Limitare i cambiamenti climatici a breve termine e migliorare la qualità dell’aria
Uno studio scientifico apparso a Gennaio sulla rivista scientifica Science spiega che un numero limitato di misure di riduzione delle emissioni di agenti inquinanti puo’ sostanzialmente mitigare il riscaldamento globale e allo stesso tempo produrre benefici significativi sulla salute umana e sulla produzione di cibo.
Temperature (variazioni rispetto al periodo pre-industriale) osservate fino al 2009 e simulate per gli anni successivi secondo vari scenari del futuro (Shindell et al, 2012)
Finora, grande attenzione e’ stata rivolta all’anidride carbonica (CO2) poiche’ di essa e’ la maggior parte delle emissioni dovute all’attivita’ dell’uomo che sono causa del riscaldamento climatico. La CO2 e altri gas serra hanno una lunga vita media nell’atmosfera (da qualche anno a centinaia d’anni), a causa di cio’ sono necessari impegni su scala internazionale per la diminuzione delle loro emissioni e poter cosi’ avere un effetto efficace sul clima, a scala globale e a lungo termine.
Negli anni piu’ recenti la ricerca si e’ indirizzata anche verso la possibilita’ di limitare il problema del cambiamento climatico a breve termine. Si sono individuate in particolare due sostanze che hanno un impatto sul clima riscaldando l’atmosfera e contribuiscono a deteriorare la qualita’ dell’aria: l’ozono e la fuliggine (chiamata con un termine tecnico black carbon). Queste due sostanze hanno una vita media che va da ore fino a poche settimane, quindi hanno un effetto piu’ locale dei gas serra, anche se fanno sentire il loro effetto anche a grandi distanze dai luoghi di emissione. Inoltre, hanno un impatto deleterio sulla salute umana e l’ozono, in elevate concentrazioni, limita anche la produzione agricola.
L’Organizzazione delle Nazioni Unite con il suo programma ambientale (UNEP) e l’Organizzazione Mondiale della Meteorologia hanno dato inizio ad un lavoro volto a trovare misure di riduzione delle emissioni e favorire la diminuzione delle concentrazioni di ozono e black carbon (2). La ricerca e’ partita selezionando 400 tipi di interventi che hanno benefici per la qualita’ dell’aria. Questi provvedimenti hanno anche la caratteristica di essere misure esistenti e gia’ applicate in alcune parti del mondo. Fra queste 400 sono state identificate 14 misure di controllo la cui applicazione puo’ limitare del 90% l’impatto negativo sul clima.
Le 14 misure sono divise in tre grandi gruppi. Il primo gruppo riduce le emissioni di metano, che e’ uno dei principali precursori dell’ozono e un importante gas serra. I settori interessati sono l’estrazione e il trasporto dei carburanti fossili (riduzione di perdite di gas lungo le condutture, recupero di metano perso durante l’estrazione di carbone dalle miniere,..), la gestione dei rifiuti e l’agricoltura (controllo delle emissioni di metano dagli allevamenti di bestiame).
Due altri gruppi di provvedimenti mirano a diminuire le emissioni del black carbon e di altri precursori dell’ozono. Nel primo si trovano misure “tecniche” come l’applicazione di filtri ai veicoli diesel per andare verso l’adozione dello standard EURO 6/VI a scala mondiale, e misure volte a diminuire emissioni nel settore domestico e industriale, soprattutto nei paesi in via di sviluppo.
Infine l’ultimo gruppo comprende misure cosiddette “regolatrici”, cioe’ quegli interventi che implicano un cambio di abitudini. All’interno di esso troviamo l’eliminazione di veicoli che sono grandi emettitori, il divieto di bruciare i rifiuti agricoli all’aperto, dove ancora e’permesso, e la sostituzione di fornelli da cucina tradizionali nei paesi in via di sviluppo.
Una volta individuati, questi provvedimenti sono stati inseriti nei modelli di clima e ne e’stato calcolato il loro impatto sulla salute, sulla produzione di cibo e sul clima.
I risultati mostrano che questa strategia avrebbe un effetto molto positivo sulla qualità dell’aria. Aiuterebbe a prevenire fino a 5 milioni di morti premature all’anno, dovute all’inquinamento atmosferico, ed aumentare la raccolta annua di 30-150 milioni di tonnellate per il 2030. Naturalmente questi numeri riguardano la scala globale.
L’impatto sul clima di questi provvedimenti e’ stato valutato rispetto a diversi scenari per il futuro. Se si continua ad emettere con la stessa progressione con cui si e’ proceduti finora, senza diminuire ne’ emissioni di gas serra ne’ applicando gli interventi proposti, il limite di 2 gradi dell’aumento della temperatura rispetto ai livelli pre-industriali verra’ superato prima del 2050. Si rischierà cosi’ di andare incontro ad un cambiamento del clima che potrebbe non essere sostenibile.
