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Archive for the Tag 'Battaglia'

Il professore da Guinness dei primati

In uno dei soliti articoli in cui Franco Battaglia scarica insulti verso i partecipanti alle Conferenze sul clima, c’è una frase da record, con 6 numeri sbagliati su 7.

Prof. Franco Battaglia Il Prof. Franco Battaglia è tornato a scrivere sul tema dei cambiamenti climatici. Come al solito, non sulle riviste scientifiche, ma sul quotidiano “Il Giornale“, con gli articoli del 1° dicembre “Anche gli ambientalisti sono diventati eco-scettici” e del 13 dicembre “L’ecobufala dal vertice Onu: il “pacco” per gli ambientalisti“.

Come tutti gli anni, in occasione delle Conferenze delle Parti della Convenzione sul Clima il professore scrive il solito articolo in cui descrive come carnevalate le conferenze stesse e irride acido alle loro conclusioni, a suo dire sempre fallimentari. Il 1° dicembre aveva quindi scritto la sua previsione sull’esito della conferenza di Cancun: (Attendetevi quindi il 16mo fallimento. Come lo so? Esattamente come sapevo che sarebbero state un fallimento tutte le Cop precedenti) e che i suoi partecipanti ci avrebbero propinato “fuffa“. Come visto in un precedente post, le cose quest’anno sono andate diversamente; il Prof. Battaglia se ne è accorto, e ha scaricato la sua rabbia con un articolo livoroso, iniziato con l’elegante “Onanismo sfrenato, quello dei convenuti a Cancun” e proseguito definendo i partecipanti “fessi del mondo” e (come nel 2007) “sfaccendati“.

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28 responses so far

Candidati Premio “A qualcuno piace caldo 2009”

Come tutti gli anni, riparte il tradizionale premio “A qualcuno piace caldo”, assegnato “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici con l’intento di impedire, posticipare o rallentare le azioni di mitigazione contro i cambiamenti climatici”.

Da quest’anno il vincitore sarà scelto dal Comitato Scientifico fra i dieci candidati selezionati per l’anno 2009, in seguito elencati.
La proclamazione avverrà il giorno in cui il ghiaccio marino artico raggiunge la sua estensione minima, circa a metà settembre.
Tutti i lettori sono inviati a usare lo spazio dei commenti per:
–    segnalare altri possibili candidati
–    dare indicazioni aggiuntive sui candidati già selezionati, relative all’anno 2009
–    fornire indicazioni per il voto ai membri del Comitato Scientifico
–    proporre una motivazione per il premio.
Grazie e buone vacanze

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52 responses so far

Il riscaldamento nascosto

Fra i miti del negazionismo climatico che perdurano, incuranti delle confutazioni ricevute, uno dei più frequenti è quello dell’incapacità della comunità scientifica di spiegare il “mancato riscaldamento” del primo dopoguerra.

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Uno dei principali sostenitori di questa tesi è il Prof. Franco Battaglia, che l’ha proposta in numerosi interventi scritti e orali, l’ultimo dei quali nel numero di marzo 2010 de Chimica e L’industria.
Nel tentativo di sostenere che il “rallentamento” nell’aumento delle temperature globali registrato nel periodo 1940-1970 non possa essere attribuito all’azione “raffreddante” dei solfati,  FB ha sostenuto, contro ogni esistente evidenza scientifica, che le emissioni di solfati in quel periodo non siano state superiori a quelle dei decenni precedenti.
Le parole scritte sono “..i dati di emissioni di solfati, ad esempio americani, sono disponibili; e non si riscontra alcun aumento nel periodo 1940-75 rispetto ai valori dei 30 anni precedenti. Più precisamente, ad esempio, le emissioni americane di biossido di zolfo furono di 23,3 Gt nel 1925, di 21,5 Gt nel 1955 e di 28 Gt nel 1975 (dati USEPA tratti da National air pollutants emission trends, 1900-1996)”.
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Dalle email rubate… tre motivi per rimanere di buon umore

La vicenda delle email rubate dal server dell’Università dell’East Anglia ha suscitato un bel putiferio, portando a molti articoli sui giornali e persino a servizi televisivi.
Dall’analisi di quanto apparso sui media, nonché dai post sui blog e dalle email scambiate nelle mailing list, sembra che questi siano stati giorni fantastici fra quanti credono che il riscaldamento globale non sia un vero problema, mentre musi lunghi e un po’ di nervosismo si è visto fra gli studiosi ancora preoccupati per l’evolversi  della situazione climatica.

