Climalteranti on Gen 25th 2012 Acqua,Ghiacciai,Impatti
L’impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità della risorsa acqua è una minaccia per la regione alpina e richiede una nuova impostazione nella gestione dell’”oro blu”.
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L’Organizzazione Internazionale per la Protezione delle Alpi, CIPRA, ONG impegnata per lo sviluppo sostenibile delle Alpi ha presentato nel dicembre scorso una relazione (serie COMPACT) relativa all’impatto del cambiamento climatico sulla disponibilità di acqua nei territori Alpini. Proviamo a confrontarne qui le previsioni con quelle relative alle Alpi italiane.
Lo studio CIPRA riassume lo stato delle conoscenze scientifiche, l’indicazione misure politiche, strumenti ed esempi concreti di buone pratiche, con particolare attenzione alla gestione dei serbatoi idro-elettrici. A proposito degli effetti del cambiamento climatico sulla risorsa idrica, il paragrafo 3.2 dello studio recita:
“Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 2009a) e del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi (2009), la regione alpina ha visto un aumento di temperatura di +2°C nel ventesimo secolo, più del doppio di quello dell’emisfero settentrionale e due volte la media europea. Un ulteriore aumento di 2.6°-3.9°C e atteso entro la fine del corrente secolo, nuovamente di molto superiore rispetto all’andamento previsto su scala continentale (EEA, 2009a). Unitamente a variazioni nell’andamento stagionale delle temperature, i modelli previsionali ipotizzano una diminuzione delle precipitazioni totali e un’accresciuta frequenza di eventi eccezionali (periodi di siccità, alluvioni, ecc.). Continue Reading »
Climalteranti on Nov 12th 2011 Impatti,Precipitazioni,Statistiche
L’effetto combinato del riscaldamento globale, foriero al contempo di desertificazione e di eventi climatici estremi, e della modifica dell’uso dei suoli nelle ultime decadi, ha portato ad una situazione di aumento del rischio alluvionale, che si esplicita nella crescente probabilità di occorrenza di eventi di notevole intensità. I recenti casi delle alluvioni in Liguria confermano che tale circostanza si verifica negli ambienti mediterranei, ma non solo, della penisola italiana.
Anche nell’area mediterranea, i cambiamenti climatici e i conseguenti processi di desertificazione possono avere importanti effetti di modifiche del ciclo dell’acqua. Numerosi studi apparsi nella letteratura scientifica, e la sintesi effettuata nei rapporti dell’IPCC, indicano tra le conseguenze più rilevanti del climate change:
a) Diminuzione degli afflussi complessivi di precipitazione
b) Inasprimento degli eventi estremi (i.e. piogge brevi più intensa e più lunghi periodi di tempo asciutto)
c) Crescita dell’evapotraspirazione e riduzione del contenuto d’acqua dei suoli.
d) Diminuzione dei deflussi in alveo nelle stagione secca
e) Piene più intense durante gli eventi temporaleschi
f) Perdita di suolo vegetazione, maggiore incidenza e pericolosità degli eventi di incendi boschivi
Gli impatti dei cambiamenti climatici sono quindi legati a un’altra modifica profonda portata dalle attività umane, quella derivante dalla modifica dell’uso del suolo. Continue Reading »
Climalteranti on Nov 7th 2011 Attribuzione,Impatti,Precipitazioni
Le disastrose alluvioni a Genova e nel Levante ligure rendono legittima la domanda che riecheggia nei media: l’uomo sta interferendo con la forza della natura, aumentando la frequenza dei fenomeni di precipitazione intensa?
Non è una domanda nuova: negli Stati Uniti è stata aspramente dibattuta dopo i disastri causati da numerosi uragani (Irene, Katrina, Ike, Mitch, ecc.), come raccontato nel libro “Storm World” di Chris Mooney.
In Italia il tema è stato poco considerato, ma è colpa dei cambiamenti climatici quanto successo a Monterosso o a Genova? E in Pakistan, a Bangkok o in America centrale?
Molti commentatori e studiosi hanno risposto affermativamente, e il Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano ha affermato “Sono tributi molto dolorosi che paghiamo per quelli che, purtroppo, o sono cambiamenti o gravi turbamenti climatici”.
Altri la pensano diversamente: “non esistono correlazione con il riscaldamento globale generale”, le alluvioni ci sono sempre state, e i danni ora sono solo più gravi per il maggior numero di persone presenti sul pianeta e l’espansione delle città. In effetti, i libri di storia e i quotidiani degli scorsi decenni sono pieni di esempi di altre alluvioni, un lungo elenco di morte e distruzione portata dalla “natura matrigna”; e dalla recente cementificazione del territorio, senza dubbio imponente e per molti aspetti scriteriata.
Per prima cosa, la domanda “è colpa dei cambiamenti climatici quanto successo a Monterosso o Genova?” è mal posta: è impossibile dimostrare se e in che modo una singola tempesta o un uragano sia provocato dai cambiamenti climatici. Continue Reading »
Climalteranti on Lug 17th 2011 Impatti,livello del mare,Oceani,Paleoclimatologia,Protocollo di Kyoto
Pubblichiamo la traduzione di un interessante post di Realclimate sul tema dell’innalzamento del livello del mare, un tema di grande importanza su cui iniziano ad esserci alcuni dati chiari quanto preoccupanti.