Invece, dal momento in cui queste 14 misure venissero applicate, l’aumento della temperatura sarebbe contenuto ma dopo pochi decenni tornerebbe nuovamente a crescere a causa dell’effetto dei gas serra. Solo se le misure venissero applicate immediatamente e contemporaneamente ad altre misure per ridurre le emissioni di CO2, l’aumento della temperatura globale potra’ essere contenuta al di sotto dei 2 gradi. Le riduzioni delle emissioni dei gas serra sono necessarie da adesso, ogni ritardo farebbe aumentare la temperatura finale raggiunta dal pianeta.
A seguito della pubblicazione di questi risultati, sei nazioni tra cui gli Stati Uniti, il Canada, il Messico, il Bangladesh, il Ghana e la Svezia hanno deciso di formare una coalizione e stanziato fondi per applicare le raccomandazioni fatte in questo lavoro e ridurre le emissioni di black carbon e di metano (3). Dalle parole di Hilary Clinton segretario di stato degli Stati Uniti pronunciate nell’annunciare questa iniziativa il significato dell’azione di questa coalizione: “Non c’e’ un modo effettivo per affrontare il cambiamento climatico senza ridurre l’anidride carbonica. Infatti questa coalizione e’ pensata per complementare e non per soppiantare le altre azioni che dobbiamo fare e devono essere fatte.”
Tabella S1. Azioni per il metano e il BC identificate per la mitigazione dei cambiamenti climatici e il miglioramento della qualità dell’aria che hanno un grande potenziale di riduzione delle emissioni [1]
Misura |
Settore |
Misure CH4 | |
Degassificazione estesa pre-estrazione e recupero e ossidazione del CH4 dall’aria di ventilazione delle miniere di carbone | Estrazione e trasporto di combustibili fossili |
Recupero e utilizzo esteso, piuttosto che sversamento in atmosfera, dei gas associati e controllo migliorato delle fughe durante la produzione di petrolio e gas naturale | |
Riduzione delle perdite di gas dalle linee di trasmissione a lunga distanza | |
Separazione e trattamento dei rifiuti urbani biodegradabili con il riciclaggio, il compostaggio e la digestione anaerobica come anche il recupero dei gas in discarica con la loro combustione/utilizzo | Gestione dei rifiuti |
Aggiornamento del trattamento delle acque di scarico al trattamento secondario/terziario con recupero dei gas e controllo dello sversamento dell’eccesso | |
Controllo delle emissioni di CH4 del bestiame, principalmente attraverso la digestione anaerobica del letame di bovini e suini su scala d’allevamento | Agricoltura |
Aereazione itermittente delle risaie ad allagamento continuo | |
Misure BC “Tech”[4] (riguardo BC e altri composti co-emessi) | |
Filtri per il particolato dei motori diesel di veicoli stradali e fuoristrada come parte dell’adozione dello standard Euro 6/VI a livello globale | Trasporti |
Introduzione di fornelli a bruciatura pulita di biomassa per la cottura e il riscaldamento nei paesi in via di sviluppo [2,3] | Residenziale |
Sostituzione delle fornaci di laterizi tradizionali con fornaci a canna verticale e Hoffman. | Industria |
Sostituzione dei forni tradizionali a carbone con forni a recupero moderni, inclusi interventi migliorativi dell’abbattimento degli scarichi nei paesi in via di sviluppo | |
Misure BC “Reg”[4] (riguardo BC e altri composti co-emessi) | |
Eliminazione dei veicoli ad alta emissione per i trasporti stradali e fuoristrada | Trasporti |
Divieto di incendio di rifiuti agricoli | Agricoltura |
Sostituzione dei forni da cucina tradizionali a biomassa con forni da cucina a bruciatura pulita che usano combustibili moderni (GPL o biogas)[2,3] | Residenziale |
[1] Ci sono altre misure oltre quelle identificate che potrebbero essere implementate. Ad esempio, un passaggio ai veicoli elettrici avrebbe lo stesso impatto di filtri per il particolato dei motori diesel ma questi non sono ancora stati implementati su larga scala; inoltre, il controllo degli incendi boschivi potrebbe essere importante ma non è stato incluso a causa della difficoltà di stabilire la proporzione di incendi di origine antropogenica.
