Buon #climatestrike
Il 15 marzo in tutto il mondo ci sarà una grande mobilitazione contro i cambiamenti climatici, fatta da tanti giovani che hanno raccolto l’appello lanciato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg. Climalteranti con questo post invia un messaggio di appoggio a tutti i manifestanti.
Care ragazze e cari ragazzi,
Grazie della vostra iniziativa. Siamo un gruppo di studiosi che da più di 10 anni su questo blog cerca di far capire gli aspetti scientifici e strategici dell’evoluzione del clima, e le loro implicazioni.
Il clima è cambiato anche in passato, per cause naturali. Quello che contraddistingue la situazione attuale è la rapidità del cambiamento ed il fatto che sia dovuto alle attività umane, all’enorme quantità di gas climalteranti che rilasciamo nell’atmosfera, con varie conseguenze tra le quali un rapido innalzamento delle temperature globali.
Gli effetti sono e saranno principalmente negativi nella maggior parte del nostro Pianeta. Non abbiamo tempo per elencarli tutti, ne citiamo sei: le estati più torride, gli eventi meteorologici estremi sempre più frequenti, gli allagamenti nelle zone costiere, il rischio di gravi carenze idriche, una maggiore diffusione di malattie tropicali e l’acidificazione degli oceani.
Dobbiamo quindi affrontare il problema rapidamente e con grande decisione, non è più il momento di discutere e temporeggiare.
Un primo passo è la mitigazione, ovvero prevenire il problema, per prima cosa riducendo drasticamente le nostre emissioni climalteranti. Ma non basta. Anche se le azzerassimo subito, il clima continuerebbe a cambiare per decenni, se non secoli, a venire. Questo perché molte sostanze, una volta emesse nell’atmosfera, vi rimangono molto a lungo.
Un secondo passo è quindi l’adattamento ai cambiamenti già in atto e che inevitabilmente continueranno in futuro, in altre parole aumentare la resilienza della nostra società ai rischi del cambiamento climatico.
In tutto questo, i giovani sono coloro con meno colpe ma anche i più colpiti, visto che chi oggi è già anziano non vedrà le conseguenze peggiori dei cambiamenti climatici. Ma i giovani sono anche coloro che più potranno fare, oggi ed in futuro, per limitare i danni inevitabili e prevenire gli altri.
E questo è il terzo passo, altrettanto, se non più, importante: la mobilitazione dei giovani per incitare governi, ma anche famiglie ed amici, ad agire contro il cambiamento climatico. Si può fare tantissimo sia a livello individuale che collettivo. Ridurre gli spostamenti non essenziali e privilegiare i mezzi pubblici o la bicicletta; risparmiare energia e scegliere una fornitura elettrica da fonti rinnovabili; fare attenzione nei propri gesti quotidiani come produrre meno rifiuti, differenziare i restanti e non sprecare acqua o cibo; ridurre il consumo di carni rosse – la cui produzione causa emissioni molto elevate di gas climalteranti. Sono passi semplici che, se seguiti da tutti, possono dare un forte contributo.
Ma è indispensabile anche l’azione politica, la pressione verso i nostri governanti perché facciano scelte che favoriscano l’evoluzione della produzione elettrica verso energie rinnovabili, l’economia circolare, l’eliminazione dei sussidi ai combustibili fossili, un’efficace prevenzione (i.e. ben pianificata e finanziata) dei rischi del cambiamento climatico. Ed è importantissima l’azione culturale, una migliore educazione sulla sostenibilità ambientale e sui cambiamenti climatici nelle scuole e università, una migliore informazione, perché si comprenda la necessità di vivere all’interno dei limiti del nostro pianeta.
Vi sosteniamo e speriamo che la vostra generazione prenda in mano i pochi e sparsi progressi fatti finora, e indichi una strada per fare di più e di meglio.
Il Comitato Scientifico di Climalteranti
33 responses so far
E, a proposito di togliere argomenti ai negazionisti climatici
It’s Official: Human-Caused Climate Change Has Now Reached ‘Gold Standard’
New analysis of 40 years’ worth of satellite data shows that it’s a near-certainty that humanity is actively causing global climate change.
Climate deniers often claim, in the face of overwhelming evidence, that the planet is heating up and natural disasters are becoming more intense and common just because that’s the way it is – incorrectly insisting that humanity’s love affair with fossil fuels has nothing to do with it.
