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James Hansen in Italia

Il grande climatologo James Hansen sarà in Italia dall’1 al 4 dicembre, per presentare il suo libro “Tempeste, Il futuro del clima del pianeta e l’urgenza di agire”, di cui abbiamo già pubblicato qui una recensione.
In seguito sono elencati gli appuntamenti previsti.
Ho letto e curato, con Luca Mercalli, Tempeste, l’edizione italiana di “Storm of my grand children”, perché lo ritengo un libro importante, come ho scritto nell’introduzione che è riportata in seguito.

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Mercoledì 1 dicembre, dalle ore 20 alle 21, Radio Popolare Milano. Hansen intervistato da Sylvie Coyaud.
La trasmissione va in onda in diretta anche sulle altre radio del network, quindi si potrà tele-intervenire (numero telefonico 02 33.001.001, email diretta@popolarenetwork.it, SMS 331 62 14 013)

Giovedi’ 2 dicembre, ore 10.30, Politecnico di Milano. Conferenza “Il futuro del clima del pianeta e l’urgenza di agire”. Interverranno Marino Gatto e Telmo Pievani. Ci sarà un ampio spazio per il dibattito.
La locandina dell’iniziativa è disponibile qui.
La presentazione di Hansen è disponibile qui. Il video dell’intervento di Hansen è disponibile qui

Giovedi’ 2 dicembre, ore 18,30, Milano, Rotonda della Besana.
Incontro nell’ambito della mostra “2050: Il pianeta ha bisogno di te, con Telmo Pievani e Frank Raes.

Venerdi’ 3 dicembre, ore 21, Torino, Circolo dei lettori.
Conferenza: “Clima, l’urgenza di agire. La natura e le leggi della fisica non scendono a compromessi
Introduce Luca Mercalli. Intervengono Mario Salomone, Antonello Provenzale, Giovanni Paesano, Erik Balzaretti.
La locandina dell’iniziativa è disponibile qui.

Sabato 4 dicembre, Roma, ore 19, Palazzo dei Congressi, EUR.
Presentazione di “Tempeste” alla Fiera dell’editoria “Più libri più liberi“. Modera Sylvie Coyaud.

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Perché “Tempeste” è un libro importante

Il libro di Jim Hansen non è solo un grande racconto scientifico, è la storia di una vita, la biografia di uno dei più grandi esponenti della scienza del clima.
Un racconto umano, schietto; diverso dal classico racconto scientifico, schematico e asettico. Dalle parole di Hansen emerge la passione per la scienza assieme all’amore per i propri nipoti, il gusto per la sfida della comprensione del funzionamento del sistema climatico assieme alla passione civile del cittadino nordamericano.
Hansen descrive bene la gravità della situazione climatica, l’evidenza delle responsabilità umane nell’alterazione dell’equilibrio energetico del pianeta, e fornisce alcune indicazioni per cercare di porvi rimedio. Anche se alcune delle posizioni di Hansen possono anche non convincere, il libro è importante per diversi motivi.

Hansen racconta di come per tanti anni ha limitato il suo lavoro ai laboratori e alla scrittura scientifica, evitando per quanto possibile i contatti con il mondo della comunicazione.
Davanti al peggioramento della situazione climatica, all’avanzare del surriscaldamento globale e al verificarsi dei primi impatti, e assistendo all’enorme ritardo delle risposte del mondo politico, Hansen ha scelto di reagire e mettersi in gioco in prima persona. Scrivendo articoli divulgativi, tenendo conferenze prima delle elezioni politiche, partecipando a manifestazioni pubbliche, scrivendo ai manager delle aziende energetiche. Fino a scrivere il suo primo libro, all’età di 68 anni.
Hansen ha verificato in prima persona come la politica riesca a nascondere la realtà, come possa spudoratamente agire per fabbricarsene una di comodo. Come sappia approfittare dell’ingenuità degli scienziati, che pur se di altissimo livello possono essere strumentalizzati e neutralizzati dagli uffici stampa dei dipartimenti del Governo.
Il racconto di Hansen è sincero, ammette errori, debolezze, ingenuità. È la “scoperta della politica” da parte di uno scienziato. Parla in primo luogo a tutti gli studiosi della scienza del clima, dice della necessità di testimoniare, di raccontare a tutti quanto si è capito, e di saper farlo bene. Gli scienziati che capiscono la gravità della situazione climatica, i pericoli che possono correre le specie viventi sul pianeta, non possono solo stare ad assistere che le loro previsioni si avverino, cosa peraltro successa negli ultimi 20 anni. Il rapporto fra scienza e politica è certamente delicato, e indubbi sono i pericoli che gli studiosi non sappiano distinguere quanto obiettivamente emerge dal discorso scientifico con le posizioni che dipendono dai propri valori personali. Anche gli scienziati dopotutto sono essere umani, ed è a questa umanità che parla Hansen, della necessità di tutti, scienziati compresi, di riscoprire il ruolo di cittadini, di sentirsi responsabili del futuro, per se o per i propri nipoti, per il pianeta.

