Notizie e approfondimenti sul clima che cambiaPosts RSS Comments RSS

Archive for Maggio, 2012

L’imbroglionica e lo scetticismo necessario

Il caso della presunta scoperta dell’energia piezonucleare mostra l’importanza di distinguere l’imbroglionica dalla ricerca seria di nuove fonti di energia necessarie per limitare il surriscaldamento globale.

 

Sta facendo un po’ discutere nel mondo scientifico la vicenda della presunta scoperta e implementazione dell’energia nucleare piezoelettrica.
In sintesi, alcuni ricercatori hanno sostenuto, anche in un articolo scientifico, di aver trovato un modo per produrre energia senza radiazioni né scorie, una specie di fusione fredda. Cosa che farebbe felici molti, in particolare quanti si occupano dei danni che la principale fra le attuali fonti energetiche, i combustibili fossili, sta causando al clima del pianeta.
In realtà se si approfondisce, se si leggono le forti obiezioni pubblicate dagli scienziati o il quadro generale spiegato da Sylvie Coyaud, con le modalità delle richieste di investimenti di fondi pubblici per validare la scoperta stessa, lo scetticismo è necessario.
La vicenda dell’energia piezonucleare ha molti aspetti in comune con tanti altri casi, che hanno riguardato anche il tema dei cambiamenti climatici. Casi di tesi deboli, se non strampalate, che hanno ottenuto notorietà per un breve periodo per finire poi cestinate senza appello. A volte per imperizia dei proponenti, altre per la ricerca di visibilità che da il cantare fuori dal coro, altre ancora per interessi meno trasparenti. Continue Reading »

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Dalle azioni individuali di mitigazione un contributo per il clima?

Per ridurre le emissioni di gas erra e vivere meglio, un libro con 101 ricette d’azione individuale e familiare. Ma se le cose da fare sono chiare, come far sì che facciano la differenza?

 

La tentazione di intraprendere azioni dirette a livello individuale e familiare è fortissima. Chi sente arrivare i cambiamenti climatici e si pone il problema di dare un contributo, per quanto piccolo, ma preciso e personale, oggi dispone di un’ampia letteratura che elenca le tante cose che si possono intraprendere. In essa spicca il libro di Lorena Lombroso e Simona Pareschi Dipende da te: 101 cose da fare che presenta in pillole un gran numero di gesti che possono aiutare a costruire un ambiente a misura d’uomo, favorendo concretamente la sostenibilità e la riduzione delle emissioni climalteranti.

Suddiviso in 11 parti, il testo aiuta in scelte quotidiane ed azioni semplici, capaci ciascuna di dare un contributo concreto e una spinta simbolica per un mondo migliore. Simpaticamente illustrato da Matteo Zanfi e col solido sostegno scientifico di Luca Lombroso, il libro accompagna il lettore protagonista del cambiamento a fare azioni nel suo ambito di dominio diretto: la casa, la tavolo, l’orto, la scuola e l’ufficio (ed il luogo di lavoro in senso lato). Ovunque andiamo, siamo chiamati a fare delle scelte. Prendere quelle che aiutano l’ambiente può diventare il filo rosso che, come mostra il libro, le unisce tutte, senza peraltro complicarci troppo la vita.

Il bello del libro è che sono tutte cose fattibili, alla portata di ciascuno, in ambiti che privatamente può e deve gestire. Sono le scelte di consumo (che poi trainano chi vende e lo spingono a rifornirsi dai produttori “giusti”); sono le scelte di trasporto, di mobilità, di comunicazione (da Internet alla fotografia digitale) – in una parola sono scelte di vita. Quelle sulle quali siamo bombardati di pubblicità e che rischiano di minare la nostra sostenibilità… finanziaria! Continue Reading »

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Il clima fra Italia e Corea

Il prossimo 22 maggio si svolgerà a Seoul, presso la Ewha Womans University (chi vuole saperne di più sulle università femminili in Corea, legga qui), il Korea-Italy Symposium on Global Climate Change, organizzato congiuntamente dall’ Ufficio di Scienza e Tecnologia dell’Ambasciata Italiana in Corea, diretto dal Dr. Antonino Tata,e dalla sopraccitata università. L’edizione del 2012 fa seguito ad altre due iniziative analoghe svoltesi nel 2007 a Seoul e l’anno successivo a Torino.
Un gruppo di studiosi coreani e italiani discuteranno congiuntamente la questione del cambiamento climatico globale, da un punto di vista multidisciplinare, in modo da offrire un’istantanea delle percezioni coreane e italiane su come il cambiamento climatico stia interessando entrambi i Paesi. Nello stesso tempo, si tenterà di valutare gli sforzi e le azioni intrapresi dai due paesi nel quadro dei programmi del Protocollo di post-2012/Kyoto.
La partecipazione italiana prevede tre membri del comitato scientifico di Climalteranti.it: Alessio Bellucci, Stefano Caserini e Claudio Cassardo.
Alessio Bellucci terrà una relazione sulle proiezioni climatiche su scale decennali. Stefano Caserini illustrerà l’utilizzo degli inventari emissioni per identificare sinergie e punti di conflitto nelle politiche sul clima e sulla qualità dell’aria, di cui si dirà in prossimi post.
Claudio Cassardo presenterà una comunicazione dal titolo “La variabilità climatica e il bilancio energetico/idrologico: il caso delle Alpi”, in seguito brevemente riassunta. Continue Reading »

