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Ondate di calore e cambiamenti climatici: non occorre esagerare, la realtà è sufficiente

Spesso chi racconta dell’ondata di calore che sta avvolgendo l’Italia esagera senza motivo una realtà che è già da sola molto preoccupante, e dimentica di citare il legame con la causa principale, il surriscaldamento globale. Che nei prossimi anni renderà le ondate di calore ancora più intense e persistenti.

È in corso la quinta ondata di calore dell’estate, che mentre scriviamo entrerà nella sua fase più acuta, e quasi sicuramente sarà la più intensa delle cinque. Sembrano già finiti gli aggettivi ed i superlativi per descriverla, già usati per le precedenti e con il continuo uso della parola “record”, nonché di espressione da meteo-spettacolo (Caronti, Scipioni, Luciferi). Il fine è ovviamente rendere più attraente la notizia.

Per chi da tanti anni segue l’evolversi del surriscaldamento globale, quanto sta succedendo non sorprende affatto (come già detto in questo post); anzi, è proprio quanto la scienza del clima aveva previsto, sarebbe davvero strano se l’aumento delle temperature medie non fosse accompagnato dall’aumento della frequenza ed intensità delle ondate di calore.

Senza quindi voler sminuire il problema, vale la pena chiedersi se i toni di estremo allarmismo che sentiamo in questi giorni siano utili, o siano invece un modo per distrarre dalla comprensione della realtà del problema che stiamo vivendo in questi giorni, che non è un’emergenza, ma è solo l’inizio di un cambiamento che continuerà e si aggraverà nei prossimi anni e decenni.

***

Vediamo un esempio di questo allarmismo deteriore e anche un po’ comico, il post “Previsioni Meteo, allarme massimo: dall’1 al 7 Agosto l’ondata di caldo più forte degli ultimi 800 anni colpirà l’Italia” pubblicato su Meteoweb da Peppe Caridi: un esempio tra tanti, in quanto lo stesso discorso si potrebbe ripetere con altri siti o blog.

La locuzione “allarme massimo”, è criticabile per due motivi, insiti nel significato delle due parole. Non vogliamo affermare che l’ondata di calore non sarà intensa: anzi le proiezioni modellistiche disponibili da giorni forniscono scenari molto preoccupanti, sia per l’intensità sia per la durata previste dell’evento. Ma in Italia esiste la Protezione Civile che è deputata a diramare le allerte, e quindi a parlare di allarmi. E poi la parola “massimo” lascia intendere che si tratta del grado più alto di allarme, e siccome il resto del titolo menziona l’Italia, questo sottintende anche che l’”allarme massimo” riguardi l’intero Paese.

Sempre nel titolo, viene detto che questa sarà “l’ondata di caldo più forte degli ultimi 800 anni”, e questa è un’altra esagerazione. I dati termometrici utili per ricostruire la temperatura media globale sono disponibili soltanto da un po’ meno di due secoli, mentre serie locali più lunghe esistono sì, ma sono rappresentative di singole località. È altresì vero che, con i proxy data, si è riusciti a ricostruire con un buon dettaglio le temperature medie alle medie latitudini nell’ultimo millennio, per esempio usando la dendrocronologia, ma ovviamente non è valutabile il dettaglio relativo alle singole ondate di calore, che durano alcuni giorni (mentre la risoluzione temporale di una serie di dati ricostruita con la dendrocronologia, ad esempio, è tipicamente annuale o pluriannuale) e possono colpire solo alcune regioni.

Proseguendo la lettura, si notano subito tre caratteristiche dell’articolo: 1) non esistono praticamente condizionali, ma solo indicativi presenti o futuri. Non c’è nessuna incertezza, dunque, sul tempo previsto e sull’entità del fenomeno. 2) non viene mai menzionata una forchetta di valori, ma vengono dati dei numeri “esatti”, senza errore o incertezza. 3) tali numeri previsti vengono paragonati direttamente con i valori del passato (che però sono valori medi annui, spesso espressi come anomalie), anche qui senza nessuna stima dell’incertezza, cosa inconcepibile per uno scienziato.

Ci sono poi tutta una serie di espressioni iperboliche, che derivano probabilmente dalla volontà di spingere al massimo la notizia per garantirle visibilità, ma che hanno come risultato delle inesattezze, talora dall’esito scientificamente quasi comico, tanto da farle diventare vere e proprie chicche.

Si parla di “temperature fino a +45°C in tutto il Paese nei primi giorni del mese di Agosto“. In tutto il Paese? Da Bolzano a Siracusa? Anche nelle località di mare (dove di solito le massime sono contenute grazie all’azione delle brezze di mare ed all’effetto della capacità termica dell’acqua, in grado di assorbire calore senza surriscaldarsi come la terraferma) o in montagna?

Si dice che l’ondata di calore “stravolgerà tutti i record storici, soprattutto al Centro/Nord“, e francamente sarebbe sorprendente che ciò avvenisse. Anche nell’estate 2003 saltarono molti record, soprattutto al nordovest, ma non proprio tutti tutti. Un record di temperatura massima di solito si verifica grazie alla concomitanza di diversi fattori, alcuni meramente locali (tipo correnti favoniche, siccità, ecc.) che non sempre e non dovunque sussistono.

Si dice che avremo “temperature costantemente superiori ai +40°C in tutta l’area che è il cuore del Paese“, lasciando quindi intendere che i termometri rimarranno fissi su valori di 40 °C o più, anche di notte…

Per ingigantire gli effetti dell’ondata, si aggiunge che “è da molti mesi che abbiamo caldo record“, fatto in parte vero. Di sicuro, caldo il 2017 lo è stato, visto che quasi tutti i suoi mesi hanno fatto registrare temperature superiori al trentennio più recente di riferimento. Ma di record, finora, è stato aggiornato solo quello di Siracusa (grazie a coincidenze favoniche locali particolari molto localizzate, che per esempio non hanno fatto aggiornare i record di altre località siciliane nella stessa giornata).

