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Impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa

Il 25 gennaio scorso è stato presentato a Bruxelles il nuovo rapporto su impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa (Climate change, impacts and vulnerability in Europe 2016,) redatto dall’Agenzia Europea per l’Ambiente (European Environment Agency – EEA).

Il rapporto è una valutazione degli impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa basata su indicatori dei passati e futuri cambiamenti climatici e sui risultati della recente ricerca scientifica. Inoltre il rapporto prospetta la necessità di dare maggiore impeto alle politiche di adattamento e di rafforzare la conoscenza scientifica.

Il rapporto presenta lo stato dell’arte su quanto l’Europa dovrà fronteggiare nei prossimi decenni a causa dei cambiamenti climatici. Il quadro è in generale preoccupante – tutte le regioni europee e tutti i settori subiranno conseguenze negative (con qualche minore eccezione per la produttività di alcune colture in alcune regioni), e in particolare, l’Europa meridionale sarà particolarmente colpita, e quindi anche l’Italia subirà impatti severi, anche se è per l’Europa Sud orientale che ci si attende la situazione peggiore.

 

Figura 1. La Copertina del Rapporto dell’Agenzia Europea per l’Ambiente

Il rapporto è stato sviluppato dall’EEA in collaborazione con il centro tematico europeo ETC/CCA (European Topic Centre on: Climate Change impacts, vulnerability and adaptation), il JRC (Joint Research Centre della Commissione Europea), l’ECDC (European Centre for Disease Prevention and Control), il WHO (World Health Organisation – Regional Office for Europe) e altri due centri tematici europei (ETC-BD e ETC-ICM). Questo è il quarto rapporto, pubblicato ogni quattro anni, della Agenzia Europea per l’Ambiente che si concentra su impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa, Questa edizione in particolare ha lo scopo di sostenere il processo di attuazione e revisione della Strategia di Adattamento 2013 dell’UE, previsto per il 2018, nonché lo sviluppo di strategie e piani di adattamento nazionali e transnazionali.

Illustriamo i contenuti del rapporto riportando nel seguito di questo post, parte del testo del comunicato stampa con cui l’Agenzia Europea per l’Ambiente ha annunciato la sua pubblicazione.

Un messaggio centrale di Cambiamenti climatici, impatti e vulnerabilità in Europa al 2016 è che, i cambiamenti osservati nel clima stanno già avendo ripercussioni di ampia portata in Europa sugli ecosistemi, l’economia, la salute umana e il benessere. Continuano a registrarsi nuovi record relativamente alle temperature globali ed europee, all’incremento del livello del mare e alla riduzione della banchisa nell’Artico. Il carattere delle precipitazioni sta cambiando, generalmente rendendo le regioni umide in Europa ancora più umide e quelle secche ancora più secche. Il volume dei ghiacciai e del manto nevoso sono in diminuzione. Allo stesso tempo, gli eventi climatici estremi, quali ondate di calore, forti precipitazioni e siccità, stanno aumentando in frequenza e intensità in molte regioni. In base alle indicazioni fornite da più accurate proiezioni climatiche, gli eventi estremi legati al cambiamento climatico aumenteranno in molte regioni europee.

“I cambiamenti climatici continueranno per molti decenni a venire. La portata dei futuri cambiamenti climatici e il loro relativo impatto dipenderà dall’efficacia dell’attuazione degli accordi globali per ridurre le emissioni di gas a effetto serra. Altrettanto importante sarà la predisposizione delle giuste strategie e politiche di adattamento per ridurre i rischi derivanti dagli eventi climatici estremi attuali e previsti”, ha affermato Hans Bruyninckx, direttore esecutivo dell’EEA.

Figura 2. I principali cambiamenti climatici ed impatti osservati e proiettati per il futuro per le principali regione biogeografiche in Europa (Map ES.1, pagina 25 del Rapporto)

 

Le zone sensibili ai cambiamenti climatici

Tutte le regioni europee sono vulnerabili ai cambiamenti climatici, ma alcune regioni subiranno ripercussioni più negative rispetto ad altre. Secondo le stime, l’Europa meridionale e sud-orientale è destinata a essere una zona sensibile ai cambiamenti climatici, in quanto si prevede che dovrà affrontare il maggior numero di ripercussioni negative. Questa regione sta già affrontando forti aumenti degli eventi estremi relativi a ondate di calore e diminuzioni nelle precipitazioni e della portata dei fiumi, che hanno incrementato il rischio di siccità più gravi, di calo dei rendimenti dei raccolti, di perdita della biodiversità e d’incremento del rischio di incendi boschivi. Le ondate di calore più frequenti e i cambiamenti nella distribuzione delle malattie infettive sensibili ai cambiamenti climatici, dovrebbero aumentare i rischi per la salute e il benessere dell’uomo.

Le aree costiere e le pianure alluvionali nelle zone occidentali dell’Europa sono considerate zone sensibili in quanto esposte ad un aumento del rischio di inondazioni legato all’innalzamento del livello del mare e di un possibile aumento delle mareggiate. Il cambiamento climatico sta inoltre provocando grandi cambiamenti negli ecosistemi marini a causa dell’acidificazione degli oceani, del riscaldamento e dell’espansione di zone morte prive di ossigeno.

Gli ecosistemi e le attività umane nell’Artico saranno fortemente influenzati dal rapido incremento delle temperature dell’aria e del mare e dall’associato scioglimento dei ghiacciai terrestri e marini.

La maggior parte delle regioni e dei settori sarà influenzata negativamente, anche se in alcune di esse si potranno manifestare anche alcuni effetti positivi quali migliori condizioni per l’agricoltura in alcune zone del nord Europa.

Figura 3. Numero di possibili future ondate di calore molto intense in due differenti scenari di emissione (Map 3.6, pagina 79 del Rapporto)

 

Gli ecosistemi, la salute umana e l’economia

I cambiamenti climatici e altri fattori di stress, come i cambiamenti nell’uso del suolo, causano pressione negli ecosistemi e nelle aree protette di tutta Europa. Il report mette in evidenza come i gli impatti dei cambiamenti climatici rappresentino una minaccia per la biodiversità terrestre e marina. Molte specie animali e vegetali stanno subendo variazioni del loro ciclo di vita e stanno migrando verso nord e verso altitudini più elevate, mentre diverse specie invasive si sono stanziate nel territorio o hanno ampliato la loro area di influenza. Anche le specie marine, tra cui stock ittici commercialmente importanti, stanno migrando verso nord. Questi cambiamenti influenzano vari servizi ecosistemici e settori economici quali l’agricoltura, la silvicoltura e la pesca.

I principali effetti che i cambiamenti climatici hanno sulla salute sono legati ad eventi climatici estremi, ai cambiamenti nella distribuzione delle malattie sensibili al clima e alle variazioni delle condizioni ambientali e sociali. Negli ultimi dieci anni, le inondazioni dei fiumi e delle aree costiere hanno colpito in Europa milioni di persone. Gli effetti sulla salute riguardano lesioni, infezioni, esposizione ai rischi chimici e conseguenze per la salute mentale. Le ondate di calore sono diventate più frequenti e intense, causando decine di migliaia di morti premature in Europa. Qualora non vengano adottate misure di adattamento adeguate, questa tendenza è destinata ad aumentare e ad intensificarsi. La diffusione di specie di zecche, della zanzara tigre asiatica e di altri vettori di malattie aumenta il rischio di insorgenza di malattie quali la malattia di Lyme, l’encefalite da zecche, la febbre del Nilo occidentale, la dengue, la chikungunya e la leishmaniosi.