[2] Motivato in parte per i suoi effetti sulla salute e sul clima regionale incluse le aree con ghiaccio o neve
[3] Per i forni di cucina, data la loro importanza per le emissioni di BC, sono incluse due misure alternative
[4] Le misure per il BC sono divise fra quelle che sono principalmente tecnologiche (Tech) e quelle principalmente regolatorie (Reg)
Riferimenti
Shindell et al. (2012): Simultaneously mitigating near-term climate change and improving human health and food security. Science, 335 (6065) pp. 183-189
Per chi non ha accesso alla rivista Science, il seguente rapporto UNEP contiene molto materiale dell’articolo e tante altre cose interessanti: UNEP and WMO (2011): Integrated Assessment of Black Carbon and Tropospheric Ozone
58 responses so far
MA DI COSA STIAMO PARLANDO?? sbrigarsi a ridurre le emissioni così nel giro di poco tempo la nostra azione mitiga il clima?? ma pensano che la gente è tutta cogl***na??
è singolare questa urgenza.. proprio nel momento che ci si è accorti che molto probabilmente andremo incontro ad un minimo solare molto profondo e che questo mitigherà il clima non poco.. (forse pure troppo).. poi cosa succederà che i meriti degli abbassamenti delle temperature saranno dovuti alle azioni intraprese ?? ..
spero che queste ” urgenze” cadranno miseramente nel vuoto, evitiamo soldi spesi inutilmente, che c’è già la T.A. V a fare questo…
anche perchè… IPCC sta sotto l occhio del ciclone…
http://clivebest.com/blog/?p=3303
il concetto che in tempi brevi le nostre azioni possano mitigare il clima, quando di clima, i più grandi esperti non hanno azzeccato nulla degli scenari previsti-ipotizzati,sognati,propagandati,inventati,mai avverati, sognati la notte..la dice tutta..
e qui non è sputare fango sulla scienza, è solo esporre fatti.. e i fatti reali, se tali,non possono essere oggetto di interpretazioni..
alex1 non ho tempo di risponderti in dettaglio; comunque eccoti i commenti recenti sulle previsioni da realclimate:
http://www.realclimate.org/index.php/archives/2012/02/2011-updates-to-model-data-comparisons/#more-10475
gli esperti hanno previsto abbastanza bene i trends; solo che occorre saper leggere i dati e non credersi superiori a chi fa ste cose per mestiere, un po’ di umiltà e desiderio di apprendere ti farebbe bene.
quanto al nostro blog il concetto è che occorre fare qualcosa e che qualcosa si possa effettivamente fare per contribuire alla riduzione dei problemi.
Ci sono diversi spunti interessanti in questo articolo.
Gli interventi a breve di cui tratta l’articolo, oltre ovviamente a farci guadagnare tempo per la inevitabile rivoluzione energetica globale, hanno il vantaggio di avere benefici non climatici rilevanti, anche economici. Non che nel lungo periodo non convenga comunque intervenire, come gente del calibro di Nordhaus ha recentemente ribadito, ma l’orizzonte temporale umano è piuttosto breve e quello poliitico lo è ancor di più.
Nel dibattito sulle misure di mitigazione da adottare, breve o lungo periodo, questo lavoro chiarisce che “early adoption provides much larger near-term benefits but has little impact on long-term temperatures”. In altre parole, la mitigazione a breve è una buona mossa tattica, ma la strategia deve ovviamente essere un’altra.
In figura 3 ho trovato sorprendente che, combustibili fossili a parte, il contributo maggiore a CH4 e ozono viene dai rifiuti urbani. Mi sembra un caso davvero lampante di una strategia win-win. Chi mai si opporrebbe ad una migliore gestione dei rifiuti? I sostenitori delle strategie di mitigazione locali saranno contenti.
Infine, ancora una volta si smentisce la paura del collasso economico planetario causato delle strategie di mitigazione. Investire dei soldi per ristrutturare una casa malandata è un buon affare, soprattutto se è unica e insostituibile.
Studio di enorme interesse.
Forse può essere utile riportare nell’articolo l’elenco delle misure proposte magari tradotte in italiano.
Non tutti hanno accesso a Science e trovarle nella tabella 6.2 del documento UNEP (dove peraltro sono 16) non è immediato.
Gianfranco
l’elenco delle 14 misure si trova nel supporting online material, tabella 1 a pag. 23.
Tradurle è una buona idea, vedremo di farlo.
Io avevo letto che i 2°C ormai ce li scordiamo, qui si dice che sarebbe possibile starci dentro; non ho chiaro quali siano le bande di incertezza.
Sempre ricordando che 2°C son una soglia politica, sono un valore medio, in realtà 2°C medi globali per l’Africa sono 3 o più.
Non vorrei che passasse: siamo sotto i due gradi tutto va bene!
Ciao
Lo studio più importante che sia stato pubblicato recentemente nel settore della climate science. Complimenti per la chiarezza del post. Lavoro che merita un’ulteriore approfondimento.
Credo che anche Jim Hansen parlerà di un tema in sintonia con questo lavoro, seguirò il suo speech all’ETH di Zurigo il prossimo 30 aprile. E riferirò sul mio blog.
