AnomalieArtico e AntarticoDatiMeteorologiaTemperature

2009: un anno caldo che è sembrato freddo

Anche il 2009 va in archivio come un anno caldo rispetto alle medie trentennali climatiche, a dispetto dei molti che hanno annunciato l’arrivo di ere glaciali. Pur se il 2009 sarà ricordato da alcuni per le 2-3 ondate di freddo e la neve nei mesi freddi, il 2009 è risultato, globalmente, più caldo del 2003, di cui tutti gli europei ricordano la terribile estate.

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Puntualmente, non appena l'inverno ha bussato alla porta con la prima, temporanea, ondata di freddo intenso che ha colpito anche buona parte dell'Europa e del Canada, sono spuntati come funghi diversi articoli che hanno sottolineato l'evento. Qualcuno però non ha perso l'occasione per sparlare del riscaldamento globale, del vertice di Copenhagen, dei climatologi, ecc. (si veda ad esempio il lungo elenco di errori  apparso qui, in cui si confonde ancora una volta un singolo evento meteorologico con il clima). Non ci si deve stupire, del resto era già successo quasi un anno fa (si veda qui, qui e qui), ed in realtà si può dire che è stato così anche in passato (si veda ad esempio qui). Ora si prospetta, almeno in Italia, una nuova ondata di freddo, e quindi sappiamo cosa dovremo aspettarci... Un'attenta analisi dei dati rivela che, in realtà, nonostante per alcuni giorni (il periodo visualizzato è il 14-22 dicembre, ed i dati visualizzati sono le anomalie di temperatura superficiale rispetto al periodo di riferimento 1968-1996 – tutti i grafici sono generati a partire dalle informazioni NOAA) le temperature siano state inferiori anche di 6°C rispetto alla norma sull'Europa centrale e sulla Scandinavia, e di oltre 10°C su una vasta area che dalla Siberia e Mongolia si estende fino alla Russia, altre zone del mondo hanno mostrato anomalie positive altrettanto vistose, come ad esempio la parte nordorientale del Canada, con un'anomalia di oltre 10°C, ed in generale tutta l'area artica. (altro…)
IncertezzaModelli ClimaticiProtocollo di Kyoto

Sull’affidabilità dei modelli /2: gli ultimi – preoccupanti – scenari del progetto ENSEMBLES

Come anticipato nel precedente post, il “core” del progetto ENSEMBLES è consistito nell’individuare metodologie per un uso combinato di un gran numero di simulazioni prodotte da svariati GCMs (Modelli di Circolazione Generale dell’atmosfera) e RCMs (Modelli Climatici Regionali) finalizzate alla valutazione quantitativa, e statisticamente solida, dell’incertezza delle stesse. Lo sviluppo di tali nuovi sistemi di modellazione si è basato sulle ultime e più aggiornate versioni dei modelli disponibili presso i maggiori centri di produzione in Europa. Le simulazioni prodotte hanno reso disponibili nuovi scenari di cambiamento climatico, espressi anche in forma di probabilità di accadimento, cosa questa abbastanza nuova, rispetto ad esempio a quanto mostrato dal Quarto Rapporto IPCC. Il progetto si è sviluppato per 5 anni a partire dal 2004 ed è stato coordinato dal Servizio Meteorologico inglese, al cui interno opera Hadley Centre, uno dei centri di ricerca sul clima più importanti a livello mondiale, e ha visto la partecipazione di ben partner da 20 paesi in maggioranza europei, a cui si sono poi aggiunti altri 30 organizzazioni che non hanno usufruito dei fondi comunitari.

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Nello specifico, gli argomenti trattati sono ricondotti a diversi temi di ricerca che possono essere riassunti in: a) sviluppo di sistemi di previsione globale di Ensemble (EPS) attraverso uso combinato di modelli accoppiati atmosfera-oceano (AOGCMs); b) produzione di nuove simulazioni a scala stagionale, decennale e centenaria; c) formulazione di  modelli regionali (Regional Climate Models-RCMs) ad alta risoluzione (circa 25 km) con i quali produrre scenari regionali dopo averne valutato l’attendibilità attraverso simulazioni con condizioni al contorno perfette (usando le rianalisi ERA40 prodotte dal Centro Europeo di Reading, ECMWF); d) studio dettagliato dei processi che governano la variabilità del Clima e i suoi cambiamenti; e) validazione delle diverse catene modellistiche, per quanto concerne la riproducibilità del clima attuale, attraverso l’uso di dati osservati e di analisi su grigliato del tutto indipendenti dai modelli utilizzati; f) valutazione degli impatti su diversi settori di attività umane e su una vasta gamma di ecosistemi naturali; g) esame dei diversi scenari prodotti con implicazioni anche sulle policy di applicazione di azioni di adattamento e mitigazione. (altro…)
IncertezzaModelli Climatici

