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Il richiamo di Lima per l’azione sul clima

Con l’approvazione del “Lima Call for Climate Action” aumenta la probabilità che si giunga ad un nuovo accordo sul clima a Parigi nel 2015. Sarebbe l’accordo più ampio mai raggiunto, per temi trattati e numero di Paesi che si impegnano a ridurre le emissioni, e conterrebbe un meccanismo permanente di incremento delle ambizioni di riduzione delle emissioni. Ma il rischio di un livellamento al ribasso della sua validità legale e della sua efficacia complessiva è reale.

 

I lavori della COP20 di Lima si sono chiusi alle ore 1.28 a.m.di domenica 14 dicembre, (ore 7.28 in Italia), con l’approvazione del “Lima Call for Climate Action”. Un applauso liberatorio ha salutato l’approvazione di un testo di compromesso, dopo più di un giorno di ritardo e di negoziato continuo.

La quinta bozza del testo “Further Advancing the Durban Platform” è stata approvata dopo aver smussato con “interventi chirurgici” alcune differenze delle bozze precedenti, relativi a punti non trascurabili e non nuovi del negoziato sul clima; un negoziato che si è sempre più ampliato, con diversi temi paralleli che hanno preso spazio e rilevanza.

Il “Lima Call” è un passo importante per poter proseguire in questo anno il tentativo di raggiungere un accordo a Parigi. Un accordo che non sarà per niente facile, viste le difficoltà e le divisioni riscontrate anche in questi 15 giorni; ma che è possibile, visto che tutti – con poche eccezioni – hanno chiaro che è un accordo necessario.

I temi in discussione alla COP20 sono stati molti:

1) Percorso della “Durban Platform per una azione incrementata” (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action” – ADP) che fissa il percorso in vista dell’accordo nella COP21 di Parigi, di cui inoltre sono sostanziati, cogliendo un importante obiettivo, gli elementi sostanziali di partenza, inclusa una serie di opzioni tra cui scegliere o tra le quali trovare un compromesso, con un testo lungo 38 pagine, quindi piuttosto ampio ma anche gestibile.

2) Impegni pre 2020: i meccanismi, ampiamente unilaterali e senza elementi incentivanti, su come aumentare il “livello di ambizione”, visto che le attuali “offerte” di riduzione delle emissioni sono incompatibili con l’impegno di limitare l’aumento di temperatura a meno di 2°C (o 1,5°C, variante preferita dai paesi più a rischio immediato e che non è stata scartata) rispetto al livello preindustriale (valore della temperatura verso la fine del XVIII secolo).

3) Impegni a lungo termine: come raggiungere “emissioni zero” entro fine secolo. I vari INDC (Intended Nationally Determined Contributions), i cui contenuti sono stati fino all’ultimo oggetto di discussione, con chi ne proponeva una lunga lista, inclusi aspetti di adattamento, e chi li considera degli eredi “per tutti” dei Nationally Appropriate Mitigation Actions (NAMAs) già redatti da molti Paesi in via di sviluppo, continueranno ad essere discussi dopo il 2015 cercando di aumentare le ambizioni dei Paesi, in un processo di revisione periodico ogni 5 anni.

4) Procedure per il monitoraggio, la revisione, e l’analisi dell’equità degli impegni: puntando ad un sistema informale di peer-review, col rischio che, senza controlli, gli impegni valgano poco.

5) Impegni finanziari per la mitigazione e l’adattamento (9 decisioni approvate, tra cui una che sottolinea con sollievo che il Fondo Verde per il Clima, lanciato a Copenhagen tra mille difficoltà, ha già raccolto oltre 10 miliardi di dollari, divenendo il primo finanziatore internazionale su questo tema).

