Ricordi

In memoria di Guido Barone

Ci ha lasciato nei giorni scorsi Guido Barone, uno scienziato riconosciuto a livello nazionale ed internazionale sui temi della calorimetria e della chimica fisica ambientale, nonché uno dei primi collaboratori e autori di Climalteranti. Guido ha insegnato per molti anni all’Università di Napoli Federico II, tenendo i corsi di Corsi di Chimica Fisica Biologica, Chimica Fisica Ambientale, Dinamica e Regolazione di Processi Lontani dall’Equilibrio e Tecnologie Energetiche. Ha pubblicato oltre 200 lavori su riviste internazionali qualificate e dotate di peer review. Guido è stato via via per molti di noi un mentore, un punto di riferimento, un amico, un tutor, una certezza in tanti settori; impegnato sulla struttura dell'acqua, fin dagli anni 60 si era poi piano piano trasferito sui temi più ampi della Chimica Fisica Ambientale costruendo un valido gruppo di ricerca. Curioso di tutto ciò che riguardava l'acqua, un vero acquologo e acquosofico, non disdegnava anche temi di confine. Era stato con Emilio Del Giudice, che lo ha preceduto di poco, e con Ennio Galzenati, una delle persone che ha segnato la vita culturale e sociale della Napoli degli anni ‘60 e ‘70. (altro…)
Catastrofismolivello del mareProiezioniRecensioneScenari

Il romanzo sugli impatti e la scienza del clima

L’ultimo libro di Bruno Arpaia, Qualcosa, là fuori (Edizioni Guanda), è ambientato in un mondo futuro devastato dagli impatti dei cambiamenti climatici. È indubbiamente una cosa positiva quando il mondo della cultura e della letteratura abbraccia temi come questo e li porta alla conoscenza di un pubblico più vasto di quello puramente scientifico o accademico, perché i risultati possono essere molto interessanti (si veda Libertà di Johnatan Franzen o Solar di Jan McEwan) e perché il futuro dipende dalle scelte che tutti noi faremo. Non è certo il compito di un blog scientifico come Climalteranti proporre una recensione di questo romanzo, che ha indubbie qualità letterarie. Al di là del fatto che possa sembrare riuscito o no, noioso o avvincente, originale o già sentito, l’analisi che sarà fatta in questo post sarà sulla rappresentazione che viene proposta degli scenari di cambiamento climatico e dei relativi impatti. Siamo coscienti che non sarebbe necessario valutare la sostanza scientifica del testo; un romanziere ha tutto il diritto di andare oltre i limitati ambiti della realtà delle cose, ed è proprio questo il bello di molti romanzi. Il problema in questo caso è che nelle due pagine finali di “Avvertenza”, l’autore scrive di avere “attentamente confrontato” gli scenari del libro con “i Rapporti dell’IPCC e dell’European Environmental Agency”, e sostiene che questi “però, secondo numerosi scienziati del clima peccano sistematicamente per difetto”. L’accusa è pesante: può capitare di sottostimare o sovrastimare l’evoluzione di una componente del sistema climatico (es. l’andamento del ghiaccio marino artico o antartico) poiché non tutti i processi fisici che la caratterizzano sono ancora noti con esattezza o si riescono a riprodurre appieno in un modello – che per sua natura è comunque imperfetto; e può anche essere che le sottostime siano maggiori delle sovrastime; ma una sottostima “sistematica” in ambito scientifico è un errore molto grave, sottintende inevitabilmente o una pesante incapacità (nel caso la sistematica sottostima sia involontaria) o una volontà fraudolenta. (altro…)
AnimazioniProtocollo di KyotoTemperatureTrend

The ongoing climate change and the possible futures

The science of climate change presents, with no doubts, worrying reports (as the recent data on CO2 in atmosphere, monthly temperature, Arctic sea ice, acidification of the oceans). The good news is that we do not have just one future in front of us, but we can still make our choices. There are several possible futures. Scientists call these "scenarios", and here we are going to present three of them, taking inspiration from the spiral method of monthly anomalies, originally developed by Ed Hawkins for HadCRUT data. ... (altro…)
Protocollo di KyotoScenariTemperatureTrend

