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Archive for the Tag 'Il Giornale'

Dal negazionismo al livore: e magari chiedere scusa?

Il negazionismo ha finito gli argomenti ed è passato agli insulti: gli stessi che fino a ieri negavano l’aumento delle temperature o le responsabilità umane, oggi gettano fango e livore su Greta Thunberg.

Il grande aumento dell’interesse dei giovani e dei media per la questione climatica ha portato molti commentatori a discutere sulla giovane attivista svedese Greta Thunberg, che è riconosciuta come l’ispiratrice delle manifestazioni di “Fridays for future, Strike4 Climate e “Extinction Rebellion” avvenute in tutto il mondo, in cui si chiede di agire in modo deciso e rapido contro il riscaldamento globale. È interessante notare come le reazioni di insofferenza e fastidio sono arrivate in larga parte da parte di quanti, in passato, hanno negato l’esistenza del problema (“le temperatura non sta aumentando”…), la gravità dei cambiamenti attuali  (“il clima è sempre cambiato”…), o le responsabilità delle attività umane (“è colpa del sole… dei raggi cosmici… ecc”). Molti dei nomi noti per chi segue Climalteranti sono ricorsi agli insulti.

Molti ormai non negano più l’esistenza del problema, o la sua gravità. Ma non possono accettare che diventi così importante e prioritario, e che sia una ragazzina sedicenne a spiegare in modo schietto come stanno le cose: per chi per tanti anni ha raccontato frottole o minimizzato i rischi legati ai cambiamenti climatici, le parole di Greta Thunberg sono degli schiaffi (meritati). Il trash logico e morale che descriveva un complotto degli scienziati mondiali intento a propagandare la bufala del riscaldamento globale ha lasciato spazio al complottismo sui secondi fini della sedicenne attivista svedese, di sua madre, dei suoi presunti “manipolatori” o dei suoi supporter. Il tutto condito con il solito disprezzo per i fatti, tanto paternalismo e parecchia misoginia. Vediamo alcuni esempi. Continue Reading »

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Se il negazionista neppure s’impegna più

Il freddo dell’inverno nell’emisfero nord del nostro pianeta ha portato, oltre alla neve, il ghiaccio, i raffreddori e le influenze, il solito tweet di Donald Trump, malauguratamente diventato Presidente degli Stati Uniti: “La costa est degli Stati Uniti è investita da un’ondata di gelo e per la vigilia di Capodanno sono attese temperature polari. Potremmo usare un po’ di quel buon vecchio riscaldamento globale per proteggerci dal quale il nostro Paese, e non altri, sta pagando migliaia di miliardi di dollari. Copritevi bene!

Quest’ennesima idiozia del magnate newyorkese è stata accolta da numerosi articoli, sul web e sui giornali, che hanno spiegato per l’ennesima volta l’errore basilare di Trump, la confusione fra il meteo di una zona molto piccola del pianeta e il clima globale. Interessanti anche i numerosi tweet che hanno scherzato sul tema, ad esempio “Trump twitta come un bambino che odia l’ora di scienze”, “perché c’è la fame nel mondo se io sto mangiando un BigMac?”, “perché fa freddo se il sole è caldo?”, “questa è la cosa più stupida che hai twittato nel 2017, e questo non è poco…”.

Su Il Giornale del 30 dicembre è invece andato in onda il solito distacco dalla realtà, il solito trash intellettuale e morale, ma in modo un po’ diverso dal solito. Continue Reading »

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La falsa petizione “contro le eco-bufale” del Prof. Zichichi e Il Giornale

Il 5 luglio è apparso su “Il Giornale” un articolo in cui il Prof. Antonino Zichichi ha ribadito le sue posizioni estreme sulla questione climatica, parlando di “eco-bufale”, di “terrorismo” e criticando in modo radicale la modellistica climatica; l’articolo è stato presentato da un titolo (si presume della redazione) in cui si definivano “ciarlatani” gli scienziati che ritengono che le attività umane stiano modificando il clima del pianeta.

Climalteranti ha già spiegato in un precedente post lo scarso spessore scientifico di questa ulteriore raffica di “zichicche”, nonché la stranezza della sezione intitolata “Appello della Scienza contro le eco-bufale” dove “La Scienza” sembrava rappresentata, oltre che dal prof. Zichichi in persona, dalle firme di venti scienziati.

