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Archive for the Tag 'NCEP'

Il clamoroso e preoccupante record delle temperature medie globali nel 2024

Le consuete analisi di inizio anno sui dati della NOAA/NCEP e, per confronto, su quelle relative ad altri tre database climatici, concordano sul fatto che, per il secondo anno consecutivo (ma come anche successo nel 2019 e nel 2020), l’anno appena trascorso è risultato il più caldo da quando si misurano le temperature. L’aumento di temperatura di +1,54 °C rispetto al periodo preindustriale è un dato molto preoccupante, ma ancora non implica il superamento del limite previsto dell’accordo di Parigi. Anche in Italia l’anomalia registrata è stata record, pari a quella del 2022, pari a +2,24°.

 

Eccoci giunti al consueto appuntamento di inizio anno, in cui si osservano gli andamenti relativi all’anno appena trascorso in termini di temperature medie globali. In realtà, guardando i post analoghi degli ultimi anni (2023, 2022, 2021, 2020, 2019, 2018, 2017, 2016, …), si vede come si potrebbero utilizzare molti dei commenti già fatti, cambiando (in aumento) soltanto i valori delle anomalie annuali. La nuova normalità della climatologia recente è questo susseguirsi di record, quello del 2024 è il terzo nell’ultimo decennio.

Ma veniamo al dunque. Nell’attesa dei comunicati ufficiali dei vari centri climatici, attesi per il 10 gennaio, uso come riferimento abituale le anomalie di temperatura estratte dal database NOAA/NCEP della NOAA, che fornisce i dati su punti griglia equispaziati di 2,5° in longitudine e latitudine, paragonandole con i valori di alcuni database storici (GISS, HadCRU, ERA5), a oggi ancora incompleti, in cui ho considerato gli ultimi dodici mesi disponibili. Per quanto riguarda i dati NOAA, oltre all’anomalia su tutto il globo terrestre, calcolerò anche – come d’abitudine – la media relativa ad un rettangolo che comprende l’Italia e i mari prospicienti.

I valori in tutte le tabelle sono le anomalie rispetto al periodo storico 1850-1900 (noto come periodo preindustriale), mentre le mappe mostrano le anomalie rispetto al trentennio più recente (1991-2020), semplicemente perché il database NOAA/NCEP non arriva indietro nel tempo fino al 1800. Nella tabella 1 sono riportati sono i principali risultati a scala mondiale relativi all’ultimo decennio (i valori degli anni precedenti possono essere reperiti sui post degli anni precedenti).

Tabella 1 – Anomalie di temperatura media globale negli anni 2015-2024 secondo NOAA/NCEP e altri quattro centri climatici. I valori sono espressi in °C, e sono riferiti al periodo preindustriale (anni prima del 1901), ovvero: per HadCRU, il periodo 1880-1900; per GISS, il periodo 1850-1900). Per i database NOAA/NCEP, ERA5 e JMA, che non si estendono così tanto a ritroso nel tempo, l’anomalia preindustriale è stata ricalcolata usando la differenza climatica dei dati GISS. Infine, il valore del 2024 per HadCRU, GISS, ERA5 e JMA è stato calcolato sul periodo dicembre 2023–novembre 2024. L’ultima colonna riporta il valore medio sui quattro database.

 

Come già accaduto l’anno scorso, il 2024 risulta l’anno più caldo secondo tutti i database, con distacco rispetto al 2023 che già era fortemente in rialzo rispetto agli anni precedenti. Continue Reading »

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Senza sorprese, nel 2023 nuovo record delle temperature globali. In Italia è il secondo anno più caldo

Le analisi preliminari dei dati della NOAA/NCEP e quelle parziali sugli altri database climatici permettono di affermare che il 2023 è risultato di nuovo l’anno più caldo da quando si misurano le temperature, con un’anomalia pari a poco meno di +1,5 °C rispetto al periodo preindustriale. Un aumento di quasi un decimo di grado rispetto al precedente record del 2016. Per quanto riguarda l’Italia, l’anomalia registrata è stata inferiore a quella dello scorso anno, che era però stata spaventosa (oltre +2,2 °C in più rispetto al periodo preindustriale) ma, con i suoi +2 °C risulta comunque il secondo valore della serie delle temperature annue disponibili.  

 

Come è ormai tradizione, all’inizio del nuovo anno si tirano le somme sull’anno appena trascorso usando come riferimento abituale le anomalie di temperatura estratte dal database NOAA/NCEP della NOAA, che fornisce i dati su punti griglia equispaziati di 2,5° in longitudine e latitudine. Nel fare i calcoli, considererò sia tutto il globo terrestre che un rettangolo che comprende l’Italia e i mari prospicienti. Nelle tabelle farò un riferimento anche ai valori di alcuni database storici (GISS, HadCRU, ERA5), anche se incompleti, considerando gli ultimi dodici mesi disponibili.

