Eventi estremiStatisticheTemperature

Caldo estremo

In un post  su Realclimate, Stefan Rahmstorf e Dim Coumou mostrano perché il dibattito sugli estremi delle temperature è spesso viziato da domande mal poste.   A proposito delle ondate di calore estreme si sente spesso dire qualcosa del genere: “Se questa ondata ha superato di5 °Cil record precedente, il riscaldamento globale c’entra poco, visto che in un secolo è stato solo di1 °C”. Di seguito spieghiamo perché consideriamo questa logica doppiamente errata. Si possono fare due domande diverse (Otto et al. 2012): 1. Quanto calore ha aggiunto il riscaldamento globale a questa ondata? Ci è un po’ difficile inquadrare la domanda perché implica che la stessa situazione meteorologica si sarebbe verificata anche senza il riscaldamento globale, solo, per dire, ad un livello di temperatura inferiore di1 °C. Non è per forza vero, naturalmente, poiché il tempo meteorologico è fortemente stocastico e il riscaldamento globale può anche influenzare le caratteristiche della circolazione atmosferica. (altro…)
IntervisteModelli Climatici

La scienza del clima è un sforzo cooperativo

… e per questo è così entusiasmante, dice Gavin Schmidt  in un’intervista in esclusiva a Climalteranti a Venezia il 29 marzo,  in occasione della conferenza "Communicating climate change issues". Il video della prima parte dell’intervista è disponibile qui, in seguito la traduzione a cura di Sylvie Coyaud. Chissà se esiste uno scienziato del clima laureato in scienze del clima. Lei in che cosa si è laureato? Ho studiato matematica a Oxford, il mio dottorato era in matematica applicata alla dinamica dei fluidi, vagamente associata agli oceani. Poi da post-doc, ho cominciato a interessarmi al clima. Come mai? Era dove c’erano le domande più interessanti. C’è un sacco di complessità nella scienza del clima. Con i problemi di matematica, ci si può arrangiare con le medie, postulare “poniamo una mucca sferica”… Questa è fisica! Vale anche in matematica. Ma davanti a problemi reali, se vuole trovare delle risposte rilevanti per il mondo reale, non basta presumere che tutte le complessità scompariranno. Deve affrontare le complessità, vuol dire che deve occuparsi di questioni vere, tener conto anche di piccoli dettagli, e questo vuol dire che non sarà facile trovare una risposta. Non potrà semplicemente scrivere  equazioni e risolverle, che è quello che un matematico fa. Quando diventa uno scienziato del clima, o quando si occupa di qualcosa di più complesso, deve accettarne la complessità, usare metodi diversi, pensare in modo diverso. E’ più interessante, ed è anche più nell’interesse degli altri. (altro…)
DibattitoEconomiaNegazionisti