Now, scientists say the chances that that’s true are just one in a million.
According to the research by scientists at California’s Lawrence Livermore National Laboratory, that’s because climate data has now reached a so-called “gold standard” of scientific evidence – there’s only a one in a million chance that ongoing climate change could have been caused by anything other than humanity, reports Reuters.
“The narrative out there that scientists don’t know the cause of climate change is wrong,” Benjamin Santer, the scientist who led the research, told Reuters. “We do.”
The scientific research process almost never eradicates uncertainty: researchers test their hypotheses to get a better understanding of the world, but there’s almost always some other factor out there that could have impacted their findings.
In other words, a gold standard is not something that’s taken lightly.
The new analysis looked at the three largest satellite data sets used by climate scientists. It shows that two of those data sets reached the gold standard of certainty that humanity causes climate change back in 2005, and the third did in 2016.
That level of certainty, highly uncommon in scientific research, makes humanity’s impact on the planet very clear. And now we have to figure out what to do about it.
“Humanity cannot afford to ignore such clear signals,” reads the analysis.
Dimenticato il riferimento alla pubblicazione (Nature Climate Change)
https://www.nature.com/articles/s41558-019-0424-x
Quest’altra ricerca, invece, spiega perchè è così difficile far percepire l’allarme climatico
Quando si tratta di meteo si ha la “memoria corta”: lo si ricorda solo per pochi anni
La teoria della rana che non si accorge di bollire, metafora del fatto che non ci accorgiamo del clima che cambia e quindi non ci allarmiamo troppo, è stata confermata scientificamente I ricercatori dell’Università della California di Davis hanno monitorato oltre 2 miliardi di commenti su Twitter, scoprendo che quando si tratta di meteo si ha la “memoria corta”: in generale le persone tendono a pubblicare messaggi su Twitter quando le temperature sono insolite in un particolare periodo dell’anno (il caldo o freddo eccessivi sembrano rendere le persone infelici e scontrose). Se le temperature insolite si ripetono anno dopo anno, il numero dei commenti cala rapidamente, anche se si continuano ad esprimere sentimenti negativi: l’idea di tempo normale si riferisce a ciò che è accaduto negli ultimi 2, massimo 8 anni, e si finisce per dimenticare completamente di com’era in precedenza, con il rischio di considerare normale quello che non lo è, come i cambiamenti climatici.
PNAS, 2019 DOI: 10.1073/pnas.1816541116
[…] FRIDAY4FUTURE: Il 15 marzo in tutto il mondo ci sarà una grande mobilitazione contro i cambiamenti climatici, fatta da tanti giovani che hanno raccolto l’appello lanciato dalla sedicenne svedese Greta Thunberg. Articolo su Climalteranti […]
#alsarago58
Senza nulla togliere alla ricerca sulla percezione del clima, forse se i mass media strombazzassero il problema alla maniera con cui fanno con i tweet di Salvini, gli errori della VAR in serie A e simili FORSE ci sarebbe meno sindrome da rana bollita.
[…] che parlano dell’iniziativa globale del 15 marzo, a cui collaboriamo a Carpi, rilanciamo questo tratto dal sito […]
non so come andrà a finire la storia intrapresa da Greta ma sicuramente, se fossi un giovane politico, inizierei a pensare bene a introdurre seriamente nel programma del mio partito la qustione climatica.
Non tanto (ragionando da politico) perchè me ne frega qualcosa ma quanto meno per prendere voti..
La politica del futuro, secondo il mio modesto parere, sarà un futuro senza politica; le questioni dei cambiamenti climatici sono così di caratura olistica che probabilmente non ci sarà spazio, in futuro, per temi quotidiani di lana caprina dei quali, spesso, la politica si innamora perdutamente.
Ci sarà sicuramente un bacino elettrorale piuttosto smaliziato in futuro..con milioni di persone assenti nelle urne e impegnate su “piani” di importanza fondamentale.
In fondo quello che dice Greta è, sul piano logico, spiazzante: che vado a fare a scuola se non ho futuro?
Occhio perchè in alcune nazioni europee la questione potrebbe diventare già esplosiva a breve nelle prossime elezioni, con i vari movimenti dal basso che se riuscissero ad incanalare il sentimento generale della “crescita” verso una critica sul piano ‘fisico’, scientifico, potrebbe fare il grande salto.
In bocca al lupo Greta!
