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Da scienziato, mi vergogno di quanto poco stiamo facendo riguardo al cambiamento climatico

Siamo certi che il riscaldamento globale è reale ed è causato dall’uomo. Cosa diremo ai nostri figli se non saremo in grado di affrontare i fatti?

Pubblichiamo la traduzione di un eccellente testo di Eric Wolff, docente di Earth Sciences all’Università di Cambridge, uscito su The Telegraph.

 

Studio il clima del passato. Durante l’ultimo milione di anni, la Terra ha attraversato periodi in cui il ghiaccio copriva gran parte del Nord America e del Nord Europa, e periodi più caldi di oggi. Lungi dal rassicurarmi, i cambiamenti naturali del clima che vedo nelle mie carote di ghiaccio, mi fanno preoccupare per come l’uomo influenza il clima. È in questo contesto che vedo i negoziati di Parigi tesi a raggiungere un “accordo universale” sul clima.

Ma innanzitutto, una serie di fatti. L’anidride carbonica è un gas serra, cioè assorbe il calore che altrimenti lascerebbe il nostro pianeta. La sua concentrazione è aumentata del 40% dall’inizio dell’Ottocento ed è oggi molto più alta di quanto non lo sia stata durante gli ultimi 800.000 anni. È dovuto principalmente alla combustione di carbone, petrolio e gas. La temperatura media della Terra è cresciuta, nell’ultimo secolo, di quasi 1 °C. Sono fatti collegati e possiamo essere certi che il riscaldamento continuerà se le emissioni umane di anidride carbonica continueranno.

E’ importante affermarlo perché non ho mai incontrato uno scienziato del clima che fosse in disaccordo. Tuttavia è molto più difficile essere sicuri su quanto si scalderà ancora la Terra e quali saranno gli impatti dove noi viviamo. Alcuni effetti del riscaldamento, come la riduzione dell’area del ghiaccio artico, sono destinati ad amplificare il riscaldamento: la superficie scura dell’oceano assorbe la luce solare, mentre il ghiaccio chiaro la riflette verso lo spazio. Ma il ruolo delle nuvole è ancora oggetto di studio: i cambiamenti nella copertura nuvolosa possono aumentare o diminuire il riscaldamento. Come risultato, gli scienziati danno un ampio raggio di possibilità al riscaldamento che sarà raggiunto entro il 2100. Tuttavia, se continuiamo a bruciare combustibili fossili senza restrizioni, l’aumento della temperatura media della Terra dal 1900 al 2100 sarà grande: molto probabilmente simile all’aumento tra l’ultimo periodo glaciale e il 1900.

E’ anche più difficile dire cosa accadrà in un posto preciso. Le terre emerse si scalderanno di più degli oceani e l’Artico più dei tropici. Ma la pericolosità del cambiamento climatico dipenderà da chi siamo e dove viviamo. Per un riscaldamento modesto, con tutti i suoi effetti collaterali, ci saranno vincitori e perdenti: alcune popolazioni certamente godranno di conseguenze positive, oltre a quelle negative. Sorpassato un certo punto però, i perdenti saranno molto più numerosi dei vincitori. Quello di cui siamo sicuri è che il cambiamento avverrà in ogni luogo.

Questo stato di cose ne genera altre: un progettista che parte da zero per fare un pianeta potrebbe decidere che il miglior clima possibile sia un po’ più caldo o più freddo del nostro. Il problema sta nel cambiamento. In passato, ogni volta che il clima è cambiato, delle specie si sono estinte, si sono evolute o sono migrate in massa, umani compresi, per trovare un habitat uguale e vivere come prima. Ora ci attende un cambiamento rapido e non ci sono spazi liberi per nessuno. Per una data emissione di carbonio, la scienza fornisce una gamma di esiti possibili. Questa varietà di scenari ha un senso preciso: la nostra stima migliore sta nel mezzo della gamma, mentre vi è la stessa, piccola, probabilità che si avveri uno dei due estremi. Alcuni politici stanno invece mettendo tutta la loro fiducia in un paio di scienziati, fin troppo sicuri di sé, per i quali l’esito sarà all’estremo minore. Ma considerare i propri desideri come se fossero la realtà è rischioso.