6) Loss and Damage: fondi per i danni che già vari Paesi stanno subendo a causa dei cambiamenti climatici in essere. La citazione di questo tema nel preambolo dell’accordo finale è stato uno degli scogli delle ultime ore del negoziato e si è preferito “asciugarli” per lasciare posto ad una decisione più operativa, con un rapporto annuale sul tema;

Come tutti gli accordi di compromesso, l’accordo accontenta e scontenta e un poco tutti ma secondo moti osservatori rappresenta un altro passo in avanti vero il nuovo accordo globale. Da una parte c’è chi ritiene l’accordo sia un altro segnale della volontà collettiva di affrontare il problema del cambiamento climatico; dall’altra c’è chi ritiene che sia ancora troppo poco, e comunque che ci si stia allontanando dal tipo di trattato vincolante che molti si aspettavano a Copenhagen. Molto probabilmente c’è della ragione in entrambe queste posizioni.

 

 

A veder premiato il proprio approccio, che vede impegni per tutti i Paesi e non solo coloro che erano particolarmente sviluppati nel 1990, sono gli Stati Uniti, anche grazie ad un discorso molto incisivo del Ministro degli Esteri, già candidato alla presidenza, John Kerry; a valle di un accordo negoziato direttamente con la Cina circa un mese fa, Kerry ha fatto delle rinnovabili una scommessa finalmente sicura, il che è testimoniato dalla grande attenzione loro prestata a Lima.

Nell’attesa di un esame più approfondito, pubblichiamo qui la traduzione italiana del Lima Call for Climate Action; segniamo in grassetto i punti che riteniamo importanti, rimandando ad un successivo post i molti commenti sul risultato del testo base del negoziato ed altre questioni parallele, come il tema del meccanismo anti-deforestazione REDD+.

 

 

La Conferenza delle Parti,

Ribadendo che i lavori del Gruppo ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata devono essere basati sulla Convenzione e guidati dai suoi principi,

Richiamando l’obiettivo della convenzione di cui all’articolo 2,

Ricordando anche tutte le rilevanti decisioni della Conferenza delle Parti, in particolare le decisioni 1 / CP.17, 2 / CP.18 e 1 / CP.19,

Affermando la sua determinazione a rafforzare le azioni di adattamento attraverso un protocollo, un altro strumento giuridico o un risultato concordato dotato di forza legale ai sensi della Convenzione, da adottare nella XXI sessione della Conferenza delle Parti (novembre-dicembre 2015),

Richiamando le decisioni sul Warsaw International Mechanism for Loss and Damage (perdite e danni causati dal cambiamento climatico) e riconoscendo i progressi compiuti a Lima per l’attuazione del Warsaw International Mechanism for Loss and Damage,

Prendendo atto con grande preoccupazione del notevole divario tra il totale complessivo delle offerte di riduzione delle emissioni annue di gas serra entro il 2020 e le traiettorie delle emissioni totali coerenti con l’avere una probabile di mantenere l’aumento della temperatura media globale al di sotto di 2° C o 1.5° C rispetto ai livelli pre-industriali,

1. Conferma che il gruppo di lavoro ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata deve completare i lavori di cui alla decisione 1/CP.17, paragrafo 2, al più presto possibile in modo che la Conferenza delle Parti nella sua XXI sessione possa adottare un protocollo delle Nazioni Unite, un altro strumento giuridico o un risultato concordato dotato di forza legale ai sensi della Convenzione, applicabile a tutte le Parti;

2. Decide che il protocollo, un altro strumento giuridico o il risultato concordato con forza legale ai sensi della Convenzione applicabile a tutte le Parti dovrà affrontare in modo equilibrato, tra l’altro, mitigazione, adattamento, impegni finanziari, sviluppo e trasferimento di tecnologie, capacity-building, e la trasparenza di azione e di sostegno;

3. Sottolinea il suo impegno a raggiungere un accordo ambizioso nel 2015 che rifletta il principio delle responsabilità comuni ma differenziate e delle rispettive capacità, alla luce delle diverse circostanze nazionali;

4. Sollecita i paesi parte sviluppati a fornire e mobilitare un maggiore sostegno finanziario per i Paesi in Via di Sviluppo per impegni ambiziosi di mitigazione e azioni di adattamento, in particolare per le Parti agli effetti negativi dei cambiamenti climatici; e riconosce il sostegno complementare da altre parti;