E poi finalmente si parla anche delle minime, dicendo che “farà caldissimo anche di notte, con temperature minime tropicali, sempre superiori per una settimana intera ai +26/+27°C“: di nuovo l’uso dell’indicativo futuro, che quindi esprime certezze, senza errore, e la mancanza di indicazioni geografiche, in modo da allargare il segnale di allarme all’intero Paese…

La chicca più bella però sta nella frase “farà caldissimo anche in montagna, con temperature sensibilmente superiori ai +30°C (forse persino ai +35°C) addirittura oltre i 2.000 metri di altitudine“. Dopo un inizio generico (montagna dove?), se veramente si registrasse, in regime anticiclonico, una temperatura di 35 °C a 2000 m di quota, anche ipotizzando un gradiente verticale standard di -6 °C al km, (ma di solito in un giorno estivo anticiclonico il gradiente è di circa -10 °C/km), questo significherebbe avere tra 47 e 55 °C a livello del mare… valori tipici della valle della morte nel deserto iraniano!

Come si è detto sopra, quanto rilevato a titolo di esempio in questo articolo è una caratteristica comune di molti altri articoli o post analoghi. Molte iperboli, la citazione di valori molto alti (o molto bassi se si parla di ondate di freddo – tipica è, ad esempio, la citazione delle temperature minime registrate a Tarvisio, Livigno o addirittura sul Monte Rosa per caratterizzare un’ondata di freddo in pianura padana!), spesso estratti dalla previsione più estrema di un singolo modello deterministico, l’uso pedissequo dell’indicativo a simboleggiare che il grado di affidabilità delle previsioni è molto alto (fatto che, ahimè, spesso non è vero).

Invece, ciò che manca, e che sarebbe sicuramente interessante, è una riflessione sui retroscena del fenomeno.

***

Molto spesso quando si parla di queste ondate di calore manca del tutto il legame fra la loro numerosità e intensità e i cambiamenti climatici in atto.

Secondo l’IPCC è “molto probabile” che la frequenza e/o durata delle ondate di calore sulla maggior parte delle terre emerse aumenterà a fine secolo (si vede la Tabella SPM.1 del AR5 WG1). Le evidenze sperimentali per il clima presente e passato e le proiezioni modellistiche per quanto riguarda il clima futuro ci dicono che le ondate di calore si sono intensificate e continueranno a farlo; se riusciremo a ridurre le emissioni in modo drastico riusciremo a contenere questo aumento.

Numerosi sono gli studi che confermano questa tendenza ad esempio quelli pubblicati negli articoli Global increase in record-breaking monthly-mean temperatures,  Increasing Heatwave Hazards in the Southeastern European Union Capitals   o Attribution of Extreme Weather Events in the Context of Climate Change.

Si mostrano in figura, a titolo di esempio, le proiezioni future sulle ondate di calore in Francia elaborate dal modello climatico regionale Aladin (fonte: Meteo France) considerando uno scenario futuro di emissioni di tipo “business as usual”, senza limitazione delle emissioni. In base a questo modello, l’estate del 2003 diventa un evento di media levatura e impallidisce di fronte a ondate molto più intense e durature previste già nel prossimo futuro.   

In uno studio del 2015 (Top ten European heatwaves since 1950 and their occurrence in the coming decades) vengono stimate, sulla base della definizione di uno specifico indice, l’intensità e probabilità di occorrenza di ondate di calore nel prossimo futuro (2020-2040), utilizzando le proiezioni climatiche regionali elaborate nell’ambito del progetto EURO-CORDEX in due diversi scenari di emissione, uno di stabilizzazione (RCP4.5) e il più estremo RCP8.5 (il già citato “business as usual”). I modelli utilizzati indicano una maggiore probabilità di occorrenza di ondate di calore in Europa (ma con importanti differenze da paese a paese) nei prossimi due decenni a causa del surriscaldamento di origine antropica. In scenari a più lungo termine, le ondate di calore ancora rare nel clima attuale potrebbero diventare episodi comuni e verificarsi in qualsiasi paese in Europa.

In uno studio pubblicato lo scorso Maggio nella rivista Nature Climate Change (“Global risk of deadly heat”, http://www.nature.com/nclimate/journal/v7/n7/full/nclimate3322.html) si stima che le ondate di calore che già oggi interessano circa il 30% degli abitanti del pianeta (con la concentrazione più alta in Europa e Nord America), entro il 2100 potranno riguardare i 3/4 della popolazione mondiale (74%) se non si intraprenderà un percorso di calo drastico delle emissioni.

In conclusione, il caldo che stiamo vivendo in questi giorni è solo l’inizio.

