tali esperimenti indicano un effetto positivo.

    Dei circa 40 esperimenti di cui ho riferito, nessuno ha misurato effetti esclusivamente negativi di una maggior concentrazione di CO2.

    e un’efficienza maggiore rispetto all’acqua… esattamente il contrario di quanto la signora citata sopra ha detto e scritto piu’ volte

    Sarà un’altra signora, io le ho scritto che l’evotraspirazione dipende dalla temperatura, non dalla CO2.

    i prezzi sono in caduta libera … un piccolo reality check per il pennuto

    Spero che si realizzi “l’expected rebound” previsto dalla FAO, secondo la quale però il prezzo del cibo aumenta:

    “FAO Food Price Index averaged 170.9 points in September 2016, up almost 5 points (2.9 percent) from August and 10 percent above the corresponding month last year.”

    Nel 1985-2015, la produzione di cereali è aumentata del 49,2% p. 11. Nel 1980-2010 era aumentata del 59,8%, p. 31. Non ho visto ricerche che lo attribuiscono all’aumento delle emissioni di CO2, e lei?

  67. mercurioon Ott 24th 2016 at 04:53

    “Indian Point’s license comes up for renewal this year for an additional 20 years. It’s currently running under a “period of extended operation” while relicensing proceedings continue”

    Entergy Corporation’s Indian Point nuclear plant is located 38 miles north of New York City. It was commissioned in 1974. It experienced numerous incidents warranting concern – the latest on May 9.

    Scusa robertok06, hai letto bene?
    Poi, se Fukushima è un posto così salubre lo si vedrà tra qualche anno o decennio. Intanto ti consiglio di acquistarci una villetta, magari in riva al mare. Dicono che costano poco

  68. robertok06on Ott 24th 2016 at 13:00

    @mercurio

    “Scusa robertok06, hai letto bene?”

    Ho letto bene cosa? Che ci sono stati tanti “incidenti”? Certo, ci sono “incidenti” ai reattori nucleari ogni giorno. Per esempio un lavoratore che scivola da una scala e si rompe una caviglia mentre sta dipingendo un muro in un edificio nucleare, devono riportare l’incidente, che e’ classificato come tale… sono gli “accidents” che sono gravi, gli “incidents” non lo sono, per definizione.

    Purtroppo anche tu sei stato preso nella trappola anti-nucleare, i tanti siti “specializzati” che ti spacciano gli incidents per accidents, che non sanno cosa sia la scala INES, che pensano che Fukushima sia completamente radioattiva, e stia avvelenando gli USA dall’altra parte del Pacifico.
    Stai leggendo spazzatura, te lo ripeto.

    “Poi, se Fukushima è un posto così salubre lo si vedrà tra qualche anno o decennio. Intanto ti consiglio di acquistarci una villetta, magari in riva al mare. Dicono che costano poco”

    Definisci “Fukushima”: la centrale? I 10 km attorno? La regione di Fukushima?
    Posso solo dirti che la zona inabitabile, per decenni, attorno alla centrale e’ piu’ piccola dell’area che e’ stata allagata per creare il bacino idroelettrico delle Tre Gole, in Cina… ma l’idroelettrico e’ “rinnovabile” e quindi e’ buono, giusto? Per creare quel bacino hanno rilocalizzato a forza un paio di milioni di cinesi, a Fukushima sono poco piu’ di 100 mila i cittadini che non possono tornare a casa.
    Il limite “massimo” di dose che i cittadini giapponesi possono assorbire a causa dell’incidente di Fukushima e’ di 1 millisievert/anno. Altissimo, giusto? Al di la si rischia la vita, giusto?
    Per farti capire quanto la propaganda anti-nucleare sia forte ti propongo questa pagina di ARPA, l’ente italiano che si occupa di misurare le dosi di radiazioni assorbite dalla popolazione italiana:

    goo.gl/umPKE4

    Noti qualcosa? Media di dose assorbita dagli italiani? Piu’ di 4 millisievert e mezzo all’anno…

    Se non l’hai capita te la ri-spiego.

    P.S.: l’incidente ad Indian Point del 9 maggio???? Si e’ trattato di un incendio a un trasformatore, un componente NON nucleare che si trova in tutte le centrali termoelettriche… ma cosa dici???

    http://www.reuters.com/article/us-usa-nuclearplant-incident-idUSKBN0NU0RN20150510

    Attento alle fobie irrazionali, sono molto piu’ pericolose delle radiazioni.

  69. robertok06on Ott 24th 2016 at 13:05

    @ocasapiens

    “e un’efficienza maggiore rispetto all’acqua… esattamente il contrario di quanto la signora citata sopra ha detto e scritto piu’ volte
    Sarà un’altra signora, io le ho scritto che l’evotraspirazione dipende dalla temperatura, non dalla CO2.”

    E continui!… l’evotraspirazione dipende dalla temperatura –> MA QUINDI <— si puo' concludere che l'evotraspirazione dipende dalla temperatura E ANCHE dalla concentrazione di CO2.
    Punto e oca a capo. … vediamo se continui ancora a dire il contrario.

    Voila'.

  70. robertok06on Ott 24th 2016 at 13:08

    @ocasapiens

    “Spero che si realizzi “l’expected rebound” previsto dalla FAO, secondo la quale però il prezzo del cibo aumenta:”

    Probabilmente lo fara’, ma questo con la nostra discussione non conta nulla, ocasapiens!… tu hai messo in dubbio la mia affermazione, corretta, che l’aumento della CO2 abbia “rinverdito” il pianeta e abbia, di conseguenza, fatto anche aumentare la produzione di cereali.
    Rileggi, e non cercare di svicolare… il prezzo delle derrate alimentari dipende da mille fattori, di cui la CO2 non e’ uno di questi.
    Voila’ 2.

  71. mercurioon Ott 24th 2016 at 16:39

    Robertok06
    Non mi riferisco al trasformatore, ma all’invecchiamento e alle licenze che vengono rinnovate.
    Comunque i tuoi commenti mi sembrano da tenere in considerazione.
    Sono pochi gli esperti di qualcosa che si degnano di discutere col volgo.
    Cosa ne pensi di questo articolo?
    http://epochtimes.it/n2/news/la-chiusura-delle-centrali-nucleari-in-america-sta-causando-qualche-problema-2856.html

  72. mercurioon Ott 24th 2016 at 18:41

    http://energyskeptic.com/2016/spent-fuel-fire-on-u-s-soil-could-dwarf-impact-of-fukushima/
    Aggiungo questo e poi basta

  73. stefanoon Ott 24th 2016 at 19:45

    su Fukushima non mi pronuncio o, meglio, non pronuncerei niente di definitivo..
    un mio prof. di fisica diceva sempre ‘se vuoi scoprire se un posto è radioattivo, devi prendere un geiger e fare le misure..’..dietro a questa frase lapalissiana c’è un mondo di verità..
    ho letto documenti ufficiali in cui nella cittadina giapponese venivano rilevati valori di 0.1-0.5 µSv/h massimi..dato che sarebbe eccellente (corrisponde al fondo di molte città italiane..) ma, sinceramente, poco plausibile.
    In un video ad esempio, un tizio inglese misurava circa 2.15 µSv/h a 60km da Fukushima..misurazione effettuata in ‘presa diretta’ su materiale a terra..
    Niente rispetto a Pripyat (città della centrale di Chernobyl) dove tutt’oggi i valori sono centinaia di volte il fondo naturale (credo sia tutt’oggi ‘consigliata’ un’esposizione massima di 2h..)..ma comunque dato preoccupante (quei 2 microsievert a 60km da Fukushima potrebbero dire che nella zona della centrale, ma per un raggio di diverse decine di km, la situazione è ancora critica).
    s.

  74. robertok06on Ott 25th 2016 at 16:02

    @stefano

    “su Fukushima non mi pronuncio o, meglio, non pronuncerei niente di definitivo..”

    Beh… se non credi a me credi a questo:

    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/27098220

    … che discute la situazione dei tumori alla tiroide in quella zona.
    Se resti sul sito ncbi.nih/gov/pubmed e fai una ricerca con “fukushima” troverai decine e decine di altri articoli scientifici di epidemiologia. biologia, radioprotezione, misure, calcoli, tutto… su quello che e’ successo, succede e succedera’ in Giappone.
    Cerca pure gli studi sui sopravvissuti alle esplosioni nucleari, il gruppo di persone, centinaia di migliaia, che sono state seguite epidemiologicamente, da 70 anni. Cherobyl? Idem. Mayak? Anche quello, trovi tutto.
    Credimi, ne vale la pena. Ma devi farlo partendo dalla condizione di “foglio bianco”, che si lascia scrivere… se hai gia’ qualcosa di pre-scritto basato su leggende metropolitane o fobie irrazionali allora lascia perdere.

    “un mio prof. di fisica diceva sempre ‘se vuoi scoprire se un posto è radioattivo, devi prendere un geiger e fare le misure..’..dietro a questa frase lapalissiana c’è un mondo di verità..”