Un gruppo di colleghi e’ riuscito a ricostruire il primo data base di livello del mare per gli ultimi 2000 anni. Secondo questa ricostruzione l’innalzamento del livello del mare sulla costa atlantica americana e’ stato il piu’ rapido degli ultimi due millenni.
Ottenere buoni dati sul livello del mare e’ abbastanza difficile. Da un lato, ricostruire il notevole innalzamento verificatosi alla fine dell’ultima era glaciale (di circa 120 metri) e’ stato piuttosto semplice poiche’ l’incertezza sui dati e’ di pochi metri e anche l’incertezza su poche centinaia di anni e’ relativamente poco importante. Tuttavia, ricostruire le sottili variazioni degli ultimi millenni richiede metodi piu’ precisi.
Andrew Kemp, Ben Horton e Jeff Donnelly hanno pero’ sviluppato un metodo di ricostruzione preciso usando sedimenti provenienti da paludi saline lungo le coste che vengono regolarmente allagate dalle maree. Gli strati di sedimenti che si accumulano in questo modo possono quindi venire esaminati e datati. L’altezza a cui si trovano e’ gia’ un indicatore di livello del mare in quanto dipende dalla loro eta’.
Come viene ricostruito il livello del mare?
I d
ettagli di questo metodo sono piu’ complessi da spiegare. Sebbene in media la crescita del sedimento vada a pari passo
con la salita del livello del mare, talvolta puo’ salire piu’ lentamente se il livello del mare si innalza molto velocemente, oppure piu’ velocemente se il livello del mare si innalza piu’ lentamente. Per cui bisogna misurare l’altezza della palude salina relativa al livello medio del mare ad ogni istante di tempo. Per determinarla, possiamo sfruttare il fatto che ogni livello e’ caratterizzato da una particolare popolazione di organismi.
Figura 1: Foraminifera Trochammina inflata al microscopio.
Tale popolazione puo’ essere analizzata studiando le piccole conchiglie di foraminifera che si trovano all’interno dei sedimenti. A questo scopo, le specie e il numero di foraminifera deve essere determinato per ogni centimetro di sedimento con analisi al microscopio. Continue Reading »
Climalteranti on Nov 7th 2010 Dibattito,Impatti,Recensione
Un nuovo frame per il dibattito “oltre” il cambiamento climatico – l’ultimo libro di Bill McKibben prova a considerare le conseguenze dell’inazione politica e propone idee e riflessioni per un mondo ormai, ahinoi, diverso.
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Come vi sentireste se, avendo notato che il rubinetto della vostra vasca da bagno è aperto al massimo, aveste provato inutilmente a richiuderlo, chiamato in soccorso i vicini e averli visti litigare, e tutto ciò fosse andato avanti per vent’anni?
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Arrabbiati, delusi, depressi? Nel 1989 Bill McKibben pubblicava uno dei primi libri sul cambiamento climatico per il grande pubblico e da allora chiede non solo di chiudere il rubinetto, ma anche di incominciare a tirare via l’acqua dalle stanze.
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Col movimento 350.org, di cui è un leader, ha organizzato migliaia di eventi di tutto il mondo per premere per decisioni forti a livello globale.
L’esito della COP15 UNFCCC di Copenhagen, pur contenendo l’obiettivo, condiviso e firmato da 140 paesi del mondo, di impedire che la temperatura media mondiale cresca più di 2 gradi centigradi, ha mostrato che si è ancora molto lontani dalla chiusura del rubinetto: stime recenti dicono che gli impegni finora annunciati non saranno sufficienti a centrare l’obiettivo. Continue Reading »
Climalteranti on Gen 13th 2010 Adattamento,Impatti,Modelli Climatici
I risultati del progetto ENSEMBLES mostrano scenari di cambiamenti climatici pericolosi sul mediterraneo. Tenendo conto che i risultati di modelli così complessi non possono essere truccati volontariamente, occorre urgentemente superare il ritardo nel predisporre le misure di adattamento.
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Come visto nel post precedente, i lavori del progetto ENSEMBLES forniscono proiezioni sul clima europeo del futuro molto preoccupanti.
Le tre principali tendenze possono essere così riassunte:
· riduzioni consistenti della copertura nevosa sulle Alpi;
· modifiche degli estremi di temperatura e precipitazione nel Mediterraneo;
· aumento della frequenza e della durata delle onde di calore in Europa.
Molti dei risultati confermano quelli ottenuti da altri progetti comunitari svolti in passato (es. progetto PRUDENCE o pubblicati recentemente da altri autori.
Il segnale più forte di cambiamento è l’aumento considerevole della variabilità nel campo termico sull’Europa, con importanti aumenti dell’ampiezza e della durata delle onde di calore soprattutto nel sud Europa (come mostrato ad esempio dalla figura 6.21 del report).

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