Al Casinò del clima può uscire lo zero o il doppio zero

In seguito all’intervento di William Nordhaus pubblicato sul New York Review of Books (vedi il post “Perché sbagliano gli scettici del riscaldamento globale”), tre famosi “scettici”, Roger Cohen, William Happer e Richard Lindzen, hanno inviato una risposta, che è stata pubblicata assieme alla replica dello stesso Nordhaus, che contiene altri spunti interessanti su come demolire l’argomento che non conviene agire perché ci sono ancora alcune incertezze nella scienza del clima . Pubblichiamo insieme a Effetto Cassandra la traduzione di entrambi gli scritti di Massimiliano Rupalti.   Risposta a William Nordhaus di Roger Cohen, William Happer e Richard Lindzen Sulla New York Review of Books del 22 marzo 2012, William Nordhaus esprime un’opinione sul perché “sbagliano” gli scettici del riscaldamento globale in generale, e i sedici scienziati ed ingegneri che hanno scritto due editoriali sul Wall Street Journal (1) in particolare. Siamo tre di quei sedici scienziati e rispondiamo qui al Professor Nordhaus. Il saggio del Professor Nordhaus contiene sei punti. Il primo punto rigira il fatto ovvio che non c'è stato nessun riscaldamento statisticamente significativo per circa quindici anni, in un’affermazione che non abbiamo fatto, cioè che non c'è stato riscaldamento durante gli ultimi due secoli. Il Professor Nordhaus continua a confondere questo con il problema dell' attribuzione: per esempio, determinare di cosa ha causato il riscaldamento. L'attribuzione è una materia distinta. Mentre ci sarebbe molto da ridire sulle registrazioni delle temperature, è generalmente accettato il fatto che ci sia stato un aumento della temperatura media globale simile a quella mostrata nel primo grafico del Professor Nordhaus. Il periodo precedente di due o tre secoli era molto più freddo ed è conosciuto come la Piccola Era Glaciale. Una registrazione più lunga avrebbe ovviamente mostrato periodi ancora precedenti come ugualmente caldi se non più caldi di quello presente. L'osservazione che gli ultimi anni comprendono alcuni degli anni più caldi mai registrati non implica affatto un riscaldamento futuro, così come i massimi registrati dalla borsa non implicano un mercato futuro in costante crescita. Il fatto che il riscaldamento sia molto rallentato implica, per lo meno, l’esistenza di altri processi attualmente in competizione con l'aumento costante di gas serra. Il secondo punto riguarda la nostra osservazione sugli attuali modelli climatici che sembrano esagerare il riscaldamento dovuto alla CO2. Questo ha  a che fare con problema cruciale della sensibilità climatica, l'aumento della temperatura causato da un raddoppio della CO2. Il Professor Nordhaus presenta due grafici del rapporto del 2007 dell'IPCC (2) che pretende di mostrare che, senza le emissioni antropogeniche, i modelli simulano con successo le temperature medie fino a circa il 1970 ma non riescono a farlo da lì in poi. Questa è la base della dichiarazione dell'IPCC secondo la quale è probabile che la maggior parte del riscaldamento degli scorsi 50 anni sia dovuto alle emissioni umane. Una procedura simile esige che il modello includa correttamente tutte le altre fonti di variabilità. Tuttavia, viene riconosciuto che il fallimento dei modelli nel prevedere lo iato nel riscaldamento durante gli scorsi 15 anni indica che tale condizione non sia stata soddisfatta. (3) Inoltre c'è il fatto imbarazzante che i modelli non riproducono il riscaldamento dal 1910 al 1940, che è quasi identico a quello dal 1970 al 2000, ma è avvenuto prima che le emissioni umane divenissero tali da essere considerate importanti. (altro…)
DibattitoEconomiaNegazionisti

Perché sbagliano gli scettici del riscaldamento globale

Pubblichiamo l’articolo di William D. Nordhaus, uscito sulla New York Review of Books e tradotto da Massimiliano Rupalti per Effetto Cassandra. Una sintesi chiara e incisiva su come confutare le tesi più ricorrenti degli “scettici”. In un prossimo post sarà pubblicata la risposta degli “scettici” e l’ulteriore replica di Nordhaus. . Iceberg nella laguna di Jökulsárlón in Islanda, laguna che si sta costantemente allargando mentre il ghiacciaio Vatnajökull – il più grande d'Europa -  si scioglie. Fotografia di Olaf Otto Becker. La minaccia del cambiamento climatico è un problema sempre più importante per il pianeta. Poiché le sue implicazioni economiche avevano ricevuto poca attenzione, avevo scritto un libro non tecnico su come si poteva usare le regole del mercato per formulare interventi. Quando ho mostrato una prima bozza ai colleghi, hanno risposto che avevo lasciato fuori gli argomenti degli scettici sul cambiamento climatico e di conseguenza me ne sono occupato a lungo. Una difficoltà che ho riscontrato esaminando le obiezioni degli scettici climatici è che sono sparpagliate in blog, conferenze e pamphlet. Poi sul Wall Street Journal del 27 gennaio 2012, ho visto un articolo di sedici scienziati, intitolato “Non c'è alcun bisogno di allarmarsi per il riscaldamento globale”. È utile: riassume in modo succinto molte delle solite critiche. Il messaggio di base è che il globo non si sta scaldando, che le voci dissidenti vengono soppresse e che rinviare di cinquant’anni le misure per rallentare il cambiamento climatico non avrà conseguenze serie sull'economia e sull'ambiente. (altro…)
Effetto SerraScienzaStoria

Chi è il padre della teoria dell’effetto serra?

