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Un convegno negazionista… nel 2018!

Per chi ormai sentisse la mancanza di quella specie in via di estinzione che sono ormai i negazionisti climatici, siamo in grado di annunciare un nuovo evento che si svolgerà martedì 13 novembre a Roma pomeriggio presso l’Università La Sapienza.

A nove anni dalla mozione negazionista in Senato e dal convegno sul clima senza climatologi in locali della Camera dei Deputati durante il governo di centrodestra, dal titolo dell’evento e dai partecipanti si può ritenere che sarà un’occasione per dare spazio all’anti-scienza e alla disinformazione sul clima.

L’incontro prevede infatti la partecipazione solo di relatori ben conosciuti su Climalteranti per aver già espresso tante tesi sbagliate sul cambiamento climatico. Sono più o meno sempre loro, un po’ invecchiati, riuniti per promuovere l’imbarazzante libretto “Clima, basta catastrofismo. Riflessioni scientifiche sul passato e sul futuro”, recentemente pubblicato dalla minuscola casa editrice  XXImoSecolo, una raccolta di saggi scritti dagli stessi relatori:

  • il prof. Franco Battaglia, autore di articoli contenenti numeri record di errori e sempre a secco di articoli scientifici in materia di ambiente o di clima;
  • il prof. Uberto Crescenti, geologo da tempo in pensione, pure lui senza pubblicazioni in climatologia ma già fautore di tesi bislacche e di una curiosa lettera al Papa;
  • il prof. Nicola Scafetta, autore di molte pubblicazioni stroncate dai climatologi e proponente di teorie sempre diverse e sempre meno credibili (da cui spassosi fallimenti nelle proiezioni delle temperature globali – si veda qui e qui);
  • il prof. Mario Giaccio, trascurato finora da Climalteranti per la scarsa risonanza della sua unica fatica in materia “Climatismo: una nuova ideologia”, ennesima versione italiana della disinformazione prodotta negli Stati Uniti;

Non c’è niente di nuovo sotto il sole, se non il rinnovato dispiacere che un’istituzione che dovrebbe garantire serietà nel trattare importanti questioni scientifiche e politiche dia tuttora spazio a tesi senza fondamento scientifico.

Non possiamo quindi non riproporre quanto scritto nove anni fa:

È curioso che il panel di relatori chiamati a intervenire nella “sessione scientifica” non includa veri esperti della tematica climatica ma sia caratterizzato da una assoluta e ampiamente documentata faziosità e ostinazione nel negare sistematicamente, contro ogni evidenza scientifica, l’esistenza dei cambiamenti climatici e la loro rilevante componente antropica.
Con una strategia ormai largamente sperimentata, fra i relatori, che si alterneranno nell’incontro organizzato a Roma, sono presenti sì scienziati e docenti universitari ma tutti fondamentalmente privi di una specifica competenza scientifica sulla materia dei cambiamenti climatici: come se non bastasse, salvo alcune eccezioni, i professori e gli scienziati del convegno di Roma sono sostanzialmente privi di pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali non solo sulle tematiche climatiche ma più in generale su quelle ambientali. In quanto tali risultano niente di più che semplici opinionisti, non più autorevoli di un climatologo che pontifica sullo stato di risanamento dei conti pubblici italiani o sulla cura migliore del tumore al cervello.

Spicca, invece, l’assoluta mancanza di contraddittorio e di rappresentanza di quei pur numerosi climatologi italiani (come Filippo Giorgi, Antonio Navarra e molti altri ancora) che si sono guadagnati con serietà, dedizione e impegno, un ruolo di rilievo nella comunità scientifica internazionale e che contano decine di pubblicazioni scientifiche anche di grande importanza sul tema, nonché la collaborazione proprio con quell’IPCC del quale ora, in questo incontro, si vuole minare la credibilità.

Per chi volesse andare a farsi quattro amare risate, l’appuntamento è:

Martedì 13 novembre 2018, ore 15.30, Aula “Sergio Lucchesi”, Dipartimento delle Scienze della Terra, Università La Sapienza, P.le Aldo Moro, 5 – Roma

 

PS

Era inizialmente previsto un altro convegno il mattino del 13 novembre 2018 in una stanza del Senato della Repubblica, ma è stato fortunatamente cancellato.

 

Testo di Stefano Caserini, Sylvie Coyaud, Mario Grosso e Sergio Castellari

48 responses so far

48 Responses to “Un convegno negazionista… nel 2018!”

  1. Francesco Turrinion Nov 13th 2018 at 12:35

    Saluti,
    a me non sembra seria una simile presentazione. Confutate i dati, non le persone, altrimenti date l’impressione di essere una religione contro un’altra.
    Quelli sono scienziati, veri. Potranno sbagliare o presentare le proprie idee in modo irritante, ma bollarli come “negazionisti” (siamo tutti negazionisti di qualcosa, no? dell’astrologia, dell’omeopatia, ecc.) e parlare a priori di anti-scienza e disinformazione mi sembra che tolga credibilità.

  2. Mauroon Nov 13th 2018 at 14:10

    Francesco Turrini
    Ti darei ragione ma ho sentito una volta Franco Battaglia e…
    Ti assicuro che qualsiasi critica ed accusa contro certi personaggi è ampiamente giustificata.
    Loro non seguono regole, loro non sono scienziati, loro non leggono i dati.
    E’ la religione di chi fa scienza contro chi da aria alla bocca.

  3. Francesco Turrinion Nov 13th 2018 at 15:14

    Mauro,
    mi permetto di dissentire, non tanto perché conosco il prof. Battaglia, e ti posso assicurare che è uno scienziato vero (si occupa di statistica termodinamica se non erro, materia piuttosto complicata), ma perché le critiche che gli vengono rivolte in questo blog mi sembrano spesso infondate.
    Faccio solo un esempio: Battaglia ha scritto un libro sull’illusione dell’energia dal sole in un periodo in cui tutti magnificavano le sorti delle rinnovabili. In questo blog è stato massacrato, ma quando qualcuno ha provato ad analizzare i numeri illustrati in quel libro, sai come ha concluso? Così: “In definitiva sui numeri riportati non mi sembra ci sia troppo da discutere, salvo sul nucleare; il problema è che quelle cifre raccontano solo una parte della storia”.
    Insomma, quando si parla di numeri, Battaglia ha ragione. So che in altri articoli è stato criticato anche sui numeri, ma per ognuna di quelle critiche ci sono altrettante ottime risposte (se poi vuoi ne parliamo).
    Ricordo negli anni settanta quando uscì un libro di Piero Angela sul mondo del paranormale: in quel periodo molte persone, anche di buon senso, davano per scontato che telepatia, chiaroveggenza, telecinesi fossero fenomeni reali. Tutti criticarono Angela. Dopo quarant’anni le cose che diceva sono state confermate e nessuno scienziato crede più a Uri Geller.
    Penso succederà lo stesso sui numeri di Battaglia.
    Un caro saluto

  4. Sylvie Coyaudon Nov 13th 2018 at 18:34

    Francesco Turrini,

    quando si parla di numeri, Battaglia ha ragione.

    Oggi a Roma, Battaglia ha ripetuto che “dal 2000 le temperature sono costanti”. Stando a termometri e sensori sono aumentate di 0,5 °C.
    Forse lei ha “un’ottima risposta” che spiega la differenza?

  5. alsarago58on Nov 13th 2018 at 22:59

    Turrini
    “Battaglia ha scritto un libro sull’illusione dell’energia dal sole in un periodo in cui tutti magnificavano le sorti delle rinnovabili. ”

    E’ vero, oggi non le magnifica più nessuno le rinnovabili, semplicemente le installano: 98,9 GW di “illusione” solare installati nel mondo nel 2017, più o meno lo stesso nel 2018.

    Sono tutti illusi meno Battaglia nel mondo…

  6. alsarago58on Nov 13th 2018 at 23:03

    Credo che i problemi di battaglie e altri negazionisti, non siano tanto scientifici o di eventuali conflitti di interesse, quanto esistenziali.

