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Il negazionismo climatico e il Signor Veneranda

 

Fra le tante email, capita ogni tanto di riceverne qualcuna in cui sono annunciate novità dell’anti-scienza del clima, di solito rivelazioni sensazionali o imminenti ere glaciali.
L’ultima che ho ricevuto, il 9 dicembre, aveva come oggetto “German scientists predict global temperature will decline throughout this century”, e nel testo conteneva la frase “Documentazione concorde sullo stesso tema giunge anche da altre fonti. In particolare per quanto riguarda la sequenza dei cicli delle macchie solari. Buon Natale e buon anno. X”.
Non erano presenti link ad approfondimenti e neppure in allegati documenti da leggere.
Mentre di solito cestino queste email, la cripticità di questa mi ha incuriosito: la mancanza di qualsiasi aiuto per capire di cosa si trattasse tranne gli “scienziati tedeschi” che prevedono la riduzione delle temperature “lungo tutto il secolo” e la “documentazione concorde” che giunge da altre fonti mi hanno fatto sospettare per una frazione di secondo che ci potesse essere qualcosa di serio. Che sia uscito qualcosa di nuovo e nessuno degli amici della mailing list di Climalteranti ha avvisato? Visto anche la cortesia di inviare auguri di Buon Natale e Buon Anno, il giorno successivo ho risposto al mittente, allegando un grafico che avevo visto qualche giorno prima.

Il testo della mia email è stato:
“Caro X, guarda che tutte le teorie “alternative” solari ormai sono state di fatto accantonate, anche da molti dei cosiddetti “scettici”, per il semplice motivo che mentre la troposfera si sta scaldando la stratosfera si sta raffreddando, e questo è compatibile con un aumentato effetto serra ma non con oscillazioni della forzante solare.
Allego un grafico del recente AR5 in cui si vede bene l’effetto complessivo della forzante solare rispetto a tutte le altre. Cordiali saluti. Stefano

Con “rispondi a tutti”, ho inviato l’email e il grafico sopra riportato alla ventina di destinatari dell’email che avevo ricevuto.Dopo poco più di un’ora ho ricevuto un’altra mail, da Y.
Caro X, leggo questa mail a firma di Stefano Caserini. Riguardo al suo contenuto debbo dire che l’argomento raffreddamento stratosferico come “prova” del mancato ruolo primario dell’attività solare nel GW terrestre reggerebbe se il sole agisse a livello di stratosfera.
In realtà il meccanismo di amplificazione del forcing solare ipotizzato da Shaviv e Svensmark (e di cui si cercano prove con il progetto CLOUD del Cern) prevede che il sole agisca alterando il flusso di raggi cosmici galattici verso il nostro pianeta, raggi cosmici i quali agirebbero nella troposfera medio-bassa intensificando i processi di nucleazione che portano alla genesi dei corpi nuvolosi.
Alterando la copertura nuvolosa si raggiunge lo scopo di modificare l’effetto serra terrestre senza tirare in ballo la stratosfera (le nubi pesano per il 24% circa sull’effetto serra terrestre). Ovviamente siamo sul piano delle teorie come sul piano delle teorie si colloca l’amplificazione da nubi dell’effetto serra da CO2. Cordiali saluti. Y

Ho capito di aver agito troppo di fretta. Senza conoscere nel dettaglio la teoria dei “German scientists”, avevo risposto sulle macchie solari perché di questo si parlava nel corpo della mail, ma ora Y citava Shaviv e Svensmark.
La cosa mi ha sorpreso: la teoria dell’israeliano Nir Shaviv e quella del danese Henry Svensmark, è ormai defunta, confutata da anni; aveva avuto un po’ di successo nella prima metà dello scorso decennio, ma già nel 2008 in A qualcuno Piace Caldo avevo spiegato come è stata demolita. Dieci anni fa era uscito un articolo su EOS che aveva letteralmente fatto a pezzi il lavoro di Shaviv. Un riassunto di altri scienziati aveva scritto: “Shaviv and Veizer’s analyses were based on unreliable and poorly replicated estimates, selective adjustments of the data (shifting the data, in one case by 40 million years) and drew untenable conclusions, particularly with regard to the influence of anthropogenic greenhouse gas concentrations on recent warming”.
Idem per la teoria di Henrik Svensmark, che ricevette molta notorietà per il documentario The Great Global Warming Swindle, prodotto da Channel Four e trasmesso in Italia in una puntata di Matrix.
La tesi dell’influenza dei raggi cosmici sul clima contenuta nei lavori di Svensmark è stata confutata ormai troppe volte. Su Climalteranti abbiamo pubblicato la traduzione di due post di Realclimate (qui e qui), che spiegavano nei dettagli perché la radiazione cosmica non può farcela ad attivare il feedback invocato da Svensmark. E sono almeno 5 anni che gira questa storiella secondo cui saremmo tuttora in attesa degli esperimenti del progetto Cloud del CERN.
Il dubbio che ho avuto leggendo la mail di Y è che fosse uscito un nuovo articolo che confermasse le teorie di Shaviv e Svensmark. Perché già nel 2007 avevo sentito Y citare la teoria di Shaviv come un “approccio scientifico alternativo”, ma pensavo che se ne fosse fatto una ragione e l’avesse abbandonata.