    Vero, anche perche’ essendo io stesso fisico e lavorando in ambiente radioprotetto da decenni so che e’ cosi’. Pero’ so anche che le misure in radioprotezione vanno fatte secondo certi protocolli… senno’ le misure stesse non valgono nulla, sono incompresibili. Dai un metro da sarto, delle forbici, e della stoffa ad un pigmeo del Borneo che non ha mai visto un vestito che non sia fatto di foglie intrecciate e poi vediamo cosa produce?

    “ho letto documenti ufficiali in cui nella cittadina giapponese venivano rilevati valori di 0.1-0.5 µSv/h massimi..dato che sarebbe eccellente (corrisponde al fondo di molte città italiane..) ma, sinceramente, poco plausibile.
    In un video ad esempio, un tizio inglese misurava circa 2.15 µSv/h a 60km da Fukushima..misurazione effettuata in ‘presa diretta’ su materiale a terra..”

    Eh!… e’ esattamente quello che ti dicevo poco sopra…. e il nome del tizio inglese te lo posso dire anche senza che tu me lo sveli… si chiama Chris Busby ed e’ un pasdaran anti-nucleare che si spaccia per “esperto indipendente”… in realta’ e’ un chimico, con baffetti e basco sempre in testa, a cui piace sparlare di nucleare. Non capisce una assoluta mazza (si puo’ dire mazza?) di nulla in campo nucleare. Tanto per dirtene una, pochi mesi dopo l’incidente (accident!… non incident!… l’italiano e’ lacunoso per distinguere fra i due) e’ andato in giappone a vendere una specie di pozione magica di erbe che a suo dire avrebbero difeso, chi le beveva come infuso, dalle radiazioni!… ti giuro che e’ vero.
    Lasciando il pasdaran da parte, che non vale la pena perdere neanche un microsecondo in piu’ a parlare di lui… il tuo prof. di fisica ti avra’ anche parlato della legge dell’inverso del quadrato della distanza… se misuri a UN CENTIMETRO dal suolo la dose (per esempio) di raggi gamma, ottieni una lettura maggiore di una fattore 100 al quadrato (quindi 10 mila volte) rispetto alla misura a UN METRO da terra, che e’ quella che conta, dato che il corpo umano si trova, in media… soprattutto gli organi piu’ sensibili, a un metro da terra, non un cm… a meno di non essere a Lilliput o a giocare con i modellini in scala HO. Ti pare?

    Per inciso… nella famosa puntata sull’energia di Scala Mercalli che io ho criticato su questo blog, si vedono delle immagini di un centro commerciale dal quale entrano ed escono molte persone, … davanti all’entrata c’e’ una camera a ionizzazione con display a led che mostra la dose istantanea… frazioni di microSievert/ora, cioe’ meno di quello che si misura a Piazza San Pietro dove i pellegrini accorrono a milioni ogni anno… il tutto mentre la voce del commento del servizio della puntata parla di pericolosita’ del nucleare…. che devo dirti di piu’?

    “Niente rispetto a Pripyat (città della centrale di Chernobyl) dove tutt’oggi i valori sono centinaia di volte il fondo naturale (credo sia tutt’oggi ‘consigliata’ un’esposizione massima di 2h..)..ma comunque dato preoccupante (quei 2 microsievert a 60km da Fukushima potrebbero dire che nella zona della centrale, ma per un raggio di diverse decine di km, la situazione è ancora critica).”

    Vero, a Prypiat non ci abita ne’ abitera’ per lungo tempo nessuno… pero’ alla centrale di Chernobyl, a 200 m dal reattore incidentato/scoppiato, hanno lavorato per anni i tecnici/ingegneri di altri due (o 3?) reattori uguali a quello scoppiato che hanno continuato a funzionare per un decennio o anche piu’… andando al lavoro ogni giorno. Credimi, la dose di radiazione “massima” prescitta dalle norme internazionali e’ molto, ma moooolto conservativa… sarebbe come dire che per evitare di tirar sotto con la macchina e uccidere i bambini, si abbassasse il limite davante alle scuole a 0,1 km/h… ovvio che anche in caso di “incidente” il bambino colpito dalla vettura non si fa nulla… ma ha senso tutto questo?
    Il cittadino medio svizzero si becca piu’ di 6 mSv/anno… quindi le donne incinte svizzere dovrebbero essere obbligate ad andare a Fukushima (non nella centrale) in attesa del parto, per prendersi una dose piu’ bassa. E non sto scherzando, sia chiaro.

    Guarda questo, uno dei tanti esempi:

    http://www.tif.ne.jp/lang/en/radioactivity_map/index.html

    Schiaccia sull’icona di Minamisoma… ci sono 0.237 microSv/h, sono 2.1 milliSv/anno… la prima icona sulla sinistra della centrale (il punto in rosso) sono 0.081 microSv/h… cioe’ 1/3 del precedente… 0.7 milliSv/anno… ovviamente ci sono “hot spots” piu’ alti, con una decina o anche decinE di mSv/anno, dove sara’ meglio aspettare un po’ prima di tornarci… ma la situazione e’ completamente diversa rispetto alla (pessima) fantascienza di storielle come questa…

    http://www.globalresearch.ca/28-signs-that-the-west-coast-is-being-absolutely-fried-with-nuclear-radiation-from-fukushima/5355280

    … dove MILLI becquerel per metro cubo di aria o acqua del Pacifico starebbero letteralmente “friggendo” la costa Californiana e i suo abitanti, flora e fauna… tanto per dire, ogni metro cubo di acqua di mare/oceano emette 12 MILA Bq a causa della radioattivita’ naturale che esiste da miliardi di anni e continuera’ a farlo. A Un km a largo della centrale ci sono qualche Bq di Cs-137 per ogni m3 di acqua… cioe’ milgiia di volte meno di quanto siano le emissioni di potassio-40 naturale…. figurarsi la concentrazione nelle acque della California… a 12 mila km di distanza? Suvvia, siamo seri.

    Occhio alle fobie irrazionali e alla spazzatura su internet propalata da figuri (veramente loschi) come il Prof. Chris Busby “esperto indipendente” di radioprotezione. Evita anche Helen Caldicott e Arnie (Arnold) Gundersen, altro “esperto indipendente” anti-nucleare… e’ tempo perso con loro.

    Ciao.

  75. robertok06on Ott 25th 2016 at 16:15

    @mercurio

    “Robertok06
    Non mi riferisco al trasformatore, ma all’invecchiamento e alle licenze che vengono rinnovate.

    Beh… vengono rinnovate solo dopo che i reattori sono stati controllati PER MESI E MESI, dopo che gli hanno cambiato i generatori di vapore, le turbine, i sistemi di controllo… praticamente tutto meno che l’edificio nucleare e il pressure vessel (che viene comunque controllato con ultrasuoni, liquidi penetranti, correnti di Foucault, radiografie industriali, e probabilmente anche altri esami approfonditi… tanto per dirtene una in questo momento ci sono 5 reattori francesi che sono fermi mentre dovrebbero essere in funzione, e tutto questo perche’ l’agenzia per la sicurezza nucleare (ASN) francese dice che potrebbero aver trovato un tenore di carbonio sopra la norma in alcuni campioni di alcuni generatori di vapore… la famosa “non trasparenza del nucleare”di cui parlano i siti anti-nucleari di continuo, no?

    http://www.world-nuclear-news.org/RS-Five-French-units-to-undergo-steam-generator-checks-1910164.html

    “Comunque i tuoi commenti mi sembrano da tenere in considerazione.”
    ???
    Corro a stappare una bottiglia! Du jamais vu! 🙂

    Scherzo, ovviamente. Ciao.

  76. robertok06on Ott 29th 2016 at 14:32

    #TerribileCO2xLePiante

    “India’s foodgrain production is estimated to rise by 9 per cent to an all-time high of 135.03 million tonnes in the kharif season (summer sown) of 2016-17 on record output of rice and pulses following a good monsoon.”

    Presto!… far girare i modellini!… bisogna spiegare il “good monsoon” nell’ “anno piu’ caldo di sempre”.

    http://www.financialexpress.com/economy/indias-201617-summer-sown-rice-output-seen-at-record-93-88-mn-tonnes-govt/386467/

  77. Lauraon Ott 29th 2016 at 15:56

    Robertok06, ma oltre ai discorsi da bar dello sport, ce l’ha qualche argomento scientifico oppure no?
    Intendo qualche tesi un minimo strutturata, basata su dati, una spiegazione non attaccata con lo sputo, e una conclusione che regge.
    Nell’articolo del Financial Express (che già come fonte ci starei attenta) si dice che ci sono stati due anni di bassa produzione a causa della siccità e ora quest’anno un monsone favorevole e che c’è un altro fattore (“Higher market price and a sharp increase in the minimum support price encouraged farmers to boost pulse cultivation”).
    Cosa centrano i “modellini”? Cosa sarebbero? Se ha qualche critica da fare su qualche modello, la faccia citando chi critica e cercando di fare un ragionamento.
    Così le assicuro che non le si può rispondere, anche mettendosi di impegno, sono chiacchere generiche.

