DibattitoDisinformazioneErroriGiornali

Tu quoque, Giorello

Anche l’autorevole Giulio Giorello ha pubblicato un articolo con molti errori passaggi confusi sul tema dei cambiamenti climatici.

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Dispiace proprio dover criticare Giulio Giorello, per l’articolo pubblicato sul Corriere della Sera  di domenica 21 febbraio intitolato “Mr. Clima: e va in crisi la fiducia della gente“. Giorello è una persona di grandissima preparazione intellettuale, tanto vasta è importante è la sua opera nel campo della filosofia della scienza, che chi scrive nutre nei suoi confronti tanta stima e una sorta di timore reverenziale.

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Giorello è uno dei più autorevoli eredi e rappresentanti in Italia della scuola di Filosofia della Scienza che ha avuto in Geymonat il più famoso rappresentante. Con franchezza e sincerità però ci sentiamo di dire che per quanto ha scritto sul Corriere a proposito del problema dei cambiamenti climatici, Geymonat si starà  rivoltando nella tomba. Nell’articolo citato, Giulio Giorello si avventura in considerazioni a dir poco discutibili sui cambiamenti climatici, i modelli e i dati, “l’esperimento umano” consistente nell’emissione di gas serra (da lui definito “ben poca cosa!” rispetto agli esperimenti che la natura fa col clima) e le “implicazioni politico-ideologiche” tratte volutamente da molti, secondo lui, dai dati stessi. (altro…)
Storia

Il clima, il vento dell’opinione e il vento della storia

Il clima, il vento dell’opinione e il vento della storia La scienza del clima ha quasi 200 anni, come mostra la raccolta dei principali articoli scientifici realizzata dal Prof. James R. Fleming. Questi articoli mostrano il crescente consenso e la convergenza delle opinioni scientifiche che indica l’importanza dei cambiamenti climatici attuali e le prevalenti responsabilità umane.

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L'esperimento di Tyndall (1861)

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Molto spesso si crede che la scienza del clima e dei cambiamenti climatici sia recente e che pertanto sia fondata su conoscenze imprecise e ancora da consolidare. È a causa di questa – errata - credenza che si sentono frequentemente annunciare dei presunti repentini stravolgimenti delle conoscenze acquisite o si attribuisce eccessiva importanza a singoli dati o articoli scientifici. Invece il dibattito scientifico sul tema dei cambiamenti climatici ha una storia importante quanto interessante. Ma purtroppo, i libri di studio di molti di quelli che dibattono non hanno alcuna traccia di questa storia, e quindi, da un punto di vista scolastico, abbiamo a che fare con degli "illetterati del clima" che seguono il vento delle opinioni più disparate. (altro…)
Artico e AntarticoBufaleErroriGhiacciVulcani

Una storia semplice

Il Prof. Adriano Mazzarella, in un comunicato pubblicato sul sito dell’Università di Napoli sostiene che la fusione della calotta artica sia dovuta ad un’ attività vulcanica sottomarina. Attribuisce tale scoperta ad una recente spedizione scientifica diretta dal dott. Robert Sohn della Woods Hole Oceanographic Institution. Contattato da Ugo Bardi il dott. Sohn smentisce in modo categorico: l’energia dei vulcani è largamente inferiore a quella necessaria per fondere quei ghiacci, e in ogni caso i vulcani sono molto distanti dalla zona della fusione dei ghiacci. (altro…)
CO2EmissioniErroriFotosintesiImprecisioni

Diffidare di chi usa il mattone della vita

È ovvio che la CO2 è un mattone della vita, ma nonostante questo può dare problemi al clima. Chi usa nel dibattito sul clima l’argomento del “mattone della vita”, spesso incorre in altri errori. Non fa eccezione una recente intervista al Colonnello Malaspina.

