Notizie e approfondimenti sul clima che cambiaPosts RSS Comments RSS

Ma quanti errori, dott. Scafetta! – prima parte

In un seminario tenuto dal Dott. Nicola Scafetta si possono ascoltare una quantità da record di imprecisioni, errori e falsità sul tema dei cambiamenti climatici. 

 

contributo astronomicoIl notiziario dell’università di Padova, Il Bò, ha riferito di un seminario sul tema “I cambiamenti climatici, il contributo astronomico e il contributo antropico” con relatore Nicola Scafetta, docente della Duke University e uno dei due italiani che figura nell’elenco degli scienziati che si oppongono al consenso scientifico sul tema del riscaldamento globale (l’altro è Antonino Zichichi).

Incuriositi da alcune affermazioni poco sensate contenute nella breve sintesi di Monica Panetto, abbiamo ascoltato la conferenza disponibile su youtube.

La rilassatezza della pausa estiva ha permesso di arrivare alla fine delle due ore di intervento, in cui si possono ascoltare una quantità da record di imprecisioni, errori e falsità sul tema dei cambiamenti climatici; le affermazioni sono state trascritte e raggruppate per argomento.

Una prima parte, riguardante i gas serra e le temperature, i modelli climatici, l’IPCC, è riportata sotto in corsivo, seguita dai necessari commenti.

La seconda parte, relativa alla ciclomania e alla teoria astronomica proposta da  Scafetta, sarà pubblicata in un prossimo post.

 

 

Gas serra e temperature

 

25.28 C’è un riscaldamento di temperatura di 0,8-0,9 °C , che non è un granché

Il riscaldamento che si è verificato è un aumento molto rilevante, certo molto più di quanto successo negli ultimi 11.000 anni. È poco rispetto a quanto potrebbe succedere, ma già provoca molti impatti sulle attività umane e gli ecosistemi, rif. IPCC, WGII, AR5, cap. 18, figura 18-3 .

 

27.27 – C’è un leggero raffreddamento dal 2000 in poi…

Sbagliato: l’andamento delle temperature mostra un riscaldamento dal 2000 in poi, seppur non significativo al 95% di probabilità.

 

34.40 – Temperatura e CO2 nel passato, non sembrano fittare molto bene…
Il grafico mostrato è senza fondamento scientifico, è privo di intervalli di incertezza, che sono inevitabili per ricostruzioni che si spingono così lontano nel passato.

 

 

 

 

 

47.00 – La CO2 è andata su ma la temperatura sembra che non lo sappia

Temperature e CO2 fittano bene: la temperatura risulta tuttora informata dell’aumento della CO2.

 

47.34 – Gli storici sanno che durante il periodo romano la temperatura era ragionevolmente calda, piuttosto calda, forse come ora. Poi c’è stato un raffreddamento, chiamato Dark Ages, quando le popolazioni nordiche barbariche sono venute più a Sud, probabilmente fuggivano dal freddo.. Perché attaccare i romani non era uno scherzo… dovevano essere convinti di quello che facevano. Poi durante il Medioevo la temperatura è andata sopra di nuovo e c’è stato un grande sviluppo della civiltà europea.

In realtà gli attacchi delle popolazioni barbariche si sono ripetuti per tutta la durata dell’Impero e la civiltà europea si è sviluppata a latitudini calde e fredde.

 

48.30 – Poi c’è stato un altro periodo freddo chiamato Little Ice Age che ha causato ad esempio la peste nera, che ha favorito la peste nera e il collasso della civiltà europea, in un certo qual senso.

Durante la Piccola era glaciale, dal 1500 al 1800, è iniziata la rivoluzione scientifica e industriale europea. La diffusione della peste nera è avvenuta nel 1347 e 1353, a causa di numerosi fattori e non per “la congiunzione tra Giove e Saturno …sotto il segno zodiacale dell’Acquario”, per dirla con il dott. Scafetta.

48.20 – Poi i Vichinghi sono andati anche in Greenland che significa terra verde, e che probabilmente era verde, no?

No. Non era interamente verde. Come oggi, erano verdi alcuni fiordi.

 

51.10 – Poi è successo che sin dal 2005 altre persone hanno notato, hanno dimostrato, incluso Mann che è l’autore dell’hockey stick, che in realtà c’erano degli errori nelle prime stime.

Falso. Mann non ha mai affermato che il suo lavoro fosse viziato da errori. Il lavoro di Mann non è stato smentito da altri studi.

51.30 – …e hanno ricostruito queste temperature degli ultimi 2000 anni in cui si riottiene quello che già storici hanno sempre detto, con periodo caldo medioevale e poi il freddo durante il 1400-1700 .

Le ricostruzioni delle temperature confermano il lavoro di Mann et al.

 

1.58.55 –…quando si parla di CO2 si deve ricordare che la CO2 è un gas della vita e non della morte… bisogna dirlo senza la CO2 non avremmo la pasta.

L’argomento “CO2 è un gas della vita” è molto caro alle lobby pro fossili.

 

2.08.20 – Sono stati misurati i cambiamenti negli oceani…La  piccolissima crescita di riscaldamento si osserva qui (sotto i 700 metri, ndr) ma non qua (lo strato superficiale sopra i 700 metri). Se  vero che il calore è  andato da qua a qua, perché qui non si vede, nel mezzo? Questo è macroscopico , sono stati fatto dei conti e i conti non tornano..

È falso che ci sia un’assenza di riscaldamento nell’oceano superficiale, è una tesi smentita da numerosi e inequivocabili dati, ben riassunti nel capitolo 3 del Quinto Rapporto IPCC- WG1, il cui sommario inizia con “It is virtually certain that the upper ocean (above 700 m) has warmed from 1971 to 2010”.

 

 

 

Modelli

 

27.50 – Il modello riproduce un forte riscaldamento ma la temperatura sta andando giù in realtà… Sembra che ci siano problemi nei modelli.

La temperatura sta andando su e i modelli (non c’è un solo modello) riescono a spiegare il riscaldamento globale in corso. Magigori sono i margini di incertezza nel descrivere l’andamento sui periodi brevi, in cui la variabilità interna gioca un ruolo rilevante (cfr.  AR5-WG1- pag. 769, Box 9.2 Climate Models and the Hiatus in Global Mean Surface Warming of the Past 15 Years)

 

46.44 – Le temperature osservate sono completamente al di fuori del range previsto dai modelli.  Sbagliato. Sono, seppur di poco nel range (si veda AR5-WG1 Fig. 9.8) . Ma la difficoltà c’è solo su un periodo breve, di scarso interesse. Per dirla con l’IPCC: “Le simulazioni con modelli climatici a lungo-termine mostrano un trend della temperatura superficiale media globale nel periodo 1951-2012 che è in accordo con il trend osservato (confidenza molto alta). Esistono tuttavia delle differenze tra i trend delle simulazioni e quelli osservati per periodi più brevi, da 10 a 15 anni (per esempio, dal 1998 al 2012)” (AR5-SPM, pag. 13)

Global average 

 

 

 

Quelli dell’IPCC…

 

25.45 – L’IPCC usa modelli climatici…   per suggerire politiche alle nazioni

L’IPCC non suggerisce politiche alle nazioni, fornisce informazioni di base che le nazioni possano usare per decidere le loro politiche: “The work of the organization is therefore policy-relevant and yet policy-neutral, never policy-prescriptive”

Al contrario di quanto ripete varie volte il dott. Scafetta, non esistono “modelli dell’IPCC”. L’IPCC pubblica  i risultati dei modelli climatici elaborati da gruppi di ricerca di tutto il mondo.

