AgricolturaImpattiSicurezza alimentare

Cambiamento climatico e sicurezza alimentare. 1) Il caso del mais in pianura padana.

Il cambiamento climatico può ridurre la produzione agricola ed aumentare consumo d’acqua relativo sul pianeta, mettendo a rischio la sicurezza alimentare. Si mostra qui il primo di due casi di studio esemplari, in Europa ed Asia, dove le modifiche del clima futuro potranno portare ad effetti rilevanti nella prima metà del secolo.   Il cambiamento climatico mette a rischio la sicurezza alimentare del pianeta. Dopo il vertice RIO+20, con il documento “Il futuro che vogliamo”, che sottolineava l’importanza capitale di un’agricoltura sostenibile per migliorare la sicurezza alimentare (food security) a scala globale, anche il 5° rapporto IPCC sottolinea (AR5, WGII, Capitolo 7) come la sicurezza alimentare sia a rischio per il cambiamento climatico in atto: Gli effetti del cambiamento climatico sulle coltivazioni e sulla sicurezza alimentare sono evidenti in molte regioni del mondo (confidenza elevata). Gli impatti negativi delle tendenza climatiche sono stati più comuni degli impatti positivi. Tendenze positive sono visibili in alcune regioni ad elevata latitudine (confidenza elevata. Dall’ AR4 (ad oggi, ndr), ci sono stati diversi periodi di crescita rapida dei prezzi del cibo e dei cereali a seguito di eventi climatici estremi in regioni chiave per la produzione, a indicare una sensibilità dei mercati agli eventi estremi del clima, tra i vari fattori. Diversi di tali eventi sono diventati più probabili come risultato delle emissioni antropiche (confidenza media)”. (altro…)
EmissioniEnergiaLimiti

Notizie dagli USA: limiti alla CO2 delle centrali elettriche

Dopo l’imposizione di limiti alle emissioni delle auto dello scorso anno, il 2 Giugno la Environmental Protection Agency (EPA) statunitense ha reso pubblico il piano per la riduzione delle emissioni di CO2 dalle centrali elettriche chiesto dal Presidente Obama. Il rapporto dell'EPA è un “mattone” di 700 pagine il cui obiettivo viene riassunto dai mass media nella riduzione del 30% delle emissioni di CO2 entro il 2030. Ovviamente c'è molto altro e ci vorrà tempo per “digerirlo”, ma qualche osservazione si può fare da subito. La prima cosa da rilevare è che la riduzione prevista dal piano riguarda solo le emissioni del settore della produzione di energia elettrica. Questo è il singolo settore di maggior impatto (circa il 40% delle emissioni totali). Purtroppo i titolisti dei quotidiani e dei siti di informazione non sempre riflettono questo importante dettaglio, a scapito di una buona informazione ma anche del giornalista che ha scritto l'articolo e che riporta l'informazione correttamente nel testo (vedi ad esempio Rai News, Repubblica, Corriere). Un altro dettaglio da sottolineare è l'anno di riferimento per la riduzione delle emissioni: in genere viene usato il 1990 mentre l'EPA usa il 2005. Se si tiene conto di questa differenza, rispetto al 1990 la riduzione delle emissioni del settore della produzione di energia elettrica risulta essere del 26. (altro…)
Negazionisti

Gli albori del negazionismo sul clima: la “strategia del tabacco”

Pubblichiamo la seconda parte dell’estratto da Merchants of Doubt di Erik M. Conway e Naomi Oreskes (prima parte qui). La stessa strategia impiegata contro il riscaldamento globale è stata adottata contro tante altre emergenze ambientali (amianto, fumo passivo, piogge acide e buco dell’ozono), ed è stata definita la “la strategia del tabacco”.    

Qualche anno più tardi, Ben Santer leggendo il giornale del mattino, s’imbatté in un articolo che descriveva come alcuni scienziati avevano preso parte ad un programma, organizzato dall’industria del tabacco, volto a gettare discredito sulle evidenze scientifiche che collegano il tabacco al cancro. L’idea, spiegava il giornale, era quella di “mantenere aperta la controversia”11. Ciò perché,fino a che il dubbio resta, l’industria del tabacco sarebbe stata al riparo da controversie e cause legali. A Santer la storia suonò piuttosto familiare. Naturalmente aveva ragione. Ma c’era dell’altro. Non solo la tattica era la stessa, anche i personaggi erano gli stessi.

