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Before the flood, un film da vedere

L’attore e produttore Leonardo di Caprio e il regista Fisher Stevens hanno realizzato un bel film-documentario sul tema del cambiamento climatico, intitolato “Before the flood – Punto di non ritorno”, che può essere visto gratuitamente qui in italiano  (e qui in inglese), noleggiato o acquistato su diverse piattaforme (qui). 

Il film-documentario racconta il viaggio di Di Caprio come ambasciatore delle Nazioni Unite sul tema del cambiamento climatico, un racconto interessante, ricco di contenuti ma soprattutto di immagini mozzafiato: un collage di riprese eccezionali sui ghiacci della Groenlandia e dell’Antartide, sulle alluvioni, sulla distruzione delle barriere coralline. Ma anche sui villaggi indiani poveri di energia, sulla Gigafactory Tesla, sulle assemblee dell’ONU.

Come in tutti i documentari del National Geographic, la natura è enfatica, spettacolare anche quando è stata antropizzata e inquinata. Un elicottero sorvola una pianura striata di nero e di grigio fino all’orizzonte: nella provincia canadese dell’Alberta, le sabbie bituminose hanno sostituito la foresta boreale canadese.

Il montaggio fa irrompere paesaggi immensi negli ambienti chiusi o riparati dove sono ripresi gli incontri dell’attore, a ricordare con insistenza che il tema ha le dimensioni dell’intero pianeta. Sorprende un po’ che Di Caprio sia così rigido, quasi impacciato. Forse è una scelta deliberata, per dar risalto alle emozioni mostrate dai suoi interlocutori senza concentrare l’attenzione su di sé, ma è un sollievo quando ogni tanto smette di aggrottare la fronte.

Il film mostra i dati del riscaldamento in corso e previsto per il futuro, con numerose interviste a glaciologi e climatologici (fra cui Jason Box, Johan Rockstrom e Michael Mann), economisti e uomini politici. Mostra i volti e le frasi dei tanti negazionisti che negli Stati Uniti hanno inquinato il dibattito sul cambiamento climatici, e i loro legami con le lobby dei combustibili fossili. È un racconto scientificamente solido, con solo piccole imprecisioni (le più vistose le scritte CO2 e CH4 con 2 e 4 in apice anziché in pedice), ma che riesce ad essere interessante, a far capire la complessità della situazione attuale, l’urgenza delle azioni per fermare il surriscaldamento globale.

Anche se il film è carente nelle soluzioni proposte (molta attenzione è data solo a mangiare meno carne, non comprare prodotti contenenti olio di palma, non eleggere politici negazionisti), è un film da vedere, e da far vedere.

 

Testo di Stefano Caserini e Sylvie Coyaud

8 responses so far

8 Responses to “Before the flood, un film da vedere”

  1. Valentinoon Dic 22nd 2016 at 09:27

    Giustissimo! Abbiamo già iniziato a Bologna, con la proiezione organizzata da Cospe e Kilowatt, introdotta da Giovanni Fini, Alberto Zoratti e Valentino Piana (https://it-it.facebook.com/events/1871658539736758/). Altri eventi di cinema e ambiente in programma a breve.

  2. alsarago58on Dic 22nd 2016 at 09:30

    “i volti e le frasi dei tanti negazionisti che negli Stati Uniti hanno inquinato il dibattito”

    E che ora stanno tutti nel governo Trump…

  3. alsarago58on Dic 22nd 2016 at 09:32

    Il video in inglese su You Tube è stato rimosso, se c’è un altro link….

  4. Claudio Cassardoon Dic 22nd 2016 at 12:06

    Forse da qui, in modalità download (usando p.es. videodownloadhelper di Firefox).
    https://youtu.be/iax5YFz6MbU?list=PLrmekRV6nbk_jYq-sU7i64EhEhZTy01ig

  5. stefano carnevalion Dic 22nd 2016 at 19:01

    Film senza dubbio interessante..
    Come poi vanno le cose nella realtà lo spiega Di Caprio quando, chiaramente, dice alla rappresentante indiana che lo stile di vita degli americani non è in discussione..
    È un passaggio fondamentale perché dimostra ancora e più fortemente che in molti non hanno capito la correlazione tra clima e limiti fisici del pianeta..
    Quando anche gli americani se ne accorgeranno sarà troppo tardi..

  6. homoereticuson Dic 24th 2016 at 09:49

    @stefano carnevali
    Anche a me hanno colpito molto le parole del Di Caprio in quel punto del film. Condivido totalmente le sue considerazioni.

  7. GinoPon Dic 24th 2016 at 22:02

    Purtroppo e’ di poche ore fa l’annuncio della scomparsa di uno dei protagonisti del documentario, Pier Sellers, scienziato del clima, astronauta e direttore della divisione scienze della terra del NASA Goddard Space Flight Center: https://www.nasa.gov/press-release/nasa-administrator-remembers-nasa-scientist-astronaut-piers-sellers
    Molti siti ne ricordano oggi l’eccezionale percorso di studioso-astronauta-manager, tra cui quelli del Guardian:
    https://www.theguardian.com/science/2016/dec/24/climate-scientist-and-nasa-astronaut-piers-sellers-dies-aged-61
    e del New York Times:
    http://www.nytimes.com/2016/12/24/us/piers-j-sellers-climate-scientist-and-astronaut-dies-at-61.html
    Quasi un anno fa, il NYT aveva pubblicato un articolo di Sellers, che rifletteva sulla sua condizione di malato terminale e al contempo, di uomo impegnato nello studio del clima, che raccomando di leggere:
    http://www.nytimes.com/2016/01/17/opinion/sunday/cancer-and-climate-change.html

  8. Paolo Gabriellion Dic 25th 2016 at 18:42

    Bel film ma non innovativo. Introduttivo piuttosto, colpisce chi viene a contatto per la prima volta con il problema climatico, come i giovanissimi. Nella maggior parte delle persone mi sembra possa rinforzare l’idea che il problema climatico impatta posti meravigliosi e lontani, cosi’ lontani da risultare tranquillizzante. E dopo 5 minuti non ci si ricorda piu’ del problema.

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