    Si sono tanto buttati con tale foga e sicumera in una battagli rivelatasi clamorosamente sbagliata (se non ci credete andate a chiederlo ai 14 milioni di alberi, anche secolari, buttati giù da un vento a 200 kmh nel Nordest…) che ormai non possono ammettere di essersi sbagliati, senza entrare in una grave crisi di identità.

    Continueranno a dire che il cambiamento climatico è una bufala, anche quando il mare gli sommergerà la seconda casa…

  7. Fabio Vomieroon Nov 14th 2018 at 07:58

    In effetti mancano Zichichi, Rubbia, Guido Guidi, Sergio Pinna e Mazzarella e poi il manipolo rimasto degli scettici-negazionisti climatici d’Italia è tutto qui, altro che scienza divisa, mi pare che questo sia giusto ricordarlo, come è giusto anche ricordare che al Senato, luogo in cui era prevista la conferenza, si è parlato recentemente anche di scie chimiche e antivaccinismo. Detto questo, ha ragione Mauro, le critiche dobbiamo farle sui dati e anch’io in ogni caso sarò molto curioso di verificare se siano state dette delle cose nuove e interessanti, ma occupandomi personalmente da tanti anni della questione, temo però che il Battaglia continuerà a parlare come sempre di presunta origine solare dei cambiamenti climatici, Scafetta continuerà a illustrare l’influenza indimostrata dei cicli planetari, Crescenti e Ortolani continueranno a dimostrare a suon di dati paleoclimatici che il clima del pianeta è sempre cambiato per cause naturali. Tutto anche in certi casi vero, ma tutto anche contestualmente già ampiamente vagliato e ritenuto poco utile al progresso vero delle conoscenze concrete in merito all’attuale dinamica del riscaldamento globale.

  8. Francesco Turrinion Nov 14th 2018 at 08:44

    Per Sylvie: glielo chiederò appena posso e ti risponderò. Peraltro, da ignorante, mi permetto di farti presente che 18 anni, per il pianeta, su scala climatica, sono niente.

    Per Alsarago58: le rinnovabili (intendendo con questa espressione “le rinnovabili non programmabili tipo fotovoltaico o eolico”) oramai non le installa più (quasi) nessuno perché non convengono più: sono finiti i soldi e non è più conveniente. Certo è un bel business! Ne ho approfittato anch’io, ma che c’entra con i ragionamenti di Battaglia?

    Per alsarago58: intendi dire che, che ne so, mille o diecimila anni fa queste cose non succedevano? non cadevano gli alberi secolari?

    per Fabio Vomiero: ma secondo te sono tutti stupidi o in malafede o autolesionisti, visto lo stigma anche sociale che comporta criticare il GW antropogenico?

  9. homoereticuson Nov 14th 2018 at 09:21

    ” le rinnovabili (intendendo con questa espressione “le rinnovabili non programmabili tipo fotovoltaico o eolico”) oramai non le installa più (quasi) nessuno perché non convengono più: sono finiti i soldi e non è più conveniente. Certo è un bel business!

    decida: non è più conveniente o un bel business?
    Intanto che pensa alla risposta, legga come va nell’UK :

    hhttps://www.theguardian.com/environment/2018/nov/06/uk-renewable-energy-capacity-surpasses-fossil-fuels-for-first-time?CMP=Share_iOSApp_Other

  10. alsarago58on Nov 14th 2018 at 10:15

    Per Turrini: grazie di aver ben esemplificato il concetto di “tapparsi gli occhi per non vedere la realtà, al fine di non dover ammettere di essersi sbagliati”.

    Se riesci a guardare al di là dell’Italia, paese chiuso, spaventato e rattrappito su sè stesso per tante ragioni, e ti avventuri su Internet a cercare qualche statistica, scoprirai un mondo che non ti aspettavi.

    Le rinnovabili, ripeto, nel mondo le stanno installando a centinaia di GW all’anno, 98 GW per il solare PV nel 2017 (ultimi dati completi disponibili) e 52 GW di eolico, che, come produzione, a spanne, equivalgono a circa 50 grandi centrali a carbone o nucleare di pari potenza.
    E anche in Europa cominciano ad apparire centrali solari ed eoliche installate senza incentivi, o con aste che fissano prezzi del MWh, in Europa siamo intorno ai 50 E/MWh, o con contratti di fornitura esclusiva ad aziende o utilities private.
    Una di questo tipo, da 47 MW l’hanno persino fatta partire l’anno scorso in italia.
    Per confronto per costruire la prossima centrale nucleare inglese di Hinkley Point, è stato concesso un MWh a prezzo fisso di 110 Euro.

    Quanto alla strage di alberi del nordest: certo, può darsi che 1000 o 10000 anni fa sia accaduto qualcosa di simile, ma guarda caso è qualche anno che le cose “eccezionali, una volta ogni secolo, una ogni millennio”, accadono come le ciliege, una dopo l’altra.
    Per esempio, due giorni fa il più mortale incendio forestale della storia della California (Ah, no, scusa, il noto esperto Donald Trump ci ha spiegato che dipende dalla cattiva gestione forestale…fosse stato per lui avrebbe trasformato le foreste della California in pellet, eliminando il problema).

    Che dici, siamo molto sfortunati e il caso si accanisce contro di noi, oppure qualcosa è cambiato nel clima?

  11. Francesco Turrinion Nov 14th 2018 at 11:05

    “decida: non è più conveniente o un bel business?”

    In Italia era molto conveniente fino al secondo conto energia. Ora non lo è più. Che poi anche da altre parti le incentivino, non lo metto in dubbio. Quel che intendevo è che il numero di Battaglia (l’argomento dal quale siamo partiti) era: il sole ci dà una potenza di 200 W in media al mq (in Sicilia, qui al Nord la metà). Anche con una cella molto efficiente, tipo 20%, questi W teorici diventano pochissimi. E’ una fonte discontinua e quindi la rete elettrica non ci si può basare. Punto. Ed è purtroppo vero.
    Che poi qualcuno lo strapaghi anche all’estero va bene (ci guadagno anche io, ripeto) ma bisogna vedere se è utile al sistema complessivo.

    Dire che 98 GW di solare + 52 di eolico valgono quanto 50 grandi centrali tradizionali significa confondere l’energia prodotta con la potenza disponibile e garantita immessa in rete. E’ un errore tecnico.

    La questione degli incendi è molto conosciuta: per affrontarla bene il discorso si allungherebbe troppo. E’ possibile che dipenda tutto dall’aumento delle temperature o forse no. Però anche 20.000 anni fa gli antichi europei avranno notato che lo strato di due km di ghiaccio che copriva il suolo si stava ritirando, e magari avranno attribuito il fenomeno a tutti i fuochi che accendevano per scaldarsi. Poi, grazie a quell’innalzamento di temperature è fiorita la nostra civiltà. Segnalo che 20.000 anni per il nostro pianeta sono niente.
    Insomma, io non sono nessuno e non voglio provocare nessuno, però prima di bollare come cretini/in malafede/disinformati gli scienziati scettici sul GW antropogenico, ci andrei cauto.
    Saluti a tutti

  12. Stefano Caserinion Nov 14th 2018 at 12:15

    @ Francesco Turrini
    Dire che 98 GW di solare + 52 di eolico valgono quanto 50 grandi centrali tradizionali significa confondere l’energia prodotta con la potenza disponibile e garantita immessa in rete. E’ un errore tecnico.

    Direi di no.. se prende una taglia media di una centrale di 800MW- 1 GW, per una potenza 150 GW sono 190-150 centrali convenzionali. Se considera che il coefficiente di disponibilità dell’anergia è 85-90% per una centrale convenzionale e 20-30 % per una rinnovabile, il dato di 50 centrali non è sbagliato.