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Quando sento citare, nel dibattito sui cambiamenti climatici, l’argomento che “la CO2 è un mattone della vita”, è come se suonasse un campanello d’allarme: ho imparato che è probabile che seguiranno sorprese, altri argomenti molto deboli, spesso palesemente sbagliati. Insomma, dovrebbe essere una cosa scontata che la CO2 è un mattone della vita, che la fotosintesi ci serve parecchio. Si studia alle scuole elementari, è così noto e incontestato che non ha senso ripeterlo. C’è anche il rischio di essere associati ad un famoso comico che usava la risposta “fotosintesi clorofilliana” come risposta jolly per tutte le occasioni. In un dibattito sulla protezione dalle alluvioni o sugli annegamenti estivi, chi tirasse fuori l’argomento che “l’acqua è un mattone della vita”, verrebbe guardato con sconcerto. Il fatto, ovvio, è che sia la CO2 che l’acqua sono sì mattoni della vita, ma possono dare altri problemi. Chiedetelo agli alluvionati o ai quasi annegati. “You call it pollution, we call it life” è stato per tanto tempo uno slogan dell’Exxon Mobil e di altre lobby negazioniste statunitensi. È quindi di un argomento retorico, un slogan utile quando non si hanno argomenti più solidi. (altro…)
GiornaliInformazioneStatistiche

CHE FINE HA FATTO TUVALU?

A Copenhagen è andata male, a Copenhagen è andata bene, a Copenhagen è andata così così. Mentre la comunità scientifica, il mondo della politica, delle lobby e delle organizzazioni non governative portano avanti il dibattito sul futuro del pianeta, emerge un dato di fatto: l’opinione pubblica dei cambiamenti climatici si è già dimenticata. Si è dimenticata dell’orso polare, dei giorni in cui seguiva con curiosità e attesa le trattative del Summit mondiale e di quando si è indignata di fronte a quello che da molti è stato definito “il fallimento dei capi di stato”. Perché? I motivi sono diversi e meriterebbero un’analisi approfondita delle dinamiche sociali ma di certo una delle cause va ricondotta al fatto che da quel 19 dicembre, data di chiusura della COP 15, sono nate e morte migliaia di nuove notizie a cui appassionarsi. L’opinione pubblica si è lasciata travolgere ancora una volta dal torrente in piena del mondo dell’informazione e passo dopo passo, partendo da Sodarno è arrivata ad Haiti, ben distante da quelle isole Tuvalu che per tanti giorni sono state motivo di commozione. (altro…)
EmissioniGiornaliNegoziazioniProtocollo di KyotoRiduzioni

Quando su Kyoto si danno i numeri

A cinque anni dall’entrata in vigore del Protocollo di Kyoto (16 febbraio 2005), non sembrano  in molti a volerlo festeggiare con affetto.  Anzi, si fa a gara a sparagli adosso. Che il Protocollo di Kyoto abbia fallito i propri obiettivi sembra ormai una realta’ che nessuno mette piu’ discussione. “Ecco perche’ Kyoto e’stato un fallimento:  bisognava tagliare le emissioni del 5%, sono cresciute del 41%” riportava a tutta pagina la Stampa del 7 Dicembre.  Neanche i giornalisti, ormai, si prendono la briga di controllare. Si tratta di una sorta di “verita’ da assuefazione”: siccome lo dicono tutti, allora sara’ vero.

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Allora, vediamo se e’ vero. Iniziamo chiarendoci le idee su quali siano davvero gli obiettivi  del Protocollo di Kyoto. Molti si riferiscono all’obiettivo vincolante di riduzione delle emissioni di gas serra del  5%, da valutare come media del periodo 2008-2012 rispetto al 1990 (anno base). Ma chi aveva questi obiettivi? Qui la confusione regna  sovrana.  Evidentemente,  il giornalista della Stampa (e con lui molti altri) pensa che l’obiettivo di Kyoto fosse globale, cioe’che riguardasse tutti i Paesi.  Falso. L’obiettivo del 5% (precisamente del 5,2%) riguardava solo i 37 Paesi “Annex-1” (industrializzati) che hanno firmato l’accordo nel 1997. L’accordo sarebbe entrato in vigore se fosse stato poi ratificato da un numero di Paesi responsabili di almeno il 55% delle emissioni dei Paesi Annex-1.  Nonostante gli USA non lo abbiano ratificato, grazie alla ratifica di tutti gli altri Paesi (per ultimo la Russia), il Protocollo e’entrato in vigore nel 2005. Senza gli Usa, l’obiettivo di riduzione complessivo dei Paesi Annex-1 aderenti a Kyoto risulta di circa -4% rispetto al 1990 (vedasi qui per  la lista completa per paesi con obiettivi di riduzione).  Volendo raffrontate questi obiettivi  con l‘andamento reale delle emissioni, si ottiene il grafico qui sotto (dati per il peridodo 1990-2007 senza il settore LULUCF, Land Use Land Use Change and Forestry). (altro…)
BufaleDatiDisinformazioneGhiacciGiornaliTitoli

I ghiacciai alpini NON stavano peggio 70 anni fa

Un recente studio svizzero suggerisce che negli anni ‘40 una radiazione solare più intensa avrebbe causato un rateo di fusione annuale dei ghiacciai superiore a quello registrato oggi. “Repubblica” raccoglie e distorce la notizia, riportando che in quel periodo i ghiacciai alpini erano meno estesi di oggi. Ma non è così.