Buona parte della discussione sul che fare per i cambiamenti climatici è di natura economica. Questo è importante ma dovremmo anche tenere in considerazione l’eredità che lasciamo alle generazioni future. Occorreranno molti secoli, e anche di più, perché l’eccesso di anidride carbonica atmosferica sia rimossa naturalmente. Durante questo periodo l’atmosfera e l’oceano rimarranno caldi. Oltre un certo livello di riscaldamento, parti della Groenlandia e della calotta glaciale dell’Antartide occidentale diverranno instabili. I ghiacci ci metteranno centinaia o migliaia di anni a ritirarsi, ma significa che le nostre azioni durante questo secolo potrebbero impegnare le future generazioni a vivere con un livello del mare molto più elevato. Questa non è una mera ipotesi. L’ultima volta che le regioni polari erano di qualche grado più caldo di ora, 125.000 anni fa, il livello del mare era almeno di 6 metri superiore all’attuale, abbastanza da inondare grandi città.

Allora che fare? Prima di rispondere, devo mettere via il mio camice di scienziato. Finora ho scritto come uomo di scienza. In tale veste sono in grado di dirvi cosà avverrà se si seguirà una particolare forma di economia e di energia. Naturalmente ho una mia opinione su ciò che dovrebbe fare la politica, ma questa la esprimo da cittadino, non da scienziato. Noi non possiamo influire su come il clima risponde al sovrappiù di anidride carbonica nell’atmosfera e nell’oceano, ma possiamo controllare a quanto ammonta questo eccesso. Dobbiamo fare il massimo per limitare le emissioni di carbonio senza ridurci in bancarotta o impoverire ulteriormente le popolazioni del terzo mondo.

Per gli scienziati è una fonte di enorme frustrazione il fatto che un dibattito razionale su quello che bisogna fare venga affossato da due tattiche contradditorie. Una è quella di mettere in discussione fatti di cui siamo certi. L’altra è quella di sostenere che le nostre conoscenze sono tali da permetterci di fare piani come se si potesse avverare soltanto la previsione più benigna.

La scienza non si limita a fornire avvertimenti, può anche indicare soluzioni. Occorre dispiegare tutta la tecnologia attualmente disponibile per dare inizio ad un futuro a basso tenore di carbonio. Ma sono anche possibili progressi enormi nell’efficienza delle celle fotovoltaiche, nell’immagazzinamento dell’energia da fonti intermittenti e nei metodi per catturare il carbonio prodotto da centrali inquinanti. Una campagna concertata di investimenti che supportino scienziati, ingegneri e aziende che possano realizzare questi miglioramenti ci darebbe maggiori probabilità di rispettare gli impegni presi durante i negoziati.

Proverei un grande senso di vergogna sapendo che nella mia vita abbiamo modificato irreversibilmente questo pianeta. Il passato mi dice che il clima cambia e che quando lo fa, è sempre in maniera distruttiva. Pertanto, la mia speranza per i negoziati sul clima è che i politici affrontino i fatti e abbiano aspirazioni ambiziose, sorrette da piani egualmente ambiziosi per raggiungerle. Così potremo evitare sia l’aria calda che quella fritta.

 

Testo di Eric Wolff, pubblicato su The Telegraph il 30 novembre 2015.

Traduzione di Emanuele Eccel e Luigi Ciattaglia, con revisioni di Sylvie Coyaud, Paolo Gabrielli e Gabriele Messori.

5 responses so far

5 Responses to “Da scienziato, mi vergogno di quanto poco stiamo facendo riguardo al cambiamento climatico”

  1. Giovanni Dittaon Gen 23rd 2016 at 17:23

    Potete mandare una copia all’Antonino nazionale?
    Chissa’che non riesca a risolvere le tre equazioni sulle quali continua ad insistere

  2. GinoPon Gen 23rd 2016 at 22:49

    Segnalo un altro intervento significativo, quello di Piers Sellers, capo della divisione Earth Sciences del NASA Goddard Space Flight Center ed ex astronauta, sul New York Times:
    http://www.nytimes.com/2016/01/17/opinion/sunday/cancer-and-climate-change.html?_r=0

  3. Stefano Ceccarellion Gen 26th 2016 at 17:46

    Segnalo a chi fosse interessato questo mio contributo sulla transizione energetica e sul tasso di sostituzione delle fonti fossili con le rinnovabili da qui al 2050 necessario per stare sotto i 2°C:

    https://stopfontifossili.wordpress.com/2016/01/25/2050-odissea-sulla-terra/

  4. […] già raccontato in passato come  molti scienziati, dopo aver individuato le cause dei cambiamenti climatici (le emissioni da fonti energetiche […]

  5. […] già raccontato in passato come  molti scienziati, dopo aver individuato le cause dei cambiamenti climatici (principalmente le emissioni da fonti […]

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