Zingaretti ha dedicato la vittoria alle primarie PD a Greta…speriamo bene…certo che quando sei all’opposizione è più facile fare questi bei gesti…tanto poi le politiche concrete le devono fare gli altri.
[…] del comitato scientifico del sito Climalteranti, sul quale è stata recentemente pubblicata una lettera aperta di sostegno al movimento. «È necessaria una forte volontà popolare per spingere la politica a […]
Dopo aver letto questo articolo, un giornalista di Radio Popolare ci ha chiesto una intervista, che è diffusa qui
https://pod.radiopopolare.it/giornimigliorimicap_1_09_03_2019.mp3
a partire dal minuto 0.55 circa
Salve a tutti, ho letto un articolo su un blog che dice che il global warming è una bufala e una frode assoluta e si accusa il 99% dei climatologi mondiali di essere pagati per falsificare i dati.
Ne hanno anche per Greta, che viene insultata e ridicolizzata.
Pensate che dietro a queste frasi ci sia della sostanza ?
http://www.climatemonitor.it/?p=50385&fbclid=IwAR3xI6fSgQeZuzK2psS27w2uO5m-2gS-GkZdVUi4PmhrivnAKsmW4U8Tfxw
@Massimo
Gli studi sono chiari da decenni, considera che anche le compagnie petrolifere sapevano tutto (e hanno fatto l’impossibile per seminare dubbi):
https://www.theguardian.com/environment/climate-consensus-97-per-cent/2018/sep/19/shell-and-exxons-secret-1980s-climate-change-warnings
Se i climatologi volevano fare i soldi bastava si mettessero sul loro libro paga (come alcuni hanno peraltro fatto).
(Anzi spesso non erano nemmeno climatologi..)
Si grazie Paolo lo sospettavo. Non capisco però questa ostinazione, persino astio e odio che c’è in quel blog contro chi crede nel GW. Una volta ho provato a intavolare una discussione ma sono stato insultato in malo modo, non mi sembra gente disposta a un confronto.
Massimo, per coincidenza c’è un articolo su uno degli ultimi New Scientist che parla proprio di questo, cioè del perchè persone colte e intelligenti, si incaponiscono ad appoggiare
teorie discreditate (Sì, i negazionisti climatici non sono tutti degli svitati)
Prima di tutto c’è il fatto che l’effetto Dunning Kruger (quello di credersi esperti in campi dove si sa poco o niente), è particolarmente forte fra laureati e professionisti: siccome si sentono in gamba in un certo settore, ingannevolmente estendono questa loro percepita caratteristica in altri. Questo effetto può sfociare nella “Nobel disease”, per cui certe persone estremamente esperte in un settore, vengono, come dire, traviate dalla gloria del più alto dei premi scientifici, e si mettono a discettare con sicumera, di cose di cui ne sanno più o meno come il cittadino medio, vedi Rubbia, per fare un solo esempio.
Poi c’un effetto età: molti dei più prominenti negazionisti climatici di alto livello intellettuale sono piuttosto anziani, in loro pare agisca una certa rigidità mentale e culturale. Formatisi in anni in cui i temi climatici erano praticamente inesistenti, tendono a dismetterli come poco importanti, anche perchè spesso non hanno il tempo, le energie e la voglia, di informarsi a fondo su di loro, mentre invece i temi che ai loro tempi erano preminenti, e che conoscono a menadito, per loro continuano ad esserlo. Può essere una delle ragioni per cui Moore, che è un ecologo formatosi nelle battaglie contro piogge acide e inquinamento chimico, “odia” i temi climatici, li vede solo come una distrazione di energie e risorse.
Poi c’è il Motivated reasoning, cioè il fatto che queste persone sono abituate a ragionare, è vero, ma quando certe conclusioni cozzano con la loro cornice identitaria-politica (come può essere per un Repubblicano dover ammettere che Trump dice idiozie sul CC), allora sono bravissimi a trovare ed esaltare i fatti che gli danno ragione, e trascurare quelli che gli dimostrano che hanno torto.
Infine ci sono le echo chamber: se l’ambiente che frequenti, per lavoro o come amicizie, è fatto solo di persone che la pensano come te, questo non solo ti rinforza nelle tue convinzioni, ma se lì qualcuno è particolarmente influente ed eloquente, molti “mettono a riposo”, il loro cervello e seguono pedissequamente quanto dice il leader.