 

30.45  – L’IPCC arriva alla conclusione che il 95% del riscaldamento è dovuto all’uomo, e il Sole e i vulcani hanno contribuito al 5%

Nei rapporti IPCC non c’è questa affermazione. Quale ne sarebbe la fonte scientifica?

 

43.40 – L’errore nella sensitività climatica dell’IPCC va da 1 a 9…

Nel Quinto Rapporto IPCC si legge: “È probabile che la sensitività climatica all’equilibrio sia compresa nell’intervallo di 1,5°C – 4,5°C (confidenza alta), estremamente improbabile che sia inferiore a 1°C (confidenza alta), e molto improbabile che sia superiore ai 6°C (confidenza media)”, SPM, 2014, p. 16.

 

Hockey Stick48.55 – … il grafico pubblicato nel 1995 dall’IPCC, che più o meno riproduce questo andazzo: caldo medioevale un po’ più caldo di oggi. Intorno al 2000 alcuni scienziati hanno detto no! Questa figura della temperatura sbagliata…

La curva in alto a sinistra nella slide non è del 1995 ma del 1990 (IPCC AR1-WG1, pag. 202), ed è un “diagramma schematico” (“schematic diagram”) basato su fonti storiche, non è mai stato né confrontato con le ricostruzioni né usato per validare modelli.

 

 

(Segue…)

 

 

Testo di Stefano Caserini e Sylvie Coyaud

67 responses so far

67 Responses to “Ma quanti errori, dott. Scafetta! – prima parte”

  1. guido viscontion Set 10th 2014 at 11:19

    Questi dibattiti sterili lasciano il tempo che trovano. Sono baruffe chiozzotte. Il problema dei cambiamenti climatici è un problema politico e i politici non saranno mai d’accordo su niente. Provate a interessare i giovani rottamatori voi che potete che seguitano a nominare ai vertici degli organismi nazionali (ASI) degli astrofisici, che perseguono una politica industriale fallimentare che se ne fregano della situazione della meteorologia e delle scienze atmosferiche in Italia (paese che NON HA una laurea in meteorologia). Che seguitano a finanziare posti come il Gran Sasso Science Institute (INFN) che fa cose originali come la fisica delle astroparticelle (no, non si interessa dei terremoti dai quali ha preso i soldi!). Dovreste rendervi conto che il dibattito “scientifico” è solo una scusa per scrivere dei lavori sempre meno connessi con la realtà e quindi è il solito dibattito fra travet della “scienza”.(la scienza è fatta dagli scienziati o gli scienziati fanno la scienza). Il signor Kinimont che è citato fra i non credenti del global warming qualche anno fa è stato invitato dalla Società Italiana di Fisica a scrivere un lavoro sull’argomento sul suo organo ufficiale! Questa è la scienza. Sono i vari Renzi, Bonafè & C. da istruire (è una parola! Ma ci sono mai andati a scuola?). E inutile perdere tempo con altre cose

  2. agrimensore gon Set 10th 2014 at 14:03

    Ho l’impressione che in questo articolo i link inseriti a volte non comprovino e in qualche caso addirittura contraddicano il testo.

    Faccio degli esempi:

    47.00: “Temperature e CO2 fittano bene” – nel link successivo si mostra un grafico ove si nota, decennio per decennio, che dal 1881 le temperature principalmente salgono ma a volte scendono, senza il riferimento dell’andamento della CO2, che tra l’altro dovrebbe essere crescente anno per anno: perché tale grafico, con evidenza delle sole T, dovrebbe essere una prova di un buon fit con il livello CO2?

    48.30: “Durante la Piccola era glaciale, dal 1500 al 1800, è iniziata la rivoluzione scientifica e industriale europea. La diffusione della peste nera è avvenuta nel 1347 e 1353, a causa di numerosi fattori” – nel link inserito (wikipedia) si legge: “a partire dal 1290, in molte parti d’Europa, vi furono lunghi periodi di carestia, provocati principalmente dal raffreddamento del clima, la cosiddetta piccola era glaciale, che perdurò a fasi alterne fino alla prima metà del XIX secolo.”

    27.27: Per confutare la tesi di Scafetta che ci sia stato “un leggero raffreddamento dal 2000 in poi…” si mette il link a un grafico che, a partire dal 1800, mostra la media mobile decennale delle T fino a qualche anno dopo il 2000, cosicché la parte di grafico ottenuta esclusivamente con dati posteriori al 2000 è minima (dopo il 2005). Perché non inserire un grafico che riporta le temperature strumentali degli ultimi decenni, magari filtrati per periodi minori di 10 anni?

  3. Riccardo Reitanoon Set 10th 2014 at 14:57

    Visconti
    ma come fare ad istruire Renzi, Bonafè & C. finchè ci sono in giro scienziati che gli fanno, forse involontoriamente, da spalla? Allargando l’orizzonte, per limitare l’ondata di interrogazioni parlamentari (trasversali) sulle questioni “scientifiche” più assurde bisogna smontare i pilastri su cui poggiano. Perchè, lo sappiamo bene, all’occorrenza uno scienziato bastian contrario lo si trova sempre e il politico di turno ha buon gioco a scegliere quello che più gli conviene.

  4. albertoon Set 10th 2014 at 15:20

    47:00: “la CO2 è andata su temperatura sembra che non lo sappia”
    frase che si commenta da sola, senza bisogno di confutazioni. Come se le T medie superficiali fossero influenzate deterministicamente dalla sola concentrazione di CO2 in atmosfera e da nessun altro fattore causale.

    48:30: “Poi c’è stato un altro periodo freddo chiamato Little Ice Age che ha causato ad esempio la peste nera, che ha favorito la peste nera e il collasso della civiltà europea, in un certo qual senso”: altra frase che si commenta da sola, un bla-bla pseudostorico che non interessa la climatologia e non merita confutazione.

    27:27: “C’è un leggero raffreddamento dal 2000 in poi”: e secondo i calcoli (da verificare) di Scafetta od altri quanti decimi di grado per decade negli ultimi 13 anni varrebbe questo raffreddamento il quale, tra l’ altro, smentirebbe la famosa pausa del riscaldamento globale?

    La mia impressione (da prendere con beneficio d’ inventario) è che l’ over-reaction la quale non intaccherà le incrollabili certezze dell’ agrimensore e degli scafettiani, non sia un modo equilibrato di argomentare, ma un cedere alle provocazioni.

  5. Stefano Caserinion Set 10th 2014 at 18:03

    @ Agrimensore

    47.00
    Quell’immagine era per spiegare che negli ultimi 3 decenni la Temperatura, come la CO2, è salita.
    Ma ha ragione che puo’ trarre in errore quanto c’è prima, per cui ho aggiunto un altro link su “fittano bene” (preso da qui https://www.climalteranti.it/2010/06/06/temperatura-e-co2-nel-passato/) con un’immagine più chiara sul fit. Grazie.