Sull’affidabilità dei modelli /1: GCM e modelli statistici

La polemica incentrata sulla presunta incapacità dei modelli di circolazione generale dell’atmosfera (GCM o, se accoppiati atmosfera-oceano, AOGCM) di simulare il clima non accenna a smorzarsi, stando almeno a quanto si legge in diversi forum e blog a tema climatico. Anche Climalteranti ha riportato in due post di poco tempo fa commenti ad alcune posizione espresse, da esempio, dal prof. Nicola Scafetta sul tema. Ritornano tra l’altro vecchie discussioni, ad esempio sul ruolo del forcing solare quale causa principale o quasi del riscaldamento globale (GW); discussioni che parevano superate già da diverso tempo. Non entrerò assolutamente nei dettagli di questa discussione in quanto mi sembra sia abbastanza  consolidato il fatto (dare un occhio alla figura 34 riportata qui sotto, estratta dall’articolo di Joanna D. Haigh: “The Sun and the Earth’s Climate”), che il riscaldamento della prima metà del secolo 20mo possa essere in qualche modo collegabile all’aumento del forcing solare, mentre non si comprende come il forcing solare possa spiegare l’aumento dall’inizio degli anni ’80, dove invece l’unico segnale avente la stessa tendenza è appunto il trend dei gas serra (si confronti la riga tratteggiata rossa che mostra le emissioni di gas serra con la fascia grigia che rappresenta l’andamento dell’anomalia della temperatura media del pianeta).

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BufaleCOPCopenhagenGiornaliNegoziazioniTitoli

COP15: luci, ombre …e bufale

L’accordo di Copenhagen del 18 dicembre 2009 rappresenta sicuramente una delusione per quanti avevano posto grandi aspettative nella COP15, la quindicesima sessione della Conferenza delle Parti sui cambiamenti climatici. I 13 giorni di negoziati intensi, le centinaia di conferenze, discorsi ufficiali e conferenze stampa, le tante mostre e le numerose manifestazioni sono stati un momento indubbiamente importante per la storia delle politiche sui cambiamenti climatici. Il materiale prodotto dalla COP15 è imponente, sia per le decisioni ufficiali (www.unfcc.int), che per gli atti delle conferenze (ad esempio qui e qui sia per i tantissimi video in cui si possono rivedere molti passaggi fondamentali della COP. (altro…)
DisinformazioneRadioReligione

E’ la volta di Radio Maria: le vie della disinformazione sono infinite

A non sapere che si tratta di missionari, verrebbe da immaginarseli tutti schierati davanti alla CNN pronti a stappare una bottiglia di spumante per ogni segnale di possibile fallimento del summit di Copenhagen. Mi riferisco alla redazione di AsiaNews, l'agenzia del PIME (Pontificio Istituto Missioni Estere) nata nel 1986 e specializzata sull'Asia: pubblicano una rivista, gestiscono un sito internet e curano una rubrica informativa su Radio Maria; dovrebbero occuparsi di “società, culture e religioni” ma da questa estate hanno iniziato ad interessarsi anche alle tematiche climatiche, tanto è vero che lo scorso 7 dicembre si sono dedicati in grande stile all’apertura della COP15, dedicandole sia una trasmissione radiofonica sia un articolo sul sito. Rispetto all’articolo la trasmissione radiofonica era molto più ricca di dettagli e di acute asserzioni ad ampia portata, ma il tono e il senso dell'intervento è in ogni caso ben rappresentato da quanto si può ancora leggere sul sito, a partire dal titolo: "Apre la Conferenza di Copenhagen sul clima, fra business e manipolazioni". Quello che inizia come un tranquillo articolo di cronaca internazionale si trasforma molto rapidamente in un allarmato resoconto di come a Copenhagen i grandi della terra stiano iniziando a mercanteggiare sulla pelle dei Paesi in via di sviluppo... proprio quello sviluppo che potrebbe proprio essere frenato dai tagli alle emissioni di CO2. (altro…)
Protocollo di Kyoto