I costi economici legati ai cambiamenti climatici possono essere molto elevati. A partire dal 1980, gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici nei paesi membri dell’AEA, hanno generato perdite economiche superiori ai 400 miliardi di euro. Le stime disponibili relative ai costi futuri dovuti ai cambiamenti climatici in Europa considerano solo alcuni settori e mostrano una notevole incertezza. Si prevede che i costi dovuti ai danni legati al cambiamento climatico saranno più elevati nella regione del Mediterraneo. . L’Europa è altresì interessata dalle ripercussioni che i cambiamenti climatici hanno al di fuori del suo territorio sugli scambi commerciali, sulle infrastrutture, sui rischi geopolitici e la sicurezza e sui flussi migratori.

 

Migliorare l’adattamento e la conoscenza

L’integrazione dell’adattamento ai cambiamenti climatici in altre politiche è in corso, ma può essere ulteriormente migliorata. Altre ulteriori possibili azioni comprendono il miglioramento della coerenza delle politiche tra i diversi settori di intervento e i livelli di governo (UE, transnazionale, nazionale e sub-nazionale), approcci relativi ad una gestione adattativa più flessibile e alla combinazione di soluzioni tecnologiche, approcci basati sugli ecosistemi e misure “soft””.

In Europa sono in aumento lo sviluppo e l’utilizzo di servizi climatici e di adattamento. Una migliore conoscenza sarà utile in vari settori, ad esempio in relazione alle valutazioni della vulnerabilità e del rischio su diversa scala e relativamente al monitoraggio, rendicontazione e valutazione delle azioni di adattamento, dei loro costi e benefici nonché delle sinergie e dei compromessi con altre politiche.

 

Testo a cura di Sergio Castellari (Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, attualmente Esperto Nazionale Distaccato presso l’Agenzia Europea per l’Ambiente, autore principale del capitolo sulle vulnerabilità al cambiamento climatico nelle macro-regioni europee) e Andrea Bigano (Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici e Fondazione Eni Enrico Mattei, autore principale dei capitoli sugli impatti sul settore turistico e su quello energetico).

33 responses so far

33 Responses to “Impatti e vulnerabilità dei cambiamenti climatici in Europa”

  1. Luigi Bignamion Feb 6th 2017 at 09:16

    Grazie per questa news.

    sarebbe bello una vostra risposta ufficiale a questa notizia che ho verificato essere vera:

    http://www.dailymail.co.uk/sciencetech/article-4192182/World-leaders-duped-manipulated-global-warming-data.html

    Chi “parla” non è certamente un pazzo, vista la notorietà…
    Grazie
    Luigi Bignami

  2. Paolo C.on Feb 6th 2017 at 10:36

    @Bignami

    http://variable-variability.blogspot.it/2017/02/david-roses-alternative-reality-noaa-Karl.html

    https://www.carbonbrief.org/factcheck-mail-sundays-astonishing-evidence-global-temperature-rise

  3. Fabio Vomieroon Feb 6th 2017 at 12:22

    Grazie al dott. Castellari per questa interessante relazione. Beh, mi sembra che purtroppo non ci siano grandi novità sperimentali e concettuali in vista dal campo scientifico. L’Italia peraltro sembra essere particolarmente a rischio dal punto di vista del riscaldamento globale visto che, dati alla mano (es. ISAC-CNR) le temperature stanno crescendo molto di più della media globale (hot spot climatico). Quello che mi chiedo però, Karl o non Karl, è come si possa ancora dubitare, non tanto delle cause, ma anche del riscaldamento globale stesso, quando, premesso che ogni misura comporta un qualche tipo di errore e che ogni modello è per definizione imperfetto sul dettaglio, tutti i dati a nostra disposizione lo testimoniano, compresi gli indicatori climatici ben evidenziati anche nell’articolo. Il rallentamento del rateo di crescita delle temperature, effettivamente osservato dal 2002 al 2013 (dodici anni), peraltro già morto e sepolto, non cambia comunque di molto la prospettiva delle cose ed è perfettamente compatibile con il quadro delineato dalla comunità scientifica, che prevede un aumento delle temperature sul lungo periodo forzato principalmente dalle attività umane (aumento della concentrazione di gas serra, disboscamento e uso del suolo), che può essere perturbato sul breve periodo dagli effetti combinati di altre cause naturali che esistono e che nessuno nega.

  4. robertok06on Feb 6th 2017 at 12:58

    Figurq 3: risultati di modelli, modelli, e ancora modelli… YAWN!….

    Vabbe’, dai….

    Vediamo qualcosa di concreto… chi c’e’ dietro alla European Environmental Agency?

    Il capo? Hans Emiel Aloysius Bruyninckx: born March 20, 1964) is a Belgian political scientist and international relations scholar specialized in international and European environmental politics and policy.

    La sezione “Air and Climate Change” e’ guidata invece dal signor Paul McAleavey, che e’ descritto cosi’ sul sito della stessa EEA:

    “Paul McAleavey is Head of Air and Climate Change (ACC) at EEA. He is responsible for the strategic development of the Agency’s work in the areas of air quality and noise, air pollutant emissions, climate change mitigation and greenhouse gas emissions, as well as the cross-cutting themes on energy and transport.

    He has a BA honours degree in Political Science from the University of Strathclyde in Glasgow (1990) and a PhD from the Department of Social and Political Sciences at the European University Institute in Florence (1995). ”

    Forte no! L’agenzia europea per l’ambiente, che alla fine legifera (o fa legiferare, stessa cosa) su materie di ambiente e clima ha a capo e come capo della sezione che si occupa di clima due laureati in scienze politiche.

    Come diceva quello?… a pensare male molto spesso ci si azzecca? Mi sa che aveva ragione lui.

    I rest my case.

  5. Luigi Bignamion Feb 6th 2017 at 14:40

    Grazie mille per le indicazioni datemi. Saluti. Luigi

  6. stephon Feb 6th 2017 at 18:12

    @Luigi Bignami
    un contributo anche da uno dei co-autori del paper famoso di Karl et al. 2015 accusato dal “Fail on Sunday” (come viene notoriamente chiamato il tabloid inglese) di manipolazione dei dati di T globale.
    Fra l’altro, la cosa più ridicola di tutte queste accuse di manipolazione è che senza le correzioni apportate dal gruppo afferente alla NOAA, il trend globale sarebbe maggiore.
    Delle due l’una: o si applicano correzioni ai dati ogniqualvolta serve farlo – per es. per ridurre discontinuità dovute a fattori di contorno che sono indipendenti da ciò che viene misurato, come si fa in tutti i campi della scienza, normal good science – , oppure se non piacciono le correzioni ai dati allora bisogna anche accettare che il riscaldamento globale è maggiore di quanto mostrano le attuali serie storiche.

    Qui e qui due interessanti tweets, il primo di Gavin Schmidt…

  7. oca sapienson Feb 6th 2017 at 18:51

    robertok06,
    Bruyninckx e McAleavey non sono gli autori del rapporto, infatti.

    chi c’e’ dietro alla European Environmental Agency?

    I governi dei suoi paesi membri

    L’agenzia europea per l’ambiente, che alla fine legifera (o fa legiferare, stessa cosa) … ha a capo e come capo della sezione che si occupa di clima due laureati in scienze politiche

    Nella realtà, l’EEA coordina e pubblica studi su costi-benefici ambientali e sociali delle politiche economiche decise o proposte da istituzioni politiche della UE, da governi e Regioni – su loro richiesta.
    Secondo lei, quali sono le competenze necessarie per capire la richiesta e il suo contesto?

