ArticoGhiaccio Marino

2012, annus horribilis del ghiaccio artico?

A cinque anni dal sorprendente minimo di estensione del ghiaccio artico del 2007, quest'anno è andata ancora peggio. Ma è stato davvero un anno eccezionale? Se si considera l'accelerazione del processo negli ultimi decenni la risposta è no, è quanto ci potevamo aspettare. Due anni fa su Climalteranti abbiamo discusso dei preoccupanti dati del ghiaccio marino artico, e dell'ipotesi dell'Artico privo di ghiaccio estivo. Era il periodo in cui, alcuni lo ricorderanno, il gruppetto dei soliti noti cercava di far credere in un recupero dell'estensione del ghiaccio artico dopo l'annus horribilis del 2007. Era una discussione fuorviante, come se l'importante fossero i su e giù che un po' tutte le variabili climatiche mostrano. Dopo il 2007 che ha lasciato tutti di stucco, sappiamo oggi che il fantomatico recupero non si è verificato. Non solo, ci siamo ritrovati davanti ad un annus più horribilis del precedente. Il 2012 ha battuto praticamente tutti i record negativi possibili: area, estensione, volume, a luglio ed anche a settembre, e quello della minima estensione giornaliera assoluta, e non di poco. Vedendo questo disastro, viene da chiedersi se quanto è accaduto può essere ricondotto ad una combinazione sfortunata di condizioni meteorologiche che hanno prodotto un evento estremo. Detto in altre parole, vogliamo sapere come si colloca il 2012 nell'ambito della variabilità naturale dell'estensione del ghiaccio artico. La procedura per questo tipo di analisi è standard, si definisce l'andamento di lungo periodo (trend) dei dati e si calcola lo scarto di ogni singolo anno da esso. Ciò che si ottiene, chiamati residui, rappresenta la variabilità climatica e possiamo valutare quanto ogni singolo anno si discosta dall'andamento medio. (altro…)
ComunicazionePsicologiaSociologiaTraduzioni

Percezione dei cambiamenti climatici: questione di scienza o di psicologia?

Cittadini e politici non sembrano avere colto l’urgenza del problema. È colpa di chi comunica la scienza? Dell’ignoranza scientifica? O c’e’ dell’altro? Questo tema, già affrontato in post precedenti (qui e qui) e in altri blog, è stato oggetto di questo recente commento di Adam Corner sulla rivista Nature Climate Change.   Psicologia: cultura scientifica e opinioni sul clima Coloro che lavorano nel settore della comunicazione dei cambiamenti climatici si trovano ad affrontare un compito non invidiabile. Nonostante la ricerca scientifica abbia ormai abbondantemente discusso le cause e le prevedibili conseguenze dei cambiamenti climatici, le emissioni di anidride carbonica continuano ad aumentare e le misure necessarie ad affrontare questo problema sono scarse. Abbiamo bisogno di diventare più bravi a parlare di scienze del clima, a “educare” il pubblico e ad alzare la voce sulla realtà dei cambiamenti climatici? Sembrerebbe di no. Un recente studio apparso su Nature Climate Change (Kahan e colleghi) [1] dimostra che questa strategia rischia di avere una efficacia limitata. Anzi, potrebbe accrescere lo scetticismo o il disinteresse dei  cittadini. I ricercatori hanno studiato la relazione tra cultura scientifica e preoccupazione per i rischi dei cambiamenti climatici e hanno trovato un risultato non intuitivo: la rischiosità percepita e la preoccupazione non aumentano con il livello di conoscenze. Inoltre, sembra che un alto livello di cultura scientifica abbia un effetto polarizzante tra chi è predisposto, da idee sociali e politiche, a rifiutare o accettare le scienze del clima. Come è stato mostrato in alcune ricerche (qui e qui) [2,3], una visione individualistica, contraria a   interferenze politiche nei processi decisionali personali o aziendali, e favorevole a forme molto strutturate di ordine sociale, rende più probabile lo scetticismo sui cambiamenti climatici. (altro…)
GhiacciImpatti

La prospettiva degli Inuit sui cambiamenti climatici recenti

Questo post è la traduzione dell'originale pubblicato su SkepticalScience. E' scritto da una studentessa Inuit che nel 2009 ha partecipato a una spedizione scientifica nel Parco Nazionale delle Montagne del Torngat. Parla della sua gente e di come vede i cambiamenti climatici. Non un articolo scientifico, quindi, ma un'esperienza di vita.   Mi chiamo Caitlyn Baikie. Ho 20 anni e sono una Inuk di Nain, nel Nunatsiavut, e ho sempre vissuto lì. Nella lingua Inuktitut Nunatsiavut significa "la nostra bella terra" ed è bella davvero. Come il Nunavut, il Nunatsiavut è un territorio Inuit autonomo e fa parte della provincia del Newfoundland e Labrador, in Canada. Nain è la comunità più settentrionale sulla costa, con una popolazione di circa 1.200 abitanti, al 90% di origine Inuit.