Il libro è poi importante per la chiarezza con cui è esposta la situazione climatica del pianeta, sono mostrate le possibili evoluzioni e gli impatti conseguenti. Alcuni passaggi molto complessi della scienza del clima, sono esposti con grande chiarezza da Hansen, in virtù di una profonda conoscenza teorica e una grandissima esperienza nel settore.
Il quadro della situazione climatica dipinto da Hansen è indubbiamente pesante. Mostra la lentezza ma anche la grande inerzia della perturbazione al sistema climatico, spiegandone i perché, la pericolosità delle possibili “sorprese” che ci potranno essere se il clima del pianeta sarà modificato pesantemente. I motivi delle preoccupazioni sono tanti e non lasciano spazi a ingenue speranze e illusioni.

Un ulteriore aspetto è che Hansen fornisce alcune coordinate su come affrontare il problema.
Hansen ha definito un obiettivo di concentrazione di CO2 in atmosfera, 350 ppm, limite a cui si dovrebbe tendere per “mettere in sicurezza” il pianeta. È un numero importante per far capire la vastità del compito che attende, per favorire le azioni sia a livello degli accordi internazionali che delle azioni dal basso, di mobilitazioni dei cittadini.

Sulla base della sua esperienza, che gli ha reso evidente la cecità della politica statunitense, condizionata dalla prepotenza degli interessi particolari, Hansen invita ad una mobilitazione dal basso, da parte di tutti quanti hanno a cuore il futuro del pianeta. Alcune delle proposte e dei giudizi di Hansen possono non essere condivisibili (ad esempio la necessità di un blocco immediato della costruzione delle centrali a carbone, la fiducia nell’importanza dell’energia nucleare, la preferibilità di una carbon tax rispetto ai sistemi di scambio dei diritti di emissione, la scarsa importanza delle azioni “dal basso”); qualcuno storcerà il naso nel sentirgli definire “treni della morte” i treni che portano carbone alle centrali termoelettriche. Altri potranno essere infastiditi dai continui richiami ai possibili disastri per le future generazioni.
Ma è per tutti un motivo di riflessione se un grande e schivo climatologo arriva a farsi arrestare durante una manifestazione e a difendere nelle aule dei tribunali chi manifesta contro la costruzione delle centrali a carbone, a invocare la necessità della resistenza civile per svegliare il mondo politico. Dopo aver letto il libro le sue ragioni sono comprensibili.

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Testo di Stefano Caserini

38 responses so far

38 Responses to “James Hansen in Italia”

  1. Antonioon Nov 25th 2010 at 22:57

    Che dire, grazie, cerchero’ di esserci a Roma.
    Bella l’introduzione, tocca un punto importante anche da noi, cioè che la politica vuole fabbricarsi la verità che più gli fa piacere.
    E’ che alla fine con la realtà ci si scontra.
    Cosi’ sta succedendo anche per la riforma dell’università, alla fine i nodi vengono al pettine

  2. Claudio Costaon Nov 26th 2010 at 11:17

    @ Caserini

    Giovedi al politecnico c’è scritto che la comunicazione sarà in inglese, e siccome sono 30 anni che non faccio conversazione temo di perdermi il succo, quindi le chiedo se anche in quest’incontro

    “Giovedi’ 2 dicembre, ore 18,30, Milano, Rotonda della Besana.
    Incontro nell’ambito della mostra “2050: Il pianeta ha bisogno di te“, con Telmo Pievani e Frank Raes.”

    le comunicazioni saranno in inglese o se è prevista una sorta di traduzione fatta magari dai moderatori

  3. Stefano Caserinion Nov 26th 2010 at 14:44

    Alla Rotonda della Besana ci sarà la traduzione in italiano.
    SC

  4. Claudio Costaon Nov 26th 2010 at 17:35

    @ Caserini

    Bene,

    allora vedo di organizzarmi, spero di venire e riuscire a trovare il libro in tempo per farmi fare l’autografo dal guru dell’agw

  5. claudio della volpeon Nov 26th 2010 at 20:04

    x Costa:
    Ma poi si converte?

  6. Claudio Costaon Nov 26th 2010 at 21:09

    @ cdv

    ci sono stati stallieri diventati eroi quindi………nulla si può escludere

  7. Vincenzoon Nov 27th 2010 at 14:19

    @ Costa

    da quanto ho capito, mi sa che per cambiare idea, prima Lei deve cambiare lavoro.
    Finchè ha quell’ossessione per le emissioni zoogeniche che possono cambiare il suo business, sarà difficile che affrenti in modo razionale questo tema.
    Ma non se ne doglia troppo, non è il solo

  8. PIERO IANNELLIon Nov 28th 2010 at 06:21

    @Vincenzo.. parlare di “busines” non è il caso.. sono costretto a rispondere..