Ho quindi digitato in google le parole “German scientists predict global temperature will decline throughout this century”, scoprendo che la teoria in questione era stata lanciata dal quotidiano online Tucson Citizen, e si riferiva al lavoro di H.-J. Lüdecke, A. Hempelmann, and C.O. Weiss e a quello di F. Steinhilber and J. Beer. Leggendo la presentazione della loro ricerca da parte di Ludecke e Weiss su questo blog e dando un’occhiata ai due articoli era evidente che gli autori erano molto più cauti di quanto riportato poi sulla stampa e sui blog.

Ho chiesto lumi ai colleghi di Climalteranti, il primo a rispondere è stato il sempre ben informato Riccardo Reitano, che dopo una battuta cattivella “Questa è così stupida che non se la bevono neppure a Climat Monitor” ha mostrato come già i referee avevano avanzato seri dubbi sul lavoro di Ludecke, in quanto avevano scritto “The major scientific problem with the manuscript remains after the authors’ response: the spectral analysis has been performed poorly. The reported periods of spectral peaks are meaningless. The basis for interpretation of results is not given.”
Ma il punto era che gli articoli non proponevano la teoria delle macchie solari o dei raggi cosmici come spiegazione del raffreddamento. Complice le tante cose da fare prima delle ferie natalizie, ho dato retta al suggerimento di Riccardo: “Quell’articolo è un tale nonsenso (sia matematicamente che fisicamente) che non vale la pena sprecare tempo”.

Dopo un paio di giorni ho ricevuto un’altra mail di risposta;  Z scriveva:
citare l’ipcc sul clima è come … beh fate voi. Il grado di “confidenza” che essi hanno sulle proprie affermazioni pare direttamente proporzionale all’entità dell’errore che fanno sulle stesse.
oggi mio breve commento su Il Giornale. Saluti, Z

Era allegata la figura a fianco, uno dei soliti falsi dei negazionisti legati alle corporation USA. Ma neanche questa mail spiegava come potrebbe avvenire questo raffreddamento in questo secolo, e l’articolo su Il Giornale non l’ho trovato.

Poco dopo ho ricevuto un’altra mail da X:
Caro Caserini, Ho visto la tua precisazione e ne prendo atto. Nel grafico che alleghi si vede bene il contributo al fattore forzante dei cicli delle macchie solari, che risulta però molto piccolo. Y pensa che una possibile giustificazione dell’effetto del sole possa essere legato all’ipotesi di Svensmark, che tu certamente conosci. Personalmente guardo a ciò che è successo nel passato: si può notare che, da quando si ha una rilevazione attendibile dei cicli delle macchie solari (circa 500 anni fa), tutte le volte che il numero di macchie solari è basso e i cicli aumentano il loro periodo il clima tende al raffreddamento; ora siamo in presenza di un ciclo con pochissime macchie e molto in ritardo. Tu che sei ben più giovane di me potrai vedere come va a finire. Tanti cari auguri. X”