Il cambiamento climatico in corso e i futuri possibili

La scienza dei cambiamenti climatici porta, indubbiamente, notizie preoccupanti (come gli ultimi dati di CO2 in atmosferatemperature mensili, estensione dei ghiacci artici, acidificazione dei mari). Una buona notizia è che davanti a noi non abbiamo un solo futuro, ma possiamo ancora scegliere. Ci sono diversi possibili futuri. Gli scienziati li chiamano “scenari”, e qui ne presentiamo tre, prendendo spunto dal metodo a spirale delle anomalie mensili, sviluppato originariamente da Ed Hawkins per i dati HadCRUT. . . . (altro…)
LibriNegoziazioniRecensione

Il mondo dopo Parigi

Un libro (versione epub) pubblicato da Edizioni Ambiente, propone 8 analisi e 12 opinioni sull’Accordo di Parigi. Pubblichiamo la nota introduttiva dei curatori, Emanuele Bompan e Sergio Ferraris.   Oggi la questione del cambiamento climatico definisce un’epoca. Forse nemmeno gli scienziati e gli addetti ai lavori hanno realizzato la portata storica di questa mutazione iperaccellerata della chimica del pianeta, dei suoi ecosistemi, dell’economia globale, dei nostri consumi e costumi. La fine dell’economia fossile, l’epoca delle grandi catastrofi, l’accelerazione della storia naturale, la sfida per fermare il cambiamento climatico. Sono tutte questioni d’infinita complessità, con diramazioni difficili da definire ora, in ogni ambito della vita antropica e naturale. In questa epoca storica, la modernità del cambiamento climatico, che posizione occuperà l’Accordo di Parigi? Sarà il fallimento che ha portato il mondo al collasso? Un rumore di fondo al ruolo delle imprese e della società civile che hanno cambiato il modo in cui viviamo consumiamo, abitiamo e ci spostiamo? O il momento storico che ha tracciato la via per le generazioni a future e limitato i danni del cambiamento climatico antropico? In questo libro da un lato abbiamo voluto raccogliere commenti e opinioni su questo controverso accordo, approvato nel dicembre 2015 a Parigi. Idee, riflessioni, critiche dalla società civile, dalla politica e dal mondo delle imprese italiane. Che raccontano anche lo stato della riflessione nel nostro paese. Dall’altro, professori, giornalisti e tecnici hanno contribuito con una serie di saggi tecnici sugli elementi salienti dell’accordo per realizzare uno strumento di utilità per il ricercatore, lo studente, il cittadino interessato, il politico che vuole interessarsi di come l’Accordo di Parigi cambierà le nostre vite. (altro…)
MitigazioneNegoziazioniScenari

Le conseguenze dell’Accordo

Prendere sul serio gli obiettivi dell’Accordo di Parigi comporta intraprendere enormi azioni di riduzione delle emissioni in tutti i settori, con una velocità e radicalità senza paragoni col passato. C’è un clima di generale contentezza per il grandissimo numero di paesi (175) che ha firmato l’Accordo di Parigi, per i 15 che l’hanno già ratificato e per le importanti dichiarazioni sulla volontà di fare entrare in vigore l’Accordo entro il 2016. “Saremo protagonisti”, ha detto il primo ministro italiano; “L'Italia e l'Europa ci sono, da protagoniste” ha twittato il Ministro dell’Ambiente. Buone notizie, indubbiamente. Il linguaggio enfatico e generico di alcuni interventi, gli errori presenti su alcuni articoli, l’ascolto in alcune trasmissione televisive delle già sentite formule “Bisogna tener conto della situazione congiunturale”, “passare alla rinnovabili è estremamente gravoso e ora non è il momento, non possiamo farlo così velocemente”, fa pensare che a molti non sia chiaro cosa significhi prendere sul serio e implementare l’Accordo di Parigi. Proviamo quindi a spiegarlo in 5 passaggi, basandoci sui numeri presenti in un articolo pubblicato circa un anno fa da Rogelj et al. su Nature Climate Change, Energy system transformations for limiting end-of-century warming to below 1.5 °C (l’articolo per i non abbonati è a pagamento, ma una sintesi si trova qui o in questa analisi di Climate Analytics). (altro…)
Negoziazioni

