Tuttoscienze o tuttobufale?
Su Tuttoscienze due articoli di Gabriele Beccaria hanno annunciato l’imminenza dell’era glaciale, basandosi su tesi infondate di un astrofisico e un geologo, ad un convegno organizzato dalle lobby negazioniste statunitensi.
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Nei mesi di maggio e giugno 2010, due articoli di Gabriele Beccaria su “Tuttoscienze” de La Stampa hanno rilanciato l’allarme per un possibile futuro raffreddamento globale.
Non è la prima volta che La Stampa lancia l’allarme per una nuova era Glaciale. Parlarne dopo che una larga parte del pianeta è stata avvolta in un caldo torrido può sembrare ironico, ma va ricordato che tempo e clima sono due cose diverse: per lo stesso motivo per cui un singolo inverno freddo non significa l’era glaciale imminente, un’estate più calda della media di per se non è la prova del riscaldamento globale.
Tuttavia il riscaldamento globale è dimostrato da una tendenza statisticamente molto significativa, che indica che le temperature medie globali degli ultimi anni sono fra le più alte mai registrate, ed è probabile che il 2010 costituirà un nuovo record.
Gli articoli di Beccaria su Tuttoscienze sono invece inconsistenti per ragioni semplici, che hanno a che fare con la mancanza del controllo minimo della credibilità delle fonti che vengono citate, nonché della verifica delle clamorose tesi da questi proposte. A questo si aggiungono una serie di errori meramente giornalistici che danno l’idea della leggerezza con cui è trattata la materia.
L’astrofisico che contesta l’effetto serra
Nel primo articolo, pubblicato il 26 maggio, titolato “Arriva il Grande Freddo. Appuntamento per il 2014“, Beccaria si è stupito di trovare ad un congresso organizzato dei soliti lobbisti statunitensi uno sconosciuto astronomo russo convinto che l’era glaciale sarebbe prossima in quanto il motore di tutto è il sole.
Il “conto alla rovescia” di Habibullo Abdussamatov indica 42 mesi (ora sono 40) prima dell’inizio della nuova glaciazione, che dovrebbe arrivare nel 2014 (42 mesi dopo il maggio 2010 si arriva al dicembre 2013, ma queste sono sottigliezze..), una previsione secondo Beccaria destinata “a inquietare un’umanità già distratta da un sovraccarico di altri problemi“.
Dopo aver citato il “fronte dei catastrofismi” di cui farebbero parte gli scienziati militanti (viene citato un certo Charles Hansen, che in realtà sarebbe James Hansen, sic), nonché “i recenti scandali su una serie di errori di calcolo”, Beccaria sostiene che il fronte dei “critici” sta aumentando, e specifica che Abdussamatov è uno di questi ed è tutt’altro rispetto ai “negazionisti ottusi” (ammettendo così l’esistenza di un gran numero di negazionisti ottusi).
Invita quindi i lettori ad ascoltare su Youtube il suo intervento al congresso dell’Heartland Institute, suggerendo che superate “le asperità di un inglese faticosamente declamato” si arriva alla sua “scomoda verità“.
Questa verità non è né originale né scomoda, perché è quella che l’Heartland Institute, finanziato dalla Exxon, e altre lobby energetiche da anni cercano di propagandare al fine di continuare a bruciare comodamente e senza vincoli i combustibili fossili rimanenti.
La cosa originale semmai è che Abdussamatov, che secondo Beccaria è “convinto di essere vicino alla prova definitiva“, supporta le sue tesi con una serie di affermazioni da paura, che farebbero impallidire anche parecchi negazionisti.
La prima è che “L’effetto serra esiste, ma non è la conseguenza dei gas che continuiamo a sparare nell’atmosfera: chi lega l’uno con gli altri in un soffocante abbraccio di causa-effetto prende una cantonata. Il colpevole è il Sole, o meglio la potenza della sua irradiazione, che nell’ultimo secolo è cresciuta in modo abnorme, ma che ora ha imboccato una precipitosa curva discendente“.
È evidente che anche se il riscaldamento globale degli ultimi decenni fosse stato causato dal sole (non lo è), questo non implicherebbe che l’effetto serra non sia causato dai gas emessi dall’uomo, come la CO2. È una cosa nota da più di un secolo, su cui c’è una solidissima teoria provata da migliaia di lavori scientifici.
Si potrebbe (sbagliando) sostenere che le attività umane non sono responsabili dell’attuale riscaldamento, ma il legame fra alcuni gas e l’effetto serra è indiscutibile, nonostante Abdussamatov sia convinto del contrario, come si legge anche dalla sua scheda su Wikipedia.
Beccaria riporta senza alcun timore frasi come “Stiamo per assistere ad un crollo globale delle temperature terrestri“, “Arriveremo ad una previsione esatta della nuova glaciazione“, “L’irrequieta storia – tuttora controversa – delle metamorfosi climatiche” e “I climatologi «classici» – dice l’astrofisico – sarebbero prigionieri di un cortocircuito temporale. Scambiano il passato con il presente”
La conclusione è che “Ci sono ancora 42 mesi per capire se ha ragione“.
Il geologo che trucca i grafici
Nel secondo articolo “E’ iniziata la lunga era dei ghiacci“, pubblicato la settimana successiva sempre a firma di Gabriele Beccaria, sembra che non occorre aspettare 42 mesi, perché nell’era glaciale siamo già entrati.