Nel caso di Patrick Moore, infine, c’è anche molto astio per la guerra pluridecennale fra lui e gli ex compagni di Greenpeace: se Greenpeace fosse negazionista climatica, mi sa che Moore sarebbe un paladino della lotta al CC
Ciao, per favore mi potresti dare il link di questo articolo ? Grazie mille Tiziana
Concordo con Alsarago. Tutto vero.
Credo però che la ragione prevalente, magari non in quel sito specificamente ma in generale, siano i preconcetti ideologici.
Non mi stupirebbe in effetti che nel caso i fossili ci lasciassero prima che noi lasciamo loro (v. link sotto) i deniers diano la colpa della penuria a ecologisti e climatologi…
http://energyskeptic.com/2019/iea-2018-world-energy-outlook-peak-oil-is-here-oil-crunch-by-2023/
https://ourfiniteworld.com/2019/02/22/have-we-already-passed-world-peak-oil-and-world-peak-coal/
Se tornate su
http://www.climatemonitor.it/?p=50385&fbclid=IwAR3xI6fSgQeZuzK2psS27w2uO5m-2gS-GkZdVUi4PmhrivnAKsmW4U8Tfxw
scoprirete che ho fatto un paio di interventi scomodi nella chiesa della setta, e tanto è bastato per farmi bannare, impedendomi così di replicare alle risibili scemenze (ci risiamo con gli elefanti di Annibale…) che continuano a sventolare come “prova del Grande Complotto climatico” (in cui adesso hanno arruolato anche i grandi produttori di combustibili fossili!).
Sinceri democratici, che temono che qualcuno incrini la bolla in cui si sono rinchiusi e preferiscono tapparsi gli occhi, piuttosto che affrontare la realtà ed ammettere di aver preso una gigantesca cantonata.
@Alsarago58
In realtà c’è stato anche un Rubbia fermamente convinto del global warming:
http://www.repubblica.it/2005/i/sezioni/scienza_e_tecnologia/rubbiaene/rubbiaene/rubbiaene.html
Solo che allora promuoveva il solare termodinamico e il nucleare basato sul torio; oggi che si è fatto paladino del gas e in particolare dello shale, è diventato ‘scettico’. Mah…
Beh sugli interessi economici e la mala fede di Rubbia e Zichichi ormai le evidenze abbondano.
Aparte che Rubbia e Zichichi di climatologia ne sanno meno di mia nipotina che ha 4 anni, poi se aggiungiamo gli interessi economici che hanno dietro, allora si capisce questa volontà ferrea nel mentire, manipolare, falsificare, diffamare, calunniare etc…
Piccoli scienziati, piccolissimi uomini….
Oggi milioni di farfalle
hanno scosso atmosfere paludose
stagnanti da stagioni sopra intere lande
non sono lepidotteri non erano bruchi e bachi
e non da bozzoli setosi sono sgusciati fuori
se fossero stati insetti d’ali variopinte
già qualche tempesta avrebbero causato
da qualche parte pronta allo scompiglio
eppure non s’è sentita notizia d’uragani
di tetti scoperchiati divelti tronchi e chiome
burrasche con darsene colme di relitti
improvvisamente come sciami d’api
in cerca di dimora per una progenie nuova
gioventù terrestre ha gremito piazze del pianeta
loro con una vita intera da scialare
hanno avvisato che non c’è altro tempo
quelli che han vissuto decenni di vantaggi
tempo da perdere per rimediare ai danni
di un campare di fasti ormai osoleti
d’illusioni di crescite invadenti
nemmeno dovessimo competere
in questo mondo di speci conconcorrenti
anche con le cellule dei tessuti cancerosi
potrebbe non essere successo niente
o invece essersi crepato un velo di valanga
e quando scende è lei che detta il vento.
Marco Sclarandis
Ed ecco un’ accozzaglia di falsità, disinformazione, calunnie e chi più ne ha più ne metta.
Notate che questa gente, che spaccia titoli FALSI, insegna nelle Università (la sapienza) e alla Protezione Civile
https://soundcloud.com/user-172756622/cambiamenti-climatici-cause-umane-o-naturali?fbclid=IwAR3YfS1T8SmhMwp6snltSyG91YJMWnvnw-DEJd20eyYBGekxxsce5huRhDo
Minuto 22: la T media globale è scesa di 5 gradi negli ultimi 20 anni.
