La decisione più importante, e che ha trovato risalto nei media, è l’accordo per l’istituzione di un fondo per il “Loss and damage”. La questione di fondo è “chi paga per i danni causati dal cambiamento climatico?”: è una questione vecchia, che sta causando crescenti tensioni tra Continue Reading »
La COP25 di Madrid è stata una delle Conferenze della Parti della Convenzione sul clima più tese e concitate degli ultimi anni, finita in grande ritardo e con l’adozione di numerosi documenti che, ancora una volta, hanno scontentato molti.
Va detto però che alcune delle attese e delle richieste molto difficilmente avrebbero potuto essere soddisfatte dalla COP25, vista la sua agenda e la struttura e i tempi del negoziato multilaterale sul clima. Ad esempio, non era compito di questa COP aumentare il livello di impegno di riduzione delle emissioni per rispondere alle grandi mobilitazioni che si sono viste nel 2019. Chi misura in base a questo il fallimento della COP25 è destinato a rimanere deluso in tante altre COP future.
È stata una COP strana, la cui valutazione richiede tempo e la lettura dei documenti approvato o almeno i resoconti degli osservatori più attenti; fra questi sicuramente è da consigliare l’approfondita e al solito ottima analisi dettagliata dell’IISD – Earth Negotiations Bulletin (ENB) (28 pagine, ma la sostanza è in particolare nelle due pagine delle conclusioni, da 25 a 27), nonché la sintesi dei risultati fatta da Carbon Brief. Continue Reading »
I numerosi tavoli negoziali paralleli riguarderanno principalmente altri punti tecnici relativi all’implementazione dell’Accordo di Parigi, dopo che nella precedente COP24 è stato approvato il “libro delle regole” (Katowice package).
La COP24 che si è svolta a Katowice ha prodotto risultati ad ampio spettro sull’Accordo di Parigi, fra cui le attese regole sui meccanismi di trasparenza sull’implementazione degli impegni di riduzione delle emissioni, nonché indicazioni chiare per l’incremento a breve degli stessi.
Dopo quindici giorni di negoziato serrato e prolungato, durato un giorno più del previsto, la COP24 di Katowice ha prodotto in sostanza quasi tutto quello che era chiamata a fare, risultato nient’affatto scontato.
È presto ora per un’analisi attenta dei documenti approvati (di cui questo è il principale – descrittivo di tutti i grandi capitoli – mentre gli altri sono disponibili qui – scorrere verso il basso), delle conseguenze del negoziato e del ruolo dei diversi attori, di chi ha spinto per una maggiore ambizione e di chi ha condotto battaglie di retroguardia per cercare fino all’ultimo di indebolire i risultati finali.
Ci limitiamo qui a riportare un quadro generale dei risultati, che il comunicato stampa dell’UNFCCC saluta come importanti. Apprezzamenti, ma anche insoddisfazioni, possono essere ascoltati nelle dichiarazioni dei più importanti gruppi negoziali nella plenaria finale (Joint plenary meeting for closing statements) possono essere ascoltate nel webcast UNFCCC. Nell’ordine: Egitto (in rappresentanza di G77+China) a 1.10; UE a 6.25; Svizzera (Environmental Integrity Group) a 11.02; Australia (Umbrella Group) a 13.50; Etiopia (LDC) a 17.15; Maldive (OASIS) 20.45; Gabon (African Group) a 26.10. Malaysia (like-minded developing countries) a 29. 40; India (basic) 35.37; Colombia (ALIAC) 42.20; Filippine 47.20; Cina (50.28); quindi gli “osservatori” del negoziato, Business&Industry NGO (56.31), Environmental NGO (59.40), Agricoltori (1.04.10), Indigenous People (1.06.55), Governi e municipalità locali (1.10.25), Women and Gender NGO (1.13.05), Youth NGO (1.16.20). Ha poi concluso Grenada (1.20.03). Continue Reading »
Più di due ore per discutere fra “prendere nota” del o “dare il benvenuto” al Rapporto speciale IPCC su 1,5 °C dimostrano il successo del lavoro dell’IPCC e come ormai chi vuole impedire le politiche globali contro i cambiamenti climatici è con le spalle al muro.
