Modelli ClimaticiProiezioni

Con quale precisione i modelli climatici hanno previsto il riscaldamento globale?

Proponiamo la traduzione dell’articolo “Analysis: How well have climate models projected global warming?” scritto da Zeke Hausfather per Carbon Brief, che ringraziamo.

 

Negli ultimi quarant’anni gli scienziati hanno realizzato proiezioni del riscaldamento globale futuro usando modelli climatici di crescente complessità, basati sulla fisica dell’atmosfera e sulla biogeochimica. Sono strumenti fondamentali per capire i processi in atto nel sistema climatico terrestre e come potrà verosimilmente cambiare in futuro.                                                                    

Carbon Brief ha passato in rassegna i modelli climatici che sono stati sviluppati a partire dal 1973 per confrontare le loro proiezioni della temperatura futura con le simulazioni della temperatura del passato fatte dai modelli più recenti e con i dati di temperatura globale effettivamente misurata sulla terra, come mostrato nell’animazione sottostante. 

Un post condiviso da Carbon Brief (@carbonbrief) in data:

Benché alcuni modelli avessero sottostimato e altri sovrastimato il riscaldamento effettivamente avvenuto, tutti quelli presi in esame hanno riprodotto con buona approssimazione un incremento della temperatura superficiale tra il 1970 e il 2016, soprattutto se si tiene conto delle differenze nelle emissioni ipotizzate nei diversi modelli.

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Accordo di ParigiArticoBlack CarbonCombustibili fossili

Trump, l’ENI, il budget di carbonio e l’Accordo di Parigi

Se si vuole rispettare l’accordo di Parigi, più di quattro quinti dei combustibili fossili non devono essere utilizzati: che senso ha allora estrarre petrolio nell’Artico, una delle zone più fragili del pianeta?   Nei giorni scorsi si è saputo che Donald Trump ha autorizzato nuove trivellazioni nell’Artico per la ricerca di nuovi pozzi petroliferi. La prima compagnia che è stata autorizzata è l’Italiana ENI (vedi qui, qui e qui). L’Artico è una delle zone più delicate del pianeta, operazioni petrolifere in queste zone sono molto rischiose sia per i gravi danni che un incidente a un pozzo potrebbe causare in acque così fredde, sia perché le emissioni di sostanze inquinanti come il black carbon (emesso in rilevanti quantità dai motori diesel di navi e fiaccole) in quelle zone sono molto efficaci nel ridurre l’albedo del ghiaccio, già in drammatica riduzione. Ma se si considera il contesto globale delle politiche sul clima, questa operazione ha poco senso anche da altri punti di vista. (altro…)
Accordo di ParigiCOPNegoziazioni

I risultati della COP23

La COP23 che si è svolta a Bonn ha prodotto un risultato utile e bilanciato, dimostrando come la spinta della COP21 di Parigi non si sia esaurita.

Alle 6.50 di sabato 18 novembre, dopo una nottata di negoziato ininterrotto, si è conclusa la COP23 di Bonn. Frank Bainimarama, presidente della COP e primo ministro delle Fiji, aveva battuto poco prima il martello che segnava l’adozione del “Fiji Momentum for Implementation”, traducibile come “La spinta di Fiji per l’implementazione” (dell’Accordo di Parigi e di tutta la costellazione di strumenti precedenti o collegati). (altro…)
AccordoCOPNegoziazioni

Tutti sulla stessa canoa

Nella COP23 che si sta svolgendo a Bonn, sotto la presidenza delle Isole Fiji, si continua il lavoro di definire importanti aspetti operativi dell'applicazione dell'Accordo di Parigi e del meccanismo di incremento degli impegni di riduzione del gas climalteranti

La XXIII Conferenza della Parti (COP) della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sul cambiamento climatico (UNFCCCC) si sta svolgendo a Bonn (Germania), con la presidenza delle Fiji, piccolo paese insulare in via di sviluppo, minacciato direttamente nella sua esistenza dai cambiamenti climatici.

Dopo che a Marrakech si è ribadita l'unanime volontà di dare rapida applicazione all'Accordo di Parigi, gestendo l’annuncio di cambio di direzione della presidenza USA, anche in questa conferenza si cerca di mettere a punto i dettagli della sua implementazione; dettagli importanti, fondamentali, perché come noto gli impegni fino ad oggi sottoscritti nell’ambito dell’accordo di Parigi sono ben lontani da quanto sarebbe necessario per raggiungere i suoi obiettivi. (altro…)

CO2Record

La banalità dei record del clima /2

Il comunicato stampa dell'Organizzazione meteorologica mondiale (WMO) in occasione della pubblicazione dell’edizione 2016 del “Greenhouse Gas Bulletin”, ha avuto molto spazio nei mezzi di informazione.