Minuto 46: questo fantomatico Madrigali che si spaccia per dottore e professore , climatologo e meteorologo e scienziato (essendo in realtà un semplice elettrotecnico senza aver mai frequentato 1 giorno di unversità) si vanta di aver salvato ripetutamente la vita a alpinisti himalayani via telematica prevdendo tempeste di neve dal suo studio (casa) di Grosseto.
Se volete sorbirvi tutta la trasmissione e la quantità indicibile di nefandezze dette (da record mondiale) preparatevi perchè è per stomaci forti
Intanto i giovani in piazza sono tanti, in tantissime città, in pressoché tutti i paesi del mondo. E’ lo sciopero in contemporanea più vasto di tutti i tempi.
E la politica risponde: il segretario generale dell’ONU li ringrazia e invita i politici ad appuntamento a settembre per innalzare l’ambizione degli NDC:
https://www.theguardian.com/commentisfree/2019/mar/15/climate-strikers-urgency-un-summit-world-leaders
Queste e altre notizie e commenti alla giornatona di oggi a partire da:
http://www.accordodiparigi.it/scioperoclima.htm
Giussani, in realtà il caso Rubbia è ancora più strano, perchè nello stesso periodo in cui faceva il famigerato intervento al Senato (di cui penso si sia pentito) allineando sciocchezze scaricate da Internet, stava lavorando a una nuova tecnologia per la rimozione del carbonio dal metano fossile, così da bruciare solo idrogeno ed evitare la CO2.
http://oa.upm.es/12698/1/INVE_MEM_2011_113473.pdf
Quindi, da una parte abbiamo il Rubbia1 che dice che il CC non c’è e se c’è non è colpa dell’uomo, dall’altra il Rubbia2 che collabora a tecnologie che, secondo il Rubbia1, non hanno alcun senso di esistere…boh, come dico spesso in questi casi più che un climatologo serve uno psicologo…
Sembra che le manifestazioni per il clima di venerdì 15 abbiano avuto successo.
Posso testimoniare che ieri pomeriggio nella mia sonnolenta città, un’aula dell’università dell’Insubria è stata affollata per quattro ore da oltre 100 persone (in gran parte studenti) che hanno assistito con pazienza e attenzione agli interventi di approfondimento sul tema, organizzati dagli studenti stessi (guest star, il sempre efficace Frank Raes).
L’interesse e l’entusiasmo di questi giovani: un raggio di luce, in questi tempi cupi.
A leggere la feccia vomitata in giro da certi personaggi commentando la manifestazione e denigrando Greta, si potrebbe pensare che non vale la pena di salvare la nostra specie. Ma ci sono ancora esseri umani che valgono il tentativo.
Il maggior rischio che stiamo correndo è di confondere queste due parole: “rinnovabile” e “sostenibile”. Attenzione: dietro la parola “rinnovabile” si nascondono coloro che vogliono perpetuare il modello energetico industriale all’interno di una “green economy” che diventerebbe non sostenibile.
Pensate agli ettari di pannelli fotovoltaici sui terreni agricoli, oppure ai parchi eolici industriali nelle aree verdi del pianeta: in Italia il cemento usato per i plinti delle fondazioni è creato bruciando i rifiuti tossici e radioattivi nei cementifici di proprietà della ‘Ndrangheta (la mafia più potente del mondo). Consumano suolo, inquinano le falde acquifere, uccidono uccelli, riducono la biodiversità, impoveriscono le popolazioni che vivono nelle loro vicinanze, ma soprattutto creano un danno culturale che sarà difficile combattere.
Bisogna iniziare subito a sottrarre gli incentivi all’industria dell’energia rinnovabile dannosa per l’ambiente e redistribuirli alle singole famiglie e persone che vogliono mettere un impianto solare termico, fotovoltaico, micro-eolico verticale sopra la propria casa. Più posti di lavoro per tanti piccoli progettisti, installatori e manutentori; bollette energetiche dimezzate per la maggior parte delle famiglie e contrasto all’accumulo di potere finanziario e politico di pochi a spese di tutti. Il contrasto sincero ed equo al cambiamento climatico dovrebbe essere l’utopia guida del XXI secolo: la prima utopia che non possiamo evitare di realizzare.
