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Michael Mann in Italia

Michael Mann, uno dei più grandi climatologi e una delle figure più importanti del dibattito sul cambiamento climatico, sarà presente in Italia per un ciclo di conferenza da venerdì 15 giugno a venerdì 22 giugno, in cui fra l’altro presenterà il suo libro “La terra brucia. Perché negare il cambiamento climatico minaccia il nostro pianeta”.

Venerdì 15 giugno dalle 10.35 alle 11.25 sarà ospite della trasmissione “Le Oche”, negli studi di Radio popolare in via Ollearo 5 a Milano, condotta da Sylvie Coyaud e Filippo Bettati.

 

Sabato 16 giugno alle 17.30 sarà alla festa di Radio popolare al Bar Lume nel parco dell’Ex OP Paolo Pini (via Ippocrate 45, Milano), con lui discuteranno Stefano Caserini (Politecnico di Milano), Damiano Di Simine (Legambiente), Sylvie Coyaud e Lorenza Ghidini (Radio Popolare).

 

Lunedì 18 giugno alle 9.30 Mann sarà al Politecnico di Milano, aula Rogers, per un incontro (in inglese) intitolato “The monumental challenge of climate change after the Paris Agreement”, preceduto da due interventi di Marino Gatto (Politecnico di Milano) e Paola Faggian (RSE-Ricerca sul Sistema Energetico).

Alle 21 sarà al MUSE – Museo delle Scienze di Trento, per la conferenza organizzata in collaborazione con la Provincia autonoma e l’Università di Trento, insieme al glaciologo Christian Casarotto del MUSE e a Roberto Barbiero dell’Osservatorio trentino sul clima.

 

Mercoledì 20 giugno alle 10.30, terrà la conferenza “Return to the Madhouse: Climate change denial in the age of Trump”, nell’aula Baratto dell’Università Ca’ Foscari, a Venezia. Con lui discuteranno Carlo Barbante, presidente della Società italiana per le scienze del Clima e Jaroslav Mysiak della Euro-Mediterranean Center on Climate Change Foundation.

 

Venerdì 22 giugno alle 18, farà una Lectio Magistralis nel Real Collegio Carlo Alberto di Moncalieri, ospite della Società Italiana di Meteorologia, dell’Università di Torino e della Congregazione dei Padri Barnabiti. La presenteranno Luca Mercalli e Claudio Cassardo.

***

La terra brucia. Perché negare il cambiamento climatico minaccia il nostro pianeta” (ed. Hoepli, 192 pp, 19.90 €) è un libro interessante e per alcuni aspetti anche divertente. Oltre ai testi di Michael Mann, che spaziano dai fondamenti della climatologia alla tesi negazioniste, dal racconto della guerra alla scienza del clima alla geoingegneria, il libro contiene una cinquantina di vignette di Tom Toles, vignettista del Washington Post, che portano leggerezza e a volte sintetizzano in poche battute discorsi complessi.

Il libro è scritto con un linguaggio semplice ed efficace, mostra la grande esperienza di Mann nella divulgazione anche degli aspetti complessi del problema climatico, ma anche la comprensione dell’urgenza delle azioni, la necessità di impegnarsi per esigere una svolta nell’azione politica:

“Sarebbe facile non raccogliere la sfida di evitare un pericoloso cambiamento climatico, ritenendola insormontabile. Si tratta di una ripida collina da scalare se vogliamo scongiurare quello che molti considerano come un pericoloso confine: l’aumento di 2°C del riscaldamento globale. È necessaria un’azione concertata, non fra una decina d’anni, non fra un po’ di anni, ma adesso se vogliamo avere qualche speranza di raggiungere questo obiettivo.
L’urgenza quindi è davvero massima. Il tempo di augurarsi un’azione sul clima è ormai superato. è arrivato il tempo di esigerla”.

Non sta avvenendo alcun riscaldamento globale.
Sta avvenendo.
Se sta avvenendo, forse è una buona cosa.
Non è una buona cosa.
Se non è una buona cosa, non può essere confermato.
È stato confermato.
Se è stato confermato, forse non è causato dagli esseri umani.
È causato dagli esseri umani.
Anche se e causato dagli esseri umani, forse si sistemerà da sé.
Non si sistemerà da sé
Se non si sistemerà da sé, non c’è nulla che possiamo fare.
Possiamo fare qualcosa.
Se possiamo fare qualcosa, costa troppo.
Non costa troppo
Se non costa troppo, possiamo rimandarlo.
Non possiamo rimandarlo.
Cosa intendi dire? Questa conversazione va avanti da più di un decennio.
(E io mi sto proprio riscaldando)

11 responses so far

11 Responses to “Michael Mann in Italia”

  1. robertokO6on Giu 15th 2018 at 13:48

    Re: “Michael Mann in Italia”

    Certo, senza contraddittorio il buon Mann fara’ un figurone, non come gli e’ successo pochi giorni fa durante un contraddittorio (vero!) a 4, 2 pro-CAGW e due “negazionisti”, all’uyniversita’ di Charleston, in West Virginia.
    Stranamente di questa notizia non si trova traccia sulla stampa/blog pro-CAGW de noantri… come mai?