I numeri mostrati sulle tabelle sono le anomalie rispetto al periodo storico 1850-1900 (noto come periodo preindustriale), mentre le mappe mostrano le anomalie rispetto al trentennio più recente (1991-2020). Nella tabella 1, che riassume i principali risultati a scala mondiale, ho inserito soltanto gli anni a partire dal Continue Reading »

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Il 2022: anno di caldo record in Italia, e il quarto – sesto più caldo nel mondo

Le temperature medie globali dell’anno appena terminato, secondo quanto risulta dalle analisi preliminari sui dati della NOAA/NCEP e di altri database climatici, collocano il 2022 al quarto-sesto posto nella speciale classifica degli anni più caldi, in cui il 2016 rimane saldamente primo. L’anomalia registrata si assesta intorno ai tre decimi di grado al di sopra della media del trentennio 1991-2020, pari circa a 1,2 °C in più rispetto al periodo preindustriale. Considerando che ci troviamo ancora nella fase La Niña del ciclo ENSO, notoriamente associata ad anomalie fresche nella temperatura media globale, questi valori sono di assoluto rilievo. Per quanto riguarda l’Italia, invece, l’anomalia registrata è stata spaventosa, raggiungendo il valore record della serie, pari a circa 1,3 °C rispetto al 1991-2020, o se vogliamo 2,2 °C rispetto al periodo preindustriale.

Capodanno è appena trascorso e, mantenendo la nostra tradizione, eccoci pronti a guardare a caldo come si è comportato l’anno appena concluso, almeno dal punto di vista termico, a scala mondiale e nazionale. Come di consueto, il riferimento è costituito dalle anomalie di temperatura estratte dal database NOAA/NCEP della NOAA, considerando sia tutto il globo terrestre che un rettangolo che comprende l’Italia. Ricordo anche che questo database fornisce i dati su punti griglia, con un grigliato di 2,5 gradi in longitudine e latitudine, valori che, alle nostre latitudini, grossolanamente corrispondono a un quadrato di lato 250 km. Questo database è prescelto in quanto i dati, grezzi, vengono resi disponibili in tempo quasi reale. Però farò comunque un confronto anche con i valori di alcuni database famosi (GISS, HadCRU, ERA5), anche se incompleti, considerando gli ultimi dodici mesi disponibili, in maniera da avere una visione non condizionata dal singolo database. Infine, ho deciso di usare un doppio riferimento per le anomalie: il trentennio più recente 1991-2020, che è ormai il riferimento di tanti studi del clima, e il periodo antecedente il 1900, in modo da valutare il riscaldamento rispetto a quello che normalmente è considerato il periodo preindustriale. In realtà la rivoluzione industriale è iniziata molto tempo prima rispetto al 1900, ma i suoi effetti in termini di emissioni antropogeniche di gas serra hanno iniziato a farsi sentire in modo considerevole solo nel ventesimo secolo.

La tabella 1 riassume i principali risultati a scala mondiale.

Tabella 1 – Anomalie di temperatura media globale nel 2022 secondo NOAA/NCEP e altri tre centri climatici. I valori sono espressi in °C. Le prime quattro colonne sono riferite al trentennio climatico più recente 1991-2020, le altre quattro al periodo preindustriale (anni prima del 1901), ovvero: per HadCRU, il periodo 1880-1900; per GISS, il periodo 1850-1900). Per i database NOAA/NCEP e ERA5, che non si estendono così tanto a ritroso nel tempo, l’anomalia preindustriale è stata ricalcolata usando la differenza climatica dei dati GISS. Infine, il valore del 2022 per HadCRU è stato calcolato sul periodo novembre 2021–ottobre 2022, e per GISS ed ERA5 sul periodo dicembre 2021–novembre 2022.

Anche nel caso del 2022, Continue Reading »

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Il 2021: sesto o settimo anno più caldo dal 1850

Le temperature medie globali dell’anno appena terminato, secondo quanto risulta dalle analisi preliminari sui dati della NOAA e di altri database climatici, collocano il 2021 al sesto-settimo posto nella speciale classifica degli anni più caldi, in cui il 2016 rimane al primo posto. L’anomalia registrata si assesta intorno ai quattro decimi di grado al di sopra della media del trentennio 1981-2010, pari circa a 1,0-1,1 °C in più rispetto al periodo 1880-1910. Anche per quanto riguarda l’Italia, la posizione in classifica è la stessa, ma l’anomalia è quasi doppia. I dati appaiono notevoli, se si considera che il 2021 è catalogabile come un anno caratterizzato da una fase La Niña del ciclo ENSO, notoriamente associata ad anomalie fresche.