La mia vita a Nain è molto diversa da quella di chi sta in città. Nain è una comunità molto isolata, non esistono strade da o per Nain, l'unico modo raggiungerla è con l'aereo o via mare o, in inverno, con l'aereo o con il gatto delle nevi. Sebbene la nostra settimana sia riempita dalla scuola e dal lavoro come al sud, le nostre attività ricreative e di sostentamento sono molto diverse. In inverno andiamo a cacciare piccole prede come le pernici, che si trovano ovunque intorno al paese. Nel fine settimana andiamo spesso con i gatti delle neve nelle capanne vicine alle zone di caccia dove cacciamo foche, caribù, ukialik (lepri artiche) e uccelli migratori. Così ci procuriamo gran parte della carne per tutto l’anno. E' molto importante avere un buona banchisa, ci serve per viaggiare e cacciare, in genere per sei mesi l'anno. Le gente di Nain e della costa nord viene spesso chiamata sikimiut, gente della banchisa. (altro…)
EstremiProbabilitàTemperatureTraduzioni

Le metriche degli eventi estremi

Si sono viste molte discussioni sull'articolo Hansen et al. (2012, PNAS) e l'editoriale di accompagnamento sul Washington Post nei primi giorni di agosto. Ma in questo post, cercherò di sostenere che la maggior parte delle discussioni non sono state legate all'effettiva analisi descritta nell'articolo ma piuttosto a quello che la gente ritiene "importante".   L'analisi di base Hansen et al. hanno fatto in realtà una cosa molto semplice. Una volta definita la climatologia (ad esempio 1951-1980 o 1931 1980), calcolando la media stagionale e la deviazione standard ad ogni punto della griglia per questo periodo e quindi normalizzando allo scostamento dalla media, si ottiene qualcosa che assomiglia molto ad una distribuzione gaussiana "a campana". Mettendo in grafico i valori per i decenni successivi si ha l'idea di quanto il clima di ogni decennio si discosta da quello della linea di base iniziale.

Lo spostamento della media dell'istogramma indica lo spostamento della temperatura media globale e la variazione nello scarto indica come si piazzerebbero gli eventi regionali rispetto al periodo della linea di base. (Notare che la variazione dello scarto non deve essere assimilata ad un cambiamento della variabilità climatica poiché un andamento simile si troverebbe come risultato di particolari trend regionali con variabilità locale costante). Questa figura, combinata con i cambiamenti di estensione dell'area soggetta a estremi caldi di temperatura: (altro…)

PrecipitazioniRecordTemperature

Anche nelle Marche il caldo dell’estate 2012 è stato da record

  Ora che questa torrida estate (meteorologica, da giugno a agosto) è alle spalle e i dati rilevati dalle stazioni di rilevamento meteo dell’ASSAM sono completi e validati, possiamo permetterci di fare l’analisi di ciò che è avvenuto. La prolungata permanenza sul bacino del Mediterraneo del promontorio anticiclonico nord-africano e, in seno ad esso, dell'aria calda sahariana che troppo spesso ha interessato anche il territorio regionale marchigiano, ha reso l'estate 2012 decisamente calda, paragonabile a quella, terribile, del 2003. Numerose sono state le ondate di calore (almeno tre giorni con temperatura media giornaliera superiore di due deviazioni standard rispetto alla media 1961-2000, vedi anche qui), la più intensa e duratura può essere individuata nel periodo che dal 16 giugno si è protratta fino al 15 luglio. La temperatura media stagionale di 24,9°C [1], corrispondente ad un incremento di 3,2°C rispetto al quarantennio di riferimento 1961-2000 [2], è stata un'altra conferma del progressivo riscaldamento estivo che sta interessando le Marche dagli anni 80 e che sembra aver subito una ulteriore accelerazione nell'ultimo decennio visto che tra le prime dieci estati più calde dal 1961, ben 7 sono avvenute a partire dal 2000 (Figura 1). (altro…)
GhiacciaiImpattiPermafrost