5. Riconosce i progressi compiuti in Lima nell’elaborare gli elementi per un progetto di testo negoziale riportato in allegato;

6. Decide che il gruppo di lavoro ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata intensificherà il suo lavoro, con l’obiettivo di mettere a disposizione un testo negoziale per un protocollo, un altro strumento giuridico o un risultato concordato con forza legale ai sensi della Convenzione applicabile a tutti parti, prima del maggio 2015;

7. Chiede alla Segretariato UNFCCC di comunicare il testo negoziale di cui al precedente punto 6 alle Parti in conformità con le disposizioni della Convenzione e le regole delle procedure UNFCCC, pur rilevando che tale comunicazione non deve determinare che il risultato sia un protocollo, un altro legale strumento o un risultato concordato con forza legale ai sensi della Convenzione applicabile a tutte le parti;

8. Rileva che le modalità specificate nella presente decisione in relazione agli Intended Nationally Determined Contributions (Contributi Nazionali) non pregiudicano la natura giuridica e i contenuti dei contributi nazionali o il contenuto del Protocollo, di un altro strumento giuridico o degli esiti concordati con forza legale in base alla Convenzione applicabile a tutte le parti;

9. Ribadisce il suo invito a ciascuna delle Parti di comunicare al Segretariato i propri Contributi Nazionali per la realizzazione dell’obiettivo della Convenzione, enunciato nel suo articolo 2;

10. Concorda sul fatto che i Contributi Nazionali di ciascuna Parte verso la realizzazione dell’obiettivo della Convenzione enunciato nel suo articolo 2, rappresenteranno un avanzamento rispetto agli attuali impegni delle Parti;

11. Concorda inoltre che i Paesi meno sviluppati e le piccole isole in via di sviluppo possano comunicare informazioni su strategie, piani e azioni per uno sviluppo compatibile con bassi livelli di emissioni di gas serra che riflettono le loro particolari circostanze nel contesto dei Contributi Nazionali;

12. Invita tutte le Parti a considerare di comunicare i propri impegni nella pianificazione delle azioni di adattamento o a considerare di includere le azioni di adattamento nei loro Contributi Nazionali;

13. Ribadisce il suo invito a tutte le Parti a comunicare i propri Contributi Nazionali con largo anticipo rispetto alla XXI sessione della Conferenza delle Parti (entro il primo trimestre del 2015 per le Parti pronti a farlo) in modo tale da facilitare la chiarezza, la trasparenza e la comprensione dei Contributi Nazionale;

14. Concorda che le informazioni che devono essere fornite dalle Parti che comunicano il loro Contributi Nazionali, al fine di favorire la chiarezza, la trasparenza e la comprensione, possono comprendere, a seconda dei casi, tra l’altro, informazioni quantificabili sul punto di riferimento (tra cui, a seconda dei casi, un anno di riferimento), gli intervalli di tempo e/o i periodi di attuazione, la portata e la copertura, i processi di pianificazione, le assunzioni e gli approcci metodologici compresi quelli per la stima e la contabilizzazione delle emissioni di gas serra antropogenici e, se del caso, gli assorbimenti, e come il Paese ritiene che il suo Contributo Nazionale sia equo e ambizioso, alla luce delle circostanze nazionali, e in che modo contribuisce alla realizzazione dell’obiettivo della Convenzione enunciato nel suo articolo 2;

15. Ribadisce la richiesta alle Parti che sono paesi sviluppati, alle entità operative del Meccanismo Finanziario UNFCCC e ad altre organizzazioni in grado di farlo, a fornire il supporto per la preparazione e la comunicazione dei Contributi Nazionale alle Parti che possono avere bisogno di tale sostegno;

16. Chiede al segretariato di:

  1. Pubblicare sul sito UNFCCC i Contributi Nazionali come comunicati;
  2. Preparare, entro 1° novembre 2015, una relazione di sintesi sull’effetto complessivo dei Contributi Nazionali comunicati dalle Parti entro il 1° ottobre 2015;