Ora, questa cosa è parecchio strana per vari motivi. Il primo è che dei venti firmatari non ce n’è uno, che sia uno, che si occupi di clima. Sono quasi tutti fisici delle particelle o fisici teorici. La seconda stranezza è che non si capisce bene dall’articolo de “Il Giornale” che cosa queste persone abbiano firmato. Di quali “eco-bufale” si tratta, esattamente?

Così, abbiamo pensato di contattare direttamente i firmatari, chiedendo loro gentilmente se potevano darci qualche delucidazione su cosa avessero firmato e se fossero d’accordo con le idee di Zichichi. La lettera è stata firmata da 37 studiosi che in diverso modo lavorano nel settore dei cambiamenti climatici.

I risultati sono stati interessanti. Dei venti firmatari, cinque ci hanno risposto esplicitamente che non hanno firmato niente del genere e che NON sono assolutamente d’accordo con le opinioni di Zichichi e nemmeno con l’idea di chiamare “ciarlatani” e “terroristi” quelli che si occupano di clima. Degli altri 15, nessuno ha confermato che ha firmato sapendo cosa firmava e che è d’accordo con Zichichi. Continue Reading »

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L’impossibile smentita delle zichicche

Su il quotidiano Il Giornale è stato pubblicato l’ennesimo delirio sul clima del prof. Zichichi, seguito da un appello contro presunte bufale sul clima e una richiesta di smentita: ma a ben guardare, la tesi di Zichichi è talmente priva di senso da non poter essere neppure smentita.

 

Di solito leggiamo gli articoli sul clima che il Prof. Antonino Zichichi scrive su Il Giornale con spensieratezza se non divertimento, più o meno come assistiamo in televisione alle sue imitazioni da parte del comico Maurizio Crozza. Ci sembra evidente che la credibilità dell’anziano fisico delle particelle sui temi della climatologia sia nulla, che sia palese l’inconsistenza delle sue critiche alla scienza del clima, nonché la presenza di numerose castronerie.

Per questi motivi, negli ultimi anni abbiamo steso un velo pietoso e raramente replicato (qui un vecchio post del 2009: “Zichicche (n+1): i batteri dormiglioni”), archiviando gli articoli nella categoria del cabaret.

Quello del 5 luglio “L’inquinamento L’inquinamento va punito come reato, ma è da ciarlatani dire che modifica il clima” merita un’eccezione, in quanto alla fine dello scritto, Zichichi ha pubblicato una sorta di appello contro “il terrorismo ambientalista” e “le bufale che vengono fatte circolare sul clima”, firmato da “20 professori provenienti da università e centri di ricerca di tutto il mondo”, fra cui gli italiani Alessandro Bettini (Università di Padova), Federico Antinori (Università di Padova), Giorgio Benedek (Università di Milano-Bicocca) e Cristiano Galbiati (Università di Princeton).

Siccome combattere le bufale sul cambiamento climatico è uno degli scopi di questo blog, e visto la richiesta finale in fondo all’appello “aspettiamo smentite”, abbiamo provato a valutare la confutazione delle tesi di Zichichi. Continue Reading »

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Franco Battaglia sbaraglia gli avversari: 112 errori in 31 pagine

In un libretto uscito allegato a il Giornale, il professore dell’Università di Modena ha riproposto le sue solite sciocchezze sul tema del riscaldamento globale. Un’analisi di dettaglio ha contato 112 affermazioni sbagliate, di cui 16 nel primo capitolo, nientemeno che una “Lettera al Papa”.  

Nel libretto uscito nelle edicole il 6 luglio con “Il Giornale”, poche settimane dopo il “Mein Kampf, intitolato “Mezze stagioni, mezze verità. Contro il falso mito del riscaldamento globale”, il Prof. Franco Battaglia ha stabilito un nuovo record, in grado di polverizzare tutte le precedenti prestazioni sue e di altri negazionisti climatici.

Nelle 31 pagine del testo anche questa volta non si trovano nuovi argomenti o tesi scientifiche, molte delle cose scritte sono confutate da anni, a partire dal capitolo a lui dedicato di “A qualcuno piace caldo”. La cosa interessante è anzi che sono riproposti gli stessi argomenti, senza curarsi del fatto che in molti casi sia stata la realtà, e non solo la scienza del clima, a confutarli.