Nel pomeriggio di sabato 8 dicembre 2018 c’è stato alla COP24, in corso fino al 14 dicembre a Katowice, uno di quei momenti in cui i nodi vengono al pettine, in cui si capisce come il negoziato sul clima sia ormai arrivato ad un punto critico.
Nella grande sala “Śląsk” si stava svolgendo la plenaria di chiusura della 49° riunione del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice), l’Organo sussidiario di consulenza scientifica e tecnica dell’UNFCCC. Dopo aver speditamente adottato numerosi documenti, relativi anche a parti importanti dell’implementazione dell’Accordo di Parigi (sull’adattamento, sul “loss and damage”, sull’agricoltura, sul Centro per il trasferimento tecnologico), è arrivato verso le 17 il momento di approvare il sesto punto in agenda, il documento su “Research and systematic observation” preparato durante la settimana.
Pur se fino ad oggi non ha ricevuto molta attenzione dai media, la “COP” che si svolgerà dal 2 al 14 dicembre nella città polacca è di grande importanza nel percorso di attuazione dell’Accordo sottoscritto nella COP21 di Parigi.
Come in tutte le COP, sono numerosi i tavoli negoziali paralleli e gli appuntamenti che si svolgono, ed una sintesi è difficile. Si può dire che questa COP24 avrà fra i suoi obiettivi principali quello di definire la maggior parte delle regole necessarie all’implementazione dell’Accordo di Parigi, il Paris Agreement Work Programme meglio noto come “Rulebook”. Questo obiettivo per la COP24 era stato stabilito già nel 2015, in un paragrafo all’interno del documento che ha adottato l’Accordo di Parigi (la Decisione 1/CP.21): si tratta di un insieme di linee guida che dovrebbe rendere pienamente operativo l’Accordo, permettendo di valutare i progressi svolti in questa direzione dai diversi paesi e le modalità operative dei successivi rilanci. È un percorso definito nell’ambito della Talanoa Dialogue iniziato un anno fa alla COP23 di Bonn (Presidenza Fiji), oggetto di un fitto lavoro negoziale, la cui modalità di chiusura sarà un importante segnale sulla robustezza dell’Accordo e sull’interesse dei sottoscrittori alla sua effettiva implementazione. Continue Reading »
La COP23 che si è svolta a Bonn ha prodotto un risultato utile e bilanciato, dimostrando come la spinta della COP21 di Parigi non si sia esaurita.
Alle 6.50 di sabato 18 novembre, dopo una nottata di negoziato ininterrotto, si è conclusa la COP23 di Bonn. Frank Bainimarama, presidente della COP e primo ministro delle Fiji, aveva battuto poco prima il martello che segnava l’adozione del “Fiji Momentum for Implementation”, traducibile come “La spinta di Fiji per l’implementazione” (dell’Accordo di Parigi e di tutta la costellazione di strumenti precedenti o collegati). Continue Reading »
Nella COP23 che si sta svolgendo a Bonn, sotto la presidenza delle Isole Fiji, si continua il lavoro di definire importanti aspetti operativi dell’applicazione dell’Accordo di Parigi e del meccanismo di incremento degli impegni di riduzione del gas climalteranti
La XXIII Conferenza della Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCCC) si sta svolgendo a Bonn (Germania), con la presidenza delle Fiji, piccolo paese insulare in via di sviluppo, minacciato direttamente nella sua esistenza dai cambiamenti climatici.
La bozza del testo del nuovo accordo sul clima, approvato con il “Richiamo di Lima per l’azione sul clima”, nella COP20 di Lima, lascia ancora spazio a molte alternative, profondamente diverse, in numerosi punti cruciali.
Fra i principali risultati della 20° Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione UNFCCC che si è svolta nella capitale peruviana nei primi quindici giorni del dicembre 2014, c’è l’allegato del Richiamo di Lima per l’azione sul clima, gli “Elementi per una bozza di testo negoziale”.
È di fatto la bozza del nuovo accordo che dovrà essere siglato nel dicembre 2015 nella COP21 di Parigi.