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Molto del polverone sollevato è ancora in aria (solo una parte si è posato); il materiale pubblicato è vastissimo, non tutto confermato, e una buona parte delle email trafugate non è ancora stata pubblicata. Per questi motivi è difficile arrivare a conclusioni definitive sulla credibilità del lavoro di alcuni scienziati. Per ora, si possono almeno ipotizzare tre possibili evoluzioni di questa vicenda, che descriviamo in seguito per quanto riguarda la parte che più ci interessa, ossia le conseguenze per la scienza del clima:  cosa potrebbe cambiare sullo stato delle conoscenze sui cambiamenti climatici già registrati e su quelli che avverranno in futuro. Continue Reading »

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Il metodo Battaglia, ovvero dell’autoreferenzialità

La maggior parte dell’intervento del Prof. Franco Battaglia al convegno dello scorso 3 marzo non ha riguardato il tema dei cambiamenti climatici, ma quello dell’energia. Come si può ascoltare nella registrazione audio che abbiamo trovato qui e qui, Battaglia ha spiegato le sue ricette per la produzione economica di energia e per far fronte al problema del picco del petrolio. La tesi da lui sostenuta, come in occasione passate, è l’inutilità del risparmio energetico, dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili, e la necessità di affidarsi interamente all’energia prodotta attraverso la fissione nucleare.
Alcune frasi sintomatiche sono “Di uranio come combustibile nucleare ce n’è per 10.000 anni…“, “Obama, il nuovo presidente degli Stati Uniti vuole creare nuovi posti di lavoro nel settore del fotovoltaici e dell’eolico e fa un grosso errore…” e “Non è la produzione di energia che crea posti di lavoro ma il consumo di energia”
Senza entrare troppo nel merito, che ci porterebbe fuori dall’obiettivo di questo blog, sorprende ancora la lontananza delle tesi di Battaglia da quanto proposto dal resto della comunità scientifica, come era avvenuto per le tesi sulle responsabilità umana sulle variazioni climatiche (vedi il post precedente). La stragrande maggioranza degli studi proposti nella letteratura scientifica propongono una risposta al problema climatico ed energetico formata da diverse strategie e tecnologie, in cui l’efficienza energetica e le energie rinnovabili giocano un ruolo importante: “Portfolio of options”, si dice in inglese. Ci sono intere riviste scientifiche che ne parlano, con ricerche che durano anni e alla fine sono pubblicate in lavori complessi ed interessanti, come ad esempio i famosi lavori di Pacala e Socolow, questo lavoro europeo, o la sintesi dell’IPCC.

Climalteranti ha quindi chiesto spiegazioni al Prof. Battaglia, in una breve intervista effettuata al termine del convegno del 3 marzo, il cui video è disponibile qui.
L’intervista merita di essere vista perché contiene la spiegazione di quello che potremmo chiamare il ”metodo Battaglia” per la produzione di una pubblicazione scientifica, che non si basa sul sottoporre le proprie tesi alle forche caudine della peer review, ma nel pubblicare un libretto per una casa editrice sconosciuta, con la prefazione di una personalità politica, e attendere che qualcuno prima o poi lo critichi.
Battaglia afferma di essere pronto a ritirare il libretto qualora qualcuno avanzasse delle critiche; le critiche sono arrivate, ma il prof. Battaglia non le ha forse viste.

In altre parole, mentre il metodo standard per una pubblicazione scientifica è:
1)    Si propone il lavoro ad una rivista scientifica del settore, dotata di sistemi di peer-review;
2)    Si risponde alle eventuali osservazioni pervenute durante la revisione;
3)    Si risottopone il lavoro che, se viene ritenuto valido, viene pubblicato
il metodo Battaglia è, invece:
1)    Si cerca una casa editrice sconosciuta per pubblicare la propria tesi;
2)    Si chiede ad una personalità politica di fama di scrivere una prefazione;
3)    Dopo la pubblicazione si evita di rispondere alle stroncature affermando che non ci sono critiche.