Molti sono i tratti divertenti del libretto, a partire dal Capitolo 1, la “Lettera al Papa” presentata nel preambolo con “Era il giugno 2015 quando alla Casa Santa Marta ricevettero la lettera. Da Francesco a Francesco” (uno dei due Francesco è Battaglia, l’altro è solo il Papa), e che contiene frasi come “Temo, allora, che il diavolo si sia insinuato nei cuori di coloro che L’hanno consigliata” e “credo che a volte non sia stato lo Spirito Santo la Sua guida”. Notare che la versione online della lettera (che si può leggere qui), pubblicata nel settembre 2015, contiene molti numeri diversi da quella del libretto de Il Giornale, anche questi sbagliati.

Nello spirito di servizio di questo blog, ci limitiamo ad una sintetica enumerazione dei 16 evidenti errori presenti nel primo capitolo. Continue Reading »

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C’è ancora chi crede alla Groenlandia-terra-verde

Una delle più famose leggende negazioniste è quella secondo cui 1000 anni fa, ai tempi della colonizzazione vichinga, la Groenlandia fosse una terra libera da ghiacci. Questo perché il nome dato dai vichinghi, Grönland, significa “terra verde”.
La tesi negazionista è: poiché il vichingo Erik il Rosso ha dato quel nome ad un’isola oggi coperta dai ghiacci per l’84% della sua superficie, allora faceva molto più caldo di oggi e quindi non dovremmo preoccuparci del problema del riscaldamento globale.
È una tesi che si trova disseminata in tantissimi testi e commenti, perché è semplice da capire e accattivante. Ultimo a scriverla è stato Antonino Zichichi (vincitore del premio “A Qualcuno Piace Caldo” per il 2012), in un articolo pubblicato il 12 agosto su Il Giornale (premio AQPC 2009), intitolato “Ecco perché prendere il sole è un lavoro da scienziati”, un articolo contenente molte falsità, fra cui il passaggio:
Il grande pubblico è convinto che la scienza della meteo-climatologia abbia capito tutto su passato, presente e futuro meteo-climatologico di questa navicella spaziale detta Terra, che gira attorno al Sole. Se così fosse la meteo-climatologia dovrebbe avere una matematica in grado di spiegare com’è nato l’enorme deserto del Sahara (che era una splendida distesa di verde) e come la Groenlandia («Terra verde» in inglese) sia diventata un’enorme distesa di ghiaccio…”

Sorvolando sulla sua ignoranza della matematica già documentata da altri, e promettendoci di ritornare su quella della meteorologia e del clima in un prossimo post, è facile smentire che la Groenlandia sia passata in soli 1000 anni da terra verde a un’enorme distesa di ghiaccio, come fatto ad esempio in questo ottimo post “Green greetings from GreenLand” su Mondi Sommersi.

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Il professore da Guinness dei primati

In uno dei soliti articoli in cui Franco Battaglia scarica insulti verso i partecipanti alle Conferenze sul clima, c’è una frase da record, con 6 numeri sbagliati su 7.

Prof. Franco Battaglia Il Prof. Franco Battaglia è tornato a scrivere sul tema dei cambiamenti climatici. Come al solito, non sulle riviste scientifiche, ma sul quotidiano “Il Giornale“, con gli articoli del 1° dicembre “Anche gli ambientalisti sono diventati eco-scettici” e del 13 dicembre “L’ecobufala dal vertice Onu: il “pacco” per gli ambientalisti“.

Come tutti gli anni, in occasione delle Conferenze delle Parti della Convenzione sul Clima il professore scrive il solito articolo in cui descrive come carnevalate le conferenze stesse e irride acido alle loro conclusioni, a suo dire sempre fallimentari. Il 1° dicembre aveva quindi scritto la sua previsione sull’esito della conferenza di Cancun: (Attendetevi quindi il 16mo fallimento. Come lo so? Esattamente come sapevo che sarebbero state un fallimento tutte le Cop precedenti) e che i suoi partecipanti ci avrebbero propinato “fuffa“. Come visto in un precedente post, le cose quest’anno sono andate diversamente; il Prof. Battaglia se ne è accorto, e ha scaricato la sua rabbia con un articolo livoroso, iniziato con l’elegante “Onanismo sfrenato, quello dei convenuti a Cancun” e proseguito definendo i partecipanti “fessi del mondo” e (come nel 2007) “sfaccendati“.