    https://www.wvnews.com/news/wvnews/scientists-debate-human-involvement-in-climate-change-during-panel/article_5edde257-c0ad-5125-a00a-3b5875ea6a3f.html

    Tra l’altro, il dibattito doveva essere pubblico e gratuito, e trasmesso su internet gratis…, poi pare che ad un certo punto gli organizzatori abbiano messo una “fee” di 10$ per collegarsi in video-streaming (di pessima qualita’, secondo tutti quelli che si sono collegati)… e la ragione sarebbe che “uno dei quattro speakers” aveva chiesto un lauto compenso per partecipare… mmmmh… vediamo un po’… chi sara’ mai questo/a?

    I partecipanti erano:

    Michael Mann e David Titley per i pro-CAGW

    Judith Curry e Patrick Moore per i “negazionisti”

    Attenzione che essendo troppo facile non si vince nulla a rispondere correttamente… 🙂

  2. alsarago58on Giu 15th 2018 at 19:31

    “It was not meant to debate the existence of climate change. That, the emcee said, is irrefutable. The four speakers were to present their own case for how much, if any, human activity and carbon dioxide have to do with climate change.”

    Già un bel progresso, qualche anno fa i negazionisti, senza virgolette, avrebbero detto che il cambiamento climatico era un’invenzione di Mann e che la Terra in realtà si stava raffreddando…

    Ora travolti dalle evidenze, con la massima faccia tosta, invece di darsi all’eremitaggio, si sono spostati in una trincea più arretrata “Ok la Terra si sta riscaldando, ma non ne sappiamo abbastanza: aspettiamo qualche secolo ancora per raccogliere tutti i dati necessari a capire il fenomeno nel massimo dettaglio e poi vedremo il da farsi. Non possiamo agire adesso, solo per compiacere le lobby degli ambientalisti e dei venditori di pannelli solari….”
    Il CEO della Exxon, seduto in fondo alla sala, fra il rappresentante della Koch Brothers e quello della General Motors, nell’udire queste parole, si è spellato le mani nell’applaudire

    PS: la notizia postata da RobertoK non è accessibile dalla UE (così impariamo a proteggere i dati…), ma basta usare un proxy Usa e si può leggere, così si scopre che, almeno in quella news, non c’è traccia della presunta debacle di Mann di fronte ai negazionisti, pardon ora diventati “scettici”. Chissà da cosa l’avrà dedotta…del resto se l’argomento massimo del convertito Patrick Moore è stato quello “La CO2 fa bene alle piante”, non credo Mann abbia avuto troppi problemi nel demolirlo…

  3. Igor Giussanion Giu 16th 2018 at 07:47

    @Alsarago58

    A pag. 462 de L’ambientalista ragionevole, Moore scrive

    “Ho lanciato su Internet una ricerca con la frase: “livelli ottimali di CO2 per la crescita delle piante”. Tutto ciò che volevo sapere lo trovai nei primissimi risultati: le piante crescono al meglio con una concentrazione di CO2 pari a circa 1500 ppm, che incrementa il rendimento delle piante dal 25% al 65%. I livelli attuali di CO2 presenti nell’atmosfera globale sono circa 390 ppm. In altre parole, gli alberi e le altre piante che crescono nel mondo trarrebbero beneficio da un livello di CO2 di circa quattro volte superiore a quello attuale. C’è la prova che gli alberi mostrano già tassi di crescita migliori grazie ai crescenti livelli di CO2”.

    Nella nota al testo si rimanda a questo sito, https://www.planetnatural.com/, che non è rivista scientifica o sito Web di divulgazione, bensì un negozio per articoli di giardinaggio, che consigliano quelle concentrazioni per serre e idroponico; addirittura sono molto più rigorosi di Moore perché in una pagina scrivono:

    “Increasing the level of carbon dioxide in your grow room or hydroponics setup can increase growth and flowering — up to 30% and more — if all other factors — water, light, nutrients — are optimum”.

    Nel libro comunque ci sono altre divertenti amenità, ad esempio quando difende l’estrazione di petrolio da sabbie bituminose in questa maniera:

    “Per osservare le cose in prospettiva, considerate quando una stazione di servizio spilla benzina da un serbatoio sotterraneo che perde. Il sito viene dichiarato “immobile tossico” e deve essere ripulito, spesso con un costo di milioni di dollari. Le sabbie bituminose dell’Alberta sono una massiccia area tossica e le compagnie che vi operano rimuovono il petrolio dal suolo, su una vasta scala, facendo profitto vendendo il petrolio come combustibile per il trasporto. Non stanno lasciando la sabbia più pulita di come l’hanno trovata? Le sabbie bituminose rappresentano una “macchia di petrolio” naturale 100.000 volte più vasta della più grande macchia provocata dall’uomo. Se è desiderabile ripulire una macchia di petrolio in mare o nel sottosuolo, perché non si dovrebbero ripulire le sabbie bituminose” (pag. 340)

    Direi che questi due esempi dicono tutto sulla statura scientifica di Moore.