Il record di firme per l’Accordo di Parigi

Un numero record di Stati il 22 aprile avvierà le procedure per la ratifica dell’Accordo di Parigi, già ratificato da 8 Stati, per lo più membri di AOSIS, la coalizione dei piccoli Stati insulari.   Oltre 154 Paesi hanno annunciato l’intenzione di sottoscrivere l’Accordo di Parigi già il primo giorno in cui questo sarà legalmente possibile, il 22 aprile 2016. Con la firma dei Capi di Stato o di Governo, i rispettivi Paesi si vincolano a non mettere in atto azioni che contrastino con l’Accordo e ad iniziare o proseguire le procedure interne necessarie alla sua ratifica. Si tratta di un numero record di Paesi (qui l’elenco), sia rispetto al Protocollo di Kyoto che rispetto ad altri trattati internazionali sulle più diverse tematiche (diritti umani fondamentali, diritti di donne e bambini, non-proliferazione nucleare, ecc.). Il Protocollo di Kyoto, il principale strumento internazionale per la riduzione delle emissioni in vigore fino ad oggi, era stato firmato il 16 marzo 1998 - primo giorno di apertura alla firma - soltanto da 6 Paesi. Nell’intero primo anno aveva ottenuto 84 firme. Ci erano poi voluti sette anni prima che entrasse in vigore. (altro…)
EnergiaPolitiche

Perché votare SÌ al referendum del 17 aprile

L’Accordo di Parigi si basa su un incremento sistematico dell’ambizione nella riduzione delle emissioni. In questo contesto, porre limiti allo sfruttamento di gas e petrolio in Adriatico diventa un modo per iniziare ad implementarlo. Climalteranti suggerisce di votare Sì al referendum del 17 aprile, per segnalare chiaramente l’urgenza di rottamare il modello energetico basato sui combustibili fossili. Una scelta strategica per una nazione come l’Italia, ricca di sole e di mare, con un turismo da salvaguardare e promuovere.  Abbiamo già raccontato in passato come  molti scienziati, dopo aver individuato le cause dei cambiamenti climatici (principalmente le emissioni da fonti energetiche fossili e la deforestazione), dopo aver previsto le mutazioni del sistema climatico, dopo aver mostrato le possibilità di opzioni alternative ed averle discusse, sentono di non fare abbastanza per il clima. Abbiamo visto gli allarmi degli scienziati trattati con sufficienza ed accantonati dal dibattito politico, intriso di attendismi e disinteresse. “Non sono uno scienziato, ma non credo che ci sia un problema climatico”, “il clima è sempre cambiato/ gli scienziati non sono del tutto sicuri”, sono ritornelli sentiti ormai troppo. Ora il voto referendario sulle concessioni petrolifere entro le 12 miglia dalla costa pone una scelta secca, che riguarda anche le politiche climatiche ed energetiche dei prossimi anni. Qui sotto sono riportate le ragioni per cui il Comitato Scientifico di Climalteranti ritiene che sia necessario votare Sì. (altro…)
Libri

10 buone notizie sul cambiamento climatico

Capita spesso, alla fine di una conferenza sui cambiamenti climatici, la richiesta di raccontare qualcosa di positivo, che possa infondere speranza e ottimismo sul futuro. Sembra emergere da una spinta liberatoria: e basta con le cattive notizie! Per questo porta sollievo, sui volti compaiono sorrisi, sguardi partecipi.  In questi tempi in cui l’ottimismo spesso nasconde narcisismo o paura di affrontare la complessità del mondo, la richiesta si scontra con un sospetto motivato, che lo sguardo fiducioso verso il futuro sia un modo per sfuggire alla realtà, all’accettazione della gravità della situazione.  Col tempo mi sono accorto che la domanda di positività arriva soprattutto dai giovani, da chi non ha intenzione di sfuggire alle proprie responsabilità; arriva perché chi cerca una via d’uscita ne ha bisogno per trovare nuove motivazioni ed energie. In fondo, la spinta per un cambiamento non può derivare solo dal riconoscere una minaccia, un pericolo, ma dal riuscire a scorgere un altro futuro possibile. La minaccia senza la speranza in una via d’uscita ha effetti ridotti e controproducenti: porta a un pessimismo cupo che rende difficile la scoperta, l’analisi e il sostegno alle alternative possibili. Porta alla logica dell’emergenza, e nell’emergenza prevalgono le soluzioni spicce, spesso non le migliori. Ho provato dunque a raccogliere gli aspetti positivi che si possono intravedere nella complicatissima e maledettamente grave faccenda del riscaldamento globale; sul lato delle evidenze scientifiche sulla situazione attuale e gli scenari futuri, su quanto si sta facendo o si potrebbe fare nei prossimi anni per contrastarlo.  Fatti che possano essere catalogati fra le buone notizie. (altro…)
ComunicazionePsicologiaTelevisioni