L’intervista contiene, poi, almeno due passaggi spassosi.
Il primo quando Battaglia risponde all’osservazione che “non si tratta di una pubblicazione scientifica” affermando “è una pubblicazione scientifica… perché l’ho scritta io…”.
Il secondo contiene la spiegazione del motivo della mancanza di pubblicazioni scientifiche del Prof. Battaglia sull’argomento in questione (energia), già mostrata sul tema del clima: gli argomenti delle strategie energetiche sono… “troppo semplici”.. “banali” ! Lui pubblica su argomenti di meccanica quantistica, che sono difficili, mica su questioni “semplici” come le strategie energetiche. La cosa strana è che nessuno lo invita a parlare di meccanica quantistica, mentre riesce a farsi passare come esperto di energia e di clima.
Certo che sono mattacchioni gli studiosi che pubblicano le loro analisi sulle strategie di mitigazione dei cambiamenti climatici su Energy, su Energy policy o su Climate policy, e che perdono tempo a pubblicare testi scientifici su questi temi, quando tutto è… così banale!

Guarda l’intervista realizzata da Climalteranti qui .

A cura di Stefano Caserini, con contributi di Claudio Cassardo, Paolo Gabrielli, Daniele Pernigotti, Marina Vitullo.

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Un convegno sul clima senza climatologi /2: il chiacchierone del clima

Il secondo relatore al convegno dello scorso 3 marzo è stato il Prof. Franco Battaglia, che ha presentato il libretto “La natura, non l’attività dell’uomo, governa il clima”. L’intervento, di cui abbiamo trovato l’audio qui, è stato un condensato delle solite tesi negazioniste, la cui stroncatura è disponibile da più di due mesi.
Il Prof. Franco Battaglia non è certo un nome nuovo per il nostro sito. Dopo l’assegnazione del Premio “A qualcuno piace caldo 2007”, anche nel 2008 e 2009 non ha deluso le aspettative ed ha proseguito con articoli e interviste mirate a combattere quello che da anni definisce “il bluff del riscaldamento globale”. L’ultimo articolo è stato pubblicato in prima pagina su un quotidiano a tiratura nazionale l’8 gennaio 2009 “Io fisico controcorrente vi spiego il bluff del riscaldamento globale”. Dopo l’attacco iniziale “Scrivere proprio oggi sulla colossale balla del riscaldamento globale è, come s’usa dire, come sparare sulla croce rossa”, il Prof. Battaglia espone una rassegna di argomentazioni trite e ritrite, incurante delle stroncature già ricevute (si veda qui) e poi conclude con un finale in cui fa un appello per contrastare il nuovo corso della politica europea su clima e energia.
Anche al convegno del 3 marzo il Prof. Battaglia ha definito una “congettura”, una “isteria da caldo” la preoccupazione relativa al riscaldamento globale. È difficile che vi siano vie di mezzo, per chi usa queste “argomentazioni”: o il Prof. Battaglia ha capito tutto, oppure ha capito poco o nulla.

Ma quanto è attendibile il Prof. Battaglia in ambito climatologico?