17. Incoraggia tutte le parti del protocollo di Kyoto a ratificare e attuare L’emendamento di Doha al Protocollo di Kyoto;

18. Ribadisce la sua volontà, di cui ala decisione 1/CP.19, commi 3 e 4, per accelerare la piena attuazione delle decisioni che costituiscono l’esito concordato ai sensi della decisione 1/CP.13 e a rafforzare l’ambizione nel periodo pre-2020 al fine di garantire i massimi sforzi possibili di mitigazione previsti nel’ambito della Convenzione da tutte le Parti;

19. Decide di proseguire l’esame tecnico delle opportunità ad alto potenziale di mitigazione, compresi quelli con co-benefici sulle azioni di adattamento, sulla salute e sullo sviluppo sostenibile, nel periodo 2015-2020, chiedendo al Segreteriato di:

(a) Organizzare una serie di riunioni di esperti tecnici che:

  1. facilitino le Parti nell’identificare le opzioni politiche, le pratiche e le tecnologie e nel pianificazione la loro attuazione, in conformità con le priorità di sviluppo definite a livello nazionale;
  2. costruiscano e utilizzino le attività del, e rafforzare ulteriormente la collaborazione e le sinergie tra, Technology Executive Committee, il Climate Technology Centre and Network, il Durban Forum on capacity-building, l’Executive Board del Clean Development Mechanism and le entità operative del Financial Mechanism;
  3. si basino sui precedenti riunioni di esperti tecnici al fine di affinare e concentrarsi su opzioni politiche attuabili;
  4. forniscano opportunità significative e regolari per l’efficace impegno di esperti delle Parti, le organizzazioni internazionali, della società civile, delle popolazioni indigene, le donne, i giovani, le istituzioni accademiche, il settore privato e le autorità subnazionali nominati dai rispettivi Paesi;
  5. sostengano l’attuazione accelerata di opzioni politiche e maggiore azioni di mitigazione, anche attraverso la cooperazione internazionale;
  6. facilitino il maggiore coinvolgimento di tutte le Parti, attraverso l’annuncio dei temi da affrontare, gli ordini del giorno e i relativi materiali, con almeno due mesi di anticipo rispetto alle riunioni;

 

(b) Aggiornare, a seguito delle riunioni di esperti tecnici di cui al paragrafo 19(a) di cui sopra, un documento tecnico sui benefici delle azioni di mitigazione, e sulle iniziative e le opzioni per migliorare le ambizioni di mitigazione, basandosi sulle informazioni presenti nelle comunicazioni delle Parti, o derivanti da discussioni e riunioni di esperti tecnici in merito all’attuazione di opzioni politiche a tutti i livelli, anche attraverso la cooperazione multilaterale;

(c) Diffondere le informazioni di cui al paragrafo 19(b) di cui sopra, anche mediante la pubblicazione di una sintesi per i politici;

20. Chiede al gruppo di lavoro ad hoc sulla Piattaforma di Durban per un’azione rafforzata di formulare raccomandazioni su come migliorare ulteriormente il processo di esame tecnico, anche tramite la valutazione periodica delle riunioni di esperti tecnici, nella Conferenza delle Parti nella sua ventunesima sessione;

21. Accoglie con favore il Meeting di alto livello di Lima sull’Azione sul Clima, convocato dal Presidente della Conferenza delle Parti in data 11 dicembre 2014, e incoraggia il Segretario esecutivo e il Presidente della Conferenza delle Parti di convocare un evento annuale di alto livello sul miglioramento dell’implementazione delle azioni per il clima;

22. Prende atto delle implicazioni sul bilancio delle attività da intraprendere da parte del Segretariato di cui alla presente decisione, e le richieste di azione del Segretariato contenute in questa decisione, subordinate alla disponibilità di risorse finanziarie.