  78. robertok06on Ott 29th 2016 at 18:58

    @Laura

    “Robertok06, ma oltre ai discorsi da bar dello sport, ce l’ha qualche argomento scientifico oppure no?
    Intendo qualche tesi un minimo strutturata, basata su dati, una spiegazione non attaccata con lo sputo, e una conclusione che regge.”

    Argomento scientifico? Ho citato dati… piu’ scientifico di cosi’ si muore.

    Era un piccolo sfotto’ per l’oca sapiente, dai!…

    La mia conclusione e’ evidente: dire che l’aumento di CO2 provochi una diminuzione della produzione agricola va contro le evidenze attuali. Va meglio cosi’?

    I modellini (come li chiamo io… notare che mi occupo di modellistica, quindi non e’ che non sappia che possono essere utili, ma ci sono dei limiti), sono cose come questa:

    http://iopscience.iop.org/article/10.1088/1748-9326/9/3/034011

    “We find extreme heat stress at anthesis (HSA) by the 2080s (relative to the 1980s) under RCP 8.5…”

    … usano i modelli per prevedere quello che succedera’ su un periodo di 65 anni (immagino/spero che abbiano cercato di fare l’hindcasting per il periodo dal 1980 ad adesso). Va meglio cosi’?

  79. Lauraon Ott 29th 2016 at 20:51

    Ho dato un’occhiata alle cose che ha scritto, non ho trovato nessuna evidenza a supporto dell’affermazione “l’aumento di CO2 provochi una diminuzione della produzione agricola va contro le evidenze attuali”.
    Lei ha citato un articolo scientifico su una coltura, la soia, in cui è stato studiato l’effetto diretto di fertilizzazione in tre soli Stati. La seconda cosa citata è un articolo di un giornale che riguarda una coltura, in un paese, in un anno.
    Per arrivare a quella conclusione, così generale, manca parecchio. Se cerca un po’ troverà altri articoli più specifici che hanno fatto studi su più colture e a scala globale (es. questo, http://science.sciencemag.org/content/333/6042/616, ma ce ne sono altri simili).
    Questo se vuole discutere con un approccio scientifico; se non le interessa, va bene lo stesso.

    Riguardo al futuro, la conclusione dell’articolo di ERL che ha citato
    “These results highlight the importance of climate mitigation to avoid important yield impacts. Strong radiative forcing, leading to a large increase in global mean temperature and hence higher extreme temperatures, will impact crops negatively in some of the regions contributing most to global production and across different income countries. The potential effects on global food prices and crop yield reduction in currently food insecure areas represent significant consequences for global food security.”
    non è certo una novità, tanti altri studi dicono la stessa cosa; e non mi sembra difficile da capire perché.
    Se ha dei dubbi su quell’articolo perché non scrive agli autori? Vedrà che le rispondono. Una volta a me è capitato di farlo e ho imparato cose utili. Oppure scriva all’Editor di ERL.

    Riguardo al fatto che Lei scriva “I modellini (come li chiamo io… notare che mi occupo di modellistica, quindi non è che non sappia che possono essere utili, ma ci sono dei limiti)”, eh no, qui casca l’asino, sarebbe bello se tutti quelli che nei più vari settori lavorano sui modelli capissero i limiti dei modelli climatici.
    Se va bene Lei può avere capito i limiti dei modelli del suo settore, per discutere dei modelli climatici non basta sapere in generale di modelli.
    Altrimenti la prossima volta che le fanno male i denti vada dal dermatologo, tanto sempre medici sono.

  80. stephon Ott 30th 2016 at 18:22

    roberto
    “Ah!….. devo quotarti esattamente quello che TU avresti scritto (ho scritto “voi”, i climatocatastrofisti, non uso il “voi” mussoliniano per rivolgermi a te, non preocuparti) mentre allo stesso tempo devo digerire le accuse di, per esempio, fregarmene del miliardo di persone che vivono di prodotti ittici… questo quando l’avrei scritto ESATTAMENTE?”

    No, Lei si rivolgeva a me (come tutti possono vedere qui , tranne Lei che evidentemente ha bisogno di occhiali più forti) e io le ho chiesto e le chiedo ancora dove avrei scritto “la menata circa la storiella dei coralli che spariranno… domani”. Anche sul resto (“le accuse di fregarmene del miliardo di persone che vivono di prodotti ittici”) lei mi mette in bocca parole che non ho mai scritto. La invito anche in questo caso a copiaincollare la frase, pf.

    Intanto aspetto sempre un suo commento sulle presunte MISURE del greening della vegetazione terrestre nel lavoro di Myneni et al. in contrapposizione alle ESTIMATES della acidificazione degli oceani.

    E a proposito di “modellini farlocchi” basati su “misure di laboratorio” falsificate. Conosce il lavoro appena pubblicato sull’esperimento effettuato nella stanza accanto alla sua?
    http://science.sciencemag.org/content/early/2016/10/26/science.aaf2649.full

  81. stephon Ott 30th 2016 at 19:25

    roberto
    “Il cittadino medio svizzero si becca piu’ di 6 mSv/anno”
    Non dica fesserie, pf.
    “La dose annua media in Svizzera si aggira attorno ai 4,2 mSv.” <—- pag. 22-23

  82. robertok06on Ott 31st 2016 at 09:34

    @steph

    “roberto
    “Il cittadino medio svizzero si becca piu’ di 6 mSv/anno”
    Non dica fesserie, pf.
    “La dose annua media in Svizzera si aggira attorno ai 4,2 mSv.” <—- pag. 22-23"

    Vero!… chiedo scusa, ricordavo male… ad ogni modo sono sempre 4,2 volte piu' del massimo consentito in giappone a seguito del terribile incidente nucleare di Fukushima (zero morti da radiazioni dopo piu' di 5 anni dall'incidente stesso)… quindi anche questa mia disattenzione non inficia le mie conclusioni in quel messaggio… o tu trovi che lo faccia? Fammi sapere.

    Comunque, per quel che riguarda l'italia, i dati sono questi:

    http://www.arpa.vda.it/it/pubblicazioni/item/1631-rsa2011-terria02-dose-efficace-media-individuale-annuale

    … brrrr!… siamo ancora PIU' radioattivi degli svizzeri!… 4,5 mSv/anno di media… non sei terrorizzato?

    Ciao.

  83. robertok06on Ott 31st 2016 at 10:42

    @Laura

    “Altrimenti la prossima volta che le fanno male i denti vada dal dermatologo, tanto sempre medici sono.”

    Diamine!… mi faccio “remonter les bretelles” (chiedere all’oca sapiens il significato di questo modo dire frrrancese) da qualcuno che molto probabilmente ha preso per oro colato, all’epoca, le affermazioni del premio (ig)nobel Al Gore, climatologo talmente affermato da esser invitato al recente e famoso CoP21 a Parigi, quello che salvera’ il pianeta….

    http://scienceline.org/2008/12/ask-rettner-sea-level-rise-al-gore-an-inconvenient-truth/

    20 piedi (6 metri abbondanti) vs la realta’… 3 mm/anno scarsi.

    Faccio notare, per inciso, che il first author del famoso studio sul “97% di accordo fra i climatologi”, l’ex vignettista climatologo wannabe ora PhD in psicologia John Cook ha donato supporto all’ipotesi farlocca di Al, sul noto sito EQUILIBRATO e obiettivo skepticalscience:

    https://www.skepticalscience.com/al-gore-inconvenient-truth-errors.htm

    Della serie “facce toste a non finire”.

    Suggerisco di comprare bretelle.

    Ciao.

  84. robertok06on Ott 31st 2016 at 10:51

    @steph

    “E a proposito di “modellini farlocchi” basati su “misure di laboratorio” falsificate. Conosce il lavoro appena pubblicato sull’esperimento effettuato nella stanza accanto alla sua?
    http://science.sciencemag.org/content/early/2016/10/26/science.aaf2649.full

    Certo che lo conosco… ma sul fatto che sia “la stanza accanto alla mia” ti sbagli, CLOUD si trova a km di distanza dal mio ufficio.
    Kirkby, l’autore piu’ noto della collaborazione, ha recentemente detto questo in un’intervista/servizio sul sito di news del CERN:

    https://home.cern/fr/about/updates/2016/05/cloud-shows-pre-industrial-skies-cloudier-we-thought

    « Ces résultats sont, jusqu’ici, les plus importants réalisés par l’expérience CLOUD du CERN, explique Jasper Kirkby, porte-parole de l’expérience. Le fait d’inclure la nucléation et la croissance de particules d’aérosols biogènes purs dans les modèles climatiques pourrait affiner notre compréhension de l’impact des activités humaines sur les nuages et le climat. »

    … che porta supporto alla mia classificazione di “modellini” (nonostante la loro complessita’, della quale sono perfettamente conscio, sia chiaro una volta di piu’)… prima di questi risultati i modelli(ni) dovevano stimare i valori di piu’ parametri “a spanne”… di fatto inficiando l’accuratezza delle previsioni da essi realizzate. Se non e’ chiaro posso fare un disegnino… sono bravo pure in quello. 🙂

    P.S.: quando mai avrei parlato di misure in laboratorio “falsificate”? Citare messaggio, esattamente, grazie. What goes around comes around, baby.