  8. robertok06on Feb 6th 2017 at 22:28

    @ocasapiens

    “Nella realtà, l’EEA coordina e pubblica studi su costi-benefici ambientali e sociali delle politiche economiche decise o proposte da istituzioni politiche della UE, da governi e Regioni – su loro richiesta.”

    No. Copio e incollo dal loro sito:

    “The European Environment Agency provides sound, independent information on the environment for those involved in developing, adopting, implementing and evaluating environmental policy, and also the general public. In close collaboration with European Environmental Information and Observation Network and its 33 member countries, the EEA gathers data and produces assessments on a wide range of topics related to the environment.”

    Per poter raccogliere dati e coordinare studi su costi-benefici ambientali serve essere competenti in una qualche materia afferente all’ambiente… e l’ultima volta che ho visto la lista di esami di un corso di laurea in scienze politiche non mi ricordo di aver letto ne’ climatologia ne’ fisica dell’atmosfera, e nemmeno glaciologia.

    Cosa e’ rappresentato sulla copertina della pubblicazione oggetto di questo thread?

    a) Un ghiacciaio che si ritira a causa del terribile gas “pollutant” CO2 (ipse dixit EPA)…

    … o…

    b) Una qualsiasi rappresentazione di una grandezza “sociale”, come dici tu?

    Non a caso cliccando sul documento “key findings” si trova una lista lunga un km di effetti nefasti, praticamente tutti legati all’ambiente per la cui comprensione e’ necessaria la padronanza di una qualche scienza esatta legata al clima.

    Questa tua difesa d’ufficio dell’ennesimo carrozzone “ambientalista” della commissione europea fa acqua da tutte le parti.

  9. Lauraon Feb 7th 2017 at 08:07

    @ Roberto
    @ Vediamo qualcosa di concreto… chi c’e’ dietro alla European Environmental Agency?

    E’ TUTTO UN GOMBLOTTO!!!

    Il capo? Hans Emiel Aloysius Bruyninckx: born March 20, 1964) …

    ma perchè non guarda il CV degli autori del rapporto?
    Magari scopre che hanno più pubblicazioni e/o citazioni di Lei, nel loro settore, che è quello su cui scrivono

    Oppure pensa che loro lo scrivono e poi il capo lo cambia (il Gomblotto!!)?

    Mi piacerebbe sapere da Castellari e Bigano se hanno avuto interferenze del capo nello scrivere la loro parte

  10. Stefano Caserinion Feb 7th 2017 at 09:38

    ma non è possibile discutere del merito di cosa dice il rapporto, piuttosto che cercare di mettere in discussione la credibilità di chi lo pubblica? Mi sembra solo un modo per evitare di affrontare la realtà

  11. sergioon Feb 7th 2017 at 12:34

    @robertok06

    Gentile robertok06,
    il rapporto EEA che lei cita include non solo proiezioni climatiche mediante modelli, ma anche osservazioni. Inoltre include valutazioni di impatti e vulnerabilità e politiche di adattamento in Europa.

    Riguardo la struttura EEA, questa include esperti di varie tematiche (e.g. fisica dell’atmosfera, oceanografia, biologia, ingegneria ambientale, policies, economia, ecc.).
    Seguendo il suo approccio si dovrebbero avere solo ambientalisti di ONG o scienziati ambientali come ministri dell’ambiente?
    E solo scienziati (scienze fisiche/matematiche/biologiche/mediche) come ministri della ricerca?
    Ma quali tipi di scienziati per il MIUR? Fisici delle particelle, astrofisici, climatologi, biologi, medici, ingegneri? e perche non giuristi e politologi?
    Se ha letto i vari rapporti di valutazione dell’IPCC (Intergovernmental Panel on Climate Change) avrà trovato che questi rapporti sono una valutazione dello stato delle conoscenze nel campo della scienza del climate change: includono osservazioni e modellistica (WGI), impatti, vulnerabilità e adattamento (WGII), quindi contributi che vanno dalla fisica dell’atmosfera, oceanografia, biologia, economia, sociologia e policy ecc., e scenari e valutazioni politico-economiche ed energetiche (WGIII). Quindi lo studio del clima è uno studio integrato che include tanti diversi saperi e fa affidamento anche ai contributi dei politologi e dei sociologi.

    Riguardo la EEA (acronimo in Italiano: AEA – Agenzia Europea dell’Ambiente).
    “L’Agenzia europea dell’ambiente (AEA) è un’agenzia dell’Unione europea. Il nostro compito consiste nel fornire informazioni valide e indipendenti sull’ambiente. Siamo una fonte di informazione di primaria importanza per coloro che si occupano dello sviluppo, dell’adozione, dell’implementazione e della valutazione delle politiche ambientali, ed anche per il pubblico in generale.
    L’AEA ha il seguente mandato:
    a) Aiutare la Comunità ed i paesi membri a prendere delle decisioni fondate in merito al miglioramento dell’ambiente, integrando considerazioni di carattere ambientale nelle politiche economiche e progredendo verso la sostenibilità
    b) Coordinare la rete europea di informazione ed osservazione ambientale (Eionet).

    L’AEA attualmente conta 33 paesi membri e sei paesi cooperanti. La rete europea di informazione ed osservazione ambientale (Eionet) è una rete di partenariato dell’AEA e dei paesi. L’AEA è responsabile dello sviluppo della rete e del coordinamento delle sue attività. A tal fine lavora a stretto contatto con i punti focali nazionali, in genere agenzie nazionali dell’ambiente o ministeri dell’ambiente, che sono incaricati del coordinamento delle reti nazionali cui partecipano numerose istituzioni (circa 350 in tutto).
    I clienti principali sono le istituzioni dell’Unione europea – la Commissione europea, il Parlamento europeo, il Consiglio – e i nostri paesi membri. In aggiunta a questo gruppo centrale di attori politici europei, serviamo anche altre istituzioni comunitarie, come il Comitato economico e sociale e il Comitato delle regioni.
    Anche il mondo economico, il mondo accademico, le organizzazioni non governative ed altri componenti della società civile sono importanti fruitori delle nostre informazioni. Cerchiamo di instaurare un sistema di comunicazione bidirezionale con i nostri clienti, al fine di identificare correttamente le loro necessità informative ed assicurarci che le informazioni fornite siano comprese e recepite da parte loro.”
    fonte: http://www.eea.europa.eu/it/about-us/who/who-we-are

    Qui invece può scaricare una Brochure in Italiano con ulteriori informazioni:
    http://www.eea.europa.eu/it/publications/l2019agenzia-europea-dell2019ambiente-chi-siamo

  12. robertok06on Feb 7th 2017 at 21:37

    @Laura

    “Magari scopre che hanno più pubblicazioni e/o citazioni di Lei, nel loro settore, che è quello su cui scrivono”

    @caserini
    “ma non è possibile discutere del merito di cosa dice il rapporto, piuttosto che cercare di mettere in discussione la credibilità di chi lo pubblica?”

    Cherchez l’erreur.

    Laura: cerco di spiegarmi con un paio di esempi… secondo te se alla NASA degli anni 60 ci fosse stato uno con la laurea in scienze politiche invece che Werner von Braun, sulla luna gli USA ci sarebbero arrivati?
    Secondo esempio: secondo te e’ un caso che da quando a capo della NASA non c’e’ qualcuno competente come WvB la NASA stessa ha letteralmente le pezze al cu.lo e deve ricorrere alle Soyuz russe per rifornire la sua stazione spaziale?
    Terzo esempio: secondo te e’ un caso che la NASA GISS deebba ricorrere quasi sempre e solo ai modellini farlocchi catastrofistici da quando ha a capo un matematico piuttosto che uno con una laurea e competenze specifiche in materie attinenti alla climatologia (non faccio nomi, so che sei sveglia)?

