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Il sesto rapporto IPCC (secondo volume), e la guerra in Ucraina

Oggi alle 12 viene reso pubblico il secondo volume del VI Rapporto IPCC, dedicato a “impatti, adattamento e vulnerabilità”. Dopo il primo volume (le basi scientifiche) pubblicato il 9 agosto, e prima del terzo volume (Mitigazione del cambiamento climatico), che uscirà ai primi di aprile, il secondo volume rappresenta una sintesi sullo stato delle conoscenze relative agli impatti e i rischi associati ai cambiamenti climatici, con dettagli per le diverse regioni del pianeta e per tipologie di impatti (ondate di calore, precipitazioni, siccità, ecc.) e recettori (salute, biodiversità, economia, ecc.).

La conferenza stampa di presentazione si può seguire dal portale IPCC , mentre alle 14 il Focal Point IPCC per l’Italia ha organizzato una conferenza online di presentazione del rapporto a cui parteciperanno Antonio Navarra (Presidente CMCC, Focal Point IPCC per l’Italia), Piero Lionello (Università del Salento, CMCC, Lead Author Rapporto IPCC AR6 WG2), Francesca Spagnuolo (Scuola Superiore Sant’Anna Pisa, Lead Author Rapporto IPCC AR6 WG2) e Gustavo Naumann (Fondazione CIMA, Contributing Author Rapporto IPCC AR6 WG2).

Per partecipare è necessaria la prenotazione a questo link.

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Inevitabilmente l’invasione russa in Ucraina farà passare in secondo piano l’uscita di questo rapporto IPCC. Si tratta di una guerra che avrà importanti implicazioni sulle politiche energetiche e l’azione multilaterale contro il cambiamento climatico, riassunte in questo post di Carbon Brief.

Riportiamo qui la Lettera aperta degli scienziati e giornalisti scientifici russi contro la guerra con l’Ucraina.

Noi, i sottoscritti studiosi, scienziati e giornalisti scientifici russi, dichiariamo la nostra ferma opposizione alle azioni di guerra del governo russo contro il popolo ucraino sul territorio del loro paese. Questo passo fatale porta a enormi perdite umane e mina le basi del sistema di sicurezza internazionale. La responsabilità di una nuova guerra in Europa è interamente della Russia.

Non ci sono giustificazioni razionali per questa guerra. È assolutamente chiaro che l’Ucraina non rappresenta una minaccia per la sicurezza della Russia e i tentativi di usare la situazione nel Donbass come pretesto per lanciare un’operazione militare sono totalmente artificiali. La guerra contro l’Ucraina è ingiusta e, francamente, non ha senso.

L’Ucraina è sempre stata e sempre sarà un paese che ci è vicino. Molti di noi hanno parenti, nonni e colleghi che vivono in Ucraina. I nostri nonni e bisnonni hanno combattuto insieme contro il nazismo, e scatenare una guerra che giova le ambizioni geopolitiche del leader del governo russo, guidato da dubbie fantasie storiche, è un cinico tradimento della loro memoria.

Rispettiamo lo stato ucraino, che si basa su istituzioni democratiche realmente funzionanti e siamo solidali con l’orientamento dell’Ucraina verso l’Unione Europea. Siamo convinti che tutti i problemi nelle relazioni tra i nostri paesi possano essere risolti pacificamente.

Dopo aver scatenato la guerra, la Russia si è condannata all’isolamento internazionale, alla posizione di paese paria. Ciò significa che noi scienziati non saremo più in grado di svolgere normalmente il nostro lavoro, perché condurre ricerca scientifica è impensabile senza cooperazione e fiducia con i colleghi di altri paesi. L’isolamento della Russia dal mondo significa un ulteriore degrado culturale e tecnologico del nostro Paese, con una totale assenza di prospettive positive. La guerra con l’Ucraina è un passo verso il nulla.

Siamo amareggiati nel renderci conto che il nostro Paese, che ha dato un contributo decisivo alla vittoria sul nazismo, ha ora istigato una nuova guerra sul continente europeo. Chiediamo l’arresto immediato di tutte le operazioni militari dirette contro l’Ucraina. Chiediamo il rispetto della sovranità e dell’integrità territoriale dello Stato ucraino. Chiediamo pace per i nostri paesi.

Facciamo scienza, non guerra!

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