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Dalla ricerca alla politica e ritorno

Nella seconda parte dell’intervista con Climalteranti, Gavin Schmidt parla dei vari interlocutori nella “conversazione pubblica” sul clima ed esprime un desiderio proprio mentre il suo governo sta per esaudirlo.

I negazionisti dei cambiamenti climatici non trovano più argomenti nuovi, che siano in difficoltà?

Non trovano argomenti nuovi da decenni! Ma il negazionismo (denial) è un atteggiamento pubblico molto legato al contesto politico. Se un partito politico pensa di guadagnarci qualcosa incitandolo, ritornerà. Non se ne va perché la razionalità prevale e la gente cambia opinione. C’è sempre, e l’attenzione che riceve da parte del pubblico dipende soprattutto dai protagonisti della conversazione pubblica, se si concentrano o meno su  questo tema. In Europa, in generale non lo fanno, quindi il problema si pone meno. Negli Stati Uniti abbiamo un partito di cui una metà ha deciso che il tema dei cambiamenti climatici va usato contro le élite liberali, contro Obama, adesso contro le tasse, contro qualunque cosa. Non perché abbia preso in considerazione la scienza e ne abbia tratto le proprie conclusioni. No, fa parte di un discorso preconfezionato. Continue Reading »

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2015, nessun picco di riscaldamento previsto

Un articolo di Repubblica contiene in un box redazionale due errori di segno opposto sul futuro del clima del pianeta.

 

Su Repubblica di venerdì 4 maggio 2012 è stato pubblicato un interessante articolo del corrispondente dagli Stati Uniti, Federico Rampini, intitolato “Il complotto del clima
L’articolo ha avuto una grande visibilità, con attacco in prima pagina di spalla (titolo “Il complotto per negare l’allarme clima”), e tre pagine intere dell’inserto R2, che ospitava anche un articolo di Mark Hertsgaard intitolato “Pensano solo ai profitti e non al futuro dell’umanità”.
L’articolo è la recensione di un libro appena uscito negli USA (non ancora in Italia, purtroppo), “Private empire”, in cui l’autore Steve Coll racconta con una approfondita inchiesta “il ruolo sistematico del gruppo petrolifero nel falsificare per anni la scienza sul cambiamento climatico, finanziare ogni sorta di teorie negazioniste, influenzando l’opinione pubblica e interferendo sul dibattito politico americano”.
La frase sopra riportata è presente nell’articolo di Rampini, e va intesa nel senso che la scienza del clima proposta da ExxonMobile era falsa; a scanso di equivoci, è meglio ricordare che la scienza del clima vera, cioè quella sintetizzata nei rapporti IPCC, non è stata falsificata, nonostante gli sforzi e i finanziamenti delle lobby petrolifere.
Non è una notizia particolarmente nuova, in quanto l’azione delle lobby USA per cercare di confondere l’opinione pubblica sui pericoli del pianeta era già stata raccontata in libri, film, rapporti e specifici siti web; ma questa corposa indagine è senz’altro benvenuta e ancora utile. Continue Reading »

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Caldo estremo

In un post  su Realclimate, Stefan Rahmstorf e Dim Coumou mostrano perché il dibattito sugli estremi delle temperature è spesso viziato da domande mal poste.

 

A proposito delle ondate di calore estreme si sente spesso dire qualcosa del genere: “Se questa ondata ha superato di5 °Cil record precedente, il riscaldamento globale c’entra poco, visto che in un secolo è stato solo di1 °C”. Di seguito spieghiamo perché consideriamo questa logica doppiamente errata.
Si possono fare due domande diverse (Otto et al. 2012):


1. Quanto calore ha aggiunto il riscaldamento globale a questa ondata?

Ci è un po’ difficile inquadrare la domanda perché implica che la stessa situazione meteorologica si sarebbe verificata anche senza il riscaldamento globale, solo, per dire, ad un livello di temperatura inferiore di1 °C. Non è per forza vero, naturalmente, poiché il tempo meteorologico è fortemente stocastico e il riscaldamento globale può anche influenzare le caratteristiche della circolazione atmosferica. Continue Reading »

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