L’opinionista sull’orlo di una crisi di nervi

Il critico televisivo Aldo Grasso ha trovato un motivo di preoccupazione per il problema del riscaldamento globale: il farfallino giallo di Luca Mercalli Come ampiamente raccontato su Climalteranti.it, non c’è molto da esseri soddisfatti per come il problema del riscaldamento globale è stato raccontato dai mass media negli scorsi anni. Un misto di confusione e ambiguità, di reticenze ed esagerazioni, con una presenza frequente della negazione, del rifiuto di credere a quanto la comunità scientifica in modo sostanzialmente unanime sostiene da decenni. Come già scritto, fortunatamente il negazionismo climatico è quasi scomparso in televisione, sulla carta stampata gli articoli negazionisti sono ormai pubblicati solo su Il Giornale, Libero e Il Foglio. In questo contesto disastrato, iniziano a vedersi degli sprazzi di informazione di qualità: dal 2015 il meteorologo e climatologo Luca Mercalli, da sempre in prima linea nella divulgazione scientifica sui cambiamenti climatici, conduce una bella trasmissione televisiva, Scala Mercalli, sei puntate in onda in prima serata il sabato, in cui il clima che cambia è il tema principale, con servizi approfonditi e interessanti. Finalmente si inizia a capire qualcosa del problema, le cause, gli impatti già in corso o attesi per il futuro, i modi a disposizione per cambiare direzione. La conoscenza del problema ha però delle conseguenze, ci mette davanti alla necessità e alla possibilità di azioni per contrastare il cambiamento climatico, come anche Scala Mercalli non può non mostrare: ci sono delle scelte che dovranno essere fatte, dei business che dovranno essere fermati, dei cambiamenti riguardano anche le nostre azioni quotidiane. (altro…)
RecordStatisticheTemperature

Perché il 2015 sarà (molto probabilmente) un altro anno con temperature record

Alcune quantità di interesse climatico hanno un andamento sufficientemente regolare, tale che ogni anno viene battuto il record. L’esempio più ovvio è la concentrazione di CO2 atmosferica che, almeno da quando sono iniziate le misure sistematiche a Mauna Loa, aumenta anno dopo anno. In alcuni mesi o anni si superano delle soglie che fanno notizia (ad esempio i 400 ppm come media globale, superata nel marzo 2015), ma ogni mese e anno è in realtà si stabilisce un nuovo record,...
GhiacciaiImpattiProiezioni

Notizie dall’Alpine Glaciology Meeting 2015

I ghiacciai continentali alpini ed extra-alpini sono sentinelle del clima che cambia. Glaciologi da tutta Europa si sono riuniti a Milano per l’Alpine Glaciology Meeting, per fare il punto sull’evoluzione e sul futuro del glacialismo. In questo post, un sunto di quanto emerso nel corso del meeting e della situazione della ricerca glaciale, con particolare attenzione agli effetti dei cambiamenti climatici.   Si è tenuto all’Università Statale di Milano, il 7 e 8 Maggio, l’Alpine Glaciology Meeting 2015, (AGM) riunione...
Eventi estremiImpattiPrecipitazioniSiccità

Come i cambiamenti climatici hanno influito sulla guerra in Siria

Un recente articolo scientifico ha mostrato in modo chiaro come le tendenze di aumento delle temperature e di diminuzione delle precipitazioni nella mezzaluna fertile, legate al riscaldamento globale antropogenico, hanno reso molto più probabile il verificarsi di siccità disastrose, come quella del 2007-2010; questa ha causato una migrazione di massa di contadini verso le città siriane, fattore che ha contribuito alla rivolta contro il regime di Bashar al-Assad, in seguito degenerata in una guerra civile. Ma è la conclusione dell’articolo...
Black CarbonDisinformazioneTecnologie

Riduzione delle emissioni di black carbon: funzionano i filtri antiparticolato?