    48.30
    Quel link di wikipedia era solo per le date.
    Sulla data di inizio della Little Ice Age, troverà moltissime datazioni e anche chi mette in discussione che abbia avuto un carattere globale, come per il periodo caldo medioevale
    In A qualcuno Piace Caldo avevo citato i casi italiani:
    Il raffreddamento secondo alcuni sarebbe iniziato “nel quattordicesimo secolo” (Giordano, 2007), sarebbe durato “500 anni (tra il 1270 e il 1715)” (Gerelli, 2002b), secondo altri si sarebbe verificato nel periodo 1600-1800, “con una temperatura più bassa di 2-3° rispetto all’attuale” (Ricci, 2003), oppure “andò avanti fino al 1850, con temperature di 2,5-3 gradi più basse di quelle attuali” (Carioti, 2007), oppure “tra il 1400 e il 1700” (Battaglia, 2007d).
    Per il resto concordo con Alberto, bla bla pseudo storico è una definizione che condivido per una frase come “periodo freddo chiamato Little Ice Age che ha causato ad esempio la peste nera, che ha favorito la peste nera e il collasso della civiltà europea”.

    27.27
    È il grafico è del progetto Best, ma ce ne sono altri.
    Il punto è che se prende i dati dal 2010 in poi (ma non era dal 1998 il raffredamento ?) puo’ verificare che il trend rimane positivo.
    Ad esempio i dati del GISS sono qui
    http://data.giss.nasa.gov/gistemp/tabledata_v3/GLB.Ts+dSST.txt
    2000 40
    2001 52
    2002 61
    2003 60
    2004 51
    2005 65
    2006 59
    2007 62
    2008 49
    2009 59
    2010 66
    2011 55
    2012 57
    2013 60
    (anomalia in centesimi di grado, rispetto al 1951-80)
    Provi a fare una semplice linea di tendenza. Non è un aumento significativo al 95%, ma è ovvio, sono solo 14 anni. Ma si stava solo confutando il “leggero raffreddamento dal 2000 in poi”.

  6. Stefano Caserinion Set 10th 2014 at 18:08

    @ Alberto La mia impressione (da prendere con beneficio d’ inventario) è che l’ over-reaction la quale non intaccherà le incrollabili certezze dell’ agrimensore e degli scafettiani, non sia un modo equilibrato di argomentare, ma un cedere alle provocazioni. –

    Vede, io non le ritengo delle provocazioni; e neppure ritengo le nostre delle over-reactions. Uno dei compiti che ci siamo dati in questo blog è di confutare gli errori che vengono fatti quando si parla di cambiamenti cliamtici. Prima o poi ci stuferemo e la smetteremo; per ora ci sembra che abbia un senso, perchè le assicuro che per qualcuno quegli agomenti cosi’ poco fondati dal punto di vista scientifico a molti sembrano plausibili.

  7. albertoon Set 11th 2014 at 08:43

    @Stefano: sono d’ accordo che abbia un senso fornire indicazioni scientifiche il più possibile corrette (ricordandosi sempre che la scienza non è infallibile) ed evidenziare le debolezze di argomenti pseudo o para scientifici come quelli di Scafetta.
    Anzi colgo l’ occasione per ringraziare lei e gli altri di climalteranti per il prezioso lavoro di divulgazione.
    Però ritengo che non tutte le scempiaggini meritino risposte
    e che nel rispondere anche alle pensate più implausibili non farebbe male “contare fino a dieci”. Mi spiego meglio: a me pare abbastanza evidenze che alcune infondatezze (in questo caso di Scafetta, ma nel mondo dei cosiddetti “scettici climatici” se ne trovano a bizzeffe) irritino coloro che come lei si dedicano alla corretta divulgazione, solo che questa indignazione che trapela nelle risposte andrebbe (secondo la mia opinione soggettiva, sia chiaro) lasciata un po’ decantare, sia per evitare che si disperda l’ attenzione dei lettori “neutri” su punti irrilevanti se non fuorvianti sia che si forniscano nuovi appigli ai baruffanti di professione.
    Vedrà che non vi stuferete a raccontare il cammino in divenire della scienza.

    P.S: attenti a sottovalutare la capacità psicologica di persuasione dei sostenitori di posizioni scientificamente infondate
    ed attenti a discutere onestamente con chi è in malafede.

  8. stephon Set 11th 2014 at 13:51

    @agrimensore
    ““Temperature e CO2 fittano bene” – nel link successivo si mostra un grafico ove si nota, decennio per decennio, che dal 1881 le temperature principalmente salgono ma a volte scendono…perché tale grafico, con evidenza delle sole T, dovrebbe essere una prova di un buon fit con il livello CO2?”
    Beh, semplicemente perché il trend di fondo – che è quello che conta – parla una lingua piuttosto chiara, in tal senso.

    “un leggero raffreddamento dal 2000 in poi”
    Ecco il raffreddamento presunto, le propongo le due varianti strumentali

    @alberto
    “Però ritengo che non tutte le scempiaggini meritino risposte”
    le dò ragione, anche se questo blog ha pure finalità didattiche, in tal senso. Io – per mancanza cronica di tempo e per altro – nel mio, di blog, oramai ci ho rinunciato da un bel po’. Decantazione per forza di cose e per inerzia. L’impressione – parlo per me e a proposito del mio blog – è di sprecare tempo e parole.

  9. stephon Set 11th 2014 at 14:37

    Ecco le due varianti strumentali, dicevo:

    GISS
    HadCRUT4

    Dal punto di vista statistico – a meno che non si voglia trattare i numeri mediante altre discipline che non siano la statistica – penso ci si possa concordare sulla seguente analisi:
    da qualunque punto del grafico si tracci una retta il coefficiente angolare è sempre positivo (quindi incompatibile con ogni espressione del tipo “stop”, “fermato” che presuppongono coefficienti angolari nulli almeno su base decennale, figuriamoci “raffreddato”…), in alcuni decenni con intensità maggiore ed in altri decenni con intensità minore.
    Ricorderei anche che un trend al rialzo lo si analizza partendo dal minimo, non dal massimo. E finché non si rompe la sequenza di minimi crescenti, il trend prosegue indisturbato con le stesse caratteristiche pur in un contesto di rallentamento.
    Ergo: il trend *continua* ad essere al rialzo, pur se in modo meno forte.
    Non ci sono altre interpretazioni possibili.

  10. Stefano Caserinion Set 11th 2014 at 15:25

    @ Steph Ecco le due varianti strumentali…

    Ottime quelle immagini, grazie per la segnalazione.
    Puoi mettere anche il link del post da cui sono tratte? Grazie

    @ L’impressione – parlo per me e a proposito del mio blog – è di sprecare tempo e parole.
    Ti assicuro che non è cosi’, io lo leggo e lo trovo molto utile

    @ Alberto
    Ci pensero’ su quanto ha scritto; anche nel mio caso c’è stato tempo per la decantazione, causa le ferie e il poco tempo che c’è sempre. Il punto è che se usiamo un tono più leggero poi si rischia di sembrare poco seri o troppo sarcastici; se si è neutri il post è più palloso; mi chiedo se forse un po’ di indignazione è giusto che ci sia, e che traspaia.

  11. stephon Set 11th 2014 at 16:57

    @Stefano
    Mio blog: latita un po’, è vero; ma con la frase che ho scritto intendevo rispondere ad alberto riguardo alle risposte da dare alle scempiaggini che emergono da argomenti pseudo- o para-scientifici in questo ambito. Se ritrovo tempo e “filo”, mi concentrerò molto di più sulla sostanza delle cose, sull’essenza anche in chiave divulgativa, e meno sulle risposte. In questo, ci pensa già molto bene climalteranti confutando errori e leggende che circolano ancora oggi 😉

    Immagini: ecco la fonte.

