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Archive for the Tag 'Pianura padana'

Il fiume ed i laghi della pianura ai minimi storici

L’inverno secco del 2019 ha avuto come conseguenza l’abbassamento del livello del Fiume Po, documentato da diversi articoli e reportage. Altresì ai minimi storici è il livello dei grandi laghi della pianura padana, con potenziali carenze di acqua per l’irrigazione. Tali eventi di magra si ripetono da almeno tre lustri. Si riportano qui alcune statistiche e riflessioni sul possibile legame con le variazioni climatiche recenti.  

Figura 1. Po a Ponte della Becca. Da: Corriere della Sera. Viaggio del drone sul PO assetato
Acqua bassa fino a 40 centimetri. Lunedì 25 Marzo 2019. Di Sandro Orlando.

Recenti articoli su vari organi di stampa mettono in evidenza la contingente situazione di carenza d’acqua nel fiume Po. I livelli di deflusso alle principali stazioni idrometriche lungo l’asta del fiume hanno indicato valori bassi per  molta parte del mese di marzo e i primi giorni di aprile. Per il giorno 30 marzo, a Pontelagoscuro il sistema di monitoraggio dell’Agenzia Interregionale per il Po (AIPO) segna -5.96 m dallo zero idrometrico (posto a 8.51 m slm) e la situazione di marzo sembra essere in linea con i livelli osservati nel 2007, anno in cui si è verificata la peggiore condizione di carenza d’acqua nel fiume. Continue Reading »

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Cambiamento climatico e sicurezza alimentare: il caso del riso in pianura padana

Il cambiamento climatico può ridurre la produzione agricola ed aumentare consumo d’acqua relativo sul pianeta, mettendo a rischio la sicurezza alimentare. Dopo il mais nel cremonese ed un caso studio in Nepal, ritorniamo in Italia per mostrare come le modifiche del clima futuro potranno colpire la produzione del riso in pianura padana.

Il 5° rapporto IPCC sottolinea (AR5, WGII, Capitolo 7) come la sicurezza alimentare sia a rischio per il cambiamento climatico in atto: «In assenza di (strategie di, ndr) adattamento, un aumento delle temperature di circa +1°C sopra ai valori pre-industriali è atteso avere un impatto negativo sulla resa dei prodotti più importanti (grano, riso, mais) sia nelle regioni tropicali sia nelle regioni temperate». Continue Reading »

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Cambiamento climatico e sicurezza alimentare. 1) Il caso del mais in pianura padana.

Il cambiamento climatico può ridurre la produzione agricola ed aumentare consumo d’acqua relativo sul pianeta, mettendo a rischio la sicurezza alimentare. Si mostra qui il primo di due casi di studio esemplari, in Europa ed Asia, dove le modifiche del clima futuro potranno portare ad effetti rilevanti nella prima metà del secolo.

 

Il cambiamento climatico mette a rischio la sicurezza alimentare del pianeta. Dopo il vertice RIO+20, con il documento “Il futuro che vogliamo”, che sottolineava l’importanza capitale di un’agricoltura sostenibile per migliorare la sicurezza alimentare (food security) a scala globale, anche il 5° rapporto IPCC sottolinea (AR5, WGII, Capitolo 7) come la sicurezza alimentare sia a rischio per il cambiamento climatico in atto:

Gli effetti del cambiamento climatico sulle coltivazioni e sulla sicurezza alimentare sono evidenti in molte regioni del mondo (confidenza elevata). Gli impatti negativi delle tendenza climatiche sono stati più comuni degli impatti positivi. Tendenze positive sono visibili in alcune regioni ad elevata latitudine (confidenza elevata. Dall’ AR4 (ad oggi, ndr), ci sono stati diversi periodi di crescita rapida dei prezzi del cibo e dei cereali a seguito di eventi climatici estremi in regioni chiave per la produzione, a indicare una sensibilità dei mercati agli eventi estremi del clima, tra i vari fattori. Diversi di tali eventi sono diventati più probabili come risultato delle emissioni antropiche (confidenza media)”. Continue Reading »

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Neve chimica? No, è neve da nebbia

La neve scarseggia o manca del tutto su molte zone di montagna, e l’inverno 2011/12  fin qui è stato mite ed avaro di precipitazioni al centro-nord. In compenso, secondo molti mass media in pianura padana sarebbe caduta la “neve chimica”, che invece è “neve da nebbia”, in alcuni punti accumulatasi sulla galaverna

 

In questi giorni, incredibile ma vero, fa “sensazione” il freddo a gennaio. Sui media, sulla stampa, nei discorsi tra la gente comune, al bar, in treno si commenta il freddo quasi come se fosse una novità avere temperature sotto lo zero a gennaio, come se inconsciamente ci fossimo già adattati al cambiamento climatico e a frequenti inverni miti. Non fa invece sensazione la mancanza di neve su molte zone delle Alpi e dell’Appennino, forse perché si pensa che la tecnologia possa sopperire ai limiti della natura, come la neve trasportata dall’elicottero in Trentino (video qui) o coi camion in centro a Milano per la bizzarra scelta di svolgere in città una gara di sci di fondo, e senza parlare, poi, dei cannoni che innevano regolarmente gli impianti sciistici in alta quota.

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