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La superficie e la lunghezza dei ghiacciai rispondono sostanzialmente alle variazioni di temperatura e delle precipitazioni nevose, con tempi di reazione che possono variare da qualche anno a qualche decennio, a seconda della forma e delle dimensioni dei ghiacciai stessi. L’andamento meteorologico della singola annata influenza invece solo il bilancio di massa annuale, che dipende dalla somma dei processi di accumulo (dovuto generalmente alle nevicate) e di ablazione (dovuta generalmente alla fusione estiva) in un anno. Per influenzare l'estensione e la lunghezza dei ghiacciai è necessario che un determinato andamento del bilancio di massa (positivo o negativo) persista per anni o decenni; per questo motivo i ghiacciai sono ampiamente riconosciuti come uno dei migliori indicatori delle variazioni climatiche su scala pluridecennale. È ormai assodato che oggigiorno il ritiro generalizzato dei ghiacciai sia dovuto essenzialmente all’aumento globale della temperatura tanto che dalle misure delle fluttuazioni delle fronti glaciali si è potuta ottenere una ricostruzione indipendente dell’aumento globale della temperatura che risulta coerente con gli altri tipi di analisi più tradizionali. (altro…)
EticaRegioni

La comune dimensione etica dei cambiamenti climatici

Pur se alcuni propongono la riscoperta della religione per sensibilizzare sulla necessità delle politiche climatiche, la dimensione etica del problema climatico riguarda tutte le persone.

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La deludente conclusione della Conferenza di Copenhagen è stata per molti un momento di riflessione preoccupata, accompagnata da una domanda: sono ancora fondate le speranze che l’umanità possa davvero realizzare l’obiettivo della Convenzione sul Clima, nata a Rio de Janeiro nel 1992, ossia evitare “un interferenza dannosa con il clima”? Pur se come ho già avuto modo di scrivere nell’esito della COP15 ci sono anche alcuni aspetti positivi, è evidente il divario fra le politiche di mitigazione, necessarie per evitare un surriscaldamento dannoso del pianeta, e le politiche decise o in corso di decisione. E, cosa ancora più grave, questo divario sta crescendo. Da un lato infatti, la comunità scientifica, ormai impegnata ai massimi livelli su questa grande questione, sta sfornando a ripetizione lavori di grandissimo spessore che tolgono i dubbi residui sulla realtà del riscaldamento in atto, sulla determinante influenza umana e sulla pericolosità dei danni attesi nei prossimi decenni. Ormai gli studiosi del clima discutono sui dettagli, e forniscono un quadro sempre più preoccupante. Basta leggere gli editoriali di riviste come Science, Nature o PNAS, o i rapporti di sintesi fatti dagli scienziati stessi. L’ultimo, il Copenhagen Diagnosis, realizzato come una sorta di aggiornamento del Quarto Rapporto IPCC del 2007 proprio per la COP15, è quasi brutale in alcuni passaggi in cui mostra come la realtà sta seguendo le previsioni più pessimistiche del passato (ad esempio sull’andamento delle emissioni o la scomparsa del ghiaccio marino artico). (altro…)
CatastrofismoCinema

2012, fine del mondo o della scienza?

La pseudo-teoria di origine astronomica della fine del mondo il 21 dicembre 2012 non ha alcun fondamento scientifico; viceversa, i parametri orbitali del pianeta hanno avuto un’influenza enorme sul clima del passato.