  85. mercurioon Ott 31st 2016 at 11:21

    Dunque,robertok06, se ho capito qualcosa in tutta questa sfilza di commenti 1 il riscaldamento globale non è un problema urgente anzi fa aumentare i raccolti 2 se esplode una centrale nucleare nel tuo paesino non c’è da preoccuparsi perché rispetto agli svizzeri assorbirai comunque meno radiazioni. E comunque le centrali nucleari non esplodono. Al massimo si cambia un trasformatore.
    Per ricavare l’uranio dal mare basta usare il “piccolo chimico”.
    Allora perché gli ambientalisti fanno tutto sto ‘ casino?
    Sto tranquillo eh? Tutto bene…

  86. robertok06on Ott 31st 2016 at 11:59

    @Laura:

    “Ho dato un’occhiata alle cose che ha scritto, non ho trovato nessuna evidenza a supporto dell’affermazione “l’aumento di CO2 provochi una diminuzione della produzione agricola va contro le evidenze attuali”.”

    I –> DATI So we see what an outsized role CO2 plays in this process.” <– "

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth

    … che risponde anche alle obiezioni di Steph.

  87. robertok06on Ott 31st 2016 at 12:30

    @mercurio

    “Dunque,robertok06, se ho capito qualcosa in tutta questa sfilza di commenti

    “1 il riscaldamento globale non è un problema urgente anzi fa aumentare i raccolti”

    Questo l’hai parzialmente capito, complimenti. Non e’ un problema urgente, anche perche’ le soluzioni paventate dai climacatastrofisti (portare a zero in un paio di decenni l’uso di combustibili fossili e fermare, ca va sans dire, l’odiato e pe-ri-co-lo-sis-si-mo nucleare) sono molto peggio dei problemi creati dalla killer CO2, detta “cibo per piante”.
    Nel caso tu avessi ulteriori e continui problemi con la realta’, ti ri-propongo questo pezzo scritto da uno con delle credenziali ambientaliste migliori delle mie:

    https://goo.gl/G89wbO

    … oltre ai vari link a DATI della FAO, articoli su Nature, etc… che ho fornito in altri messaggi. Attenzione: la lettura risultera’ facilitata una volta tolto il prosciutto ideologico e aprioristico dagli occhi.

    “2 se esplode una centrale nucleare nel tuo paesino non c’è da preoccuparsi perché rispetto agli svizzeri assorbirai comunque meno radiazioni. E comunque le centrali nucleari non esplodono. Al massimo si cambia un trasformatore.
    Per ricavare l’uranio dal mare basta usare il “piccolo chimico”.”

    Qui non hai capito nulla… ma mi sto abituando con te… non ti chiedo di riprovare, e’ chiaro che essendo a corto di argomenti e volendo aver ragione a tutti i costi, ti sei messo in “troll mode ON”. Rileggi quanto ho scritto e poi ripassa, OK?

    “Allora perché gli ambientalisti fanno tutto sto ‘ casino?
    Sto tranquillo eh? Tutto bene…”

    Ci sono vari motivi per cui “fanno tutto sto’ casino”. Quel che e’ certo e’ che dall’AR1 del 1990 all’AR5 del 2014 la determinazione della Equilibrium Climate Sensitivity (ECS), cioe’ il parametro probabilmente piu’ importante da determinare per poter raggiungere conclusioni sull’impatto attuale, e specialmente futuro, causato dall’aumento della concentrazione della terribile CO2… e’ passato da “da 1,5 a 4,5 gradi per ogni raddoppio di CO2” nel 1990 a…. “da 1,5 a 4,5 gradi per ogni raddoppio di CO2” nel 2014… cioe’ dopo 24 anni (e nei 2 anni dal 2014 al 2016 e’ cambiato praticamente nulla) la poderosa macchina multi-miliardaria dell’IPCC, al 97% di accordo, svariate CoPxx con migliaia e migliaia di delegati scarrozzati ai 4 angoli del mondo, ha prodotto ZERO riduzione del valore piu’ probabile e del livello di confidenza associato alla ECS.
    Il valore piu’ probabile era (nel 1990) ed e’ (oggi) “attorno ai 3 gradi”… con ovviamente l’occasionale climatologo quadratico medio di turno che pubblica l’ultimissima ricerca con “fino a 6 gradi” (o piu’!… uno recente su Nature, non il calendario di frate indovino, e’ arrivato a 9)… perche’, ci siamo abituati a leggere anche qui su questo blog,… fare conferenze stampa che predicono di tutto e di piu’, possibilmente cose nefaste per l’umanita’ ed il pianeta, porta tanta pubblicita’ al proprio dipartimento/centro di ricerca e con quelli ulteriori fondi per la ricerca.

    Ovviamente per capire la maggior parte di quanto ho scritto qui sopra dei metterti in “mode troll OFF”. 🙂

    Ciao, e buona continuazione di fobia irrazionale con “le centrali nucleari che scoppiano”…. pensa tu che mi sono fatto in una settimana 50 ore di viaggio su “aerei che cadono”… non ho corso un rischio terribile?… fermare subito tutti gli aeroporti del pianeta e tornare ai viaggi a dorso di mulo… (questa te la spiego a parte, se proprio non riesci a capirla).

  88. mercurioon Ott 31st 2016 at 14:03

    Certo che non capisco le centrali nucleari. Solo chi le costruisce ci capisce qualcosa.
    Renditi conto che non puoi rispondere alle preoccupazioni della gente comune con risposte come “tranquillo, ci siamo qua noi che pensiamo per il tuo bene perché siamo molto intelligenti”
    Se vuoi convincermi non devi eludere le questioni che ti vengono poste, e devi anche cercare di essere comprensibile.
    Devi dire che cosa succede in caso di blackout prolungato.
    http://www.aspoitalia.it/blog/nte/2012/04/26/rischi-nucleari-dopo-il-picco-del-petrolio/
    come si pensa di prevenire queste evenienze visto che molti impianti sono vecchi, ripararli costa moltissimo e pare siano vulnerabili ad eventi estremi, attacchi terroristici ecc.
    A fukushima c’è una perdita di liquidi radioattivi
    http://www.rinnovabili.it/ambiente/fukushima-perdita-liquidi-radioattivi-222/..
    I costi del decomissioning sono esorbitanti
    http://www.rinnovabili.it/ambiente/fukushima-costi-decommissioning-aumentano-222/
    Anche in Europa
    http://www.rinnovabili.it/ambiente/europa-soldi-uscire-nucleare-333/
    Se i tuoi commenti fossero più pertinenti alle domande che ti vengono poste, (non per voler aver ragione, ma perché si cerca di capire dove accidenti ci state portando voi tecnici e scienziati con tutto il vostro sapere iniziatico) magari potresti anche contribuire a far calare la diffidenza nei confronti di questi miracolosi macchinari che ogni tanto si ribellano ai loro geniali progettisti e saltano per aria. (meglio dire, saltato il coperchio del reattore?) .
    Ah, ti prego, non parlarmi della nocività delle emissioni del carbone, che lo trovo scritto dappertutto, o dell’ intermittenza delle rinnovabili, fin lì ci arrivo.

  89. Lauraon Ott 31st 2016 at 14:29

    @ robertok6

    Mi sembra che Lei sia incapace di un dibattito sul merito. Le ho mostrato le carenze delle sue citazioni a supporto dell’affermazione ““l’aumento di CO2 provochi una diminuzione della produzione agricola va contro le evidenze attuali” e ora mi risponde con un link a uno studio senza dati sulle produzioni agricole.
    Vabbè, la lascio ai suoi deliri di onnipotenza. Au revoir.

  90. robertok06on Ott 31st 2016 at 15:55

    “Laura:

    “Mi sembra che Lei sia incapace di un dibattito sul merito.

    … mi risponde con un link a uno studio senza dati sulle produzioni agricole.”

    ???

    Ma come non ci sono dati? Ho citato la FAO, si o no?
    Ho fornito in precedenza DUE links a siti della FAO, uno e’ questo:

    http://statistics.amis-outlook.org/data/index.html

    Ci sono DATI di produzione di cereali di vario tipo o no? Si o no?

    Che fai, trolli? E diamine!

  91. Igor Giussanion Ott 31st 2016 at 16:41

    Non volevo più intervenire perché io quando dico ‘è l’ultimo commento’ è l’ultimo per davvero (anche se dopo mi viene augurato di morire lapidato e/o vengo tirato in ballo del tutto a sproposito), non sono uno che dice ‘ultimo, giuro!’ e poi ne scrive altri quindici. Però non se ne può più di questa storia che il merito del boom di produzione di cereali sarebbe da attribuire all’aumento della CO2… Ecco di cosa è davvero merito (confronto dati del 2014 rispetto al 2006)= +6% dell’estensione dei terreni dedicati ai cereali (FAOSTAT); consumo complessivo di fertilizzanti in agricoltura +12,7% (IFADATA), di cui la quota maggiore è dedicata ai cereali; consumi energetici agricoli +10,9% (IEA), dove anche qui i cereali fanno la parte del leone. Non ho trovato dati globali riguardanti pesticidi ed erbicidi ma potete tranquillamente consultare il database FAOSTAT e verificare che in certi paesi in una ventina d’anni il loro utilizzo è talvolta più che triplicato.
    Faccio notare che è in gioco una quantità spropositata di risorse non rinnovabili: idrocarburi non solo per i combustibili dei macchinari ma anche per realizzare i fertilizzanti azotati; minerali di fosfati che probabilmente hanno già raggiunto o sono prossimi al picco di produzione. Insomma, si tratta di un enorme gigante dai piedi di argilla, per cui non so se è il caso di ostentare tutto questo entusiasmo.