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Candidati Premio “A qualcuno piace caldo 2009”

Come tutti gli anni, riparte il tradizionale premio “A qualcuno piace caldo”, assegnato “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici con l’intento di impedire, posticipare o rallentare le azioni di mitigazione contro i cambiamenti climatici”.

Da quest’anno il vincitore sarà scelto dal Comitato Scientifico fra i dieci candidati selezionati per l’anno 2009, in seguito elencati.
La proclamazione avverrà il giorno in cui il ghiaccio marino artico raggiunge la sua estensione minima, circa a metà settembre.
Tutti i lettori sono inviati a usare lo spazio dei commenti per:
–    segnalare altri possibili candidati
–    dare indicazioni aggiuntive sui candidati già selezionati, relative all’anno 2009
–    fornire indicazioni per il voto ai membri del Comitato Scientifico
–    proporre una motivazione per il premio.
Grazie e buone vacanze

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Non conviene basarsi su un’unica fonte

Un albero tagliato sulla spiaggia delle Maldive dimostrerebbe che il mare non si sta alzando. In realtà è un’invenzione di un solo scienziato, con competenze alquanto dubbie. Ma c’è chi ci crede.

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Un motivo per cui il termine “scettico” non si addice a molti che contestano il consenso scientifico raggiunto sul riscaldamento globale, è che lo scetticismo è applicato a senso unico: viene usato per contestare la spiegazione più plausibile di un fenomeno, in  cui si riconosce la stragrande maggioranza della comunità scientifica internazionale, ma non la spiegazione alternativa.
Per fare questo occorre basarsi su un’unica fonte scientifica, spesso debole, vecchia e screditata, evitando di confrontarsi con tutte le altre, ben più solide e autorevoli.
Quando questo succede non si può certo più parlare di scetticismo, come sano atteggiamento che fa avanzare la scienza: è solo un’infantile testardaggine antiscientifica.

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È questo il caso di un’altra fra le strambe storie sui cambiamenti climatici che si possono ricostruire partendo da quanto pubblicato sui quotidiani.
Su “Il Giornale” del 20 gennaio 2010 un titolo recita “Le Maldive affondano? Una bufala, ma la prova dell’inganno sparisce”.

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L’accusa, che merita un richiamo in prima pagina, è clamorosa: un albero delle Maldive, una prova che il livello dei mari non sta crescendo, è stata fatta sparire dagli ambientalisti, che hanno segato l’albero. La conclusione dell’articolo di Rino Camilleri è che “i cambiamenti di livello attesi per il 2100 variano da più 5 cm a circa 15 cm”. Sarebbe davvero molto bello se le cose stessero così. Continue Reading »

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Purtroppo, i negazionisti climatici continuano ad avere torto /1

In fondo, tutti vorremmo sperare che i negazionisti climatici avessero ragione. Se per caso venisse fuori che, veramente, è stato tutto un abbaglio, che il clima non sta cambiando così velocemente come sembra o che, perlomeno, l’uomo non c’entra nulla… beh, sarebbe come risvegliarsi da un incubo. Sarebbe un sollievo come quando ti svegli e ti accorgi che il mostro che ti stava rincorrendo non è un mostro vero ma qualcosa che è fatto della stessa sostanza di cui sono fatti i sogni. Sarebbe bello, no?

Ultimamente, poteva venire naturale pensare ad una cosa del genere, leggendo l’intervista di Nicola Scafetta, pubblicata da Il Giornale il 25 ottobre “Se la Terra si surriscalda colpa del Sole: l’uomo non c’entra” . L’articolo  sostiene che la nuova teoria proposta da Scafetta avrebbe smascherato “la più colossale bufala del secondo millennio (anche del terzo)” e ci “permetterebbe di vivere tutti felici e contenti”.

