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Il vertice di Durban e i media: notizie a confronto

Ospitiamo un’analisi, effettuata da alcuni studenti del Master di comunicazione della Scienza della SISSA di Trieste, di come i quattro principali quotidiani e la blogosfera hanno seguito la conferenza di Durban: poca attenzione, alcuni buoni articoli, molte lacune. È andata meglio sul web. Introduzione Giudizio sui suoi risultati a parte, il vertice di Durban resta un passaggio fondamentale per capire com’è affrontato il problema dei cambiamenti climatici. Altrettanto importante è capire in che modo i media e la blogosfera raccontano queste vicende – quale percezione restituiscono al pubblico: per fare questo abbiamo analizzato i principali quotidiani e alcuni blog, cercando di evidenziare i punti di vista prevalenti, l’attenzione dedicata o meno al vertice e in quali specifiche modalità. La Repubblica I primi articoli dedicati al vertice (“E sul clima arriva il tradimento Usa. La legge di Obama frenata dal Senato” – 29 novembre, p. 23) presentano due elementi di interesse: per quanto riguarda la riuscita del vertice le aspettative sono tendenzialmente negative. Secondo quanto riportato, diversi fra i Paesi coinvolti – Stati Uniti, Canada, Russia e Giappone in particolare – non sembrano intenzionati a voler sottoscrivere accordi vincolanti in grado di proseguire il cammino cominciato con il protocollo di Kyoto. Inoltre un'intervista con Corrado Clini che presenta sia il vertice di Durban che il neo-ministro per l'ambiente – in carica da poche settimane – e con lui le posizioni politiche del nuovo governo sui temi ambientali. (altro…)
BufaleErrori

Sapere o Ignorare ?

Una delle più antiche riviste di divulgazione scientifica ha pubblicato un articolo contenente numerosi errori e argomenti infondati sulla scienza del clima. Un anno fa, sul numero del febbraio 2011 della rivista “Sapere” è stato pubblicato “Un futuro con ghiaccio e seltz” di Luigi Vigliotti (riportato in fondo al post). L’articolo conteneva numerosi errori e argomenti infondati, a partire dal sottotitolo “L'allarme "Global Warming" ha motivazioni in buona parte culturali e potrebbe distoglierci dall'eventualità, questa sì scientificamente certa, di una prossima glaciazione.   Espansione dei ghiacci artici (pag. 1) L’autore cita una presunta espansione dei ghiacci artici negli ultimi anni, la cui responsabilità sarebbe stata attribuita da qualcuno al riscaldamento globale. Ma negli ultimi 30 anni, la diminuzione dei ghiacci artici è chiarissima e un’espansione occasionale o stagionale è spiegata semplicemente con ragioni meteorologiche. Il riscaldamento globale ha avuto e avrà come effetto quello di ridurre l’estensione del ghiaccio marino.   Catastrofiche previsioni di imminente calura tropicale (pag. 1) La scienza del clima non fa previsioni a breve termine, e nella letteratura scientifica non ci sono articoli (anche datati) che prevedano una qualche ‘calura’ nel 2011. Ci sono invece, a partire dai rapporti IPCC, scenari che prevedono incrementi di temperatura  su un intervallo di tempo dell’ordine dei decenni e l'intensificazione di eventi estremi, come le ondate di calore. L’autore pare aver confuso proiezioni climatiche e previsioni meteorologiche.   I prossimi dieci anni saranno molto freddi e piovosi (pag. 1) L’autore attribuisce l’affermazione a generici “scienziati” i quali, in molto altrettanto generico, attribuirebbero le cause al “dogma del Global Warming” (sic). Di nuovo, nella letteratura scientifica queste previsioni non esistono.   Immissione di vapore acqueo in atmosfera (pag. 1) Le emissioni antropogeniche di vapore acqueo in atmosfera sono ascrivibili principalmente ai cicli di raffreddamento delle centrali nucleari e termoelettriche, ai cambiamenti nell’uso del suolo e all’irrigazione (Boucher et al., 2004). Rappresentano  rispettivamente circa un millesimo e un centesimo dell'evapotraspirazione naturale - che fornisce annualmente all'atmosfera oltre 500 mila km3 d'acqua sotto forma di vapore - e sono pertanto trascurabili. Inoltre, la presenza di vapore in atmosfera dipende dalla temperatura ed è quindi un feed-back del riscaldamento globale, non la causa. (altro…)
MetanoTerremoti

Terremoti nell’Ohio provocati dall’ “Hydraulic fracking” ?