    Trova alcuni dati recenti sulla competitività delle rinnovabili qui http://www.lazard.com/perspective/levelized-cost-of-energy-and-levelized-cost-of-storage-2018/

    Per il resto, può leggere qui https://www.climalteranti.it/tag/battaglia/ diverse confutazioni alle tesi infondate e ai tanti dati sbagliati del Prof. Battaglia

  13. Francesco Turrinion Nov 14th 2018 at 12:55

    per Stefano Caserini

    Se ha mai visto il contratto tra il proprietario di una centrale e la rete, ricorderà che l’oggetto del contratto non è la quantità di energia prodotta, ma la messa a disposizione della sua potenza. Quindi, alla rete, non interessano i kwh che alla fine dell’anno quella centrale avrà prodotto, bensì quanti kw può garantire. Un parco eolico o fotovoltaico può garantire 0 kw, quindi vale 0. Che poi venga incentivato dalla politica è vero, ma non cambia la sostanza della vicenda.

    Le sue critiche a Battaglia le conosco e mi sembra che non cambino la sostanza delle cose. Le ricordo che lei ha bollato come “libro patacca” (o altra espressione analoga) il libro sull’illusione dell’energia dal sole di Battaglia, e ha detto che gli erano state mosse delle critiche anche se lui non sembrava essersene accorto. Bene, sono andato a vedere quelle critiche e ho riportato nel primo post la mia scoperta: quelle critiche in realtà non demolivano nulla delle tesi del professore.
    Allora a me sembra che le feroci aggressioni o anche solo le ironie mosse a Battaglia siano ingiuste e sconvenienti: è uno scienziato vero che vive facendo calcoli complicatissimi su argomenti molto complessi; spesso propone le sue tesi in modo provocatorio ma questo non muta il fatto che abbia ragione.
    Saluti

  14. Paolo C.on Nov 14th 2018 at 13:19

    Il caro Battaglia potrebbe allora proporre i suoi deliri, pardon, i suoi calcoli complicatissimi a riviste come Nature, Science, ecc., così vedremo se glieli prendono in considerazione o si sganasciano dalle risate.

  15. Mauroon Nov 14th 2018 at 13:57

    @Francesco Turrini
    “Quindi, alla rete, non interessano i kwh che alla fine dell’anno quella centrale avrà prodotto”

    Lei nella vita di cosa si occupa? (oltre che combattere per una “battaglia” persa?)

  16. Francesco Turrinion Nov 14th 2018 at 14:43

    per Paolo: Battaglia ha un curriculum scientifico vero, e dato che si occupa di termodinamica quantistica non scrive su riviste per gente come noi (o almeno come me). Peraltro ha appena pubblicato un manuale di chimica per l’università. Si trova su Amazon.

    per Mauro: faccio l’avvocato e mi sono occupato di rinnovabili professionalmente, quindi credo di saperne un po’ di più di altri (anche se meno di tantissimi). Quel che intendevo dire è che nel momento in cui ci si obbliga contrattualmente non è importante quanta energia verrà prodotta da una centrale, ma a che potenza. Infatti nei contratti è scritto: “la centrale XY si obbliga a fornire alla rete tutta l’energia prodotta alla potenza di tot MW” e uno potrebbe dire: va bene, ma quant’è questa energia? Non importa: si vede a fine anno. Magari saranno 100 MWh.
    Invece, un campo fotovoltaico, che magari può produrre alla fine dell’anno gli stessi 100 MWh, li produce di picco, alla potenza di un megawatt; quando piove di dieci kw; di notte zero.
    Quindi, dal punto di vista della “potenza garantita” vale zero, anche se producesse in ipotesi la stessa quantità di energia.

    E’ un po’ come se lei vivesse su Marte e dovesse comprare l’aria. Una centrale convenzionale le assicura che ogni momento avrà quel tot di aria che le serve per respirare: alla fine dell’anno si faranno i conti su quanto ha consumato, ma quel che conta è che in ogni momento lei respirerà e non morirà. Una centrale rinnovabile non programmabile le assicura che alla fine dell’anno lei potrà avere magari anche tutta l’aria che le “sarebbe servita”, ma non le garantisce la costanza di produzione. Anzi, le garantisce che questa costanza non ci sarà. Quindi non le serve per campare: per lei vale zero.
    Detto questo preciso che non combatto nessuna battaglia. Questo è il vostro blog e ci potete insultare chi volete. Solo mi sembra ingeneroso nei confronti di uno scienziato che conosco e rispetto.
    Chiedo scusa se ho disturbato e saluto tutti.
    F.

  17. alsarago58on Nov 14th 2018 at 18:38

    Turrini, le dirò, ce ne eravamo già accorti da qualche anno che il Sole non splende sempre e il vento non soffia continuamente.

    Solare ed eolico sono fonti non programmabili per definizione, ma questo non vuol dire che producano energia inutile, e infatti in Europa producono ormai una fetta consistente dell’elettricità consumata nel continente, anche perchè, almeno per quanto riguarda il solare, la sua produzione è abbastanza ben prevedibile e concentrata nelle ore i massimo consumo.

    L’intermittenza e l’occupazione di spazio sono i difetti di solare ed eolico, così come quelli di avere riserve limitate, distruggere il clima, inquinare ogni bene ed esacerbare i conflitti geopolitici sono i difetti delle fonti fossili, mentre quelli del nucleare sono di costare un occhio della testa, avere dei rischi, non sapere dove mettere le scorie e avere un doppio uso civile-militare.
    Veda lei quali sono i difetti minori e più risolvibili.

    Rimediare all’intermittenza di solare ed eolico sarà il prossimo passo della transizione energetica (il primo è stato far crollare il loro costo), e lo si compirà tramite accumulatori elettrochimici (batterie a stato solido e a flusso), chimici (power-to-gas), e fisici (pompaggi, CAES), oltre che usando fonti rinnovabili continue (idro, biomasse, geotermico) e trasmissione di elettricità a lunga distanza.

    Tutto molto complicato? Certo, la transizione alle rinnovabili è faticosa e scomoda, ma non la si compie perchè convenga o per divertimento, ma per evitare il disastro climatico, ambientale, economico e geopolitico a cui, prima o poi, inevitabilmente ci trascinerà l’attuale dipendenza da fossili.

    “La questione degli incendi è possibile che dipenda tutto dall’aumento delle temperature o forse no”

    La prima che ha detto…

  18. Jerryon Nov 14th 2018 at 18:56

    Ecco qui un’ altra perla del Col. Guido Guidi chiamando “isteria” la teoria del AGW antropico, condivisa dal 99.94% degli scienziati

    http://www.climatemonitor.it/?p=49627

    La “vera scienza” secondo lui è quella del 0.06% degli scienziati o dei vari Franco Battaglia,Crescenti, Scafetta, Rubbia, Zichichi, guarda caso NESSUNO di loro climatologo.

    Un utente ha chiesto al Col. Guidi perchè non prendesse posizioni ufficiali e non fosse andato al convegno ,e gli viene risposto in malo modo, tanto per cambiare.

  19. Fabio Vomieroon Nov 14th 2018 at 19:05

    A proposito di errori di questi autori, già peraltro ben argomentati da climalteranti nel tempo, ci sono ben due grossolane imprecisioni, probabilmente volute, già nella presentazione scritta del nuovo libro. La prima sull’aumento della temperatura globale, 0,8-1°C dal 1850, intervallo 168 anni. In realtà un aumento di questo ordine di grandezza si è verificato soltanto negli ultimi 40 anni http://www.columbia.edu/~mhs119/Temperature/globalT_2parts_1951-1980base.pdf
    Seconda imprecisione, in merito alla presunta divisione della scienza. In realtà non c’è nessuna divisione, anzi, la comunità scientifica raramente è così compatta nell’attribuzione delle cause di fenomeni complessi.

