Ghiacciai

Anche i ghiacciai del Caucaso sono in rapido ritiro

La seconda spedizione del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai” conferma gravissime perdite di massa per i ghiacciai del Caucaso meridionale legate ai cambiamenti climatici

  Nell’inesplorato Caucaso alberi al posto del ghiaccio. Fitti boschi sono cresciuti là dove si estendevano gigantesche lingue glaciali, delineando una demarcazione molto netta tra passato e presente. Le più importanti contrazioni sono  avvenute soprattutto negli ultimi 50 anni, nella superficie e nella lunghezza dei ghiacciai e sono riscontrabili solo attraverso indagini fotografiche e scientifiche molto accurate. E’ quanto emerge dall’analisi dei dati scientifici e delle fotografie di confronto, frutto di oltre sei mesi di lavoro, al ritorno dalla seconda spedizione del progetto “Sulle tracce dei ghiacciai”, svoltasi la scorsa estate nella catena montuosa del Caucaso, nella regione della Svanezia (Georgia) e sulla quale è stato anche realizzato un documentario.  Foto antica: 1890 Vittorio Sella - © Fondazione Sella Foto moderna: 2011 Fabiano Ventura - © Archivio F. Ventura Panorama sui colossi del Caucaso: il monte Tetnuldi (4853m) e il monte Skhara (5200m). Dal confronto fra le due fotografie, effettuate a 121 anni di distanza, si osserva con chiarezza il ritiro lineare delle fronti dei due grandi ghiacciai Adishi e Khalde.                   “Sulle tracce dei ghiacciai” è un progetto da me ideato, e che ho realizzato riunendo un team di scienziati, fotografi e alpinisti e ripercorrendo in 6 spedizioni le catene montuose più significative del Pianeta, studiando gli effetti dei cambiamenti climatici coniugando la comparazione fotografica e la ricerca scientifica sul campo. Ogni spedizione prevede infatti un confronto fotografico in alta qualità tra le immagini storiche e quelle attuali, ritratte dallo stesso punto geografico, nonché la raccolta di dati sul campo e la loro successiva analisi in laboratorio.  Sull’argomento è stato pubblicato un lungo articolo sul sito italiano del National Geographic, e un precedente post su Climalteranti. (altro…)
COPNegoziazioni

UNFCCC a Bonn: negoziato debole e noioso

I negoziati UNFCCC svolti a Bonn, ignorati dai mezzi di informazione nazionali, non hanno portato a risultati significativi, mentre le emissioni di CO2 continuano ad aumentare.   Sul tema dei cambiamenti climatico, cresce ancora il divario tra ciò che dovrebbe essere fatto e le azioni intraprese in diversi paesi e a livello internazionale. Ciò è emerso in modo palese ai lavori del round negoziale dell’UNFCCC, a Bonn, in Germania, dal 14 al 25 maggio. Il livello di consapevolezza sulla crisi climatica  continua a crescere in tutto il mondo, così come la percezione del legame esistente con l’incremento in numero e magnitudo di eventi meteo estremi. Queste percezioni sono concretamente supportate da un crescente numero di evidenze scientifiche, a partire dalla conferma dell’innalzamento del livello di CO2 in atmosfera. Solo pochi giorni fa l’IEA, l’Agenzia Internazionale dell’Energia, ha pubblicato i propri dati ufficiali relativi alle emissioni di CO2 del 2011 legate all’utilizzo di combustibili fossili relativi. Si riscontra un nuovo record, che incrementa del 3,2% quello che aveva già contraddistinto il 2010. Nel 2011 le emissioni globali di CO2 da combustibili fossili sono state pari a 31,6 Gt (miliardi di tonellate),1 in più del 2010. (altro…)
BufaleEnergia

L’imbroglionica e lo scetticismo necessario

Il caso della presunta scoperta dell’energia piezonucleare mostra l’importanza di distinguere l’imbroglionica dalla ricerca seria di nuove fonti di energia necessarie per limitare il surriscaldamento globale.   Sta facendo un po’ discutere nel mondo scientifico la vicenda della presunta scoperta e implementazione dell’energia nucleare piezoelettrica. In sintesi, alcuni ricercatori hanno sostenuto, anche in un articolo scientifico, di aver trovato un modo per produrre energia senza radiazioni né scorie, una specie di fusione fredda. Cosa che farebbe felici molti, in particolare quanti si occupano dei danni che la principale fra le attuali fonti energetiche, i combustibili fossili, sta causando al clima del pianeta. In realtà se si approfondisce, se si leggono le forti obiezioni pubblicate dagli scienziati o il quadro generale spiegato da Sylvie Coyaud, con le modalità delle richieste di investimenti di fondi pubblici per validare la scoperta stessa, lo scetticismo è necessario. La vicenda dell’energia piezonucleare ha molti aspetti in comune con tanti altri casi, che hanno riguardato anche il tema dei cambiamenti climatici. Casi di tesi deboli, se non strampalate, che hanno ottenuto notorietà per un breve periodo per finire poi cestinate senza appello. A volte per imperizia dei proponenti, altre per la ricerca di visibilità che da il cantare fuori dal coro, altre ancora per interessi meno trasparenti. (altro…)
Buone praticheRecensione

Dalle azioni individuali di mitigazione un contributo per il clima?

