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Archive for the 'modelli' Category

Le strategie per la rimozione della CO2: le foreste

Come spiegato nel precedente post, il recente rapporto coordinato dall’Università di Oxford stima che la gran parte dell’attuale rimozione antropogenica di CO2 dall’atmosfera (carbon dioxide removal, CDR) – circa 2 miliardi di tonnellate (Gt) di CO2 all’anno – avviene nell’ambito delle CDR “convenzionali”, soprattutto grazie alle foreste gestite. Di altre CDR convenzionali, incluse quelle che mirano ad aumentare il tenore di carbonio nei suoli agricoli, e delle CDR ”innovative”, parleremo in successivi post.

Le foreste, in realtà, assorbono molto più di 2 miliardi di tonnellate di CO2 all’anno.

Complessivamente, gli ecosistemi terrestri (fatti soprattutto da foreste, più un piccolo contributo di aree umide e praterie-pascoli) assorbono oltre 11 Gt CO2 all’anno, pari al 29% di tutte le emissioni di CO2 antropogenica, inclusi i combustibili fossili e la deforestazione (fonte: dati Global carbon budget 2022 – qui le slide). Continue Reading »

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Un futuro carente d’acqua per il lago di Como

I grandi laghi della pianura padana hanno raggiunto in questi anni i livelli minimi storici, con potenziali carenze di acqua per l’irrigazione nel periodo estivo. Si riportano qui i risultati di uno studio recente sull’idrologia del bacino montano del fiume Adda, che alimenta il lago di Como, per il XXI secolo. Le proiezioni mostrano un aumento della portata in ingresso al lago in inverno, controbilanciata però da una diminuzione in estate, dovuta allo slittamento stagionale della dinamica nivale e alla riduzione della copertura glaciale. Tali variazioni richiederanno nuove strategie per la gestione del lago.

Il cambiamento climatico impatta sulla disponibilità di acqua nella pianura padana.

Gli effetti del cambiamento climatico sul ciclo idrologico dei bacini della pianura padana [1] sono già tangibili. Tali aree, soggette ad una moltitudine di fattori naturali e antropogenici [2] sono particolarmente sensibili. Nelle Alpi Europee, la temperatura è aumentata di circa +2 gradi dal 1880, con trend in notevole aumento dal 1970 [3]. La diminuzione delle nevicate invernali e la precoce fusione in primavera stanno causando uno spostamento stagionale del deflusso da disgelo, con conseguente variazione del ciclo idrologico di queste aree [4]. Il ritiro delle aree glaciali altresì influenza l’idrologia delle aree alpine. Studi recenti mostrano che i ghiacciai delle Alpi rischiano di perdere una massa pari a ca. 2 Gt all’anno [5] e che tenderanno a scomparire alle quote medio-alte nei prossimi decenni [6,7].

Il lago di Como, con il suo volume di 23.4 km3 è il terzo lago più grande d’Italia. La zona lacuale è  caratterizzata da un clima temperato, mentre il bacino contribuente ha un clima alpino, con inverni freddi e nevosi alle quote medio-alte. La regolazione del lago presso la diga di Olginate è necessaria per provvedere al fabbisogno lo stagionale irriguo a valle. Si accumula acqua in inverno, per rilasciarla in estate, limitando per quanto possibile il rischio di esondazione lungo le sponde del lago. L’aumento di temperatura recente sta provocando sempre maggiori eventi di siccità estiva e sta rendendo necessaria una maggiore disponibilità d’acqua in estate per l’irrigazione. Tale  condizione è in conflitto con gli interessi dei produttori di energia idroelettrica, che necessitano invece di un maggiore accumulo estivo d’acqua, per la successiva produzione energetica invernale.

Da quanto detto, emerge quindi la necessità di analizzare l’impatto del cambiamento climatico sul bacino del lago, per fornire uno strumento utile nella definizione della migliore strategia di adattamento per la futura regolazione. Continue Reading »

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