La cosa più importante, trovo, sono le vittime evitate, e nelle zone più povere del mondo dove le malattie respiratorie si aggiungono alle altre. Che gli interventi migliorino le rese agricole e quindi favoriscano lo sviluppo economico, bene, ma prima bisogna sopravvivere.
@Cristina
infatti l’idea sarebbe di rallentare l’arrivo ai 2° C – le bande d’incertezza sono a destra del grafico, ampie, ma è il primo studio del genere
Ramanathan, uno degli autori del paper, è passato alla pratica – http://www.projectsurya.org – si può dargli una mano, volendo…
@ Oca Sapiens
grazie, non le avevo viste. Vedo che di fatto la probabilità di stare sotto 1,5°C è meno del 20%
Mi chiedo se sono state considerate tutte le conseguenze dell’evitare tot morti premature, ossia che queste persone vivranno di più o saranno meno malate quindi consumano più energia quindi più emissioni. So che potrebbe sembare un ragionamento cinico, ma non vuole esserlo: ossia va bene se salviamo vite, ma poi se non c’è un freno alla demografia…
Veramente ottimo articolo. E per una volta (mi sa che è un trend positivo) con grafici che son belli da vedere.
Sarebbe ottimo tradurre i 14 interventi, li ospiterei molto volentieri sul corsAro. Mi metto a disposizione se volete una mano.
@cristina:
[omissis] ma di cosa stai parlando? ipotizzi che se non si dà un freno alla demografia l’inquinamento aumenti???
guarda, allora facciamo così.. cerchiamo di combattere l’aerofagia, così cala il metano emesso in atmosfera..
oppure se tutto il mondo si mette a dieta ingurgitando la metà delle calorie otteniamo lo stesso risultato..popolazione più smilza, meno inquinamento..
ma di cosa stiamo parlando???
[admin]
mi sono permesso di intervenire cancellando la parte ritenuta offensiva. E’ deprecabile doverlo fare ma certi toni non sono accettabili.
gvdr
è una traduzione semplice che farò a brevissimo. Poi puoi farne ciò che vuoi, non reclamerò diritti come traduttore 🙂
@Cristina
Sarebbe un ragionamento sbagliato, oltre che immorale: gli effetti delle “14 misure” si sommano, guardi la figura 6 al link dato da Riccardo sopra il suo primo commento.
Nei paesi più poveri basta un piccolo miglioramento delle rese agricole e della qualità dell’aria perché anche le bambine siano mandate a scuola invece che nei campi o tenute a casa ad accudire i parenti. E l’educazione delle bambine è il primo fattore di riduzione delle nascite in tutto il mondo.
cdv
pls, ignore the twat – come direbbe Phil Jones.
Ups, dimenticavo: i grafici interattivi e i dati sono sul sito del GISS
dovrei avere da qualche parte le foto della presentazione del rapporto tenutasi a durban… vi faccio sapere…
il delta di miglioramento, soprattutto nei paesi in via di sviluppo è impressionante…
@admin, mi scusi, ma ritengo molto più inaccettabile un CONCETTO aberrante che delle parole offensive a chi ha espresso tale concetto..
poi non era offensivo alla persona ,ma l’aggettivo era rivolto all’idea proposta da quella persona..
per i paesi in via di sviluppo, bisognerebbe trovare il modo di far sfruttare le loro risorse per un tempo limitato, dando la possibilità appunto di svilupparsi e creare la possibilità di costruirsi da loro tutte le energie alternative possibili..
dopo che hai una acciaieria che và a combustibili fossili, realizzati i generatori, i pannelli fotovoltaici, gli alternatori per l idroelettrico, le sonde geotermiche, ecc ecc. allora, dopo, e solo dopo, potrai sostituire quelle fonti di energia con la nuova tecnologia meno inquinante che hai realizzato, senza dover dipendere da altri stati che te la “offrono”
al paese povero bisogna dare la possibilità di lavorare e svilupparsi, come è stato per noi.. prima il fossile, poi l’alternativo.. come fai se sei già povero, ma pieno di petrolio e carbone a cominciare direttamente dall alternativo??
Il mese di febbraio intanto fa segnare un rallentamento del Global Warming
http://www.drroyspencer.com/2012/03/uah-global-temperature-update-for-february-2012-0-12-deg-c/
Questo per riportare alla realtà chi non disdegna di discutere sul sesso degli angeli.