Il testo è composto da 37 pagine, contiene ben 272 opzioni alternative: è un numero molto grande, ma se si considera che riguarda 89 temi, sono circa 3 alternative per ogni tema. In ben 47 temi, le scelte sono solo due, rendendo il compito più facile; va ricordato che nelle COP non si decide con un voto stile referendum, si cerca di solito di raggiungere l’unanimità. Continue Reading »
Con l’approvazione del “Lima Call for Climate Action” aumenta la probabilità che si giunga ad un nuovo accordo sul clima a Parigi nel 2015. Sarebbe l’accordo più ampio mai raggiunto, per temi trattati e numero di Paesi che si impegnano a ridurre le emissioni, e conterrebbe un meccanismo permanente di incremento delle ambizioni di riduzione delle emissioni. Ma il rischio di un livellamento al ribasso della sua validità legale e della sua efficacia complessiva è reale.
Da lunedi’ 8 dicembre il negoziato entrerà nel vivo e si affronterà uno degli scogli principali del negoziato, la definizione nell’abito della “Durban Platform” degli impegni dei singoli paesi, pre-2020 e di lungo periodo, nonché il meccanismo per valutare la loro adeguatezza in base a principi di equità. Integrare il concetto di equità nell’accordo è senz’altro difficile; da una parte i paesi sottosviluppati o in via di sviluppo reclamano il diritto di fornire ai propri cittadini degli standard di vita più elevati; dall’altra gli attuali modelli di sviluppo economico spesso corrispondono a forti incrementi nelle emissioni inquinanti. È quindi necessario trovare un delicato equilibrio fra questi due aspetti. Continue Reading »
Ogni anno la Conferenza delle Parti (COP) della Convenzione Quadro dell’ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC), attira l’attenzione di tutti gli organi di informazione. Tuttavia, i negoziati sul clima sono un processo continuativo, che non è limitato ad un singolo incontro annuale. Più volte l’anno vi sono incontri supplementari che, anche se poco seguiti dalla stampa, sono essenziali per mediare fra le posizioni dei diversi paesi.
Uno di questi incontri si è chiuso nella serata di Venerdì 14 Marzo a Bonn, in Germania. Formalmente, si è trattato della quarta parte della seconda sessione del gruppo di lavoro sulla Piattaforma di Durban (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action, ADP 2-4). Il tema dell’incontro era duplice: in primo luogo continuare lo sviluppo di un trattato globale sul clima, da firmare entro il 2015 e da implementare entro il 2020. In secondo luogo definire un piano di mitigazione da oggi al 2020.
Come raccontato nei resoconti precedenti, all’interno di questi due filoni si sviluppa un grande varietà di tematiche, che vanno dalla finanza climatica all’efficienza energetica, al ruolo dei paesi in via di sviluppo. Rimandiamo chi fosse interessato ad un resoconto esaustivo dell’incontro al sommario dell’IISD. I documenti ufficiali riguardanti l’incontro sono invece disponibili direttamente sul sito dell’UNFCCC, compresi i video dei principali momenti negoziali (nella pagina webcast). Continue Reading »
Commenti disabilitati su Da Bonn, aggiornamenti sui negoziati climatici
Le negoziazioni della COP19 hanno portato alcuni risultati importanti (l’istituzione di un meccanismo contro la deforestazione e un passo in avanti sul processo per definire i risarcimenti a chi subisce gli impatti del clima) ma un nulla di fatto su molte altre decisioni necessarie.
La Conferenza della Parti (COP) della Convenzione Quadro dell’ONU sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) di Varsavia si è chiusa nella serata di sabato 23 novembre, dopo 30 ore di negoziato ininterrotto e a tratti concitato.
La negoziazione per un nuovo accordo sul clima è ormai lunga, estenuante, con tanti fronti diversi, scarsamente coordinati tra loro e in cui il valore legalmente vincolante delle decisioni è continuamente rimesso in discussione.
Questa Conferenza di Varsavia ha compreso molti diverse sessioni della UNFCCC:
19° sessione della Conferenza delle Parti della Convenzione UNFCCC (COP 19)
9° sessione del Meeting delle Parti del Protocollo di Kyoto (CMP 9)
39° sessione del Organo sussidiario di supporto scientifico e tecnico (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice – SBSTA 39)
39° sessione dell’ Organo sussidiario per l’attuazione della Convenzione (Subsidiary Body for Implementation – SBI 39)
Terza parte della seconda sessione del gruppo di lavoro sulla Piattaforma di Durban (Ad Hoc Working Group on the Durban Platform for Enhanced Action – ADP 2) Continue Reading »
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