I distacchi rocciosi in alta montagna e il ruolo dei cambiamenti climatici

In attesa di capire se anche il recente crollo della croce dell’Ortles a 3905 m sia una conseguenza diretta dei cambiamenti climatici, e prendendo dunque spunto dalla notizia, vorrei fornire alcune indicazioni sulle ricerche scientifiche attualmente in corso in questo ramo relativamente nuovo della geomorfologia. Ho avuto l’occasione di partecipare ad un’interessante conferenza tenuta lo scorso 23 Agosto ad Argentière, sul versante francese del Monte Bianco, ironia della sorte proprio durante una delle settimane più calde mai sperimentate in loco (temperature massime di 35°C a 1000 m di altezza). Ludovic Ravanel, giovane ricercatore francese esperto di geomorfologia, nonché guida alpina, studia il permafrost in ambiente montano, ovvero tutto il materiale litosferico la cui temperatura permane inferiore agli 0°C per almeno due anni. Questo concetto si applica dunque non solo al terreno, cosa forse più familiare ai non esperti del settore, bensì anche alla roccia, ed in particolare alle ripide pareti in alta montagna. La soglia degli 0°C è naturalmente legata allo stato fisico dell’acqua potenzialmente presente, ed in particolare al fatto che, quando si parla di presenze interstiziali tra strati di roccia, il ghiaccio assolve alla funzione di collante tra gli stessi, mentre l’acqua al contrario ne può causare il distacco e/o lo scivolamento relativo. (altro…)
GhiacciPremio

Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2011

In seguito alla votazione effettuata dai membri del Comitato Scientifico di Climalteranti.it, i vincitori del premio “A qualcuno piace caldo” per l’anno 2011 sono risultati essere Luigi Vigliotti e la rivista Sapere. Il premio che sarà inviato dal Comitato Scientifico ai premiati è una copia del libro “Il pianeta che scotta. Capire il dibattito sui cambiamenti climatici", di Luca Fiorani e Antonello Pasini.  

 PREMIO “A QUALCUNO PIACE CALDO” 2011

 

Luigi Vigliotti e

 

Motivazione

Per aver rispettivamente scritto e pubblicato (nel numero di febbraio 2011) un incredibile articolo intitolato “Un futuro con ghiaccio e seltz”, contenente numerosi errori, notizie e argomenti infondati sulla scienza del clima, a partire dal sottotitoloL'allarme "Global Warming ha motivazioni in buona parte culturali e potrebbe distoglierci dall'eventualità, questa sì scientificamente certa, di una prossima glaciazione”. (altro…)

RegioniSiccitàSuoloTemperature

Dal suolo arido al grande caldo

I dati dell’estate 2012 mostrano come esista un intreccio fra la scarsità di precipitazione e il ripetersi di ondate di calore, ma anche una sorta di reazione a catena che porta l’atmosfera in condizioni sempre meno favorevoli ai temporali estivi. Se questo comportamento dovesse proseguire, come peraltro indicato negli scenari di cambiamento climatico per la zona Mediterranea, gli impatti sull’agricoltura in pianura padana potrebbero essere pesanti. Come anticipato alla fine del precedente post, parallelamente all’aumento della temperature massime estive, negli ultimi anni abbiamo assistito ad un progressivo declino dell’umidità del suolo, soprattutto nei terreni della pianura padana. Questo risulta chiaro dall’analisi dei dati dei sensori installati nel terreno che nell’estate 2012 hanno registrato valori inconsueti in Emilia Romagna. Per valutare a titolo esemplificativo il rapporto fra umidità del suolo e temperatura dell’aria abbiamo scelto la stazione meteorologica di  S.P. Capofiume (BO), appartenente ad ARPA-SIMC, che essendo situata in aperta campagna e libera da influenza di edifici, ben rappresenta le condizione tipiche della pianura Padana centrale. Inoltre, essendo spesso luogo di campagne di misura e di radiosondaggio, possiede anche una ricca serie di sensori anche nel terreno. Nel grafico di figura 1 viene mostrato per esempio l’andamento dell’umidità del suolo negli ultimi 12 anni, simulato su questa stazione, con il modello di bilancio idrico CRITERIA. Si nota come dal 2011 l’umidità nei primi due metri di terreno sia in continua decrescita a fronte delle scarse precipitazioni, e come questa stia raggiungendo livelli minimi, peggiori anche delle recente e severa siccità del 2007. (altro…)
RegioniSiccitàSuoloTemperature