Uno dei modi che la comunità scientifica internazionale usa per misurare il credito di cui gode uno scienziato è quella di valutare la sua produzione scientifica. Siamo andati quindi a cercare le pubblicazioni scientifiche del Prof. Franco Battaglia.
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E’ necessario però fare innanzitutto due premesse riguardo cosa sono e dove si possono trovare le pubblicazioni scientifiche e come si può valutare oggettivamente la produzione scientifica complessiva di uno scienziato. Una pubblicazione scientifica è sostanzialmente un articolo che appare su una rivista qualificata che, prima di essere pubblicato, viene sottoposto  ad un processo di revisione affidato a scienziati competenti del ramo, ossia ad una peer review. La base dati di riferimento delle pubblicazioni è l’ISI Web of Knowledge (contiene solo riviste ISI, ossia le riviste internazionali più qualificate, in cui il materiale pubblicato è stato verificato). In questo database è presente anche una stima dell’ ”impact factor” di ogni rivista che, pur presentando ancora molti punti critici, indica la rilevanza della rivista stessa. La base dati di Google Scholar include invece anche pubblicazioni a carattere divulgativo (congressi, riviste, libri…), non sempre sottoposte a processi di peer-review. Tuttavia questo database può essere comunque idoneo per avere un’idea generale della produzione scientifica di uno scienziato con il grosso vantaggio di essere accessibile a tutti.
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Per valutare l’autorità scientifica acquisita da uno scienziato durante il corso della sua carriera,
sono stati proposti diversi “indici”, come quello di Hirsch che si può calcolare mediante il database di ISI Web of Knowledge oppure utilizzando Google Scholar. Questi sistemi di valutazione sono diventati piuttosto popolari e, pur presentando diverse limitazioni, (discusse ad esempio qui), sono largamente accettati come misure sintetiche e oggettive della rilevanza e della quantità dei contributi scientifici. L’indice di Hirsch (h-index), sintetizza sostanzialmente la produttività scientifica di uno scienziato (numero di pubblicazioni) e l’impatto dei suoi articoli nella comunità scientifica (numero di citazioni). In breve un ricercatore ha un h-index pari a h se h dei suoi articoli sono stati citati ciascuno almeno h volte. Sembra difficile ma non lo è: richiamando il nome di un autore su Scholar Google (per Tizio Caio ad esempio: “author: t-caio” oppure “author: tizio-caio”) si ottengono le sue pubblicazioni elencate in ordine di rilevanza sulla base del numero di citazioni ottenute. Per ottenere l’h-index si procede dunque a contare le pubblicazioni fino a che queste non risultano pari o superiori al numero delle citazioni: questo numero è l’h-index.
L’h-index varia molto soprattutto in funzione degli anni di carriera e del successo di uno scienziato e può andare da circa 30-40 per scienziati che hanno acquisito un’indiscussa autorità e fama nel loro settore fino a qualche punto per i ricercatori all’inizio della loro carriera. Ma non solo…
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Secondo il data base di Scholar Google, a partire dal 1982 il Prof. Franco Battaglia avrebbe pubblicato 16 articoli (ringraziamo anticipatamente chi volesse eventualmente segnalarcene di ulteriori) su riviste scientifiche ISI, l’ultimo dei quali nel 2004, con una media di circa un articolo ogni due anni. Nessuno di questi lavori è stato pubblicato su riviste che trattano temi legati in qualche modo all’ambiente e tanto meno alla climatologia. La sua produzione scientifica riguarda per lo più argomenti di chimica fisica teorica. Professionalmente, il Prof. Battaglia non sembra dunque essersi mai occupato di climatologia, meteorologia o di discipline affini alla fenomenologia dei problemi ambientali o alle politiche di risanamento.
Considerando dunque unicamente i suoi  16 articoli di chimica fisica, questi sono stati pubblicati su riviste con un impact factor medio di 2.2 e solo raramente sono stati citati su altre pubblicazioni scientifiche. Infatti, l’h-index totalizzato dal Prof. Battaglia dopo quasi 30 anni di carriera è pari a 3 ovvero unicamente 3 dei suoi articoli sono stati citati almeno 3 o più volte da altri autori. Tuttavia, sulle tematiche relative a clima ed energia, nonostante un’ampissima raccolta di articoli sui quotidiani, il Prof. Franco Battaglia non avrebbe neppure una pubblicazione scientifica ISI, e il suo h-index in questo settore sarebbe dunque pari a zero.
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In conclusione, è importante chiarire che non si vuole qui insinuare che solo chi ha pubblicazioni scientifiche ad hoc può discutere di cambiamenti climatici e di politiche ambientali in quanto tutti hanno ovviamente il diritto di presentare i loro argomenti, indipendentemente dall’autorità acquisita nella comunità scientifica. Tuttavia sarebbe opportuno che chi è estraneo alla climatologia o più in generale alle tematiche ambientali fosse più cauto nell’accusare il resto della comunità scientifica di essere una banda di visionari. Sarebbe infine anche auspicabile che i mass media verificassero l’attendibilità della loro fonte prima di presentarla come un luminare di questo o quel settore o che almeno evidenziassero il carattere strettamente personale di alcune opinioni che non rientrano in un contesto di un più ampio e rigoroso dibattito scientifico.

A cura di Paolo Gabrielli, con contributi di Stefano Caserini, Claudio Della Volpe e Daniele Pernigotti

Articoli peer reviewed ISI del dott. Franco Battaglia

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Per un dialogo corretto fra scienza e decisori politici: no ai convegni sul clima senza climatologi

Nonostante l’ormai schiacciante evidenza scientifica sulla rilevanza del problema dei cambiamenti climatici e sulle responsabilità umane e senza curarsi del fecondo e aperto dibattito che anima ormai da tempo le migliori università di tutto il mondo, fra cui Stanford, Princeton e Berkeley, su costi e benefici della lotta contro i cambiamenti climatici, in Italia continuano a fiorire le occasioni pubbliche e gli articoli della stampa con cui si cerca di mettere in discussione l’esistenza del riscaldamento del pianeta, il ruolo delle attività umane o la convenienza di azioni di mitigazione.