  20. Jerryon Nov 14th 2018 at 19:12

    @Francesco Turrini

    Ma Lei è l’ avvocato di Battaglia ?
    Beh che sia scienziato siamo d’ accordo ma di climatologia non capisce NULLA e scrive e dice strafalcioni che non stanno nè in cielo nè in terra. Lo dico con cognizione di causa, dato che sono climatologo da 26 anni.
    Ne’ Battaglia, nè Guidi (meteorologo) nè Rubbia nè Zichichi sono climatologi e di climatologia non capiscono un tubo, mi bastano 3 minuti per sentire le corbellerie che dicono.
    Forte comunque la barzelletta che le temperature sono stabili da 20 anni quando i 20 anni più caldi dalla fine della PEG (secondo NOAA; NASA,JMA e UKMO) corrispondono esattamente agli ultimi 20.
    Avrà anche un problema di aritmetica elementare il Prof. Battaglia o diffama i VERI climatologi di queste istituzioni come fanno puntualmente nel blog di Guido Guidi ?

  21. Fabio Vomieroon Nov 15th 2018 at 20:35

    Per chi volesse farsi un’idea, ho trovato su Youtube l’intervento del prof.Battaglia
    http://www.youtube.com/watch?v=5SkC5DqBWRI
    Come volevasi dimostrare, nessuna novità di rilievo, intervento a mio parere abbastanza imbarazzante, ma contento lui…

  22. Sylvie Coyaudon Nov 15th 2018 at 22:13

    Francesco Turrini,

    Peraltro, da ignorante, mi permetto di farti presente che 18 anni, per il pianeta, su scala climatica, sono niente.

    Sono lusingata di venir confusa con Battaglia, ma dice lui che “dal 2000 le temperature sono costanti” e non ho idea di quale scala climatica abbia in mente.

    [Battaglia] non scrive su riviste per gente come noi

    Dice? Mi lamento perché da trent’anni quasi non leggo altro che riviste scientifiche.

    Battaglia ha un curriculum scientifico vero

    Minuscolo in chimica, inesistente in termodinamica quantistica e in climatologia.

    Perché su Marte l’azoto e l’ossigeno non si potrebbero stoccare in bombole ricaricabili – un po’ come l’energia nelle Powerpack?

  23. Andrea Capoccion Nov 16th 2018 at 01:11

    Una cronaca dal vivo della presentazione: https://twitter.com/andcapocci/status/1062386317491867648

  24. […] su come il riscaldamento globale non esista oppure che, se esiste, non è un vero problema in un convegno disgraziatamente ospitato dall’Università “La Sapienza” a Ro… pochi giorni […]

  25. Stefano Caserinion Nov 22nd 2018 at 23:58

    Segnalo questa ottima cronaca dell’evento
    https://www.wumingfoundation.com/giap/2018/11/negazionismo-climatico-abruzzese/

  26. francescoon Nov 23rd 2018 at 15:44

    Da wikipedia (https://it.wikipedia.org/wiki/Deserto_del_Sahara)
    “Anticamente, il Sahara non era un deserto: circa 30 000 anni fa, le sue montagne erano coperte di rigogliose foreste, la sua fauna era molto ricca, e i popoli che vi abitavano si dedicavano alla caccia e all’allevamento del bestiame (…)Il clima del Sahara ha subito enormi variazioni tra umido e secco negli ultimi 100 mila anni. Ciò è dovuto ad un ciclo di 41 mila anni in cui l’inclinazione della terra cambia tra 22° e 24,5°. Allo stato attuale (anno 2000), siamo in un periodo secco, ma si prevede che il Sahara diventerà di nuovo verde in 15 mila anni (17000 d.C.)”

    Resoconto quasi stenografico di una riunione del CdA (Consiglio delle Antilopi) del 1° gennaio del 4.200 a.c.

    – Urik: “ai tempi dei miei nonni cacciavamo e coltivavamo la terra; il nostro mondo – la Terra delle Antilopi – era verde e rigoglioso; le donne ballavano ed i nostri figli giocavano felici. Poi abbiamo bruciato troppi alberi; il fuoco ha scaldato l’aria e la pioggia è evaporata; il verde sta morendo e c’è sempre più sabbia. Dobbiamo smettere di bruciare gli alberi e mettere a morte chi lo fa”.
    – Aran: “Ma come possono pochi alberi cambiare la foresta in un deserto? Cosa dovremmo bruciare anziché gli alberi per scaldarci e cucinare? E se fosse scritto nelle stelle che dobbiamo andarcene da questo posto e cercare nuove terre?”
    – Urik: “Il fuoco brucia e trasforma la legna in cenere; è evidente che è il fuoco a trasformare il verde in marrone; fai la prova toccandolo; il 99% di noi la pensa così. Quindi chi non accetta questa verità o è in malafede, o è ignorante. In entrambi i casi deve morire. Tutti d’accordo?”

    Il verbale riporta la messa a morte di Aran. Due generazioni dopo la tribù abbandonò la Terra delle Antilopi perché non cresceva più niente e gli animali se ne erano andati. Urik venne ricordato come il saggio profeta a cui il tempo aveva dato ragione. Troppi alberi bruciati avevano trasformato la foresta in un deserto. Lo stolto Aran è ancora ricordato come colui che si era opposto all’evidenza.

  27. Paoloon Nov 23rd 2018 at 16:34

    Sul Sahara, in effetti…

    https://www.sciencedaily.com/releases/2017/03/170314111320.htm

  28. Maurizioon Dic 9th 2018 at 19:08

    Buonasera,
    Entro in argomento con troppi giorni di ritardo.
    Non si può non osservare un atteggiamento piuttosto chiuso e poco incline alla tanto decantata apertura mentale degli scienziati. Di fronte a qualche dubbio sollevato con pacatezza si risponde risoluti in 4-5 anche insieme, ma senza argomentare.
    La complessità dell’analisi dell’AGW obbliga alla cautela, perchè la climatologia è scienza molto articolata. Come avviene in pochi altri, ma significativi ambiti, ad es. quello dell’astronomia e dell’astrofisica, è difficile avere conferme dirette. E quando si prendono cantonate, esse vengono generalmente abilmente sottaciute (si faccia una ricerchina su un dettaglio di poco conto: lo spessore dell’atmosfera di Plutone, prima delle scoperte dell’ultima sonda che c’è passata e dopo. Very very istruttivo..).
    Le tesi di fondo dei negazionisti non sono mai affrontate in modo sistematico, metodico e professionale dai salvamondisti. Fare continuamente appello al “se ne accorgono tutti” è scientificamente imperdonabile. Le mille falle che i modelli climatologici presentano e di cui nessuno si cura, le mille e una correzioni che vengono apportate in corso d’opera e soprattutto l’impossibilità di ricostruzione del clima del passato lasciano piuttosto perplessi, circa la bontà delle teorie che vanno per la maggiore.
    Purtroppo poi prende il sopravvento il taglio ideologico, secondo il quale, insomma, anche se le cose non vanno abbastanza male (accidenti…) dobbiamo continuare a dire al cittadino beota medio che è così, che deve fare come gli diciamo noi, illuminati del XXI secolo. Sul piano sociologico, l’uomo si è liberato consapevolmente di qualsiasi legame nel corso del XX secolo, e ciò è considerato una conquista, per poi mettersi dietro ai nuovi ministri della religione salvamondista? Mmmmh, poco credibile, per lo meno.
    Nessuno si ricorda di come è nata la raccolta differenziata? Che bastava separare, e poi così ci si guadagnava tutti…eh già, peccato che oggi siamo pieni di plastica fino nel buco…, sì lasciamo perdere, perchè tanto l’importante era differenziare. Peccato che i cinesi hanno detto “basta, la vostla plastica non ci selve più”. L’esempio, estremamente semplicistico e semplificativo, vuol significare che non è permesso forzare un messaggio scientifico in modo superficiale, trascurando dettagli significativi perchè troppo complicati e ritenuti fuorvianti per sostenere una tesi, ammesso che essa sia corretta. Il tempo poi ne chiede conto. E se il beota di cui sopra si sente raggirato, non crederà poi più a nulla (anche perchè ha imparato, come dicevo poc’anzi, che credere a qualcosa o a qualcuno è poco moderno e poco scientifico).
    Cordialmente,
    Maurizio

  29. Maurizioon Dic 9th 2018 at 19:11

    Dimenticavo una provocazione: il mantra dei 2 °C (B2C va ormai di moda, come acronimo del momento) donde proviene, dal punto di vista scientifico? Potevano essere 1,8 o 2,2? o 1 °C? Mica verranno da un modello?

