Notizie e approfondimenti sul clima che cambiaPosts RSS Comments RSS

Archive for Ottobre, 2011

Progetto BEST: un’altra conferma dell’aumento delle temperature globali

Un recente progetto di ricerca conferma, ancora una volta, i dati delle temperature globali e il riscaldamento globale in atto.

 

Il progetto BEST – Berkeley Earth Surface Temperature guidato dal Prof. Richard Muller si era ripromesso di “risolvere le attuali critiche alle precedenti analisi di temperatura”, critiche che erano ritenute fondate e che meritavano un approfondimento. Per arrivare a questo risultato sono stati analizzati i dati di 39.000 stazioni, oltre 5 volte quelle attualmente utilizzate dagli altri gruppi di ricerca, ed è stato sviluppato un nuovo metodo di analisi indipendente. I dettagli sono stati recentemente resi pubblici in un lavoro sottomesso per la pubblicazione. Continue Reading »

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Cassandra nel XXI secolo

Climalteranti.it invita a partecipare al Quinto convegno nazionale ASPO-Italia, Associazione per lo Studio del Picco del Petrolio, che si terrà Venerdì 28 ottobre 2011, dalle 9:00 alle 19:00, presso la Sala delle Feste – Palazzo Bastogi, Consiglio Regionale della Toscana, via Cavour, 18 a Firenze.

Titolo del convegno che sarà trasmesso in diretta video sulla homepage del portale del Consiglio Regionale della Toscana è “Cassandra nel XXI secolo. Clima, energia e cibo: fra informazione e disinformazione, crescita della consapevolezza pubblica e politiche appropriate”.

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Un altro “fact-checking” per il dott. Scafetta


In un  precedente post avevamo criticato una previsione delle temperature proposta dal Dott. Nicola Scafetta sulla rivista Normale. Il suo intervento successivo contiene affermazioni errate sulla storia e la scienza del clima,  che riportiamo qui in corsivo, seguite dai fatti. Continue Reading »

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La fusione dei ghiacci in Groenlandia

Un errore comparso sul nuovo Times Comprehensive Atlas of the World è servito a Gavin Schmidt per parlare, su Realclimate, dello stato – pessimo – dei ghiacci groenlandesi, in un post di cui pubblichiamo la traduzione.

 

In Groenlandia, il 2010 aveva battuto il record di superficie fusa (Tedesco et  al, 2011) e le cifre del 2011 erano attese con impazienza. Marco Tedesco e il suo gruppo le hanno rese disponibili di recente, per puro caso in contemporanea con un’altra (con)fusione creata dal nuovo atlante del Times di Londra. 

L’anomalia dell’indice di fusione è il numero dei giorni in cui è rilevabile una fusione della superficie ghiacciata  rispetto al periodo di riferimento 1979-2010. Più alto è il numero, più sono stati i giorni di fusione. Benché i livelli record del 2010 non siano stati raggiunti, a seconda delle analisi il 2011 si attesta comunque tra  il terzo ed il sesto anno in classifica.

L’analisi del bilancio di massa superficiale, ottenuta con modelli regionali, dimostra che negli ultimi anni un crescente squilibrio tra accumulo nevoso e ruscellamento sta abbassando l’altezza dei ghiacci persino in assenza di loro effetti dinamici (che si verificano anch’essi, soprattutto ai margini della calotta glaciale). Continue Reading »

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La fatica della scienza

A 3900 metri sul ghiaccio sommitale dell’Ortles si è svolta un’importante ricerca per ricostruire il clima passato delle Alpi Orientali.

Ancora oggi numerose sono le tesi complottiste, secondo cui tutti gli scienziati sarebbero complici (o vittime) di una macchinazione mondiale, volta a spaventare il mondo esagerando e addirittura inventando i pericoli del riscaldamento globale.

Oltre alle tante ragioni scientifiche più volte discusse, uno dei motivi per cui queste tesi sono poco sensate è che non tengono conto di un aspetto molto semplice, ossia quanto può essere faticosa la ricerca sul clima.

Gli scienziati passano settimane, mesi, anni a leggere, studiare, a scrivere, a discutere, a spiegare, a fare analisi statistiche e preparare grafici, tabelle ecc. A volte intere giornate alla scrivania, a volte la notte al computer a scrivere pezzi di codice o a controllare e ricontrollare dati; per non dire dei sabati e delle domeniche sacrificate, per finire un articolo, una presentazione o in qualche aeroporto.

Fra le migliaia di scienziati che studiano il clima saranno anche degli scansafatiche, ma la stragrande maggioranza è gente che lavora sodo, con passione. Possibile che tutti siano così fessi da buttare anni di lavoro, a volte gli anni migliori della propria vita, per una truffa? Non è ovvio che sarebbero i primi a denunciarla, per poi occuparsi d’altro? Continue Reading »

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John Tyndall e l’assorbimento del calore radiante

150 anni fa John Tyndall presentava alla Royal Society il suo lavoro sull’assorbimento del calore radiante da gas e vapori ponendo così le basi per la costruzione della moderna teoria del clima.

 

 

 

Mentre nel 1861 si costruiva l’Italia unita, John Tyndall “dettava la sua lezione” davanti alla Royal Society sull’assorbimento di “calore radiante” nei gas. Non che i due eventi abbiano una qualche relazione; ma così come l’Italia di oggi è frutto degli eventi passati, ciò che oggi è la scienza del clima è frutto anche di quel lavoro pionieristico di Tyndall.

Come è costume ancora oggi, Tyndall inizia riconoscendo il contributo di idee ed esperienze di chi l’ha preceduto. Fra questi non poteva certo mancare De Saussurre e le sue misure di radianza solare in quota, che lo portò a scoprire quanto fosse più intensa che al livello del mare.

Non poteva nemmeno mancare Fourier, che da considerazioni sulla propagazione del calore dedusse il ruolo dell’atmosfera e per questo è considerato da molti il “padre” dell’effetto serra. Molto meno noto, o del tutto sconosciuto, ai più è Macedonio Melloni, italiano fuggito all’estero per motivi politici (Enrico Fermi non è stato nè il primo nè l’unico, purtroppo) del quale Tyndall cita “l’ammirevole apparecchio termo-elettrico” e parla di lui come un “così ecellente sperimentatore”.

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Una previsione da cestinare

La rivista “Normale”, periodico semestrale dell’Associazione Normalisti, ha pubblicato di recente una “disfida” fra me e Nicola Scafetta sul tema dei cambiamenti climatici, che si può leggere qui (pagine 2-16).

Come in occasioni precedenti, la formula ha previsto due articoli iniziali e due reciproche repliche. I lettori possono quindi farsi un’idea di rispettivi argomenti; l’analisi degli argomenti utilizzati da Scafetta nella sua replica saranno oggetto di un prossimo post.

Voglio qui ritornare su quanto già scritto in quanto due errori redazionali hanno alterato le due ultime immagini della mia replica, che ripropongo in questo post.

La figura 3 corretta è questa a fianco, e rappresenta la ricostruzione delle temperature degli ultimi 2000 anni nella zona artica. Le temperature sono espresse in termini di variazioni rispetto al valore medio 1961-1990. La linea retta rappresenta la tendenza media fino al 1900. Fonte del grafico è il lavoro di Kaufman pubblicato su Science, che avevo pubblicato nel mio libro Guida alle leggende sul clima che cambia con il permesso degli autori.

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