    Imbarazzante vedere SORGENIA, (meno del 3,7 % di energia da fonti “pulite”), “sostenitrice” del sito “CLIMALTERANTI” che si batte contro le emissioni di CO2.

    PERCHE’ SORGENIA SOSTIENE il sito “CLIMALTERANTI” alfiere della lotta alla CO2”?
    Forse perché Intesa-Sanpaolo, ha dato vita a Gica, (compra vendita quote CO2) altri soci fondatori di Gica sono SORGENIA di cui la stessa LEGAMBIENTE ha quote azionarie.

    Presidente onorario LEGAMBIENTE Realacci, cui si legano nomi come Diego Della Valle, Carlo De Benedetti e Alessandro Profumo, in “Symbola”. Ma il succo è in FEDERPARCHI, centinaia di milioni di euro di lucro anche personale.. ( leggo e riporto naturalmente)

    Mi auguro di non aver infastidito la Netiquette..
    Nel caso.. “CASSATE” senza pietà..

    P.s. mi stò impegnando a perorare la vostra causa.. copio incollo e spedisco..
    ..notte e giorno!

    Cancellate serenamente..

    Piero Iannelli

  9. claudio della volpeon Nov 28th 2010 at 11:45

    Iannelli lei non meriterebbe una risposta per le sue insinuazioni perchè mescola le cose facendo confusione e mistificazione e poi ultimo, ma non ultimo, non sa nemmeno fare di conto; ma dato che qua nessuno ha niente da nascondere vorrei precisare le cose seguenti:
    dal sito di Sorgenia si evince che Sorgenia ha una potenza installata di 1671 MW, di cui il 6% è rinnovabile e una produzione annua di 8217 milioni di kwh di cui il 2.6% da rinnovabile essenzialmente eolico; differenze tipiche dato il diverso regime degli impianti; che gli impianti FV che possiede ne fanno il principale produttore FV italiano; a questo è da aggiungere che le due centrali che possiede a Modugno e a Termoli sono impianti a ciclo combinato con una efficienza termodinamica di circa il 55% e con una produzione di CO2 del 30% inferiore a quella di un impianto tradizionale Terna; tanto è vero che per ogni kwh prodotto sorgenia produce (su questi impianti) circa 180g in meno di CO2.
    dato che non si puo’ cambiare modello produttivo in poco tempo mi sembrano dati degni di attenzione; e comunque Sorgenia, che personalmente non so quanto contribuisca al sito, certo non condiziona nessuno di noi autori; se questo avvenisse me ne andrei il momento dopo.

  10. […] di Cancùn, preludio alla trasmissione con James Hansen mercoledì dalle 20 alle 21; grazie a Climalteranti e a Cassandra dell’annuncio. Gli Stati Uniti si scontreranno con Cina, India, parte […]

  11. Claudio Costaon Nov 29th 2010 at 11:11

    @ Vincenzo

    “Il pericolo non viene da quello che non conosciamo ma da quello che crediamo sia vero e invece non lo è.” Mark Twain

    Dopo il climategate, ma anche dopo le vicende di wikileaks si potrebbe affermare parafrasando Bernard Shaw:

    “Esistono cinque categorie di bugie; la bugia semplice, le previsioni “climatiche”, la statistica, la bugia diplomatica e il comunicato ufficiale.”

    Io ho un chiaro conflitto di interesse, (ma vorrei veder lei a subire e diffamazioni che abbiamo subito noi: le ricordo che il WWI accusa la zootecnia di essere la prima causa di riscaldamento globale..e non sanno cos’è la zootecnia) ma guardi che se non viene dimostrata l’efficacia della mitigazione climatica con la riduzione delle emissioni si sta delineando la più grande truffa internazionale del millennio, in quanto si obbliga la gente a pagare il kWh 5-10 volte di più e per niente, con un giro vorticoso di miliardi di euro
    Avete visto report ieri sera?

  12. adminon Nov 29th 2010 at 11:57

    Gli ultimi commenti sono tutti fuori tema e al limite della Netiquette. Altri commenti di questo tipo non verranno accettati

  13. oca sapienson Nov 30th 2010 at 19:26

    @Admin
    la Netiquette, non so, ma si potrebbe applicare un protocollo compassionale anti-figuracce, lo sanno tutti che Legambiente non è azionaria di Sorgenia e che nessun WWI ha mai accusato la zootecnia di alcunché.

    Nel libro di Hansen, sono rimasta stupita dal fatto che, spinta dalla Casa Bianca, la NASA cancellasse dalla propria missione il compito di “proteggere il pianeta” dopo che lui l’aveva citato. E’ divertente anche come analizza a posteriori i propri interventi al Congresso, come fossero esperimenti da migliorare.
    E nella prefazione di Stefano, “cecità della politica statunitense” va letto come un eufemismo, Hansen parla di “influenza del denaro”.