Fourier per primo ha intuito l'esistenza dell'effetto serra e il ruolo dell'atmosfera. Ma molto tempo dovette passare prima di poterne dare una descrizione corretta. Chi è il padre della teoria dell'effetto serra? A questa domanda viene in genere risposto con Fourier o Arrhenius. Non c'é alcun dubbio che il primo ad ipotizzare il ruolo dell'atmosfera nella determinazione della temperatura sulla Terra sia stato l'accademico francese. Le conoscenze dell'epoca erano però assai limitate tanto che Fourier dedusse le proprietà di assorbimento del “calore non-luminoso”, che oggi chiameremmo radiazione infrarossa, da considerazioni sulla propagazione del calore e per analogia con l'esperimento di De Saussurre. Anche se l'idea originale è certamente sua, Fourier in realtà non sviluppò alcuna teoria e, preciso per correttezza, non poteva farlo. Dovette passare quasi mezzo secolo prima che si potesse comprendere la natura ondulatoria della luce e che si sviluppassero le tecniche e i materiali adatti ad analizzarli. Di queste nuove conoscenze si avvantaggiò Tyndall che per primo misurò l'assorbimento infrarosso in diversi gas, inclusi CO2 e vapor acqueo. Anche lui rimase però nel solco tracciato da Fourier di un effetto serra dovuto alla limitazione nella propagazione del calore da parte di una atmosfera parzialmente opaca ai raggi infrarossi. Sua è, ad esempio, la nota analogia della diga. (altro…)
BufaleEventi estremiReligione

Ritorno al Medioevo?

Il 31 marzo in prima pagina,La Repubblica ospitava l’articolo "Caldo record e fiumi a secco il nord prega per la pioggia". Nell’articolo, proseguito alle pagine 28 e 29 con il titolo "Preghiere, processioni e croci nei campi. Il nord riscopre gli antichi riti anti-siccità", Jenner Meletti racconta come al termine di un mese caldo e siccitoso, come è stato il marzo 2012, si stanno riscoprendo antichi riti per scongiurare la siccità: processioni, croci con rametti di ontano, statue dei Santi messe con i piedi nell’acqua. Un riquadro in evidenza, per lettori frettolosi, recita: "Il sindaco di Trebaseleghe: Dio fa piovere in risposta ai nostri atti, lo dice la Bibbia"; e un altro “A Firenze il Cardinale Betori scrive una lettera ai parroci: organizzate veglie”. L'articolo finisce invitando a evitare, in caso di insuccesso, le reazioni scomposte di un tempo: in Sicilia, San Giuseppe gettato in un giardino bruciato dal caldo nel 1893, strappo delle ali d’oro a San Michele Arcangelo a Caltanisetta, denudamento e minacce d’impiccagione allo stesso santo a Licata. “Almeno per ora, meglio preparare solo le croci bianche d’ontano.” L’ondata di caldo del marzo scorso in pianura padana è stata davvero un “evento estremo”, come mostrano i primi dati, ancora provvisori, provenienti da alcuni osservatori storici; per esempio a Torino marzo 2012 è stato il secondo più caldo dal 1753, con una temperatura di  +13.5 °C (+4.4 °C rispetto al trentennio 1961-90, il più caldo mese di marzo è stato nel 1997); oppure a Modena dove dall’inizio delle osservazioni dell’Osservatorio Geofisico universitario, nel 1830, non si registrava un mese di marzo così caldo e nel contempo da altrettanto non si osservavano 12 mesi (aprile 2011-marzo 2012) così poco piovosi. (altro…)
Convegni

Due conferenze di Gavin Schmidt

Il famoso climatologo Gavin Schmidt del NASA Goddard Institute for Space Studies di New York terrà questa settimana due conferenze a Venezia, presso l’Università Ca’ Foscari, Aula 10B, Dipartimento di Economia, S. Giobbe, Cannaregio 873: The use of paleorecords in constraining future climate projections Martedì 27 marzo, ore 14.00 - 16.00 Communicating climate change issues Giovedì 29 marzo, ore 14.00 - 16.00 Gavin Schmidt è una delle voci più conosciute del dibattito sul tema dei cambiamenti climatici. Ha contribuito a sviluppare il ModelE GCM, il modello climatico accoppiato atmosfera-oceano del GISS, che viene correntemente utilizzato per la comprensione del clima presente e passato e per le proiezioni climatiche. Fra gli studi paleoclimatici troviamo il clima dell'Olocene, le condizioni del PETM e il cosiddetto 8.2 kyrs event. Sul periodo più recente, ha studiato gli effetti di varie forzanti, dagli aerosol al sole alla CO2. Ovviamente c'é molto altro come si vede dal numero impressionante di pubblicazioni sul tema della paleoclimatologia e della modellistica climatica. Gavin è uno dei fondatori e uno dei principali autori di Realclimate (qui l’ultimo suo post del 20 marzo sull’aggiornamento dei dati di temperatura dell’Hadley Center). Fra i suoi saggi divulgativi, segnaliamo Climate Change: picturing the science, in collaborazione con il fotografo Joshua Wolfe, in cui testo e fotografie scattate in tutto il mondo si integrano per illustrare i mutamenti già in corso e il loro significato. Su Climalteranti abbiamo pubblicato la traduzione di molti suoi post (l’ultimo qui). Si distinguono per la chiarezza nell’esposizione scientifica e la capacità di far capire la rilevanza dell’oggetto della discussione per il progredire della conoscenza sul tema dei cambiamenti climatici. (altro…)
AcquaGhiacciaiImpatti