  30. Cittadino Beota Medioon Dic 10th 2018 at 15:06

    si faccia una ricerchina su un dettaglio di poco conto: lo spessore dell’atmosfera di Plutone

    Questa dell’atmosfera di Plutone non la so; ma Lei, Maurizio, è proprio sicuro che Plutone esiste? Potrebbe anche essere tutta una manfrina degli astronomi per farsi comprare telescopi su telescopi.

    Saluti.

    CBM

  31. Maurizioon Dic 11th 2018 at 13:42

    Observations made from New Horizons have already greatly altered our understanding of how Pluto’s atmosphere works, even with many data remaining to be reduced and analyzed
    cit. by http://science.sciencemag.org/content/351/6279/aad8866.full

    La citazione, invero molto banale, semplicistica e solo esemplificativa, vuole indicare che in alcuni ambiti delle scienze le conoscenze sono ben lungi dal potersi dire consolidate.
    Ciò deve essere sempre tenuto in conto quando si esce dal terreno dello studio e si entra in quello delle implicazioni pratiche. (politiche, giornalistiche, di opinione).
    Se ad oggi di un certo argomento conosciamo poco, possiamo senz’altro concordare con gli scienziati sul loro atteggiamento che dice: “è il meglio di quello che abbiamo, poco importa se è poco, poco importa quanto è lontano dalla conoscenza”; del resto la scienza progredisce proprio in questo modo, anche riguardo alla validità di una teoria. Ma, su tutt’altro fronte, il decisore politico, il giornalista, l’opinionista, non possono far propria questa affermazione, perchè: 1) non hanno i mezzi per conoscere ed ammettere quanto si possa migliorare una conoscenza; 2) possono sempre essere tacciati di non essere imparziali, dato che in effetti non lo sono; 3) le conseguenze delle loro impostazioni e scelte, che spesso assumono un vero carattere ideologico, quando non fideista, non sono limitate al campo degli “addetti ai lavori”, quindi possono rivelarsi molto dannose per molte più persone, qualora i fondamenti siano errati.

  32. Giuseppeon Dic 17th 2018 at 13:53

    Carissimi colleghi
    Non ho idea di chi sia più vicino alla verità. Sono un umile fisico, prestato alla microelettronica da quasi 30 anni e non ho le conoscenza di climatologia necessarie per azzardare mie ipotesi. Ciò detto, permettetemi alcune osservazioni

    1) Definire un collega che riporta dati condivisi dall’intera comunità scientifica (l’aumento del Co2 in ppm, ad esempio) “negazionista” solo perché la sua teoria, riguardo a dati condivisi (scusate se insisto, ma resto uomo di scienza) appare bislacca, è un comportamento fascista. Punto. Mi spiace moltissimo, so che non è un bell’aggettivo, ma non trovo alcunchè di più pertinente. “Negazionista” è in genere riservato a chi nega l’Olocausto. Ovvero a chi nega un fatto storico, documentato e condiviso, oltre che orrendo. E’ un epiteto orribile che si può riservare ad autentici mostri. Il fatto di utilizzarlo per dei colleghi, con assoluta leggerezza, forti solo di una posizione di assoluta maggioranza, è una prepotenza tipicamente fascista. E’ una forma di randello o di olio di ricino. Ricorda inquietantemente gli attacchi dell’illustre comunità scientifica d’altri tempi nei confronti dei pochi, assoluta minoranza, che si ostinavano a sostenere che gli ebrei sono essere umani quanto gli ariani.

    2) Quando ho letto che dei professori hanno scritto un “libretto imbarazzante” mi sono incuriosito. Ripeto che non sono un esperto, ho sempre per lo più pensato che la comunità scientifica abbia ragione ad essere preoccupata; però leggendo che esistono tesi contrapposte, cosa in genere buona per la scienza (lo era ai miei tempi, almeno, oggi pare non sia così) ho provato a cercare tale “libretto imbarazzante”. Ebbene, stando a IBS e ad Amazon tale libretto imbarazzante non è in commercio. Uscirà in Gennaio. Voglio sperare che chi ha scritto l’intervento origine di tutti questi commenti sia riuscito ad avere una copia omaggio da uno dei “rincoglioniti colleghi” prima dell’uscita. Altrimenti, il fatto che lo definisca imbarazzante senza averlo letto conferma l’impressione del precedente punto. Quando ci si sente incredibilmente superiori e portatori di verità assolute, si cade in atteggiamenti fascisti, come ad esempio stroncare un testo non per ciò che vi è scritto, ma per chi lo ha scritto (troppo ebreo, troppo poco allineato, troppo rosso, troppo nero etc.)

    3) Si può avere ragione e al tempo stesso mantenere un tono civile e rispettoso. E’ questione di educazione. E in definitiva si risulta anche più credibili. Fatevi un piacere: chiedete scusa per l’attacco maleducato e un po’ vile, e dimostrate pacatamente che ciò che viene sostenuto negli articoli o nel libretto imbarazzante è semplicemente sbagliato. Sono certo che ne avete le capacità, le competenze e la bravura; e io vi leggerò con piacere, imparando davvero qualcosa. A insultare “sono già buono”, come si dice da queste parti…

  33. Stefano Caserinion Dic 17th 2018 at 19:50

    @ Giuseppe

    1) In merito al termine da usare per indicare chi nega l’evidenza scientifica, ne abbiamo già discusso tanto su questo blog, a partire ad esempio da questo post di più di 9 anni fa. https://www.climalteranti.it/2009/10/27/c%E2%80%99e-un-altro-termine-per-indicare-il-negazionismo/
    Il termine negazionismo da allora è sempre più utilizzato, in tanti altri contesti.
    Lei può ritenere che debba essere usato solo per chi nega l’olocausto o per autentici mostri, ma non può pretendere che facciano altrettanto tutti gli altri.
    Tenga conto che ci sono libri e articoli scientifici che lo usano, non farà fatica a trovarli.

    2) @ però leggendo che esistono tesi contrapposte…
    Il punto è qui: non esistono tesi contrapposte; esistono tesi scientifiche discusse da migliaia di esperti del settore sulle riviste scientifiche e i convegni del settore, e i libri come questi basati sul nulla scientifico.
    Quanto scrivono nella quarta di copertina “la comunità scientifica è divisa tra chi attribuisce tale aumento…ecc ecc”, il curriculum dei suoi autori (su questo blog può trovare le precise e documentate stroncature ai loro lavori) nonché alcune pagine lette sono più che sufficienti per dire che definirlo imbarazzante è già una cortesia

    3) nel post non c’è nulla di offensivo o maleducato; se non è d’accordo, chissà cosa penserà di quanto scrivono alcuni degli autori del libro, che da anni accusano tutta la comunità scientifica di esser parte di un complotto globale, le lascio immaginare con quali termini…