 

Testo di Claudio Cassardo, Stefano Caserini ed Elisa Palazzi

43 responses so far

43 Responses to “Ondate di calore e cambiamenti climatici: non occorre esagerare, la realtà è sufficiente”

  1. Stefano Ceccarellion Ago 6th 2017 at 18:23

    Grazie per il rigore scientifico dell’articolo.
    Vi propongo una mia riflessione sul tema delle ondate di calore e dei suoi effetti sulle persone e sull’ambiente:
    https://stopfontifossili.wordpress.com/2017/08/05/cosa-restera-di-questi-40-gradi/

  2. Macioon Ago 10th 2017 at 00:34

    Sono a Lisbona da quasi due mesi le temperature vanno dai 16 ^ di notte ai 27^ di giorno, qui mi dicono mai stato così freddo a memoria d’uomo per così tanto tempo in questo periodo, pare che il caldo non sia così globale . La solita confusione tra meteorologia e climatologia

  3. Paolo C.on Ago 10th 2017 at 17:29

    @Macio

    E comunque vedo parecchi giorni oltre la media..

    https://www.accuweather.com/it/pt/lisbon/274087/july-weather/274087

  4. Mauon Ago 11th 2017 at 23:17

    @Macio.
    Per questo si calcola la temperatura media del pianeta e non ci si limita ad una centralina.
    Ricordati che l’aumento di temperatura provoca un indobolimento della corrente del golfo e quindi un raffreddamento delle aree che si affiacciano all’altlantico (a spese di altri)
    Ci hai quindi dato una conferma del G.W.

  5. alsarago58on Ago 12th 2017 at 11:52

    Macio, credo che il “paradosso LIsbona”, che si accoppia al “paradosso Mosca”, dove non hanno avuto estate fino ai primi di luglio, si spieghi con il fatto che queste ondate di calore mediterranee, non dipendono tanto dall’aumento diretto delle temperatura terrestre (che in fondo è stato solo di circa 1°C in 100 anni), ma dallo sconvolgimento che già questo piccolo aumento crea nelle “normali” condizioni meteo.
    In particolare, come osservato da diversi ricercatori, l’indebolimento del jet stream polare, causato forse dalla diminuzione del ghiaccio marino artico, porta ad un ondulamento delle correnti in quota ovest—>est, cosicché la normale circolazione atmosferica predominante dalla nostre parti, viene sostituita per lunghi periodi da una circolazione fra i quadranti sud e nord.
    Se una zona, come il Mediterraneo Occidentale quest’anno, si trova nella saccatura che porta aria da sud, si becca così siccità e temperature sahariane.
    Se un’altra zona adiacente si trova nella saccatura da nord, come Lisbona e Mosca, si becca freddo e piogge fuori stagione.
    Nel 2010, per esempio, la saccatura “calda” si spostò a est portando a temperature estreme e incendi in Russia, con decine di migliaia di morti, e freddo e pioggia da noi.
    Ora, questo tipo di configurazione meteo in passato avveniva raramente e in genere durava poco.
    La differenza adesso è che tende a ripetersi continuamente e a stabilizzarsi per settimane o mesi, rendendo la situazione insopportabile, se non catastrofica, nel senso del caldo e del secco o al contrario del freddo e delle precipitazioni. .

  6. Valentinoon Ago 12th 2017 at 22:18

    Forse varrebbe la pena di fare una riflessione sull’idea che il 2017 dovesse essere più freddo dell’anno scorso, per l’esaurimento del fenomeno del Niño e l’entrata della Niña. Come stanno andando le cose?

    La Nina è stata brevissima?
    http://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/clima/2017/02/17/clima-onuel-nino-potrebbe-tornare-gia-in-seconda-meta-2017_23583ecd-a524-48ff-9789-c39137596be6.html

    http://www.cpc.ncep.noaa.gov/products/analysis_monitoring/enso_advisory/ensodisc.shtml

    https://www.climate.gov/news-features/blogs/enso/february-2017-enso-update-bye-bye-la-ni%C3%B1a

    https://www.climalteranti.it/2014/02/14/capire-il-clima-che-cambia-le-teleconnessioni-nao-e-el-nino/

  7. robertok06on Ago 17th 2017 at 15:02

    @mau

    “@Macio.
    Per questo si calcola la temperatura media del pianeta e non ci si limita ad una centralina.”

    No. La media globale la si calcola solo dopo aver “karlizzato”, “omogeneizzato”, eliminato i dati non consoni, etc… i valori misurati in varie stazioni sul pianeta, e dopo aver “interpolato” (in maniera opportunamente catastrofista) i dati nei milioni di km2 dove non ci sono stazioni… regioni che, per pura “coincidenza” (!!) coincidono spesso con le regioni polari artiche dove il riscaldamento globbbbale (calcolato, ripeto, non misurato) e’ massimo.

    Inoltre fa comodo calcolare la media globale del pianeta, perche’ ci si possono buttar dentro anche decine di milioni di km2 di OCEANI, dove non abita praticamente nessuno, tipo quelle regioni del Pacifico orientale dove si sviluppano gli eventi El Nino…

    Insomma… niente di nuovo… circolare ragazzi… la fine del mondo e’ sempre piu’ vicina… venghino venghino alla fiera della “climatologia” moderna! 🙂

    Buona continuazione di crociata a tutti.

  8. stephon Ago 17th 2017 at 16:54

    @mau
    @Macio

    naturalmente le cose non sono come le dipinge robertok06. Non sa nemmeno di cosa sta parlando. “Karlizzato” è un termine che non ha nessun significato. Omogeneizzato sì. E come sa chiunque lavora in qualsiasi ambito delle scienze sperimentali (persino lo stesso robertok06, suppongo), quando le serie di dati osservati e raccolti mostrano discontinuità dovute a fattori al contorno che sono indipendenti da ciò che viene misurato, vengono applicate correzioni per cercare di ridurre il più possibile queste discontinuità. Normal good science.

    @robertok06

    bentornato dalle vacanze. Abbronzato a sufficienza? Ritemprato? Pronto ad inseguire i mulini?

  9. Lauraon Ago 17th 2017 at 23:23

    @ robertok06

    Se si studia meglio la faccenda, vedrà che in realtà è l’opposto di quanto lei scrive
    Qui può trovare un po’ di spiegazioni, ma ce ne sono altre più semplici se queste le trova troppo complesse
    http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n10/full/nclimate3066.htm

  10. robertok06on Ago 18th 2017 at 09:27

    @steph

    ” “Karlizzato” è un termine che non ha nessun significato.”

