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Archive for the Tag 'NCDC'

2011: un’altra conferma del caldo anomalo

Dopo il record del caldo sfiorato dal 2010, le prime statistiche mostrano che il 2011 ha fatto registrare “soltanto” una moderata anomalia positiva rispetto alle medie 1961-90. Ancora una volta, sono le zone polari che hanno dato il maggiore contributo. Spicca l’anomalia positiva relativa al mese di dicembre su gran parte dell’Europa.

 

 

Anomalia di temperatura superficiale (in °C) sull’Europa nel 2011 rispetto al periodo di riferimento 1961-1990. Grafico generato dalle informazioni NCEP/NOAA.

 

 

Eccoci di nuovo pronti a fare in anteprima una valutazione sulle anomalie termiche dell’anno appena trascorso, a scala globale e regionale. Le analisi ufficiali dei dati delle stazioni normalmente vengono pubblicate dopo qualche tempo, necessario per effettuare la validazione dei dati acquisiti ed escludere quindi la presenza di errori sfuggiti ai controlli preliminari.

Riporto qui in seguito una lista di alcuni siti web di centri di ricerca che calcolano valori di temperatura media globale:

 

  • NCEP/NOAA (NOAA National Centers for Environmental Prediction)
  • NASA GISS (NASA Goddard Institute for Space Studies)
  • NOAA NCDC (NOAA National Climate Data Center)
  • HadCRU (Hadley Centre/Climate Research Unit)
  • RSS (dati satellitari Remote Sensing Systems [compagnia privata supportata dalla NASA])
  • UAH (University of Alabama at Huntsville), dati della bassa troposfera)
  • BEST (Berkeley Earth Surface Temperature)
  • ECA (European Climate Assessment Dataset Network)
  • GHCN version 1, (CDIAC, Global Historical Climatology Network) Continue Reading »

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Temperature 2010: un altro anno caldo in zona record

Le prime valutazioni sulle temperature medie globali rilevate nel 2010 mostrano che, nonostante le ripetute irruzioni di aria artica che hanno caratterizzato l’inizio e la fine dell’anno, il 2010 dovrebbe collocarsi in seconda posizione nella graduatoria degli anni più caldi, con una piccola differenza rispetto alla prima posizione, inferiore all’errore della media. Il maggiore contributo al riscaldamento è venuto dalle zone più fredde della Terra, l’Artide e l’Antartide, in sintonia con le previsioni dei modelli, mentre le medie latitudini hanno evidenziato temperature nella norma o addirittura lievemente inferiori ad essa, il che non aiuta i media a trasmettere una immagine completa dei fenomeni. Inutile sottolineare, ancora una volta, come i dati smentiscano coloro che, puntualmente, dopo ogni irruzione fredda, paventano imminenti ere glaciali in agguato.

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Smaltita la sbornia di Capodanno, eccoci pronti a effettuare le prime statistiche termometriche sull’anno appena trascorso. Nel nostro emisfero, l’anno termina d’inverno, e quindi è normale parlare di temperature medie in un periodo dell’anno in cui, normalmente, fa freddo. Semmai, può essere singolare parlare di riscaldamento globale in un periodo dell’anno in cui sono ricorrenti le irruzioni di aria artica, che proprio calda non è. Tuttavia, le misure hanno il vantaggio di essere neutrali e scevre da impressioni personali.

Come mia abitudine, per un commento immediato all’anno appena trascorso, mi ispiro alla fonte di dati immediatamente disponibile, e cioè quello del NCEP/NCAR [National Centers For Environmental Prediction’s and National Center for Atmospheric Research], che distribuisce gratuitamente, e con soli due giorni di ritardo, un notevole numero di dati utilissimi (tra cui le temperature in atmosfera), mediati su un grigliato di 2,5 gradi in longitudine e latitudine (alle nostre latitudini, significa circa 300 x 300 km quadrati). Si tratta di dati elaborati e non grezzi, il che permette la loro disponibilità con alcuni giorni di anticipo rispetto alle medie ottenute dall’analisi diretta dei dati delle stazioni, che debbono invece essere prima controllati, e consentono, quindi, una rapida analisi preliminare dell’anno appena trascorso. Continue Reading »

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