  92. stephon Ott 31st 2016 at 20:49

    roberto
    “che porta supporto alla mia classificazione di “modellini”…
    …anche perché il lavoro di Kirkby et al. si basa proprio su modellini e simulazioni
    \\”Here we build a global model of aerosol formation using extensive laboratory-measured nucleation rates involving sulfuric acid, ammonia, ions and organic compounds”\\
    Perfetta coerenza, touché.

    “quando mai avrei parlato di misure in laboratorio “falsificate”?”
    Chiedo scusa, ricordavo male certe sue risposte come questa o quest’altra nelle quali diceva:
    \\”Gli scienziati hanno dei loro modelli, o sviluppano modelli di altri. Hanno dati. Cercano di adattare i risultati dei modelli ai dati… non come fa l’IPCC spesso che adatta i dati ai modelli… vedi le infinite correzioni (le chiamano “omogeinizzazioni” proprio delle temperature).”\\
    \\”Nella climatocatastrofia di oggi, i MODELLI sono confrontati con DATI spesso taroccati o estratti da mille proxies in maniera, come dire?… “creativa”?”\\
    Effettivamente non parlava di misure in laboratorio “falsificate”, lo lasciava solo deliberatamente intendere.

    “quindi anche questa mia disattenzione non inficia le mie conclusioni in quel messaggio… o tu trovi che lo faccia? Fammi sapere.”
    Non parlavo del fatto che le sue conclusioni siano inficiate o meno, solo del fatto che ha fornito dei dati sbagliati.

    “non sei terrorizzato?”
    No, visto che vivo in Svizzera 😀

  93. robertok06on Ott 31st 2016 at 20:52

    @igor

    Che il 70% dell’aumento sia dovuto alla CO2 lo dice lo studio che ho indicato.
    Per quel che riguarda la parte finale del tuo messaggio “ultimo, giuro”, l’entusiasmo non lo ostenta nessuno… io MI LIMITO a dire che l’aumento della CO2 in atmosfera fa crescere meglio le piante… diamine, non si chiama “effetto serra” mica per caso no?… mi prendi in giro o che?

    Le piante C4 sono affette da questo fenomeno piu’ delle C3… vedasi discussione senza capo ne’ coda con ocasapiens.

    Per quel che riguarda la tua ultima frase, l’alternativa e’ lo sterminio di centinaia di milioni di abitanti del pianeta, meglio cosi’?

    Mah.

  94. Lauraon Ott 31st 2016 at 22:02

    Senta Robertok06, ma ci è o ci fa?
    dalla sua ultima risposta mi sembra che non sta capendo proprio di cosa stiamo parlando. Per vedere se la CO2 e quindi il global warming provoca un aumento della produzione agricola non bastano i dati delle produzioni agricole in aumento (e quindi: siccome la CO2 aumenta… vedi che la CO2 e il GW fanno bene). Se così fosse, tutti quelli che studiano il legame fra trend climatici e rese agricole, e si fanno il mazzo per mettere a punto modelli e poi pubblicano i risultati su Science e Nature, sarebbero dei polli: basta fare vedere che le rese agricole sono aumentate ed ecco fatto: la CO2 fa bene.
    Invece mi creda, non sono dei polli, il pollastro è Lei, che non considera che per valutare l’effetto della CO2 bisogna togliere altri fattori che possono influire sul trend. Altrimenti può dire che l’aumento della CO2 influenza anche l’aumento dell’altezza di mia figlia o della barba di mio marito.
    Il legame ai dati FAO che mi ha proposto non prova nulla, se non che Lei non sa come va impostato un discorso di attribuzione in campo climatico. Si studi qualcosa, farsi dare ripetizioni qui dai climalteranti non basta se non si applica un poco a leggere qualche articolo che le viene suggerito.
    Un consiglio infine: la smetta con quel tono da sotuttoio, la rende antipatico mentre Lei a me pare solo una persona che ha bisogno d’aiuto.

  95. oca sapienson Ott 31st 2016 at 23:33

    roberto06k,
    certo che lo conosco

    Ne dubito. Riporta un comunicato stampa di maggio mentre il paper citato da Steph è uscito venerdì scorso, e smentisce Kirkby. Come 2 dei 3 pubblicati in maggio, conferma che “variations in cosmic ray intensity do not significantly affect climate…”

    io MI LIMITO a dire che l’aumento della CO2 in atmosfera fa crescere meglio le piante
    come tutti possono vedere, non è così. Lei ripete che l’aumento della CO2 atm fa aumentare la produzione di cibo, citando a sostegno di questa sua idea un comunicato stampa che riguarda fogliame non commestibile.

    dire che l’aumento di CO2 provochi una diminuzione della produzione agricola va contro le evidenze attuali.
    Tutte le “evidenze attuali” – compresi i dati FAO da lei citati – dicono che la produzione agricola aumenta per altre cause.

    la poderosa macchina multi-miliardaria dell’IPCC
    Consiste in 12 impiegati di cui 2 a metà tempo. Comprese le spese per le rassegne commissionate dai governi e scritte da volontari, costa in media $7,5 milioni/anno.
    In confronto il CERN costa $1,3 miliardi/anno e spende $65 milioni/anno in elettricità.

    L’ESC non dipende soltanto dal raddoppio della CO2 o per calcolarla basterebbe l’equazione di Arrhenius…

  96. mercurioon Nov 1st 2016 at 05:17

    @robertok06
    http://www.greenpeace.org/italy/Global/italy/report/2016/GPJ_Fukushima_Radiation_Reloaded_Report.pdf
    La natura incontaminata di Fukushima. Più o meno come in Svizzera

  97. robertok06on Nov 1st 2016 at 07:48

    @mercurio

    Continui con la spazzatura… adesso Greenpeace!… come chiedere a Re Erode cosa ne pensa dei bambini infanti… se vai avanti cosi’ resterai ignorante, ti avverto…

    Esempio (tratto dallo “studio” di GP):

    “The IAEA’s average deposition density for 137Cs throughout Fukushima Prefecture is
    100 kBq/m2.”

    Ogni km2 di superficie terrestre emette 6 curie, 6 volte 37 miliardi di decadimenti al secondo, di origine naturale… principalmente K-40, ma anche tutti i prodotti di decadimento del terribile uragno, e torio… radon… etc…
    Fanno 222 kBq/m2, cioe’ piu’ del doppio di quanto e’ emesso dal Cs-137.
    Vediamo quale dose di radiazioni siano associabili a una tale densita’ superficiale di contaminazione di Cs-137? E’ piuttosto facile:

    Da questo documento, di nuovo, scritto da ricercatori/istituzioni competenti, non GP che ha un’agenda anti-nucleare “a priori” e non ha scienziati seri e competenti…

    http://www.irsn.fr/FR/Larecherche/publications-documentation/fiches-radionucleides/Documents/sante/CS137SAN.pdf

    … puoi vedere, tabella in fondo a pag.3… “depot”, cioe’ effetti di una deposizione superficiale di Cs-137 (il caso discusso dalla setta antinucleare GP nel documento da te linkato)… il coefficiente di dose efficace e’ uguale a 5.55E-16 (Sv/s)/(Bq/m2)… fin qui ci siamo? Sono risultati di misure, bada bene!… non puppoli con modellini.

    5.55E-16 x 100000 = 5.55E-11… moltiplichi questo per i secondi di un anno (31.5 milioni) e ottieni 1.75E-3 Sv/anno.
    Questo significa che passare 24h/24 (irrealistico) su una superficie contaminata con 100 mila Bq/m2 di Cs-137 ti espone a meno di 2 mSv/anno aggiuntivi (cioe’ oltre ai 2,5 che ogni giapponese si becca comunque, di origine naturale).
    La radioprotezione e, soprattutto, decenni di esperienza e dati scientifici epidemiologici in medicina nucleare, ci dicono che applicando il modello lineare senza soglia (LNT)… che e’ conservativo e non applicabile a dosi basse… ad ogni Sv supplementare di dose assorbita si puo’ associare un aumento del 5% della probabilita’ di sviluppare una patologia tumorale nei 70 (SETTANTA) anni successivi all’esposizione.
    Se moltiplichi 0.05 (il 5%) per 0.00175 (i Sv/anno) hai il risultato finale: un aumento dello 0,0000875, cioe’ 0,00875% di sviluppare un tumore a seguito dell’esposizione a quella dose di radiazioni da Cs-137.
    Questo significa (te lo metto giu’ chiaro perche’ e’ evidente che non ci arrivi da solo), che se hai una popolazione di 100 mila abitanti tutti sottoposti alla stessa dose da Cs-137 (i 100kBq/m2) una frazione di 0,0000875 di essi sviluppera’, stocasticamente parlando, un tumore nei 70 anni seguenti l’esposizione.
    100 mila moltiplicato per 0,0000875=8.75…. arrotondiamo a 10 persone.