In Ohio la tecnica di estrazione del gas tramite acqua pressurizzata, già sotto accusa per gli impatti sulle acque superficiali, è stata associata all’aumento della frequenza di lievi terremoti nelle zone circostanti. Un gas fossile che se utilizzato aumenta ulteriormente la quantità di CO2 nell’atmosfera. La pratica dell’”Hydraulic fracking” (frantumazione idraulica), cioè l’estrazione del gas naturale con acqua pressurizzata da strati profondi, è da tempo sotto accusa negli Stati Uniti per i conseguenti rischi di inquinamento delle falde acquifere, come raccontato su Scientific American. Il processo di estrazione è difficile perché i giacimenti sedimentari che ospitano il gas sono profondi, al di sotto delle falde e racchiusi tra strati di rocce argillose impermeabili, ed è  quindi indispensabile ricorrere a tecniche di trivellazione mediante pozzi, simili a quelli per l’estrazione del petrolio. Source: A.Granberg: WSJ Research /Chesapeack Energy.   Il processo è illustrato nella figura a fianco. L’estrazione viene effettuata ricorrendo inizialmente ad un pozzo verticale, ma che nella parte finale sotterranea si sviluppa orizzontalmente; lo “spillamento” (tapping) del gas naturale avviene attraverso la tecnica dell’“hydraulic fracking” delle rocce scistose. La perforazione viene condotta per 1-3 kme man mano il pozzo viene incamiciato con una tubazione di acciaio. Le pareti del pozzo sono consolidate e cementificate fino al di sotto del livello delle falde naturali, per evitare che il gas o i fluidi di trivellazione ed estrazione risalgano all’esterno della pipeline di acciaio o finiscano nella falda stessa inquinandola. Una volta raggiunta la profondità del giacimento si fa compiere una svolta a gomito a 90° al pozzo di trivellazione e si prosegue ancora per alcune centinaia di metri continuando a incamiciarlo con la tubazione di acciaio. Quindi si inietta sotto forte pressione una sospensione di acqua e sabbia (per lo più silicea) contenente anche antiaggreganti, che servono a stabilizzarla, nonché battericidi e altri prodotti chimici (tra cui alcuni notoriamente cancerogeni, come il benzene). La parte terminale della camicia porta delle cariche che si fanno esplodere elettricamente, provocando sia dei fori nella tubazione che delle estese fratture, ramificate in tutte le direzioni, nelle fragili rocce circostanti. Le fratture e fenditure vengono mantenute pervie da grani di sabbia silicea opportunamente dimensionati. A volte, se la pressione di pompaggio è sufficientemente forte, bastano dei fori nella camicia di acciaio, senza bisogno di ricorrere a cariche esplosive. (altro…)
BufaleNegazionisti

