Notizie e approfondimenti sul clima che cambiaPosts RSS Comments RSS

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea

Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC.

La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on Climate Change), raccomandazione recentemente ribadita e rafforzata.

Questo obiettivo è al momento la base di discussione.

Pubblichiamo l’appello rivolto da numerosi esperti di climatologia e delle politiche climatiche affinché il governo italiano sostenga questo obiettivo a livello europeo, un appello a cui Climalteranti aderisce.

 

 

Alla cortese attenzione

della Presidente del Consiglio dei ministri, On. Giorgia Meloni,

e del Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, On. Gilberto Pichetto Fratin,

Noi, studiosi impegnati nella ricerca scientifica sui cambiamenti climatici, sulle politiche di mitigazione e adattamento e sui sistemi complessi come il clima, desideriamo esprimere la nostra preoccupazione per il futuro del Paese e per le persone e specie viventi che abitano il pianeta rivolgendo un appello ai rappresentanti politici.

I dati più recenti confermano la pericolosa realtà del surriscaldamento globale: il 2024 è stato l’anno più caldo mai registrato e le temperature negli ultimi decenni sono cresciute con una rapidità che non ha eguali almeno negli ultimi 2000 anni. Tale riscaldamento sta compromettendo gli equilibri climatici, ecologici ed economici in molte aree del pianeta. L’Italia è tra i paesi minacciati e sta già sperimentando numerosi impatti diretti e indiretti dei cambiamenti climatici, con proiezioni che indicano un aggravamento delle condizioni nei prossimi decenni: aumento delle ondate di calore, con impatti sulla salute pubblica, in particolare per le persone vulnerabili come anziani e bambini; riduzione delle precipitazioni nevose e ritiro dei ghiacciai; stress idrico crescente; incendi sempre più vasti e con comportamento estremo; innalzamento del livello del mare ed erosione costiera.

La preoccupante realtà del surriscaldamento globale non può più essere negata. Per questo è necessario che tutti facciano la loro parte per ridurre le emissioni climalteranti, in particolare quei Paesi come l’Italia e l’Europa che hanno una chiarissima responsabilità storica.

In questo contesto, accogliamo con favore la proposta dell’ESABCC (European Scientific Advisory Board on Climate Change) che ha indicato come per l’Unione Europea l’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra del 90-95% nel 2040 (rispetto ai livelli del 1990) sia una tappa imprescindibile per raggiungere l’obiettivo della neutralità climatica al 2050, obiettivo già incardinato nella Legge europea sul clima e comunicato nell’ambito della Convenzione quadro sui cambiamenti climatici. Tale riduzione rappresenta  un’opportunità per l’Europa, poiché comporta numerosi vantaggi: maggiore sicurezza energetica e riduzione della dipendenza dalle importazioni di combustibili fossili; miglioramento della salute pubblica e riduzione dei costi sanitari; stimolo all’innovazione tecnologica e creazione di posti di lavoro verdi; minimizzazione dei rischi ambientali e sociali.

Il raggiungimento di questo obiettivo intermedio al 2040 sarebbe infine una scelta strategica per il presente e il futuro della nostra economia. La chiarezza e la coerenza degli obiettivi climatici sono infatti fondamentali per orientare gli investimenti dell’industria e della finanza verso soluzioni sostenibili e innovative. Solo con una rotta ben definita e supportata da evidenze scientifiche, oltre che da solide motivazioni politiche strategiche, possiamo evitare di rallentare la transizione energetica e quindi mettere a rischio la competitività del nostro sistema produttivo, e nel contempo  fare la nostra parte nella lotta al surriscaldamento globale.

Per questo, chiediamo al Governo di sostenere con convinzione l’obiettivo europeo del -90% al 2040. Si tratta di una scelta che richiede coraggio politico, ma che sarà ricordata come un atto di responsabilità verso le future generazioni.

Con rispetto e fiducia,

 

Primi/e firmatari/ie

Stefano Caserini, Professore associato, docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici, Università di Parma

Antonello Pasini, Primo ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), docente di Fisica del clima all’Università Roma Tre

Giorgio Parisi, Professore emerito di Fisica Teorica presso la Sapienza Università di Roma, Premio Nobel per la Fisica 2021

 

Nicola Armaroli, Direttore di Ricerca presso l’Istituto per la Sintesi Organica e la Fotoreattività (ISOF) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) a Bologna

Valentina Bacciu, Ricercatrice presso l’Istituto per la BioEconomia (IBE) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), Sassari

Vincenzo Balzani, Professore emerito di Chimica, Università di Bologna

Carlo Barbante, Professore di Paleoclimatologia presso l’Università Ca’ Foscari Venezia, Presidente del Centro di Studio e di Ricerca Internazionale sui Cambiamenti Climatici, Venezia

Roberto Buizza, Professo Ordinario di Fisica, Scuola Universitaria Superiore Sant’Anna, Pisa