    Nei 70 anni in questione, stando alle statistiche di popolazione per il giappone, circa il 30% delle morti sono dovute a tumori, e…

    http://www.stat.go.jp/english/data/nenkan/pdf/yhyou02.pdf

    … tabella a pag.36… colonna “death rate”… il tasso di mortalita’ (tutte le cause) nel 2013 e’ stato di 1,74 per ogni 100mila abitanti… assumendo che diminuisca e resti attorno a 1 come media, si hanno 70 morti in 70 anni per ogni 100mila abitanti… rispetto ai 9 del calcolo pessimistico basato sulla LNT.
    Diamine, un aumento del 13% circa!… no?
    No.
    L’analisi non deve fermarsi qui: uno deve chiedersi… “quanti morti ci sarebbero stati se NON ci fosse stato il nucleare (e quindi l’incidente) di Fukushima?”… perche’ di energia elettrica i giapponesi avrebbero avuto bisogno anche se non ci fosse stato il nucleare.

    Anche considerando solo i 6 reattori della centrale (4,7 GWe in totale), e non tutto il parco nucleare giapponese, i 6 hanno generato nei 32-40 anni di funzionamento dell’ordine di (non ho tempo di cercare i dati esatti) 1000 TWh.
    Negli anni 70, quando i 6 reattori sono entrati in produzione le alternative erano carbone, olio combustibile, o gas (divenuto popolare, quest’ultimo, solo negli ultimi anni, pero’).
    La mortalita’ associabile al carbone DEGLI ANNI 70, con misure/dispositivi di abbattimento del particolato, metalli pesanti, arsenico, etc… lontane da quelle di oggi, e’ stata di almeno 20~30 morti/TWh elettrico prodotto… quindi il nucleare in giappone ha RISPARMIATO la vita di 20~30 x 1000 = da 20 a 30 MILA persone.

    Le persone razionali (che quindi non si applica a te, purtroppo) dovrebbero sempre fare una “analisi costi-benefici”, specialmente quando si tratta di politiche energetiche… e chiunque sia razionale e applichi il metodo scientifico ti dira’ che applicare una tecnologia che anche nel caso di incidenti catastrofici come quello di Fukushima che produce una decina di morti nei 70 anni a seguire, ma ne salva decine di migliaia, e’ “la” tecnologia da applicare.
    Nota che, non a caso, questo e’ il ragionamento che ha portato il noto climatologo James Hansen, ed il suo collega Pusker Kharekha, a scrivere il celebre articolo a favore del nucleare, questo:

    http://pubs.giss.nasa.gov/abs/kh05000e.html

    … dove si legge che, ANCHE considerando Fukushima…

    “Using historical production data, we calculate that global nuclear power has prevented an average of 1.84 million air pollution-related deaths and 64 gigatonnes of CO2-equivalent (GtCO2-eq) greenhouse gas (GHG) emissions that would have resulted from fossil fuel burning.

    On the basis of global projection data that take into account the effects of the Fukushima accident, we find that nuclear power could additionally prevent an average of 420,000-7.04 million deaths and 80-240 GtCO2-eq emissions due to fossil fuels by midcentury, depending on which fuel it replaces.”

    Hai capito come funziona la faccenda, e come si ragiona o non ancora? Non perdere tempo con greenpeace… lasciali perdere, che e’ meglio!

    ————–

    Ad ogni modo, oggi sono di buon umore, ho avuto una buona notizia… , ti passo roba di marca, affidabile… soprattutto scritta da professionisti competenti, ma non sprecarla, non deludermi ancora una volta, OK?

    http://www.irsn.fr/FR/connaissances/Installations_nucleaires/Les-accidents-nucleaires/accident-fukushima-2011/fukushima-2016/Pages/0-fukushima-daiichi-en-2016-sommaire.aspx#.WBhIsC0rJEY

    Ciao.

  98. robertok06on Nov 1st 2016 at 07:55

    @ocasapiens

    “Ne dubito. Riporta un comunicato stampa di maggio mentre il paper citato da Steph è uscito venerdì scorso, e smentisce Kirkby. ”

    Sempre piu’ forte la nostra pennuta sapiente!… Kirkby smentisce… se stesso, dato che e’ nella lista degli autori dell’articolo citato da Steph.

    Il fatto fondamentale, che ti/vi sfugge, e’ che, anche se l’effetto dei raggi cosmici fosse ridotto, rispetto al clima, rimane che fin’ora NON c’erano misure sperimentali realizzate in condizioni controllate come quelle di CLOUD, e quindi i modellini farlocchi hanno per decenni usato dati presi a caso o, meglio, fissati su valori che minimizzassero l’impatto dei RC sul clima… perche’ alla fine tutto quello che i climatocatastrofisti vogliono, e’ che risulti che il solo responsabile dei cambiamenti climatici sia la velenosissima CO2 (il noto cibo per piante, come oramai persino tu avrai capito).

    Riprova pure quando vuoi.

  99. robertok06on Nov 1st 2016 at 08:02

    @ocasapiens

    “Lei ripete che l’aumento della CO2 atm fa aumentare la produzione di cibo, citando a sostegno di questa sua idea un comunicato stampa che riguarda fogliame non commestibile.”

    Quante volte riesci a ripetere una bugia, ocasapiens?

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth

    “Green leaves use energy from sunlight through photosynthesis to chemically combine carbon dioxide drawn in from the air with water and nutrients tapped from the ground to produce sugars, which are the main source of food, fiber and fuel for life on Earth. Studies have shown that increased concentrations of carbon dioxide increase photosynthesis, spurring plant growth.”

    Spurring PLANT growth, cosa vuol dire?

    L’articolo di NASA cita questo (gia’ citato e discusso, ma con l’ocasapiens bisogna ripeter almeno 10 volte)…

    http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n8/full/nclimate3004.html

    … che dice:

    “We show a persistent and widespread increase of growing season integrated LAI (greening) over 25% to 50% of the global vegetated area, whereas less than 4% of the globe shows decreasing LAI (browning). Factorial simulations with multiple global ecosystem models suggest that CO2 fertilization effects explain 70% of the observed greening trend, followed by nitrogen deposition (9%), climate change (8%) and land cover change (LCC) (4%). CO2 fertilization effects explain most of the greening trends in the tropics, whereas climate change resulted in greening of the high latitudes and the Tibetan Plateau. ”

    … dal quale una persona razionale e logica deduce che “PIU’ CO2 e’ una buona cosa per il pianeta” (almeno fin’ora, i modellini mostreranno eventualmente che nel 2350 le cose cambieranno, ne sono sicuro). Piu’ “verde” ai tropici (dove vive una fetta consistente dalla popolazione povera del pianeta), e anche a latitudini maggiori le cose vanno meglio… addirittura l’altopiano Tibetano!

    Riprova pure, ma senza bugie, per favore. Dopo un po’ stufano, e la tecnica di ripeterle per stancarmi, cercare cavilli, come un pugile che colpisce ai fianchi l’avversario… con me non funziona… ti avverto.

    Ciao.

  100. robertok06on Nov 1st 2016 at 08:16

    @ocasapiens

    “la poderosa macchina multi-miliardaria dell’IPCC
    Consiste in 12 impiegati di cui 2 a metà tempo.Comprese le spese per le rassegne commissionate dai governi e scritte da volontari, costa in media $7,5 milioni/anno.”

    Cerrrrto!… la Figueres e Rajendra “ciuf ciuf” Pachauri si facevano le fotocopie da soli, perche’ non avevano neanche la segretaria!…

    Come scritto qui…

    “At the end of this month 40,000 politicians, officials, green activists, lobbyists and journalists from 195 nations will converge outside Paris – at Europe’s largest airport reserved only for private jets – for a conference they hope will change the world.”

    … chi avrebbe pagato per tutto questo? … e tutte le CoP precedenti?

    Ma tu ci credi veramente alle stupidaggini che scrivi?

    —————

    “In confronto il CERN costa $1,3 miliardi/anno e spende $65 milioni/anno in elettricità.”

    A parte che il CERN ha un budget che non e’ quello che dici tu, ma…

    https://press.cern/facts-and-figures/budget-overview

    … vorrei solo farti notare che il CERN fa ricerca scientifica per conto di circa 1/2 miliardo di cittadini Europei (limitandosi ai paesi membri, e tralasciando quelli associati, osservatori, etc…), cioe’ costa ai contribuenti europei dell’ordine di 2 Euro/anno/procapite… e con quali successi!… mentre l’IPCC con 12 impiegati di cui 2 a meta’ tempo sicuramente non la fa.

    Per darti un’idea della stupidaggine che hai scritto, il CERN costa all’italia (che contribuisce per l’11,6% al budget annuale), circa 125 milioni/anno… cioe’ 2 Euro/procapite… mentre il fantastico fottovoltaico intermittente che seguendo i precetti di molti adepti alla teoria climatocatastrofista bisognerebbe installare a go-go, costano 6,7 MILIARDI di Euro/anno… cioe’ 54 volte di piu’.