  4. homoereticuson Giu 16th 2018 at 08:49

    vorrei ringraziare robertok06 perchè grazie ai suoi interventi seguono a volte delle repliche troppo spassose.
    “Perché non si dovrebbero ripulire le sabbie bituminose?” non la conoscevo, non pensavo si potesse arrivare a tanto restando seri. Credevo che certe cose si potessero leggere solo nei siti satirici. Su questa riga potremmo dare spazio alla fantasia e non ne usciremmo più … che so tipo acidifichiamo l’oceano, che i cetrioli di mare nell’aceto si conservano benissimo.
    Scemenze a parte, penso di riuscire a farla una scappata a Milano lunedì mattina per sentire MM e gli altri.

  5. Stefano Caserinion Giu 16th 2018 at 11:39

    @ robertok06
    “Certo, senza contraddittorio…”

    Ancora una volta, è completamente fuori strada; ovviamente, in tutti gli eventi è previsto il contraddittorio; se vuole venire a fare domenda nessuno la censurerà.
    Cerchi però di non perdersi in questi gomblotti abbastanza penosi; ad esempio, riguardo all’insinuazione sul lauto compenso, le posso assicurare che per questo tour italiano Mann è stato generoso. Ieri sera è anche venuto a alla festa del decennale di Climalteranti: magari troverà su qualche dei siti web che le sembrano credibili che gli abbiamo dato migliaia o milioni di euro, io le suggerisco di non crederci.

  6. robertok06on Giu 16th 2018 at 13:22

    @caserini
    Non funziona con me, la public relation, il volto buono e umano.
    Io volevo organizzare un seminario di Mann dove lavoro, vengono continuamente scienziati di altre discipline a farli, i seminari… quando ho cercato di contattarlo per e-mail mail, come si fa con tutti gli scienziati normali che non sono superstar mediatiche, mi hanno indirizzato alla doccia la società che gestisce la sua attività di speaker a pagamento.
    Posso postare copia dell’e-mail.
    Voi probabilmente avete dei coupon di sconto, meglio così.
    Saluti.
    __———
    @igor
    Avevo già visto il tuo rant di Moore, sul tuo disgraziato blog… vedo che continui a diffamare l’unico dei fondatori di Greenpeace che aveva un dottorato in ecologia.
    Chiedi scusa subito.

  7. robertok06on Giu 16th 2018 at 16:26

    @caserini
    “Ancora una volta, è completamente fuori strada; ovviamente, in tutti gli eventi è previsto il contraddittorio; se vuole venire a fare domenda nessuno la censurerà.”

    Dimenticavo questa perla: un contraddittorio non è che uno può fare una domanda alla fine della conferenza… ma dai!… mi dica che sta scherzando!…

  8. alsarago58on Giu 16th 2018 at 12:18

    Patrick Moore ha ragione: invece di pensare al piccolo inquinamento umano, pensiamo piuttosto a ripulire il ben più vasto inquinamento naturale!

    Per esempio, è poco noto, ma le piante (soprattutto alcune specie forestali), emettono enormi quantità di composti organici volatili (il famoso “Odore di bosco”), non troppo dissimili da quelli che, emessi da un impianto industriale, sarebbero considerati “inquinamento”.
    Questi VOC prodotti dai triliardi di alberi nel mondo (secondo una stima ci sono 300 miliardi di questi pericolosi inquinatori nella sola Amazzonia…), sommati insieme, fanno impallidire quelli emessi dal nostro misero miliardo scarso di autoveicoli

    Quindi direi che si potrebbe passare a un disboscamento generale del pianeta, così da migliorare drasticamente la qualità dell’aria.

  9. Igor Giussanion Giu 16th 2018 at 14:05

    @Kersevan

    Non avevo il benché minimo dubbio che Moore fosse uno dei tuoi paladini! Non ho alcuna intenzione di scusarmi per le castronerie che scrive lui, ero più propenso a fargli causa per avere indietro l’euro che ho dovuto spendere al mercatino dell’usato di Cervia per il suo libro! 🙂

  10. Jerryon Lug 3rd 2018 at 10:39

    Intanto su Climatemonitor dicono che il GW non esiste, i dati sono falsificati e bisogna essere ignoranti per credere alle temperature sopramedia (secondo loro tutte false).

    http://www.climatemonitor.it/?p=48714

    Insultano e diffamano pesantemente tutta la scienza e i climatologi mondiali

  11. Jerryon Lug 3rd 2018 at 10:42

    @robertok06

    Allora ? Continui ad affermare che i record di caldo sono tutti falsificati e che sono un cretino ci può credere ? Molto interessante questa tua teoria che tutti i climatologi del mondo sono truffatori e sta arrivando l’ era glaciale. Chissà se invece di scriverlo su un blog sconosciuto come Climatemonitor, lo diresti a loro in faccia.

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