Per ridurre le emissioni di gas erra e vivere meglio, un libro con 101 ricette d’azione individuale e familiare. Ma se le cose da fare sono chiare, come far sì che facciano la differenza?   La tentazione di intraprendere azioni dirette a livello individuale e familiare è fortissima. Chi sente arrivare i cambiamenti climatici e si pone il problema di dare un contributo, per quanto piccolo, ma preciso e personale, oggi dispone di un’ampia letteratura che elenca le tante cose che si possono intraprendere. In essa spicca il libro di Lorena Lombroso e Simona Pareschi Dipende da te: 101 cose da fare che presenta in pillole un gran numero di gesti che possono aiutare a costruire un ambiente a misura d’uomo, favorendo concretamente la sostenibilità e la riduzione delle emissioni climalteranti. Suddiviso in 11 parti, il testo aiuta in scelte quotidiane ed azioni semplici, capaci ciascuna di dare un contributo concreto e una spinta simbolica per un mondo migliore. Simpaticamente illustrato da Matteo Zanfi e col solido sostegno scientifico di Luca Lombroso, il libro accompagna il lettore protagonista del cambiamento a fare azioni nel suo ambito di dominio diretto: la casa, la tavolo, l’orto, la scuola e l’ufficio (ed il luogo di lavoro in senso lato). Ovunque andiamo, siamo chiamati a fare delle scelte. Prendere quelle che aiutano l’ambiente può diventare il filo rosso che, come mostra il libro, le unisce tutte, senza peraltro complicarci troppo la vita. Il bello del libro è che sono tutte cose fattibili, alla portata di ciascuno, in ambiti che privatamente può e deve gestire. Sono le scelte di consumo (che poi trainano chi vende e lo spingono a rifornirsi dai produttori “giusti”); sono le scelte di trasporto, di mobilità, di comunicazione (da Internet alla fotografia digitale) – in una parola sono scelte di vita. Quelle sulle quali siamo bombardati di pubblicità e che rischiano di minare la nostra sostenibilità… finanziaria! (altro…)
AcquaConvegniModelli ClimaticiPrecipitazioni

Il clima fra Italia e Corea

Il prossimo 22 maggio si svolgerà a Seoul, presso la Ewha Womans University (chi vuole saperne di più sulle università femminili in Corea, legga qui), il Korea-Italy Symposium on Global Climate Change, organizzato congiuntamente dall’ Ufficio di Scienza e Tecnologia dell’Ambasciata Italiana in Corea, diretto dal Dr. Antonino Tata,e dalla sopraccitata università. L’edizione del 2012 fa seguito ad altre due iniziative analoghe svoltesi nel 2007 a Seoul e l’anno successivo a Torino. Un gruppo di studiosi coreani e italiani discuteranno congiuntamente la questione del cambiamento climatico globale, da un punto di vista multidisciplinare, in modo da offrire un'istantanea delle percezioni coreane e italiane su come il cambiamento climatico stia interessando entrambi i Paesi. Nello stesso tempo, si tenterà di valutare gli sforzi e le azioni intrapresi dai due paesi nel quadro dei programmi del Protocollo di post-2012/Kyoto. La partecipazione italiana prevede tre membri del comitato scientifico di Climalteranti.it: Alessio Bellucci, Stefano Caserini e Claudio Cassardo. Alessio Bellucci terrà una relazione sulle proiezioni climatiche su scale decennali. Stefano Caserini illustrerà l’utilizzo degli inventari emissioni per identificare sinergie e punti di conflitto nelle politiche sul clima e sulla qualità dell’aria, di cui si dirà in prossimi post. Claudio Cassardo presenterà una comunicazione dal titolo “La variabilità climatica e il bilancio energetico/idrologico: il caso delle Alpi”, in seguito brevemente riassunta. (altro…)
DatiIntervisteModelli Climatici