Una delle emissioni climalteranti che più contribuiscono al riscaldamento globale, seppur poco conosciuta, è quella di black carbon, piccole particelle carboniose derivanti dalla combustione incompleta di combustibili fossili e biomasse. Sono anche particelle molto pericolose per la salute, per cui la riduzione delle emissioni di black carbon rappresenta una delle azioni cosiddette “win & win”, ossia utili per affrontare il tema del riscaldamento globale e dell’inquinamento atmosferico. Diversi inventari delle emissioni hanno indicato fra le sorgenti principali la combustione della...
COPNegoziazioni

Negoziati sul clima: arrivano i primi impegni in vista della COP21 di Parigi

Unione Europea, Stati Uniti, Russia, Norvegia, Svizzera e Messico sono riusciti a rispettare la prima scadenza del 31 marzo per presentare i propri obiettivi nazionali volontari. Ed è arrivata anche la submission da parte del primo paese africano: il Gabon.   Continua il percorso negoziale dei paesi verso la COP21 di Parigi, conferenza della Convenzione Quadro ONU sui cambiamenti climatici (UNFCCC) che il prossimo dicembre avrà il compito di approvare un secondo accordo globale per la riduzione delle emissioni di...
CatastrofismoComunicazioneGiornaligiornalistiTelevisioni

Quando il critico televisivo vuole essere rassicurato

Il commento di Aldo Grasso alla trasmissione “Scala Mercalli”, pubblicato sul Corriere della Sera del 16 marzo, non stupisce chi da tempo segue gli interventi sui cambiamenti climatici degli editorialisti tuttologi del quotidiano milanese, da Pierluigi Battista a Danilo Taino. “Frasi senza significato, argomentazioni contraddittorie, affermazioni senza fondamento, toni derisori: un trash logico, lessicale, morale”, il giudizio di Antonio Calafati su una parte consistente del giornalismo nostrano è ancora attuale, e ben si adatta al critico televisivo del Corriere. Non...
EmissioniTemperatureTrend

Il clima di mia figlia e il mio

Qualche giorno fa mia figlia mi ha chiesto se era vero che il 2014 è stato l’anno più caldo. Benché con il padre che si ritrova non è raro che senta parlare di cambiamenti climatici non mi aveva mai fatto una domanda specifica sui record di temperatura. Riflettendoci, mia figlia aveva solo 12 anni nel 2010, l’anno record precedente. Non è quindi strano che non ne avesse parlato e forse non ne era nemmeno a conoscenza. La domanda di mia...
InformazioneTelevisioni

Scala Mercalli, si parla di clima in televisione in prima serata

Dal 28 febbraio, inizia un programma in cui in prima serata sulla televisione italiana si parlerà anche di cambiamenti climatici. È un evento a suo modo storico, che segna – finalmente – anche per la televisione italiana la presa di coscienza dell’importanza di un tema a lungo snobbato. Il programma è “Scala Mercalli – I gradi della crisi ambientale e la via della sostenibilità”, ideato e condotto da Luca Mercalli, meteorologo e climatologo, presidente della Società Meteorologica Italiana, il volto...
AgricolturaConflittiImpatti

Cambiamento climatico e conflitti globali: c’è un nesso causale?

Studi recenti indicano che in fase di cambiamento climatico si verificano maggiori conflitti tra gli Stati, per la terra, l’uso delle risorse, per l’acqua dei grandi fiumi. C’è un nesso causale? Gli scienziati dibattono, ma se così fosse, l’umanità avrebbe un motivo in più per contrastare il riscaldamento globale.   Diversi articoli recenti su autorevoli organi di stampa e riviste internazionali (The Guardian, 2014; RTCC; 2014; HUFFPOST-GREEN, 2014; BBC News, 2013; Scientific American, 2009) e nazionali (LIMES, 2014; Repubblica, 2014)...
RecordTemperatureTrend

L’en plein dei record delle temperature

Con la pubblicazione dei dati del UK-MetOffice, sono disponibili i dati dei 5 più noti centri di ricerca che analizzano i dati delle temperature globali (gli altri sono NASA-GISS, NOAA-NCDC, JMA e Berkeley Earth). Secondo tutte queste fonti, il 2014 è stato l’anno più caldo da quando esistono misurazioni delle temperature dell’atmosfera che permettono di ricostruire la medie globale, ovvero da più di 130 anni. Come già scritto nella precedente analisi realizzata sulla base dei dati grezzi, il confronto dei...