    Ma dai!… siamo alla negazione della realta’, steph?

    “Karlizzare” i dati e’ fare questo:

    http://science.sciencemag.org/content/348/6242/1469

    … lo sanno anche i bambini.

    L’antidoto alla Karlizzazione esiste gia’:

    http://www.nature.com/nclimate/journal/vaop/ncurrent/full/nclimate3274.html

    “quando le serie di dati osservati e raccolti mostrano discontinuità dovute a fattori al contorno che sono indipendenti da ciò che viene misurato, vengono applicate correzioni per cercare di ridurre il più possibile queste discontinuità. Normal good science.”

    “Normal good science” my a$$, pal!
    Certo!… le famose correzioni. Alle misure ultra-moderne e ultra-precise delle boe Argo si preferiscono le misure del XIX secolo coi secchi di legno, o le prese di raffreddamento dei motori. E’ sintomatico che il modellista maximus Gavino abbia affermato che gli basterebbero poche centinaia di punti di misura della temperatura sul pianeta, per determinare con ottima precisione la temperatura media.
    Deve essere roba buona quella che gira al GISS… 🙂

    P.S.: disclaimer: le opinioni qui espresse sono solo le mie. Tenetemi l’oca alla larga… grazie.

  11. robertok06on Ago 18th 2017 at 09:35

    @laura

    “@ robertok06
    Se si studia meglio la faccenda, vedrà che in realtà è l’opposto di quanto lei scrive”

    Mi prendi in giro?

    L’articolo/studio da te citato dice questo:

    “However, energy-budget estimates rely on historical temperature records that are geographically incomplete and blend air temperatures over land and sea ice with water temperatures over open oceans”

    … quando io ho scritto…

    “No. La media globale la si calcola solo dopo aver “karlizzato”, “omogeneizzato”, eliminato i dati non consoni, etc… i valori misurati in varie stazioni sul pianeta, e dopo aver “interpolato” (in maniera opportunamente catastrofista) i dati nei milioni di km2 dove non ci sono stazioni”

    … cioe’ la stessa cosa (con parole mie, ovviamente).

    Quanto a …

    “ma ce ne sono altre più semplici se queste le trova troppo complesse”

    troppo complessa cosa? La fuffa statistica con la quale si cerca di confermare delle tesi precostituite “confermate” dai risultati di modelli incompleti e approssimati? Ma dai!… le cose “troppo complesse” sono altre, ma per favore…

  12. robertok06on Ago 18th 2017 at 15:26

    @Mau

    “Ricordati che l’aumento di temperatura provoca un indobolimento della corrente del golfo e quindi un raffreddamento delle aree che si affiacciano all’altlantico (a spese di altri)
    Ci hai quindi dato una conferma del G.W.”

    Scusa???? Stavi dicendo???

    “Met Office: Gulf Stream Slowdown Due To Nature Not Climate Change.

    Natural long term cycles in the ocean and not climate change are behind the well publicised slow down in the Gulf Stream that has been observed in recent years, according to new research from Met Office scientists. The observed decrease in the so called Atlantic Meridional Overturning Circulation – of which the Gulf Stream is a part – over the past decade was preceded by a period where the circulation intensified, they report in a new paper.”

    http://www.reportingclimatescience.com/2016/05/27/gulf-stream/

    …e articolo qui: http://www.nature.com/ngeo/journal/v9/n7/full/ngeo2715.html

    “The reanalysis data place the ten years of observations—April 2004 to February 2014—into a longer-term context and suggest that the observed decrease in the overturning circulation is consistent with a recovery following a previous increase. We find that density anomalies that propagate southwards from the Labrador Sea are the most likely cause of these variations. We conclude that decadal variability probably played a key role in the decline of the AMOC observed over the past decade.”

    Oppps!… Another one bites the dust, come si dice. Another urban legend. 🙂

    Ciao.

  13. Mauon Ago 18th 2017 at 19:23

    @robertok06
    Quindi secondo lei il collasso dei ghiacciai e l’acqua dolce (+ leggera) riversati nell’oceano non hanno alcun effetto, meglio crederci, fa comodo.

  14. Mauon Ago 18th 2017 at 19:42

    @robertok06 (on Ago 18th 2017 at 09:35 )
    Quindi tu ritieni che a fronte del raddoppio di un gas serra importante come il CO2 non ci sia da aspettarsi un aumento della temperatura?
    Le stime di quanto possa aumentare sono approssimate ma non la direzione.

    Mia nonna non sa nulla di clima e di calorimetrima ma se vuole se aggiunge una coperta al letto sa che avrà più caldo!
    Se non sei convinto te lo faccio spiegare da lei.

    Negare il riscaldamento globale, questo sì richiede teorie complesse.

    Ora per favore vai a limarti le unghie che a furia di grattare gli specchi ti si sono consumate.

  15. Marco Giranzanion Ago 18th 2017 at 20:11

    A volte tornano: robertok06 perché bazzichi questo sito affermando falsità?

  16. stephon Ago 18th 2017 at 20:39

    robertok06
    “Ma dai!… siamo alla negazione della realta’, steph?”
    Come tutti possono vedere, qui chi nega la realtà è robertok06.
    “karlizzare” è un termine che non esiste nella lingua italiana, quando convincerai a crusca ad accettarlo e la treccani ad inserirlo, fammi sapere.

    “Karlizzare” i dati e’ fare questo:”
    Cioè, in sostanza, fare quello che dicevo sopra (“quando le serie di dati osservati e raccolti mostrano discontinuità…”). E che fa chiunque lavori in qualsiasi ambito delle scienze sperimentali, tranne robertok06.