    Comunque, se cerchi “gomblotti” te ne do uno io subito, eccolo qui fresco fresco di stampa:

    http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2017/02/05/che-riflessi-pronti/

    … ove si scopre che il “gomblottista” John Bates che si sarebbe sparato sui piedi da solo (ipse dixit il pennuto) e’ questo qui…

    “… received his Ph.D. in Meteorology from the University of Wisconsin-Madison in 1986. Post Ph.D., he spent his entire career at NOAA, until his retirement in 2016. He spent the last 14 years of his career at NOAA’s National Climatic Data Center (now NCEI) as a Principal Scientist, where he served as a Supervisory Meteorologist until 2012.”

    ( ma probabilmente non passava il suo tempo su Tweet e Facebook o RealClimate, come gavino il modellista, quindi non conta ).

    E continua:

    “Dr. Bates’ technical expertise lies in atmospheric sciences, and his interests include satellite observations of the global water and energy cycle, air-sea interactions, and climate variability. His most highly cited papers are in observational studies of long term variability and trends in atmospheric water vapor and clouds.”

    Notare che, per far contento caserini, Bates ha criticato in base alla sua pluridecennale esperienza e competenza uno studio scientifico di cui si e’ tanto parlato… ed il risultato e’ stato quello che vediamo andando a leggere il link del pennuto…

    “CRAP (Conspirationist Recursive Alternative Phacts) di Bates, Curry & Rose”

    … cosi’ en passant il pennuto stesso si e’ anche tolto dalla scarpa il sassolino Judith Curry, che solo a leggerne il CV ti sembra di recitare al divina commedia tanto e’ lungo… a proposito, per restare nel campo dei “gomblotti”, qualcuno sa in che cosa sia laureata la diffamatrice Sylvie Coyaud o e’ un segreto da non svelare neanche sotto tortura? CRAP?… la curry e bates?… e poi viene a fare la morale a me?

    Ad majora!

  13. stephon Feb 7th 2017 at 23:17

    robertok06
    “secondo te e’ un caso che la NASA GISS deebba ricorrere quasi sempre e solo ai modellini farlocchi catastrofistici…”
    come in ogni campo delle scienze sperimentali, come in ogni produzione di dataset frutto di osservazioni etc etc etc. La scienza lavora con i modelli da un sacco di tempo, se ne era mai accoerto? Farlocchi è una sua invenzione, catastrofistici pure. Come già detto zillanta volte, non sono infallibili (se uno ha solo una vaga idea di che cosa sia un modello di simulazione del clima, non si sognerebbe di etichettarlo nelle due categorie infallibile oppure farlocco come fa Lei), ma non per questo possono essere descritti nella maniera ingenua che fa Lei e poi pretendere di avere ragione a prescindere.

    …”da quando ha a capo un matematico piuttosto che uno con una laurea e competenze specifiche in materie attinenti alla climatologia”
    a proposito di gomblottismi&c: sempre in prima fila anche nel 2017 a sparar balle, eh? Come se uno con expertise in materie attinenti alla climatologia non possa iniziare da un B.A. in matematica. Lo dice per rendere interessanti le cose che scrive usando l’ironia?
    Gavin Schmidt: B.A. in Matematica (come anche in zillanta altre università e Politecnici, per dire. Ad es. anche in quel politecnichino che risponde al nome ETH :”Institute for Atmospheric and Climate Science” – Prospective MSc Students: …You have a Bachelor’s degree in science and a solid scientific background in mathematics, physics, chemistry and biology”);
    PhD in matematica applicata alla fisica dell’atmosfera all’UCL (uhm…fisica dell’atmosfera…questa sconosciuta :D; Postdoc al Centre for Climate and Global Change Research della McGill; postdoctoral fellow alla NOAA…
    …e non vado avanti con le pubblicazioni perché solo a leggerne il CV ti sembra di recitare l’Iliade tanto e’ lungo…

  14. stephon Feb 7th 2017 at 23:30

    robertok06
    “Notare che, per far contento caserini, Bates ha criticato in base alla sua pluridecennale esperienza e competenza uno studio scientifico di cui si e’ tanto parlato… ed il risultato e’ stato quello che vediamo andando a leggere il link del pennuto…”
    Eh? Bates avrebbe criticato Karl et al. 2015 (sì, questo Karl , dal CV che a leggerlo ti sembra di recitare l’Odissea tanto è lungo) per far contento Caserini?
    O ha bisogno di vacanze perché perde colpi o è malato. E bene. Si curi.

  15. robertok06on Feb 8th 2017 at 12:45

    @sergio

    Se era rivolto a me, il tuo lunghissimo messaggio e’ stato inutile… ero gia’ al corrente dell’esistenza e dell’organizzazione della EEA… e, grazie, non ho bisogno di traduzioni in italiano, mastico l’inglisc piuttosto bene.

    —————–
    @steph

    “Eh? Bates avrebbe criticato Karl et al. 2015 (sì, questo Karl , dal CV che a leggerlo ti sembra di recitare l’Odissea tanto è lungo) per far contento Caserini?
    O ha bisogno di vacanze perché perde colpi o è malato. E bene. Si curi.”

    ??????? !!!! ?????
    Ti facevo normodotato… ma evidentemente mi sbagliavo. Peccato.

    Ho dato per scontato che Bates non sia stato al corrente di quello che caserini avrebbe detto DOPO di lui… ragiona steph!… e il mio “per far contento caserini” significava solo che, come caserini ha auspicato poco sopra, su questo blog…

    “ma non è possibile discutere del merito di cosa dice il rapporto, piuttosto che cercare di mettere in discussione la credibilità di chi lo pubblica? Mi sembra solo un modo per evitare di affrontare la realtà”

    … e’ proprio quello che Bates ha fatto con lo studio di Karl… cioe’ lo ha criticato sulla base del merito… in particolare la qualita’ dei dati usati e la riproducibilita’ dei risultati ottenuti… per inciso anche Science, passato da essere una pubblicazione prestigiosa ed equilibrata all’essere cheerleader dei climatocatastrofisti, ha chiuso un occhio proprio sulla sua stessa richiesta di disponibilita’ dei dati in forma elettronica come pre-requisito per la pubblicazione di articoli, in modo tale che altri ricercatori possano verificare/replicare i risultati… che strana coincidenza di eventi, no? (@laura: “gomblotto! gomblotto! “, ti accontento 🙂 ).

    Alla luce di tutto questo, mi pare chiaro che se io sono malato, steph, tu sei alla D859 di Schubert: https://www.8notes.com/scores/10711.asp

    Keep up with the good work, steph!

  16. Marcoon Feb 8th 2017 at 15:17

    @”Deniers Vari”:
    Certo che ormai gli argomenti dei vari scettici non sono più argomentazioni da bar e nemmeno da avanspettacolo, quanto invece da ultima spiaggia proprio: vedere ribattere ancora a degli studi scientifici con i soliti argomenti quali accuse di manipolazione se non vere e proprie falsificazioni dei dati, modelli farlocchi (che poi sono sempre quelli degli altri), teorie del complotto e quisquiglie simili, è proprio triste.
    Fortuna che la scienza del Clima, sicuramente, e la comunità internazionale, questa un po’ più lentamente, proseguono rispettivamente sulla strada della maggior comprensione dell’AGW e di una maggiore sostenibilità ambientale: l’unico neo è che la Terra corre più velocemente di entrambe, ma almeno non sarà l’opposizione di chi discute sull’aria fritta a rallentarle di un bruscoletto, soprattutto non la scienza climatica.