Scafetta è un ricercatore della Duke University, una persona con un curriculum scientifico a tutta prova e che pubblica su riviste scientifiche internazionali. Insomma, non è il solito negazionista che ti trovi davanti e che ti spiega che il riscaldamento è tutta colpa del sole dato che “anche Plutone si scalda” (non è un invenzione, è capitato davvero…).

In verità, Scafetta sostiene qualcosa di simile, ovvero che è il sole che causa il cambiamento climatico ma non ti parla di Plutone. Piuttosto fa un’analisi dei dati dell’irradiazione solare che lo porta a quantificare l’effetto del sole come circa due terzi del riscaldamento osservato e non meno del 10% come la maggior parte dei climatologi ritiene. Su questa base, Scafetta sostiene che il riscaldamento dovrebbe arrestarsi perlomeno fino al 2030, in corrispondenza con una fase di minimo dell’attività solare, e ripartire soltanto dopo quella data. Se Scafetta avesse ragione, non sarebbe tanto critico ridurre le emissioni di biossido di carbonio (CO2) e avremmo più tempo per reagire al cambiamento climatico. Sarebbe bello, vero?

Ahimè, dopo aver studiato per un po’ la questione bisogna concludere che, purtroppo, i negazionisti climatici continuano ad avere torto. In questo post e nei prossimi cercheremo di spiegarvi perché. Continue Reading »

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Zichicche (n+1): i batteri dormiglioni

Riassunto

In questo post si narra di un’altra teoria del Prof. Zichichi priva di alcun fondamento scientifico, apparsa recentemente in prima pagina su un quotidiano nazionale pur essendo stata riciclata da un articolo di 4 anni prima. Chi non fosse al corrente dell’abitudine del prof. Zichichi ad affermazioni infondate sul problema dei cambiamenti climatici, potrebbe essere portato a credere che questo articolo, presentato da un giornale nazionale in prima pagina, possa avere un qualche fondamento, qualche collegamento con il dibattito scientifico sul clima.
L’articolo citato è invece un altro caso di disinformazione sul tema climatico, un’altra occasione perduta per informare correttamente su una materia che, per le sue implicazioni socio-economiche ed energetiche, è e sarà importante e cruciale per il futuro del nostro Paese.

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L’aumento della concentrazione dei gas serra in atmosfera sarebbe dovuto alla respirazione dei batteri nei ghiacciai delle calotte polari. Questa è l’ultima  teoria, senza alcun fondamento scientifico, pubblicata sulla prima pagina de Il Giornale dello scorso 23 aprile (pag. 38 “Il G8 sul clima. Vi spiego chi sta barando sui gas serra”.
L’accusa è pesante:  ci sarebbe chi sta barando, chi (cioè gli scienziati di tutto il pianeta), pur sapendo come stanno davvero le cose, dice dell’altro, ingannando l’opinione pubblica e i governi di tutto il mondo. Questa teoria, è sostenuta dal Prof. Antonino Zichichi che molto si è speso negli ultimi anni per confutare con ogni mezzo le evidenze dei cambiamenti climatici.

Una novità su cui imperversa il silenzio dei media
Dopo una rapida spiegazione del principio delle “sorgenti” e dei “pozzi” di CO2 e di gas serra,  Zichichi arriva alla spiegazione di quello che per lui sarebbe un inganno mondiale: “Ed ecco una novità su cui imperversa il silenzio dei media. Nessuno finora aveva pensato che potessero partecipare al bilancio dei gas-serra anche le calotte polari”. Continue Reading »

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Un convegno sul clima senza climatologi /2: il chiacchierone del clima

