Voglia di superfreddo
«Se il Sole continuerà a restare senza macchie, sulla Terra potrebbe arrivare un freddo glaciale». Questa l’apertura di un articolo del Corriere della Sera del 7 ottobre.
Per quanto riguarda il ciclo delle macchie solari, esiste un insieme di misure, dirette e indirette, che ormai ci hanno fatta capire molto di come e quanto il nostro astro ci scalda e quante macchie solari ci sono. Fra le più autorevoli previsioni sul ciclo delle macchie solari disponibile on-line c’è quella del Marshall Space Flight Center: il prossimo massimo è atteso fra il 2011 e il 2012.
Sono previsioni, hanno i loro margini di errori, ma non si brancola nel buio.
Nello studio del clima si è capito anche, certo con ancora dei margini di incertezza, come la variazione della forza del sole ha influito sul clima del pianeta negli ultimi millenni e degli ultimi secoli.
Uno degli ultimi studi ben fatti, quello di Lockwood M., Frohlich C. (2007) ha concluso che
Tutti i parametri del Sole che possono avere un’influenza sul clima negli ultimi 20 anni sono andati in una direzione opposta a quella richiesta per spiegare l’aumento osservato delle temperature medie.
Se si va più indietro, si vede che la forzante solare ha con alta probabilità influito sulle temperature del famoso periodo caldo medioevale (PCM) e della piccola era glaciale (PEG). La ricostruzione delle temperature più accreditata per gli ultimi 2000 anni mostra che le differenze fra le temperature medie nell’emisfero nord fra il PCM e la PEG sono state di circa 0.5-0.6 °C, distribuite in diversi secoli.
Uno degli ultimi importanti studio usciti più recentemente non ha cambiato le cose.
Dunque,
1) la probabilità che il sole rimanga senza macchie solari per tanti anni, tanto da innestare un’era glaciale, è molto molto basso.
2) con le loro variazioni normali le macchie solari saranno un fattore del tutto secondario sul futuro andamento delle temperature
3) le irregolarità possibili in ogni andamento ciclico non potranno cambiare più di tanto l’aumento futuro delle temperature. Atteso nel 2100 secondo le previsioni dell’IPCC in un range fra 1.8 e 4°C.
Una variazione delle macchie solari tipo quella del XVII secolo non porterà alcuna piccola era glaciale, al limite, ridurrà leggermente un riscaldamento comunque molto pericoloso per l’uomo e gli ecosistemi.
Secondo lo stesso Prof. David Hathaway, citato nell’articolo, l’attuale andamento delle macchie solari "It wouldn’t cause cooling, it just might decrease the rate at which the Earth is heating"
Conclusione: il rischio di passare dal supercaldo al superfreddo a causa delle macchie solari o della loro assenza è praticamente nullo. Non ci sarà la piccola era glaciale. Dopo l’episodio del maggio 2008, in cui era girato l’allarme per un raffreddamento dei prossimi 10 anni (vedi nomination del titolista de La Repubblica), un’altra volta è stato un infondato allarme per un presunto imminente freddo futuro a fare notizia. È come se, all’inizio dell’inverno, ci fosse una gran voglia di suonare l’allarme per il freddo. E si che di notizie sulle preoccupazioni per il riscaldamento futuro ce ne sarebbero come chiaramente evidenziato da una moltitudine di lavori scientifici (si veda ad esempio: qui e qui).
Testo di: Stefano Caserini, Giulio De Leo
Sono previsioni, hanno i loro margini di errori, ma non si brancola nel buio.
Nello studio del clima si è capito anche, certo con ancora dei margini di incertezza, come la variazione della forza del sole ha influito sul clima del pianeta negli ultimi millenni e degli ultimi secoli.
Uno degli ultimi studi ben fatti, quello di Lockwood M., Frohlich C. (2007) ha concluso che
Tutti i parametri del Sole che possono avere un’influenza sul clima negli ultimi 20 anni sono andati in una direzione opposta a quella richiesta per spiegare l’aumento osservato delle temperature medie.
Se si va più indietro, si vede che la forzante solare ha con alta probabilità influito sulle temperature del famoso periodo caldo medioevale (PCM) e della piccola era glaciale (PEG). La ricostruzione delle temperature più accreditata per gli ultimi 2000 anni mostra che le differenze fra le temperature medie nell’emisfero nord fra il PCM e la PEG sono state di circa 0.5-0.6 °C, distribuite in diversi secoli.
Uno degli ultimi importanti studio usciti più recentemente non ha cambiato le cose.
Dunque,
1) la probabilità che il sole rimanga senza macchie solari per tanti anni, tanto da innestare un’era glaciale, è molto molto basso.