Assegnato il premio “A qualcuno piace caldo” 2008

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13 dicembre 2009, festa di S.Lucia, patrona dei non vedenti e degli oculisti. In seguito alla votazione effettuata nei mesi scorsi, i vincitori del premio “A qualcuno piace caldo” per l’anno 2008 sono risultati Antonio Gaspari e Riccardo Cascioli, giornalisti di Avvenire e Il Timone, presidenti rispettivamente del Cespas (Centro Europeo di Studi su Popolazione, Ambiente e Sviluppo) e del movimento Cristiani per l’ambiente, che si sono aggiudicati il premio grazie al libro “Che tempo farà. Falsi allarmismi e menzogne sul clima”. Il premio inviato dal Comitato Scientifico ad ognuno dei vincitori è una copia del Sommario per i decisori politici del Primo Volume del IV Rapporto IPCC.

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Premio “A qualcuno piace caldo” 2008 Antonio Gaspari e Riccardo Cascioli

Per avere scritto e pubblicato il libro “Che tempo farà. Falsi allarmismi e menzogne sul clima” (Edizioni Piemme), senza dubbio uno dei peggiori libri in circolazione in Italia sul tema dei cambiamenti climatici, una sgangherata e livorosa invettiva contro “l’allarmismo” per i cambiamenti climatici, contro l’Ipcc, i principali climatologi e il mondo ambientalista, nonché per i tanti errori e la superficialità con cui il problema dei cambiamenti climatici è affrontato nel libro”.

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Guarda qui gli altri candidati (altro…)
MeteorologiaPrevisioni

Come evitare una brutta figura…

Da giorni ormai i principali modelli meteorologici previsionali alla scala sinottica (GFS, ECMWF, UKMO, GEM, NOGAPS, JMA consultabili qui) prefigurano scenari invernali su tutta l’Europa: con buona probabilità a partire da sabato la progressiva espansione di un’area anticiclonica sulle Isole Britanniche e a seguire sul Mare del Nord, sulla Scandinavia occidentale, l’Islanda e infine sulla Groenlandia, orienterà le correnti a tutte le quote dai quadranti orientali favorendo la discesa sul vecchio continente di aria di matrice artica continentale, molto fredda. La prossima settimana sarà dunque caratterizzata con buona probabilità da un calo termico significativo e nevicate possibili sulla maggior parte del territorio europeo, localmente anche sulle coste del Mediterraneo.

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Temperature al suolo previste in Europa durante le prime ore della mattina di lunedì 14 dicembre (modello GFS)

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Possibili temperature minime negative in doppia cifra nelle zone interne continentali, specialmente ove si verificheranno rasserenamenti notturni a seguito dell’irruzione di aria artica, percezione del freddo accentuata dai moderati venti orientali. Il Nord Italia probabilmente risentirà di questa prima irruzione orientale dell’inverno 2009-2010 con nevicate possibili in Pianura Padana a partire da lunedì, sensibile calo termico già da domenica. Ancor più accentuato il freddo a Copenhagen, ove non si escludono nevicate significative proprio nei giorni finali della Conferenza sul Clima. (altro…)
MetanoTipping point

Il punto di non ritorno del clima

Nei cartoni animati, il Vilcoyote passa spesso un “punto di non ritorno”, ovvero si trova a oltrepassare l’orlo di un precipizio. Poi, continua a camminare per un po’ sul nulla finché non se ne accorge e solo allora precipita nel vuoto. Potrebbe darsi che qualcosa di simile stia capitando anche a noi con il clima terrestre. Ovvero potremmo essere vicini – o addirittura aver passato senza accorgercene– una soglia climatica che ci potrebbe portare a un rapido e incontrollabile riscaldamento globale.

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Nelle tante discussioni sul ruolo umano nel cambiamento climatico, un’obiezione abbastanza comune è che “il clima è sempre cambiato, quindi l’uomo non c’entra niente”. C’è chi va oltre. facendo notare che , nel remoto passato, ci sono stati dei periodi in cui la concentrazione di biossido di carbonio (CO2) era molto più alta dell’attuale. Già in un post precedente abbiamo visto un esempio di questo ragionamento in un’intervista a Nicola Scafetta pubblicata su “Il Giornale” del 25 ottobre 2009 dove si trova, fra le altre cose l’affermazione che “La Terra in passato, nel periodo cosiddetto Cambriano, 500 milioni d’anni fa, ha avuto già occasione di raggiungere questo presunto punto di non ritorno, quando la concentrazione di CO2 fu non 1,2 volte superiore ai livelli pre-industriali, com’è oggi, bensì 20 volte, diconsi 20, più elevata”. Ma il Cambriano era molto più caldo di oggi, circa 8 gradi in più in media, e la concentrazione di CO2 è proprio quello che ci aspetteremmo per queste temperature, tenendo presente che il sole, a quell'epoca, era un buon 6% meno intenso di oggi. (altro…)
COPCopenhagenMozioniNegazionisti