  12. […] https://www.climalteranti.it/2014/09/09/ma-quanti-errori-i-parte/ […]

  13. Micheleon Set 12th 2014 at 00:12

    In riferimento alla citazione di Scafetta min. 27.27, replica di Caserini e commenti di agrimensore g e steph + recente post di antony watts sul blog WUWT+ wikipedia, apro un post sul mio blog.

    http://daltonsminima.altervista.org/2014/09/11/grafici-anomalie-temperature-terrestri-pausa-o-continuo-riscaldamento/

  14. albertoon Set 12th 2014 at 11:47

    @steph: grazie della risposta.
    L’ apprezzo anche se non ce n’ era in fondo bisogno, perchè mi ero divertito a prendere i dati GISS dal 1880 ad oggi, plottarli su excel ed interpolarli variamente per testare il realismo della generica affermazione da “seminarista” sul presunto raffreddamento globale in atto dal duemila.
    Segnalo, come avevo ipotizzato tra me e me, che la tua risposta non ha minimamente scalfito le certezze di agrimensori, micheli e pirroniani vari che facilmente possono prendere tanti dati strumentali diversi, mescolarli a piacere e osservali con gli occhiali rosa della loro mente, ottenendo “casualmente” non solo pause delle T globali (dal 2000 o dal 1998) ma pure raffreddamenti e replicare così (secondo loro in maniera vincente) ad ogni risposta.

    @Stefano: credo che il giusto mix tra tono “leggero ma non troppo, neutro ma non barboso e indignato ma non spocchioso” sia un buon obiettivo da tenere in considerazione, anche se non sempre facile da realizzare.

  15. agrimensore gon Set 12th 2014 at 16:14

    @Alberto
    Mi scusi, non ho postato alcun messaggio dopo quelli di Steph, come fa a trarre la conclusione che non hanno sortito effetto sulle mie “incrollabili certezze”? Tra l’altro, quali sarebbero queste certezze? A parte il presente, su questo post ho inserito un solo intervento, che comincia con “Ho l’impressione” dove segnalo che alcuni link non sembrano comprovare il testo cui si riferiscono. In effetti è così, tanto che il redattore ha provveduto a inserirne uno più esplicativo ringraziandomi (e io lo ringrazio del ringraziamento).
    Ho evitato di continuare la discussione, nonostante mi abbia citato in un suo precedente messaggio, anche per non darle l’idea che io sia uno dei “baruffanti di professione”, per usare una sua espressione, sebbene intervenga di rado. Se lei mi chiama nuovamente in causa e vuole proprio avere occasione di dibattere, le posso scrivere che questo articolo mi pare un po’ mettere i puntini sulle “i”, ma alla fine non individua chissà quale castroneria nel discorso di Scafetta. Cioè che la LIA sia iniziata nel 1500 o nel 1300 è poco più di una convenzione che non cambia il senso del discorso. Così come le invasioni barbariche durante nel periodo dell’impero romano. Il grafico riportato dall’AR1 sarà pure “schematico”, ma in pratica uno delle maggiori contributi dell’hockey-stick è proprio quello di aver limato il periodo caldo medioevale, ed è sostanzialmente quello che ha detto Scafetta. Dal 2000 il trend sarà pure al riscaldamento, magari non lo è dal ’98 o dal 2005, ma di fondo si parla di una pausa (apparente quanto si vuole) del riscaldamento.
    Direi che, in quanto a possibili errori, la questione più sostanziosa è il fit tra CO2 e T globali, in particolare il grafico di min. 34.40 a cui non viene riconosciuta alcuna valenza scientifica.

  16. oca sapienson Set 12th 2014 at 21:39

    agrimensore g,
    Il link per il fit è quello di “dal 2000”, il secondo serve solo a illustrarlo in un’altro modo.
    – le invasioni barbariche sono state continuee non coincidono con gli hindcast di Scafetta
    – decine di ricostruzioni confermano la curva a hockey stick di Mann et al., questa è l’ultima che ho visto.

    A quanto ne so
    – nel periodo 1400-1800 l’Europa ha conosciuto un grande sviluppo culturale ed economico
    – i meteorologi dicono che la T globale è aumentata più velocemente nel 20010-2010 che nei decenni precedenti
    – i dati di CLOUD smentiscono l’ipotesi di un’influenza determinante dei raggi cosmici sul clima

    Penso che anche lei ritenga delle “castronerie” le affermazioni di Scafetta su questi punti. Per la peste nera, abbia usato il LIA “1500-1800” perché nei modelli hindcast di Scafetta, il periodo caldo medievale finisce nel Quattrocento.

    la questione più sostanziosa è il fit tra CO2 e T globali, in particolare il grafico di min. 34.40 a cui non viene riconosciuta alcuna valenza scientifica

    Per forza, è un grafico derivato nel 2002 da stime precedenti, dal quale sono stati cancellati i margini di incertezza. Se lei vuole, Stefano Caserini aggiunge i link alle fonti ma sarebbe come sparare sull’ambulanza…

  17. oca sapienson Set 12th 2014 at 21:51

    agrimensore g,
    scusi, “abbiamo” usato il LIA ecc.

  18. stephon Set 13th 2014 at 00:34

    @agrimensore
    “… ma di fondo si parla di una pausa (apparente quanto si vuole) del riscaldamento”

    Che se ne parli, non significa che ci sia realmente, come le è stato mostrato e detto. A casa mia rallentamento non significa pausa, a casa sua invece sì?

  19. Stefano Caserinion Set 13th 2014 at 10:31

    @Michele
    La invito a rispettare le norme della netiquette https://www.climalteranti.it/netiquette
    in particoalre la 5. Ogni commento può contenere al massimo un link, ma non a commenti su altri blog;

    @ Agrimensore “ma di fondo si parla di una pausa (apparente quanto si vuole) del riscaldamento.”

    Guardi che viene contestata è la frase “C’è un leggero raffreddamento dal 2000 in poi…”, che è una cosa diversa da pausa, o leggero raffreddamento, se le parole hanno un senso

    @ Agrimensore “ma alla fine non individua chissà quale castroneria nel discorso di Scafetta”

    Beh, non direi.. e cosa sarebbe ad esempio sostenere che i primi 700 metri degli oceani non si stanno riscaldando?

    Con tanto di disegno alla lavagna, e frasi come “il calore è andato da qua a qua, perché qui non si vede, nel mezzo? Questo è macroscopico, sono stati fatto dei conti e i conti non tornano..”

    Non è un dettaglio. Se si fa sostengono queste castronerie significa che non si è capito la base dell’attuale problema del riscaldamento globale, di dove sta andando l’energia intrappolata nel sistema climatico dal maggiore effetto serra.