Insomma, una gran confusione, fra risposte a domande non fatte, tesi alternative che sembrano sempre più reggersi sul non voler leggere e approfondire, e spiegazioni che si contraddicono. I toni dello scambio sono cortesi, ma rilanciare la teoria di un raffreddamento globale in questo secolo di fatto significa dare dei cialtroni alla comunità scientifica che in larghissima maggioranza è convinta del contrario, e di fatto discute se sia ancora possibile fermare il riscaldamento globale a fine secolo al di sotto dei 2°C, o dei rischi di un aumento delle temperature globali di +4°C.
Ora che in vacanza ho più tempo, non sapevo se rispondere ulteriormente a X, Y e Z, per spiegare perché la teoria del raffreddamento globale non sta in piedi. A farmi desistere è stata una mail appena arrivata da un collega del Politecnico, che a proposito di un’altra questione (un dibattito sull’obbligo dell’insegnamento in inglese in tutti i corsi della laura magistrale dell’ateneo milanese) proponeva la lettura di un famoso scritto di Carlo Manzoni.
Lo riporto qui sotto, perché penso che ben si adatta a quanto è successo: in fondo questa del dire e non dire, del non ascoltare per partito preso, del rispondere aprendo questioni, è ormai una delle ultime tecniche del dibattito dei negazionisti del cambiamento climatico.

 

Il portone
di Carlo Manzoni

Il signor Veneranda si fermò davanti al portone di una casa, guardò le finestre buie e spente e fischiò più volte come volesse chiamare qualcuno.
A una finestra del terzo piano si affacciò un signore.
– È senza chiave? – chiese il signore gridando per farsi sentire.
– Si, sono senza chiave – gridò il signor Veneranda.
– E il portone è chiuso? – gridò di nuovo il signore affacciato.
– Si è chiuso – rispose il signor Veneranda.
– Allora le butto la chiave.
– Per fare cosa? – chiese il signor Veneranda.
– Per aprire il portone – rispose il signore affacciato.
– Va bene, – gridò il signor Veneranda – se vuole che apra il portone, butti pure la chiave.
– Ma lei deve entrare?
– Io no. Cosa dovrei entrare per fare?
– Ma non abita qui lei? – chiese il signore affacciato, che cominciava a non capire.
– Io no – gridò il signor Veneranda.
– E allora perché vuole la chiave?
– Se lei vuole che apra il portone non posso mica aprirlo con la pipa, le pare?
– Io non voglio aprire il portone, – gridò il signore affacciato – io credevo che lei abitasse qui: ho sentito che fischiava.
– Perché, tutti quelli che abitano in questa casa fischiano? – chiese il signor Veneranda, sempre gridando.
– Se sono senza chiave si! – rispose il signore affacciato.
– Io sono senza chiave – gridò il signor Veneranda.
– Insomma si può sapere cosa avete da gridare? Qui non si può dormire – urlò un signore affacciandosi a una finestra del primo piano.
– Gridiamo perché quello sta al terzo piano e io sto in strada – disse il signor Veneranda – se parliamo piano non ci si capisce.
– Ma lei cosa vuole? – chiese il signore affacciato al primo piano.
– Lo domandi a quello del terzo piano cosa vuole, – disse il signor Veneranda – io non ho ancora capito: prima vuol buttarmi la chiave per aprire il portone, poi non vuole che io apra il portone, poi dice che se fischio debbo abitare in questa casa. Insomma io non ho ancora capito. Lei fischia?
– Io? Io no… perché dovrei fischiare? – chiese il signore affacciato al primo piano.
– Perché abita in questa casa – disse il signor Veneranda -; l’ha detto quello del terzo piano che quelli che abitano in questa casa fischiano! Be’, ad ogni modo non mi interessa, se vuole può anche fischiare.
Il signor Veneranda salutò con un cenno del capo e si avviò per la strada, brontolando che quello doveva essere una specie di manicomio.

 

 

Testo di Stefano Caserini

8 responses so far

8 Responses to “Il negazionismo climatico e il Signor Veneranda”

  1. Paolo C.on Gen 3rd 2014 at 11:47

    Ai deniers potrebbe essere utile anche questo recente paper uscito su Nature:

    http://www.nature.com/ngeo/journal/vaop/ncurrent/full/ngeo2040.html

  2. Antonioon Gen 3rd 2014 at 13:11

    Concordo totalmente! ormai fai fatica a trovare un vero discorso neghista, con capo e coda, che dice che la colpa è del sole o dei pianetico di pincopallo.
    Quello che dicono è ho trovato un modello che interpola 4 dati e dice che tutto si potrebbe raffreddare… ma non spiegano quale è la fisica che ci sta dietro o allora dove va a finire il deltaT dovuto all’effetto serra di CO2 &Co, che a spiegare quello che succede ci riesce parecchio bene.
    In effetti forse varrebbe la pena rispondere solo: si. si, certo, ci raffredderemo, eccome, avete ragione oppure solo ignorarli alla grande

  3. stephon Gen 3rd 2014 at 14:18

    @Antonio
    anche perché si sarebbe dovuto raffreddare già da più di 20 anni a questa parte, a leggere certi statements.