  14. Claudio Costaon Dic 1st 2010 at 10:37

    Tanto per non drammatizzare e descrivere invece solo le evidenze, nelle prime pagine il Mercalli cita J Hansen.

    cito: “La conclusione sorprendente (di J Hansen) è che il continuo sfruttamento di tutti i combustibili fossili presenti sulla terra minaccia non solo le specie, milioni, che vivono sul pianeta, ma anche la sopravvivenza dell’umanità stessa-e i tempi sono più brevi di quanto pensassimo.”

    Moriremo tutti e moriremo presto!

    Per non parlare del livello dei mari, cito:

    “Se bruciamo tutti i combustibili fossili, le calotte glaciali si fonderanno completamente, con un innalzamento finale del livello del mare di 75 mt e gran parte di questo processo si svolgerà nell’arco di qualche secolo”

    Queste affermazioni sono la crema della crema del catastrofismo climatico, peccato però che le evidenze ci dicano che il mare cresce di qualche millimetro anno e nella seconda metà del 900 meno che nella prima metà

    Ma la cosa che mi ha più sbalordito sono le forzanti vulcaniche che magicamente J Hansen stima come riscaldanti. Lo so, lo so non ci crederete, dopo 20 anni che ci raccontano la favoletta dei solfati raffreddanti ma è proprio così. J. Hansen stima le forzanti vulcaniche come riscaldanti almeno di 0,15 wmq e le somma alle forzanti solari per un valore di 0,5 w mq ( già le somme non tornano a me risulta infatti 0,45 wmq) e non può essere un refuso perché mette le forzanti vulcaniche nei riscaldanti anche nella tabellina delle forzanti in fig 1.
    Già J Hansen ci aveva abituati a dei colpi di teatro quando di colpo in bianco aveva quasi raddoppiato la stima dei raffreddanti dal 2000 al 2005 (dimostrando che nel 2000 le stime erano completamente sbagliate) seconod Lindzen girando le manopoline per far quadrare i conti.
    Ma la forzante vulcanica riscaldante è un’assoluta novità perché non ve ne’è traccia in nessuna tabella delle forzanti radiative in nessuno dei 4 rapporti dell’IPCC.

    Poi Hansen si sbilancia sugli incrementi di temperatura dal 1600 al 1950 cito:

    “..durante la piccola era glaciale (1600) la temperatura media del pianeta fu inferiore di mezzo grado centigrado”

    Eh NO questi sono i conti della serva di Mann, che però non tornano perché dal 1600 al 1950 l’IPCC stima un incremento delle temperature di almeno il doppio, anzi secondo il Pasini da “Kyoto e dintorni”:

    “Le caratteristiche del clima nella piccola età glaciale si possono riassumere in: diminuzione delle temperature media dell’aria di circa 1°C 1,5°C…in complesso l’aumento della temperatura media planetaria si può stimare in 0,6° C a secolo!”

    C’è da chiedersi come mai J Hansen sminuisca il riscaldamento avvenuto dal 1600 al 1950?
    Semplicissimo perché no sa giustificarlo con le misere stime delle forzanti naturali che ha fatto a cui come in una magia ha aggiunto le forzanti vulcaniche come riscaldanti, che sembra un altro mannello per far quadrare i conti che ancora non tornano.

    @ Oca

    su WWI siamo alle comiche

  15. stephon Dic 1st 2010 at 11:21

    @Costa
    “Se bruciamo tutti i combustibili fossili, le calotte glaciali si fonderanno completamente, con un innalzamento finale del livello del mare di 75 mt e gran parte di questo processo si svolgerà nell’arco di qualche secolo”
    Queste affermazioni sono la crema della crema del catastrofismo climatico, peccato però che le evidenze ci dicano che il mare cresce di qualche millimetro anno e nella seconda metà del 900 meno che nella prima metà”

    Se…allora…. Futuro. Tu lo decontestipoli in un passato-presente privo di ipotesi. Troppo comodo.

  16. stephon Dic 1st 2010 at 11:30

    @Costa
    “la favoletta dei solfati raffreddanti ”
    Un libro di riferimento a cui attingere per leggere queste favole è per es. questo:
    “Global Dimming and Brightening”, JGR 115, no. D10, 2010

    Tu a quale pensavi?

    Su vulcani: nulla di nuovo, leggiti un po’ di letteratura a riguardo, invece di gridare, picchiare i pugni e decontesipolare. As usual.

    ****

    Peccato non poter essere presente nemmeno ad un appuntamento (a causa di molti impegni) per ascoltare un grandissimo della scienza climatologica. Sarà per una prossima volta.
    PS: il collegamento alla locandina dell’appuntamento di Torino non funziona.