    Per quel che riguarda il consumo di elettricita’, e’ vero, il CERN consuma circa 1,3 TWh/anno (piu’ del cantone di Ginevra intero)… ma e’ a piu’ del 90% elettricita’ CO2-free… dato che arriva dalla vicina Frrrrrancia, che la produce principalmente con quella tecnologia che gli utenti mercurio e igor non capiscono.
    Voila’.

    Per concludere, una supplica: se non ti spari di continuo sui piedi mi fai un favore, sta diventando imbarazzante doverti correggere ogni volta… adesso pontifichi e vieni ad insegnarmi e fare battutine senza senso anche sul CERN? Ma chi ti credi di essere? Oh!

  101. robertok06on Nov 1st 2016 at 08:21

    @Laura (in modalita’ “ocasapiens”)

    “Per vedere se la CO2 e quindi il global warming provoca un aumento della produzione agricola non bastano i dati delle produzioni agricole in aumento (e quindi: siccome la CO2 aumenta… vedi che la CO2 e il GW fanno bene).”

    Ah!… ma allora e’ una cosa infettiva… siete tutti uguali qui?

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth

    … che cita…

    http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n8/full/nclimate3004.html

    … che dice…

    “We show a persistent and widespread increase of growing season integrated LAI (greening) over 25% to 50% of the global vegetated area, whereas less than 4% of the globe shows decreasing LAI (browning).
    Factorial simulations with multiple global ecosystem models suggest that –> CO2 fertilization effects explain 70% of the observed greening trend CO2 fertilization effects explain most of the greening trends in the tropics climate change resulted in greening of the high latitudes and the Tibetan Plateau. <–"

    Bastera'? Nahhhh… non ci conto.

  102. Lauraon Nov 1st 2016 at 08:57

    @ robertok06

    ok, Lei non capisce, ci rinuncio, bye bye

  103. robertok06on Nov 1st 2016 at 10:14

    @ocasapiens sapiens

    “L’ESC non dipende soltanto dal raddoppio della CO2 o per calcolarla basterebbe l’equazione di Arrhenius…”

    L’ESC non so cosa sia, la ECS e’ definita cosi’:

    “Equilibrium climate sensitivity
    The equilibrium climate sensitivity (IPCC 1990, 1996) is defined as the change in global mean temperature, T2x, that results when the climate system, or a climate model, attains a new equilibrium with the forcing change F2x resulting from a doubling of the atmospheric CO2 concentration.”

    … quindi e’ definita come effetto del raddoppio della componente forzante (o come diavolo si dice in italiano) per un raddoppio della CO2… quindi NON puoi ire che non dipenda solo dal raddoppio della CO2… e l’equazione di Arrhenius serve a poco o nulla in un sistema con mille feedbacks, molti forse ancora non scoperti, del sistema climatologico terrestre.
    Augh!… ho detto. 🙂

  104. robertok06on Nov 1st 2016 at 10:32

    @steph

    “roberto
    “che porta supporto alla mia classificazione di “modellini”…
    …anche perché il lavoro di Kirkby et al. si basa proprio su modellini e simulazioni
    \\”Here we build a global model of aerosol formation using extensive laboratory-measured nucleation rates involving sulfuric acid, ammonia, ions and organic compounds”\\
    Perfetta coerenza, touché.”

    Touche’ anch’io… e quanto a coerenza non avrei mai creduto di doverti far notare che i modellini di Kirkby et al su CLOUD sono modelli applicati e verificati in condizioni controllate e ripetibili, mentre i modellini farlocchi che vengono usati per pronosticare un futuro di morte a causa della terribile CO2 sono basati su parametri spesso non/mal/poco conosciuti (vedasi ECS), utilizzando proxies di tutti i generi possibili e immaginabili, spesso con margini di errore non noti anche perche’ i detti proxies si riferiscono a fenomeni accaduti a volte milioni di anni fa…

    Se non ti e’ chiara la differenza fra utilizzare CLOUD iniettando quantita’ precisamente note di composti chimici perfettamente noti rispetto a, che so?… l’analisi di foraminiferi e spore di 3 milioni di anni fa… beh… e’ della serie “Houston, we have a problem here!”… non posso fare molto per te.

    Mi sei simpatico, ma devi riprovare pure tu. Mi spiace.

  105. robertok06on Nov 1st 2016 at 10:44

    @Laura

    OK, rinuncia pure, ma carta canta…

    http://www.nasa.gov/feature/goddard/2016/carbon-dioxide-fertilization-greening-earth

    http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n8/full/nclimate3004.html

    —————-

    @Laura

    “Per vedere se la CO2 e quindi il global warming provoca un aumento della produzione agricola non bastano i dati delle produzioni agricole in aumento (e quindi: siccome la CO2 aumenta… vedi che la CO2 e il GW fanno bene).”

    … e i due link sopra, scritti e riscritti piu’ volte, NON sono dati di produzione agricola, o mi sbaglio? Sono misure da satelliti NASA, e misure…

    “We show a persistent and widespread increase of growing season integrated LAI (greening) over 25% to 50% of the global vegetated area, whereas less than 4% of the globe shows decreasing LAI (browning).”

  106. oca sapienson Nov 1st 2016 at 19:15

    robertok06
    quindi NON puoi dire che [l’ESC] non dipenda solo dal raddoppio della CO2…

    citation, please.

    e l’equazione di Arrhenius serve a poco o nulla in un sistema con mille feedbacks

    E oltre alla CO2, altre forzanti di cui tener conto per stimare l’ESC.

  107. robertok06on Nov 2nd 2016 at 05:14

    @ocasapiens

    “robertok06
    quindi NON puoi dire che [l’ESC] non dipenda solo dal raddoppio della CO2…
    citation, please.”

    Mi prendi in giro? Mi messaggio delle 10:14 di ieri… testo copiato-incollato da documento IPCC…

    “Equilibrium climate sensitivity
    The equilibrium climate sensitivity (IPCC 1990, 1996) is defined as the change in global mean temperature, T2x, that results when the climate system, or a climate model, attains a new equilibrium with the forcing change F2x resulting from a doubling of the atmospheric CO2 concentration.”

    “… is DEFINED….” e’ –> DEFINITA <– (la ECS)…. "… come il risultato di un raddoppio della concentrazione atmosferica di CO2".

    Problemi ANCHE con l'inglese? 🙂

  108. mercurioon Nov 2nd 2016 at 05:37

    @robertok06
    Il documento dell’irsn ammette che le centrali nucleari devono essere ristrutturate perché così come sono attualmente, alla luce dell’incidente di fukuschima, risultano insicure.
    A questo punto bisogna parlare di costi
    http://energyskeptic.com/2015/nuclear-power-never-econ-viable-never-will-be/
    “Nuclear reactors are simply not competitive. They are not competitive at the beginning of their life cycle, when the build/cancel decision is made, and they are not competitive at the end of their life cycles, when the repair/retire decision is made. They are not competitive because the U.S. has the technical ability and a rich, diverse resource base to meet the need for electricity with lower cost, less risky alternatives. Policy efforts to resist fundamental economics of nuclear reactors will be costly, ineffective and counterproductive.”
    A fukuschima si è sfiorata una catastrofe per puro caso, e comunque è stato necessario rimuovere lo strato superficiale del terreno. Ancora non si sa come mettere la centrale in sicurezza. Sempre che ci si riesca.(è tutto scritto nei link precedenti)
    Credo che le competenze di chi ha costruito gli impianti in giro per il mondo debbano essere impiegate per chiuderli. Perché anche sbarazzarsene è difficile e costoso, e c’è il rischio che restino lì per sempre con tutti i loro problemi non risolti.
    Con questo chiudo e mi rassegno a ricevere la tua paternalistico risposta.

  109. robertok06on Nov 2nd 2016 at 07:33

    @mercurio

    “A questo punto bisogna parlare di costi
    http://energyskeptic.com/2015/nuclear-power-never-econ-viable-never-will-be/

    Ancora spazzatura!… buon appetito… de gustibus…

    “Nuclear power never economical”? Brucia carbone, allora.

    Toh, fatti una flebo di DATI:

    http://www.rte-france.com/en/eco2mix/eco2mix-mix-energetique-en

  110. mercurioon Nov 2nd 2016 at 09:10

    @robertok06
    Allora, parliamoci chiaro. Credo che tutta questa energia che si usa nel mondo faccia solo gli interessi delle classi agiate. Gran parte di quello che consumiamo non serve a niente.
    E’ inutile dire o questo o quello, o il nucleare o il carbone.
    Bisogna pensare a quale fonte energetica sia più scalabile e produca i minori effetti collaterali.
    Il picco del petrolio è davanti a noi, non c’è nessun macchinario che faccia lavoro che usi energia elettrica.Come le movimenti le risorse per costruire e mantenere in sicurezza le tue centrali?
    In un lasso di tempo di qualche decennio, se non intervengono scoperte risolutive tutto l’attuale apparato industriale è destinato a fermarsi per mancanza di gasolio. Forse non è neppure necessario aspettare decenni, basta una crisi finanziaria di quelle buone.
    Io nel mio piccolo trovo giuste le ragioni che vengono esposte in questo documento.
    https://www.odi.org/sites/odi.org.uk/files/resource-documents/10964.pdf

  111. robertok06on Nov 2nd 2016 at 11:06

    @mercurio

    “Bisogna pensare a quale fonte energetica sia più scalabile e produca i minori effetti collaterali.”

