A qualcuno piace caldo, 10 anni dopo
Poco più di 10 anni fa ho pubblicato il mio primo libro “A qualcuno piace caldo”, in cui avevo scelto di spiegare il problema dei cambiamenti climatici a partire dalle teorie “alternative” a quella proposta dalla (già allora) stragrande maggioranza della comunità scientifica. Teorie che 10 anni fa trovavano spazio molto più facilmente su giornali e televisioni. Dopo un’introduzione sui temi delle inevitabili incertezze presenti nella scienza del clima e della necessità e importanza del consenso scientifico (Parte 1), avevo mostrato lo scarso spessore di queste teorie (Parte 2), che si rifacevano a miti e storielle già più volte confutate nella letteratura scientifica. La parte più impegnativa è stata raccontare i soggetti che le propagandavano (Parte 3), il loro linguaggio e il loro contesto, cercando di far intuire le ragioni (es. esibizionismo, narcisismo, necessità di visibilità politica) che motivavano alcuni a proporre sistematicamente un vero e proprio negazionismo climatico. Nella parte “In limine” (Parte 4) avevo infine mostrato l’impreparazione del mondo dell’informazione e di suoi autorevoli protagonisti nell’affrontare questo grande problema.
Il libro ha avuto un discreto successo, anche fra gli addetti ai lavori, e questo ha fatto piacere. L’idea di fondare Climalteranti è nata anche sulla spinta dei riconoscimenti ricevuti, e sull’importanza di aggiornare costantemente le analisi contenute nel libro. (altro…) I progressi del Katowice Climate Package
La COP24 che si è svolta a Katowice ha prodotto risultati ad ampio spettro sull'Accordo di Parigi, fra cui le attese regole sui meccanismi di trasparenza sull’implementazione degli impegni di riduzione delle emissioni, nonché indicazioni chiare per l'incremento a breve degli stessi.
Dopo quindici giorni di negoziato serrato e
prolungato, durato un giorno più del previsto, la COP24 di Katowice ha prodotto in sostanza quasi tutto quello che era chiamata a fare, risultato nient’affatto scontato.
È presto ora per un’analisi attenta dei documenti approvati (di cui questo è il principale - descrittivo di tutti i grandi capitoli - mentre gli altri sono disponibili qui – scorrere verso il basso), delle conseguenze del negoziato e del ruolo dei diversi attori, di chi ha spinto per una maggiore ambizione e di chi ha condotto battaglie di retroguardia per cercare fino all'ultimo di indebolire i risultati finali.
Ci limitiamo qui a riportare un quadro generale dei risultati, che il comunicato stampa dell’UNFCCC saluta come importanti. Apprezzamenti, ma anche insoddisfazioni, possono essere ascoltati nelle dichiarazioni dei più importanti gruppi negoziali nella plenaria finale (Joint plenary meeting for closing statements) possono essere ascoltate nel webcast UNFCCC. Nell’ordine: Egitto (in rappresentanza di G77+China) a 1.10; UE a 6.25; Svizzera (Environmental Integrity Group) a 11.02; Australia (Umbrella Group) a 13.50; Etiopia (LDC) a 17.15; Maldive (OASIS) 20.45; Gabon (African Group) a 26.10. Malaysia (like-minded developing countries) a 29. 40; India (basic) 35.37; Colombia (ALIAC) 42.20; Filippine 47.20; Cina (50.28); quindi gli “osservatori” del negoziato, Business&Industry NGO (56.31), Environmental NGO (59.40), Agricoltori (1.04.10), Indigenous People (1.06.55), Governi e municipalità locali (1.10.25), Women and Gender NGO (1.13.05), Youth NGO (1.16.20). Ha poi concluso Grenada (1.20.03). (altro…)
prolungato, durato un giorno più del previsto, la COP24 di Katowice ha prodotto in sostanza quasi tutto quello che era chiamata a fare, risultato nient’affatto scontato.