@lucio
si e c’è anche il fatto che le temp medie globali dal 1996 sono ferme..mi sa che la co2 non funziona più tanto bene..ora si cerca di dare la colpa al metano.. ma tanto neanche lui ce la fa ad innalzare le temp del pianeta..ma il tempo è galantuomo, la verità verrà a galla nonostante tutto..
http://www.woodfortrees.org/plot/rss/from:1994/plot/rss/from:1996.9/trend
@Luci0 si ma rispetto a tutti i mesi prima non è che sembri una frenata brusca… Il grafico mostra un andamento periodico dove i periodi di “raffreddamento” ci sono. Ma ci sono anche quelli di riscaldento. Su 33 anni x 12 mesi di variazioni mensili mi focalizzi l’attenzione solo sull’ultimo punto… È un po come se guardassi il dito invece che la luna…
@alex1
Nonostante tutto quello che lei scrive, è già sdraiata al sole.
Che le temperature siano state mobili, prima di essere ferme, mi giunge nuova. Che siano stabili (se è questo che intende) dal 1996, non direi proprio (come sempre al netto della variabilità di corto periodo). E neppure mobilmente calanti.
Crescono in tutti e 2 i principali dataset superficiali e in entrambi i dataset satellitari.
http://img853.imageshack.us/img853/371/trendv.png
Ma poi, insomma, che se ne venga ad una, una buona volta: si sono “fermate” o hanno iniziato lo scivolo nel 1995? nel 1996? nel 1998? 2003? 2005? 2008? 2010? … to be continued
BTW: che c’entra col tema del post?
Luci0
con il 2011 come anno più caldo in condizione di La Nina (intensa, per giunta) e con Roy Spencer stesso che avverte che il raffreddamento misurato è “not unexpected for the current La Nina conditions”, la tua osservazione sul singolo mese sembra davvero priva di qualsivoglia significato.
alex1
fa sorridere vedere che non è più sufficiente scegliere bene l’anno e nemmeno fare un’analisi di qualunque tipo sui dati. Occorre anche abbandonare la tanto amata serie UAH per nascondere il riscaldamento. Magari potrebbe tornare comoda per “rubare” qualche centesimo di grado al trend quando si guarda ad un intervallo più lungo …
Ma è sempre la stessa storia, nemmeno un tentativo di fare le cose un briciolo più seriamente pur di sostenere ciò che si vuole.
Il mese di febbraio intanto fa segnare un rallentamento del Global Warming
ma come si fa a continuare a scrivere queste siocchezze; un mese NON PUO’ SEGNARE ALCUN RALLENTAMENTO DI UN PROCESSO CLIMATICO;
il clima si giudica su lunghezze di decenni e secoli; non di mesi; singoli per giunta
e poi una curva di terzo grado scelta su un certo periodo e perchè di terzo e perchè in quel periodo?
ma non vi accorgete neghistelli che siete alla frutta?
cherry picking, non avete altro, perder tempo a cercare quale pezzo di curva scende e quale sale; ma fatelo con le ciliege vere e quando è il tempo;
comandante funziona la freccia?
adesso si
adesso no!
siete come i due carabinieri, luci0 ed alex1; a quando gigi2? claudio3? e mau4?
Questo post non riguarda – indiscutibilmente – il trend delle temperature degli ultimi 10 anni.
Ne consegue che il post di Luci0 è indubbiamente fuori tema e quindi viola la netiquette.
Non è la prima volta che questo accade, per questo motivo alla prossima violazione Luci0 sarà escluso dalle discussioni di questo blog come previsto dalla regola 7 della netiquette.
https://www.climalteranti.it/netiquette/
La continua discussione di temi già affrontati non ha alcuna utilità, e sembra un tentativo per “mandare in vacca” la discussione sul tema del post.
Prego inoltre di non rispondere ai commenti fuori tema, e in particolare di non farlo con toni accessi, cosa che facilita solo la degenerazione della discussione.
Da questo studio sembra che solo la benzina sia buona … il carburanti diesel ed il metano sono da ridurre. Ma perché non produrre benzine sintetiche come facevano nella germania nazista idrogenando le frazioni più pesanti . Rispondo io o lo fa qualcunaltro ?
Ineccepibile. CO2 non è l’unica sostanza climalterante antropogenica. E le attività umane danneggiano in vari modi l’ambiente in cui tutti viviamo, non solo provocando surriscaldamento globale e acidificazione dei mari.
Tutti coloro che hanno sinceramente a cuore l’ambiente dovrebbero rallegrarsi di iniziative come questa e partecipare con entusiasmo invece che trincerarsi dietro fumose dietrologie di chissà quali complotti e improbabili teorie socioeconomiche di vago sapore terzomondista.
Ci sono molte opportunità di prendere due piccioni con una fava come osserva Riccardo Reitano a proposito dei rifiuti.