Copenhagen a portata di clic

Dal 7 al 18 dicembre 2009 si svolgerò a Copenhagen l’attesissima 15° sessione della Conferenza delle Parti ONU sui Cambiamenti Climatici, che ha l’obiettivo di definire un accordo mondiale onnicomprensivo sui cambiamenti climatici per il periodo successivo al 2012. 15000 delegati vi parteciperanno, distribuiti nelle sessioni delle negoziazioni ufficiali, nei numerosi dibattiti e nelle esposizioni, nonché negli eventi collaterali. Con una buona connessione ad internet, anche senza recarsi nella capitale danese è possibile seguire i lavori della COP, e in seguito sono indicati alcuni indirizzi per farlo al meglio. Tanti sono i siti con informazioni e commenti, ma i siti base sono tre. (altro…)
ClimategateEsagerazioniInternet

Dalle email rubate… tre motivi per rimanere di buon umore

La vicenda delle email rubate dal server dell'Università dell'East Anglia ha suscitato un bel putiferio, portando a molti articoli sui giornali e persino a servizi televisivi. Dall’analisi di quanto apparso sui media, nonché dai post sui blog e dalle email scambiate nelle mailing list, sembra che questi siano stati giorni fantastici fra quanti credono che il riscaldamento globale non sia un vero problema, mentre musi lunghi e un po' di nervosismo si è visto fra gli studiosi ancora preoccupati per l’evolversi  della situazione climatica.

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Molto del polverone sollevato è ancora in aria (solo una parte si è posato); il materiale pubblicato è vastissimo, non tutto confermato, e una buona parte delle email trafugate non è ancora stata pubblicata. Per questi motivi è difficile arrivare a conclusioni definitive sulla credibilità del lavoro di alcuni scienziati. Per ora, si possono almeno ipotizzare tre possibili evoluzioni di questa vicenda, che descriviamo in seguito per quanto riguarda la parte che più ci interessa, ossia le conseguenze per la scienza del clima:  cosa potrebbe cambiare sullo stato delle conoscenze sui cambiamenti climatici già registrati e su quelli che avverranno in futuro. (altro…)
Migrazioni

La pericolosa ricerca di purezza e perfezione

Il documentario “Planet of the humans” di Jeff Gibbs, produttore esecutivo il noto regista Michael Moore, è una rozza e manipolatrice operazione di mistificazione complottistica sul tema della mitigazione del cambiamento climatico. Un esempio dell’ambientalismo parolaio che preferisce costruire con argomenti vecchi e superati la tesi del “tutto sbagliato… tutto da rifare”; senza proporre in alternativa niente di serio, se non le solite prediche. È ormai chiaro che sia arrivato il momento di darsi da fare per ridurre le emissioni...
Negoziato

Emergenza Coronavirus: un’occasione epocale per far cambiare direzione alle emissioni globali di gas climalteranti

Il rinvio della COP26, il Green Deal europeo e il crollo del prezzo del petrolio       L’annuncio del rinvio della COP26 da parte della Presidenza UK, inevitabile data l’emergenza Coronavirus in corso, ha destato la preoccupazione che il riscaldamento globale venga considerato un problema che in questo momento l’umanità non si può permettere di affrontare. Pur se il 2020 avrebbe dovuto essere un anno cruciale per il negoziato globale sul clima, in quanto erano attesi i rilanci degli...
Video

Lezioni climalteranti

Oltre alle 60 conferenze o lezioni disponibili sul web, segnalate in un precedente post (40 in italiano e 20 in inglese), Climalteranti ha avviato un progetto per rendere disponibile sul proprio canale Youtube alcune lezioni più specifiche inerenti la scienza del clima, le azioni di adattamento e mitigazione e le politiche sul clima, che saranno incluse in una playlist “Lezioni climalteranti”. L’obiettivo di queste lezioni, come spiegato nella breve Introduzione, è di fornire ai ragazzi e alle ragazze che sono...
Protocollo di Kyoto