È presto ora per un’analisi attenta dei documenti approvati (di cui questo è il principale - descrittivo di tutti i grandi capitoli - mentre gli altri sono disponibili qui – scorrere verso il basso), delle conseguenze del negoziato e del ruolo dei diversi attori, di chi ha spinto per una maggiore ambizione e di chi ha condotto battaglie di retroguardia per cercare fino all'ultimo di indebolire i risultati finali.
Ci limitiamo qui a riportare un quadro generale dei risultati, che il comunicato stampa dell’UNFCCC saluta come importanti. Apprezzamenti, ma anche insoddisfazioni, possono essere ascoltati nelle dichiarazioni dei più importanti gruppi negoziali nella plenaria finale (Joint plenary meeting for closing statements) possono essere ascoltate nel webcast UNFCCC. Nell’ordine: Egitto (in rappresentanza di G77+China) a 1.10; UE a 6.25; Svizzera (Environmental Integrity Group) a 11.02; Australia (Umbrella Group) a 13.50; Etiopia (LDC) a 17.15; Maldive (OASIS) 20.45; Gabon (African Group) a 26.10. Malaysia (like-minded developing countries) a 29. 40; India (basic) 35.37; Colombia (ALIAC) 42.20; Filippine 47.20; Cina (50.28); quindi gli “osservatori” del negoziato, Business&Industry NGO (56.31), Environmental NGO (59.40), Agricoltori (1.04.10), Indigenous People (1.06.55), Governi e municipalità locali (1.10.25), Women and Gender NGO (1.13.05), Youth NGO (1.16.20). Ha poi concluso Grenada (1.20.03). (altro…) Un momento di chiarezza alla COP24
Più di due ore per discutere fra “prendere nota” del o “dare il benvenuto” al Rapporto speciale IPCC su 1,5 °C dimostrano il successo del lavoro dell’IPCC e come ormai chi vuole impedire le politiche globali contro i cambiamenti climatici è con le spalle al muro.
Nel pomeriggio di sabato 8 dicembre 2018 c’è stato alla COP24, in corso fino al 14 dicembre a Katowice, uno di quei momenti in cui i nodi vengono al pettine, in cui si capisce come il negoziato sul clima sia ormai arrivato ad un punto critico.
Nella grande sala “Śląsk” si stava svolgendo la plenaria di chiusura della 49° riunione del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice), l’Organo sussidiario di consulenza scientifica e tecnica dell’UNFCCC. Dopo aver speditamente adottato numerosi documenti, relativi anche a parti importanti dell’implementazione dell’Accordo di Parigi (sull’adattamento, sul “loss and damage”, sull’agricoltura, sul Centro per il trasferimento tecnologico), è arrivato verso le 17 il momento di approvare il sesto punto in agenda, il documento su “Research and systematic observation” preparato durante la settimana.
(altro…)
Nel pomeriggio di sabato 8 dicembre 2018 c’è stato alla COP24, in corso fino al 14 dicembre a Katowice, uno di quei momenti in cui i nodi vengono al pettine, in cui si capisce come il negoziato sul clima sia ormai arrivato ad un punto critico.
Nella grande sala “Śląsk” si stava svolgendo la plenaria di chiusura della 49° riunione del SBSTA (Subsidiary Body for Scientific and Technological Advice), l’Organo sussidiario di consulenza scientifica e tecnica dell’UNFCCC. Dopo aver speditamente adottato numerosi documenti, relativi anche a parti importanti dell’implementazione dell’Accordo di Parigi (sull’adattamento, sul “loss and damage”, sull’agricoltura, sul Centro per il trasferimento tecnologico), è arrivato verso le 17 il momento di approvare il sesto punto in agenda, il documento su “Research and systematic observation” preparato durante la settimana.
(altro…) Raccontare la COP24: i 5 errori da evitare
Si apre oggi a Katowice (Polonia) la ventiquattresima Conferenza delle Parti della Convenzione Quadro sul Clima delle Nazioni Unite (UNFCCC).
Pur se fino ad oggi non ha ricevuto molta attenzione dai media, la “COP” che si svolgerà dal 2 al 14 dicembre nella città polacca è di grande importanza nel percorso di attuazione dell’Accordo sottoscritto nella COP21 di Parigi.