  17. Riccardo Reitanoon Dic 1st 2010 at 17:04

    Costa
    il nome di Hansen sembra avere l’effetto del drappo rosso davanti al toro, fa perdere al povero animale il lume della ragione e lo porta a prendersela con il pezzo di stoffa.
    In particolare sugli aerosol vulcanici, dovrebbe forse leggere con più attenzione ciò che scrive Hansen:
    “I dati disponibili, per quanto scarsi, suggeriscono che l’attività vulcanica fu maggiore nel diciottesimo che nel ventesimo secolo.
    […]
    L’aumento della forzante climatica a metà del ventesimo secolo a causa della variazione dell’attività vulcanica è stimata in 0.15 watt.”
    Quindi Hansen non dice assolutamente ciò che pensa lei, che gli aerosol sono una forzante positiva. Pensi ciò che vuole su Hansen, ma non dubiti nè della sua onestà nè della sua competenza; se mai le dovesse sembrare che Hansen abbia detto una cosa così palesemente assurda, stia pur certo di non aver capito.
    Tralascio la pedante affermazione sulle somme; forse crede che Hansen non sappia farle? Anche qui, la sindrome del drappo rosso.

  18. Claudio Costaon Dic 1st 2010 at 20:11

    @ Reitano

    Ma cosa sta dicendo?

    Ma Hansen somma la forzante vulcani 0,15 wmq a quella solare di 0,3 w mq, per un totale di 0,5 w mq ? (che dovrebbe essere 0.45wmq?)

    Ma se la mette anche nella tabellina delle forzanti come riscaldante e la chiama inequivocalmente “vulcani” (voce mai vista e sbalorditivamente) con un valore di 0,15 wmq ( la mette in un area esattamente pari all ametà di quella solare) con la barretta delle incertezze di 1 wmq

    Reitano svegliaaaaaaaaaaaaaaaaaaaa

  19. Riccardo Reitanoon Dic 1st 2010 at 21:01

    Costa
    io sono sveglio, lei sembra non voglia leggere cosa ha scritto Hansen. Nei brani citati parla esplicitamente di variazione. Se, ad esempio, non varia l’irradianza solare la forzante è zero; se diminuisce è negativa, se aumenta positiva. Lo stesso per i vulcani, ad una minore attività vulcanica corrisponde una forzante positiva.
    Piuttosto che pensare che io dorma, provi a chiedersi se per caso non ha capito; sta commettendo un errore davero banale.

    P.S. riguardo alle somme, provi a chiedersi cosa significa “circa”, “al limite” e si chiarisca il concetto di cifre significative. Il mio professore di matematica del liceo le farebbe una predica di un’ora su questo.

  20. Claudio Costaon Dic 1st 2010 at 21:25

    @ Reitano

    Non è così!

    la mette in tabellina come riscaldante e la somma al solare
    e dice che le forzanti naturali sono 0,5 wmq e non solo 0,3 wmq cioè solo le solari come dice nell’IPCC ( non è un refuso è un concetto ripreso più volte)
    E’ sbagliato anche nel caso in cui volesse intendere il contrario ( è un giro di parole ma mi segua)
    dal 1750 al 2000 tutte le forzanti siano esse + o – sono in crescita (magari i vulcani non lo sono però lui dice che lo sono) magari i vulcani sono in decrescita ma essendo raffreddanti li ha messi nei riscaldanti
    Ma è un errore perchè di fatto dà un 0,15 wmq in più al sole che da nulla è giustificato

    non può essere nemmeno geotermia perchè parla di eruzioni

    Ma ce l’ha il libro? guardi la tabellina 1 la prego, e solo dopo mi risponda

  21. stephon Dic 1st 2010 at 22:17

    @Costa
    i vulcani come forzante climatica: questa la presunta novità?
    i vulcani come forzante climatica negativa quando sono forti e frequenti: magari questa?
    i vulcani, di rimando, come come forzante climatica positiva quando sono deboli e scarsamente frequenti: questa?
    Insomma, dai. È roba che ha alle spalle un bel po’ di decenni. Indi: ci spieghi meglio la tua presunta novità?
    http://data.giss.nasa.gov/modelforce/strataer/tau_map.gif

    Non è che magari ti stai convincendo che – sotto sotto – un’attività solare in calo (come quella che si suppone abbia accompagnato il passaggio dalla MCA alla LIA) *non* possa assolutamente essere considerata una forzante negativa su quello specifico lasso di tempo? Era ora che te ne accorgessi 😉

  22. Claudio Costaon Dic 1st 2010 at 22:18

    @ Reitano

    errata corrige ho scritto”tutte le forzanti siano esse + o – sono in crescita (magari i vulcani non lo sono però lui dice che lo sono)”

    In realtà dice in un’altra pagina Hansen dice che l’attività dei vulcani è in calo dal diciottesimo al ventesimo secolo quindi un pò meno raffreddante e l’ha messa nei positivi cioè nei riscaldanti ma non perchè è riscaldanet am perchè è in calo.

    forse intendeva dire questo

    “L’aumento della forzante climatica a metà del ventesimo secolo a causa della decrescita dell’attività vulcanica è stimata in 0.15 watt.”