Un’altra estate rovente e siccitosa sull’Emilia-Romagna

Dopo l’estate del 2003, attribuita all’eccezionale persistenza di un promontorio anticiclonico sul Mediterraneo, siamo oggi di nuovo alle prese con condizioni simili e del tutto anomale rispetto al clima del passato. Si sa in Italia d’estate fa caldo, ma l’estate 2012 è, meteorologicamente parlando, speciale. Abbiamo assistito al susseguirsi di forti ondate di caldo intervallate da periodi relativamente più freschi  ma con temperature massime quasi sempre superiori alla media climatologica. E’ ormai da qualche anno che le ondate di caldo sulla nostra regione, e sul Fig. 1Nord-Italia, si stanno intensificando. Come si può vedere dalla figura 1, è evidente un progressivo aumento delle temperature estive sull’Emilia-Romagna ad iniziare dagli anni 1980, con una decisa accelerazione dalla metà degli anni 90’. Figura 1: Anomalia della media delle temperature massime estive (Giugno, Luglio, Agosto) rispetto alla climatologia di riferimento 1961-1990           Quest’anno però abbiamo assistito ad un’ulteriore impennata, con temperature in alcune zone  comparabili con quelle del 2003 (figura 2). (altro…)
MeteorologiaRecensioneRicordi

Caligola, Lucifero e… Bernacca…

Chissà se questa nuova tendenza dei siti di previsioni meteorologiche glamour sarebbe piaciuta al Colonnello Edmondo Bernacca, figura storica di un’Italia che negli anni del secondo dopoguerra veniva unificata dalla televisione pubblica? Me lo chiedevo sfogliando il gradevole manuale “Che tempo farà”, scritto proprio dal Bernacca nel 1971 – edizioni Mondadori – rinvenuto nella libreria della casa di montagna. Senza nulla togliere ai sicuri meriti e competenze del compianto Colonnello nel suo ruolo di previsore e divulgatore, relativamente agli aspetti che in qualche modo possono riguardare le tematiche trattate da questo blog il manuale sembra scritto proprio in un’altra era geologica. Viene ad esempio dato un certo rilievo a tecniche invasive di intervento quali “La pioggia provocata” (pag. 57), ottenibile grazie allo ioduro d’argento. Citando testualmente “Questo sale, portato ad una temperatura molto elevata a mezzo di opportuni bruciatori si decompone e si ricombina poi producendo “fumi” ricchissimi di germi solidi insolubili […] I risultati finora ottenuti possono essere definiti soddisfacenti…”. (altro…)
RecordTemperatureTrend

Il nuovo anno record delle temperature globali

Gli ultimi 12 mesi (ottobre 2013-settembre 2014) sono stati l’anno più caldo da quando esistono le temperature globali. E il 2014…     Il mese di settembre 2014, come i precedenti aprile, maggio, giugno e agosto, ha fatto registrare un nuovo record delle temperature globali: è stato il settembre più caldo da quando esistono le misurazioni di temperatura. Questo record è stato accompagnato da un altro, ossia che l’ultimo periodo di 12 mesi (iniziare a gennaio è solo una convenzione,...
GhiacciaiVulcani

Ghiacciai, vulcani e riscaldamento globale: quale relazione?

Una delle leggende che ancora persistono tra i negazionisti del riscaldamento globale vuole che la fusione dei ghiacci groenlandesi sia dovuta alla presenza al di sotto della calotta di presunti vulcani. Questo capita di sentire per esempio nel video della conferenza tenuta di recente da Nicola Scafetta presso il dipartimento di Fisica e Astronomia dell’Università di Padova (qui, tempo 2:11:30), cui è stato replicato sullo stesso giornale online dell’ateneo “il Bò”. Tale ipotesi, estesa da taluni addirittura a spiegazione del...
Ghiacciai

Il nuovo catasto dei ghiacciai Italiani: le superfici glaciali diminuite del 40% dagli anni ottanta ad oggi

È finalmente ultimato il nuovo Catasto dei ghiacciai italiani, realizzato dal gruppo di glaciologia dell’Università Statale di Milano, diretto dal Prof. Claudio Smiraglia nell’ambito di un progetto condotto in collaborazione con l’associazione EvK2CNR e con il patrocinio del Comitato Glaciologico Italiano, con il supporto di Sanpellegrino-Levissima. I dati sono stati raccolti tramite analisi di ortofoto ad alta risoluzione (2007-2011), grazie anche alla collaborazione di regioni e province. La preparazione del catasto è iniziata nel 2012 ed integra dati raccolti nel...
Premio

Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2013

Anche quest’anno, il raggiungimento dell’estensione minima dei ghiacci artici (nota 1) è l’occasione per l’assegnazione del Premio “A qualcuno piace caldo”, “alla persona o all’organizzazione italiana che più si è distinta nel diffondere argomentazioni e notizie errate sulla fenomenologia dei cambiamenti climatici, sugli impatti e sui costi e benefici delle misure di mitigazione”. Esaminati i pretendenti per l’anno 2013, i membri del Comitato Scientifico di Climalteranti non hanno avuto dubbi nell’assegnazione del premio allo “Statistical Editor” del Corriere della Sera,...
AttivismoNegoziazioni

Il Climate Summit e la settimana per il clima di NY°C

Il 23 settembre si svolgerà a New York l’UN Climate Summit voluto dal Segretario Generale dell’ONU Ban Ki-moon per cercare di dare un impulso alle negoziazioni internazionali sul clima. Come raccontato in altri post, il negoziato che si svolge nell’ambito della Convenzione sui Cambiamenti Climatici (UNFCCC) è lungo e complesso, ma sembra arrivato ad un punto cruciale nel percorso per l’approvazione di un nuovo protocollo o strumento legale che favorisca un percorso di riduzione globale delle emissioni di gas serra....
BufaleConferenzeErrori

Ma quanti errori, dott. Scafetta! – prima parte

In un seminario tenuto dal Dott. Nicola Scafetta si possono ascoltare una quantità da record di imprecisioni, errori e falsità sul tema dei cambiamenti climatici.    Il notiziario dell’università di Padova, Il Bò, ha riferito di un seminario sul tema “I cambiamenti climatici, il contributo astronomico e il contributo antropico” con relatore Nicola Scafetta, docente della Duke University e uno dei due italiani che figura nell’elenco degli scienziati che si oppongono al consenso scientifico sul tema del riscaldamento globale (l’altro...
Convegni

Tre equazioni sul clima

Sono stato invitato a tenere una “lavagna in piazza” al Festivaletteratura di Mantova, Domenica 7 settembre alle ore 10.30 in Piazza Mantegna a Mantova: in mezz’ora, con l’ausilio di una lavagna, presenterò tre equazioni importanti per il tema dei cambiamenti climatici, spiegandone il significato e l’importanza per il clima attuale e futuro. Quando ho accettato la proposta degli organizzatori, avevo pensato a queste tre:     Stefano Caserini
BufaleGhiacci

C’è ancora chi crede alla Groenlandia-terra-verde

Una delle più famose leggende negazioniste è quella secondo cui 1000 anni fa, ai tempi della colonizzazione vichinga, la Groenlandia fosse una terra libera da ghiacci. Questo perché il nome dato dai vichinghi, Grönland, significa “terra verde”. La tesi negazionista è: poiché il vichingo Erik il Rosso ha dato quel nome ad un’isola oggi coperta dai ghiacci per l’84% della sua superficie, allora faceva molto più caldo di oggi e quindi non dovremmo preoccuparci del problema del riscaldamento globale. È...
AttivismoNegoziazioni

Climalteranti aderisce al Power Shift Italia

Si è costituito il mese scorso, dopo un incontro tenutosi al Progetto Manifattura di Rovereto, il Power Shift Italia, un coordinamento delle realtà italiane attive sul tema dei cambiamenti climatici. Il coordinamento intende essere il polo italiano della campagna internazionale Global Power Shift, finalizzata a creare pressione a livello internazionale per politiche decise contro i cambiamenti climatici. I prossimi mesi saranno infatti molto importanti per le negoziazioni internazionali sui cambiamenti climatici. Il 23 settembre a NewYork si svolgerà il Climate Summit,...
CostiDisinformazione

Bruciare più combustibili fossili per salvare milioni di vite ?

Sul Corriere della Sera, Danilo Taino ha rilanciato gli argomenti di Bjorn Lomborg e del suo centro finanziato dalle lobby USA, secondo cui per salvare milioni di vite dovremmo affidarci ai combustibili fossili   “Dovremmo oggi, in nome dei cambiamenti climatici, impedire al miliardo e duecento milione di individui che non ce l’hanno accedere all’elettricità e così salvare milioni di vite?” Questa la domanda dello statistical editor del Corriere della Sera, Danilo Taino, in un articolo del 6 luglio 2014,...