Aggiungerei gli alberi (che gli autori escludono con motivazioni che hanno senso ma non mi convincono del tutto): sono l’unica fonte dell’ossigeno che tutti respiriamo, catturano CO2 dall’atmosfera e, localmente, sono un efficace strumento di mitigazione del microclima urbano. Anche i più ruspanti amministratori locali possono capirlo e agire di conseguenza. Invece anche nella ricca e presunta civile Lombardia si continua ad abbattere alberi per fare posto a “grandi opere” di dubbia utilità per i cittadini ma vantaggiose per i costruttori.
@Gianfranco
(Pare che la ricca e civile Lombardia sia ormai nota come Padania ladrona.) Il”city greening” si sta diffondendo, forse è presto per calcolare il rapporto costi-benefici – anche se il confronto Singapore-Shanghai è già edificante.
@Luci0
“Da questo studio sembra che… benzina… carburanti diesel… metano”
Si prega di commentare il post dopo averlo letto, grazie!
@oca sapiens
Con questo studio si vuol dimostrare che BC (carbon black) é male, che l’ ozono troposferico é male, che il CH4 é precursore dell’ ozono e quindi é male. Si tenta di assolvere la CO2 dall’ incriminazione di principale responsabile del Global Warming.
A questo punto …
Possibile che le OIL company siano sempre fortunate perchè trattano la benzina e derivati che alla fine é il male minore … Per una strana combinazione la Cina produce Carbone e la Russia Metano ma che sfiga!
Ho postato una relazione tra temperatura e CO2 che dimostra che non esiste alcuna correlazione tra aumento della concentrazione e temperature globali. E’ stato cancellato il post e il link. Ovviamente qui non é ammesso il dissenso . Lo scopo dell’ altro mio post anch’ esso cancellato era quello di far capire che dal momento che ad un aumento della concentrazione di CO2 e dei “cosidetti gas serra” in generale in non corrisponde in modo evidente un aumento della temperatura globale. Quindi é perfettamente inutile ridurre tentare di ridurre il riscaldamento globale tentando di usare carburanti che non producono carbon black o utilizzino gas serra perché l’ effetto sarebbe molto ridotto se non nullo .
Probabilmente il climalterante principale é il sole ma questo non lo si vuole capire.
Ironia della sorte il climalterante principale … si é alterato e sta cercando di farci capire che é lui che comanda…
Questo post l’ho salvato perché sono stufo di vedermelo cancellato … ricordate senza elementi di disturbo questo blog sarebbe smorto e molto noioso … 🙂
Distinti Saluti
Luci0
in commento precedente citavo dall’articolo:
“early adoption provides much larger near-term benefits but has little impact on long-term temperatures”
e se leggi l’articolo è ancora più chiaro. L’assoluzione della CO2 è solo un tuo desiderio o fantasia, Shindell et al. hanno esplicitamente detto il contrario.
Come ho già scritto prima, è sempre la stessa storia, non hai fatto nemmeno il tentativo di fare le cose un briciolo più seriamente pur di sostenere ciò che vuoi. Davvero non capisco questo atteggiamento.
Ma perché non produrre benzine sintetiche come facevano nella germania nazista idrogenando le frazioni più pesanti
perchè l’eroei del prodotto finale è troppo basso: occorre produrre l’idrogeno e poi c’è il costo energetico della reazione; semplice; l’eroei del carburante ottenuto in questo modo è troppo basso e può convenire in un’economia di guerra, non di pace.
chiaro Luci0?
@tutti
visto che luci0 ripete sempre le stesse cose, non legge i post (“Con questo studio si vuol dimostrare… si tenta di assolvere” ecc.) e trova il blog noioso, propongo di mandarlo a divertirsi altrove.
Saremo più contenti sia noi che lui.
@claudio della volpe
Ma non potrebbe essere utile per l’ Europa rimettere in funzione un programma in questo senso tanto per aprire una breccia nel monopolio di fatto delle OIL Company e della finanza anglofona, i prezzi del petrolio stanno raggiungendo livelli improponibili, sarà il picco del petrolio saranno bieche speculazioni economiche sta di fatto che mancando il petrolio a buon prezzo il sistema economico degli ultimi anni é destinato a collassare
Fermo restando che tutte le azioni per il riassorbimento/non-emissione di Co2 e CH4, black soot ecc sono da fare e con la massima urgenza (ivi incluso il piantare verde dappertutto).
una semplicissima azione aggiuntiva è dipingere quanto piu’ possibile le costruzioni di bianco (e tenerle pulite), per aumentare l’albedo delle città e ridurre l’effetto isola di calore. Accorgimento usato da sempre nei villaggi greci, credo.
@Lucio
Sembra che gli anglosassoni stiano provando a convincerci (con le cattive, e per salvare la loro economia) che perseguire fonti alternative è una buona idea .. vedi Libia, Iran ecc.
@ocasapiens
Appoggio la mozione.
@ocasapiens
si mi sembra giusto.