Come in tutte le COP, sono numerosi i tavoli negoziali paralleli e gli appuntamenti che si svolgono, ed una sintesi è difficile. Si può dire che questa COP24 avrà fra i suoi obiettivi principali quello di definire la maggior parte delle regole necessarie all’implementazione dell’Accordo di Parigi, il Paris Agreement Work Programme meglio noto come “Rulebook”. Questo obiettivo per la COP24 era stato stabilito già nel 2015, in un paragrafo all’interno del documento che ha adottato l’Accordo di Parigi (la Decisione 1/CP.21): si tratta di un insieme di linee guida che dovrebbe rendere pienamente operativo l'Accordo, permettendo di valutare i progressi svolti in questa direzione dai diversi paesi e le modalità operative dei successivi rilanci. È un percorso definito nell’ambito della Talanoa Dialogue iniziato un anno fa alla COP23 di Bonn (Presidenza Fiji), oggetto di un fitto lavoro negoziale, la cui modalità di chiusura sarà un importante segnale sulla robustezza dell’Accordo e sull’interesse dei sottoscrittori alla sua effettiva implementazione. (altro…) Un convegno negazionista… nel 2018!
Per chi ormai sentisse la mancanza di quella specie in via di estinzione che sono ormai i negazionisti climatici, siamo in grado di annunciare un nuovo evento che si svolgerà martedì 13 novembre a Roma pomeriggio presso l’Università La Sapienza.
A nove anni dalla mozione negazionista in Senato e dal convegno sul clima senza climatologi in locali della Camera dei Deputati durante il governo di centrodestra, dal titolo dell’evento e dai partecipanti si può ritenere che sarà un’occasione per dare spazio all’anti-scienza e alla disinformazione sul clima.
L’incontro prevede infatti la partecipazione solo di relatori ben conosciuti su Climalteranti per aver già espresso tante tesi sbagliate sul cambiamento climatico. Sono più o meno sempre loro, un po’ invecchiati, riuniti per promuovere l’imbarazzante libretto “Clima, basta catastrofismo. Riflessioni scientifiche sul passato e sul futuro”, recentemente pubblicato dalla minuscola casa editrice XXImoSecolo, una raccolta di saggi scritti dagli stessi relatori: (altro…) Fa caldo sul Serio: l’aumento della temperatura nei fiumi alpini
Un incremento delle temperature nei torrenti e fiumi alpini, in risposta alle elevate temperature dell’aria, mette a repentaglio le specie fluviali più delicate, soprattutto i salmonidi. Si riporta qui il caso del Serio, fiume bergamasco studiato dal personale del Climate-Lab del Politecnico di Milano in collaborazione con l’Università degli Studi Milano-Bicocca.
Nei fiumi e nei torrenti montani, gli ecosistemi sono potenzialmente soggetti a rischi in risposta ai cambiamenti climatici.
Da un lato, la potenziale variazione dei deflussi in alveo, in risposta alle variazioni climatiche, può contribuire a modificare la qualità degli habitat fluviali.
Dall’altro, il probabile aumento delle temperature potrebbe condurre a regimi idro-termici non sostenibili per la fauna ittica ed in generale per tutti gli organismi acquatici.
Alcuni studi recenti hanno indagato gli effetti che la temperatura dell’acqua può avere sugli organismi acquatici, sullo sviluppo embrionale, sulla capacità di nutrirsi, di crescere e di vivere.
Da un lato, i limiti di temperatura regolano la sopravvivenza e distribuzione delle specie. Gli individui di ogni specie ittica sopravvivono entro un range di temperatura, delimitato da soglie superiori ed inferiori. Tali limiti non sono in genere definiti da una temperatura fissa, ma da una temperatura di acclimatamento dipendente dalle condizioni locali. Tuttavia, valori superiori ai 20 °C sono in genere da considerare critici.