    perchè aumento e variazione sembra indichino entrambi aumento

  23. Riccardo Reitanoon Dic 1st 2010 at 22:28

    Costa
    non è mia abitudine parlare di cose che non conosco. Il libro ovviamente ce l’ho e l’ho letto; come avrebbe potuto immaginare rispondo con cognizione di causa. E come al solito lei rischia sempre di sconfinare nell’offesa, un modo di discutere che non mi è congeniale.
    Ho cercato di spiegare il suo grossolano errore ma lei non risponde all’esempio che ho fatto. Riprenda quanto ho scritto prima, se diminuisce l’irradianza solare il forcing è negativo; vuol dire che il sole raffredda? No, vuol dire che riscalda meno. Le eruzioni vulcaniche raffreddano il pianeta (e questo Hansens lo sa meglio di chiunque altro); se diminuisce l’attività raffreddano meno e la forzante è positiva. E’ banale come i numeri relativi, se si va da -3 a -2 la variazione è +1; -2 resta negativo, ma un pò meno di -3. Costa si dimentichi di Hansen (il drappo rosso) e rifletta, si parla di variazioni, non di valori assoluti.

  24. Riccardo Reitanoon Dic 1st 2010 at 22:31

    Costa
    mi scusi, non avevo aggiornato la pagina e non avevo visto il suo secondo commento. Forse finalmente il significato di quel (corretto) +0.5 è chiaro.

  25. […] Calendario della sua tournée in Italia. […]

  26. Claudio Costaon Dic 2nd 2010 at 09:10

    @ Reitano

    No sono io che mi scuso! lei non ha nulla di cui scusarsi

    la frase “L’aumento della forzante climatica .. a causa dei vulcani”
    vi aveva indotto a pensare che fosse aumentata la forzante raffreddante dei vulcani ( da sempre considerati raffreddanti) poi invece mi ritrovo una forzante riscaldante a voce vulcani che mai avevo visto e la cosa non tornava perchè sembrava che fosse aumentata l’attività vulcanica, invece era il contrario. (forse andava chiarito meglio o forse a traduzione non è stata delle migliori)

    Si discute proprio per chiarire le cose

  27. Federicoon Dic 2nd 2010 at 09:26

    @Costa

    Venga oggi a milano (Politecnico o Rotonda della Besana) e ponga direttamente le domande, legittime, ad Hansen…

  28. homoereticuson Dic 2nd 2010 at 16:22

    Appena tornato da Milano, (per pura combinazione avevo la giornata libera per assistere al discorso di Hansen).
    La conferenza in qualche modo è stata toccante, anche se il personaggio si presenta con uno stile sobrio e perfino formale (giacca e cravatta). Per chi, come il sottoscritto, conosceva poco della persona è stata un po’ una sorpresa. Nessun fanatico ambientalista, eco-ayatollah, ma il professor Hansen. Ovvero il nonno Hansen, di alcune biondissime nipotine (come Sophie) per il cui futuro dovremmo essere tutti preoccupati e occupati.

    – aula piena di studenti, attenti e apparentemente comprendenti l’ottimo e liscio inglese dello speaker

    – poche divagazioni, dati e fatti, una breve parentesi di paleoclimatologia e un punto fermo, che potrebbe essere lo slogan della conferenza:
    non possiamo permetterci di bruciare tutto quel combustibile fossile! semplicemente non si può!

    – note di pessimismo: i governi, anche i più verdi, vituosi a parole, nei fatti provuovono uno sviluppo busisness as usual, e Obama adesso ha pure le mani legate.

    – note di ottimismo: chi l’avrebbe mai detto? la Cina. Stanno soffocando ed è nel loro interesse muoversi verso uno sviluppo carbon free

    – le soluzioni: carbon tax e, oh yeah, nucleare, possibilmente di fourth generation.

    Grazie professor Hansen

    Ps: e chiudo: piuttosto surreale recarsi a una conferenza sul GW a Milano attraversando una Brianza inbiancata da precoci nevi autunnali… verrebbe da dire : it’s the weather stupid, not the climate!

  29. Riccardo Reitanoon Dic 2nd 2010 at 17:14

    Grazie homoereticus, è interessante per chi non c’era avere le impressioni di chi ha partecipato.