  20. Telegraph Coveon Set 13th 2014 at 15:40

    Spero di non andare troppo fuori tema ma vorrei approfittare del dott. Casarini per un commento su quest nuovo lavoro

    Application of the Singular Spectrum Analysis Technique to Study the Recent Hiatus on the Global Surface Temperature Record

    http://www.plosone.org/article/info%3Adoi%2F10.1371%2Fjournal.pone.0107222

    anche su jrc eu

    https://ec.europa.eu/jrc/en/news/climate-anomaly-causes-global-warming-slow-down

  21. Telegraph Coveon Set 13th 2014 at 15:42

    Mi scuso per il refuso con il dott. Stefano Caserini

  22. agrimensore gon Set 13th 2014 at 16:56

    @Caserini
    Ha ragione, avevo dimenticato la questione degli oceani… Riporto dal link (AR5- cap.3) segnalato nell’articolo (mi perdoni l’abitudine a leggere anche le parti non direttamente riportate nell’articolo):
    “(…) it is likely that the waters from 700 to 2000 m have warmed on average between 1957 and 2009 and likely that no significant trend was observed between 2000 and 3000 m from 1992 to 2005. It is very likely that the deep (2000 m to bottom) North Atlantic Ocean north of 20°N warmed from 1955 to 1975, and then cooled from 1975 to 2005, with an overall cooling trend”
    A ciò si aggiunga il fatto che il calore si sarebbe accumulato nelle profondità degli oceani, secondo le più accreditate teorie per spiegare la pausa/rallentamento del riscaldamento. A questo punto abbiamo una situazione in cui gli oceani si sono riscaldati da 0 a 2000m, no trend da 2000 a 3000, e presumibilmente riscaldati ancora più nel profondo.
    Se qualcuno a fronte di questa situazione si chiedesse “Se è vero che il calore è andato da qua a qua, perché qui non si vede, nel mezzo?” non mi scandalizzerei tanto.

  23. oca sapienson Set 13th 2014 at 20:47

    agrimensore g,
    se va a p. 263 del capitolo, trova il perché di quelle stime (“Based on the limited information available” ecc.) che, tra l’altro, riguardano il periodo prima della “pausa”. C’è anche una breve risposta alla sua domanda sul trasporto del calore.

  24. Riccardo Reitanoon Set 13th 2014 at 23:24

    L’oceano non è nè un solido nè è unidimensionale, sono certo che chiunque pensandoci un’attimo se ne renda conto.

  25. Stefano Caserinion Set 14th 2014 at 08:40

    @ Agrimensore

    “mi perdoni l’abitudine a leggere anche le parti non direttamente riportate nell’articolo”

    certo, perdonato, più legge del rapporto IPCC, meglio è

    “A questo punto abbiamo una situazione in cui gli oceani si sono riscaldati da 0 a 2000m”

    Giusto. Il relatore della conferenza sosteneva l’assenza di riscaldamento da 0 a 700m, questo è quanto è stato confutato.

    Le parti dell’AR5 che ho trovato più chiare sul tema del riscaldamento degli oceani sono il box 3.1 “Change in global Energy inventory” pag. 264 del cap. 3 (http://www.climatechange2013.org/images/report/WG1AR5_Chapter03_FINAL.pdf),
    con questa eloquente figura http://www.climatechange2013.org/images/figures/WGI_AR5_FigBox3.1-1.jpg
    e la FAQ 3.1 a pag. 266 sempre del cap. 3 con questa immagine bellissima che trovo davvero ben fatta http://www.climatechange2013.org/images/figures/WGI_AR5_FigFAQ3.1-1.jpg

    @ Telegraph Cove
    Grazie, leggerò l’articolo appena posso.
    Devo dire pero’ che il perché le temperature dell’atmosfera salgono un po’ meno che in altri periodi non mi sembra una questione così avvincente. Altri temi (es. le dinamiche del ghiaccio Antartico; come gli oceani reagiscono, ecc) mi sembrano molto più importanti per il nostro futuro. La variabilità delle temperature dell’atmosfera c’è, che il nuovo record globale sia quest’anno, l’anno prossimo o fra 3 anni non mi sembra così rilevante

  26. stephon Set 14th 2014 at 21:16

    @agrimensore g
    “Se qualcuno a fronte di questa situazione si chiedesse “Se è vero che il calore è andato da qua a qua, perché qui non si vede, nel mezzo?” non mi scandalizzerei tanto”

    Il calore, in un fluido in movimento come l’ oceano, come si sa, viene diffuso in primis mediante trasporti convettivi e avvettivi prima ancora che mediante conduzione. Vertical mixing: già sentito? Lo provoca per es. l’effetto ondoso dei venti e la circolazione termoalina. I venti che soffiano costantemente lungo la superficie oceanica generano moti turbolenti che mischiano di continuo il top layer oceanico in modo tale da rimescolare in profondità quella parte di acqua superficiale riscaldata dal sole.
    Un cambiamento di temperatura è il risultato di processi multipli che addizionano e sottraggono calore da un sistema. Scafetta, in ogni caso, sembra fare confusione persino con gli elementari concetti di temperatura (“La piccolissima crescita di riscaldamento si osserva…”) e di calore (“Se è vero che il calore è andato…”). Se qualche processo (ad es. un mutamento nella ventilazione superficiale con gli associati effetti di rimescolamento e di evaporazione) causa un mutamento nei flussi di calore superficiale (per es. sensibile e/o latente) e questo porta ad un rallentamento della diminuzione di temperatura, ci sarebbe veramente da scandalizzarsi a non capire come un riscaldamento di una porzione di oceano più profonda possa apparentemente avvenire in assenza di un analogo e osservabile riscaldamento nella porzione superiore. Cosa c’è di strano in ciò?

  27. Telegraph Coveon Set 15th 2014 at 11:26

    Ringrazio il dott. caserini per il commento.
    Sono pienamente d’accordo con lei sul maggior interesse (scientifico e non) delle conseguenze di lungo periodo legate al cambiamento climatico.
    A mio parere però, vista la lentezza con cui si procede alla decarbonizzazione delle fonti energetiche, é interessante sapere anche se nella prossima decade le t aumenteranno in misura esponenziale o continueranno a crescere in misura ridotta. Per le comunità umane sensibili al problema Agw potrebbe significare avere abbastanza tempo per mettere in atto misure di mitigazione efficaci.
    Penso alle attrezzature turistiche in riva al mare o all’installazione graduale di impianti di climatizzazione a costi ridotti per le fasce più anziane della popolazione.
    In ogni caso mi interessava un suo giudizio tecnico sull’attendibilità della fonte, con la premessa che un lavoro statistico anche validissimo ma non supportato da adeguate basi fisiche mi appare sempre incompleto.

  28. albertoon Set 15th 2014 at 15:24

    Piccolo dizionario per i navigatori considerando un periodo di tempo arbitrario (senza dimenticare che per le tendenze climatiche servono circa 30 anni).
    A) Pausa = aumento delle T mediamente 0 (una regressione lineare produce una retta orizzontale)
    B) Raffreddamento = diminuzione delle T (retta all’ ingiù)
    C) Rallentamento del riscaldamento = aumento delle T (retta all’ insù) inferiore all’ aumento registratoi nel periodo precedente

    I dati strumentali degli ultimi 13+13 (o 15+15 o come si desidera) indicano che per le T globali superficiali siamo nel caso C.
    I pirroniani credono in genere a B, ma qualcuno come lo Scafetta hanno una tale mancanza di senso del pudore da sostenere (a chiacchiere) B.
    Per un pirroniano ammettere l’ ovvia realtà (facilmente verificabile) di C sarebbe come per un creazionista ammettere che risalendo abbastanza indietro nelle generazioni (di padre in padre o di madre in madre) si troverebbe tra i suoi antenati (come tra quelli di qualcun altro) una antica specie di scimmia catarrina.

    P.S: ho appena scoperto che dal 2006 ad oggi la superficie terrestre ha subito un innegabile B)

  29. albertoon Set 15th 2014 at 15:25

    Errata corrige: gli scettici credono in genere ad A.