Il secondo relatore al convegno dello scorso 3 marzo è stato il Prof. Franco Battaglia, che ha presentato il libretto “La natura, non l’attività dell’uomo, governa il clima”. L’intervento, di cui abbiamo trovato l’audio qui, è stato un condensato delle solite tesi negazioniste, la cui stroncatura è disponibile da più di due mesi.
Il Prof. Franco Battaglia non è certo un nome nuovo per il nostro sito. Dopo l’assegnazione del Premio “A qualcuno piace caldo 2007”, anche nel 2008 e 2009 non ha deluso le aspettative ed ha proseguito con articoli e interviste mirate a combattere quello che da anni definisce “il bluff del riscaldamento globale”. L’ultimo articolo è stato pubblicato in prima pagina su un quotidiano a tiratura nazionale l’8 gennaio 2009 “Io fisico controcorrente vi spiego il bluff del riscaldamento globale”. Dopo l’attacco iniziale “Scrivere proprio oggi sulla colossale balla del riscaldamento globale è, come s’usa dire, come sparare sulla croce rossa”, il Prof. Battaglia espone una rassegna di argomentazioni trite e ritrite, incurante delle stroncature già ricevute (si veda qui) e poi conclude con un finale in cui fa un appello per contrastare il nuovo corso della politica europea su clima e energia.
Anche al convegno del 3 marzo il Prof. Battaglia ha definito una “congettura”, una “isteria da caldo” la preoccupazione relativa al riscaldamento globale. È difficile che vi siano vie di mezzo, per chi usa queste “argomentazioni”: o il Prof. Battaglia ha capito tutto, oppure ha capito poco o nulla.

Ma quanto è attendibile il Prof. Battaglia in ambito climatologico?

Uno dei modi che la comunità scientifica internazionale usa per misurare il credito di cui gode uno scienziato è quella di valutare la sua produzione scientifica. Siamo andati quindi a cercare le pubblicazioni scientifiche del Prof. Franco Battaglia.
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E’ necessario però fare innanzitutto due premesse riguardo cosa sono e dove si possono trovare le pubblicazioni scientifiche e come si può valutare oggettivamente la produzione scientifica complessiva di uno scienziato. Una pubblicazione scientifica è sostanzialmente un articolo che appare su una rivista qualificata che, prima di essere pubblicato, viene sottoposto  ad un processo di revisione affidato a scienziati competenti del ramo, ossia ad una peer review. La base dati di riferimento delle pubblicazioni è l’ISI Web of Knowledge (contiene solo riviste ISI, ossia le riviste internazionali più qualificate, in cui il materiale pubblicato è stato verificato). In questo database è presente anche una stima dell’ ”impact factor” di ogni rivista che, pur presentando ancora molti punti critici, indica la rilevanza della rivista stessa. La base dati di Google Scholar include invece anche pubblicazioni a carattere divulgativo (congressi, riviste, libri…), non sempre sottoposte a processi di peer-review. Tuttavia questo database può essere comunque idoneo per avere un’idea generale della produzione scientifica di uno scienziato con il grosso vantaggio di essere accessibile a tutti.
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Per valutare l’autorità scientifica acquisita da uno scienziato durante il corso della sua carriera,
sono stati proposti diversi “indici”, come quello di Hirsch che si può calcolare mediante il database di ISI Web of Knowledge oppure utilizzando Google Scholar. Questi sistemi di valutazione sono diventati piuttosto popolari e, pur presentando diverse limitazioni, (discusse ad esempio qui), sono largamente accettati come misure sintetiche e oggettive della rilevanza e della quantità dei contributi scientifici. L’indice di Hirsch (h-index), sintetizza sostanzialmente la produttività scientifica di uno scienziato (numero di pubblicazioni) e l’impatto dei suoi articoli nella comunità scientifica (numero di citazioni). In breve un ricercatore ha un h-index pari a h se h dei suoi articoli sono stati citati ciascuno almeno h volte. Sembra difficile ma non lo è: richiamando il nome di un autore su Scholar Google (per Tizio Caio ad esempio: “author: t-caio” oppure “author: tizio-caio”) si ottengono le sue pubblicazioni elencate in ordine di rilevanza sulla base del numero di citazioni ottenute. Per ottenere l’h-index si procede dunque a contare le pubblicazioni fino a che queste non risultano pari o superiori al numero delle citazioni: questo numero è l’h-index.
L’h-index varia molto soprattutto in funzione degli anni di carriera e del successo di uno scienziato e può andare da circa 30-40 per scienziati che hanno acquisito un’indiscussa autorità e fama nel loro settore fino a qualche punto per i ricercatori all’inizio della loro carriera. Ma non solo…
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Secondo il data base di Scholar Google, a partire dal 1982 il Prof. Franco Battaglia avrebbe pubblicato 16 articoli (ringraziamo anticipatamente chi volesse eventualmente segnalarcene di ulteriori) su riviste scientifiche ISI, l’ultimo dei quali nel 2004, con una media di circa un articolo ogni due anni. Nessuno di questi lavori è stato pubblicato su riviste che trattano temi legati in qualche modo all’ambiente e tanto meno alla climatologia. La sua produzione scientifica riguarda per lo più argomenti di chimica fisica teorica. Professionalmente, il Prof. Battaglia non sembra dunque essersi mai occupato di climatologia, meteorologia o di discipline affini alla fenomenologia dei problemi ambientali o alle politiche di risanamento.
Considerando dunque unicamente i suoi  16 articoli di chimica fisica, questi sono stati pubblicati su riviste con un impact factor medio di 2.2 e solo raramente sono stati citati su altre pubblicazioni scientifiche. Infatti, l’h-index totalizzato dal Prof. Battaglia dopo quasi 30 anni di carriera è pari a 3 ovvero unicamente 3 dei suoi articoli sono stati citati almeno 3 o più volte da altri autori. Tuttavia, sulle tematiche relative a clima ed energia, nonostante un’ampissima raccolta di articoli sui quotidiani, il Prof. Franco Battaglia non avrebbe neppure una pubblicazione scientifica ISI, e il suo h-index in questo settore sarebbe dunque pari a zero.
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In conclusione, è importante chiarire che non si vuole qui insinuare che solo chi ha pubblicazioni scientifiche ad hoc può discutere di cambiamenti climatici e di politiche ambientali in quanto tutti hanno ovviamente il diritto di presentare i loro argomenti, indipendentemente dall’autorità acquisita nella comunità scientifica. Tuttavia sarebbe opportuno che chi è estraneo alla climatologia o più in generale alle tematiche ambientali fosse più cauto nell’accusare il resto della comunità scientifica di essere una banda di visionari. Sarebbe infine anche auspicabile che i mass media verificassero l’attendibilità della loro fonte prima di presentarla come un luminare di questo o quel settore o che almeno evidenziassero il carattere strettamente personale di alcune opinioni che non rientrano in un contesto di un più ampio e rigoroso dibattito scientifico.