    “lo sanno anche i bambini.”
    Gli stessi bambini che – anche solo comparando i grafici – sanno anche cosa mostrano inequivocabilmente risultati della cosiddetta (da te) “karlizzazione”: senza le correzioni apportate dal gruppo di Karl et al., il trend globale sarebbe maggiore. Dunque, delle due l’una: o si applicano correzioni ai dati ogniqualvolta serve farlo, oppure se non piacciono le correzioni ai dati allora bisogna anche accettare che il riscaldamento globale è maggiore di quanto mostrano le attuali serie storiche.

    “Certo!… le famose correzioni. Alle misure ultra-moderne e ultra-precise delle boe Argo si preferiscono le misure del XIX secolo coi secchi di legno etc etc etc”
    Questo è robertok06 a dirlo. Coerentemente con la negazione della realtà.
    Dai, zi’: informati meglio , prima di spararle.

  17. Lauraon Ago 18th 2017 at 23:23

    @Robertok06

    io mi riferivo al passaggio in cui spiega
    slower-warming regions are preferentially sampled (in HadCRUT4 over 1861–2009) and water warms less than air
    Ossia con il modo in cui campiona e prendendo la SST al posto della SAT Hadcrut sottostima in realtà il warming.

    ma non si preoccupi, pensi pure come preferisce

    Il suo mi sembra un po’ un atteggiamento di un mitomane, e un po’ quello dei vecchietti che stanno a vedere i lavori dei cantieri e dicono che è tutto sbagliato e che solo loro sanno perchè.
    Buone cose
    L.

  18. alsarago58on Ago 19th 2017 at 18:26

    Ma che gli date ancora retta? Per chi non lo sapesse, guardate che RobertoK è un noto troll negazionista e filonuclearista che infesta (ora un po’ meno di un tempo, starà invecchiando…) i blog italiani, famoso per citare cose a vanvera, basta che il titolo sembri vagamente appoggiare le sue tesi, ma senza capirle. L’infinita serie di figure barbine fatte in questo modo non lo imbarazza affatto, gli basta fare polemica, che la gente gli risponda, anche sfottendolo e insultandolo, ed è contento come un bambino.

    Per un certo periodo nel disperato tentativo di spiegare in modo alternativo il cambiamento climatico (ora è alla fase 3 del buon negazionista, dopo il “cambiamento climatico non esiste” e il “c’è ma non lo causa l’uomo”, adesso è approdato al “il cambiamento c’è, forse l’uomo c’entra qualcosina, ma non è pericoloso, anzi ci può fare anche bene”) abbracciò persino l’ipotesi avanzata da alcuni bizzarri personaggi che il cambiamento climatico terrestre è causato dalla posizione orbitale dei pianeti esterni del sistema solare.

    Buffa anche la sua schizofrenia “hansista”: quando Hansen esalta l’uso del nucleare ai fini di contenere il cambiamento climatico è un grande genio, quando lo stesso Hansen pubblica articoli allarmanti sul cambiamento climatico viene invece degradato a povero idiota.

    A un tipo così che vuoi fargli, se non pagargli ancora da bere per sentirlo straparlare e farti 4 risate?

  19. homoereticuson Ago 20th 2017 at 11:02

    “A un tipo così che vuoi fargli, se non pagargli ancora da bere per sentirlo straparlare e farti 4 risate?”

    mah, in tutta sincerità non è che questi personaggi a me facciano tanto ridere, specialmente dopo una crudele estate come questa (purtroppo non ancora finita) che ha messo a dura prova la sopportazione di persone, animali, ecosistemi (*).
    Poi, è vero anche che non tutti i robertroll vengono per nuocere: qualche cosa servono, danno a volte un po’ di vita a post sonnolenti, nel loro googlare alla rinfusa a volte pescano articoli interessanti, sollevano temi importanti e spingono magari un poveraccio come il soprascritto (che sa di non sapere tutto) ad imparare qualcosa, o a ricordarsi di qualche nozione dimenticata, (ah, questi neuroni pigri e birichini)

    (*) sarebbe interessante se qualche collaboratore di questo blog, riuscisse a confezionare, tra qualche settimana o mese, un post dedicato alle conseguenze sulla vegetazione e sulle colture agricole di questa folle estate africana. Dai dati che leggo in rete la spaventosa siccità di certe zone (specie settore centro sud tirrenico), unita alle temperature altissime potrebbe perfino avere ucciso alberi di alto fusto… è vero questo? Lo chiedo perchè, per fortuna, scrivo da una delle poche zone dell’Italia dove grazie ai temporali, è ancora tutto verdissimo, perfino i prati.

  20. alsarago58on Ago 20th 2017 at 13:38

    @homoereticus

    Io il troll lo trovo divertente nel suo fanatismo masochista: seguendolo, e seguendo lui me, da anni, è stato un raro piacere vedere tutte le sue previsioni, dal trionfo del nucleare al famllimento di rinnovabili e scienza climatica, essere clamorosamente smentite, senza che questo gli abbia creato alcun ripensamento.
    Ammetto però che in effetti è bravo a trovare siti con informazioni interessanti. peccato poi che il più delle volte non capisca di cosa parlino, travolto dal bias cognitivo.