Da molte parti è stata data enfasi alla notizia secondo cui i livelli di CO2 hanno stabilito un nuovo record. Si è trattato effettivamente di un record, ma leggendo il tono delle notizie è sembrato che fosse qualcosa di inaspettato di cui stupirsi. Invece, sono almeno 200 anni che si registra ogni anno una concentrazione di CO2 nell’atmosfera superiore a quella dell’anno precedente, e da molti anni il WMO segnala il ripetersi di questo record e fornisce i dettagli con il suo bollettino. (altro…)

Censura

Come funziona la censura di Trump & Co.

Tempo fa, nell’ambito del progetto europeo Same World (un interessante progetto educativo sui temi della giustizia ambientale, dei cambiamenti climatici e delle migrazioni ambientali) mi era stato richiesto di segnalare alcuni siti importanti sui temi dei cambiamenti climatici.

Fra questi avevo segnalato la pagina “Climate change” dell’Environmental Protection Agency (EPA) degli Stati Uniti, all’indirizzo www.epa.gov/climatechange.

Con mio disappunto, gli amici del progetto Same World mi hanno segnalato il mese scorso che l’indirizzo che avevo fornito non funzionava, dava come risultato “404 - Not Found”.

La cosa mi è sembrata strana: era una pagina importante, da cui si partiva per trovare tante informazioni di qualità.

Ho controllato, e in effetti digitando la pagina ed è apparsa la seguente schermata:

In altre parole, la “leadership” di Donald Trump (Presidente degli Stati Uniti) e di Scott Pruitt (Amministratore capo dell’EPA) ha portato alla rimozione della pagina, che può essere vista solo nell’ultima versione, quella del 19 gennaio 2017. (altro…)

AcquaConflitticooperazione

Cambiamento climatico e conflitti per l’acqua: l’Asia centrale a rischio

Il cambiamento climatico impatta sulla disponibilità di risorsa idrica e può inasprire i conflitti per l’acqua in bacini transnazionali. Studi recenti mostrano che i paesi dell’Asia centrale sono maggiormente a rischio per via del grande numero di abitanti, della complessa situazione politica e della diminuzione attesa delle risorse idriche derivanti dalle grandi catene montuose. Si riporta qui un sunto di tali studi, con riferimento ad alcuni bacini fluviali dell’Asia centrale. Si mostra anche come l’Italia non sia immune a tale problematica. (altro…)
Premio

Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2016

Anche quest’anno, il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici (nota 1) è l’occasione per l’assegnazione del Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”.

Esaminati i pretendenti per l’anno 2016, i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti hanno per la prima volta assegnato il premio ex-aequo, all’associazione Amici della Terra e alla RAI Radio Televisione Italiana.

PREMIO “A QUALCUNO PIACE CALDO” 2016 (altro…)

ConflittiLibriRecensione

Effetto serra, effetto guerra

Fra i libri usciti in Italia sul tema del cambiamento climatico, uno dei più ambiziosi è “Effetto serra. Effetto guerra”, scritto da Grammenos Mastrojeni e Antonello Pasini, appena pubblicato da Chiarelettere. Un diplomatico esperto di cooperazione allo sviluppo e un climatologo esperto di fisica dell’atmosfera si sono trovati per cercare di spiegare una delle questioni più complesse e ricche di sfaccettature, ossia il legame fra i cambiamenti climatici globali e le crisi ambientali e geopolitiche che stanno avvenendo o potrebbero accadere nel nostro pianeta. La prima parte del libro è quella più classica, una spiegazione sintetica e divulgativa della scienza del clima (raccontata da anni da Antonello Pasini nel suo blog “Il Kyoto Fisso”): le molecole di CO2, i driver climatici, gli impatti sulle produzioni agricole, sui più poveri, sugli oceani, con collegamenti agli Obiettivi di Sviluppo Sostenibile, all’enciclica Laudato Si’ o ai lavori nell’ambito della Convenzione ONU sul Clima. La seconda parte si pone la domanda più difficile, che è quella di capire come, dove e quando il riscaldamento globale maggiormente influirà sulle guerre, sarà un fattore di instabilità. Gli autori non si pongono ovviamente l’obiettivo di definire scadenze precise, “il sistema è troppo complesso per questo, e nessuno ha sfere di cristallo”, ma di indicare il maggiore o minore potenziale, il “cosa potrebbe accadere” nelle diverse aree del pianeta, per diversi livelli di gravità degli scenari di aumento delle temperature globali. La panoramica è ampia quanto preoccupante, riguarda tutte le regioni del mondo, dai Poli alle Maldive, dal Kirghizistan al Sahel; la fragilità delle terre e delle popolazioni è raccontata con tanti esempi del presente, mostrando la sottile quanto innegabile connessione con le dinamiche climatiche locali e globali. Le analisi del diplomatico sono unite alle informazioni del climatologo, con molte note di rimando ad articoli scientifici. (altro…)

