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Archive for the 'Permafrost' Category

Non si scherza col clima!  La tragedia del Grand Combin ed i rischi in ambiente montano

 

La recente tragedia del Grand Combin, dove 2 alpinisti sono morti in seguito al distacco improvviso di blocchi di ghiaccio, ci porta ad affrontare ancora il tema degli effetti del global warming sul territorio ed in particolare sugli ambienti di alta quota e criosferici, già affrontato in altre  occasioni (p.es. qui).




Il Grand Combin ed il ghiacciaio di Corbassière visti da nord. Si osservano varie zone con seracchi pendenti. https://it.wikipedia.org/wiki/Grand_Combin

In area alpina come noto, il rialzo delle temperature è stato particolarmente severo, con un aumento registrato nel XX secolo di +1.4 C° vs +1.0 C° stimati per il resto del globo. Tale aumento ha notoriamente provocato un rapido ritiro dei ghiacciai ed è fonte di molteplici rischi in montagna, per gli abitanti dei luoghi e per i frequentatori della montagna. Oltre alle valanghe, che nell’ultima stagione hanno causato già 9 vittime in Italia, altri fenomeni sono altrettanto violenti, ma forse meno prevedibili. Continue Reading »

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I distacchi rocciosi in alta montagna e il ruolo dei cambiamenti climatici

In attesa di capire se anche il recente crollo della croce dell’Ortles a 3905 m sia una conseguenza diretta dei cambiamenti climatici, e prendendo dunque spunto dalla notizia, vorrei fornire alcune indicazioni sulle ricerche scientifiche attualmente in corso in questo ramo relativamente nuovo della geomorfologia. Ho avuto l’occasione di partecipare ad un’interessante conferenza tenuta lo scorso 23 Agosto ad Argentière, sul versante francese del Monte Bianco, ironia della sorte proprio durante una delle settimane più calde mai sperimentate in loco (temperature massime di 35°C a 1000 m di altezza).

Ludovic Ravanel, giovane ricercatore francese esperto di geomorfologia, nonché guida alpina, studia il permafrost in ambiente montano, ovvero tutto il materiale litosferico la cui temperatura permane inferiore agli 0°C per almeno due anni. Questo concetto si applica dunque non solo al terreno, cosa forse più familiare ai non esperti del settore, bensì anche alla roccia, ed in particolare alle ripide pareti in alta montagna. La soglia degli 0°C è naturalmente legata allo stato fisico dell’acqua potenzialmente presente, ed in particolare al fatto che, quando si parla di presenze interstiziali tra strati di roccia, il ghiaccio assolve alla funzione di collante tra gli stessi, mentre l’acqua al contrario ne può causare il distacco e/o lo scivolamento relativo. Continue Reading »

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