Una firma fuori posto per il prof. Zichichi

Fra i 16 scienziati firmatari dell’articolo pubblicato il 27 gennaio 20012 dal Wall Streeet Journal “Non occorre farsi prendere dal panico sul problema del riscaldamento globale”, figura anche un italiano, il prof. Antonio Zichichi. Come c’era da aspettarsi, la lettera  è l’ennesimo tentativo di spargere  disinformazione sul tema per contrastare le necessarie politiche di riduzione delle emissioni di gas serra. Come già fatto notare da altri blog (Oca sapiens, Mondi sommersi, Il Corsaro), gli argomenti utilizzati sono i soliti, i preferiti dalle lobby impegnate da anni su questo tema. Ma cosa c’entra Zichichi con questi argomenti? Come già fatto notare su questo blog, non ha alcuna competenza sui temi della scienza dell’atmosfera e del cambiamento climatico, è famoso solo per le tesi surreali spesso sostenute, ultima delle quali la teoria dei batteri dormiglioni. Anche sui temi della fisica ha inanellato castronerie da record (vedi qui e qui) ma sul clima, no, non c’entra proprio nulla. Zichichi è Presidente nientemeno che della Federazione Mondiale degli Scienziati, che ha una sezione Climatologia il cui Chairman è Cristopher Essex, scienziato ampiamente screditato sul tema dei cambiamenti climatici. Dal sito web non risultano nomi nella sezione dei “Members” e dei “Associate Panel Members”. Sotto le pompose frasi “Summary of the Emergency”, e “Priorities in dealing with the Emergency” compare da tempo la scritta “Being revised”. Mentre per tutte le altre emergenze planetarie, dal terrorismo all’acqua, ci sono parecchi nomi di membri dei Panel e testi per capire di cosa si discute, sulla climatologia  non c’è un climatologo o un documento a disposizione, un po’ poco per una federazione fondata nel 1973! Ben si adatta al caso Zichichi la risposta che Kevin Trenberth e altri 40 scienziati, tutti esperti di clima, hanno inviato al Wall Street Journal, di cui pubblichiamo qui la traduzione. (altro…)
AcquaRecensione

La grande sete

Tra cambiamenti globali e ragioni locali, la risorsa acqua è minacciata. Il libro La grande sete tratta un tema chiave per l’adattamento e per la sopravvivenza della specie umana. È una lettura istruttiva il nuovo libro di Charles Fishman, La grande sete (The Big Thirst: The Secret Life and Turbulent Future of Water, 2011,  edito in Italia da Egea, € 28). Dopo Un pianeta senz’acqua di Fred Pearce (Il Saggiatore, 2006), un nuovo libro di scottante attualità ci mette di fronte alla crisi dell’acqua, al suo recente acuirsi ed ai suoi possibili sviluppi futuri. Il cambiamento climatico e lo spregiudicato utilizzo della risorsa idrica da parte dell’uomo sono i principali colpevoli. L’autore, dopo un’introduzione generale sull’acqua, le sue proprietà, la sua distribuzione sul globo, si focalizza su casi di studio recenti, negli Stati Uniti, in Australia, in Asia. Con linguaggio semplice e comprensibile, supportato da dati, cifre, interviste ed una vastissima bibliografia, Fishman ci guida nell’esplorazione del pianeta acqua, del suo uso e spreco, per scopi irrigui, industriali, civili. La tesi di Fishman è chiara: l’acqua è un bene universale, di cui tutti siamo proprietari; tuttavia la società la spreca. L’acqua non è scarsa sul pianeta, ma la sua disomogenea distribuzione geografica, la diminuzione delle piogge in aree tropicali densamente popolate e le scelte politiche ed economiche portano ad enormi sperequazioni nella disponibilità idrica. Nel deserto di Las Vegas, le autorità lottano contro lo spreco dell’acqua, per gli alberghi, le piscine, i giochi d’acqua, i campi da golf, mentre il lago Mead scende pericolosamente. Nel periodo 2000-2010 infatti le precipitazioni sul bacino del lago sono diminuite drasticamente, tanto da ridurre l’invaso a metà del suo volume. In Australia è possibile morire di sete nel deserto dell’Outback se le scorte d’acqua sono insufficienti, mentre milioni di litri di acqua vengono utilizzati, per coltivare riso, ma anche per irrigare campi da golf. Ma l’ultima decade ha visto una siccità record (Big dry), tanto da svuotare tutti i serbatoi del Queensland, imponendo politiche di gestione dell’acqua più rispettose. (altro…)
AnomalieMeteorologiaTemperature