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È uscito nei mesi scorsi il pubblicizzato film catastrofista 2012. Il film narra di un’improvvisa esplosione sulla superficie solare che, innescando delle reazioni a catena nel sottosuolo terrestre, provoca una completa ridistribuzione delle terre emerse con una conseguente serie di cataclismi che porta alla quasi completa scomparsa dell’umanità…

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Gli eventi narrati nel film 2012 sono ispirati all’antico calendario Maya che, ideato circa 2500 anni fa, è basato su antiche teorie astronomiche ed è imperniato su un ciclo di 5125 anni che terminerà il 21 Dicembre 2012. Di qui è nata tutta una serie di speculazioni di origine prettamente new age relative ad un’associata serie di cataclismi naturali che porterebbero in breve alla fine del mondo. Dal punto di vista dell’intrattenimento il film ripaga tutte le aspettative e permette di passare due ore abbondanti di fronte a quello che è probabilmente il più avanzato stato dell’arte negli effetti speciali. Tuttavia, come è facile immaginare per una produzione di questo tipo, i complimenti non possono che fermarsi qui. E forse non vale neppure la pena cominciare a snocciolare tutte le bufale scientifiche su cui il film è imperniato. L’inconsistenza scientifica della teoria della “fine del mondo nel 2012” (come discusso anche in una recente produzione del National Geographic non le ha impedito di divenire un “caso” di successo, complici anche trasmissioni televisive di dubbia qualità che usano mescolare un po’ di terminologia scientifica con la misteriologia, nelle quali si approfondiscono pseudoscientificamente discorsi di alieni, cerchi di grano e i misteri delle tombe egizie. Programmi quali Mistero e Voyager , veri e propri mezzi di disinformazione di massa, che purtroppo sfruttano e sviluppano l’analfabetismo scientifico così diffuso nel nostro paese. (altro…)
AdattamentoImpattiModelli Climatici

Sull’affidabilità dei modelli /3-conclusione: perché sono urgenti le azioni di adattamento

I risultati del progetto ENSEMBLES mostrano scenari di cambiamenti climatici pericolosi sul mediterraneo. Tenendo conto che i risultati di modelli così complessi non possono essere truccati volontariamente, occorre urgentemente superare il ritardo nel predisporre le misure di adattamento.

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Come visto nel post precedente, i lavori del progetto ENSEMBLES forniscono proiezioni sul clima europeo del futuro molto preoccupanti. Le tre principali tendenze possono essere così riassunte: ·    riduzioni consistenti della copertura nevosa sulle Alpi; ·    modifiche degli estremi di temperatura e precipitazione nel Mediterraneo; ·    aumento della frequenza e della durata delle onde di calore in Europa. Molti dei risultati confermano quelli ottenuti da altri progetti comunitari svolti in passato (es. progetto PRUDENCE o pubblicati recentemente da altri autori. Il segnale più forte di cambiamento è l’aumento considerevole della variabilità nel campo termico sull’Europa, con importanti aumenti dell’ampiezza e della durata delle onde di calore soprattutto nel sud Europa (come mostrato ad esempio dalla figura 6.21 del report). (altro…)
RecordTemperatureTrend

Il nuovo anno record delle temperature globali

Gli ultimi 12 mesi (ottobre 2013-settembre 2014) sono stati l’anno più caldo da quando esistono le temperature globali. E il 2014…     Il mese di settembre 2014, come i precedenti aprile, maggio, giugno e agosto, ha fatto registrare un nuovo record delle temperature globali: è stato il settembre più caldo da quando esistono le misurazioni di temperatura. Questo record è stato accompagnato da un altro, ossia che l’ultimo periodo di 12 mesi (iniziare a gennaio è solo una convenzione,...
GhiacciaiVulcani

Ghiacciai, vulcani e riscaldamento globale: quale relazione?

Una delle leggende che ancora persistono tra i negazionisti del riscaldamento globale vuole che la fusione dei ghiacci groenlandesi sia dovuta alla presenza al di sotto della calotta di presunti vulcani. Questo capita di sentire per esempio nel video della conferenza tenuta di recente da Nicola Scafetta presso il dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova (qui, tempo 2:11:30), cui è stato replicato sullo stesso giornale online dell’ateneo “il Bò”. Tale ipotesi, estesa da taluni addirittura a spiegazione del...
Ghiacciai

Il nuovo catasto dei ghiacciai Italiani: le superfici glaciali diminuite del 40% dagli anni ottanta ad oggi