2) con le loro variazioni normali le macchie solari saranno un fattore del tutto secondario sul futuro andamento delle temperature
3) le irregolarità possibili in ogni andamento ciclico non potranno cambiare più di tanto l’aumento futuro delle temperature. Atteso nel 2100 secondo le previsioni dell’IPCC in un range fra 1.8 e 4°C.
Una variazione delle macchie solari tipo quella del XVII secolo non porterà alcuna piccola era glaciale, al limite, ridurrà leggermente un riscaldamento comunque molto pericoloso per l’uomo e gli ecosistemi.
Secondo lo stesso Prof. David Hathaway, citato nell’articolo, l’attuale andamento delle macchie solari "It wouldn’t cause cooling, it just might decrease the rate at which the Earth is heating"
Conclusione: il rischio di passare dal supercaldo al superfreddo a causa delle macchie solari o della loro assenza è praticamente nullo. Non ci sarà la piccola era glaciale. Dopo l’episodio del maggio 2008, in cui era girato l’allarme per un raffreddamento dei prossimi 10 anni (vedi nomination del titolista de La Repubblica), un’altra volta è stato un infondato allarme per un presunto imminente freddo futuro a fare notizia. È come se, all’inizio dell’inverno, ci fosse una gran voglia di suonare l’allarme per il freddo. E si che di notizie sulle preoccupazioni per il riscaldamento futuro ce ne sarebbero come chiaramente evidenziato da una moltitudine di lavori scientifici (si veda ad esempio: qui e qui).
Testo di: Stefano Caserini, Giulio De Leo L’inutile confutazione di un allarmismo inventato
Una tecnica ormai molto sfruttata nel dibattito climatico è piuttosto semplice: consiste nel confutare delle balle spaziali, attribuendole in modo generico agli "allarmisti", evitando di discutere dei problemi veri.
Un bell'esempio è presente nell'articolo "La terra si scalda ? Una bufala. Lo dimostra il ghiaccio del Polo ".
L'intervistato, Elio Sindoni, confuta la tesi dell'imminente (5 anni !) arrivo del mare a Cortina.
Ma chi avrà mai detto o scritto che "in capo a 5 anni il mare arriverà a Cortina" ? La notizia è nuova e anche sul web non se ne trova traccia. È molto improbabile che una tesi del genere sia stata pubblicata su una qualsiasi rivista anche lontanamente tecnico-scientifica.
Il punto è che Cortina d'Ampezzo si trova a 1200 metri sul livello del mare. La fusione completa di tutti i ghiacci dell'Artico e dell'Antardide potrebbero alzare il livello del mare di circa 70 metri, da dove potrebbe arrivare l'acqua per gli altri 1130 metri ?
La tesi è quindi palesemente infondata, per confutarla non servono i risultati del progetto EPICA , basta la geografia, o forse solo il buon senso.
Come si diceva, l'inutile confutazione di un allarmismo inventato permette di evitare di discutere dei problemi veri, delle vere questioni che potrebbero costituire un allarme.
Non solo perché è una cosa molto seria il problema dell'innalzamento del livello del mare, come se ne parla in questa traduzione di RealClimate disponibile su Climalteranti.it.
Pur se i maestri di sci di Cortina non devono temere di dover insegnare immersioni fra cinque anni, delle previsioni della copertura nevosa a Cortina nei prossimi decenni, sì, forse di questo potrebbero un poco preoccuparsi....
Testo di: Stefano Caserini
L’ennesima bufala sul raffreddamento globale
Ogni tanto si diffonde la voce di un presunto prossimo raffreddamento del pianeta.
L’ultimo caso è successo a maggio 2008, ha avuto grande enfasi anche in Italia.
È possibile citare un incredibile titolo di Repubblica del 3 maggio “Clima, il contrordine, nei prossimi 10 anni fa più freddo”, nonché nell’agitato articolo di Franco Battaglia su Il Giornale.
Ne hanno parlato radio e televisione, che hanno sintetizzato (male) il lancio dell’agenzia ANSA che parlava di “10 anni di tregua da riscaldamento globale”
Come si può vedere anche leggendo la traduzione italiana di Realclimate le cose non stanno proprio così.
Oppure si può vedere la spiegazione “Riscaldamento globale: un'inversione di tendenza?” sul blog di Antonello Pasini.
Gli allarmi sul raffreddamento non sono nuovi; poche settimane prima l’ANSA aveva diramato un comunicato in cui era contenuta la chicca
“Contrariamente ai timori sul riscaldamento globale, la temperatura terrestre e' rimasta stabile o e' leggermente diminuita nell'ultimo decennio, nonostante il continuo aumento di concentrazione di anidride carbonica nell'atmosfera, e ora la temperatura globale sta rapidamente diminuendo…”
La cosa singolare è il credito dato a questo studio da quanti generalmente usano parole di fuoco per i modelli climatici.
Insomma, ai modelli si crede solo quando prevedono il raffreddamento…
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