 

 

Testo di Stefano Caserini e Valentino Piana

11 responses so far

11 Responses to “Il richiamo di Lima per l’azione sul clima”

  1. […] Detto subito che i singoli gruppi di lavoro sono comunque riusciti a smussare alcune differenze esistenti tra le varie delegazioni nazionali su temi specifici, qui mi concentro, almeno per il momento, sulle strategie di fondo e sui temi generali, riferendomi solo al documento finale di Lima. Un’analisi piu’ particolareggiata si puo’ trovare sul sito di Climalteranti. […]

  2. Riccardo Reitanoon Dic 15th 2014 at 18:42

    Personalmente direi che, viste le obiettive difficoltà e l’imponenza del compito, cerco di accettare, senza troppa convinzione, i tempi e i modi della diplomazia internazionale. Incrociando le dita.

  3. leonardoon Dic 15th 2014 at 22:56

    “Il “Lima Call” è un passo importante per poter proseguire in questo anno il tentativo di raggiungere un accordo a Parigi.

    Come tutti gli accordi di compromesso, l’accordo accontenta e scontenta e un poco tutti ma secondo moti osservatori rappresenta un altro passo in avanti vero il nuovo accordo globale. ”

    Secondo lei, e i molti osservatori che cita, in che cosa esattamente la decisione ADP di Lima sarebbe un passo importante in vista di Parigi?

    E su che basi, secondo lei, il testo del ‘draft negotiating text’, sarebbe gestibile?

  4. Valentinoon Dic 16th 2014 at 12:01

    @Leonardo
    Rispondo prima alla sua seconda domanda. Il draft negotiating text’ è gestibile perché avere un anno di tempo per discutere 37 pagine dove le optioni sono chiaramente indicate consente, in linea di principio, un “do ut des” (ok alla tua versione si se mi dai l’ok alla mia versione su quest’altro punto), o una formulazione di compromesso (a metà strada o più vicino a qualcuno) sembra fattibile.
    Avendo io seguito da vicino anche il precedente percorso verso Copenhagen le segnalo che a due mesi dal summit il testo negoziale era di 181 pagine fitte di alternative (lo trova qui
    http://www.economicswebinstitute.org/essays/awg-lca02.pdf ) e quindi il disastro era annunciato (non vi era tempo materiale per affrontare così tante questioni).

    Naturalmente se quest’anno il testo approvato, invece di semplificarsi o comunque essere il punto di riferimento per le discussioni, dovesse ampliarsi di nuove aggiunte per accontentare temporaneamente qualcuno, ci sarebbe da preoccuparsi.

    Per completezza, quel percorso, integrato dall’Accordo di Copenhagen, portò a questo (l’anno dopo) http://www.economicswebinstitute.org/essays/cop16decisions02.pdf

  5. Valentinoon Dic 16th 2014 at 12:09

    @Leonardo
    A Lima, se non si fosse trovato un accordo, non avremmo avuto un testo di riferimento per i negoziati. Questo testo contiene ancora posizioni alternative molto distanti (ci si è messi d’accordo di essere in disaccordo), raggiungendo l’unanimità (e senza polemiche, che invece hanno spesso caratterizzato altre COP). Alcune di quelle alternative, se approvate, rappresenterebbeo posizioni molto ambiziose (es. carbon budget).
    Per farle un esempio, i negoziati devono scegliere (o mediare) tra 5 alternative (dalla lettera “a” alla “e”).

    Parties’ efforts to take the form of:
    a. A long-term zero emissions sustainable development pathway:
     Consistent with carbon neutrality / net zero emissions by 2050, or full decarbonization by 2050 and/or negative emissions by 2100;
     Consistent with science and the findings of the / Intergovernmental Panel on Climate Change (IPCC) (e.g. 40–70 per cent below 2010 levels by 2050) in accordance with historical responsibilities, capabilities, and the state of development, while addressing vulnerabilities and in a cooperative manner;
     Consistent with a global reduction of greenhouse gas emissions of at least 50 per cent by 2050 compared with the levels in 1990 and a continued decline in emissions thereafter, in the context of equitable access to sustainable development and a global carbon budget;
     Consistent with emissions peaking for developed countries in 2015, with an aim of zero net emissions by 2050; in the context of equitable access to sustainable development;
     Consistent with a peaking of global greenhouse gas emissions as soon as possible, noting that the time frame for peaking may be longer in developing countries, in the context of equitable access to sustainable development.

