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Abbagliati dal Sole

Fra gli argomenti usati dai negazionisti della causa umana del riscaldamento globale, un posto di rilievo ha sempre avuto il Sole. È un mito intramontabile, che non passa mai di moda. E anche se sistematicamente smentito, ogni tanto riappare come l’Araba Fenice.

Un recente esempio ce lo fornisce, sorprendentemente, la Società Chimica Italiana (SCI) che nel numero di giugno della sua rivista “La chimica e l’industria” pubblica un contributo di Salvatore Mazzullo dal titolo “Variazione secolare della costante solare e riscaldamento globale”. Come si può intuire dal titolo, nell’articolo si costruisce un modello di variabilità solare per spiegare il riscaldamento globale in corso e lo si estende indietro nel tempo fino all’epoca del minimo di Maunder.

A parte il solito tentativo di dare al Sole la colpa di quanto da noi causato, ciò ha richiamato la mia attenzione è l’enorme differenza nella costante solare, 17 W/m2, che l’autore trova fra oggi e tre secoli fa, mentre tale differenza è di circa 3 W/m2.

Per non perdersi in dettagli e tecnicismi e come si dovrebbe sempre fare, il primo controllo è confrontare il risultato del modello proposto da Mazzullo sulla temperatura media globale con le ricostruzioni della temperatura media globale effettuate da diversi scienziati sulla base dei dati paleoclimatici.

Anomalie delle temperature medie globali. Linee continue: ricostruzioni di anomalia relative all’emisfero nord. Linee tratteggiate: anomalie strumentali corrispondenti. Tutti i dati sono filtrati a 30 anni.  La linea nera è il risultato del modello di Mazullo, le fonti degli altri studi sono disponibili in fondo a questo post).

 

La figura è presa da un post precedente a cui ho aggiunto i risultati del modello di Mazzullo, confronto che per qualche ragione lui non fa. Come è evidente, il modello di Mazzullo non riproduce i dati e nemmeno l’andamento complessivo.

Qualche informazione in più possiamo ottenerla confrontando il modello con la serie di dati BEST (Berkeley Earth Surface Temperature), la più lunga ricostruzione termometrica basata su dati continentali.


Anomalie delle temperature medie globali. Confronto fra la ricostruzione del progetto BEST e quella di Mazzullo.

 

Calcolando le anomalie rispetto alla media del periodo 1750-1900 si evidenziano bene:

  1. il salto di circa 1 °C nella prima metà del ‘700 (nettamente più accentuato nel modello proposto)
  2. un’approssimativa corrispondenza, sia pur con fluttuazioni più marcate, fino al 1900
  3. un andamento inverso nel periodo più recente.

Da queste osservazioni possiamo concludere schematicamente:

  • l’estrapolazione del valore della costante solare indietro nel tempo fino al Minimo di Maunder non è supportata;
  • la risposta del modello è eccessiva, tanto da essere confrontabile con una serie esclusivamente continentale, che non considera cioè gli oceani;
  • il contributo solare smette di essere prevalente da circa il 1900 ed, in particolare, nella seconda metà del secolo scorso ha un andamento opposto a quello della temperatura.

Sappiamo quindi che i risultati del modello sono errati ma credo che sia interessante, pur senza entrare in troppi dettagli, spendere qualche parola sulla genesi delle discrepanze fra modello e realtà.

Mazzullo calcola la relazione fra attività e irradianza solare prendendo come riferimento un valore attuale e quello stimato nella prima metà del secolo scorso dallo Astrophysical Observatory (APO) dello Smithsonian Institution. Per il primo, Mazzullo usa il valore di 1366 W/m2; questo valore è una sovrastima dovuta ad un noto problema di misura. Il nuovo strumento nella missione TIM/SORCE lanciata nel 2003 lo risolve e, non inaspettatamente, trova una valore della costante solare più basso di circa 5 W/m2. L’altro valore usato come riferimento, 1353 W/m2, nasce da misurazioni notevolmente imprecise, con una incertezza stimata di +/- 21 W/m2, tanto da non rendere nemmeno conto della variazione di irradianza durante i cinquant’anni di misurazioni. Quindi, una differenza sovrastimata e un valore largamente incerto rendono l’estrapolazione alla bassa attività solare del minimo di Maunder inattendibile.