Dalla ricerca alla politica e ritorno

Nella seconda parte dell’intervista con Climalteranti, Gavin Schmidt parla dei vari interlocutori nella “conversazione pubblica” sul clima ed esprime un desiderio proprio mentre il suo governo sta per esaudirlo. I negazionisti dei cambiamenti climatici non trovano più argomenti nuovi, che siano in difficoltà? Non trovano argomenti nuovi da decenni! Ma il negazionismo (denial) è un atteggiamento pubblico molto legato al contesto politico. Se un partito politico pensa di guadagnarci qualcosa incitandolo, ritornerà. Non se ne va perché la razionalità prevale e la gente cambia opinione. C’è sempre, e l’attenzione che riceve da parte del pubblico dipende soprattutto dai protagonisti della conversazione pubblica, se si concentrano o meno su  questo tema. In Europa, in generale non lo fanno, quindi il problema si pone meno. Negli Stati Uniti abbiamo un partito di cui una metà ha deciso che il tema dei cambiamenti climatici va usato contro le élite liberali, contro Obama, adesso contro le tasse, contro qualunque cosa. Non perché abbia preso in considerazione la scienza e ne abbia tratto le proprie conclusioni. No, fa parte di un discorso preconfezionato. (altro…)
ErroriProiezioniTemperature

2015, nessun picco di riscaldamento previsto

Un articolo di Repubblica contiene in un box redazionale due errori di segno opposto sul futuro del clima del pianeta.   Su Repubblica di venerdì 4 maggio 2012 è stato pubblicato un interessante articolo del corrispondente dagli Stati Uniti, Federico Rampini, intitolato “Il complotto del clima” L’articolo ha avuto una grande visibilità, con attacco in prima pagina di spalla (titolo “Il complotto per negare l’allarme clima”), e tre pagine intere dell’inserto R2, che ospitava anche un articolo di Mark Hertsgaard intitolato “Pensano solo ai profitti e non al futuro dell’umanità”. L’articolo è la recensione di un libro appena uscito negli USA (non ancora in Italia, purtroppo), “Private empire”, in cui l’autore Steve Coll racconta con una approfondita inchiesta “il ruolo sistematico del gruppo petrolifero nel falsificare per anni la scienza sul cambiamento climatico, finanziare ogni sorta di teorie negazioniste, influenzando l'opinione pubblica e interferendo sul dibattito politico americano”. La frase sopra riportata è presente nell’articolo di Rampini, e va intesa nel senso che la scienza del clima proposta da ExxonMobile era falsa; a scanso di equivoci, è meglio ricordare che la scienza del clima vera, cioè quella sintetizzata nei rapporti IPCC, non è stata falsificata, nonostante gli sforzi e i finanziamenti delle lobby petrolifere. Non è una notizia particolarmente nuova, in quanto l’azione delle lobby USA per cercare di confondere l’opinione pubblica sui pericoli del pianeta era già stata raccontata in libri, film, rapporti e specifici siti web; ma questa corposa indagine è senz’altro benvenuta e ancora utile. (altro…)
Eventi estremiStatisticheTemperature

Caldo estremo

In un post  su Realclimate, Stefan Rahmstorf e Dim Coumou mostrano perché il dibattito sugli estremi delle temperature è spesso viziato da domande mal poste.   A proposito delle ondate di calore estreme si sente spesso dire qualcosa del genere: “Se questa ondata ha superato di5 °Cil record precedente, il riscaldamento globale c’entra poco, visto che in un secolo è stato solo di1 °C”. Di seguito spieghiamo perché consideriamo questa logica doppiamente errata. Si possono fare due domande diverse (Otto et al. 2012): 1. Quanto calore ha aggiunto il riscaldamento globale a questa ondata? Ci è un po’ difficile inquadrare la domanda perché implica che la stessa situazione meteorologica si sarebbe verificata anche senza il riscaldamento globale, solo, per dire, ad un livello di temperatura inferiore di1 °C. Non è per forza vero, naturalmente, poiché il tempo meteorologico è fortemente stocastico e il riscaldamento globale può anche influenzare le caratteristiche della circolazione atmosferica. (altro…)
IntervisteModelli Climatici

La scienza del clima è un sforzo cooperativo

… e per questo è così entusiasmante, dice Gavin Schmidt  in un’intervista in esclusiva a Climalteranti a Venezia il 29 marzo,  in occasione della conferenza "Communicating climate change issues". Il video della prima parte dell’intervista è disponibile qui, in seguito la traduzione a cura di Sylvie Coyaud. Chissà se esiste uno scienziato del clima laureato in scienze del clima. Lei in che cosa si è laureato? Ho studiato matematica a Oxford, il mio dottorato era in matematica applicata alla dinamica dei fluidi, vagamente associata agli oceani. Poi da post-doc, ho cominciato a interessarmi al clima. Come mai? Era dove c’erano le domande più interessanti. C’è un sacco di complessità nella scienza del clima. Con i problemi di matematica, ci si può arrangiare con le medie, postulare “poniamo una mucca sferica”… Questa è fisica! Vale anche in matematica. Ma davanti a problemi reali, se vuole trovare delle risposte rilevanti per il mondo reale, non basta presumere che tutte le complessità scompariranno. Deve affrontare le complessità, vuol dire che deve occuparsi di questioni vere, tener conto anche di piccoli dettagli, e questo vuol dire che non sarà facile trovare una risposta. Non potrà semplicemente scrivere  equazioni e risolverle, che è quello che un matematico fa. Quando diventa uno scienziato del clima, o quando si occupa di qualcosa di più complesso, deve accettarne la complessità, usare metodi diversi, pensare in modo diverso. E’ più interessante, ed è anche più nell’interesse degli altri. (altro…)
DibattitoEconomiaNegazionisti