In inverno può fare molto freddo

Ancora un volta, è meglio ribadire che il freddo e la neve di questi e dei prossimi giorni non sono in alcun modo in contraddizione con il riscaldamento globale in corso. Anche in un mondo che si sta surriscaldando, d’inverno possono esserci giorni freddi.   I giorni 30-31 gennaio e 1 febbraio sono chiamati "i giorni della merla" e sono considerati di solito i più freddi dell'anno; si tratta di una tradizione popolare molto forte specie nel centro nord, basata su una esperienza di generazioni; quest'anno questi giorni e i successivi saranno effettivamente caratterizzati da molto freddo su una grande parte dell’Italia e su quasi tutta l’Europa. Grazie ai progressi della scienza del meteo le mappe previsionali attuali di diversi modelli previsionali (qui sono disponibili quelle aggiornate)  sono piuttosto concordi  nell’indicare nei primi giorni di febbraio una situazione retrograda della circolazione atmosferica, con flusso diretto di aria continentale artica siberiana molto secca e gelida, che percorrerà migliaia di km da nord-est verso sud-ovest sul territorio eurasiatico, partendo praticamente dalla Mongolia. Se questa previsione dovesse risultare corretta, l'irruzione  di questa massa d'aria sul territorio italiano ed il suo scontro con quella calda e umida del Mediterraneo provocherà la formazioni di depressioni sul Mediterraneo con maltempo e nevicate soprattutto al centro-sud, fino in pianura, soprattutto sulle regioni adriatiche, in prossimità dei rilievi appenninici, e sul Lazio, le quali, viste le temperature molto rigide, potrebbero apportare accumuli di neve anche consistenti nelle città di pianura, con possibilità di gelate estese, creando notevoli disagi. Si registreranno temperature minime molto rigide, vicine ai record del dicembre 2009, forse sfiorando i valori di altre annate storiche come quella del 1991 o la meno nota ma pure intensa ondata di gelo del gennaio 1979. Per un aggiornamento in tempo reale sul tempo dei prossimi giorni, si consiglia comunque di informarsi presso i siti dei centri meteo più vicini, le ARPA, il servizio meteorologico nazionale o la SMI. (altro…)
AcquaGhiacciaiImpatti

I rischi per l’acqua delle Alpi

L’impatto dei cambiamenti climatici sulla disponibilità della risorsa acqua è una minaccia per la regione alpina e richiede una nuova impostazione nella gestione dell’"oro blu". . L’Organizzazione Internazionale per la Protezione delle Alpi, CIPRA, ONG impegnata per lo sviluppo sostenibile delle Alpi ha presentato nel dicembre scorso una relazione (serie COMPACT) relativa all'impatto del cambiamento climatico sulla disponibilità di acqua nei territori Alpini. Proviamo a confrontarne qui le previsioni con quelle relative alle Alpi italiane. Lo studio CIPRA riassume lo stato delle conoscenze scientifiche, l’indicazione misure politiche, strumenti ed esempi concreti di buone pratiche, con particolare attenzione alla gestione dei serbatoi idro-elettrici.  A proposito degli effetti del cambiamento climatico sulla risorsa idrica, il paragrafo 3.2 dello studio recita: “Secondo i dati dell’Agenzia Europea per l’Ambiente (EEA, 2009a) e del Segretariato Permanente della Convenzione delle Alpi (2009), la regione alpina ha visto un aumento di temperatura di +2°C nel ventesimo secolo, più del doppio di quello dell’emisfero settentrionale e due volte la media europea. Un ulteriore aumento di 2.6°-3.9°C e atteso entro la fine del corrente secolo, nuovamente di molto superiore rispetto all’andamento previsto su scala continentale (EEA, 2009a). Unitamente a variazioni nell’andamento stagionale delle temperature, i modelli previsionali ipotizzano una diminuzione delle precipitazioni totali e un’accresciuta frequenza di eventi eccezionali (periodi di siccità, alluvioni, ecc.). (altro…)
FenomenologiaInquinamentoNeve

Neve chimica? No, è neve da nebbia

La neve scarseggia o manca del tutto su molte zone di montagna, e l’inverno 2011/12  fin qui è stato mite ed avaro di precipitazioni al centro-nord. In compenso, secondo molti mass media in pianura padana sarebbe caduta la “neve chimica”, che invece è “neve da nebbia”, in alcuni punti accumulatasi sulla galaverna   In questi giorni, incredibile ma vero, fa "sensazione" il freddo a gennaio. Sui media, sulla stampa, nei discorsi tra la gente comune, al bar, in treno si commenta il freddo quasi come se fosse una novità avere temperature sotto lo zero a gennaio, come se inconsciamente ci fossimo già adattati al cambiamento climatico e a frequenti inverni miti. Non fa invece sensazione la mancanza di neve su molte zone delle Alpi e dell’Appennino, forse perché si pensa che la tecnologia possa sopperire ai limiti della natura, come la neve trasportata dall’elicottero in Trentino (video qui) o coi camion in centro a Milano per la bizzarra scelta di svolgere in città una gara di sci di fondo, e senza parlare, poi, dei cannoni che innevano regolarmente gli impianti sciistici in alta quota. (altro…)
Eventi estremiRecensioneStatistiche

