La gestione dei rischi in un clima mutato – parte III – le criticità
Una volta chiarita la catena di responsabilità nella gestione dei rischi posti dai cambiamenti climatici, quali sono gli anelli sui quali operare per tener conto dell’aggravamento dei rischi di eventi estremi?
A nostro avviso, gli anelli cruciali sono il primo, le conoscenze scientifiche, e l’ultimo, il trasferimento delle informazioni.
Servirà dare più impulso alla ricerca scientifica per comprendere quali siano i processi fisici che vengono mal simulati e colmare le lacune dei modelli di previsione. In tempo di crisi economica, in Italia gli investimenti per la ricerca sono i primi ad essere tagliati, ma speriamo in un’inversione di tendenza, visti i rischi che si corrono a rimanere nell’ignoranza.
C’è tanto da lavorare sui sistemi della comunicazione, soprattutto per chiudere quell’ultimo miglio della catena che raggiunge i cittadini, i quali devono e dovranno diventare più consapevoli delle condizioni di rischio nel proprio territorio e quali sono i piani di messa in sicurezza e della Protezione civile. Sono informazioni che devono pretendere dai propri amministratori.
Oggi, il più delle volte, la gente ritiene poco probabili gli eventi estremi e la percezione di questo rischio è piuttosto debole. Quando diventeranno più frequenti, per effetto dei cambiamenti climatici, potrebbero provocare un senso di panico, di ansia sociale. E l’ansia non aiuta certo a compiere azioni razionali.
Però sottovalutare i rischi può avere conseguenze tragiche. Come trovare un giusto equilibrio tra l’ottimismo ingiustificato [nota 1] e uno stato d’ansia perenne? Continue Reading »