Carlo Cacciamani, Direttore Agenzia Nazionale per la Meteorologia e Climatologia-ItaliaMeteo

Carlo Carraro, Professore di Economia dei Cambiamenti Climatici, Universita’ Ca’ Foscari Venezia

Susanna Corti, Dirigente di Ricerca presso l’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

Claudio Cassardo, Professore associato di Fisica dell’atmosfera, meteorologia e clima, Dip. di Fisica, Università di Torino

Maria Cristina Facchini, Direttrice dell’Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (ISAC) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

Paola Faggian, Ricercatrice esperta in meteorologia e climatologia presso Ricerca sul Sistema Energetico (RSE) S.p.A.

Davide Faranda, Direttore di ricerca al  Centro Nazionale della Ricerca Scientifica (CNRS), Parigi-Saclay

Michela Gallo, Professore associato di Ingegneria Sanitaria ed ambientale, Docente del corso di Mitigation and Adaptation to climate change, Università di Genova

Mario Grosso, Professore associato di Ingegneria sanitaria-ambientale, Docente di Mitigazione dei cambiamenti climatici, Politecnico di Milano

Silvio Gualdi, Principal Scientist Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC) – Direttore della Divisione di Modellistica del Sistema Terra e Data Assimilation

Piero Lionello, Professore ordinario di Fisica dell’Atmosfera e Oceanografia presso l’Università del Salento

Luigi Moccia, Primo ricercatore presso l’Istituto di Calcolo e Reti ad Alte Prestazioni (ICAR) del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR)

Paola Mercogliano, Presidente della Società Italiana per le Scienze del Clima (SISC), Principal Scientist presso la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC)

Mario Marcello Miglietta, Dirigente di Ricerca, CNR – Istituto di Scienze dell’Atmosfera e del Clima (CNR-ISAC)

Elisa Palazzi, Professoressa associata di fisica del clima, Dip. di Fisica, Università di Torino

Claudia Pasquero, Professoressa associata presso il Dipartimento di Scienze dell’Ambiente e della Terra (DISAT) dell’Università di Milano-Bicocca

Gianluca Ruggieri, Ricercatore e Docente di Fisica Tecnica Ambientale, Università dell’Insubria

Silvia Torresan, Direttrice della Divisione “Risk Assessment and Adaptation Strategies” (RAAS) presso la Fondazione Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici (CMCC)

Giorgio Vacchiano, Professore associato in gestione e pianificazione forestale all’Università di Milano, presidente di Climate Media Center Italia

Dino Zardi, Professore Ordinario di Fisica dell’Atmosfera presso l’Università di Trento

One response so far

One Response to “Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea”

  1. Simone Casadeion Giu 5th 2025 at 13:00

    Tutto chiaramente condivisibile, però sul punto

    @ La chiarezza e la coerenza degli obiettivi climatici sono infatti fondamentali per orientare gli investimenti dell’industria e della finanza verso soluzioni sostenibili e innovative. Solo con una rotta ben definita e supportata da evidenze scientifiche, oltre che da solide motivazioni politiche strategiche, possiamo evitare di rallentare la transizione energetica e quindi mettere a rischio la competitività del nostro sistema produttivo

    forse sarebbe opportuno che nei loro appelli allo Stato
    gli studiosi impegnati nella ricerca scientifica sui cambiamenti climatici, sulle politiche di mitigazione e adattamento e sui sistemi complessi come il clima
    sottolineassero anche l’importanza di dirottare massicci investimenti pubblici diretti (attenzione, NON incentivi al mercato) e di un intervento diretto dello Stato nella messa a terra di politiche industriali e infrastrutture coerenti con gli obiettivi, con una pianificazione attuativa precisa e concreta. Porre un obiettivo ambizioso e lasciar fare al mercato – semplicemente incentivandolo – abbiamo visto che non funziona.
    Vogliamo confrontare il phase-out dell’endotermico al 2035 della CE e l’obiettivo del PNIEC italiano dei 4,3 mln di BEV circolanti nel paese al 2030 con la pianificazione cinese della leadership mondiale nella mobilità elettrica?

    Non propongo chiaramente una svolta “cinese” dall’oggi al domani, ma semplicemente di fare tesoro degli sbagli sotto gli occhi di tutti, per non ripeterli e trovare altre vie più efficaci. Abbiamo poco tempo e “la rotta” politica definita e seguita fin’ora è stata evidentemente fallimentare.

    Se poi gli studiosi ritengono che vada bene che i massicci investimenti pubblici vengano invece destinati al riarmo (coi disastri di Gaza e Ucraina in corso) e che al clima – una volta fissati i consueti obiettivi superambiziosi – ci penseranno gli investimenti dell’industria e della finanza, allora alzo le mani (in tutti i sensi).

Leave a Reply


Translate