Dall’altro lato, malattie specifiche possono essere collegate alle alte temperature. Nelle Alpi europee si sta diffondendo rapidamente la malattia proliferativa renale, meglio conosciuta come PKD (Proliferative Kidney Disease). Innescata da parassiti presenti nei macro-invertebrati acquatici predati dai Salmonidi, viene considerata una delle più serie e dannose patologie dei Salmonidi stessi, in Europa e Nord America. Si tratta di una malattia sistemica ad andamento stagionale, caratterizzata da un anomalo ingrossamento del rene e della milza, spesso mortale per il pesce. (altro…)
Nei fiumi e nei torrenti montani, gli ecosistemi sono potenzialmente soggetti a rischi in risposta ai cambiamenti climatici.
Da un lato, la potenziale variazione dei deflussi in alveo, in risposta alle variazioni climatiche, può contribuire a modificare la qualità degli habitat fluviali.
Dall’altro, il probabile aumento delle temperature potrebbe condurre a regimi idro-termici non sostenibili per la fauna ittica ed in generale per tutti gli organismi acquatici.
Alcuni studi recenti hanno indagato gli effetti che la temperatura dell’acqua può avere sugli organismi acquatici, sullo sviluppo embrionale, sulla capacità di nutrirsi, di crescere e di vivere.
Da un lato, i limiti di temperatura regolano la sopravvivenza e distribuzione delle specie. Gli individui di ogni specie ittica sopravvivono entro un range di temperatura, delimitato da soglie superiori ed inferiori. Tali limiti non sono in genere definiti da una temperatura fissa, ma da una temperatura di acclimatamento dipendente dalle condizioni locali. Tuttavia, valori superiori ai 20 °C sono in genere da considerare critici.
Dall’altro lato, malattie specifiche possono essere collegate alle alte temperature. Nelle Alpi europee si sta diffondendo rapidamente la malattia proliferativa renale, meglio conosciuta come PKD (Proliferative Kidney Disease). Innescata da parassiti presenti nei macro-invertebrati acquatici predati dai Salmonidi, viene considerata una delle più serie e dannose patologie dei Salmonidi stessi, in Europa e Nord America. Si tratta di una malattia sistemica ad andamento stagionale, caratterizzata da un anomalo ingrossamento del rene e della milza, spesso mortale per il pesce. (altro…) Principi per una comunicazione efficace e per il coinvolgimento dei cittadini sul cambiamento climatico
Con grande piacere Climalteranti presenta la traduzione in italiano del manuale “Principles for effective communication and public engagement on climate change - A Handbook for IPCC authors”, realizzato da Climate Outreach (uno dei massimi esperti europei in comunicazione del cambiamento climatico) su incarico dell’IPCC.
Pur se il manuale è stato pensato per gli autori dei rapporti IPCC, i suggerimenti del rapporto sono utilissimi per tutti quanti vogliano migliorare la propria comunicazione sul tema del cambiamento climatico. Pur avendo una solida base teorica, è un manuale con una forte impronta pratica, per essere applicato alle situazioni reali, per la preparazione di una presentazione ad una conferenza o per una discussione con una comunità locale.
Come scrive nell’introduzione la Dr.ssa Roz Pidcock, Responsabile della comunicazione IPCC-WG1, “Decenni di iniziative mirate a sensibilizzare l'opinione pubblica e stimolare l’impegno dei cittadini hanno abbondantemente dimostrato che la comunicazione sul cambiamento climatico non si fa da sé. (altro…) Perché conviene limitare il riscaldamento globale a 1,5 °C
Una introduzione alla “Sintesi per i decisori politici” dello Special Report IPCC che ha evidenziato il quadro di riferimento e le azioni integrate di mitigazione e adattamento utili al fine di mantenere il riscaldamento globale entro 1,5 °C rispetto i livelli preindustriali.
Come anticipato in un post precedente, l’8 Ottobre è stato pubblicato on-line sul sito dell’IPCC (Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) il Rapporto Speciale “Riscaldamento globale di 1,5 °C”, con il lungo sottotitolo “un rapporto speciale dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5 °C rispetto ai livelli del periodo pre-industriale e i relativi percorsi di emissioni di gas serra, in un contesto di rafforzamento della risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile, e agli sforzi per sconfiggere la povertà”.