Al Casinò del clima può uscire lo zero o il doppio zero

In seguito all’intervento di William Nordhaus pubblicato sul New York Review of Books (vedi il post “Perché sbagliano gli scettici del riscaldamento globale”), tre famosi “scettici”, Roger Cohen, William Happer e Richard Lindzen, hanno inviato una risposta, che è stata pubblicata assieme alla replica dello stesso Nordhaus, che contiene altri spunti interessanti su come demolire l’argomento che non conviene agire perché ci sono ancora alcune incertezze nella scienza del clima . Pubblichiamo insieme a Effetto Cassandra la traduzione di entrambi gli scritti di Massimiliano Rupalti.   Risposta a William Nordhaus di Roger Cohen, William Happer e Richard Lindzen Sulla New York Review of Books del 22 marzo 2012, William Nordhaus esprime un’opinione sul perché “sbagliano” gli scettici del riscaldamento globale in generale, e i sedici scienziati ed ingegneri che hanno scritto due editoriali sul Wall Street Journal (1) in particolare. Siamo tre di quei sedici scienziati e rispondiamo qui al Professor Nordhaus. Il saggio del Professor Nordhaus contiene sei punti. Il primo punto rigira il fatto ovvio che non c'è stato nessun riscaldamento statisticamente significativo per circa quindici anni, in un’affermazione che non abbiamo fatto, cioè che non c'è stato riscaldamento durante gli ultimi due secoli. Il Professor Nordhaus continua a confondere questo con il problema dell' attribuzione: per esempio, determinare di cosa ha causato il riscaldamento. L'attribuzione è una materia distinta. Mentre ci sarebbe molto da ridire sulle registrazioni delle temperature, è generalmente accettato il fatto che ci sia stato un aumento della temperatura media globale simile a quella mostrata nel primo grafico del Professor Nordhaus. Il periodo precedente di due o tre secoli era molto più freddo ed è conosciuto come la Piccola Era Glaciale. Una registrazione più lunga avrebbe ovviamente mostrato periodi ancora precedenti come ugualmente caldi se non più caldi di quello presente. L'osservazione che gli ultimi anni comprendono alcuni degli anni più caldi mai registrati non implica affatto un riscaldamento futuro, così come i massimi registrati dalla borsa non implicano un mercato futuro in costante crescita. Il fatto che il riscaldamento sia molto rallentato implica, per lo meno, l’esistenza di altri processi attualmente in competizione con l'aumento costante di gas serra. Il secondo punto riguarda la nostra osservazione sugli attuali modelli climatici che sembrano esagerare il riscaldamento dovuto alla CO2. Questo ha  a che fare con problema cruciale della sensibilità climatica, l'aumento della temperatura causato da un raddoppio della CO2. Il Professor Nordhaus presenta due grafici del rapporto del 2007 dell'IPCC (2) che pretende di mostrare che, senza le emissioni antropogeniche, i modelli simulano con successo le temperature medie fino a circa il 1970 ma non riescono a farlo da lì in poi. Questa è la base della dichiarazione dell'IPCC secondo la quale è probabile che la maggior parte del riscaldamento degli scorsi 50 anni sia dovuto alle emissioni umane. Una procedura simile esige che il modello includa correttamente tutte le altre fonti di variabilità. Tuttavia, viene riconosciuto che il fallimento dei modelli nel prevedere lo iato nel riscaldamento durante gli scorsi 15 anni indica che tale condizione non sia stata soddisfatta. (3) Inoltre c'è il fatto imbarazzante che i modelli non riproducono il riscaldamento dal 1910 al 1940, che è quasi identico a quello dal 1970 al 2000, ma è avvenuto prima che le emissioni umane divenissero tali da essere considerate importanti. (altro…)
IncertezzaNegazionismo

Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA

Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...
Protocollo di Kyoto

Tira un gran brutto vento

L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...
Recensione

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica

Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...
RecensioneStoriaTemperature

La storia del clima in Italia

È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...
Climalteranti.it
Appello

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea

Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...
Religione

Il clima come bene comune

Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...
Emissioni

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima

I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Comunicazione

Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati

Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario.   Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....
Immaginre sulla Neutralità climatica 100%
EnergiaMitigazione

100% di elettricità rinnovabile è possibile

Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni.   È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...
Copertina di "Manuale di psicologia"
Psicologia

Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica

Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023).   Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...