  30. Claudio Costaon Dic 3rd 2010 at 17:37

    @ Reitano

    Comunque la forzante riscaldante dei vulcani non è proprio chiara, Hansen mette 0,15 wmq di riscaldanti dal 1750 al 2000 e in una pg dice che nel diciottesimo secolo l’attività vulcanica era più alt ache nel ventesiono ( eva bene quindi un calo di raffreddanti va conteggiato nei riscaldanti) ma in un altra pg cito Hansen

    “Tra il 1963 e il 1991 si verificarono tre grandi eruzioni ( Agung El Chicon, Pinatubo) , con un livello di attività vulcanica paragonabile a quello del diciottesimo secolo. Comunque, quando si confrontano il clima del diciottesimo secolo e quello del ventesimo per esaminare gli effetti delle forzanti climatiche naturali, di solito si escludono gli ultimi decenni del ventesimo secolo. In quest’arco di tempo infatti, la forzante dei gas serra prodotti dall’uomo è stata così grande da eclissare addirittura gli effetti di tre grandi eruzioni vulcaniche “

    Ma cosa c’entra? Se si deve fare un bilancio radiativo si dovrebbe tenere conto anche dell’effetto dei vulcani anche negli ultimi decenni. Non farlo significa dare più risalto alle forzanti naturali dal 1750 al 2000 .Di fatto Hansen aggiunge 0,155 wmq nei riscaldanti.
    Forse Hansen avrebbe dovuto spiegare meglio o forse la traduzione non è stata delle migliori

  31. Federico Antognazzaon Dic 3rd 2010 at 17:58

    Costa doveva venire al Poli….li lo riempiva di domande è rimasto un’ora a parlare con le persone dopo la conferenza….

  32. Claudio Costaon Dic 3rd 2010 at 18:22

    @ Reitano e Antognazza

    Visto che sembrate interessati queste sono le mie impressioni sull’incontro di ieri.

    James Hansen mi ha colpito per la sua pacatezza e tranquillità, che è in contrasto con quello che scrive in particolare sulla scelta di usare il catastrofismo per sensibilizzare la gente ( che per me tra l’altro è controproducente)
    Hansen dà per certa e sicura l’efficacia di mitigazione climatica con la riduzione delle emissioni, ma da nulla è dimostrata e non è affatto vero che non se ne discuta nel mondo scientifico, sul feedback vapore-nuvole e sul ruolo del magnetismo solare ci sono pubblicazioni molto contrastanti con le ipotesi di Hansen e sono peer reviewed quindi scienza ufficiale. Omettere queste incertezze vuol dire mentire, e non è accettabile che Hansen chieda pubblicamente che gli scettici non abbiano lo stesso diritto di parola dei serristi nei dibattiti sui media, in base al principio della maggioranza.

    Quindi dando per scontato che sia vera e inoppugnabile l’ipotesi dell’AGW il dibattito alla Besana anziché trattare di questo è stato incentrato soprattutto sulle politiche energetiche e sulla beatificazione della Cina.

    E’ vero che la Cina ha investito molto in fabbriche di pannelli solari al silicio e pale eoliche in alluminio ma
    – per la produzione utilizzano carbone che non è pulito in nessun punto della filiera
    – le miniere di carbone e di alluminio non hanno standard accettabili di sicurezza e protezione dell’ambiente
    – la maggior parte di quello che producono viene esportato agli occidentali che pensano sia tecnologia pulita, invece è fatta con il carbone sporco, che più sporco non si può. Ricordo che la Cina costruisce una nuova centrale a carbone sporco a settimana.

    James Hansen è un convinto nuclearista, pensa che il nucleare sia il miglior modo per salvare l’umanità dall’estinzione di massa.
    Sul nucleare, è vero che sarà la fonte energetica del futuro e che le rinnovabili appena non godranno degli incentivi saranno prontamente abbandonate, ma tra centrali nucleari di 3° e 4° generazione c’è molta differenza e molta confusione, anche perché in mezzo c’è un’altra categoria che chiamerei 3° plus cioè le centrali di 3° generazione ma che possono utilizzare oltre all’uranio le scorie nucleari ri-arricchite, il plutonio e il torio ( ad es quelle in costruzione in India) ma non sono quelle in costruzione in Cina!
    E’ vero che le centrali di 3° plus e 4° generazione produrranno il 90% in meno di scorie nucleari, ma resterà sempre e comunque un nucleo altamente radioattivo, con decadimento della radioattività di 10000 anni.
    Quindi il problema dello stoccaggio va comunque affrontato, e se lo si risolve ad es in vecchie miniere in fusti di piombo ecc, la differenza tra i due tipi di nucleare viene meno perché anche nelle centrali di 3° generazione le scorie riguardano comunque piccoli volumi facilmente stoccabili.
    Il vero problema delle centrali nucleari non sono le scorie ma il costo kWh, che per ora (dicono ma ci sono voci diverse) è più alto rispetto a gas e carbone e forse è più alto anche nel caso si proceda al sequestro del carbonio di cui pochi parlano chi sa il perché visto che ci sono già impianti funzionanti anche in Italia.

    Il sistema a carbon tax di Hansen è molto simile all’utopia comunista, (anche se Hansen si dichiara un repubblicano moderato,) e come tale destinata al fallimento totale, perché se è vero che una carbon tax limita i consumi, ridistribuire il denaro alla gente li aumenta, che poi parte dei proventi della carbon tax degli occidentali vengano dirottati ai paesi poveri è pura illusione: fanta surrealismo.