A cura di Paolo Gabrielli, con contributi di Stefano Caserini, Claudio Della Volpe e Daniele Pernigotti

Articoli peer reviewed ISI del dott. Franco Battaglia

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Assegnato il Premio “A qualcuno piace caldo” per l’anno 2007

In seguito alla votazione online, Il Premio A qualcuno piace caldo” 2007 è assegnato al Prof. Franco Battaglia, che si è aggiudicato il 45 % dei voti. Nettamente staccati il secondo e terzo classificato, rispettivamente Carlo Stagnaro dell’Istituto Bruno Leoni (25 % dei voti) e il quotidiano “Il Foglio” (15 %).

 

Il Premio annuale è assegnato alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici con l’intento di impedire, posticipare o rallentare le azioni di mitigazione contro i cambiamenti climatici.

Il Premio scelto dal Comitato editoriale per l’anno 2007 è una copia originale del Primo Volume del IV Rapporto IPCC, che sarà spedito al vincitore.

13 dicembre 2008
Il Comitato Editoriale di Climalteranti.it

Vincitore 2007

Prof. Franco Battaglia

“Per la vastissima produzione negazionista, che ha riguardato
articoli su quotidiani, riviste e interventi in radio e in televisione,
con una serie incredibile di affermazioni clamorose quanto infondate,
senza il minimo tentativo di confronto e dialogo
con la comunità scientifica nazionale ed internazionale”.