A questo si aggiunge un altro aspetto che causa, di nuovo, una esagerazione della risposta climatica. Come mostrato nella seconda figura, il modello riproduce approssimativamente la temperatura misurata fra il 1750 e il 1900 sulla parte di terra solida, cioè senza tener conto degli oceani. Non è un caso, il modello di Mazzullo considera infatti solo l’atmosfera del pianeta, anche se è ben noto che la gran parte del calore finisce in oceano. L’atmosfera ha una capacità termica notevolmente inferiore rispetto al contributo oceanico anche su questa scala di tempi, contribuendo così ad una risposta eccessiva alla variabilità solare su scala secolare.

Infine, e qui siamo al terzo punto, la costante solare è in declino dalla metà del secolo scorso mentre, al contrario, la temperatura del pianeta è in aumento. Èevidente che manca qualcosa di essenziale, i gas climalteranti. E se è sorprendente che ci sia ancora chi ritiene di ignorarli, ancor di più sorprende che la Società di Chimica dia spazio a lavori così gravemente lacunosi.

 

Testo di Riccardo Reitano

12 responses so far

12 Responses to “Abbagliati dal Sole”

  1. agrimensore gon Lug 30th 2015 at 15:23

    @Autore articolo (Reitano): ma perché scrive
    “È evidente che manca qualcosa di essenziale, i gas climalteranti. E se è sorprendente che ci sia ancora chi ritiene di ignorarli, ancor di più sorprende che la Società di Chimica dia spazio a lavori così gravemente lacunosi.”
    ?

    Nell’articolo di Mazzullo è scritto che:
    “A questo imponente effetto del Sole si sovrappongono i non meno imponenti fenomeni a “effetto serra” come enfatizzato da J. Hansen [8] e dagli scienziati che si occupano del riscaldamento globale della Terra, (vedi http://data.giss.nasa.gov/gistemp/graphs_v3/). Osserviamo, infatti che rispetto alla linea di base degli anni 1951-1980, la temperatura globale è aumentata di 0,200°C per decade negli ultimi trenta anni e questo aumento è simile al tasso di riscaldamento previsto nel 1980 dalle prime simulazioni del modello climatico globale comprendente le variazioni dei gas serra [8]. Ma se effettuiamo il confronto col valore teorico di temperatura previsto dal modello paleo-climatico, l’aumento di temperatura osservato è ancora più drammatico: il tasso di crescita diventa 0,225 °C per decade.”

    In più parti l’articolo di Mazzullo fa riferimento all’effetto dei gas serra, non capisco il senso della sua critica

  2. Riccardo Reitanoon Lug 30th 2015 at 16:21

    agrimensore
    per convertire la costante solare in temperatura Mazzullo non considera alcun altro effetto se non la variazione della costante solare e attribuisce poi la differenza fra il valore calcolato e quello sperimentale (ma solo dal 1880 in poi) genericamente ad altri effetti. In pratica, ha imposto che la differenza di temperatura fra l’epoca del minimo di Maunder e la media 1951-1980, stimata in 1.5 °C, fosse interamente attribuibile al sole.
    E’ vero che nomina altri effetti ma non li include nel modello; gli servono solo per giustificare le discrepanze del modello con la realtà, di nuovo senza verificare se il rsultato avesse senso.

  3. stephon Lug 30th 2015 at 21:53

    Un altro problema è che il modello proposto non ha base fisica. Che cosa significa, ad es. “… la congettura che all’aumento del numero di macchie sia associato un aumento della costante solare, presumibilmente dovuto al rilascio in atmosfera del calore latente di un processo di ordinamento locale, conseguente a un sottoraffreddamento rispetto alla temperatura media della fotosfera“?
    E inoltre non è privo di criticità. Per es. mi chiedo quale sia il senso di usare una media mobile sulle macchie per poter in qualche modo trovare un presunto (per l’autore) legame fra l’attività solare (in termini di macchie) e l’irradianza solare totale (il valore assunto dalla costante solare). Quest’ultima, come ben si sa, è una sorta di proxy di tutte le componenti solari. A guidare le sue variazioni è il campo magnetico solare, responsabile della produzione di facole e macchie. Non vedo come entità fisiche interrelate e una dipendente dall’altra possano far dubitare del loro legame, al punto da costruirci sopra un modello ad hoc.
    Le variazioni dell’irradianza solare totale sono dovute a un equilibrio tra le riduzioni causati dalle macchie solari e i più importanti aumenti causati dalle facole che circondano le stesse macchie.
    Infine: il grafico sulla ricostruzione delle macchie solari del SIDC (ora: SILSO) non è più corretto, secondo le nuove ricostruzioni (vedere per es. la homepage dello stesso osservatorio), in generale, occorre aumentare di circa il 40% il loro numero prima del 1880 (a causa di sottostime) risp. diminuirlo del 20% dopo il 1945 (a causa si sovrastime), in ragione di discontinuità che ebbero luogo in quegli anni.