  17. stephon Feb 8th 2017 at 17:19

    robertok06
    “Ho dato per scontato…bla bla bla…”
    La lingua, robertok06, la lingua. È basilare per farsi capire. Se la usa a modo suo, poi…
    “Notare che, per far contento caserini, Bates ha criticato in base alla sua pluridecennale esperienza e competenza uno studio scientifico di cui si e’ tanto parlato”.
    Usa sempre il *per* in questo bizzarro modo? O lo fa per fare in modo che chi la legge la possa fraintendere meglio?

    ” e’ proprio quello che Bates ha fatto con lo studio di Karl… cioe’ lo ha criticato sulla base del merito…”
    Strano: sembra che lo stesso Bates non dica esattamente quello che dice Lei, effendi.
    Sembra che la quest sia piuttosto di natura…ehm…tempistica…
    “The issue here is not an issue of tampering with data, but rather really of timing of a release of a paper that had not properly disclosed everything it was,” he [Bates] said.
    Per correttezza, va detto che nell’intervista lo stesso Bates solleva il problema dell’utilizzo che il lavoro di Karl et al. hanno fatto di *dati sperimentali*. Ci sono robuste ed evidenti ragioni sul motivo per il quale i dati vengono corretti, ne ho parlato in lungo e in largo nel post dedicato sul mio blog (e anche in parte in quello del 2015).
    Tra l’altro, Bates dice anche che “NOAA officials can publish research that relies partially on experimental data, as long as the data are properly identified.”

  18. oca sapienson Feb 8th 2017 at 21:23

    robertok06,
    forse dovrebbe aggiornarsi? Bates ha smentito lunedì il CRAP di Bates, Curry e Rose al quale le crede ancora al punto di ricopiarlo qui.

    Difendo l’EEA? Citation please o non ci crede nessuno. Ho riassunto quello che lei ha copia-incollato per chiederle quale sarebbe il dottorato richiesto per diventarne direttore.
    Ci sono decine di discipline che si occupano di ambiente ognuna con le sue specializzazioni, ci dica lei qual è la specializzazione adatta – urban sanitation engineering, magari?

    Steph
    a paper that had not properly disclosed everything it was
    un altro che non ha cliccato “download supplement”.

  19. robertok06on Feb 8th 2017 at 22:32

    Post lungo… e’ il mio ultimo, abbiate pazienza… se non ce l’avete non leggetemi. Grazie.
    —————————
    Per quel che riguarda l’argomento di questo thread…

    “A partire dal 1980, gli eventi estremi legati ai cambiamenti climatici nei paesi membri dell’AEA, hanno generato perdite economiche superiori ai 400 miliardi di euro. Le stime disponibili relative ai costi futuri dovuti ai cambiamenti climatici in Europa considerano solo alcuni settori e mostrano una notevole incertezza.”

    … posso solo replicare che su questo sito (gia’ da me citato qui)… http://cred.be/

    … del Centro di Ricerca sull’Epidemiologia dei Disastri (naturali e non), dicono cose leggermente diverse… basate solo su DATI e non MODELLINI.

    Alla pagina “Publications”, http://cred.be/publications

    … si puo’ trovare questo studio…

    “Cred crunch 45: 2016 preliminary data1 – Human impact of natural disasters”

    … che dice cose come questa:

    ” On the other hand, the reported number of people affected by floods and storms is really low (5%) but this might be due to data reporting issues resulting from the difficulty in defining and measuring the “affected” variable.”

    Strano, no? Nell’anno “piu’ caldo di sempre” il numero di vittime di innondazioni e tempeste di tutti i tipi e’ “really low”, col disclaimer che i “reporting issues” sarebbero in aumento rispetto al passato???… e cosa dicono i modellini?… dovrebbero aumentare col global uormin’, o no?

    E questo? “Credcrunch 44: Poverty & Death: Disaster Mortality, 1996-2015”

    … Figura 1 “Annual deaths by major disaster category (climate-related & geophysical), 1996-2015”

    … praticamente gli stessi valori della categoria “Climate-related” negli ultimi 5 anni rispetto a quelli del periodo 1996-2002… come mai?…

    Poco dopo leggo che…

    “The incidence of storms resulting in fatalities declined decade on-decade over the past 20 years.
    Of the 1,985 storms resulting in lost lives between 1996 and 2015, the majority (1,019) occurred in 1996-2005.

    Storms also fell as a percentage of all recorded natural hazards, down to 26.9% in 2006-2015 from 29.4% the previous decade.

    This last decade was marked by a decrease in activity notably during the Atlantic hurricane seasons of 2014-2015 due to El Niño.”

    … cosa prevedevano i modellini?… o la docu-fiction “da Nobel” di Al Gore nel 2006?… che pronosticava disastri inenarrabili dopo il paio di annate precedenti con alto numero di uragani?… ed invece ci sono stati quasi 10 anni di assenza di uragani sulla terraferma USA????

    Reality bites, come dicono… ma la realta’ bisogna guardarla in faccia, non far finta che non ci sia.

    ————————

    @steph

    “a proposito di gomblottismi&c: sempre in prima fila anche nel 2017 a sparar balle, eh?”

    Quali balle? Che Gavino il Modellista e’ un matematico?
    Mah…

    “Come se uno con expertise in materie attinenti alla climatologia non possa iniziare da un B.A. in matematica.
    Lo dice per rendere interessanti le cose che scrive usando l’ironia?”

    No, lo dico dopo essermi informato su biografia e CV dello stesso Gavino, che si possono trovare facilmente in rete, per esempio questa lista delle sue pubblicazioni:

    https://pubs.giss.nasa.gov/authors/gschmidt.html

    … dove ti sfido a trovare qualche articolo nel quale non ci siano “modellini” farlocchi come argomento (e suo contributo)… per esempio questo tipo di titolo qui sotto (maiuscole mie) rappresentativo della sua produzione?…

    “An ice-free Arctic? Opportunities for COMPUTATIONAL SCIENCE”

    … o quello da te citato a McGill?… che ha come co-autore un altro matematico?

    E con cosa si fanno le “computations”… computer e modelli matematici o misure di temperatura dell’acqua dell’oceano con i secchi sulle navi (le boe Argo non vanno bene, ipse dixit Karl-quello-che-usa-i-dati-che-gli-fanno-comodo)? Dai, spara…

    “Gavin Schmidt: B.A. in Matematica (come anche in zillanta altre università e Politecnici, per dire. Ad es. anche in quel politecnichino che risponde al nome ETH :”Institute for Atmospheric and Climate Science” – Prospective MSc Students: …You have a Bachelor’s degree in science and a solid scientific background in mathematics, physics, chemistry and biology”);”

    Qui la mente vacilla, steph!… ovviamente preferiscono avere un dottorando con dimostrate capacita’ analitico/matematiche… piuttosto che uno con un major in musica o storia medievale, no te par steph?
    E’ una cosa che conosco benissimo, avendo lavorato per anni in una universita’ altrettanto prestigiosa e nota dell’ETH, non preoccuparti… non sono una scimmia su un albero che aspetta che steph gli passi le banane.
    Qui dove lavoro abbiamo parecchi matematici… “applicati” anche loro… chi per codificare complessi algoritmi di calcolo di, chesso’?… cromodinamica quantistica, o correzioni NNLO ai grafici di Feynman, ma questo non li fa diventare “fisici delle particelle”, anche se lavorano in un laboratorio di fisica delle particelle. Disegnino?