Ultima in ordine di tempo è stata la notizia (falsa), apparsa a gennaio su molti quotidiani nazionali, di una fase di forte espansione della calotta polare e dei ghiacci alpini. Nonostante l’inconsistenza di queste notizie emerga di solito dopo pochi giorni, preoccupa come queste false informazioni, così come altre posizioni non supportate da dati oggettivi e credibili, arrivino ad essere veicolate ai rappresentanti politici nazionali come se fossero la “verità scientifica” sul clima.

Sono questi i contorni dell’incontro che si terrà il 3 marzo a Roma ed al quale  parteciperanno in una tavola rotonda i Presidenti ed importanti rappresentanti delle Commissioni Ambiente di Camera e Senato.
È curioso che il panel di relatori chiamati a intervenire nella “sessione scientifica” non includa veri esperti della tematica climatica ma sia caratterizzato da una assoluta e ampiamente documentata faziosità e ostinazione nel negare sistematicamente, contro ogni evidenza scientifica, l’esistenza dei cambiamenti climatici e la loro rilevante componente antropica.
Con una strategia ormai largamente sperimentata, fra i relatori, che si alterneranno nell’incontro organizzato a Roma, sono presenti sì scienziati e docenti universitari ma tutti fondamentalmente privi di una specifica competenza scientifica sulla materia dei cambiamenti climatici: come se non bastasse, salvo alcune eccezioni, i professori e gli scienziati del convegno di Roma sono sostanzialmente privi di pubblicazioni su riviste scientifiche internazionali non solo sulle tematiche climatiche ma più in generale su quelle ambientali. In quanto tali risultano niente di più che semplici opinionisti, non più autorevoli di un climatologo che pontifica sullo stato di risanamento dei conti pubblici italiani o sulla cura migliore del tumore al cervello.

Spicca, invece, l’assoluta mancanza di contraddittorio e di rappresentanza di quei pur numerosi climatologi italiani (come Filippo Giorgi, Antonio Navarra e molti altri ancora) che si sono guadagnati con serietà, dedizione e impegno, un ruolo di rilievo nella comunità scientifica internazionale e che contano decine di pubblicazioni scientifiche anche di grande importanza sul tema, nonché  la collaborazione proprio con quell’IPCC del quale ora, in questo incontro, si vuole minare la credibilità.
Il documento a supporto delle tesi negazioniste, che sarà presentato come punto centrale del tavolo del 3 marzo a Roma (“La natura, non l’attività dell’uomo, governa il clima”), è già stato stroncato dalla comunità scientifica di tutto il mondo. Questo perché propone tesi non sostenute da dati affidabili ed in secondo luogo perché è stato creato con la collaborazione di scienziati non specializzati nello studio dei cambiamenti climatici.
La stroncatura del documento è da mesi disponibile su Realclimate, uno dei blog internazionali più autorevoli sulle tematiche climatiche, la cui traduzione è disponibile da dicembre sul sito Climalteranti.it. Il rapporto succitato ha otto capitoli; cinque di questi hanno titoli che sono semplicemente falsi. I rimanenti tre capitoli pongono domande fuorvianti e in malafede, se non semplicemente disoneste, cui gli autori forniscono “risposte” basate su una letteratura scadente e selezionata in modo da evitare accuratamente tutte le pubblicazioni successive che contraddicono le tesi precostituite.
Il rapporto è stato pubblicato dall’Heartland Institute, una nota organizzazione politica di stampo negazionista che in passato ha ricevuto finanziamenti dalle compagnie petrolifere, per il NIPCC (Nongovernmental International Panel on Climate Change), una sigla che richiama in modo ingannevole il panel scientifico dell’ONU e sembra essere stata creata proprio per generare confusione nell’opinione pubblica. L’NIPCC, lungi dall’essere connesso ad alcun progetto delle Nazioni Unite, è stato invece istituito includendo scienziati di scarsa competenza sulle tematiche climatiche. Nella stesura di questo rapporto non è stato previsto alcun processo di controllo e di verifica da parte del resto della comunità scientifica.  Da notare che decine di scienziati inseriti nell’elenco degli estensori del rapporto hanno negato la loro partecipazione a questo gruppo e hanno espresso tesi opposte a quelle sostenute nel volume.