  34. Maurizioon Dic 19th 2018 at 13:28

    Avanti così, Caserini, chè, come ha fatto notare giustamente il sig. Giuseppe, sarebbe bene rispondere nel merito. Una chiusura pregiudiziale come quella che lei qui mostra, parla da sola. Salvo poi lamentarsi che ci si contrappone per ideologia…
    Alcuni tra gli autori del libro, lei forse non sa o finge di non sapere, non parlano di un complotto globale, così come non credono alle scie chimiche o sostengono posizioni no-vax. Forse lasciano solo trapelare una visione antropologica lievemente controcorrente, che molto spesso comporta la preclusione alla possibilità di avere voce in capitolo nei consessi in cui “non esistono tesi contrapposte”.
    Non so se si rende conto: sta chiedendo solo di dare retta a quello che lei ritiene sia giusto. A questo proposito sarebbe istruttivo vedersi il video di Guidoni con le Iene per cogliere 1 sola cosa (non quello che pare a lei, magari mettendomi nelle file dei terrapiattisti!), 1 sola, che anche a me di primo acchito ha dato quasi fastidio: non mi pare che il noto astronauta si sia sperticato, sbilanciato, affannato, con quei 2 signori. Sì, per un po’ ha insistito, ha argomentato, ha provocato, ma poi è tornato a casa molto sereno, senza offendere, senza chiamare la neuro per quelle 2 persone (il che avrebbe avuto anche una sua giustificazione). Nondimeno, non è stato messo minimamente in crisi da quella tenzone, dando un messaggio molto serio del suo atteggiamento scientifico, peraltro corroborato da un’esperienza personale.
    Ma già, mi potrebbe rispondere, se non vi avvertiamo noi che il mondo va a rotoli, chi ci salverà? Vede, uno dei punti chiave è in questo passaggio: la pretesa di aver capito tutto. Avevo dato solo 1 spunto, non altro, con il riferimento alla vicenda dell’atmosfera di Plutone. In questi giorni ne era apparso un altro, quello delle scoperte del Deep Carbon Observatory riguardanti il sottosuolo hanno “inaspettatamente” condotto ad una serie di considerazioni, che lasciano a metà tra l’intenerito e il canzonatorio: com’è che di ciò che abbiamo sotto i piedi non conosciamo nulla, o meglio conosciamo molto poco, troppo poco per poter trarre le conlcusioni così apodittiche a cui siamo abituati? Com’è che c’è ancora così tanto da capire, com’è che ci imbattiamo, o meglio sbattiamo continuamente contro limiti alla nostra conoscenza, com’è che non riusciamo mai ad imparare un atteggiamento più cauto? E invece no, sempre al rilancio, perchè tutto ciò si sposa perfettamente con un nostro bisogno che sia così…con il bisogno che sappiamo capire tutto. Non mi fraintenda: mica che non si può conoscere nulla. Ma un rapporto un po’ più equilibrato con la reale portata delle conoscenze, scremate dal sensazionalismo trionfante o allarimistico a seconda dei casi, non guasterebbe. Per tutti: per chi fa scienza, per chi la divulga, per chi prende decisioni.

    Chiudendo: veda, allarmi dello stesso genere esistono per una serie di problemi potenziali che, come il GW, ci incombono addosso. Ci sono specialisti che lavorano facendo proiezioni su questo, su quello, su cose che hanno a che fare con la nostra vita concreta proprio come gli scenari B2C, ma nessuno se li fila (vogliamo parlare solo un attimo delle pensioni dei nostri giovani? Lo sa che siamo seduti su bombe ad orologeria? Lo sa cosa dicono i demografi da 20 anni?). E loro fanno forse come i salvamondisti, che perdono le staffe quando qualcuno non li ascolta? Non le potrebbe bastare conquistarsi un posticino nella storia come una Cassandra inascoltata? Allora perchè si ostina, di fronte a chi la pensa diversamente? E’ troppo poco, contentarsi di aver ragione?

  35. Sylvie Coyaudon Dic 19th 2018 at 21:27

    Giuseppe,

    i cronisti ricevono i libri con mesi di anticipo. Questo è imbarazzante nel senso che fa ridere già dalla copertina: il grafico è stato falsificato da dilettanti.

    Maurizio,

    La complessità dell’analisi dell’AGW obbliga alla cautela, perchè la climatologia è scienza molto articolata… è difficile avere conferme dirette.

    In che senso è difficile misurare, per esempio, le contrazioni di gas serra in atmosfera o l’arretramento dei ghiacciai alpini o l’aumento della temperatura?

    Le tesi di fondo dei negazionisti ecc.

    Se con “tesi di fondo” intende ipotesi plausibili, sono state smentite da osservazioni e da esperimenti fatti in modo sistematico e professionale.

    la bontà delle teorie che vanno per la maggiore

    Una teoria “va per la maggiore” se fa previsioni confermate dai fatti. Per esempio una vecchia teoria prevede che se lei si lancia dal quinto piano si schianta per terra. La mette in dubbio perché nessuno sapeva dei satelliti di Marte?

    la pretesa di aver capito tutto

    La sua, forse?
    I “ricercatori” fanno “ricerca” per verificare ipotesi e previsioni. Lo dimostrano proprio gli esempi che lei cita “tra l’intenerito e il canzonatorio”.

    accontentarsi di aver ragione

    Allora perchè si ostina, di fronte a chi la pensa diversamente? E’ troppo poco, contentarsi di aver ragione?

    Ma sì, accontentiamoci, dopotutto alluvioni, ondate di calore, siccità aggravate dall’AGW non fanno male a nessuno.

  36. Maurizioon Dic 20th 2018 at 15:06

    “i cronisti ricevono i libri con mesi di anticipo”: Mi perdoni, allora: siete cronisti o scienziati?
    “In che senso è difficile misurare”: Sì, difficile è misurare, intanto, sì. Più difficile ancora è attribuire una causa ai valori di certe misure, e a certi andamenti. Non parliamo poi dell’unitarietà delle misure, del loro concordare (par quasi di sentire il 99.04% degli scienziati…): lei mi saprebbe rispondere alla domanda se oggi una macchina costa di più di trent’anni fa? Cosa significa una domanda del genere? Lei è sicura che basta 1 parametro, la sua mitica T (ma di cosa, poi, la T: mi definisca la temperatura di un atomo!), o la CO2, che altre non ne sappiamo misurare, o che so io? Sorge mai il pensiero che il problema sia malposto?
    “sono state smentite da osservazioni e da esperimenti fatti in modo sistematico e professionale”: Ma quando mai e dove è stata misurata l’influenza di fattori non antropici? In modo sistematico e professionale: ma di che parliamo?
    “Una teoria “va per la maggiore” se fa previsioni confermate dai fatti”: ma la teoria che non conferma neppure ciò che è già accaduto, che teoria è?
    su “la pretesa di aver capito tutto”: No no, non mi sono spiegato, mi pare: significa un atteggiamento meno ridicolo. Significa rielaborare criticamente e davanti ad uno specchio della propria professionalità quello che si è imparato rispetto a ciò che si credeva, alla luce delle evidenze che non si vogliono adattare alle ns convinzioni.
    Sulla frequenza di eventi estremi: lei sa benissimo (forse però sarebbe meglio se davvero non lo sapesse, e dovesse ancora scoprirlo? Non so mai, cosa sia meglio tra le due condizioni…) che le cose non stanno come dice.
    Sarebbe opera titanica, ed incommensurabilmente preziosa, quella per la quale si analizzassero criticamente i vari allarmi prodotti negli ultimi 50 anni con i dati alla mano riguardanti il “com’è andata a finire”. Ma lei sa, spero, che non è popolare analizzare la bontà di modelli ex-post, tant’è che è stato coniato un nuovo termine, ovvero scenario, che giustifica tale condotta. Chi genera scenari si preoccupa spesso di informare che lo scenario NON è una previsione. Eh, già, molto facile e anche deresponsabilizzante, in qualche modo. Del resto, mi risponde l’esperto di scenari di turno: che dovremmo fare? Se la realtà è troppo complessa da modellizzare mica è colpa nostra, giusto? E allora non facciamo gli scenari? Certo che li facciamo. Ma ci si deve sempre ricordare che cosa sono: modelli ipersemplificati, con 700 ipotesi, ciascuna delle quali comporta l’introduzione di un errore che può render privo di senso il risultato. Mi spiego con un esempio stupido, però tratto dalla mia esperienza concreta. Se io annualmente spendo 400 € di bolletta elettrica, è mai possibile che con gli accorgimenti che mi suggeriscono gli esperti, e l’adozione delle più moderne tecnologie, e quant’altro vuole lei, io arrivi a risparmiarne 450? Mi spiego ora? i 450 € di risparmio sono calcolati forse ad capocchiam…e non valgono nulla. Cioè: non è che qualcosa valgono, no! non valgono nulla, oltre ad autorizzarmi alla diffidenza nei confronti di chi ha fatto i conti, perchè non li sa fare. Non li sa fare vuol dire che non sa leggere quello che i modelli gli hanno detto, perchè non sa attribuire il peso alle variabili che vi ha inserito dentro.
    Comunque, per sbaglio o per avventura ho a che fare anche con numeri e con modelli e, più ne uso, meno ci credo. Quindi si figuri lei come sono messo male!
    Chiudo puntualizzando che io di libri ne ho ordinati 2: quello incriminato e quello di Caserini “Guida alle leggende sul clima che cambia ecc.”, tanto perchè non mi informo.
    Saluti,
    Maurizio