    Guarda caso proprio in questo momento sono supervisore di una dottoranda in matematica, con bachelor e master in matematica e specializzazione in metodi quasi-montecarlo… e ti assicuro che e’ e restera’ per sempre “matematica”, anche se dovesse restare qui dopo il dottorato, e lavorare su acceleratori e tecnologie connesse.
    La mente di un matematico rimarra’ tale, ad vitam aeternam.
    D’altronde, in questa intervista…

    http://www.amnh.org/learn-teach/seminars-on-science/about/faculty/gavin-schmidt

    … lo stesso Gavino dice questo di se stesso:

    “As a kid growing up in a small town in the southwest of England, Gavin liked mathematics so much that “it never really crossed my mind that I would do anything else.”
    But not pure math, as it turned out: at Oxford University he found himself clearly drawn towards applied mathematics.”

    Cannata pure questa hai.

    ‘PhD in matematica applicata alla fisica dell’atmosfera all’UCL (uhm…fisica dell’atmosfera…questa sconosciuta :D; Postdoc al Centre for Climate and Global Change Research della McGill; postdoctoral fellow alla NOAA…”

    Come hai detto, steph?… Ha un PhD in…?…. in MA….? in MATE….?… dilla la parola, lasciala uscire, steph!… liberati! 🙂 … c’e’ un posto libero alla sede “CA”, “Climatocatastrofisti Anonimi”, corri ad iscriverti, ti potranno aiutare a superare questo tuo blocco.

    Quanto al riferimento alla NOAA… “postdoctoral fellow alla NOAA…” vuoi dirmi/ci che alla NOAA non hanno neanche un matematico che ci lavora? ‘speta!… magari hai ragione… il che spiegherebbe molte cose. 🙂
    Commento piu’ farlocco non potevi fare.

    “…e non vado avanti con le pubblicazioni perché solo a leggerne il CV ti sembra di recitare l’Iliade tanto e’ lungo…”

    Infatti!… ha un CV prestigioso, nulla da dire, ma… (maiuscole mie)

    “He was educated at The Corsham School, earned a BA (Hons) in MATHEMATICS at Jesus College, Oxford, and a PhD in applied MATHEMATICS at University College London.”… oppps… poco sopra hai “dimenticato” anche il suo PhD in matematica?… come mai?… tu che per un “per” fuori luogo ti fai salire la pressione a 200?

    E’ un MATEMATICO APPLICATO di notevole livello… quelli che sminuiscono, dileggiano e diffamano senza pieta’ ne’ ragione anche persone altrettanto competenti le puoi trovare qui, per esempio…

    http://ocasapiens-dweb.blogautore.repubblica.it/2017/02/07/bates-curry-nel-serengeti/

    “Gli anti-scienza applicano la “strategia del Serengeti””

    … dove gli anti-scienza “CRAP” sarebbero anche la Curry e Bates…
    Dillo a lei, non dirlo a me.

    Occhio alle travi che sono in mano ai tuoi sodali, amigo, potrebbero arrivarti in un occhio!
    —————–

    @steph

    “Usa sempre il *per* in questo bizzarro modo? O lo fa per fare in modo che chi la legge la possa fraintendere meglio?”

    No, non applico il tuo metodo dialettico… non te ne sei accorto?

    Il mio errore e’ stato, piu’ che di grammatica, un errore di valutazione: ti avevo preso per uno sveglio… mi sono detto “roberto, avra’ capito che bates non puo’ aver detto qualcosa PER caserini quando caserini quella cosa l’ha detta il giorno dopo”… ma, ahime’, mi sbagliavo.
    Scusa.

    “Strano: sembra che lo stesso Bates non dica esattamente quello che dice Lei, effendi.”

    Esattamente in che senso… verbatim??? E chi sono, il suo porta-parola stenografo?
    Bates, nei testi che ho letto io in giro… e non li leggo tutti perche’ non ho la giornata intera libera per fare solo quello come la tuttologa tua sodale pennuta… Bates, dicevo, ha detto quanto io ho liberamente riportato qui, in lingua italiana, lui l’ha detto in inglese… mi pare chiaro.
    Ad ogni modo, per quelli come te esiste un termine/aggettivo in American English perfetto… dacci un’occhiata su un dizionario, questa: (secondo caso)

    http://www.macmillandictionary.com/dictionary/british/anal

    Ciao.
    ——————–
    @oca

    “robertok06,
    forse dovrebbe aggiornarsi? Bates ha smentito lunedì il CRAP di Bates, Curry e Rose al quale le crede ancora al punto di ricopiarlo qui.”

    Io ho ricopiato quello che ho letto il giorno che l’ho letto… se DOPO Bates ha detto altro non e’ che io devo sentirmi obbligato a corrergli dietro su internet e ricopiare tutto quello che dice… come ho detto al sodale qui sopra, non ho la fortuna di avere tutto il giorno libero per leggere tutto quello che e’ pubblicato ai 4 angoli del pianeta, come fai tu… (tranquilla… so che non ha 4 angoli, ha un’altra forma).

    “Difendo l’EEA? Citation please o non ci crede nessuno.”

    Rileggiti: trovi normale che su una pubblicazione che tratta di cambiamenti climatici il direttore dell’agenzia che lo ha scritto e il capo della sezione “Air and Climate Change” siano ambedue laureati in scienze politiche… non e’ una difesa questa? No? Vabbe’…

    “Ho riassunto quello che lei ha copia-incollato per chiederle quale sarebbe il dottorato richiesto per diventarne direttore.”

    A parte che mi pare di aver gia’ risposto… ma diciamo cosi’: il malaugurato giorno che tu dovessi aver bisogno di andare all’ospedale sono sicuro che vorresti che anche il direttore sanitario sia un medico, e non un laureato in scienze politiche.
    Sei una ragazza sveglia, sono sicuro che capirai l’analogia.

    Buon fine di serata.

    (oddio!… si puo dire “di serata” o avrei dovuto dire “della serata”???? diamine!… e adesso come faccio con steph?… e se mi coglie di nuovo in un gravissimo fallo come questo?…. mmmmh…. stay tuned… diamine se ha la stoffa il ragazzo…)

  20. stephon Feb 9th 2017 at 00:11

    robertok06
    “Quali balle? Che Gavino il Modellista e’ un matematico?”
    No, che la NASA GISS “ha a capo un matematico *piuttosto che* uno con una laurea e competenze specifiche in materie attinenti alla climatologia”.
    Come è evidente a chiunque tranne che a Lei, e come già scritto, uno con expertise in materie attinenti alla climatologia può tranquillamente iniziare da un B.A. in MATEMATICA (è di Suo gradimento lo stampatello maiuscolo, effendi?), non sta scritto da nessuna parte che per essere a capo di un istituto che si occupa di scienze atmosferiche e climatiche non si possa avere un B.A. in MATEMATICA. Ergo: essendo Gavin Schmidt un MATEMATICO con expertise e competenze specifiche in materie attinenti alla climatologia, è una balla la sua asserzione improntata su una disgiunzione logica.

    “dove ti sfido…o quello da te citato a McGill?…Quanto al riferimento alla NOAA…etc etc”
    Non c’è bisogno di sfidare nessuno e citare nulla. Mi sono limitato a ricopiare le prime righe del paragrafo “Education” del CV di Schmidt , se non le va bene e lo vuole confutare, si rivolga direttamente a lui che sarà fiero e stimolato a rispondere ad un illustre nobody in materia come Lei, effendi.