Tutta l’acqua del mondo

Mentre fondono i ghiacciai del Cile, il  progetto Hydro-Aysén dell’ENEL mette in pericolo l’ambiente della Patagonia. Chi crede che il cambiamento climatico non abbia alcun effetto sulla società può guardare il reportage di Camilla Martini, Tutta l’acqua del mondo, e ricredersi. Il Cile, con una popolazione in forte crescita, deve sfruttare in  maniera sempre più spinta il suo potenziale idroelettrico. Le miniere di rame nel Nord del paese, spina dorsale dell’economia nazionale, richiedono infatti ingenti quantità di energia elettrica. Gran parte della popolazione vive a Santiago o nella regione metropolitana dove il progetto Alto-Maipo, teso alla costruzione di 2 impianti idroelettrici sul rio Maipo ha suscito molte proteste. I ghiacciai del nord sono in fase di intenso ritiro (Rivera et al., 2002; Porter e Santana, 2003; Bown e Rivera, 2007; Rivera et al., 2009, Rosenblüth et al., 1997; Quintana and Aceituno, 2006), connesso alla dinamica climatica globale. E con loro per la regione metropolitana va scomparendo una riserva d’acqua  che sembrava inesauribile. (altro…)
Artico e AntarticoMetanoTraduzioni

Tanto rumore per il metano

Pubblichiamo la traduzione di un importante post di Realclimate che riguarda il metano, un potente gas serra che rispetto ad altri spaventosi elementi della storia del clima ha anche l’impressionante potere di terrorizzare la gente. Di quale metano stiamo parlando? Le principali riserve di metano si trovano nei sedimenti oceanici, congelate in depositi di idrato o clatrato (Archer, 2007). La quantità totale di metano contenuto negli idrati oceanici è piuttosto limitata ma potrebbe competere con quella di tutti gli altri combustibili fossili messi insieme. La maggior parte di questo metano è difficile da estrarre per produrre carburante, e soprattutto si trova così in profondità  nella colonna di sedimenti che ci vorrebbero migliaia di anni di riscaldamento antropogenico per raggiungerlo. L'Artico è un caso particolare perché  la colonna d'acqua è più fredda rispetto alla media globale, perciò l’ idrato può essere trovato ad una profondità marina di circa 200 metri. (altro…)
Black CarbonCO2EmissioniImpattiMetanoMitigazione

Limitare i cambiamenti climatici a breve termine e migliorare la qualità dell’aria

Uno studio scientifico apparso a Gennaio sulla rivista scientifica Science spiega che un numero limitato di misure di riduzione delle emissioni di agenti inquinanti puo’ sostanzialmente mitigare il riscaldamento globale e allo stesso tempo produrre benefici significativi sulla salute umana e sulla produzione di cibo.

Temperature (variazioni rispetto al periodo pre-industriale) osservate fino al 2009 e simulate per gli anni successivi secondo vari scenari del futuro (Shindell et al, 2012)   Finora, grande attenzione e’ stata rivolta all’anidride carbonica (CO2) poiche’ di essa e’ la maggior parte delle emissioni dovute all’attivita’ dell’uomo che sono causa del riscaldamento climatico. La CO2 e altri gas serra hanno una lunga vita media nell’atmosfera (da qualche anno a centinaia d’anni), a causa di cio’ sono necessari impegni su scala internazionale per la diminuzione delle loro emissioni e poter cosi’ avere un effetto efficace sul clima, a scala globale e a lungo termine. (altro…)
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Comunicazione