    Quanto ai danni all’agricoltura e ai boschi del clima estivo 2017 ci sono molti interventi di Coldiretti: al momento stima in 2 miliardi di danni all’agricoltura per siccità, incendi e grandinate

    Io abito nella Toscana centro meridionale, e qui la situazione boschi è disastrosa: intere colline e fianchi montani sono marroni scuro come a novembre.
    E’ un tentativo delle piante, specialmente latifoglie come le querce, aceri, frassini, di difendersi dalla mancanza d’acqua, anticipando il “letargo invernale” e limitando l’evapotraspirazione. Ma è un tentativo disperato, che può portare la pianta a morire.
    Visto che non pare debba piovere neanche nelle prossime settimane, il rischio è che i boschi ne escano pesantemente danneggiati, peggio che nel 2003. Per non parlare del fatto che sono ormai infiammabili come una scatola di fiammiferi.

  21. stephon Ago 20th 2017 at 17:40

    robertok06
    “Peccato che lo stesso precisino steph nel SUO blog si permetta di assecondare l’opinione di un sodale climatocatastrofista che attribuisce al terribile globbbal uormin’ assassino la responsabilita’ delle frane/alluvioni in Sierra Leone!”
    1) Nel *mio* blog faccio quello che mi pare e piace, senza rendere conto a nessuno, tanto meno al zio robbè di turno
    2) citare dove nel mio blog avrei fatto quello che scrivi. Altrimenti non ci crede nessuno, come per ogni cosa che scrivi, d’altronde.

  22. robertok06on Ago 20th 2017 at 21:24

    1) certo che fai quello che vuoi sul tuo blog!… Ci mancherebbe altro!… intendevo dire che e’ inutile che il climatologo di professione steph mi obbietti che il termine ‘karlizzare’ non esiste quando suo suo blog di climatologia di permette di confermare che l’evento meteorologico in Sierra Leone è stato causato dal globbbal uormin’… che ci porta a…

    2) mi prendi in giro? Questo ci la scritto?
    –+
    Anonimo14 agosto 2017 18:06
    Sierra Leone docet.Ciao Carlo.

    steph15 agosto 2017 23:48
    Già, impressionante!
    Ciao e a presto!

    Cos’è, mi costringi a scrivere e riscrivere la stessa cosa così poi arriva il CS che mi dice che scrivo troppo e la discussione finisce lì? Ma non ti vergogni?
    Rispondi: l’evento di qualche giorno fa è stato causato dall’AGW? Si? No?
    C’è un limite alla decenza o no?

  23. stephon Ago 20th 2017 at 17:44

    robertok06
    “tutti sanno e capiscono che significa dire una “cazzata pazzesca”.”
    Staresti dicendo che la tua interpretazione a geometria variata del lavoro di Karl et al. è “come la corazzata Potemkin per Fracchia”? Sì, zi’, lo è. Eccome che lo è.

  24. stephon Ago 20th 2017 at 17:51

    robertok06
    ” pensavo che la netiquette e le regole be precise di questo blog fossero che gli off topic e gli ad hominem fossero esclusi”
    A proposito di pagliuzze e travi. Non hai ancora scritto un commento che non sia off topic, come d’altronde fai anche su altri blog come il mio (lì, ammetto, uno ogni dieci lo è).

  25. stephon Ago 20th 2017 at 18:02

    robertok06
    “…cioe’ ci sono ombelichi dove piove poco e altri ombelichi dove piove molto… e altri ombelichi dove piove nella media!”
    Ti ringrazio della citazione del blog e dell’ironia acuta con cui lo descrivi. Ma toglimi un paio di curiosità: dove leggi nel post quel che sta scritto sopra (da te) tra virgolette? Dove trova la sua risposta homoereticus (” La risposta alla tua ultima domanda… cioe’ cosa succeda altrove in questo momento di grande siccita’ nell’ombelico del mondo”)? Non è che interpreti a geometria un po’ troppo allargata, as usual?

  26. Mauon Ago 20th 2017 at 22:11

    @robertok06
    Sì, non mi sono spiegato bene….
    Quanto tempo manca al raddoppio della concetrazione della CO2?
    Pensi che riusciremo ad evitarlo?

  27. stephon Ago 20th 2017 at 22:25

    robertok06
    “quando suo suo blog di climatologia di permette di confermare che l’evento meteorologico in Sierra Leone è stato causato dal globbbal uormin’”
    come tutti riescono a leggere tranne te, sul mio blog non ho mai parlato dell’evento meteorologico in Sierra Leone tantomeno mi azzarderei a definirlo una conseguenza del GW. Ennesima tua balla, sperando che chi ti legge non controlli la fonte (in questo caso il mio blog). Vecchio trucchetto retorico, oggi lo conoscono anche i bambini e non ci cascano neppure a 5 anni.

    “Già, impressionante!”
    come tutti riescono a capire tranne te, impressionante è l’aggettivo che ho usato nella risposta al commento riferito alla catastrofe in S.L. Il fatto che questa sia causata dal GW sei te a scriverlo, non io.

    “Cos’è, mi costringi a scrivere e riscrivere la stessa cosa così poi arriva il CS che mi dice che scrivo troppo e la discussione finisce lì? Ma non ti vergogni?”
    Vergognarmi io? Di cosa? Delle tue manie di vittimismo?

    “C’è un limite alla decenza o no?”
    Pagliuzze vs travi, si diceva.

    “ma tutti gli studi/articoli che lo hanno contraddetto o smentito.”
    Nessun articolo può contraddire o smentire il dato di fatto che senza le correzioni apportate dal gruppo di Karl et al., il trend globale sarebbe maggiore. O vorresti far credere che chi “karlizza” i dati lo fa perché non gli piacciono i dati che mostrano un GW troppo elevato e tutti gli studi/articoli smentiscono questa cosa? Evviva la “karlizzazione”, allora, per quelli come te.

    “Ho risposto ad un paio di messaggi postati da altri, uno dei quelli riportava la corazzata potemkin che la corrente atlantica etc etc etc…”
    che stavano al topic del post come un pesce sta ad una bicicletta.