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Piccola bibliografia negazionista di Franco Battaglia:
Battaglia F. (2007a) Notizie false e ambiguità scientifiche. Il Giornale, 7 febbraio.
Battaglia F. (2007b) Perché è inutile risparmiare energia. Il Giornale, 15 febbraio.
Battaglia F. (2007c) L’Europa non conosce le leggi della fisica. Il Giornale, 11 marzo.
Battaglia F. (2007d) Terra con la febbre? La colpa é il sole. Il Giornale, 7 aprile.
Battaglia F. (2007e) È immotivato preoccuparsi per l’effetto serra antropogenico (ESA). Ingegneria Ambientale, Anno XXXVI, n. 4, 142-146.
Battaglia F. (2007f) Intervento in “Porta a Porta” del 2 maggio.
Battaglia F. (2007g) Siccità. Ma la colpa non è dell’uomo. Il Giornale, 5 maggio.
Battaglia F. (2007h) Dall’allarme siccità alle alluvioni. I fondi per l’emergenza? Sprecati. Il Giornale, 8 giugno.
Battaglia F. (2007i) La caccia all’estate del caldo record è solamente un bluff. Il Giornale, 18 agosto.
Battaglia F. (2007j) Ultima ora! I ghiacciai si stanno sciogliendo da diciottomila anni. Intervista a Il Foglio, 13 settembre.
Battaglia F. (2007k) Il fallimento di Kyoto si trasferisce a Bali. Il Giornale, 4 dicembre.
Battaglia F. (2007m) Replica di Franco Battaglia a Stefano Caserini. Ingegneria Ambientale, XXXVI, XII, 591-593.
I testi sono reperibili da qui.

Da “A qualcuno piace caldo”, capitolo “Clima di Battaglia”
…Seguire l’elenco delle sparate e delle cantonate prese da Battaglia è impegnativo. Avendo conquistato un poco di notorietà per le sue posizioni negazioniste, Battaglia si è trovato nella necessità di alimentare il suo personaggio, con affermazioni via via più incredibili e senza compromessi.
Nei suoi scritti del 2007 si trovano affermazioni come “la temperatura media globale oggi è più alta di 150 anni fa; semplicemente, non è la CO2 la causa di questo aumento” (Battaglia, 2007e).
Oppure che è “semplice” identificare nel Sole il responsabile del riscaldamento globale, che è “facile” spiegare gli aumenti di CO2 del passato, che vi sono evidenze storiche “inconfutabili” sulle maggiori temperature del passato, che l’ipotesi di un’interferenza antropogenica nell’effetto serra del pianeta si è “rivelata totalmente priva di ogni fondamento”, è “impossibile”, l’”uomo non c’entra proprio nulla”.
Nel novembre del 2007, dopo l’uscita dell’intero IV rapporto dell’IPCC, scrive ancora “le attività umane e, in particolare, le emissioni antropiche di CO2, non hanno, sul clima, alcuna influenza” (Battaglia, 2007i).
Ne consegue che gli scienziati mondiali non solo non hanno capito nulla, ma sono dei mistificatori e dei sognatori: il riscaldamento globale antropogenico è “il più colossale falso del secolo” (Battaglia, 2007k), “la più grande mistificazione degli ultimi 15 anni”, “la congettura antropogenica del riscaldamento globale dovrebbe essere oggi considerata pura speculazione metafisica sconfessata dai fatti reali” (Battaglia, 2007d; 2007x).

Leggi il paragrafo da “A qualcuno piace caldo”

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L’ennesima bufala sul raffreddamento globale

Ogni tanto si diffonde la voce di un presunto prossimo raffreddamento del pianeta.
L’ultimo caso è successo a maggio 2008, ha avuto grande enfasi anche in Italia.

È possibile citare un incredibile titolo di Repubblica del 3 maggio “Clima, il contrordine, nei prossimi 10 anni fa più freddo”, nonché nell’agitato articolo di Franco Battaglia su Il Giornale.

Ne hanno parlato radio e televisione, che hanno sintetizzato (male) il lancio dell’agenzia ANSA che parlava di “10 anni di tregua da riscaldamento globale

Come si può vedere anche leggendo la traduzione italiana di Realclimate le cose non stanno proprio così.

Oppure si può vedere la spiegazione “Riscaldamento globale: un’inversione di tendenza?” sul blog di Antonello Pasini.

Gli allarmi sul raffreddamento non sono nuovi; poche settimane prima l’ANSA aveva diramato un comunicato in cui era contenuta la chicca

Contrariamente ai timori sul riscaldamento globale, la temperatura terrestre e’ rimasta stabile o e’ leggermente diminuita nell’ultimo decennio, nonostante il continuo aumento di concentrazione di anidride carbonica nell’atmosfera, e ora la temperatura globale sta rapidamente diminuendo…”

La cosa singolare è il credito dato a questo studio da quanti generalmente usano parole di fuoco per i modelli climatici.

Insomma, ai modelli si crede solo quando prevedono il raffreddamento…

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