Il Museo delle Tecnologie dell’Antropocene

Il mese scorso, appena prima di questa emergenza sanitaria, ho visitato il “Museum of Anthropocene Technology” (MAT) a Laveno Mombello. È un piccolo museo creato da Frank Raes, che fino a poco tempo fa lavorava presso il Joint Research Centre della Commissione Europea a Ispra. Lì ha diretto le ricerche sull’inquinamento atmosferico e sui cambiamenti climatici. Da 10-15 anni Frank è attivo sulla comunicazione della crisi climatica e il MAT è il suo modo di continuare questo lavoro. Da tempo...
Emissionitendenza

L’effetto del coronavirus nella lotta allo smog e al riscaldamento globale

In questi giorni in cui l’epidemia coronavirus ha fermato l’Italia ed è ormai diventata una pandemia globale, si è iniziato a discutere se la riduzione delle attività lavorative, la chiusura delle scuole e il forte calo dei trasporti, che dopo la Cina ormai riguarda tante nazioni del mondo, possa contribuire alla lotta allo smog e al cambiamento climatico, a causa della riduzione delle emissioni inquinanti e di gas serra. Nel caso della Cina, una dettagliata analisi di Carbon Brief ha...
InformazioneInternet

Conferenze e lezioni sul clima sul web

In questi giorni di emergenza sanitaria Coronavirus (a proposito, facciamo tutti il possibile per limitare i contagi, ha la sua utilità, vedi figura a fianco), molti si stanno rivolgendo al web per trovare alternative alle lezioni sospese su scala nazionale. Inoltre, tutti i seminari e convegni sul tema del cambiamento climatico sono stati sospesi. Proponiamo qui un primo elenco di video disponibili sul web in cui si parla adeguatamente del cambiamento climatico, ricordando in generale la sezione link del nostro...
GhiacciRicerca

Il ritiro dei ghiacciai dell’Everest visto dal Laboratorio Piramide e l’importanza della ricerca in alta quota

Riportiamo i risultati più recenti delle campagne glacio-idrologiche condotte nell’Himalaya nepalese in collaborazione con l’Associazione EVK2CNR ed il Laboratorio Piramide (5050 m s.l.m.), che mostrano l’inequivocabile stato di sofferenza delle coltri glaciali anche a tali quote e la necessità di continuare a studiare, per proporre approcci affidabili all’adattamento.            Il laboratorio Piramide ai piedi dell’Everest. Foto di Gabriele Confortola, Maggio 2014.   I ghiacciai dell’Himalaya: una inestimabile riserva d’acqua È ormai chiaro come il cambiamento climatico...
Amici

Ciao Mauro, e grazie

Nei giorni scorsi ci ha lasciato improvvisamente quanto inaspettatamente Mauro Pomatti, a 44 anni mentre usciva di casa per andare al lavoro. Mauro è stato dal primo giorno la mente informatica di Climalteranti, il “sistemista” come si dice in gergo, ossia colui che ha gestito la connessione con il mondo esterno del blog, che ne ha curato gli aggiornamenti, la presenza online, i backup e l’ha difeso da attacchi di hacker (e ce ne sono stati!). Ha fatto tutto questo...
EmissioniTrasporti

La doppia sfida CO2 / qualità dell’aria e l’inevitabile ascesa delle auto elettriche

I costruttori di autovetture e veicoli commerciali leggeri devono rispettare i limiti sulle emissioni inquinanti delle categorie Euro, resi più severi dalle nuove modalità di misura, e quelli sulle emissioni di CO2 allo scarico medie dalla flotta di veicoli immatricolati. La spinta regolatoria, seguita dal mercato e dalla sensibilità ambientale dei consumatori, è la leva che sta forzando in Europa l’avvio dell’elettrificazione del trasporto privato. Le principali difficoltà tecniche che incontrano i costruttori di autovetture e veicoli commerciali leggeri consistono...
BufaleTecnologie

La ricetta verde di Trump non esiste

Dopo tanti anni a disinformare sulla scienza del clima, ora l’Istituto Bruno Leoni vorrebbe convincerci che tutto si aggiusterà solo con l’innovazione tecnologica guidata dal libero mercato del quale fidarsi ciecamente, l’unico in grado di risolvere la crisi climatica. Una tesi priva di fondamento.   L’articolo di Alberto Mingardi su La Stampa del 24 gennaio 2020 “La ricetta verde di Trump” è un esempio di quale siano oggi gli argomenti di chi vuole impedire le azioni contro il cambiamento climatico,...