    “Sul tuo blog scrivi cose tanto off topic”
    Prego? Off topic rispetto a cosa?

    “il messaggio del messaggero… Lo ripeto dato che fai finta di non averlo letto:”
    Uh? Bevuto tropo a cena? Che c’azzecca con la domanda di homoereticus e con il tuo invito a cercare la risposta nel post del mio blog?

    “Benvenuti nel mondo unidimensionale del climatologo Steph, il mondo su cui tutto dipende da UN SOLO parametro, la concentrazione di CO2.”
    Citare dove avrei scritto che tutto dipende da UN SOLO parametro, la concentrazione di CO2. Altrimenti non ci crede nessuno, come per ogni cosa che scrivi, d’altronde.

  28. SFPon Ago 20th 2017 at 23:53

    Il grip scientifico di quanto si legge su questo sito spesso è molesto e imbarazzante. I miei complimenti Roberto, mi compiaccio della levatura del tuo pensare. Semper causarum cognitio.

  29. alsarago58on Ago 21st 2017 at 00:31

    Una cosa giusta il troll la dice: questo non è il sito per battibecchi personali.

    Chiudo quindi facendo una “comunicazione di servizio: tra le numerose idiozie dette nel suo ultimo intervento, il troll dice che l’articolo su QualEnergia “tirerebbe le orecchie” a James Hansen.
    In realtà quell’articolo si limita a riportare (coraggiosamente, visto che QualEnergia è una testata molto filo rinnovabili) una analisi fatta dal climatologo americano e colleghi, secondo la quale è difficile che le rinnovabili continuino a espandersi esponenzialmente per il tempo necessario a dare un contributo importante alla sostituzione delle fossili ed evitare una catastrofe climatica.
    Nel pezzo non c’è alcuna critica agli autori.

    Questo è un perfetto esempio delle balle che il troll spara a getto continuo, e non si capisce se lo faccia per malafede, sperando che chi legge non controlli le fonti, o perchè preda di un delirio allucinatorio, e quindi sia realmente convinto delle idiozie che dice.

    Se non credete possibile che un ricercatore del Cern, tanto pieno di sè, soffra in realtà di gravi turbe mentali, leggete l’articolo in questione e vedete se vi riesce di trovare “la tirata di orecchi” a James Hansen.

    http://www.qualenergia.it/articoli/20170809-solare-ed-eolico-seguiranno-il-destino-declino-delle-altre-fonti

    Così capirete meglio perchè vi ho invitato a non dare corda a un simile caso clinico.
    Fosse questo un blog di psichiatri, si capirebbe, ma trattando di climatologia è solo tempo perso.

  30. marcoon Ago 21st 2017 at 12:11

    Sarebbe utile il poter mettere una sezione nei blog intitolata “Cestino”.
    Dove si buttano i commenti che non meritano risposta da parte del titolare del blog stesso.
    A suo insindacabile giudizio.
    Così non li si censura e forse si dissuadono i commentatori compulsivi dal perdere e far perdere tempo ai lettori.
    Se poi c’è chi vuole leggere i commenti cestinati, lo faccia pure, ma non gli si permetta il copincolla per ripostarli e riutilizzarli.

    Marco Sclarandis

  31. Renato Rossion Ago 22nd 2017 at 00:22

    @pigliaXilculoSteph?

    ah qua si può usare questi termini? kazzo! Ma allora kekkazzo le avete messe a fare le regole?

    1: in topic

    2: breve ed incisivo

    3: max cinque commenti

    4: max duemila caratteri

    5: max UN link (ma non ad un blog) (STEPH!!! Pure tu!!!)

    6: la forma!!!! CLIMALTERATI, FOTTOVOLTAICO, la forma perdìo!

    7: al vostro buon cuore.

    Ma kikkazzo le ha dettate ìste regole, iddio sul Monte Sinai? no, ve le siete fatte da voi.
    Ma fatevene che sappiate farle rispettare, se vi riesce. Oppure abolitele! Così sono ridicole.

    Saluti.

    R

  32. homoereticuson Ago 22nd 2017 at 09:01

    @renato rossi

    mi sa che il padrone di casa è in vacanza in luogo sconnesso.

    Cmq, tornando in topic:

    http://www.repubblica.it/cronaca/2017/08/22/news/c_era_una_volta_lo_sci_d_estate_la_resa_dell_ultimo_ghiacciaio-173564734/?ref=RHPPBT-VA-I0-C4-P9-S1.4-T1

  33. marcoon Ago 22nd 2017 at 09:31

    I commenti di certi individui e le risposte di questi individui ai commenti altrui mi fanno venire la voglia di conoscerli di persona.
    Perchè il linguaggio del corpo è molto più eloquente di quello scritto e parlato.
    Non che questa voglia, o più esattamente curiosità, non possa essere soddisfatta in linea di pricipio, ma di fatto, è impossibile nella maggior parte dei casi.E, nemmeno un video può supplire alla presenza reale, per motivi intuibili che non dico per non annoiare.
    Questo commento dovrebbe forse essere postato in un blog di etologia umana, ma il cambiamento del clima non ha a che fare con essa?
    Con la fisica e la psicologia?
    Non siamo noi esseri umani, sopratutto, analoghi agli atomi e alle molecole che si agitano e in questo modo determinano la termperatura di una massa materiale?
    Anzi io credo proprio che s’instaurerà presto uno scontro titanico fra due religioni.
    Una che crede che il cambiamento climatico sia sostanzialmente antropogenico e l’altra che non lo sia.
    Io sono un fedele della prima.
    Ma credo perchè mi fido delle mie sensazioni.Che incredibilmente, coincidono sempre più con con quelle di innumerevoli impassibili strumenti.
    Comprendo la fede di chi ne ha una opposta, ma ormai non credo nel miracolo di una rivelazione che possa fargli cambiare devozione.
    Infatti se il cambiamento climatico, ammesso che vi si creda, non è antropogenico,sopratutto, allora è meglio accettarlo con pia rassegnazione.
    Se così non è , invece, forse possiamo ancora fare qualcosa per adattarci a questo cambiamento, anche solo per evitarci morte e sofferenza.

