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Il monte Ararat, i primi risultati della spedizione per i 150 anni del CAI

In un articolo recente sono stati pubblicati i risultati degli studi relativi all’evoluzione dei ghiacciai del monte Ararat. Tramite dati di campo raccolti per la spedizione dei 150 anni del CAI nel 2014, immagini satellitari e modellistica numerica, si è dimostrato come il recente cambiamento climatico stia riducendo rapidamente la coltre glaciale del celebre cono vulcanico, indicativo dell’evoluzione dei ghiacci del Caucaso.

Monte Ararat, 39°.42’.10.53’’, 44°.17’.56.80’’ Foto di Daniele Bocchiola, Luglio 2014

Il monte Ararat (Ağri-Daği, are-dai in Turco, col significato di montagna del dolore) è un vulcano coperto da una calotta glaciale, situato al confine orientale della Turchia, al confine con l’Iran, l’Armenia, l’Azerbaijan.

Paradigmatico della evoluzione glaciale delle montagne del Caucaso, l’Ararat è una delle zone glacializzate più importanti del medio oriente e presenta attualmente l’unica calotta attiva della regione. Il regresso dei ghiacciai che originano dalla calotta è molto intenso ed è stato stimato finora soprattutto grazie all’uso di strumenti di telerilevamento, quali satelliti e ortofoto.

Nel 2013 il Club Alpino Italiano CAI ha compiuto 150 anni e per l’occasione è stata ideata e condotta una spedizione scientifica, svolta nel luglio del 2014 sul monte Ararat. Un team di ricercatori afferenti a varie università (Politecnico di Milano, Università Statale di Milano, Università di Milano Bicocca, Università di Firenze), insieme a due medici del CAI ed una guida Alpina locale, hanno affrontato un trekking di 4 giorni che ha condotto alla cima del monte Ararat e di seguito esplorato le pendici glaciali settentrionali per condurre rilievi di campo.

Per caratterizzare l’evoluzione del glacialismo sul Monte Ararat, i ricercatori hanno effettuato rilievi ed analisi sul ghiacciaio sommitale tra le quote di 4800 e 5200 metri, sondaggi sull’altezza della neve, profili ed analisi stratigrafiche del manto, stime di spessore detritico sulle lingue di fusione settentrionali.

 

Monte Ararat. a) Aree totali At, 1976-2104. b) Aree di solo ghiaccio bianco Af, 1976-2011. La sigla DTM rappresenta la quota altimetrica (in metri sul livello del mare). Ctour sono le linee di livello, a 250 metri. L’acronimo ICA indica l’area coperta di ghiaccio (Ice Covered Area). Da: Baldasso et al. 2018.

 

Sulla base dei dati raccolti, utilizzati congiuntamente a dati satellitari e morfologici e modellistica numerica, si è ottenuta una valutazione quantitativa sulla recente contrazione delle coltri glaciali dell’Ararat e degli effetti dei cambiamenti climatici recenti nell’area su tale dinamica.

L’area glaciale del vulcano è diminuita del 30% nel periodo di studio (1976-2014), da 7.9 km2 a 4.6 km2 circa, con una variazione dell’area coperta di detrito da 4.9 km2 a 2 km2 circa.

A fronte di una sostanziale stabilità delle precipitazioni, le temperature annue dell’aria sono aumentate di circa 1.9 °C (1976-2014), con punte primaverili di +2.3 °C. Lo spessore medio annuo delle coltri nivali (equivalente idrico nivale EIN) è altresì diminuito (fino a -16 cm nel periodo di studio, rispetto ad una media di 35 cm).

Utilizzando il modello glaciologico Poly-Ice, si è potuta riprodurre la dinamica della coltre glaciale nell’ultimo quarantennio e dimostrare come il ritiro dei ghiacciai osservato sia avvenuto in risposta alle mutate condizioni climatiche, con un aumento delle temperature ed una conseguente più rapida fusione della coltre nivale invernale.

 

Monte Ararat. Nella figura sono riportate sull’asse delle ordinate di sinistra, le temperature medie primaverili (Aprile, Maggio e Giugno), misurate nella stazione meteorologica di Dogubeyazit, posta a 20 km a S-O del monte Ararat, la stazione più prossima al vulcano, indicata con il simbolo TmeanAMJ. Sull’asse delle ordinate di destra (valori ordinati dall’alto in basso), si riporta l’area totale dei ghiacciai dell’Ararat, indicata con At e stimata tramite immagini satellitari per tre anni campione, insieme alla variazione (diminuzione) di area annuale, come riprodotte dal modello Poly-Ice sulla base dei dati climatici, indicata dal simbolo ΔAt.  Si vede chiaramente la relazione tra l’incremento delle temperature e la rapida diminuzione delle aree glaciali At. Si osservano inoltre gli elevati valori di perdita di superficie glaciale annuale ΔAt, più accentuati negli anni più caldi e recenti. Rielaborata, da Baldasso et al. 2018.

