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Un’altra estate rovente e siccitosa sull’Emilia-Romagna

Dopo l’estate del 2003, attribuita all’eccezionale persistenza di un promontorio anticiclonico sul Mediterraneo, siamo oggi di nuovo alle prese con condizioni simili e del tutto anomale rispetto al clima del passato.

Si sa in Italia d’estate fa caldo, ma l’estate 2012 è, meteorologicamente parlando, speciale. Abbiamo assistito al susseguirsi di forti ondate di caldo intervallate da periodi relativamente più freschi  ma con temperature massime quasi sempre superiori alla media climatologica. E’ ormai da qualche anno che le ondate di caldo sulla nostra regione, e sul Fig. 1Nord-Italia, si stanno intensificando. Come si può vedere dalla figura 1, è evidente un progressivo aumento delle temperature estive sull’Emilia-Romagna ad iniziare dagli anni 1980, con una decisa accelerazione dalla metà degli anni 90’.

Figura 1: Anomalia della media delle temperature massime estive (Giugno, Luglio, Agosto) rispetto alla climatologia di riferimento 1961-1990

 

 

 

 

 

Quest’anno però abbiamo assistito ad un’ulteriore impennata, con temperature in alcune zone  comparabili con quelle del 2003 (figura 2).

EMILIA

Figura 2: Confronto fra le anomalie della media delle temperature massime di giugno, luglio, agosto per il 2003 (sinistra) e il 2012 (destra). La climatologia di riferimento è quella del ventennio più recente 1991-2010, già sensibilmente più caldo del precedente periodo 1961-1990. Le anomalie nel 2003 sono state leggermente superiori e più estese anche se è interessante notare che sulla pianura centrale le anomalie stagionali del 2012 sono comparabili con quelle del 2003, superiori a +3°C.

Ad iniziare da giugno si sono già verificate 7 ondate di calore (periodi con Tmax superiore ai 35°C) con gli scenari attuali previsionali, che anche a lungo termine, indicano una relativa persistenza dell’anomalia di temperatura anche per le prossime settimane. Ci sono quindi le premesse affinché questa estate rappresenti un nuovo inquietante record ad appena nove anni di distanza, dall’estate del 2003 il cui periodo di ritorno (rispetto al clima di riferimento plurisecolare) era stato stimato essere maggiore di 10.000 anni (Schär e altri, 2004). L’aumento della frequenza di estati di questo tipo è uno dei segnali previsti dagli scenari di cambiamento climatico, che per le zone Mediterranee prevedono che queste estati possano diventare molto più frequenti nel clima futuro, e forse già lo sono. La velocità con cui si sta realizzando questo aumento delle temperature è preoccupante e probabilmente dipende da un aumento dei fattori meteorologici predisponenti a grande scala (aumento della frequenza dell’arrivo di masse d’aria più calde e secche) ma anche da una mutata risposta del terreno alla radiazione solare, come sembra indicare l’analisi dei dati di questi mesi.
Il confronto infatti delle anomalie di temperatura massima fra il 2003 e il 2012 mostra che le anomalie del 2003 furono più estese perché dovute ad una eccezionale anomalia meteorologica a scala europea, mentre quelle del 2012, inalcune zone comparabili per ampiezza, mostrano un maggiore dettaglio spaziale che sembra essere in relazione con il contenuto di acqua nel terreno. Dove il contenuto d’acqua risulta più basso, ovvero sulle zone di pianura centrale fra le province di Bologna, Ferrara e Modena, le temperature massime sono state più elevate.  Il contenuto d’acqua nel terreno del primo metro di suolo è un fattore molto importante nel determinare l’entità degli scambi di calore con la soprastante atmosfera.  Inoltre il contenuto d’acqua nel terreno è il principale fattore di controllo della traspirazione delle piante e quindi del trasferimento di acqua dal terreno all’atmosfera.