    Scalabile a piacere, baseload, di durata infinita, e a basso costo, con effetti collaterali praticamente nulli, anche tenendo conto degli incidenti? Nucleare no. 1.

    1)L’idro su larga scala e’ baseload, durata infinita, e a basso costo (ma non ambientale, anche senza incidenti), ma non scalabile a piacere;

    2)I fossili sono scalabili a piacere ma di durata finita e con grossi efffetti collaterali, ambientali e sanitari;

    3) Le biomasse hanno emissioni non trascurabili, impatti ambientali troppo grossi una volta raggiunto un certo livello di penetrazione;

    4) Le rinnovabili intermittenti sono scalabili in teoria, ma in pratica una volta raggiunta una penetrazione pari al loro fattore di capacita’ (variabile da paese a paes) non lo sono piu’, perche’ anche se ne installi non puoi sfruttarle, o puoi farlo in maniera marginale. Non sono baseload, sono altamente stagionali, e questo richiede l’utilizzo di backup sotto forma di centrali a fossili (non c’e’ altra alternativa), e cio’ riporta al punto 2 sopra;

    Finalmente hai citato un articolo/studio non completamente spazzatura…. purtroppo e’ inficiato da molto wishful thinking e dei sani pregiudizi.
    Quattro pannelli fottovoltaici sopra ai tetti in ondulato nelle township dei paesi poveri non sono quello che serve ai paesi poveri e/o in via di sviluppo, a quelli serve tanta energia 24h/24, 365 giorni/anno…

    http://pubs.rsc.org/en/content/articlehtml/2014/ee/c3ee42125b

    Questo e’ quanto gia’ adesso succede…

    https://www.scientificamerican.com/article/coal-trumps-solar-in-india/

    “Dharnai, a community of about 3,200 people in eastern India’s Bihar state, had been without electricity for three decades. So when activists with Greenpeace set up a solar-powered microgrid in July of 2014, the excitement was palpable.

    But, residents said, the problems started almost immediately.

    When the former chief minister of Bihar state visited to inaugurate the grid, villagers lined up to protest, chanting, “We want real electricity, not fake electricity!”
    By “real,” they meant power from the central grid, generated mostly using coal. By “fake,” they meant solar.”

    Madre Natura ha deciso che le rinnovabili intermittenti non potranno mai, su questo pianeta, soddisfare i bisogni energetici di 10 miliardi di abitanti, e assicurare loro standard di vita dignitosi (simili a quelli di cui godiamo noi… se TU pensi che LORO non debbano poterne godere ti invito ad andare DA LORO a spiegargli il perche’… ma occhio al possibile linciaggio, e’ un consiglio d’amico…).

    Ciao.

  112. robertok06on Nov 2nd 2016 at 11:25

    @mercurio

    “Il picco del petrolio è davanti a noi, non c’è nessun macchinario che faccia lavoro che usi energia elettrica.Come le movimenti le risorse per costruire e mantenere in sicurezza le tue centrali?”

    Con 410 TWh elettrici e il doppio sotto forma di acqua calda per eventuali processi industriali (e non), il nucleare francese e’ piu’ che in grado di generare l’energia necessaria a auto-mantenersi.

    l’Energy PayBack Time (EPBT) del nucleare e’ di pochi mesi, e il suo LCOE e’ di svariate decine.

    Tutto il ciclo del combustibile nucleare francese e’ praticamente 100% CO2-free e viene mandato avanti con elettro-nucleare… solo alcune attivita’ minerarie di estrazione a monte non lo sono… ma gli idrocarburi necessari a mandare avanti certe macchine potrebbero essere ottenuti per via elettrochimica utilizzando nucleare (idrolisi acqua e utilizzo dell’H2, la via piu’ facile, o idrocarburi a partire da catalisi di CO e l’H2 suddetto… Fischer-Tropsch utilizzata dall’industria da quasi un secolo).
    Non puo’ essere diversamente, perche’ stiamo parlando della forma di energia con la piu’ alta densita’ di tutte…. lo vuoi capire?

    Ti e’ andata a buca anche questa, e sai perche’? Perche’ non ti informi adeguatamente, e perche’ hai dei preconcetti ideologici basati su fobie e leggende metropolitane anti-nucleari. Non e’ paternalismo il mio e, credimi, vorrei non doverle scrivere certe cose, ne’ nei tuoi confronti ne’ di altri… ma purtroppo questo e’ il triste stato delle cose.
    Devo ancora trovare UN anti-nucleare che sia tale su basi razionali, e che non debba ricorrere a bugie, travisamenti della realta’ (e dei dati!), esagerazioni, leggende metropolitane e fobie, etc…

    La buona notizia e’ che da tale stato di ignoranza puoi uscire… “non e’ mai troppo tardi”, come titolava quella famosa trasmissione della TV quando ero piccolo… anche se tu sicuramente non sai di cosa sto parlando. Era per combattere l’analfabetismo, anche se nel tuo caso si tratta di analfabetismo scientifico.
    Questo e’ un mio piccolo contributo in tal senso, non sprecarlo:

    https://goo.gl/xOu7tD

    Ciao.

  113. mercurioon Nov 2nd 2016 at 12:25

    Tutto il ciclo del combustibile nucleare francese e’ praticamente 100% CO2-free e viene mandato avanti con elettro-nucleare… solo alcune attivita’ minerarie di estrazione a monte non lo sono… ma gli idrocarburi necessari a mandare avanti certe macchine potrebbero essere ottenuti per via elettrochimica utilizzando nucleare (idrolisi acqua e utilizzo dell’H2, la via piu’ facile, o idrocarburi a partire da catalisi di CO e l’H2 suddetto… Fischer-Tropsch utilizzata dall’industria da quasi un secolo).
    Si, con questo siamo oltre le mie possibilità di replica.
    Mi fermo qui.
    È stata una discussione faticosa ma utile.

  114. stephon Nov 3rd 2016 at 08:06

    roberto
    “… che cita…http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n8/full/nclimate3004.html”
    \\”Here we use three long-term satellite leaf area index (LAI) records and ten global ecosystem models to investigate four key drivers of LAI trends during 1982–2009.”\\

    “e quanto a coerenza non avrei mai creduto di doverti far notare che i modellini di Kirkby et al su CLOUD sono modelli applicati e verificati…etc etc etc”
    Prendo atto che si passa da “Nella climatocatastrofia di oggi, i MODELLI sono confrontati con DATI spesso taroccati” a “i modellini di Pincopallo et al sono modelli applicati e verificati etc etc etc”. Un ragionevole passo avanti, ma si può fare ancora meglio, coraggio

    “utilizzando proxies di tutti i generi possibili e immaginabili…”
    Siamo tutti in trepidante attesa che Lei ci fornisca DATI (come li chiama/scrive Lei stesso) del lontano passato senza l’utilizzo di indicatori vicarianti. Siamo sicuri, anche qui all’UniBe, che Lei li conserva gelosamente e siamo disposti a pagarla bene pur di averne accesso. Tanto i soldi non ci mancano, nella nostra “macchina multi-miliardaria dell’IPCC”, obv. 😀

  115. stefano carnevalion Nov 13th 2016 at 14:46

    @roberto
    ho letto tutti i documenti da te postati..non ho preclusioni mentali verso il nucleare..anzi.
    I lavori da te linkati sono convincenti, ci mancherebbe altro che mi mettessi a dubitare di autorità giapponesi o istituzioni sanitarie..
    a me apparivano strani alcuni dati..conoscendo discretamente il ‘mondo’ delle misurazioni, anche se non sono un fisico e non ho di certo le tue competenze in tale ambito.
    Giusta l’osservazione, a proposito di misurazioni, sul fatto che la radioattività la si misuri ad un metro da terra..nei video che ho visto, alcuni recenti, alcune persone -a molti km di distanza dalla centrale- misurano a terra valori abbastanza elevati..ma non pericolosi per la salute..
    insomma si parla di materiale deposto dopo l’incidente che stenta a perdere attività..poi i rilievi fatti a 1m da terra rilevano valori piuttosto normali..
    ovviamente a me non farebbe piacere vivere in un posto con una radioattività ‘allegra’ al suolo, visto che mangio anche prodotti della terra..prodotti che, appunto, crescono a pochi cm dal suolo..
    Sapevo delle attività presso la centrale di Chernobyl (sia pure con protezioni, precisi orari di lavoro/esposizione e controlli periodici) e sicuramente ribadisco e sono d’accordo col concetto di energia pulita..
    il nucleare diventa un problema in caso di incidenti e comunque rimane un impegno per le generazioni future anche lo stoccaggio del materiale residuo.
    Un saluto.
    stefano

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