Eventi estremiImpattiPrecipitazioni

Katrina, Sandy, Hayan, Bopha, Harvey, Irma (Ivanka) e noi

Tempeste e uragani ci sono sempre stati. I libri degli storici del clima sono pieni di esempi, un lungo elenco di morte e distruzione portata dalla “natura matrigna”. La domanda di questi giorni, visto l’impatto mediatico degli uragani Harvey e Irma, o viste le piogge devastanti in Bangladesh, è semplice: può davvero l’uomo interferire con la frequenza e/o l’intensità delle tempeste e degli uragani più distruttivi? C’è un legame con il riscaldamento globale? Ha un senso la petizione che ha raccolto 12.000 firme per chiedere di cambiare il nome di Irma in Ivanka?

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Il dibattito già in passato è stato acceso, in particolare negli Stati Uniti dopo il disastro causato da Katrina a New Orleans il 29 agosto 2005, sfondando gli argini che dovevano proteggere la città dalle inondazioni.

Nel libro “Storm World” il giornalista del Washington Post Chris Mooney ha raccontato in modo mirabile lo scontro scientifico e politico sul contributo del riscaldamento globale all’aumento dell’intensità degli uragani e delle conseguenti distruzioni. (altro…)

The carbon map, cumulative emissions 1850-2011
inattivismoMitigazione

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte III: il nostro contributo è piccolo

Un altro classico del discorso inattivista sul clima consiste nel definire poco importanti le riduzioni delle emissioni italiane o europee, in quanto sarebbero solo una piccola quota delle emissioni globali. Generalmente si cita il contributo percentuale alle emissioni globali dell’Europa, altre volte quello dell’Italia, per dire che la loro riduzione darebbe scarsi benefici al clima del pianeta. Mettendo questi contributi in contrapposizione a quelli della Cina o di altri paesi. Altre volte si cita quale sarebbe la riduzione nelle temperature...
inattivismoRinnovabili

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte II: e allora la Cina?

Una delle tesi più frequenti dell’inattivismo climatico è il riferimento ad un presunto disimpegno della Cina sulle politiche climatiche: tesi smentita dalla realtà, dato che il paese sta affrontando una drastica e complessa transizione del settore energetico e ambisce ad assumere la leadership della lotta ai cambiamenti climatici nel nuovo ordine mondiale che si sta definendo. Negli ultimi tempi ha preso piede nella retorica dell’inattivismo climatico un argomento che appare efficace, quello secondo cui la Cina continua a costruire centrali...
Fossil fuel harms on the human boby
FotovoltaicoinattivismoRinnovabili

Le tesi dell’inattivismo climatico – parte I: gli impatti dell’energia solare e eolica

Sul sito del Corriere della Sera sono state riproposte molte tesi tipiche dell’inattivismo climatico, che hanno l’obiettivo di rallentare la transizione energetica. Pubblichiamo qui la prima parte di una serie di post che hanno l’obiettivo di confutare queste argomentazioni, partendo da quella secondo cui gli impianti di energia rinnovabile, e in particolare di solare fotovoltaica e eolica, avrebbero forti impatti ambientali, o che non sarebbero convenienti da un punto di vista ambientale. Una tesi basata su esagerazioni, distorsioni e a...
IncertezzaNegazionismo

Quando la scienza si piega alla politica: il negazionismo climatico nel rapporto del Dipartimento dell’Energia USA