Il cigno nero del clima

La storia è piena di eventi unici ed estremamente impattanti ritenuti imprevedibili a priori. Sono quelli che Nassim Nicholas Taleb, noto filosofo empirista ed operatore di borsa, definisce “cigni neri”. In questa categoria possono ricadere non solo gli eventi climatici estremi ma anche i drivers socio-economici del riscaldamento globale.  Quando per la prima volta vediamo un cigno nero, la nostra certezza che tutti i cigni siano bianchi crolla all’improvviso e così, inaspettatamente, può cambiare anche la nostra visione del mondo. Per dirla con Nassim Nicholas Taleb, ideatore della teoria del cigno nero e autore di “Il cigno nero, come l’improbabile governa la nostra vita” (2007, New York, 3 milioni di copie vendute) un cigno nero è “un evento raro/inaspettato, con un impatto enorme, prevedibile solo retrospettivamente”, ovvero a fatto avvenuto. Di cigni neri è costellata la storia umana: dall’11 settembre al successo di Google, dalla scalata di Hitler al potere fino alla scoperta della penicillina. Insomma, un cigno nero è  un fatto né positivo né negativo, è solo un evento inaspettato che si verifica, cambiando il mondo intero, la nostra città o anche “solo” la nostra vita. Secondo Taleb, nonostante i cigni neri avrebbero sempre guidato la storia, questi ci sorprendono ogni volta. La nostra sorpresa di fronte ad un cigno nero è spiegabile attraverso meccanismi di natura psicologica insiti nella natura umana per i quali tendiamo a focalizzarci solo su una minima parte (nota) della realtà mentre non consideriamo la parte preponderante (ignota). Dal punto di vista tecnico si tratta di una stima errata delle probabilità, basata quasi sempre sulla distribuzione gaussiana, la classica curva a campana. Secondo questo semplice modello, gli eventi più probabili risiedono nei pressi della media mentre le possibilità di verificarsi di tutti gli altri casi diminuiscono molto rapidamente. Tanto che nel giro di poche deviazioni standard cadiamo nel campo di quello che, da un punto di vista pratico, è…. “praticamente impossibile”. (altro…)
Comunicazione

AAA cercasi campagne di comunicazione sul cambiamento climatico

Per rendere proficuo il lavoro di ricerca e di analisi svolto dalla comunità scientifica è fondamentale strutturare campagne di comunicazione di lungo periodo che mirino a informare e sensibilizzare l'opinione pubblica sul cambiamento climatico. Perché Coca Cola non smette mai di fare pubblicità durante tutto l’arco dell’anno? E perché ogni campagna presenta un’impostazione sempre diversa, in cui si invita a vedere il prodotto da un punto di vista differente? Le motivazioni sono molte, una delle principali, apparentemente banale ma non scontata, risiede nel fatto che in comunicazione la ripetizione di un messaggio rappresenta un elemento determinate per la riuscita e l’efficacia di un progetto. L’opinione pubblica è infatti bersagliata da informazioni di ogni genere, da aziende, enti, organizzazioni, istituzioni che chiedono la sua attenzione utilizzando le forme più svariate, dalla televisione al web, dalla cartellonistica alle brochure di promozione, agli spam nelle caselle e-mail, etc. E chi il messaggio lo deve diffondere deve affrontare un contesto veramente complesso, in cui la gara per colpire il bersaglio è quotidiana e il tentativo di escogitare strumenti e contenuti nuovi è costante. (altro…)
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Comunicazione

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati

Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario.   Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....
Immaginre sulla Neutralità climatica 100%
EnergiaMitigazione

100% di elettricità rinnovabile è possibile

Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni.   È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...
Copertina di "Manuale di psicologia"
Psicologia