È finalmente ultimato il nuovo Catasto dei ghiacciai italiani, realizzato dal gruppo di glaciologia dell’Università Statale di Milano, diretto dal Prof. Claudio Smiraglia nell’ambito di un progetto condotto in collaborazione con l’associazione EvK2CNR e con il patrocinio del Comitato Glaciologico Italiano, con il supporto di Sanpellegrino-Levissima. I dati sono stati raccolti tramite analisi di ortofoto ad alta risoluzione (2007-2011), grazie anche alla collaborazione di regioni e province. La preparazione del catasto è iniziata nel 2012 ed integra dati raccolti nel...
Premio

Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2013

Anche quest’anno, il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici (nota 1) è l’occasione per l’assegnazione del Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”. Esaminati i pretendenti per l’anno 2013, i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti non hanno avuto dubbi nell’assegnazione del premio allo “Statistical Editor” del Corriere della Sera,...
AttivismoNegoziazioni

Il Climate Summit e la settimana per il clima di NY°C

Il 23 settembre si svolgerà a New York l’UN Climate Summit voluto dal Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon per cercare di dare un impulso alle negoziazioni internazionali sul clima. Come raccontato in altri post, il negoziato che si svolge nell’ambito della Convenzione sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) è lungo e complesso, ma sembra arrivato ad un punto cruciale nel percorso per l’approvazione di un nuovo protocollo o strumento legale che favorisca un percorso di riduzione globale delle emissioni di gas serra....
BufaleConferenzeErrori

Ma quanti errori, dott. Scafetta! – prima parte

In un seminario tenuto dal Dott. Nicola Scafetta si possono ascoltare una quantità da record di imprecisioni, errori e falsità sul tema dei cambiamenti climatici.    Il notiziario dell’università di Padova, Il Bò, ha riferito di un seminario sul tema “I cambiamenti climatici, il contributo astronomico e il contributo antropico” con relatore Nicola Scafetta, docente della Duke University e uno dei due italiani che figura nell’elenco degli scienziati che si oppongono al consenso scientifico sul tema del riscaldamento globale (l’altro...
Convegni

Tre equazioni sul clima

Sono stato invitato a tenere una “lavagna in piazza” al Festivaletteratura di Mantova, Domenica 7 settembre alle ore 10.30 in Piazza Mantegna a Mantova: in mezz’ora, con l’ausilio di una lavagna, presenterò tre equazioni importanti per il tema dei cambiamenti climatici, spiegandone il significato e l’importanza per il clima attuale e futuro. Quando ho accettato la proposta degli organizzatori, avevo pensato a queste tre:     Stefano Caserini
BufaleGhiacci

C’è ancora chi crede alla Groenlandia-terra-verde

Una delle più famose leggende negazioniste è quella secondo cui 1000 anni fa, ai tempi della colonizzazione vichinga, la Groenlandia fosse una terra libera da ghiacci. Questo perché il nome dato dai vichinghi, Grönland, significa “terra verde”. La tesi negazionista è: poiché il vichingo Erik il Rosso ha dato quel nome ad un’isola oggi coperta dai ghiacci per l’84% della sua superficie, allora faceva molto più caldo di oggi e quindi non dovremmo preoccuparci del problema del riscaldamento globale. È...
AttivismoNegoziazioni

Climalteranti aderisce al Power Shift Italia

Si è costituito il mese scorso, dopo un incontro tenutosi al Progetto Manifattura di Rovereto, il Power Shift Italia, un coordinamento delle realtà italiane attive sul tema dei cambiamenti climatici. Il coordinamento intende essere il polo italiano della campagna internazionale Global Power Shift, finalizzata a creare pressione a livello internazionale per politiche decise contro i cambiamenti climatici. I prossimi mesi saranno infatti molto importanti per le negoziazioni internazionali sui cambiamenti climatici. Il 23 settembre a NewYork si svolgerà il Climate Summit,...
CostiDisinformazione

Bruciare più combustibili fossili per salvare milioni di vite ?

Sul Corriere della Sera, Danilo Taino ha rilanciato gli argomenti di Bjorn Lomborg e del suo centro finanziato dalle lobby USA, secondo cui per salvare milioni di vite dovremmo affidarci ai combustibili fossili   “Dovremmo oggi, in nome dei cambiamenti climatici, impedire al miliardo e duecento milione di individui che non ce l’hanno accedere all’elettricità e così salvare milioni di vite?” Questa la domanda dello statistical editor del Corriere della Sera, Danilo Taino, in un articolo del 6 luglio 2014,...