Commissionato dall’UNFCCC a supporto dei prossimi passi dell’azione internazionale coordinata sul clima inquadrata dall’Accordo di Parigi, questo testo si propone come un riferimento per tutti i livelli delle decisioni negoziali future.
Composto in tutto da 729 pagine, senza contare le tre di sintesi per la stampa, le appendici e l’utile glossario, il Rapporto copre tutti i principali temi legati ai cambiamenti climatici, nella prospettiva di un aumento di temperatura che “sta per avvenire” nei prossimi decenni. (altro…)
Come anticipato in un post precedente, l’8 Ottobre è stato pubblicato on-line sul sito dell’IPCC (Comitato Intergovernativo sui Cambiamenti Climatici) il Rapporto Speciale “Riscaldamento globale di 1,5 °C”, con il lungo sottotitolo “un rapporto speciale dell'IPCC sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5 °C rispetto ai livelli del periodo pre-industriale e i relativi percorsi di emissioni di gas serra, in un contesto di rafforzamento della risposta globale alla minaccia dei cambiamenti climatici, allo sviluppo sostenibile, e agli sforzi per sconfiggere la povertà”.
Commissionato dall’UNFCCC a supporto dei prossimi passi dell’azione internazionale coordinata sul clima inquadrata dall’Accordo di Parigi, questo testo si propone come un riferimento per tutti i livelli delle decisioni negoziali future.
Composto in tutto da 729 pagine, senza contare le tre di sintesi per la stampa, le appendici e l’utile glossario, il Rapporto copre tutti i principali temi legati ai cambiamenti climatici, nella prospettiva di un aumento di temperatura che “sta per avvenire” nei prossimi decenni. (altro…) Comunicare minacce e opportunità per il cambiamento climatico
Sono aperte fino al 15 ottobre le votazioni per il Premio “Best Climate Solution, che per il 2018 ha come argomento “Comunicare minacce e opportunità per il cambiamento climatico”.
Il premio, frutto di un’iniziativa del Centro Euromediterraneo per i cambiamenti climatici, sarà assegnato da una combinazione dei risultati delle votazioni online e della valutazione della giuria internazionale di esperti.
45 sono le proposte selezionate per la fase finale. Le linee guida per il voto sono qui
Le quattro proposte italiane che è possibile votare sono:
A qualcuno piace caldo, una conferenza-spettacolo in cui il racconto scientifico è affiancato da immagini, animazioni scientifiche, musica jazz e video (qui il sito originale)
Progetto Scuola, un progetto di Italian Climate Network si rivolge alle scuole secondarie di primo e secondo grado, allo scopo di proporre un programma incentrato sulla questione dei cambiamenti climatici (qui il sito originale)
Communication at UN Climate Talk, iniziativa dei giovani dell’Italian Climate Network di informazione live dai negoziati UNFCCC (qui l’esempio di quanto fatto alla COP23 di Bonn)
Climate Art Project, una serie di iniziative artistiche di grandi dimensioni che hanno avuto luogo in diverse città europee (qui il sito originale)
Le altre 41 proposte sono qui. Buon voto! Cosa aspettarsi dall’imminente Rapporto speciale dell’IPCC su 1,5 gradi di riscaldamento globale?
L’8 ottobre sarà pubblicato il Rapporto Speciale dell’IPCC sul “Riscaldamento globale di 1,5 °C”, il testo più importante dell'anno per quanto riguarda la scienza del clima e le azioni di riduzione delle emissioni di gas climalteranti. Facciamo il punto sulle principali questioni su cui il testo potrebbe fare luce.
Lunedì 8 ottobre 2018 sarà ufficialmente dato alle stampe e distribuito gratuitamente in Internet “Global Warming 1.5 °C”, un Rapporto speciale dell'IPCC
“sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali e i relativi percorsi delle emissioni di gas climalteranti, nel contesto di rafforzare la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico, dello sviluppo sostenibile e degli sforzi per sradicare la povertà”.