In realtà pare che Greta abbia le idee chiare anche sul cosa fare…
Greta Thunberg ha rilasciato queste dichiarazioni allo Young Post, sito web del South China Morning Post, dove ha spiegato che l’impegno che l’ha portata alla guida del movimento giovanile globale contro i cambiamenti climatici nasce anche un po’ dal disturbo di cui è affetta: “Non credo sarebbe stato possibile senza,” dichiara riferendosi alla sindrome di Asperger. “Lavoro e penso in maniera un po’ diversa, mentre era facile per chiunque altro dimenticare questa terribile immagine di un orso polare che muore di fame, mostrataci in classe, io non sarei più in grado di guardarmi allo specchio, se lasciassi perdere“.
La giovane pero non è solo determinata ma anche organizzata, ed infatti ha spiegato anche cosa farebbe se per tre giorni fosse a capo del gruppo intergovernativo sui Cambiamenti Climatici delle Nazioni Unite: “Il primo giorno spiegherei che una crisi è imminente e che dobbiamo agire di conseguenza. Il secondo giorno dichiarerei uno stato di emergenza internazionale e stabilirei un ‘carbon budget‘ globale basato sulla giustizia climatica, e calcolare i numeri per i Paesi ricchi sarebbe la mia priorità. L’ultimo giorno farei sapere a tutti che solo la democrazia, assieme alla scienza e alla buona volontà tra le nazioni, ci possono salvare, perché sono le tre pietre angolari della società’“.
Parole intransigenti anche per il proprio Paese: “Sciopererò ogni venerdì finché la Svezia non sarà in linea con l’accordo di Parigi e spero che i bambini di tutto il mondo facciano lo stesso“, ha proseguito, nell’intervista condotta via Skype con il sito web di Hong Kong, regione amministrativa speciale della Cina, che è il primo Paese al mondo per emissioni di gas serra, e da solo contribuisce al 27% delle emissioni a livello globale, secondo le stime del World Resources Institute.
Durissimo il giudizio su chi non agisce contro il cambiamento climatico e non sostiene la sua iniziativa: “Se non si assumono la responsabilità delle loro azioni, saranno ricordati come i peggiori malvagi della Storia“. La sua battaglia ha coinvolto anche il suo stile di vita e la sua famiglia: “Ho smesso di volare e di comprare nuove cose, a meno che non sia assolutamente necessario“, ha proseguito la l’attivista. “Sono anche diventata vegana, i miei genitori ci hanno provato, ma lo trovano molto difficile“, ha aggiunto.
Allo Young Post, Greta ricorda anche la sua esperienza al World Economic Forum di Davos, dove è arrivata in treno dopo un viaggio di 32 ore e durante il quale ha dormito in una tenda, al contrario degli altri partecipanti che hanno viaggiato su jet privati e hanno pernottato in alberghi di lusso
Una civiltà a “emissioni zero” non può convivere con un sistema economico basato sulla crescita infinita: se non si ridiscute il sistema (cosa di cui Greta è consapevole) sarà tutto inutile.
Ed è più che urgente farlo, non solo per il clima, ma perché comunque il sistema ha i giorni contati vista la mole del debito mondiale e il peggioramento dell’EROI dei fossili.
Rischiamo che un collasso economico-finanziario da un giorno all’altro ci costringa comunque a riduzioni draconiane delle emissioni. E sarà tutt’altro che piacevole.
Riduzioni DRA-CO-NIA-NE!
Se ne rendono conto, ile giovani manifestanti, di cosa stanno (e giustamente) chiedendo?
Cinquanta per cento della popolazione impiegato in agricoltura, ile fortunat guidando buoi, il resto a zappare
Comunicazioni e trasporti, sanità, istruzione attuali ridotte a favole dell’ Età dell’ Oro.
Democrazia . . . sì vabbene, ciao ciao
Cmq, anche se non lo chiedono, questo gli tocca.
L’ultima battagliata…una serie incredibile di idiozie…ma perchè gli daranno ancora spazio?
Il Professor Franco Battaglia, docente di chimica fisica all’Università di Modena, è intervenuto ai microfoni de “L’Italia s’è desta” condotta dal direttore Gianluca Fabi, Matteo Torrioli e Daniel Moretti su Radio Cusano Campus, emittente dell’Università Niccolò Cusano.