@tutti
A me l’ ostracismo non mi é mai piaciuto e visto che proprio non mi sopportate vedrò di migliorare … Saluti.
@ oca sapiens
“City greening” dici? Speriamo che lo facciano davvero. Quando ho scritto il post precedente avevo ancora negli occhi un paio di cantieri della Pedemontana, una devastazione straziante. Certo, hai ragione che in Cina è ancora peggio (vogliamo dire che hanno margini di miglioramento più ampi?).
Comunque il punto centrale dell’articolo IMHO è che le 14 azioni fanno bene all’ambiente di cui siamo parte E aiutano anche a limitare i cambiamenti climatici, offrendo varie opportunità di sinergia (o win-win o piccioni e fave a piacere).
Bisogna però stare attenti che non venga creato l’equivoco: intanto facciamo queste cose e al CO2 ci penseremo in un secondo tempo.
@ Giorgio Verde
Sono d’accordo. Anche la vegetazione è un efficace strumento contro l’isola di calore urbana e più in generale per migliorare il microclima urbano. Meglio parchi e giardini ma anche tetti verdi e boschi verticali possono aiutare.
Luci0: l’EROEI è una quantità termodinamica NON economica; che senso avrebbe produrre un chilo di benzina consumando l’equivalente di due chili di altre fonti? non avrebbe più senso usare direttamente l’altra fonte? ma perchè prima di scrivere non collegate penna e cervello?
@claudio della volpe
Se tra qualche anno sarà disponibile solo carbone, probabilmente dovremmo trasformarlo in qualcosa utilizzabile nel settore degli trasporti. I metodi Bergius Fischer-Tropsch potrebbero essere utili per trasformarlo in qualcosa di simile alla benzina. In questo modo si potrebbero risolvere i problemi di stoccaggio tipici del metano o dell’ idrogeno. Lo sviluppare una tecnologia in questo senso potrebbe avere un effetto un calmierante indiretto dei prezzi del petrolio che non potrebbero superare la soglia di convenienza all’ utilizzo di tale tecnologia. I problemi delle emissioni di Carbon Black inevitabili dovute all’ utilizzo del carbone come fonte primaria, potrebbero essere ridotte tramite l’ ottimizzazione degli impianti di trasformazione.
Spero di non rischiare l’ ostracismo per questo ultimo intervento …
A proposito ecco cosa accade in Europa ed ecco perché sto pensando ad economia di guerra http://petrolio.blogosfere.it/2012/03/consumi-petrolio-eurozona-ed-export-land-model.html
un effetto un calmierante indiretto dei prezzi del petrolio
sto ridendo eh; lei vuole una economia di guerra a prezzi calmierati; e perchè non semplicmente usare mezzi pubblici, ed elettricità? cosa c’è tocca il suo spirito di libera intrapresa o di libero mercato? il mondo futuro è un mondo senza auto con più elettricità dappertutto, con bici per i piccoli spostamenti, auto elettriche per i trasporti necessari ed urgenti e mezzi pubblici per il resto; viaggi aerei ridotti; navi a vela e aquiloni, altro che low cost e vacanze di fine setimana in posti esotici col c…o!
@Lucio
Quale carbone? Già un paio di anni fa appariva su Nature un articolo dall’eloquente titolo “The end of cheap coal”…
Luci0: SOLO RINNOVABILI! questo è l’unico futuro concepibile.
Quattro Stati negli USA potrebbero produrre bio-methanolo dai propri rifiuti forestali e coprire quasi per intero il fabbisogno per l’autotrasporto. Non so perché ma mi sembra un’idea migliore che farlo con il carbone. O dobbiamo a qualunque costo inseguire il prezzo più basso per poter andare tutti nello stesso posto ognuno con la sua auto?
Dimenticato il link.
@Luci0
Ostracismo? Si è lagnato lei della noia che prova qua, ma nessuno la obbliga a subirla.
@Gianfranco
il city greening sono tante cose diverse, dagli standards LEED per l’edilizia ai quartieri car-free ai tetti piantati. Friburgo in Germania e Curitiba in Brasile sono spesso citate come i due esempi migliori
interessantissimo tutto il post. Peccato per il black carbon, accendere il caminetto con la legna delle potature del giardino è un piccolo piacere, a bilancio C02 zero, ma poco ecologico lo stesso, purtroppo.