 

 

Nel periodo di riferimento (1976-2014), le variazioni annuali di spessore valutate tramite il modello Poly-Ice sono sempre state negative (ossia lo spessore glaciale è sempre diminuito da un anno all’altro). La perdita di spessore cumulata stimata (espressa come equivalente idrico del ghiaccio IWE, in metri) ha superato i 60 metri in alcune zone a quota inferiore (in particolare sulle lingue di fusione settentrionali), dove il ghiacciaio si è anche ridotto in termini di area.

Monte Ararat. Spessore di fusione glaciale, equivalente idrico del ghiaccio fuso IWE (Ice Water Equivalent) in metri (1976-2014), simulato con Poly-Ice. La sigla DTM rappresenta la quota altimetrica (metri sul livello del mare). Rielaborata, da Baldasso et al. 2018.

Accoppiando ai modelli sviluppati le proiezioni degli scenari futuri del cambiamento climatico forniti dall’IPCC, sarà possibile simulare l’evoluzione futura della calotta glaciale del monte Ararat. Sembra molto probabile che il Monte Ararat continuerà a perdere massa glaciale, la deglaciazione prosegue implacabile.

 

Bibliografia essenziale.

  • Azzoni RS, Zerboni A, Pelfini M, Diolaiuti GA (2017). Geomorphology of Mount Ararat/Ağri Daği (Ağri DağiMilli Parki, Eastern Anatolia, Turkey). Journal of Maps 13(2):182–190.
  • Baldasso V, Soncini A, Azzoni RS, Diolaiuti G, Smiraglia C, Bocchiola D (2018). Recent evolution of glaciers in Western Asia in response to global warming: the case study of Mount Ararat, Turkey. Theoretical and Applied Climatology, https://doi.org/10.1007/s00704-018-2581-7, 1-15.
  • Sarikaya MA, Tekeli AE (2014). Satellite inventory of glaciers in Turkey. In: Kargel JS, Leonard GJ, Bishop MP, Kääbm A, Raup BH (eds) Global land ice measurements from space. Springer, Berlin, pp 465– 480.

 

Testo di   Daniele Bocchiola, con contributi di Sylvie Coyaud, Claudio Cassardo, Stefano Caserini

6 responses so far

6 Responses to “Il monte Ararat, i primi risultati della spedizione per i 150 anni del CAI”

  1. Paolo Gabriellion Set 15th 2018 at 04:39

    Grazie, molto interessante. Sarei anche curioso di sapere come era organizzata la logistica sul campo.

  2. Daniele Bocchiolaon Set 15th 2018 at 21:38

    Eh…non facile. Volo Istanbul-Van e poi 3 ore in bus fino a Dogubayezit, gateway dell’Ararat.
    Poi di fatto abbiamo seguito la procedura per gli scalatori che vogliono salire in cima. 4-5 giorni di spedizione con soste ai vari campi base, mi pare si parta da 2000, poi 3200 (con un giorno di sosta) poi 4200 circa e infine salita alla cima partendo di notte fino a 5200, poi discesa in 2 giorni.
    Tutto gestito da guide locali con cibo ed acqua fornite dalle agenzie di trekking.
    Questo per cima, nei giorni successivi escursioni in altri punti del ghiacciaio con furgoni in giornata da Dogubayezit (fino ai 3000 m ca.)
    Assai faticoso, diverso dal metodo “himalayano”, con spedizioni piu’ lunghe e dislivelli minori. Ma qui e’ un cono vulcanico, non e’ possibile installare nulla di stabile. Credo che poche missioni glaciologiche siano state condotte in quest’area.
    Poi c’era la situazione politica e sociale della Turchia e di quell’area, molto povera, i pochissimi turisti erano per la cima, null’altro…
    Saluti,
    D

  3. Rassegna stampa settembre 2018 | CDCAon Set 18th 2018 at 11:48

    […] TURCHIA: Il ghiacciaio del Monte Ararat è diminuito del 30% tra il 1976 e il 2014. I dati della spedizione del CAI su Climalteranti […]

  4. […] successiva al diluvio universale, però non è mai stata trovata. In compenso i climatologi hanno individuato le tracce del cambiamento climatico che stiamo vivendo, quello prodotto non dall’ira divina ma […]

  5. In ritirata i ghiacci dell'Araraton Set 18th 2018 at 21:15

    […] successiva al diluvio universale, però non è mai stata trovata. In compenso i climatologi hanno individuato le tracce del cambiamento climatico che stiamo vivendo, quello prodotto non dall’ira divina ma […]

  6. maresciallo Stefanoon Set 21st 2018 at 16:24

    Qui ci si può divertire a simulare il futuro climatico della propria città (scenario RCP 4.5)

    https://www.nytimes.com/interactive/2018/08/30/climate/how-much-hotter-is-your-hometown.html

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