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica

Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023).   Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...
Convegni

Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno

Lo scorso 2 dicembre 2024 si è svolto presso il Politecnico di Milano l’evento “Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno”. L’evento è stato organizzato in collaborazione con climalteranti.it, dal cui comitato scientifico provengono numerosi dei relatori intervenuti. Nel seguito è riportata una sintesi di alcuni interventi. La registrazione dell’evento è disponibile qui, mentre le slide presentate dai relatori durante la conferenza sono scaricabili qui.   Segnali di ottimismo in tempi bui L’intervento iniziale di Mario Grosso...
Accordo di ParigiAcidificazioneRecordRicordiStatisticheTemperatureTipping point

Il clamoroso e preoccupante record delle temperature medie globali nel 2024

Le consuete analisi di inizio anno sui dati della NOAA/NCEP e, per confronto, su quelle relative ad altri tre database climatici, concordano sul fatto che, per il secondo anno consecutivo (ma come anche successo nel 2019 e nel 2020), l’anno appena trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi....
Auto elettricaTrasporti

L’auto termica green di Francesco Giavazzi non esiste

Fra gli autori delle panzane che inquinano il dibattito sulla transizione energetica, si è aggiunto lo storico editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi, che in un editoriale del 28 dicembre 2024 ha sostenuto una tesi facilmente confutabile, la presunta esistenza di auto a combustione interna in grado di emettere poche decine di grammi di CO2 per km, ossia l’80-90% in meno di quelle oggi circolanti. Il contesto è un articolo intitolato “Le scelte (utili) sui conti” in cui lo...
Auto elettrica al caricamento
Auto elettricainattivismoTrasporti

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 2/ l’opposizione alle auto elettriche

Le emissioni di CO2 dai trasporti sono le uniche ad essere sostanzialmente aumentate in Europa nel periodo 1990-2022 (+26%). Il contributo del trasporto su strada è oggi pari al 70% delle emissioni da trasporto, e all’interno di quest’ultimo il peso delle automobili è pari al 60% (dettagli e infografiche disponibili qua). In Italia un quarto delle emissioni è dovuto ai trasporti, e le automobili italiane emettono circa 60 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, una cifra pari alle emissioni...
COPfinanzaNegoziazioni

Finanziamenti e meccanismi di supporto all’azione climatica: alcuni risultati della COP29

Moltiplicati per tre gli impegni finanziari dei paesi sviluppati per favorire l’azione sul clima, menzionati le migliaia di miliardi a cui si dovrà arrivare, approvate le basi dei meccanismi di mercato e di trasferimento internazionali dei crediti, lanciato il miglioramento della nuova piattaforma per i meccanismi non di mercato: avanzamenti utili ed importanti. In attesa del rilancio degli impegni nazionali previsto nel 2025.   La COP29 che si è svolta a Baku dall’11 al 24 novembre è stata una COP...
Eventi estremiImpatti

Cerchiamo di metterci in tempo le mani

La catastrofica alluvione che ha colpito la zona di Valencia ha costretto molti mezzi di informazione ad occuparsi del legame fra riscaldamento globale e l’aumento dell’intensità degli eventi estremi di precipitazione. Come noto, si tratta di un legame da tempo messo in luce dai climatologi (si veda ad esempio il libro Tempeste di James Hansen, pubblicato nel 2008), evidenziato chiaramente nella letteratura scientifica, e ben riassunto dall’ultimo rapporto IPCC, come già discusso qui. In diverse trasmissioni televisive (ad esempio qui...
inattivismo

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 1/ l’opposizione alle energie rinnovabili

Climalteranti ha sempre contrastato il negazionismo climatico, sia confutando le argomentazioni più fallaci sulle cause del riscaldamento globale in corso, sia contrastando chi vuole ritardare l’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Negli ultimi tempi però sta emergendo, anche tra persone attivamente schierate a favore della tutela dell’ambiente, una tendenza verso sforzi inadeguati, in grado di indebolire la già insufficiente lotta alla crisi climatica; il che costituisce una minaccia probabilmente ancora più subdola, una forma di vero e proprio “inattivismo climatico”....