@ Reitano
è la prima volta (ignoranza e disattenzione mia, ovviamente) che sento parlare di bio-metanolo, anzichè di etanolo. Si tratta di teconologie molto diverse? Grazie
Come richiesto, è stata aggiunta al post la tabella con le misure, tradotta da Riccardo Reitano.
un nuovo allarme lanciato in un articolo dell’Arctic Methane Emergency Group.
http://arctic-news.blogspot.com/p/global-extinction-within-one-human.html
.. se necessario, posso tradurre. Mi piacerebbe che qualche esperto climatico commentasse. Sono eccessivamente allarmisti? L’articolo (che sto ancora leggendo) sembra molto dettagliato e documentato da dati.
homoereticus
il bio-metanolo fa parte della categoria dei bio-carburanti di seconda generazione. Sinceramente non so granché sull’argomento, in fondo sono solo un semplice fisico 🙂
Da quel poco che ho capito, il bio-metanolo può essere prodotto più facilmente dagli scarti organici di vario genere rispetto all’etanolo, cosa che consentirebbe di non sostituire coltivazioni ad uso alimentare per produrlo.
Riassumo l’articolo che ho linkato sopra.
Secondo l’aricolo il cambiamento climatico nell’artico ha già fatto scattare il grilletto che fa sì che enormi depositi di metano idrato sul sondo dell Oceano Artico si destabilizzino e ritrasformino in gas (aumento della temperatura sul fondo marino)
Sono stati osservati rilasci importanti nel 2010 enormemente aumentati nel 2011. L’articolo prevede che questi rilasci aumentino ulteriormente i prossimi anni. Come risultato è prevista un’enorme nuvola di metano che si propaga gradualmente sul globo alterado improvvisamente e radicalmente il clima e provocando catastrofi.
Un’estinzione, che si pensa causata da cambiamento climatico e rilascio di metano idrati si è già verificata a fine Permiano, uccidendo quasi tutta la vita sulla Terra che ci ha messo milioni di anni a ripopolarsi. La geologia e la gravità di questo evento sono ben noti alla comunità scientifica (ma NDR esiste ancora una discussione sulla velocità con cui è avvenuto)
Le previsioni degli autori sono di un evento a sviluppo molto rapido: a venire colpiti sarebbero prima l’emisfero Nord, dove la vita comincerebbe a estinguersi per varie cause catastrofiche a partire da il 2020 (specialmente la carestia), con uccisione della maggior parte delle forme di vita entro il 2057. L’emisfero sud seguirebbe, ma ritardato di qualche anno.
Direi che è un articolo preoccupante.
@Giorgio Verde
Quel sito sembra opera di chi vuole “venderci” la geoingeneria.
Bilancerei quell’articolo con questo di David Archer:
http://www.realclimate.org/index.php/archives/2012/01/much-ado-about-methane/
“[…]if there was ever a good time to provoke a hydrate meltdown it would be now. But “now” in a geological sense, over thousands of years in the future, not really “now” in a human sense. The methane hydrates in the ocean, in cahoots with permafrost peats (which never get enough respect), could be a significant multiplier of the long tail of the CO2, but will probably not be a huge player in climate change in the coming century.”
E mi preoccuperei piuttosto del permafrost…
vero, ho visto.
L’AMEG di Cambridge risponde con questa refutazione .. non ho ancora avuto il tempo di analizzarla
http://arctic-news.blogspot.com/2012/03/rebuttal-imminent-collapse-of-arctic.html
Il primo post linkato è scritto da Malcolm Light che non è dell’AMEG. Nel post fa alcune assunzioni alquanto discutibili che portano a valori estremi degli effetti. Ad esempio, viene implicitamente assunto che le anomalie di temperatura registrate localmente siano dovute al rilascio di metano e quindi estrapolate, senza che venga fatta prima la necessaria analisi sinottica o, quanto meno, un confronto con regioni limitrofe non soggette a rilasci di metano.
Faccio notare che la concentrazione di metano atmosferico nell’ultimo secolo è aumentata molto di più di quanto misurato alle Svalbard in quel mese. Saremmo già andati arrosto se fosse vero che il warming potential del metano è 1000 come sostenuto da Light.
Ammetto di non aver letto l’articolo fino in fondo. Così come per i siti scettici, che non seguo, quando mi sembra che manchi la solidità scientifica non ci perdo tempo.
@Riccardo Reitano
La ringrazio per i chiarimenti e per le puntualizzazioni.
Devo aver capito male, pensavo che appartenesse all’AMEG (a cui invece, se ho capito bene, appartengono scienziati di chiara fama)
Giorgio
dell’AMEG fanno parte rispettabilissimi scienziati. Non a caso loro non i spingono ad evocare una grande estinzione di massa nell’arco di una vita umana. Loro si limitano a dire che il metano ha già cominciato a fuoriuscire dall’oceano artico e dal permafrost e che se non si interviene in fretta il feedback non può essere più controllato. Secondo loro il rischio è grosso e il principio di precauzione imporrebbe di intervenire.
Le loro posizioni puoi leggerle nella loro Emergency Declaration e nella risposta a Archer che citavi.
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