    “Qui la mente vacilla, steph!… ovviamente preferiscono avere un dottorando con dimostrate capacita’ analitico/matematiche… piuttosto che uno con un major in musica o storia medievale, no te par steph?”
    Ma prendi per i fondelli i lettori? O sei serio??? Dai, un minimo di dignità…

    “Qui dove lavoro abbiamo parecchi matematici… “applicati” anche loro…ma questo non li fa diventare “fisici delle particelle”, anche se lavorano in un laboratorio di fisica delle particelle.”
    Quindi? Che cosa vorrebbe dimostrare? Che la matematica applicata non possa permettere a MATEMATICI di diventare fisici dell’atmosfera?
    Vuole che le elenchi il numero di fisici dell’atmosfera (o di climatologi, oceanografi, geofisici…) partiti dalla MATEMATICA nel corso degli ultimi 50 anni? Stasera sono generoso, gliene elenco 4 (ma occhio, hanno tutti un CV che non riuscirà neppure a leggerne metà in una notte insonne…): Klaus , Suki , Joe Smag e…occhio, eh… Jim . Sì, proprio lui!
    Sbaglierò, ma l’impressione che dà è di uno che scrive perché si trova davanti tasti invitanti da provare a schiacciare.

    “La mente di un matematico rimarra’ tale, ad vitam aeternam”
    Se lo dice Lei, tutti sono tenuti a crederci, obv.

    “Come hai detto, steph?… Ha un PhD in…?…. in MA….? in MATE….?… dilla la parola, lasciala uscire, steph!… ”
    Occhiali nuovi, no? Costano troppo?
    Ho scritto due righe sopra: “‘PhD in ****matematica**** applicata alla fisica dell’atmosfera all’UCL”. Come? Ah, già, non ho usato lo stampatello maiuscolo. Tsk.

    “le boe Argo non vanno bene, ipse dixit Karl-quello-che-usa-i-dati-che-gli-fanno-comodo”
    Questo è Lei a dirlo, non Karl. Di nuovo: stessa impressione di prima.

  21. luigion Feb 9th 2017 at 06:50

    Gentilissimi tutti. Salve.
    Permettetemi di inserirmi nelle vostre discussioni che – scusate – sono molto fuorvianti.
    Sono stato il primo a chiedere un parere su quanto detto da Bates e poi tutto è precipitato. Mi spiace molto. Ora vorrei ricomporre le fila. Se possibile, ripeto se possibile, vorrei che mi rispondessero solo “scienziati” come il Prof Caserini e colleghi (che purtroppo non conosco). Non so se il Signor @roberto è un professore o ricercatore. Se lo è mi fa piacere sentire il suo parere, se non lo è gli chiedo di non rispondermi. Così come non mi interessa il parere della giornalista @oca, che seppur preparata non è autorevole. Grazie. Quel che avete fatto fino adesso infatti, è solo un bisticcio: potevate farlo altrove. Purtroppo vedo invece, che dilaga nei giornali e anche in molti siti di persone importanti dal punto di vista scientifico l’idea che il NOAA ha taroccato tutto. Se così non è, vorrei capire bene alcune cose:
    1) Perché Bates una mattina ha detto ciò che ha detto?
    a) per invidia, rancori personali?
    b) ha detto la verità
    c) ha creduto di dire la verità, ma sbaglia
    Sembrerebbe che quanto ha sostenuto Karl sia confermato da boe ARGO e altre ricerche. Ma allora non basta questo per far tacere il tutto?
    Anche sui dati ARGO ci sono diatribe?
    Ma ripeto la domanda: “Perché Bates si alza e afferma ciò che ha affermato?”
    Questo, secondo il mio umile pensiero, è il cuore del problema.
    Non mi si dica “bisogna chiederlo a lui”. Ok, io l’ho fatto, ma o non mi ha voluto rispondere oppure ho sbagliato mail e se qualcuno ha la mai corretta sarei felice di poterla avere, così gli rimando le domande. E vi prego perfavore: lasciate perdere i contrasti personali… Vorrei cose concrete, non filosofia o politica. Grazie. @luigi

  22. albertoon Feb 9th 2017 at 12:53

    Mi raccomando Caserini, lei che è dotato di poteri telepatici, li usi e faccia sapere a luigi come mai il Bates ha detto quel che ha detto.
    Dopo tutto, per molti conta poco se i risultati dei ricercatori e scienziati dalla NOAA pubblicati anno dopo anno nelle riviste climatologiche siano corrispondenti a quelli ottenuti indipendentemente dagli altri scienziati e ricercatori che lavorano in altre Nazioni ed in altre agenzie scientifiche del settore …
    conta di più a quanto pare se le chiacchiere di tizio o caio possano trovare qualche motivazione per loro plausibile.

  23. Stefano Caserinion Feb 9th 2017 at 13:02

    Caro Luigi, non capisco perchè rivolge la domanda “Perché Bates si alza e afferma ciò che ha affermato?” a me o ad altri scienziati. Non abbiamo certo una preparazione superiore per rispondere a questo tipo di domande, che richiedono altri tipi di competenze e prima di tutto di conoscere la persona stessa.
    Alla sua domanda rispondo quindi non so, e non mi pare così importante.
    Le segnalo sul tema l’ultimo post di Gavin Schmidt su Realclimate http://www.realclimate.org/index.php/archives/2017/02/serving-up-a-noaa-thing-burger/

  24. luigion Feb 9th 2017 at 14:15

    Grazie Professore, anche se speravo in qualcosa di più concreto. Ma non importa.
    Quanto al Signor Alberto, che non so chi sia, mi chiedo come mai le persone di tal genere siano sempre pronte a voler creare discordia. Battute, battutine… Ho fatto una domanda seria perché il Dr Bates ha fatto delle affermazioni pesanti. Mi chiedevo perché è giunto a tanto. Ho ipotizzato che tra ricercatori si sapesse trovare la risposta. Possibile, mi chiedo, che Bates è impazzito? Non c’è bisogno di scomodare battutine per rispondere alla mia domanda. Vedo che molti ricercatori stranieri hanno preso carta e penna e si sono messi a confutare quel che dice Bates e questo speravo che lo facessero anche ricercatori italiani, mentre invece ovunque vedo rimandi ad ricercatori stranieri.
    Grazie Professore del link, ma lo conoscevo già. Purtroppo non trovo nulla di simile al link fatto da ricercatori italiani. Questo è un vero peccato.
    Comunque Signor Alberto, se questo è il clima che si respira in questo sito, me ne vado e non ci torno più. E ancora Signor Alberto: il Dr Bates non ha fatto semplicemente chiacchiere: ha fatto un’affermazione importante e pesante. E pensavo che la cosa migliore fosse semplicemente spiegare perché ha sbagliato, non rispondere come ha fatto lei. Buon lavoro a tutti.

  25. stephon Feb 9th 2017 at 17:53

    @luigi
    “Permettetemi di inserirmi nelle vostre discussioni che – scusate – sono molto fuorvianti.”
    Ha ragione e mi scuso per aver contribuito a mandare off topic il post. Mi scuso anche con Caserini. Purtroppo succede di rispondere a commenti che non sono pertinenti con il tema del post e di entrare poi in una sorta di spirale che, per gli altri lettori, non porta a nulla.
    A dire il vero, anche la sua richiesta è off topic, ma almeno pare onesta e disinteressata.

    L’origine della diatriba, la trova sul penultimo post del mio blog.
    Sul perché Bates ha detto ciò che ha detto: per quanto ne so, una delle migliori sintesi la trova sul post di Peter Thorne, segnalato sul mio blog. La invito anche a leggere quel che realmente Bates ha detto (non riportato da giornali o siti di dubbia competenza). Lo trova nel sito che ho linkato nella mia risposta a robertok06 del Feb 8th 2017 at 17:19 e dal quale ho riportato alcuni passaggi essenziali, per comprendere la natura della diatriba.