In riferimento all’emergenza climatica Battaglia ha spiegato: “Già 20 anni fa scrivevo che questa storia del riscaldamento globale è una colossale ‘Gretinata’ –ha affermato Battaglia-. Greta non c’entra, è la piccola Greta, minorenne sfruttata da maggiorenni, i suoi seguaci si chiamano gretini. Vent’anni fa si diceva che non c’era più tempo per salvare il pianeta, che restavano solo 5-6 anni. Nel 2007 Al Gore, vicepresidente degli Usa nonché premio Nobel per la pace, disse: il Polo Nord tra 7 anni sarà completamente sciolto. Siamo nel 2019 e il Polo Nord è ancora lì. Qualche errore l’hanno commesso questi qui 20 anni fa. D’altra parte 70 anni fa quelli del club di Roma dicevano che nel 2000 non ci sarebbe stata più una goccia di petrolio. Se uno va a guardare nel passato, questi hanno sbagliato di brutto. Questo non vuol dire che siccome si sono sbagliati una volta e due volte, sbaglieranno sempre. Questo non lo posso dire perché sono uomo di scienza e dunque non posso fare questa conclusione. Tuttavia, è vero che è in atto un riscaldamento del pianeta e noi ne stiamo godendo, non soffrendo. C’è un fatto inconfutabile: questo riscaldamento è cominciato intorno al 1650, quando si era al minimo della piccola era glaciale, quindi dal 1650 ad oggi le temperature sono salite. Che cosa ha fatto salire le temperature nei 300 anni successivi quando le attività umane erano assenti? A questa domanda non ha mai risposto nessuno. Visto che questi gretini non hanno saputo dare una risposta, a qualcuno è venuto in mente di dire che non è vero che nel 1650 c’era la piccola era glaciale, cosa che invece è certificata anche da dipinti che ritraggono il Tamigi ghiacciato o pattinatori che pattinavano sulla laguna di Venezia. Circa 700 anni prima ci fu l’apice del cosiddetto periodo caldo medievale, quando le temperature erano di un paio di gradi superiori a quelle di oggi. Quindi per circa 500-600 anni le temperature sono passate dal massimo del periodo caldo medievale al minimo della piccola era glaciale, con una variazione media globale di circa 5 gradi. Ora, negli ultimi 150 anni la temperatura è aumentata mediamente di 0,8 gradi. In un sistema come il nostro pianeta che ha variazioni di 100 gradi, una variazione di 0,8 gradi significa una sola cosa: stiamo vivendo un periodo di clima straordinariamente stabile, al di là di ogni aspettativa. Quindi non esiste alcuna emergenza climatica. Non c’è nessuno scienziato serio che affermi queste cose. In Italia lo scienziato che viene presentato nelle varie trasmissioni è un tale Luca Mercalli, laureato non si sa bene se in geografia o in agraria, che di scienza non si è mai occupato e che viene considerato esperto di clima. Questo ha fondato una società di meteorologia di cui è unico socio e si è nominato presidente. Perché è stato sostenuto? Perché si devono vendere nel mondo e in particolare in Italia impianti di energia alternativa, in particolare fotovoltaici ed eolici. Questi impianti sono un fallimento perché non sono adatti alla produzione di energia elettrica, per l’uso che ne facciamo. Siccome questi oggetti sono un colossale fallimento ma sono molto costosi, è stata trovata una scusa per giustificare la loro necessità e ci si è inventati il cambiamento climatico. Questo è quello che ha fatto l’ex ministro Pecoraro Scanio che nel 2007 ha portato l’Italia da zero watt di fotovoltaico a 20giga watt. L’Italia si è impegnata con 200 miliardi sul fotovoltaico e questi 200 miliardi vengono sottratti dalle nostre bollette elettriche, che sono le più elevate al mondo. L’unico Paese al mondo che supera l’Italia sul fotovoltaico è la Germania, ma la Germania produce metà della sua energia elettrica dal carbone, un quarto dal nucleare, un altro 20% da gas, un 5% da idroelettrico e se fai le somme vedi qual è la percentuale rimasta per eolico e fotovoltaico. La Germania ha installato turbine eoliche e pannelli fotovoltaici, anche se gli danno pochissimo in termini di energia elettrica, perché è essa stessa a produrli. Così la Germania si fa vedere bella, dopodiché vende queste sole ad altri Paesi, ad esempio a noi”.
In attesa del prossimo “global strike” previsto per il 12 aprile, segnalo un’interessante intervista a Greta (in inglese):
https://daserste.ndr.de/annewill/videos/Interview-mit-Greta-Thunberg-Ich-bin-Realistin-Ich-sehe-Fakten,interviewthunberg100.html
paolo C.
grazie per la segnalazione: è davvero un fenomeno questa ragazzina.