I principali soggetti dell’attacco che gli era stato portato erano due fisici non più in servizio, entrambi di nome Fred: Frederick Seitz e S. (Siegfried) Fred Singer. Seitz era stato un fisico dello stato solido che aveva raggiunto posizioni di rilievo durante la seconda Guerra Mondiale, contribuendo alla costruzione della bomba atomica; in seguito divenne presidente dell’U.S. National Academy of Sciences. Anche Singer era un fisico, ma in particolare un esperto di razzi, che divenne una figura di primo piano nello sviluppo dei satelliti di osservazione terrestre. Svolse il ruolo di direttore del National Weather Satellite Service, poi direttore scientifico del Dipartimento dei Trasporti della amministrazione Reagan12. Entrambi possono essere definiti dei falchi, avendo vissuto con passione la minaccia rappresentata dall’URSS e la necessità di difendere gli Stati Uniti con l’adozione di armamenti high-tech. (altro…)

Negazionisti

Gli implacabili attacchi contro il climatologo Ben Santer

Pubblichiamo la prima parte di un estratto da Merchants of Doubt di Erik M. Conway e Naomi Oreskes, in cui si racconta la storia degli attacchi delle lobby dell’industria fossile al grande climatologo Benjamin Santer, per le sue ricerche volte a provare che l’attività dell’uomo contribuisce al riscaldamento globale.

 

Ben Santer è il tipo di persona che nessuno immaginerebbe possa essere oggetto di un attacco. E’ dicostituzione e statura media e di temperamento e idee politiche moderate. E’ anche molto modesto,pacato nel parlare e schivoe, dalla dimensione del suo studio scarno e senza decorazioni presso il Lawrence Livermore National Laboratory, potreste scambiarlo per un contabile. Se lo incontraste in una stanza con parecchia altra gente, potreste anche non notarlo. Ma Santer non è un contabile e il mondo ha avuto modo di conoscerlo. Egli è uno dei più illustri scienziati mondiali, insignito nel 1998 del Mac Arthur “Genius Award” e di numerosi premi e riconoscimenti da parte del suo Ente, il Dipartimento dell’Energia degli USA, in quanto ha fatto più di qualsiasi altro per dimostrare che è il genere umano a provocare il riscaldamento globale. Sin da quando si laureò a metà degli anni 1980, ha cercato di capire come funziona il Clima della Terra, e se siapossibile affermare con certezza che l’attività dell’uomo è alla base del cambiamento. Ha dimostrato che la risposta alla domanda è sì. (altro…)

CO2Protocollo di KyotoRecord

La banalità dei record del clima

Dal punto di vista della comunicazione il problema del cambiamento climatico è poco e - allo stesso tempo - troppo catastrofico. Repubblica-aprile-più-inquinanto-della-storia-senza-figuraÈ poco catastrofico se misurato coi criteri del catastrofismo giornalistico: non sono previste le onde gigantesche dei film di Hollywood, o scenari di distruzione totale generalizzata. Molti impatti si stanno già verificando, e per alcuni la devastazione non è molto lontana da quella costruita con effetti speciali (come si può vedere in questo video sul “storm surge” causato dal ciclone Hayan). D’altra parte, i disastri più o meno direttamente legati al cambiamento climatico sono numerosi e ripetitivi. Sono distruzioni ricorrenti, in aumento progressivo, come sanno gli assicuratori. (altro…)
Impatti

Gli impatti del cambiamento climatico negli USA

La Valutazione Nazionale del Clima degli Stati Uniti realizzata su mandato del Governo, mostra come il cambiamento climatico sta impattando su diverse aree della nazione. Pubblichiamo la traduzione di un articolo di Kevin Kennedy e C. Forbes Tompkins pubblicato sul sito del World Resource Institute. Foto di Master Sgt. Mark C. Olsen, US Air Force/New Jersey National Guard.  Gli impatti del cambiamento climatico non sono solo una minaccia che riguarda il futuro, di essi si stanno già risentendo le conseguenze in ogni regione degli Stai Uniti. (altro…)
CO2Psicologia

La soglia psicologica dei 400 ppm di CO2

Lo scorso mese di Aprile è stato il primo, da quando si fanno misure, in cui la concentrazione di CO2 atmosferica a Mauna Loa ha superato i 400 ppm. Climatologicamente tale soglia non ha un significato particolare, ma è un’occasione per ricordarci dove stiamo andando.