L’unico italiano presente nell’NIPCC, che illustrerà il volume nel convegno del 3 marzo, è un docente universitario, il Prof. Franco Battaglia, già vincitore del Premio “A qualcuno piace caldo 2007” . Costui non ha al suo attivo alcuna pubblicazione scientifica ISI (quelle riconosciute a livello internazionale) non solo nel settore delle climatologia, ma anche più in generale in quello ambientale; autore di alcune pubblicazioni di fisica-chimica teorica di scarsa rilevanza, è conosciuto solo come autore di articoli su un quotidiano nazionale, di nessun valore scientifico.
L’unico relatore indicato come “climatologo”, Guido Guidi,  non è uno scienziato impegnato in ricerche sui cambiamenti climatici, bensì un maggiore dell’Aeronautica militare che si occupa di previsioni del tempo a medio termine. Guidi pubblica su un blog tesi spesso senza fondamento scientifico sul tema dei cambiamenti climatici (ad esempio, l’ultimo granchio preso si trova qui).

Come cittadini italiani e ricercatori impegnati a divulgare in modo corretto la problematica dei cambiamenti climatici intendiamo ribadire quanto segue:
•    Il documento scientifico che sarà presentato nel convegno di Roma del 3 marzo nei locali della Camera dei Deputati è privo di fondamento scientifico ed è stato elaborato in modo fazioso e non trasparente;
•    I dati scientifici disponibili a livello internazionale sono incontrovertibili nell’individuare un preoccupante riscaldamento del pianeta e nel riconoscere in questo un ruolo centrale dell’uomo;
•    Il dibattito scientifico sui cambiamenti climatici deve restare un dibattito aperto, e non deve essere portato avanti senza il coinvolgimento di chi davvero studia davvero la climatologia e si confronta in ambito scientifico a livello internazionale;
•    È grave presentare al mondo politico italiano uno spaccato non rappresentativo, anzi distorto,  di quello che pensa la comunità scientifica su questi temi, quando invece la comunità scientifica internazionale è fondamentalmente unanime sulla valutazione delle cause (antropiche) come sull’entità del problema e sulla necessità di intraprendere rapidamente delle drastiche misure correttive per la riduzione dei gas climalteranti.

Il Comitato Editoriale di Climalteranti.it

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Assegnato il Premio “A qualcuno piace caldo” per l’anno 2007

In seguito alla votazione online, Il Premio A qualcuno piace caldo” 2007 è assegnato al Prof. Franco Battaglia, che si è aggiudicato il 45 % dei voti. Nettamente staccati il secondo e terzo classificato, rispettivamente Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni (25 % dei voti) e il quotidiano “Il Foglio” (15 %).

 

Il Premio annuale è assegnato alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici con l’intento di impedire, posticipare o rallentare le azioni di mitigazione contro i cambiamenti climatici.

Il Premio scelto dal Comitato editoriale per l’anno 2007 è una copia originale del Primo Volume del IV Rapporto IPCC, che sarà spedito al vincitore.

13 dicembre 2008
Il Comitato Editoriale di Climalteranti.it

Vincitore 2007

Prof. Franco Battaglia

“Per la vastissima produzione negazionista, che ha riguardato
articoli su quotidiani, riviste e interventi in radio e in televisione,
con una serie incredibile di affermazioni clamorose quanto infondate,
senza il minimo tentativo di confronto e dialogo
con la comunità scientifica nazionale ed internazionale”.