    @agrimensore
    non solo mancano i gas serra, ma per restare nell’ambito delle forzanti esterne di tipo naturale, mancherebbe anche la più importante di tutte, per quanto se ne sappia oggi, per spiegare l’andamento termico: il ruolo dei vulcani.

  4. oca sapienson Ago 1st 2015 at 14:13

    sorprende che la Società di Chimica dia spazio a lavori così gravemente lacunosi

    E così poco originali. Somiglia a quello di Nova & Evans, manca solo la nuova “forza X” del Sole che reprime l’attività della corona mentre fa aumentare la temperatura globale.

  5. giorgioon Ago 4th 2015 at 10:57

    “sorprende che la Società di Chimica dia spazio a lavori così gravemente lacunosi”

    Quello che non sorprende è che dia spazio a lavori filo negazionisti. E’ ovvio che i chimici vadano a nozze con petrolio, gas e carbone…

  6. Stefano Caserinion Ago 4th 2015 at 12:40

    @ Giorgio
    “E’ ovvio che i chimici…”

    queste generalizzazioni mi sembrano davvero poco fondate.
    E allora i geologi? E gli economisti o gli ingegneri?
    La stragrande maggioranza dei chimici la pensa in modo dievrso.
    Meglio rimanere nelle responsabilità individuali, delle singole persone

  7. agrimensore gon Ago 4th 2015 at 13:13

    @giorgio: ma anche questo viene considerato un lavoro filo-negazionista? Cosa avrebbe negato Mazzullo? Il suo lavoro si basa sull’assunto che finché non è divenuto significativo l’effetto dei gas serra, la variazioni del clima terrestre degli ultimi secoli sono state causate dalla variazione dell’attività solare. Quale erano le altre alternative? L’attività vulcanica, come dice Steph? A me pare che la scelta di una media mobile a 33 anni serva anche smussare gli effetti delle grandi eruzioni vulcaniche. I GCR? Che altro? Può darsi che il risultato ottenuto non sia corretto, che il lavoro abbia tutte queste lacune denunciate nell’articolo e nei commenti successivi, che sia troppo semplificato, ma non capisco cosa abbia negato Mazzullo nel suo lavoro.

  8. stephon Ago 4th 2015 at 22:57

    agrimensore
    la variazioni del clima terrestre degli ultimi secoli sono state causate dalla variazione dell’attività solare(…) A me pare che la scelta di una media mobile a 33 anni serva anche smussare gli effetti delle grandi eruzioni vulcaniche

    Ma un problema si annida proprio lì. Usare una media mobile arbitraria su un set di dati non corretto (perché non aggiornato) per smussare la più importante forzante esterna che ha innescato e reiterato l’andamento termico degli ultimi secoli (prima dell’era antropocenica e per quanto se ne sappia oggi) mi pare un procedimento fallace.
    Quindi, piuttosto che filo-negazionista nel senso che viene attribuito a questo termine (negare il ruolo dei gas serra antropici), a me pare un lavoro che si basa su una petizione di principio e in questo senso, allora, direi sì filo-negazionista perché nega (o ignora) che l’andamento climatico su scala secolare possa essere stato guidato da altre importanti forzanti (i vulcani e i relativi feedback, appunto) e/o dalla mera variabilità interna.

  9. giorgioon Ago 6th 2015 at 15:19

    @agrimensore.
    non ho parlato di lavoro “negazionista”, ma “filo-negazionista”, proprio perché la mia intenzione non era affermare che Mazzullo neghi il riscaldamento globale di origine antropica, ma che tali lavori possono essere usati dai negazionisti veri e propri.

    @Stefano Caserini
    lo so che non tutti i chimici la pensino allo stesso modo e non volevo generalizzare. La mia voleva essere una battuta su come molte categorie professionali ed economiche possano trarre vantaggi dall’utilizzo dei fossili, e che quindi, almeno nelle alte sfere, in ogni possibile occasione lo difendano e attacchino tutti coloro che ne vorrebbero la fine.

  10. […] faceva riferimento all’analisi dettagliata condotta dal collega Reitano, fisico di UniCt in altro post. Reitano precisa che il modello di Mazzullo appare “lacunoso ” anche perchè usa dati […]

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