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati

Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario.   Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....
Immaginre sulla Neutralità climatica 100%
EnergiaMitigazione

100% di elettricità rinnovabile è possibile

Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni.   È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...
Copertina di "Manuale di psicologia"
Psicologia

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica

Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023).   Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...
Convegni

Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno

Lo scorso 2 dicembre 2024 si è svolto presso il Politecnico di Milano l’evento “Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno”. L’evento è stato organizzato in collaborazione con climalteranti.it, dal cui comitato scientifico provengono numerosi dei relatori intervenuti. Nel seguito è riportata una sintesi di alcuni interventi. La registrazione dell’evento è disponibile qui, mentre le slide presentate dai relatori durante la conferenza sono scaricabili qui.   Segnali di ottimismo in tempi bui L’intervento iniziale di Mario Grosso...
Accordo di ParigiAcidificazioneRecordRicordiStatisticheTemperatureTipping point

Il clamoroso e preoccupante record delle temperature medie globali nel 2024

Le consuete analisi di inizio anno sui dati della NOAA/NCEP e, per confronto, su quelle relative ad altri tre database climatici, concordano sul fatto che, per il secondo anno consecutivo (ma come anche successo nel 2019 e nel 2020), l’anno appena trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi....
Auto elettricaTrasporti

L’auto termica green di Francesco Giavazzi non esiste

Fra gli autori delle panzane che inquinano il dibattito sulla transizione energetica, si è aggiunto lo storico editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi, che in un editoriale del 28 dicembre 2024 ha sostenuto una tesi facilmente confutabile, la presunta esistenza di auto a combustione interna in grado di emettere poche decine di grammi di CO2 per km, ossia l’80-90% in meno di quelle oggi circolanti. Il contesto è un articolo intitolato “Le scelte (utili) sui conti” in cui lo...
Auto elettrica al caricamento
Auto elettricainattivismoTrasporti

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 2/ l’opposizione alle auto elettriche

Le emissioni di CO2 dai trasporti sono le uniche ad essere sostanzialmente aumentate in Europa nel periodo 1990-2022 (+26%). Il contributo del trasporto su strada è oggi pari al 70% delle emissioni da trasporto, e all’interno di quest’ultimo il peso delle automobili è pari al 60% (dettagli e infografiche disponibili qua). In Italia un quarto delle emissioni è dovuto ai trasporti, e le automobili italiane emettono circa 60 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, una cifra pari alle emissioni...
COPfinanzaNegoziazioni

Finanziamenti e meccanismi di supporto all’azione climatica: alcuni risultati della COP29

Moltiplicati per tre gli impegni finanziari dei paesi sviluppati per favorire l’azione sul clima, menzionati le migliaia di miliardi a cui si dovrà arrivare, approvate le basi dei meccanismi di mercato e di trasferimento internazionali dei crediti, lanciato il miglioramento della nuova piattaforma per i meccanismi non di mercato: avanzamenti utili ed importanti. In attesa del rilancio degli impegni nazionali previsto nel 2025.   La COP29 che si è svolta a Baku dall’11 al 24 novembre è stata una COP...
Eventi estremiImpatti

Cerchiamo di metterci in tempo le mani

La catastrofica alluvione che ha colpito la zona di Valencia ha costretto molti mezzi di informazione ad occuparsi del legame fra riscaldamento globale e l’aumento dell’intensità degli eventi estremi di precipitazione. Come noto, si tratta di un legame da tempo messo in luce dai climatologi (si veda ad esempio il libro Tempeste di James Hansen, pubblicato nel 2008), evidenziato chiaramente nella letteratura scientifica, e ben riassunto dall’ultimo rapporto IPCC, come già discusso qui. In diverse trasmissioni televisive (ad esempio qui...
inattivismo

Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 1/ l’opposizione alle energie rinnovabili

Climalteranti ha sempre contrastato il negazionismo climatico, sia confutando le argomentazioni più fallaci sulle cause del riscaldamento globale in corso, sia contrastando chi vuole ritardare l’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Negli ultimi tempi però sta emergendo, anche tra persone attivamente schierate a favore della tutela dell’ambiente, una tendenza verso sforzi inadeguati, in grado di indebolire la già insufficiente lotta alla crisi climatica; il che costituisce una minaccia probabilmente ancora più subdola, una forma di vero e proprio “inattivismo climatico”....