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Comunicare minacce e opportunità per il cambiamento climatico

Sono aperte fino al 15 ottobre le votazioni per il Premio “Best Climate Solution, che per il 2018 ha come argomento “Comunicare minacce e opportunità per il cambiamento climatico”.

Il premio, frutto di un’iniziativa del Centro Euromediterraneo per i cambiamenti climatici, sarà assegnato da una combinazione dei risultati delle votazioni online e della valutazione della giuria internazionale di esperti.

45 sono le proposte selezionate per la fase finale. Le linee guida per il voto sono qui

Le quattro proposte italiane che è possibile votare sono:

A qualcuno piace caldo, una conferenza-spettacolo in cui il racconto scientifico è affiancato da immagini, animazioni scientifiche, musica jazz e video (qui il sito originale)

Progetto Scuola, un progetto di Italian Climate Network si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado, allo scopo di proporre un programma incentrato sulla questione dei cambiamenti climatici (qui il sito originale)

Communication at UN Climate Talk, iniziativa dei giovani dell’Italian Climate Network di informazione live dai negoziati UNFCCC (qui l’esempio di quanto fatto alla COP23 di Bonn)

Climate Art Project, una serie di iniziative artistiche di grandi dimensioni che hanno avuto luogo in diverse città europee (qui il sito originale)

Le altre 41 proposte sono qui. Buon voto!

2 responses so far

2 Responses to “Comunicare minacce e opportunità per il cambiamento climatico”

  1. homoereticuson Ott 11th 2018 at 11:51

    Resto sempre grandemente ammirato dalle persone che non perdono la voglia di impegnarsi, in particolare sul lato della comunicazione. (Non so come fate!)
    Se siamo al punto in cui siamo evidentemente il messaggio non è passato. Personalmente, vivendo molto fuori dal mondo, fatico a farmi un’idea precisa di cosa ci sia nella testa della gente, dei giovani in particolare. Il pianeta è in mano a una generazione di vecchi cinici che ha lasciato macerie e che ancora non ne ha abbastanza; le nuove leve al potere, mi riferisco ai quarantenni, non sembrano molto diversi, basta vedere i personaggi della scena politica italiana.
    Cosa pensano i più giovani? cosa sanno del clima e dell’impressionante debito (non solo monetario, ma più ancora ecologico) che con cinica spensieratezza gli adulti stanno per consegnare loro? Cosa c’è nel loro mondo oltre lo smartphone? si incazzeranno, un bel giorno, faranno sentire con forza la loro voce o li abbiamo già persi?
    E’ una domanda. Come ho scritto sopra, non conosco le risposte.

    Questi pensieri e queste domande mi nascono in questi mesi inquietanti, oltre che eternamente caldi e afosi. Ho appena finito di leggere un articolo sulla rivista mensile di legambiente, articolo insolitamente cupo per lo standard della rivista, dove si denuncia lo stallo delle azioni sul clima e, con pochi giri di parole, si scrive che a Katowice si rischia di fare il funerale agli “accordi” di Parigi. In un mondo che svolta a destra (mancava solo un Bolsonaro in Brasile, che saprà certamente prendersi cura della foresta pluviale …) con emissioni carboniche di nuovo in aumento, si può solo sperare in qualche miracolo, una sorta di cigno nero “buono”, o, finalmente, chissà, in una rivolta dei giovani.

  2. Riccardo Reitanoon Ott 11th 2018 at 20:05

    homoereticus
    guardando i dati di Eurobarometro in Europa, il negazionismo non è un problema, il 92% degli europei considera i cambiamenti climatici un problema serio o peggio. Certo, povertà e terrorismo spaventano di più, ma questo è comprensibile.
    Allora cos’è che non va? A mio avviso è una difficoltà culturale di dare una risposta forte e immediata ad un problema globale e a lungo termine. Solo la metà degli europei afferma di aver preso qualche iniziativa personale per combattere i cambiamenti climatici.
    Questo forse chiarisce il perché vien voglia di fare comunicazione, il primo passo (prendere coscienza del problema) è stato fatto e ora c’è da fare il secondo (agire). Il tutto, ovviamente, sperando che anche altre regioni del mondo seguano l’esempio.

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