Il 2011 e poi il 2012 sono stati due anni estremamente secchi. Fatto salvo i 15 giorni di febbraio del “nevone” e aprile e maggio con piogge nella media le piogge sono state scarsissime, in alcune zone non piove da oltre 80 giorni. Per questo il contenuto di umidità del terreno è sceso su livelli estremamente bassi, con condizioni di aridità già evidenti in inverno ma che si sono inasprite in questa torrida estate. A fine agosto 2012 l’umidità del suolo è stata su valori prossimi al record assoluto mai registrato nelle zone di pianura dell’Emilia-Romagna. Le anomalie di questo anno sembrano indicare in maniera più evidente, come il declino dell’umidità nel suolo, come già anticipato dalle simulazioni di cambiamento climatico, possa contribuire molto all’aumento delle temperature massime in prossimità della superficie. Questo tema sarà approfondito nel post successivo.

 

Testo di Federico  Grazzini e  William Pratizzoli, ARPA Emilia Romagna-Servizio Idro Meteo Clima

Informazioni in tempo reale sullo stato della siccità in Emilia-Romagna:  www.arpa.emr.it/siccita/

Un’intervista sullo stesso tema al direttore di ARPA-SIMC è disponibile qui

 

5 responses so far

5 Responses to “Un’altra estate rovente e siccitosa sull’Emilia-Romagna”

  1. Vincenzoon Set 7th 2012 at 06:36

    Mooolto interessante
    ma questo effetto del suolo è un feedback tutto padano o ci sarà anche da altre parti?

    @ si sono già verificate 7 ondate di calore (periodi con Tmax superiore ai 35°C)
    ma mediamente quante sono queste ondate di calore, inendo nella media climatologica?

  2. Federicoon Set 7th 2012 at 14:42

    Il feedback del suolo secco nella amplificazione delle onde di calore è un fenomeno noto, sul quale sono stati fatti molti studi e pubblicazioni, soprattutto dopo la celeberrima estate del 2003 dove appunto sembra aver giocato un ruolo fondamentale, non solo in Italia ma anche in altre zone di Europa interessate delle onde di calore. Quello che è interessante è che questa amplificazione della temperatura dovuta al feedback del suolo sta diventando sempre più predominante in pianura Padana, come dimostra il progressivo aumento dell’escursione termica giornaliera per esempio. Se questo dovesse essere confermato da ulteriori indagini, sarebbe un primo segnale di un progressivo inaridimento del suolo, come per altro previsto dalle simulazioni di cambiamento climatico sul Mediterraneo.

    Per quanto riguarda il numero di onde di calore al momento non ho sottomano il dato climatologico al momento. Sette è comunque assulutamente fuori dalla norma. La media delle massime sulla pianura dell’Emilia-Romagna è circa 30 gradi in luglio e agosto.

  3. Vincenzoon Set 7th 2012 at 20:08

    Grazie. Se tutto questo è successo con neppure 1 grado di riscaldamento globale, voglio vedere che succederà quando saremo a 2 o 3 gradi. Mi sa che l’estate converrà passarla più a nord. Saluti

  4. Valentinoon Set 9th 2012 at 09:19

    Ci segnalano il seguente articolo relativo alle Marche:

    http://www.meteo.marche.it/news/estate2012vs2003.pdf
    Fonte: ASSAM – CENTRO OPERATIVO AGROMETEO

  5. […] Come anticipato alla fine del precedente post, parallelamente all’aumento della temperature massime estive, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo declino dell’umidità del suolo, soprattutto nei terreni della pianura padana. Questo risulta chiaro dall’analisi dei dati dei sensori installati nel terreno che nell’estate 2012 hanno registrato valori inconsueti in Emilia Romagna. Per valutare a titolo esemplificativo il rapporto fra umidità del suolo e temperatura dell’aria abbiamo scelto la stazione meteorologica di  S.P. Capofiume (BO), appartenente ad ARPA-SIMC, che essendo situata in aperta campagna e libera da influenza di edifici, ben rappresenta le condizione tipiche della pianura Padana centrale. Inoltre, essendo spesso luogo di campagne di misura e di radiosondaggio, possiede anche una ricca serie di sensori anche nel terreno. Nel grafico di figura 1 viene mostrato per esempio l’andamento dell’umidità del suolo negli ultimi 12 anni, simulato su questa stazione, con il modello di bilancio idrico CRITERIA. Si nota come dal 2011 l’umidità nei primi due metri di terreno sia in continua decrescita a fronte delle scarse precipitazioni, e come questa stia raggiungendo livelli minimi, peggiori anche delle recente e severa siccità del 2007. […]


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