 

Come ormai è tradizione, all’inizio del nuovo anno andiamo ad analizzare l’andamento dell’annata appena conclusasi dal punto di vista delle temperature medie globali, o meglio delle loro anomalie. Ricordiamo, in questa sede, che generalmente si preferisce visualizzare l’andamento delle anomalie di temperatura rispetto a un periodo prefissato, piuttosto che i valori assoluti delle temperature stesse, perché le anomalie risultano meno influenzate da altitudine e latitudine delle varie stazioni, e risultano così più facilmente mediabili tra loro.

Per analizzare i dati ci avvaliamo, oltre che del solito database NCEP della NOAA, da cui abbiamo estratto un rettangolo che comprende l’Italia, anche dei database GISST, HADCRU, JMA e Copernicus, in maniera da avere una visione più globale e non condizionata dal singolo database. Dal momento che non tutti i centri hanno già fornito i dati completi relativi al 2021, l’analisi per alcuni centri è stata limitata ai primi undici mesi del 2021 o è stato considerato il periodo tra dicembre 2020 e novembre 2021 (da valutazioni fatte negli anni scorsi, le differenze si sono rivelate dell’ordine di qualche centesimo di grado). Abbiamo inoltre deciso di riferire tutte le anomalie ancora al trentennio 1981-2010, usato ancora fino all’anno scorso, al fine di mantenere l’uniformità con i post degli anni passati.

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E anche il 2020 risulta tra gli anni più caldi

Le temperature medie globali dell’anno appena terminato, secondo quanto risulta dai dati grezzi della NCEP/NOAA, si collocano al quarto posto nella speciale classifica guidata dal 2016, superando ancora+1.2°C rispetto al trentennio 1881-1910. E in Italia? Anche da noi la musica è la stessa: quarto posto, ma con un’anomalia quasi doppia. Inoltre, con questo anno si conclude un altro trentennio, il 1991-2020, che quindi da oggi potrà costituire il riferimento più recente per le medie climatiche. Considerando le anomalie riferite ai valori iniziali del secolo scorso, il valore del 2020 supera ancora abbondantemente la soglia di +1°C. L’aspetto più preoccupante è che gran parte di questo aumento si è verificato a partire dal 1980.

 

È terminato un altro anno, e con esso anche un decennio e un trentennio. Come ormai è abitudine, vediamo come si è comportato a livello globale e nazionale dal punto di vista delle temperature. In effetti, dopo la primavera scorsa, c’era qualche aspettativa di un rallentamento del riscaldamento globale, grazie all’avvio di una fase relativamente intensa di La Niña (Fig. 1). Ricordiamo, infatti, che il rimescolamento tra le acque superficiali e quelle profonde nel Pacifico tropicale è molto rallentato durante gli episodi di El Niño e questo favorisce valori di anomalia di temperatura molto positivi su una vasta porzione di oceano, che si ripercuote sulla media globale (si vedano anche i nostri articoli al riguardo, qui e qui). Per avere un’idea di quanto possano influire le fasi del ciclo ENSO, è possibile consultare questa FAQ della NOAA dalla quale emerge che, in media, negli ultimi decenni, la differenza tra le anomalie medie globali in condizioni di El Niño e La Niña ammonta a circa 0,3 °C e risulta, pertanto, rilevante quando si vanno ad esaminare gli andamenti delle temperature.

Fig. 1 – andamento dell’indice ENSO (El Niño – Southern Oscillation) nel decennio 2011-2020. Fonte: weather.plus.

 

Per dare uno sguardo ai valori dell’anno appena terminato, ci siamo avvalsi del database della NCEP (National Centers for Environmental Prediction) della NOAA, che mette a disposizione quasi in tempo reale i dati archiviati in forma grezza nel proprio database. I lettori più attenti potranno notare, confrontando le tabelle da un anno all’altro, alcune piccole variazioni (di norma, dell’ordine di 0,01 o 0,02 °C, in più o in meno), e queste sono proprio dovute al fatto che, in seguito, i dati vengono validati ed eventualmente corretti.

L’anomalia del 2020, a scala globale, è risultata lievemente inferiore (–0,10 °C) a quella dell’anno scorso, caratterizzato per dieci mesi da valori ENSO positivi, e si è attestata a +0,46 °C (Tab. 1, terza colonna), al quarto posto nella speciale classifica degli anni più caldi, guidata dal 2016. Continue Reading »

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