  Il concetto di “soglia psicologica” è tipico del mondo economico, dove alcune decisioni che vengono prese sono, o possono essere, condizionate da un suo superamento. Nella scienza del clima, come in qualunque altra scienza, non esistono; al più possono esistere soglie fisiche, non psicologiche (ad esempio, la temperatura di ebollizione dell’acqua, il punto di rugiada). Nella scienza del clima un tema di grande interesse è la presenza di soglie, chiamate “tipping point”, per alcune componenti del sistema climatico. Ma la psicologia non c’entra. Eppure, quando nel Maggio del 2013 i valori misurati di concentrazione di CO2 atmosferica presso la stazione di Mauna Loa (nella foto a fianco) hanno superato per qualche giorno i 400 ppm, in molti hanno parlato di superamento di una soglia. Ma si tratta di una soglia psicologica, dovuta alla particolare impressione che danno i numeri tondi. Quest’anno, come era facile aspettarsi, il superamento della soglia psicologica dei 400 ppm è stato ben più consistente: è arrivato quasi due mesi prima ma, soprattutto, la soglia è stata superata quotidianamente per tutto il mese di aprile, e quindi, ovviamente, l’ha superata anche la media del mese (il valore medio è stato di 401,3). (altro…)
Bilancio radiativoEffetto SerraEnergiaFenomenologiaSoleTemperature

L’effetto serra e il motore del sistema climatico

Mentre si discute del riscaldamento globale e dei conseguenti cambiamenti climatici, può essere utile fermarsi per capire (o ripassare) l’origine del problema, ossia la presenza di un effetto serra che è un tassello fondamentale del bilancio energetico e del sistema climatico terrestre, il cui  “motore” è il riscaldamento differenziale del pianeta causato dalla radiazione del Sole.   L'energia che guida il sistema climatico proviene dal Sole: sono del tutto trascurabili (al più allo 0,03%) gli apporti dovuti ad altre sorgenti esterne (stelle o altri sistemi extrasolari) o interne (attività geotermica o combustioni antropiche). Quando l'energia del Sole raggiunge la Terra, è parzialmente assorbita da diverse componenti del sistema climatico. L'energia assorbita viene riconvertita in calore, che riscalda la Terra e la rende abitabile. L’assorbimento di radiazione solare non è uniforme nello spazio e nel tempo, e già soltanto questo fatto origina il complicato pattern termico e le variazioni stagionali del nostro clima. (altro…)
BufaleDisinformazione

Disinformazione sul clima dall’Huffington Post

Uno dei principali quotidiani on-line italiani ha pubblicato una lista di “riflessioni” sul tema del riscaldamento globale composta dai soliti miti del negazionismo climatico, ma millantando la fonte in presunti “grandi esperti di ambiente e gli scienziati”.

 

E’ compito dei giornali informare e proporre qualche riflessione, ma come su Climalteranti non ci stanchiamo di ripetere e far notare, molto spesso le aspettative vengono deluse e il tutto si risolve in un fiasco. Qualche giorno fa l’Huffington Post (articolo ora a pagamento, ma lo trovate nella cache di google o qui) è caduto nella trappola di un giornalismo superficiale e poco informato proponendo alcune riflessioni sul riscaldamento globale. Innanzitutto si nota che il titolo contiene un errore (riscaldamento globale e sui cambiamenti climatici…), e questo già è significativo della cura con cui è stato scritto. Il pezzo apre richiamandosi ai “più grandi esperti di ambiente” e agli scienziati, preannunciando poi la drastica conclusione, ovviamente espressa in forma dubitativa: “viene il dubbio che la paura degli effetti disastrosi di un presunto innalzamento delle temperature terreste sia solo frutto di disinformazione e causa di isteria collettiva.” L’informazione, se così vogliamo chiamarla, che invece ci propone l’Huffington Post è un elenco di citazioni collezionate da altri e riportate senza commento. Ma a guardare la lista si trova solo una frazione minoritaria dei grandi esperti e scienziati promessi in apertura; includendo chiunque si sia occupato di scienza in un qualche campo, se ne contano solo sei su venti citazioni totali. Le fonti delle altre “riflessioni” sono giornali online o blog. Fra questi non potevano mancare i “soliti noti” dell’informazione spazzatura, come il Daily Telegraph o il Daily Mail, ma anche le tradizionali fonti del negazionismo climatico, come lo screditato blog WUWT e un think-tank ultraliberista statunitense. (altro…)