L’attacco è memorabile: “Dimenticate tutto quello che pensavate di sapere sui cambiamenti climatici. Il riscaldamento globale è già finito e adesso siamo prigionieri di una fase di raffreddamento planetario che ci farà battere i denti per un trentennio“.
Dimenticare tutto quello che pensiamo di sapere sui cambiamenti climatici è davvero difficile. Proprio tutto? Non c’è proprio nulla da salvare? Dobbiamo dimenticare decine di migliaia di lavori scientifici perchè uno solo ha trovato una idea contraria? E’ una proposta priva di buon senso, una frase irresponsabile.
L’articolo è un’intervista a Don Easterbrook, geologo americano della Western Washington University, che si dice convinto che “La storia del mondo è un implacabile succedersi di cicli a cui non si sfugge, nemmeno se continuiamo ad avvelenare l’atmosfera di CO2 e altri gas serra“.
L’articolo contiene molti numeri e date su cui si fa fatica a ragionare. “10 grandi periodi di cambiamenti“, definiti “brutali” si sono succeduti negli ultimi 15.000 anni; altri 60 “più brevi ma non meno bruschi si sono alternati negli ultimi 5.000 anni: un’altalena di caldo e di freddo, con le temperature che si sono impennate e sono crollate anche di 10 gradi in un solo secolo“.
Più avanti si dice di 40 cambiamenti caldo-freddo in 500 anni, “caratterizzati da un modello ricorrente che presenta cicli medi di 27 anni“. Poi quattro cambiamenti nell’ultimo secolo (“freddo dal 1880 al 1915, caldo dal 1915 al 1945, di nuovo freddo dal 1945 al 1977 e di nuovo caldo dal 1977 al 1999. Dal ‘99 siamo saltati ancora una volta in un regime freddo“). Quindi si citano i “numerosi cambiamenti climatici” avvenuti “500, 5mila e 15mila anni fa“.
Easterbrook afferma che “Le prove sono nei dati, non nelle opinioni“, ma di spiegazioni sulla fonte dei dati e le modalità di elaborazione, non se ne trovano. 10 gradi di variazione delle temperature in un secolo è un valore enorme, che contrasta con qualsiasi ricostruzione delle temperature dell’Olocene, che sono rimaste piuttosto stabili. Un giornalista che scrive su Tuttoscienze queste cose dovrebbe saperle, o almeno controllarle su Wikipedia.
Beccaria informa che il Professore ha presentato la nuova ricerca alla Conferenza internazionale sul «climate change» di Chicago, omettendo di dare dettagli su chi ha organizzato la conferenza, o di controllare come le opinioni di Easterbrook sono considerate nel settore.
Se l’avesse fatto avrebbe scoperto che da una decina di giorni sul web circolava un po’ di ilarità per come Tim Lambert ha mostrato i trucchi usati da Don Easterbrook per dimostrare l’esistenza del global cooling.
In altre parole, nella sua presentazione alla Conferenza dell’Heartland Institute, Easterbrook ha mostrato una slide (figura di sinistra) in cui mostrava il trend di diminuzione delle temperature dal 2000 al 2010 (come scritto anche su La Stampa, secondo Easterbrook dal 1999 siamo in una fase di raffreddamento). Lambert ha preso gli stessi dati e ha fatto il grafico corretto, il risultato è la figura di destra, del raffreddamento globale non c’è traccia, quello di Easterbrook era un trucco per evidenziare un raffreddamento che in realtà non c’è.
Lambert racconta anche come nella stessa conferenza del marzo 2009, Easterbrook aveva previsto un 2009 freddo (è stato invece più caldo del 2008) con problemi alle produzioni agricole che non si sono verificati.
Il raffreddamento globale successivo al 1999 non c’è semplicemente perché tutti gli anni successivi al 2000 sono stati più caldi di qualsiasi anno precedente al 1998.
Conclusione
La conclusione che si può trarre è che questi due articoli non sono all’altezza di un inserto di un importante quotidiano nazionale che si chiama “Tuttoscienze”. Visto il precedente del caso della falsa intervista a Richard Tol, smascherata dal nostro post, forse qualcosa dovrebbe cambiare a “Tuttoscienze”.
Testo di Stefano Caserini, con il contributo di Paolo Gabrielli
5 responses so far
Ecco un altro motivo che conferma la mia scelta di proporre il premio AQPC2009 alla “Stampa”. Anche se qui si parla del suo inserto e nel 2010.
Nel primo caso si parla di un fanfarone (“l’effetto serra causato dalla irradiazione solare?”:-O) e anche per nulla aggiornato (“irradiazione solare che nell’ultimo secolo è cresciuta in modo abnorme“), nel secondo di un artista.
Decisamente “Tuttobufale”:
http://attivissimo.blogspot.com/2010/07/la-stampa-e-la-finta-intervista.html
Appoggio anch’io – nuovamente – l’attribuzione del premio a La Stampa.
Che disastro.. ma possibile che sia possibile scrivere cose cosi’ su un quotidiano nazionale?
Possibile che non ci sia un direttore o vicedirettore che danno un’occhiata?
Chissà cosa direbbe Beccaria se stato a fare un giro a godersi i 39 gradi in Russia
Mi sa Habibullo che è russo non riuscirebbe a convincerlo che è l’inizio dell’era glaciale.
sui 10 gradi penso che (i giornalisti) si siano confusi tra gradi C e gradi F
Beccaria è il RESPONSABILE di Tuttoscienze. Per questo, a parte i suoi articoli, l’inserto è negazionista in toto.