  37. Fabio Vomieroon Dic 20th 2018 at 16:41

    Buongiorno Maurizio,
    a me pare invece che Caserini e Sylvie le abbiano risposto in modo adeguato. Poi lei ha scritto 3 o 4 papiri, di cui francamente si è capito ben poco. Qui stiamo parlando di scienza, clima, cambiamenti climatici e cause del riscaldamento globale. Quali sarebbero precisamente i punti che non la convincono della condivisa teoria attuale sulla responsabilità umana del riscaldamento globale in corso? Perchè, se vogliamo parlare di scienza, dobbiamo anche essere precisi e pertinenti, altrimenti poi anche per gli esperti è difficile rispondere. Vedrà che per ogni sua perplessità, se ragionevole, ci sarà sempre una buona risposta.

  38. Stefano Caserinion Dic 21st 2018 at 22:52

    @Maurizio

    Confermo, ha messo troppa carne al fuoco, e molti degli argomenti sono fuori tema e fuori delle norme che ci siamo dati per migliore la modalità del confronto, ossia una questione alla volta. https://www.climalteranti.it/netiquette/
    Le rispondo solo su un punto che tocca nel primo commento, sui limiti delle nostre conoscenze e la gestione dell’incertezza. Una questione che abbiamo toccato più volte su questo blog (es. https://www.climalteranti.it/category/incertezza/).
    E’ facile constatare come gli stessi scienziati sono sempre molo attenti a mostrare il livello di confidenza dei dati o dei risultati. Se ad esempio legge i rapporti IPCC (es il sommario dello SR1.5 https://www.ipcc.ch/site/assets/uploads/sites/2/2018/07/SR15_SPM_High_Res.pdf) vede come sono quasi pedanti nel mostrare il grado di confidenza delle diverse affermazioni.
    Sull’importanza del consenso scientifico o all’opposto del pericolo della strategia dell’incertezza, 10 anni ne ho scritto qui http://www.caserinik.it/aqpc/Testi/01_Aqpc_Prima%20parte.pdf

  39. Maurizioon Dic 22nd 2018 at 18:28

    Caserini,
    non vorrei divagare, nè travalicare, quindi evito di ribattere (ma non credo che ci riuscirò…). Tutto giusto quanto richiamato su disorganicità e fuori tema. L’impianto del capitolo che mi ha gentilmente pòrto non è diverso da quello del libro che ho sotto mano, appena arrivato (Guida alle leggende sul clima che cambia). Entrambi sono costruiti attorno ad un’idea. Molti passaggi sono strumentali ad una narrazione: prendo ad esempio il consenso: quando serve è fondamento di validità, ma altrettanto elasticamente si può demolire un CV o una riconosciuta autorevolezza quando il soggetto non la pensa come noi. Il discorso però diventa troppo lungo, molto troppo direi. (chè poi, sia detto senza ritegno nè astio alcuno, il rimando a 4 link equivale alla mia troppa carne al fuoco). Ripeto, che quando le indicazioni di teorie scientifiche vanno ad influenzare scelte politiche da cui dipendono le nostre vite quotidiane bisognerebbe essere ragionevolmente un po’ più certi di quel che si dice. Se la CO2 non calerà a fronte delle contromisure “lacrime e sangue”, sicuramente ne troveremo la causa in qualche dettaglio, ricordando come lei afferma che le modifiche alle temperature del pianeta, alle masse ghiacciate e al livello dei mari dureranno millenni. Ma, allora, perchè non si è in grado di fornire un quadro semplificato che resti coerente? Il sistema è delicato o è robusto? Se è delicato, basteranno serie politiche di austerity climatica (mi passi il termine) per ripristinare lo status quo ante. Se è robusto, come siamo stati in grado di modificarlo in così poco tempo? Qui lei non mi può rispondere che la materia è complessa. Cioè: per quello che è difficile da spiegare è complessa, per quello che deve fare la COP24 invece è semplicissimo, lo capisce anche un bambino. Allora facciamo un passo indietro e guardiamo cos’è successo con lo strato di ozono che si assottiglia… bisogna essere sempre molto cauti.
    Quello che trapela di fondo è la necessità che sia così, in modo funzionale (non premeditato, mi intenda bene) alla revisione di una serie di comportamenti della nostra società. Nel 1987 le basi di questo pensiero si condensano nel rapporto Brundtland, che è una summa ideologica della parabola futura dell’IPCC e dei suoi orientamenti. (a tal proposito, sarebbe interessante analizzare la composizione della letteratura scientifica in materia di cambiamenti climatici e di studio del clima antecedente a quella data: sicuramente lei mi potrebbe fornire supporto in questo).
    Dispiaciuto, continuerò a piluccare su codesto blog finchè sarà concesso, con la consapevolezza di non trovare sponda ai miei preconcetti. Del resto, si immagini, anche nel mio micro settore di specializzazione di ricerca mi permetto di essere scettico, è un bias di origine del resto!
    Cordialmente,
    Maurizio

  40. Fabio Vomieroon Dic 23rd 2018 at 09:14

    La scienza Maurizio non è mai un’idea e non può esserlo proprio in base ai meccanismi procedurali adottati che “regolano” la scienza stessa, questo infatti è uno dei punti cardine sventolato di solito proprio da chi non conosce in modo adeguato che cosa sia e come funzioni veramente la scienza. L’ideologia, semmai, riguarda proprio i suoi detrattori, in questo caso gli scettici climatici. Riguardo le questioni da lei sollevate, mi posso permettere di dirle, come le ho già fatto notare, che sono ancora poco “scientifiche”, per quel che mi riguarda, perchè non delimitano bene i problemi, i concetti e i contesti, come richiede invece il metodo scientifico, modus operandi tipico dei “negazionisti” (anche se non mi piace questo termine), di cui abbiamo sempre ampiamente discusso anche in questo blog. Il sistema, per esempio, può essere sia “delicato” che “robusto”, tradotto, resiliente o resistente, dipende sempre dalla prospettiva analitica, o procedura scientifica, che si vuole adottare. Riguardo i sistemi complessi, essi non saranno mai compresi completamente e non si potranno mai fare previsioni dettagliate ne ora ne mai, per definizione, quindi tutti i discorsi sulla non completa certezza, che tanto piacciono ai negazionisti, sono soltanto un falso problema e una obiezione chiaramente antiscientifica. Detto questo, le ripeto, cerchi di essere più chiaro e preciso possibile, come richiesto nelle discussioni scientifiche, e vedrà che le saranno date tutte le risposte che merita, molte delle quali sono peraltro contenute nell’ottimo libro di Caserini che lei ha già comprato. Le consiglio di leggerlo con attenzione e senza pregiudizio. Buona domenica.

  41. Sylvie Coyaudon Dic 24th 2018 at 18:36

    maurizio,

    Mi perdoni, allora: siete cronisti o scienziati?