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Piccola bibliografia negazionista di Franco Battaglia:
Battaglia F. (2007a) Notizie false e ambiguità scientifiche. Il Giornale, 7 febbraio.
Battaglia F. (2007b) Perché è inutile risparmiare energia. Il Giornale, 15 febbraio.
Battaglia F. (2007c) L’Europa non conosce le leggi della fisica. Il Giornale, 11 marzo.
Battaglia F. (2007d) Terra con la febbre? La colpa é il sole. Il Giornale, 7 aprile.
Battaglia F. (2007e) È immotivato preoccuparsi per l’effetto serra antropogenico (ESA). Ingegneria Ambientale, Anno XXXVI, n. 4, 142-146.
Battaglia F. (2007f) Intervento in “Porta a Porta” del 2 maggio.
Battaglia F. (2007g) Siccità. Ma la colpa non è dell’uomo. Il Giornale, 5 maggio.
Battaglia F. (2007h) Dall’allarme siccità alle alluvioni. I fondi per l’emergenza? Sprecati. Il Giornale, 8 giugno.
Battaglia F. (2007i) La caccia all’estate del caldo record è solamente un bluff. Il Giornale, 18 agosto.
Battaglia F. (2007j) Ultima ora! I ghiacciai si stanno sciogliendo da diciottomila anni. Intervista a Il Foglio, 13 settembre.
Battaglia F. (2007k) Il fallimento di Kyoto si trasferisce a Bali. Il Giornale, 4 dicembre.
Battaglia F. (2007m) Replica di Franco Battaglia a Stefano Caserini. Ingegneria Ambientale, XXXVI, XII, 591-593.
I testi sono reperibili da qui.

Da “A qualcuno piace caldo”, capitolo “Clima di Battaglia”
…Seguire l’elenco delle sparate e delle cantonate prese da Battaglia è impegnativo. Avendo conquistato un poco di notorietà per le sue posizioni negazioniste, Battaglia si è trovato nella necessità di alimentare il suo personaggio, con affermazioni via via più incredibili e senza compromessi.
Nei suoi scritti del 2007 si trovano affermazioni come “la temperatura media globale oggi è più alta di 150 anni fa; semplicemente, non è la CO2 la causa di questo aumento” (Battaglia, 2007e).
Oppure che è “semplice” identificare nel Sole il responsabile del riscaldamento globale, che è “facile” spiegare gli aumenti di CO2 del passato, che vi sono evidenze storiche “inconfutabili” sulle maggiori temperature del passato, che l’ipotesi di un’interferenza antropogenica nell’effetto serra del pianeta si è “rivelata totalmente priva di ogni fondamento”, è “impossibile”, l’”uomo non c’entra proprio nulla”.
Nel novembre del 2007, dopo l’uscita dell’intero IV rapporto dell’IPCC, scrive ancora “le attività umane e, in particolare, le emissioni antropiche di CO2, non hanno, sul clima, alcuna influenza” (Battaglia, 2007i).
Ne consegue che gli scienziati mondiali non solo non hanno capito nulla, ma sono dei mistificatori e dei sognatori: il riscaldamento globale antropogenico è “il più colossale falso del secolo” (Battaglia, 2007k), “la più grande mistificazione degli ultimi 15 anni”, “la congettura antropogenica del riscaldamento globale dovrebbe essere oggi considerata pura speculazione metafisica sconfessata dai fatti reali” (Battaglia, 2007d; 2007x).

Leggi il paragrafo da “A qualcuno piace caldo”

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L’ennesima bufala sul raffreddamento globale

Ogni tanto si diffonde la voce di un presunto prossimo raffreddamento del pianeta.
L’ultimo caso è successo a maggio 2008, ha avuto grande enfasi anche in Italia.

È possibile citare un incredibile titolo di Repubblica del 3 maggio “Clima, il contrordine, nei prossimi 10 anni fa più freddo”, nonché nell’agitato articolo di Franco Battaglia su Il Giornale.

Ne hanno parlato radio e televisione, che hanno sintetizzato (male) il lancio dell’agenzia ANSA che parlava di “10 anni di tregua da riscaldamento globale

Come si può vedere anche leggendo la traduzione italiana di Realclimate le cose non stanno proprio così.

Oppure si può vedere la spiegazione “Riscaldamento globale: un’inversione di tendenza?” sul blog di Antonello Pasini.

Gli allarmi sul raffreddamento non sono nuovi; poche settimane prima l’ANSA aveva diramato un comunicato in cui era contenuta la chicca

Contrariamente ai timori sul riscaldamento globale, la temperatura terrestre e’ rimasta stabile o e’ leggermente diminuita nell’ultimo decennio, nonostante il continuo aumento di concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, e ora la temperatura globale sta rapidamente diminuendo…”

La cosa singolare è il credito dato a questo studio da quanti generalmente usano parole di fuoco per i modelli climatici.

Insomma, ai modelli si crede solo quando prevedono il raffreddamento…

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