    @Paolo C
    bel paper, che fa un po’ il paio con quest’altro

  4. agrimensore gon Gen 5th 2014 at 09:41

    @Stefano Caserini
    Di seguito quanto riportato nel sito SkS linkato nel post:

    “GCRs may have some influence on cloud behavior, but they’re not responsible for significant climatic changes now or in the geologic past.”

    Credo che questa frase riassuma correttamente il senso del post su SkS riguardo allo stato dell’arte della ricerca sui GCR.
    D’altro canto, la parte più critica dei modelli GCM è proprio la formazione delle nubi, così come confermato nell’ultimo rapporto dell’IPCC (mi corregga se sbaglio).
    Dato che, appunto, i GCR sembrerebbero avere una certa influenza sul comportamento delle nubi, seppellire la teoria sui GCR (tra l’altro col progetto CLOUD in corso) mi sembra quanto meno avventato nell’ottica di migliorare le prestazione dei GCM, lei non crede?

  5. Riccardo Reitanoon Gen 5th 2014 at 13:56

    agrimensore
    non capisco perchè l’esperimento in laboratorio di CLOUDS debba essere visto come la chiave di volta a supporto dell’ipotesi GCR-nuvole quando decine di altri studi in atmosfera non hanno rivelato alcuna influenza significativa. In ogni caso, i risultati finora ottenuti da CLOUDS, per ammissione dello stesso Kirkby, non dicono nulla in proposito.
    Beninteso, non voglio svalutare l’importanza dell’esperimento; al contrario, è un bel e importante esperimento. Voglio solo difenderlo da aspettative e interpretazioni forzate.
    Visto che sei interessato al feedback delle nuvole e ai GCM, potrebbe invece interessarti questo recente articolo.

  6. Stefano Caserinion Gen 5th 2014 at 17:25

    @ Agrimensore

    Oltre a quanto già scritto da Riccardo Reitano, aggiungo che il problema è che non c’è un trend nei raggi cosmici tale da giustificare (tramite feedback ignoti) l’andamento recente delle temperature.
    Al proposito cito quanto scritto da Lockwood e Frohlich già nel 2007 (Recent oppositely directed trends in solar climate forcings and the global mean surface temperature. Proceedings of the Royal Society, 463, 2086, 2447-2460):
    “Il rapido aumento delle temperature osservato dopo il 1985 non può essere attribuito alla variabilità solare, qualsiasi sia il meccanismo considerato e in qualsiasi modo si pensi che la variazione solare possa essere amplificata.
    Tutti i parametri del sole che possono avere un’influenza sul clima negli ultimi 20 anni sono andati in una direzione opposta a quella richiesta per spiegare l’aumento osservato delle temperature medie”.

    Sulle nubi, l’AR5 ha mostrato come oggi ne sappiamo molto di più rispetto a quanto se ne sapeva ai tempi dell’AR4; eppure il contributo stimato della forzante solare al riscaldamento post 1750 è diminuito ulteriormente; per questo ormai quella dei raggi cosmici è una teoria che si puo’ dire sia stata accantonata.

    Infine, una cosa di cui si dovrebbe tener conto è che autori come Shaviv o Svensmark, hanno poca credibilità perché non hanno mai riconosciuto i loro errori, seppur sono stati mostrati in modo chiaro, e vanno in giro a fare presentazioni ai convegni dell’Heartland Institute e delle varie lobby USA. I danni fatti da documentari – patacca come quello di Channel4 li vediamo ancora oggi; c’è ancora chi li mostra, ho saputo anche in un corso universitario, per mostrare l’esistenza di una presunta “tesi alternativa”; che di fatto scientificamente non esiste più da danni.

  7. Shermanon Gen 10th 2015 at 01:35

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