    Sul metano zoogenico il fatto che Hansen (dopo la mia domanda) abbia affermato che i calcoli si debbano fare sulle emissioni di metano nette e non su quelle lorde come fanno il WWI, la FAO il WWF e GREENPEACE, vuol dire che tutto quello che è stato scritto sul ruolo della zootecnia era gonfiato di un fattore 10: balle su balle.
    Eppure ieri alla Besana nel padiglione “mangiare” della mostra c’era scritto che bisogna eliminare il consumo di carne entro il 2050 per salvare il pianeta!
    Possibile che io non riesca da vere un confronto con questa gente e con tutti quelli che accusano la zootecnica si essere la prima, o la seconda, o la terza causa di riscaldamento globale e dimostrar loro che hanno torto!
    Certo rimane il fatto che in teoria diminuendo la zootecnia, oppure captando il metano ad es con il biogas questo dovrebbe diminuire la forzante del metano.
    Però è una teoria perché la crescita zootecnia che è alta non è più correlata alla concentrazione di metano degli ultimi 10 anni che è stabile, e gli isotopi ci dicono che l’aumento del metano è naturale non zoogenico, quindi qualcosa nella teoria non torna.

  33. stephon Dic 3rd 2010 at 19:48

    @Costa
    “e non è affatto vero che non se ne discuta nel mondo scientifico, sul feedback vapore-nuvole e sul ruolo del magnetismo solare ci sono pubblicazioni molto contrastanti con le ipotesi di Hansen e sono peer reviewed quindi scienza ufficiale. Omettere queste incertezze vuol dire mentire, e non è accettabile che Hansen chieda pubblicamente che gli scettici non abbiano lo stesso diritto di parola dei serristi nei dibattiti sui media, in base al principio della maggioranza.”

    Nella scienza non conta la media ma la moda. Sai cosa significa? Per es. il secondo grafico postato qui:
    http://climafluttuante.blogspot.com/2010/11/diagrammi.html

    Poi si avanza cmq, eh. E se una cosa non è supportata da evidenze empiriche e non si riesce ad includerla nella teoria dominante (dominante perché accettata dalla comunità, perché basata sulla hardscience di base, perché sperimentata nella chimica e nella fisica a livello subatomico, perché corroborata da osservazioni empiriche e da riscontri nella modellizzazione numerica…), allora rimane una pura e semplice speculazione.

    “carbon tax”: non sapevo che la Svizzera è diventata un paese comunista, ti ringrazio per avermelo fatto scoprire oggi

  34. stephon Dic 5th 2010 at 00:04

    @Costa
    d’accordo sul catastrofismo (ma anche al contrario, vedi NIA), tuttavia mi riservo di commentare non appena ho letto il libro, perché con chi è solito decontestipolare (come te) occorre cautela.

    Nubi: right, infatti. Vale anche nel caso di fattori alternativi (tipo GCR).

    Sensibilità climatica: right, infatti dire che il clima è molto più sensibile di quel che si crede a ciò che lo forza, significa assumere implicitamente la posizione scientifica del mainstream, a riguardo. Cioè di chi ritiene molto importante il ruolo dei GHGs. Era ora che te ne convincessi 😉

    Cmq quel che proprio non ti entra in testa, caro Claudio, è il fatto che non si possono paragonare forzanti climatiche odierne (naturali e/o antropiche) con quelle che avevamo 7000 anni fa (al massimo olocenico) o ancor prima (eemiano): lo vuoi capire che le condizioni al contorno erano *molto* differenti? Insomma: se ti siedi vicino al camino di modo che il fuoco ti riscaldi la schiena piuttosto che solo i piedi (per dire) o magari ti sei alzato e allontanato di qualche metro, importa poco sapere se quel camino è in una stanza ben isolata ma con finestre tutte aperte o con solo una aperta o magari è in veranda…ma ovviamente non è in giardino 😉

  35. luca lombrosoon Dic 16th 2010 at 07:27

    A proposito di James Hansen, vi segnalo questa eccellente intervista realizzata da Class News – Class Meteo e andata in onda nel mio programma:

    http://classmeteo.weather.com/classmeteo/opencms/it/video/primo_piano/classmeteo/primo_piano/0018_201012031659

  36. luca lombrosoon Dic 16th 2010 at 11:57

    E’ disponibile anche la versione integrale, in lingua inglese, con 6 minuti di intervista:http://classmeteo.weather.com/classmeteo/opencms/it/video/primo_piano/classmeteo/primo_piano/0018_201012161125

  37. Stefano Caserinion Gen 6th 2011 at 13:21

    Segnalo che abbiamo aggiunto nel post il link al file delle slide usate da Hansen nel suo intervento al Politecnico.
    Grazie a Federico Antognazza che l’ha recuperato.

  38. Stefano Caserinion Gen 17th 2011 at 21:29

    Segnalo che è stato aggiunto nel post anche il link al filmato dell’intervento di Hansen al Politecnico di Milano. Si ringrazia Luisa Lualdi.

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