    Grazie per l’attenzione.

    Marco Sclarandis

  34. Marco Giranzanion Ago 22nd 2017 at 13:11

    No sono sempre il Marco con cui ti sei scontrato mesi fa.

  35. alsarago58on Ago 22nd 2017 at 17:25

    Homoereticus

    In altro blog sul tema del ghiacciaio dello Stelvio ho fatto queste considerazioni, che penso possano interessare anche qui.

    1) Per la prima volta, da 50 anni (ma probabilmente da molto di più (i 50 anni sono dall’apertura della stazione sciistica sullo Stelvio), non si può sciare d’estate sullo Stelvio, per la combinazione siccità+calore unica di quest’anno. Se si voleva una prova che il 2017 è mooooolto speciale e che la sua estate sarà probabilmente indicata come una prova del cambiamento climatico in area mediterranea, eccola.

    2) La risposta degli addetti ai lavori è anche più emblematica: invece di preoccuparsi del perchè il ghiacciaio che gli dava da vivere si sia così ritirato, si preoccupano di come fare a far sciare ugualmente le persone su quel che resta. Così ecco i progetti per tenere aperto lo Stelvio anche d’inverno, portando da quelle parti traffico, inquinamento e consumi energetici anche nei mesi in cui era solo neve e silenzio. In altre parole, stanno progettando il modo di dare il loro piccolo contributo all’aggravamento del cambiamento climatico, che li ha messi nei guai. E’ un perfetto esempio dello scollamento cognitivo fra cause e conseguenze, a causa del quale per rimediare alle seconde, continuiamo ad aggravare le prime, e che provoca, essendo all’opera a tutti i livelli, il rischioso circolo vizioso che rischia di farci affondare se non troviamo il modo di spezzarlo

  36. Renato Rossion Ago 22nd 2017 at 17:34

    forse possiamo ancora fare qualcosa per adattarci a questo cambiamento, anche solo per evitarci morte e sofferenza

    La morte -individualmente- non la eviteremo comunque.
    La sofferenza … quella fisica si può evitare: pistola, fune, veleno … ma quella psicologica di dover morire malamente insieme a molte decine di milioni/anno, non credo.

    Molte decine di milioni/anno?”

    Sì, molte decine di milioni/anno: che carico di umani può sopportare il pianeta, diciamo cinque miliardi? Diciamo cinque miliardi.
    Le proiezioni al 2100 [1] indicano probabile saremo DIECI miliardi …
    In quanto tempo si deve raggiungere l’equilibrio Popolazione/Risorse, diciamo cinquanta anni? Diciamo cinquanta anni.
    Giusto quanto sopra, devono uscire dal ciclo circa *cento milioni* di persone all’anno -a cominciare da oggi, o il lavoro si accumula.

    Lo tsunami del 2004 se ne portò un quarto di milione … per cui ci vogliono quattrocento tsunami/anno, ossia uno al giorno … per cinquanta anni …

    Saluti.

    RR

    —————–
    1: “There is an 80% probability that world population, now 7.2 billion people, will increase to between 9.6 billion and 12.3 billion in 2100”, da http://science.sciencemag.org/content/346/6206/234.

    La Seconda guerra Mondiale ha ammazzato una settantina di milioni di persone (Wikipedia) in cinque anni, nemmeno una dozzina di milioni/anno, quindi il lavoro verrà svolto da fame e malattie, se l’efficienza distruggitrice della guerra non viene molto migliorata, p.es. con l’impiego massiccio di armi NBC.

  37. alsarago58on Ago 23rd 2017 at 17:31

    Ok, è uno scorretto off topic, ma è troppo divertente…

    http://bit.ly/2vfGEv8

  38. marcoon Ago 24th 2017 at 00:26

    Qualche commento fa ho teso una trappola e come prevedevo il sorcio c’è cascato.
    Se non altro, talvolta so essere più astuto di un sorcio.

    Marco sclarandis

  39. Valentino Pianaon Ago 26th 2017 at 15:48

    Ondate di caldo e precipitazioni eccessive

    (https://pmm.nasa.gov/precipitation-measurement-missions),

    questo è il nuovo sito che mappa il rischio idrogeologico e gli eventi calamitosi relativi in ogni paese del mondo:

    Global Landslide Catalog (GLC)
    https://data.nasa.gov/Earth-Science/Global-Landslide-Catalog/h9d8-neg4/data

  40. Stefano Caserinion Ago 30th 2017 at 19:35

    Segnalo che sono stati eliminati i commenti che violavano la netiquette.
    Suggerisco di non rispondere a chi scrive commenti che violano le regole; come in questo caso, la cancellazione del commento originale rende poco comprensibile la risposta.

  41. CimPyon Ago 31st 2017 at 08:42

    10 miliardi – via, faremo ben delle stragi prima…

  42. […] per quello che sta accadendo e per quello che accadrà; anche chi, come noi, non vive ai tropici. E l’estate 2017 dovrebbe averci fatto capire […]

  43. […] come abbiamo scritto in un post pubblicato 6 anni fa, non occorre provare ad esagerare i valori numerici dei dati, confon…mente […]

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