  30. Riccardo Reitanoon Set 16th 2014 at 11:56

    Telegraph Cove
    sui cicli pluridecennali e il loro impatto sulla temperatura potrebbe interessarti questo articolo. In estrema sintesi, il lavoro mostra (fra le altre cose) come buona parte del supposto segnale ciclico nella temperatura degli ultimi 150 anni è un artefatto della forzante antropica. E’ l’altra faccia della medaglia della “obiettività” del metodo puramente statistico utilizzato nell’articolo che citi.

  31. Telegraph Coveon Set 16th 2014 at 14:10

    @reitano
    grazie per la segnalazione.
    Dovrebbe essere uno dei la vori più citati per confutare l’ipotesi “stadium wave” tanto cara a JC.
    Visto che ho letto frettolosamente solo l’abstract e poi ho dimenticato (mannaggia l’alzaheimer da overdose lavorativa) rileggerò con calma.

    P.s. Sempre a proposito di cicli (non astrologici) mi piacciono anche le cose scritte ultimamente da Knutti e Shaun Lovejoy. I loro ultimi lavori parlano principalmente d’altro ma un accenno preciso a cicli ed a brevi fluttuazioni naturali periodiche c’é sicuramente.

  32. albertoon Set 16th 2014 at 14:39

    @T.Cove: in questo accenno da te accennato, le brevi fluttuazioni naturali periodiche hanno una frequenza fissa o variabile in maniera caotica come i noti cicli naturali del “bambinello” (del quale siamo in attesa e che probabilmente si presenterà a fine anno … ma forse no) e della sua sorellina?

  33. Riccardo Reitanoon Set 16th 2014 at 21:28

    Telegraph Cove
    nessuno nega l’esistenza di fenomeni più o meno periodici, il disaccordo è in genere sull’influenza che hanno. Paradossalmente, l’ENSO, da tutti riconosciuto come importante, viene spesso trascurato dai negazionisti o dai vari “ciclisti”.

  34. Telegraph Coveon Set 17th 2014 at 01:03

    @alberto
    a memoria mi pare knutti attribuisca il rallentamento (temporaneo) della crescita delle t glob a enso ed in misura minore a sole+aerosol – riduce anche un poco la sens transient
    lovejoy studia i periodi di variabilitá naturale e indica fasi warm e “meno warm” con periodi di ritorno tra i 20 e i 50 anni.
    la possibilitá di una fase cool protratta come quella del dopoguerra credo sia scarsa perchè lovejoy la indica come evento più rilevante.
    questo a memoria, magari ti conviene leggerli direttamente.
    @reitano
    verissimo! ma l’enso anche se femmina non piace ai ciclisti perchè in pochi anni va e viene e lascia il trend di fondo invariato.
    però sperando in due nina aggiungendo un po di sole weak e qualche sbuffo di aerosol si potrebbe avere ancora qualche anno di crescita rallentata utile per fare opere di adattamento grandi e piccole (ovviamente per chi le vuole fare). Temo invece che per vedere una mitigazione efficace o un’nversione di rotta effettiva dovremo passare la mano ai figli.

  35. Telegraph Coveon Set 17th 2014 at 01:16

    ultimo commento poi vi lascio proseguire in pace:
    anche il lavoro di lovejoy è solo statistica però usata per mettere in rilievo la debolezza di altre presunte correlazioni

  36. Antonioon Set 17th 2014 at 09:07

    Non è causale che Scafetta debba negare il riscaldamento dei primi 700 metri di oceano.
    Ho ascoltato quel passaggio, si lancia in quelle affermazioni per rispondere a una domanda di chi gli dice: guarda che tutte quelle menate sul presunto riscaldamento sono legate al fatto che un po’ più di calore è andato negli oceani.
    Se avesse risposto: sì, in effetti il calore se ne è andato negli oceani per effetto della normale variabilità climatica, tutti i suoi conti sui cicli delle T dell’atmosfera andavano a farsi benedire, ossia venivano meglio percepiti per quelli che sono, inutili esercizi da smanettone.
    Per questo lo Scafetta si trova costretto a negare il riscaldamento degli oceani, con le conseguenze un po’ ridicole di dover poi attribuire a fonti termiche sul fondale degli oceani il riscaldamento dello strato più profondo.
    È come se fosse arrivato al capolinea, sbattendo contro i limiti della fisica del sistema climatico, e abbia deciso di non tenerne conto.

    Secondo me non dovete fare gli egoisti, dovete mettere i sottotioli in inglese per far ridere anche chi non capisce l’italiano, i blog degli States si divertirebbero assai

  37. Antonioon Set 17th 2014 at 09:08

    ahio, intendevo non è casuale…

  38. stefanoon Set 17th 2014 at 20:51

    Pubblichi qualcosa..intendo dire..se è qualcosa di interessante e realistico passerà la peer-review e sarà argomento di analisi.
    Di teorie negazioniste o ‘calmieriste’ sono pieni i blog e i forum ma abbastanza vuoti gli scaffali che contengono pubblicazioni.
    Sinceramente, dal punto di vista comunicativo, non mi sembra neanche tanto proficuo dare spazio periodicamente a varie teorie per commentarne gli errori.
    Se domani dico che i prodromi dell’appendicite sono la tonsillite e lo starnuto, non credo che The Lancet mi dedichi una pagina.
    Lo dico, ovviamente, per il bene di questo enorme (qualitativamente) spazio divulgativo che questo blog rappresenta.
    Un caro saluto.
    stefano

  39. albertoon Set 18th 2014 at 09:58

    @T.Cove: sicuro che la tua memoria sia affidabile?
    Vedi Knutti ha è un fisico specializzato nell’ ambito climatico i cui lavori mostrano che le amate (da qualcuno) variabilità interne hanno un peso limitato sul GW in atto.
    Ad esempio l’ abstract del seguente articolo è chiarissimo
    http://www.nature.com/ngeo/journal/v5/n1/abs/ngeo1327.html
    “We find that since the mid-twentieth century, greenhouse gases contributed 0.85 °C of warming (5–95% uncertainty: 0.6–1.1 °C), about half of which was offset by the cooling effects of aerosols, with a total observed change in global temperature of about 0.56 °C. The observed trends are extremely unlikely (<5%) to be caused by internal variability, even if current models were found to strongly underestimate it. Our method is complementary to optimal fingerprinting attribution and produces fully consistent results, thus suggesting an even higher confidence that human-induced causes dominate the observed warming”.

    Riguardo a Lovejoy, ti riferisci al biologo, famoso per aver introdotto il termine bio-diversità?
    Se è lui, grazie farò a meno di leggere suoi articoli clima-statistici, dato che non risulta possedere competenze di livello sufficiente in climatologia.

  40. Telegraph Coveon Set 18th 2014 at 10:58

    @credo che tu stia sbagliando lovejoy
    questo é shaun lovejoy mcgill university canada
    fisico
    non ti allego il link perchè dal cell é troppo difficile

  41. Telegraph Coveon Set 18th 2014 at 11:37

    @alberto
    per reto knutti il lavoro non é quello che hai citato ma uno nuovo di agosto 2014.
    Ovviamente non si é rimangiato nulla di quello che ha scritto in precedenza. C’é solo l’attribuzione del rallentamento nella crescita delle t all’enso, al sole e agli aerosol con relative stime.
    Rallentamento destinato a finire non appena tali forzanti si indeboliranno.