Il 23 luglio 2025, il Dipartimento dell’Energia (DOE) degli Stati Uniti ha pubblicato un documento intitolato A Critical Review of Impacts of Greenhouse Gas Emissions on the U.S. Climate. Il rapporto si vorrebbe proporre come una revisione critica del consenso scientifico sui cambiamenti climatici, in aperto contrasto rispetto agli esiti consolidati del Sesto Rapporto di Valutazione dell’IPCC (AR6), che rappresenta la sintesi più autorevole, completa e condivisa della letteratura scientifica sul clima. La pubblicazione del DOE è volta a sostenere...
MitigazioneProtesteRinnovabili

Tira un gran brutto vento

L’Italia ha un grosso problema con l’energia eolica, ma non è quello di cui si parla di solito sui media e sui social: il problema principale dell’eolico italiano è che se ne installa troppo poco. I dati Terna dicono infatti che a maggio 2025 sono presenti in Italia solo circa 13 GW eolici, a fronte di quasi 40 GW di potenza fotovoltaica. Inoltre, il ritmo delle nuove installazioni è lentissimo rispetto alle esigenze della decarbonizzazione. Infatti, mentre tra dicembre 2023...
Recensione

Diluvio, un grande romanzo sulla crisi climatica

Nel suo fortunato saggio La grande cecità, lo scrittore Amitav Ghosh aveva osservato come la letteratura contemporanea avesse ignorato o quantomeno sottovalutato il tema del cambiamento climatico. Secondo lo scrittore indiano, “Il cambiamento climatico è troppo impensabile per la nostra cultura narrativa; la sua esclusione è una delle forme di “cecità” della nostra epoca.”. Secondo Gosh, pensare alla crisi climatica come qualcosa di eccezionale, improbabile e non realistico, porta scrittori e in generale gli intellettuali a relegarla nel genere della...
RecensioneStoriaTemperature

La storia del clima in Italia

È da poco uscito l’ultimo libro del climatologo Luca Mercalli, una cronistoria del clima nel nostro territorio nazionale, dalla preistoria ai giorni nostri. Un racconto che unisce la scienza del clima alla storia e alla cultura del nostro paese, frutto di decenni di ricerche, ricchissimo di storie, di rimandi alle fonti e di citazioni di lavori scientifici. Un lavoro prezioso e originale, raccomandato a chiunque voglia meglio capire cosa è stato il clima che abbiamo ormai così pesantemente alterato, ed...
Climalteranti.it
Appello

Il momento delle scelte: un obiettivo di riduzione del -90 al 2040 per l’Unione europea

Nelle prossime settimane il Consiglio europeo dovrà raggiungere un accordo sull’obiettivo di riduzione delle emissioni di gas serra europee nel 2040, da inserire nel terzo NDC che l’Unione europea dovrà comunicare in settembre all’UNFCCC. La precedente Commissione europea aveva nel febbraio 2024 proposto una riduzione del -90% (rispetto al 1990), sulla base di una “valutazione di impatto” (qui una valutazione dell’ European Parliamentary Research Service) e assumendo il valore inferiore dell’intervallo di riduzione raccomandato dall’ESABCC (European Scientific Advisory Board on...
Religione

Il clima come bene comune

Nel dibattito sul pontificato di Papa Francesco, recentemente scomparso, poco spazio ha ricevuto l’attivismo del Pontefice sulla questione climatica, che si è manifestato in numerosi atti. Innanzitutto la lettera enciclica Laudato Si’- sulla cura della casa comune pubblicata nel 2015, cui ha fatto seguito nel 2023 l’esortazione apostolica Laudate Deum – a tutte le persone di buona volontà sulla crisi climatica. Inoltre, col pontificato di Bergoglio, la Santa Sede è diventata parte dell’UNFCCC, ha ratificato l’Accordo di Parigi (presentando il...
Emissioni

L’Italia si sta allontanando dai suoi obiettivi sul clima

I dati dell’inventario nazionale delle emissioni di gas serra, da poco pubblicati da ISPRA, mostrano come per il terzo anno consecutivo l’Italia registri emissioni maggiori di quelle previste dagli impegni assunti in ambito europeo. Pur se anche nel 2023 le emissioni italiane di gas serra sono diminuite, la riduzione è ben al di sotto di quanto previsto dagli obiettivi approvati dall’Italia. Aumenta dunque la quantità di emissioni che sarà da recuperare entro il 2030, rendendo il raggiungimento dell’obiettivo sempre più...