Recensione

Clima, bene comune

 

Il libro di Luca Mercalli e Alessandra Goria (Bruno Mondadori, 2013) offre un interessante punto di vista sulla questione climatica; non solo sugli aspetti fenomenologici, ma sui collegamenti e le implicazioni per le politiche economiche e le nostre scelte quotidiane.

 

Un racconto chiaro ed efficace, in cui emerge la necessità che le politiche necessarie per contrastare il cambiamento climatico siano al centro di un cambiamento nel modo in cui pensiamo al concetto di benessere, di sviluppo e di condivisione delle risorse - limitate - del pianeta.

   

Clima, bene comune” nasce dall’idea di tessere un dialogo fra scienza fisica del clima ed economia per raccontare la natura, le conseguenze e le possibili risposte dell’economia e della società ai cambiamenti climatici. Il libro prende spunto dalla storia delle Isole Carteret, narrata nel cortometraggio ‘Sun come up’ proiettato proprio in occasione di un incontro divulgativo in cui gli autori hanno iniziato a dialogare sul tema. Le Isole Carteret, splendidi atolli del Pacifico appartenenti alla Papua Nuova Guinea, sono destinate a scomparire (altro…)

The carbon map, cumulative emissions 1850-2011
inattivismoMitigazione

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte III: il nostro contributo è piccolo

Un altro classico del discorso inattivista sul clima consiste nel definire poco importanti le riduzioni delle emissioni italiane o europee, in quanto sarebbero solo una piccola quota delle emissioni globali. Generalmente si cita il contributo percentuale alle emissioni globali dell’Europa, altre volte quello dell’Italia, per dire che la loro riduzione darebbe scarsi benefici al clima del pianeta. Mettendo questi contributi in contrapposizione a quelli della Cina o di altri paesi. Altre volte si cita quale sarebbe la riduzione nelle temperature...
inattivismoRinnovabili

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte II: e allora la Cina?

Una delle tesi più frequenti dell’inattivismo climatico è il riferimento ad un presunto disimpegno della Cina sulle politiche climatiche: tesi smentita dalla realtà, dato che il paese sta affrontando una drastica e complessa transizione del settore energetico e ambisce ad assumere la leadership della lotta ai cambiamenti climatici nel nuovo ordine mondiale che si sta definendo. Negli ultimi tempi ha preso piede nella retorica dell’inattivismo climatico un argomento che appare efficace, quello secondo cui la Cina continua a costruire centrali...
Fossil fuel harms on the human boby
FotovoltaicoinattivismoRinnovabili

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte I: gli impatti dell’energia solare e eolica

Sul sito del Corriere della Sera sono state riproposte molte tesi tipiche dell’inattivismo climatico, che hanno l’obiettivo di rallentare la transizione energetica. Pubblichiamo qui la prima parte di una serie di post che hanno l’obiettivo di confutare queste argomentazioni, partendo da quella secondo cui gli impianti di energia rinnovabile, e in particolare di solare fotovoltaica e eolica, avrebbero forti impatti ambientali, o che non sarebbero convenienti da un punto di vista ambientale. Una tesi basata su esagerazioni, distorsioni e a...
IncertezzaNegazionismo

Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA

Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...
MitigazioneProtesteRinnovabili

Tira un gran brutto vento

L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...
Recensione

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica

Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...
RecensioneStoriaTemperature

La storia del clima in Italia

È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...
Climalteranti.it
Appello

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea

Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...
Religione

Il clima come bene comune

Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...
Emissioni

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima

I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...