    “molti siti di persone importanti dal punto di vista scientifico l’idea che il NOAA ha taroccato tutto”
    Beh, quelle persone importanti e i loro siti, se dicono questo, non hanno capito nulla della questione. Taroccare è ben altra cosa che correggere dati soggetti a distorsioni in grado di produrre discontinuità nei set.
    Ripeto: siccome le correzioni apportate dal gruppo afferente alla NOAA hanno ridotto il trend globale, sfido “quelle persone importanti” che dicono che la NOAA ha taroccato i dati a decidere. Delle due l’una: o si accetta che vengono applicate correzioni ai dati ogniqualvolta serve farlo, oppure se non piacciono le correzioni ai dati allora bisogna anche accettare che il riscaldamento globale è maggiore di quanto mostrano le attuali serie storiche. A meno di pensare che la NOAA “tarocca” i dati per ridurre il trend del GW. Il che avrebbe forse anche un senso, nel mondo del gomblottismo globale.

  26. oca sapienson Feb 9th 2017 at 18:03

    Luigi,
    mi scusi se le rispondo lo stesso, ma lei parla della cronaca che “dilaga nei giornali e anche in molti siti”. Da cronista forse posso chiarire due cose.

    Batesha fatto un’affermazione importante e pesante

    Da lunedì afferma invece che i dati e i risultati di Karl et al. non sono stati né manipolati né truccati in alcun modo. La cronaca di quei giornali e siti non è aggiornata.

    ovunque vedo rimandi ad ricercatori stranieri

    Le serie delle temperature globali sono tutte fatte da ricercatori stranieri, gli unici che possono dare ai cronisti informazioni di prima mano

  27. robertok06on Feb 10th 2017 at 13:04

    Numero 6, vediamo se passa…

    ———————

    “A meno di pensare che la NOAA “tarocca” i dati per ridurre il trend del GW. Il che avrebbe forse anche un senso, nel mondo del gomblottismo globale.”

    Ci sono stati sicuramente taroccamenti “al rialzo” del trend, non al ribasso, ottenuti semplicemente abbassando le temperature nel passato, per far aumentare lo scarto con quelle odierne.

    Non solo temperature dei mari, ma anche a terra… c’e’ una lista lunga un km di stazioni meteo che esistono da decenni e decenni, anche piu’ di un secolo, e che tutto d’un tratto hanno subito correzioni al rialzo, spesso ingiustificate. Ci sono stati un paio di casi “estremi” in Australia un paio di anni fa… vado a memoria, sia chiaro.

    D’altronde non si capisce bene per quale altro motivo uno dovrebbe preferire le temperature dei mari e oceani misurate con i secchi dal ponte nave e/o nelle prese d’acqua di raffreddamento dei motori delle navi… che non hanno mai utilizzato termometri sofisticati, in condizioni differenti da nave a nave.
    Preferire queste alle temperature misurate dalle 3800 boe autonome Argo, che hanno una specifica di misura delle temperature di 5 MILLESIMI di grado e’ pura follia, secondo me. Dato che gli scienziati di solito folli non sono, mi chiedo perche’ lo abbaino fatto e continuino a farlo.

    Si capiscono ancora meno affermazioni come il tweet di un paio di settimane fa’ (se non ricordo male) di Gavino il Matematico, che affermava che per poter calcolare in manera “precisa” la temperatura media globale del pianeta basterebbero 200 stazioni di misura opportunamente piazzate, ed ha aggiunto che il numero attuale di stazioni di misura e’ molto piu’ alto, e quindi la determinazione del trend della T media globale sarebbe “over-constrained”, e quindi affidabile (*).

    Sono queste le cose che mi rendono piu’ che scettico, e alle quali nessuno risponde mai in maniera convincente e scientifica… il tutto si risolve in un “sei un negazionista”, o “tutti sanno che e’ cosi'”, oppure “non vorrai mica dire che tutti questi scienziati climatologi non sanno quello che fanno, no?”… cioe’ tutte affermazioni/scuse anti- o al meglio pseudo-scientifiche.

    Poi, ovviamente, c’e’ chi crede ancora a babbo natale con la slitta tirata dalle renne che vola.

    Saluti.

  28. albertoon Feb 10th 2017 at 13:35

    @luigi:. non se la prenda. Un po’ d’ ironia su di una domanda imo stravagante non è una catastrofe.
    E’ che indagare sulle potenziali motivazioni psicologiche che hanno indotto il Bates a fare delle affermazioni può anche apparore una domanda seria, ma in tutta banalità non ha la minima rilevanza sui risultati che la comunità scientifica dei climatologi (dove l anazionalità non conta) raggiunge nel corso degli anni. Risultati che sono pubblici e disponibili a chiunque interessino in modo trasparente, secondo le normali regole della diffusione delle conoscenze scientifiche in divenire.

  29. oca sapienson Feb 10th 2017 at 17:13

    robertok06,

    Ci sono stati sicuramente taroccamenti “al rialzo” del trend, non al ribasso

    Me lo ricordo anch’io, c’era scritto sui blog complottisti con titoli tipo:

    <em<Global Warming Nazis Fake More Temperature Data (Switzerland and Australia).

    Gli stessi blog dai quali ricopia per esempio

    Preferire queste alle temperature misurate dalle 3800 boe autonome Argo, che hanno una specifica di misura delle temperature di 5 MILLESIMI di grado e’ pura follia, secondo me. Dato che gli scienziati di solito folli non sono, mi chiedo perche’ lo abbaino fatto e continuino a farlo.

    Nella realtà, le temperature Argo sono incluse nelle serie NOAA, NASA, Hadley, JMA da quasi dieci anni, e Berkeley Earth da quando esiste.
    Come scrivono Karl et al. 2015 , i dati Argo rialzano di 0,012 °C/decennio le temperature marine della serie ERSST 4 dopo il 1998, mentre le correzioni per il periodo 1880-1940 (i “secchi”) abbassano il trend del riscaldamento globale.

    Stesso risultato in Hausfather et al. 2017

  30. slixon Feb 10th 2017 at 19:49

    le correzioni riducono il trend globale delle sst.
    https://www.carbonbrief.org/guest-post-why-noaa-updates-sea-surface-temperature-record

  31. stephon Feb 10th 2017 at 23:40

    robertok06
    “Ci sono stati sicuramente taroccamenti “al rialzo” del trend, non al ribasso, ottenuti semplicemente abbassando le temperature nel passato, per far aumentare lo scarto con quelle odierne.”
    Ecco: è quel *sicuramente* che tradisce la veridicità del suo commento. In effetti, come già mostrato zillanta volte (e vedo sopra che sono in buona compagnia:-D è proprio l’opposto di quel che racconta Lei.

    “Non solo temperature dei mari, ma anche a terra… c’e’ una lista lunga un km di stazioni meteo che esistono da decenni e decenni … etc etc etc…”
    “D’altronde non si capisce bene per quale altro motivo uno dovrebbe preferire le temperature dei mari e oceani misurate con i secchi dal ponte nave … etc etc etc”
    “Preferire queste alle temperature misurate dalle 3800 boe autonome Argo…etc etc etc…”
    Si legga il mio post, pf, prima di sparare le solite balle.

    “Sono queste le cose che mi rendono piu’ che scettico, e alle quali nessuno risponde mai in maniera convincente e scientifica… il tutto si risolve in un “sei un negazionista…”
    Io non ho risposto così. Ripeto: si legga il post.

    “Poi, ovviamente, c’e’ chi crede ancora a babbo natale con la slitta tirata dalle renne che vola.”
    Ha perfettamente descritto se stesso.

  32. - Maurizio Pallanteon Feb 23rd 2017 at 06:38

    […] Fonte: Climateranti.it […]

  33. […] Fonte: Climateranti.it […]

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