Prodotto dai più competenti scienziati che, nelle diverse discipline, si occupano di cambiamenti climatici in tutti i loro aspetti (mitigazione, adattamento, politiche economiche e sociali, ecc.), il Rapporto sintetizza la recente letteratura scientifica a beneficio dei decisori politici, economici e sociali.
Perché è tanto importante? In una battuta, perché quando il prossimo rapporto “ordinario” dell'IPCC vedrà la luce (nel 2023), è probabile che sarà già stato esaurito il “carbon budget” per mantenere le temperature medie globali al di sotto di 1,5 °C. Una delle questioni affrontate dal rapporto è infatti quante emissioni di gas serra è possibile aggiungere prima che questo accada, in quanti anni questo potrebbe accadere, e se e come potrebbe essere possibile evitarlo. (altro…)
Lunedì 8 ottobre 2018 sarà ufficialmente dato alle stampe e distribuito gratuitamente in Internet “Global Warming 1.5 °C”, un Rapporto speciale dell'IPCC
“sugli impatti del riscaldamento globale di 1,5 gradi sopra i livelli pre-industriali e i relativi percorsi delle emissioni di gas climalteranti, nel contesto di rafforzare la risposta globale alla minaccia del cambiamento climatico, dello sviluppo sostenibile e degli sforzi per sradicare la povertà”.
Prodotto dai più competenti scienziati che, nelle diverse discipline, si occupano di cambiamenti climatici in tutti i loro aspetti (mitigazione, adattamento, politiche economiche e sociali, ecc.), il Rapporto sintetizza la recente letteratura scientifica a beneficio dei decisori politici, economici e sociali.
Perché è tanto importante? In una battuta, perché quando il prossimo rapporto “ordinario” dell'IPCC vedrà la luce (nel 2023), è probabile che sarà già stato esaurito il “carbon budget” per mantenere le temperature medie globali al di sotto di 1,5 °C. Una delle questioni affrontate dal rapporto è infatti quante emissioni di gas serra è possibile aggiungere prima che questo accada, in quanti anni questo potrebbe accadere, e se e come potrebbe essere possibile evitarlo. (altro…)
Come comunicare la crisi climatica ai disimpegnati
Una guida realizzata nell’ambito del progetto europeo NoPlanetB fornisce utili suggerimenti su come sensibilizzare sul cambiamento chi oggi lo considera un tema secondario. Diversi segnali suggeriscono come negli ultimi anni la scienza in generale sia stata messa sempre più in discussione, sia da parte dell’opinione pubblica che da alcuni settori politici e mediatici, sulla scia di una generale messa in discussione di alcuni valori ai quali eravamo abituati, fra cui inclusione, democrazia, un ruolo super partes delle istituzioni pubbliche....
100% di elettricità rinnovabile è possibile
Un rapporto mostra in 40 punti come la decarbonizzazione del sistema elettrico solo con energia rinnovabile non solo sia possibile, ma può essere realizzata in diversi modi, caratterizzati da alcuni elementi comuni. È stato recentemente presentato Il Rapporto “Elementi per un’Italia 100% rinnovabile”, promosso dalla Rete 100% Rinnovabili, preparato e sottoscritto da 25 docenti e ricercatori italiani, che mostra come sia possibile e conveniente decarbonizzare la produzione di elettricità utilizzando unicamente fonti energetiche rinnovabili. Il documento discute le leve...
Il manuale di psicologia climatica: una guida per affrontare l’impatto psicologico della crisi climatica ed ecologica
Negli ultimi anni, la crisi climatica ed ecologica è passata da questione scientifica e politica ad una vera e propria emergenza di salute pubblica. L’aumento degli eventi estremi e delle loro conseguenze disastrose ha effetti su scala globale, con gravi ripercussioni sulla salute fisica (Filippini et al., 2024) e mentale (IPCC, 2022; Charlson et al., 2021: Cianconi et al. 2023). Il Manuale Oltre all’aumento di disturbi psichiatrici come il disturbo post-traumatico da stress e la depressione maggiore dopo eventi...
Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno
Lo scorso 2 dicembre 2024 si è svolto presso il Politecnico di Milano l’evento “Scenari climatici tra decarbonizzazione spinta e punti di non ritorno”. L’evento è stato organizzato in collaborazione con climalteranti.it, dal cui comitato scientifico provengono numerosi dei relatori intervenuti. Nel seguito è riportata una sintesi di alcuni interventi. La registrazione dell’evento è disponibile qui, mentre le slide presentate dai relatori durante la conferenza sono scaricabili qui. Segnali di ottimismo in tempi bui L’intervento iniziale di Mario Grosso...
Il clamoroso e preoccupante record delle temperature medie globali nel 2024
Le consuete analisi di inizio anno sui dati della NOAA/NCEP e, per confronto, su quelle relative ad altri tre database climatici, concordano sul fatto che, per il secondo anno consecutivo (ma come anche successo nel 2019 e nel 2020), l’anno appena trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi....
L’auto termica green di Francesco Giavazzi non esiste
Fra gli autori delle panzane che inquinano il dibattito sulla transizione energetica, si è aggiunto lo storico editorialista del Corriere della Sera Francesco Giavazzi, che in un editoriale del 28 dicembre 2024 ha sostenuto una tesi facilmente confutabile, la presunta esistenza di auto a combustione interna in grado di emettere poche decine di grammi di CO2 per km, ossia l’80-90% in meno di quelle oggi circolanti. Il contesto è un articolo intitolato “Le scelte (utili) sui conti” in cui lo...
Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 2/ l’opposizione alle auto elettriche
Le emissioni di CO2 dai trasporti sono le uniche ad essere sostanzialmente aumentate in Europa nel periodo 1990-2022 (+26%). Il contributo del trasporto su strada è oggi pari al 70% delle emissioni da trasporto, e all’interno di quest’ultimo il peso delle automobili è pari al 60% (dettagli e infografiche disponibili qua). In Italia un quarto delle emissioni è dovuto ai trasporti, e le automobili italiane emettono circa 60 milioni di tonnellate di CO2 ogni anno, una cifra pari alle emissioni...
Finanziamenti e meccanismi di supporto all’azione climatica: alcuni risultati della COP29
Moltiplicati per tre gli impegni finanziari dei paesi sviluppati per favorire l’azione sul clima, menzionati le migliaia di miliardi a cui si dovrà arrivare, approvate le basi dei meccanismi di mercato e di trasferimento internazionali dei crediti, lanciato il miglioramento della nuova piattaforma per i meccanismi non di mercato: avanzamenti utili ed importanti. In attesa del rilancio degli impegni nazionali previsto nel 2025. La COP29 che si è svolta a Baku dall’11 al 24 novembre è stata una COP...
Cerchiamo di metterci in tempo le mani
La catastrofica alluvione che ha colpito la zona di Valencia ha costretto molti mezzi di informazione ad occuparsi del legame fra riscaldamento globale e l’aumento dell’intensità degli eventi estremi di precipitazione. Come noto, si tratta di un legame da tempo messo in luce dai climatologi (si veda ad esempio il libro Tempeste di James Hansen, pubblicato nel 2008), evidenziato chiaramente nella letteratura scientifica, e ben riassunto dall’ultimo rapporto IPCC, come già discusso qui. In diverse trasmissioni televisive (ad esempio qui...
Il fuoco amico, una forma di inattivismo climatico: 1/ l’opposizione alle energie rinnovabili
Climalteranti ha sempre contrastato il negazionismo climatico, sia confutando le argomentazioni più fallaci sulle cause del riscaldamento globale in corso, sia contrastando chi vuole ritardare l’azione di mitigazione dei cambiamenti climatici. Negli ultimi tempi però sta emergendo, anche tra persone attivamente schierate a favore della tutela dell’ambiente, una tendenza verso sforzi inadeguati, in grado di indebolire la già insufficiente lotta alla crisi climatica; il che costituisce una minaccia probabilmente ancora più subdola, una forma di vero e proprio “inattivismo climatico”....