  42. albertoon Set 19th 2014 at 14:12

    @T.Cove: grazie delle precisazioni. In effetti con un poco di pazienza ho trovato il Lovejoy “giusto”.
    http://www.physics.mcgill.ca/~gang/eprints/eprintLovejoy/neweprint/Anthropause.GRL.final.13.6.14bbis.pdf
    Ed il suo lavoro, partendo da modelli basati sulla statistica invece che sulla fisica e quindi apparentemente meno attendibili ma in realtà significativi, raggiungendo risultati coerenti con i secondi ma in maniera indipendente, conocrda con quello di Knutti spiegando la recente “pausa” in sostanza come un effetto della variabilità naturale (già verificatosi anche in passato nella sua ricostruzione più che secolare) che si aggiunge alla forzante indotta dall’ uomo.
    Da notare che, se ho capito bene guardando la tabella 1
    nel caso della pausa 1998-2013 la variabilità naturale ha dato un contributo opposto a quello umano, compensandolo (in pratica il clima terrestre in assenza di 7 miliardi di bipedi industriosi si sarebbe raffreddato di circa 0.3 gradi nello stesso periodo)
    mentre nel caso di ciò che il Lovejoy chiama pre-pausa (1992-1998) i due contributi sono andati nello stesso verso e si sono sommati (e quindi ci sarebbe stato lo stesso un riscaldamento in assenza della nostra stirpe, ma di entità inferiore).
    Se non ho male interpretato la figura 1d (chissà magari qualcuno dsi climalteranti potrebbe fornire un suo parere) mi sembra che Lovejoy indichi come gli eventi di pausa o pre-pausa abbiano durate più o meno comparabili 15-20 anni o il doppio ma frequenza non fissa (come è logico che sia in un sistema intrinsecamente caotico) ossia non descrivibile con semplici sinusoidi.

  43. Telegraph Coveon Set 19th 2014 at 15:12

    @alberto
    direi che sei stato più bravo di me nel sintetizzare il lavoro!

    Sono pienamente d’accordo che lo studio va affiancato a un altro come quello di knutti per dare spessore (e spiegazioni) all’indagine statistica.

    Però meglio lasciare tutto sub-giudice in attesa di un parere di un esperto (caserini, cacciamani ?)

  44. gianlucaon Set 28th 2014 at 22:16

    Sono totalmente in disaccordo con questo articolo che , ponendosi su un piano istituzionale, sembra quasi uno sponsor del IPCC.
    I DATI E, I NUMEROSI STUDI SERI E APOLITICI oggi stanno dimostrando che IL GLOBAL WARMING È UNA BUFALA ENORME.
    E che siamo già entrati in un periodo di calo globale delle temperature.

  45. Riccardo Reitanoon Set 29th 2014 at 00:15

    gianluca
    se per IPCC si intende una buona parte della comunità scientifica del settore che contribuisce all’immane lavoro di “fare il punto” sulle conoscenze attuali, allora si, personalmente sono un convinto “sponsor dell’IPCC”.
    Neanche lo Scafetta di cui si parla nel post sostiene che “il global warming è una bufala” e “che siamo già entrati in un periodo di calo globale delle temperature”. Al più sostiene che l’IPCC (comunque lo si intenda) esageri (vedi ad esempio fig. 9 qui). Altri nomi noti nel campo dei cosiddetti scienziati scettici hanno posizioni analoghe. Per questo ho qualche difficoltà ad immaginare il riferimento ai supposti studi seri e apolitici.

  46. gianlucaon Set 29th 2014 at 06:27

    È perfettamente inutile alludere agli studi russi di Abdumatassov, o farle il nome di Madrigali o passare a valutare le conclusioni del geoclimatologo giapponese (ma la lista dei dissidenti si allunga ogni giorno di più). È inutile per chi rifiuta il confronto.
    Mi spiace per voi: ma questa materia non è una fede.
    I dati non sono manipolabili a compiacimento dell’asse politico economico di turno.
    Perché mentre IPCC blatera prendendo sempre più cantonate, un nucleo sempre più in espansione di geoclimatologi sta scardinando il sistema che ha fatto del GW una sorta di religione alla quale credere senza dati affidabili e senza obbiettare.

    Addio.

  47. albertoon Set 29th 2014 at 20:47

    Ecco bravo gianluca
    l’ addio finale
    (al ragionamento critico e ad un sano scetticismo invece che all’ ipse dixit e al moralismo pseudoscientifico su dati non presentati) è un coronamento adeguato dei tuoi triti commenti.

  48. stephon Set 30th 2014 at 17:00

    @Riccardo
    perché perdere tempo e sprecare parole? Il consiglio, ai vari gianluca di turno, è semplicemente quello di informarsi, poi semmai di farlo meglio e senza pregiudizi dogmatici. Come ultima ratio, recarsi da un buon psicoterapeuta di orientamento cognitivo.

  49. Riccardo Reitanoon Set 30th 2014 at 21:04

    steph
    ammetto che quando rispondo a questa tipologia di utenti non ho in mente loro ma eventuali altri lettori. Con chi ha pregiudiziali simil-ideologiche o ha in testa complotti vari non è possibile intavolare una discussione scientifica sensata, come è evidente dalla risposta di gianluca alla mia osservazione.

  50. Gianlucaon Ott 4th 2014 at 23:38

    E quale sarebbe il sano scetticismo con chi, da anni, si è ormai fatto Setta ?
    Sono sicuro che sapete benissimo che sono stati portati alla luce decine di carteggi telematici (scambio di mail) con i quali gli pseudostudiosi del IPCC ancora adesso tentano una ignobile azione di Cover Up insabbiando e alterando dati su dati.
    Ben sapete che alcuni climatologi , paleoclimatologi “dissidenti” sono stati oggetto della minaccia di revoca dei contributi ai loro studi. Carriere annientate, in nome di Chi o Cosa? Ditemelo voi.
    La vostra sfortuna è che esiste la rete.
    La rete è ancora una frontiera libera.
    Sulla rete , ad esempio, ogni utente può vedere di persona le foto satellitari dei ghiacciai in espansione dal 2000. Sulla rete si possono consultare tutte le previsioni dei “fenomeni ” del Ipcc e , dati alla mano, costatarne gli insuccessi e le cantonate.
    Sulla rete si può persino verificare come la foto icona del AGW , sia stata trafugata e falsificata .
    Sulla rete è possibile approfondire gli studi e le evidenze di quei climatologi che a voi fanno tanta paura e che chiamate in modo dispregiativo “NEGAZIONISTI”.
    Sulla rete ognuno può informarsi sulla vera natura della CARBON TAX e su quanto il governo Clinton intendeva riscuotere dalla produzione di Co2 sottoforma di quella che viene comunemente chiamata “accisa”.
    Un ultima cosa ve la devo dire.
    State vivendo nell’epoca sbagliata; c’è Internet….
    oggi per voi la sabbia….è trasparente.

  51. stephon Ott 4th 2014 at 23:53

    @gianluca
    come dicevo sopra: una visitina da uno psy cognitivista, no?

  52. Gianlucaon Ott 5th 2014 at 07:36

    Steph
    Si si vabbe’,
    Ci siamo capiti.

  53. Riccardo Reitanoon Ott 5th 2014 at 07:58

    Fortuna che c’è internet, lo strumento che fa l’autorevolezza e si fa Verbo. Se fosse davvero così avrebbe ragione Giancarlo, vivo nell’epoca sbagliata. Ma per fortuna di tutti non è così, in molti continuano avere uno spirito critico sufficiente a difendersi dal “l’ho letto su internet”.