    b. A global emission budget to be divided among all Parties according to the principles and provisions of the Convention, so as to limit global warming in this century to below 1.5 °C according to the IPCC assessment. The distribution of the global emission budget should be undertaken in accordance with historical responsibilities, ecological footprint, capabilities, and state of development;

    c. Stabilization of the concentration of greenhouse gases in the atmosphere at or below 350 ppm of CO2 equivalent in the context of equitable access to sustainable development;

    d. A deviation from business as usual;

    e. Low emission development strategies.

    Sente la differenza?

  6. Stefano Caserinion Dic 16th 2014 at 12:22

    @Riccardo
    Non possiamo fare molto altro… è che i tempi e i modi della diplomazia internazionale sono di una lentezza esasperante…

    @ Leonardo
    Per diversi aspetti. Innanzitutto si rimane in un percorso globale in ambito UNFCCC, e questo non è mai scontato; poi si è superato lo stallo fra le due posizioni (protocollo di Kyoto 2 con stessa divisione annex1 – non annex 1 ; oppure impegni per tutti); su diverse aree dell’accordo ci sono passi in avanti.
    Le 37 pagine del testo sono ancora tante e molti nodi sono ancora saldi; ma rispetto alla bozza pre-COP15 Copenhagen c’è molta più chiarezza e direi anche fiducia e riconoscimento che un accordo – per diversi motivi – conviene a tutti
    Questo non vuole affatto dire che a Parigi si riuscirà a fare un accordo decente; ma la strada è aperta e abbastanza delineata ora.

    Un paio di commenti interessanti sono
    http://nuestras-ciudades.blogspot.it/2014/12/the-lima-deal-differentiation-ends.html
    e qui
    http://www.rtcc.org/2014/12/15/lima-call-for-climate-action-what-was-decided/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter

  7. leonardoon Dic 16th 2014 at 23:13

    ok grazie per le risposte piu che esaustive …

  8. Valentinoon Dic 20th 2014 at 11:41

    Per un’altra analisi dei risultati di Lima, ecco quella del Wuppertal Institute:
    http://wupperinst.org/uploads/tx_wupperinst/lima-results.pdf

  9. […] Fra i principali risultati della 20° Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione UNFCCC che si è svolta nella capitale peruviana nei primi quindici giorni del dicembre 2014, c’è l’allegato del Richiamo di Lima per l’azione sul clima, gli “Elementi per una bozza di testo negoziale”. È di fatto la bozza del nuovo accordo che dovrà essere siglato nel dicembre 2015 nella COP21 di Parigi. Il testo è composto da 37 pagine, contiene ben 272 opzioni alternative: è un numero molto grande, ma se si considera che riguarda 89 temi, sono circa 3 alternative per ogni tema. In ben 47 temi, le scelte sono solo due, rendendo il compito più facile; va ricordato che nelle COP non si decide con un voto stile referendum, si cerca di solito di raggiungere l’unanimità. È interessante analizzare il testo perché contiene tutte le principali aree di discussione nel negoziato sul clima, ricordando che incrementi o aggiunte sono ancora possibili. […]

  10. […] al documento finale di Lima. Un’analisi piu’ particolareggiata si puo’ trovare sul sito di Climalteranti.Ebbene, qual e’ la strategia di fondo che sta caratterizzando oggi il negoziato sul clima a […]

  11. […] Come stabilito lo scorso dicembre alla COP20 di Lima, il 31 marzo era il primo termine (“per i paesi in grado di rispettarlo”) per presentare il proprio INDC (Intended Nationally Determined Contribution), ovvero quel pacchetto di misure che tutti (o quasi) i paesi intendono avanzare nel corso del summit di Parigi per il periodo 2020-2030, subentrando dunque a quelle del secondo periodo d’impegno del Protocollo di Kyoto. […]

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