    Se clicca “chi siamo” in cima a questo sito, vede che io, per esempio, sono una cronista.

    Ogni misura va interpretata, certo, ma quando molti strumenti diversi tra loro mostrano risultati convergenti è probabile che sia realistica. Il “consenso” dei climatologi è una statistica. Se due su cento negano l’effetto serra delle nostre emissioni di gas serra, il dissenso è dell’2% e il consenso è del 98%. Non c’è un’altra “interpretazione”.

    Ma quando mai e dove è stata misurata l’influenza di fattori non antropici? In modo sistematico e professionale: ma di che parliamo?

    non so lei, ma quando andavo a scuola gli insegnanti parlavano della rotazione del pianeta, dell’attività della corona solare, delle eruzioni vulcaniche, della corrente del Golfo ecc. Sono influenze misurate non solo in climatologia.

    quello che si è imparato rispetto a ciò che si credeva

    infatti le prime righe di un articolo scientifico riassumono quello che si credeva e che l’articolo intende confermare, correggere o smentire con nuovi dati o modelli basati su nuovi dati. I nuovi dati sono, per esempio, le osservazioni su frequenza, intensità, estensione, durata ecc. degli eventi meteo estremi.

    Sarebbe opera titanica, ed incommensurabilmente preziosa, quella per la quale si analizzassero criticamente i vari allarmi prodotti negli ultimi 50 anni con i dati alla mano riguardanti il “com’è andata a finire”.

    Dal 1967 i modelli comprendono “scenari” sull’andamento delle emissioni di gas serra e sono analizzati criticamente “con i dati alla mano” da allora. Trova un sunto di quelli valutati tra il 2006 e il 2012 nel 5 Rapporto IPCC, vol. 1, cap. 8, e qui una valutazione di modelli più recenti:

    https://science2017.globalchange.gov/chapter/4/

    ma la teoria che non conferma neppure ciò che è già accaduto, che teoria è?

    Una favola? Una teoria spiega come e perché certi fenomeni accadono a prescindere dalla data.

    Quello che trapela di fondo è la necessità che sia così, in modo funzionale (non premeditato, mi intenda bene) alla revisione di una serie di comportamenti della nostra società.

    Verissimo. In questa società è “premeditata” dagli artt. 32 e 117 della Costituzione sulla tutela della salute dei cittadini e della sicurezza del territorio. Certi Stati sono più solerti: in Gran Bretagna la prima legge contro l’emissione di sostanze climalteranti è stata approvata nel 1957.

    le contromisure “lacrime e sangue”

    Forse le confonde con i cambiamenti climatici in corso? Fanno già grondare “lacrime e sangue”, oltre a ridurre il prodotto interno lordo.

  42. Jerryon Gen 3rd 2019 at 18:20

    @Maurizio

    Beh lei ha una bella faccia tosta a venire qui dicendo che non si rispettano le opinioni degli altri quando nel suo blog preferito (climatemonitor) lei stesso ha pesantemente insultato e diffamato chiunque entrasse a esprimere una opinione pro-GW. Signor Rovati (anche se nasconde il cognome sappiamo chi è), si faccia un’ esame di coscienza e elimini un pò di ipocrisia prima di accusare un sito scientifico di persone con laurea e PHD di intolleranza, prima lavi i panni sporchi nel suo blogghetto diffama-tutti.

  43. Maurizioon Gen 8th 2019 at 14:43

    Sig. Jerry,
    che io mi nasconda è evidente, ma non sono Rovati, nè lo conosco…, mi dispiace (e chi gestisce il blog può evidentemente verificare quanto affermo, anche soltanto tramite l’indirizzo mail).
    Leggo con molto piacere Climatemonitor, ma non mi sono mai sognato di intervenire, nè per pro nè per contro. Quanto a laurea e phD li ho anch’io, e so bene cosa possano significare…, da 0 a 100 come canta un refrain dell’estate passata!
    Cordialmente, buon anno
    Maurizio

  44. robon Gen 8th 2019 at 15:06

    Finito il comunismo, finite le religioni tradizionali…bisognava inventarsi un qualcosa con cui far sfogare comunisti, ex comunisti e religiosi tradizionali (cioè quelle persone che non sanno distinguere 1 KWh elettrico da un piatto di spaghetti alle vongole)…..e quindi si è inventata questa nuova religione chiamata “riscaldamento globale”

  45. Jerryon Gen 27th 2019 at 15:41

    @rob

    Poverino, stai veramente male.
    Capisco le true frustrazioni da persona che di scienza di non sa nulla, di persona che nella vita è infelice e della rabbia e dell’ odio che ha verso il prossimo, anche verso la comunità scientifica e decine di migliaia di scienziati e climatologi di tutto il mondo che lei accusa e diffama di inventarsi falsità e falsificare i dati.
    Allora si nasconde dietro a un “rob” per evitare di essere identificato come violatore della legge del reato penale di diffamazione per cui sono previsti fino a 6 anni di reclusione.
    Ma tranquillo anche se mette il suo cognome e IP, lei è troppo patetico, triste e insignificante perchè qualunque delle persone da lei infangate si disturbi anche per sollevare il telefono ed avvisare il suo avvocato.
    Pena è l’ unica cosa che si può provare per persone piccole piccole come lei.

  46. stephon Feb 1st 2019 at 14:57

    @rob

    Già. Peccato che la realtà sia ben altra cosa dal tuo costrutto mentale. Te ne eri accorto? I bambini lo imparano molto presto.

  47. Andreaon Mar 21st 2020 at 14:56

    Buongiorno
    È dal mio punto di vista una discussione PATETICA, RIDICOLA, INUTILE, POVERA, STUPIDA E SENZA SE E SENZA MA…!!
    CATASTROFISMO E NEGAZIONISMO sono le due parole che sento e leggo più spesso.
    Invece vorrei vedere e sentire discussioni scientifiche, confronto di idee e dati, discussioni su questi. E invece ahimè… un continuo insultare, attaccare su tutti i fronti, polemizzare tutto riducendo una questione seria in un inutile e frustrante scenario!!
    Tutti hanno i dati giusti, tutti hanno la ricerca giusta, tutti sono esperti, tutti hanno la verità in tasca, tutti hanno certezze…. Ma sarà davvero così?? Ne siete così sicuri delle vostre certezze?
    IL DUBBIO FA PROGREDIRE E MATURARE L’UOMO, LA CERTEZZA LO RENDE SUPERBO!
    GLI STUPIDI HANNO SOLO CERTEZZE, LE PERSONE SAGGE HANNO SOLO DUBBI!!
    La Scienza, quella con la S maiuscola è sempre andata avanti con i dubbi. Oggi probabilmente non è più così… Oggi ci sono solo certezze.
    Sono veramente molto stufo e amareggiato da queste cose.
    Per favore finiamola una volta per tutte di sentirci sempre più bravi, più arrivati, più intelligenti e più tutto degli altri.
    E finiamola di commentare tutto con il termine “bufala” o ” fake news” come se avessimo solo noi le risposte giuste!!
    Dare del NEGAZIONISTA a chi non la pensa come la massa o come ” il politicamente corretto” non aggiunge alcuna credibilità alle vostre argomentazioni. Farà sì che l’altra parte vi accusi di CATASTROFISMO e si ritorna all’inizio di questo discorso… un gatto che si morde la coda.
    Le opposizioni si convincono con gli argomenti e non con le accuse e gli insulti!!
    PS: Se avere dubbi è essere negazionisti allora io sono, sottolineo SONO, NEGAZIONISTA!! Per usare un termine che non sopporto!!
    Spero vivamente che questa mia osservazione possa far riflettere! Spero in futuro di vedere discussioni serie e non queste scenette ridicole!!
    Un saluto

  48. […] una precedente occasione, un convegno all’Univesità La Sapienza di Roma nel novembre 2018, avevamo già manifestato […]

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