  54. Gianlucaon Ott 5th 2014 at 08:05

    Mi raccomando.
    Giammai prendere visione degli studi di Nakamura ,delle rilevazioni Tapping o quelli sugli effetti della riduzione di BVOC della Unger (ma la lista dei “terribili” negazionisti è ogni giorno più lunga).
    I prossimi anni, pur di giustificare un sistema di teorie che allo stesso ipcc sta crollando sotto ai piedi, dite che si tratta di RETROFEEDBACK negativo, effetto albedo e altre corbellerie
    Io vado dallo psicoterapeuta cognitivo.
    Tu Steph intanto compra guanti con ventose.

  55. Gianlucaon Ott 5th 2014 at 08:16

    A ecco Riccardo.
    Quindi le conclusioni di una ricerca le trovo solo su Nature o sepolte sotto chiave dentro qualche università.
    Magari prendere atto che le stesse riviste sono on line, che molti studiosi e ricercatori hanno blog e profili sui social network con cui condividere informazioni !
    Vi fa tanto paura la divulgazione orizzontale ?
    Eppure anche voi siete in rete, in un blog, a confrontarvi (o meglio compiacervi vicendevolmente) .

  56. Gianlucaon Ott 5th 2014 at 08:24

    Internet Riccardo non è un altro mondo.
    Internet è il riflesso diretto del mondo dove elabori i tuoi pensieri.
    Difendere uno spirito critico al di fuori della rete non ha gran senso.
    Queste dovrebbero essere le basi.
    Perché se nemmeno si riesce a identificare il territorio dove si discute e ci si confronta allora non sono io che ho bisogno di uno psi cognitivo (come dice Steph)

  57. stephon Ott 5th 2014 at 16:55

    @gianccarlo
    “Si si vabbe’, Ci siamo capiti.”
    Questo sei tu a dirlo. Siamo è plurale di maestà, per caso?

    “guanti con ventose.”
    Mi sarebbero più utili quelli di gomma. Ma forse nemmeno. Non ho tempo per perdere tempo, acqua e sapone.

  58. Riccardo Reitanoon Ott 5th 2014 at 23:35

    Giancarlo
    internet è solo un mezzo sul quale grano le più svariate informazioni. Si trovano perle ma anche bufale. Il problema non è quindi internet o non internet ma come si fa scienza.
    A me non basta leggere qualcosa su blog (chiunque lo abbia scritto) e nemmeno un singolo articolo scientifico. C’è una comunità scientifica che lavora, verifica e valuta ed è questa, mai il singolo, che il mondo considera autorevole. Tanto per citare l’abusata mazza da hockey, pensa a quanti altri e in quanti modi diversi hanno ripetuto le ricostruzioni. Lo stesso rapporto IPCC del 2001 propone svariate ricostruzioni ottenute con metodi diversi da gruppi di ricerca diversi. La scienza funziona così.
    Non ti piace? Credi siano meglio gli “studiosi e ricercatori [che] hanno blog e profili sui social network con cui condividere informazioni”? Ok, c’è poco o nulla da discutere a fronte di una posizione di questo tipo. Solo non chiamarla scienza, semplicemente perchè non lo è. Dovresti trovare un nome più adatto.

  59. stephon Ott 6th 2014 at 13:26

    Per giancarlo
    vieni anche tu a questa ?
    C’è bisogno di Internet solo per l’iscrizione. E magari per la rotta. Durante il successivo icebreaker (o durante il coffee break), sarà poi anche possibile scambiare due chiacchiere con i relatori. Non male, no?

  60. Gianlucaon Ott 6th 2014 at 20:58

    Intanto mettiamo un paletto fisso.
    Mi chiamo Gianluca: non Giancarlo , che dici su questo mi date il permesso…?
    Andrei, poi, molto cauto a dire che la scienza è solo quella del IPCC che mette a confronto i risultati PILOTATI con DATI FALSATI (ripeto vedere scandalo dello scambio di mail) di gruppi profumatamente prezzolati dell’Occidente.
    Non credo che siano meglio gli studiosi con blog . È una visione parecchio riduttiva.
    È evidente che non avete la minima cognizione delle pubblicazioni che compaiono in rete.
    La scienza è anche quella di chi da decenni raccoglie ed elabora dati , li confronta con un consesso di gran lunga più ampio di quello Ipcc (proprio perché opera nel villaggio globale e infinito della rete) e METTE LE CONCLUSIONI DEI SUOI LAVORI A DISPOSIZIONE DI TUTTI, CON DATI INCONFUTABILI A DISPOSIZIONE DI TUTTI.
    Questo vi terrorizza.
    l’accesso alle informazioni da parte di tutti vi terrorizza.
    Il confronto scientifico che può smentirvi vi terrorizza.

  61. Riccardo Reitanoon Ott 7th 2014 at 10:08

    Gianluca
    se invece di lanciare proclami offensivi parlassi di scienza riusciresti a togliere l’impressione che chi ha paura del confronto sei tu. Ma immagino non ti interessi, così come non ti interessa la scienza.

  62. stephon Ott 8th 2014 at 09:36

    @gianluca
    “È evidente che non avete la minima cognizione delle pubblicazioni che compaiono in rete”
    È evidente che non sai di cosa parli. E che ti diverti a trolleggiare nei blog che consideri “nemici”. Da questo punto di vista, sei rimasto indietro di almeno un decennio se non oltre. E almeno 20 anni, invece, dal punto di vista di quell’accozzaglia di cose sconclusionate che scrivi sul tema.

  63. Antonioon Ott 21st 2014 at 21:35

    Avete visto la risposta di Scafetta?
    http://www.unipd.it/ilbo/content/nicola-scafetta-ci-scrive
    Un capolavoro di arrampicamento sugli specchi con giravolta. Cita articoli di PNS come se dessero ragione a lui nella critica ai modelli, cosa molto discutibile.
    Ma a supporto della teoria che i cicli di 60 anni hanno influito sulle T globali di citazioni di PNAS ghe n’è minga…
    La parte su Mann mi sembra disonestà intellettuale bella e buona: prima aveva detto che Mann aveva ammesso di aver fatto degli errori… ora cita un paper sull’extra-tropical Northern Hemisphere temperature .. ma che c’entra con il lavoro di Mann che era su tutto l’emisfero nord?

  64. Gianlucaon Dic 3rd 2014 at 19:06

    Ma come mai siete così faziosi?
    Ma perché negate la verità dei dati. E che cioè la media della temperatura terrestre non è mai aumentata negli ultimi 50anni.
    Ma siete sul libro paga del IPCC ?
    Avete aziasoni di qualche produttore di fotovoltaico?

  65. oca sapienson Dic 3rd 2014 at 23:07

    Signor Cerulli,

    Certo. da 50 anni i meteorologi truccano i termometri di tutto il mondo – anche quelli dei satelliti pensi lei, e a mano per di più! – per farci credere che aumenta.

    Per l’IPCC si lavora solo gratis, ma noi ce lo possiamo permettere, siamo tutti miliardari.

  66. […] Per le bufale seminate su gas serra e modelli climatici da Nicola Scafetta durante l’apposito seminario tenuto all’università di Padova, rimando al florilegio, parte I, di Climalteranti. […]

  67. […] mi manda due locandine della tournée di Franco Battaglia, Uberto Crescenti, Nicola Scafetta e Mario Giaccio per promuovere il libro “Clima, basta catastrofismo. Riflessioni scientifiche […]

Translate