Franco Battaglia sbaraglia gli avversari: 112 errori in 31 pagine
In un libretto uscito allegato a il Giornale, il professore dell’Università di Modena ha riproposto le sue solite sciocchezze sul tema del riscaldamento globale. Un’analisi di dettaglio ha contato 112 affermazioni sbagliate, di cui 16 nel primo capitolo, nientemeno che una “Lettera al Papa”.
Nel libretto uscito nelle edicole il 6 luglio con “Il Giornale”, poche settimane dopo il “Mein Kampf”, intitolato “Mezze stagioni, mezze verità. Contro il falso mito del riscaldamento globale”, il Prof. Franco Battaglia ha stabilito un nuovo record, in grado di polverizzare tutte le precedenti prestazioni sue e di altri negazionisti climatici.
Nelle 31 pagine del testo anche questa volta non si trovano nuovi argomenti o tesi scientifiche, molte delle cose scritte sono confutate da anni, a partire dal capitolo a lui dedicato di “A qualcuno piace caldo”. La cosa interessante è anzi che sono riproposti gli stessi argomenti, senza curarsi del fatto che in molti casi sia stata la realtà, e non solo la scienza del clima, a confutarli.
Molti sono i tratti divertenti del libretto, a partire dal Capitolo 1, la “Lettera al Papa” presentata nel preambolo con “Era il giugno 2015 quando alla Casa Santa Marta ricevettero la lettera. Da Francesco a Francesco” (uno dei due Francesco è Battaglia, l’altro è solo il Papa), e che contiene frasi come “Temo, allora, che il diavolo si sia insinuato nei cuori di coloro che L’hanno consigliata” e “credo che a volte non sia stato lo Spirito Santo la Sua guida”. Notare che la versione online della lettera (che si può leggere qui), pubblicata nel settembre 2015, contiene molti numeri diversi da quella del libretto de Il Giornale, anche questi sbagliati.
Nello spirito di servizio di questo blog, ci limitiamo ad una sintetica enumerazione dei 16 evidenti errori presenti nel primo capitolo.
Pag. 10 “Il pianeta vive da milioni d’anni in una sorta di perenne stato glaciale interrotto, ogni centomila anni, da diecimila anni di, detta in gergo, optimum climatici”. Errore 1. l’alternanza fra cicli glaciali e interglaciali è più irregolare e i periodi interglaciali hanno durata molto diversa (l’attuale ha una durata nettamente più lunga dei precedenti).
Pag. 10 “Ed è da dodicimila anni, cioè da quando il pianeta cominciò a uscire dall’ultima era glaciale…” Errore 2. La fine del periodo glaciale inizia circa 18.000 anni fa.
Pag. 10 “(Ed è da dodicimila anni…) che i livelli del mare si sono elevati: di oltre cento metri rispetto ad allora, e stanno continuando a farlo al ritmo di 2mm l’anno… Errore 3. L’innalzamento medio attuale è di 3,2 mm/anno.
Pag. 10 …senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento si stia osservando oggi”. Errore 4. È chiara l’accelerazione rispetto ai precedenti decenni.
Pag. 10 “Né, d’altra parte, l’attuale optimum climatico ha raggiunto ancora i massimi di temperatura che si raggiunsero, in assenza di attività umane, negli optimum climatici precedenti”. Errore 5. Negli optimum climatici precedenti, fra cui quello medioevale, le temperature erano inferiori alle attuali. Errore 6. Attività umane erano presenti anche nel Medioevo, con piccoli (rispetto ad oggi) ma non trascurabili effetti, ma ovviamente c’erano e ci sono anche altri fattori che influenzano il clima.
Pag. 10 “Per esempio, durante l’ultimo optimum climatico, vi sono stati periodi caldi (olocenico, romano e medievale), intervallati da cosiddette piccole ere glaciali, l’ultima delle quali durò qualche secolo ed ebbe il suo minimo 400 anni fa…” Errore 7. La ricostruzione scientifica delle temperature globali degli ultimi millenni non identifica questa variazione di “periodi caldi” e piccole “ere glaciali” che è una rappresentazione qualitativa che Battaglia supporta con grafici fasulli e non considerati in ambito scientifico (come quello qui a fianco).
Pag. 10 Ma 400 anni fa, quando cominciò il processo, le additate attività umane erano assenti, e assenti rimasero per almeno tre secoli. Errore 8. L’uso su grande scala di combustibili fossili iniziò nella prima metà del XIX secolo, quindi 200 e non 100 anni fa. Nel XX secolo iniziò l’uso massiccio del petrolio, ma l’uso del carbone è iniziato nel XVIII secolo con la rivoluzione industriale.
Pag. 11 “È stato, l’ultimo scorso, un secolo di monotòno crescente riscaldamento, corrispondente all’inconfutabile monotòna, crescente immissione di gas–serra?” Errore 9. Neppure le emissioni di gas serra sono cresciute in modo monotono, ci sono state nell’ultimo secolo diversi anni con riduzioni rispetto agli anni precedenti.
Pag. 11 Nel periodo 1940-1980, in pieno boom di emissioni, il clima visse un periodo d’arresto.. Ed è da almeno 15 anni che sta accadendo la stessa cosa… Errore 10. Negli ultimi 5 anni la tendenza delle temperature è completamente diversa da quella del periodo 1940-1980. (notare che nell’edizione online “1940-1980” è sostituito da “1945-1970 e “15 anni” con “14 anni”)
Pag. 11” a dispetto di una crescita senza sosta delle emissioni d’anidride carbonica, la temperatura media del pianeta è al momento stabilizzata ai livelli di 15 anni fa. Errore 11. Nel 2015 la temperatura è stata nettamente più elevata di quella del 2000 (e il 2016 sarà anche più caldo).
Pag. 11 Proporre… che i Paesi ricchi del mondo… costruiscano in quelli poveri… gli impianti cosiddetti alternativi di produzione energetica, significa, di fatto, negare ai poveri l’unico bene – l’energia abbondante e a buon mercato – che solleverebbe la misera condizione in cui essi vivono. Errore 12. La costruzione di impianti di energia rinnovabile non implica affatto negare l’energia ai poveri, che col sistema fossile oggi non hanno certo in misura abbondante e buon mercato (in realtà i paesi poveri se li costruiscono da soli, spesso per supplire all’assenza di una rete di distribuzione dell’elettricità; vedi l’India per il solare o la Cina per le rinnovabili in generale).
Pag. 12. Questi impianti “alternativi”, infatti, non funzionano (è un fatto tecnico). Errore 13. Non è dato sapere quale sarebbe questo “fatto tecnico”, in realtà funzionano eccome.
Pag. 12 “S’immagini, per un attimo, che con un miracolo sparissero in un istante tutti gli impianti nucleari, a carbone e a gas dell’Europa e, sempre con lo stesso miracolo, fossero sostituiti da impianti eolici e fotovoltaici di pari potenza a quelli spariti. Sa cosa accadrebbe? Forse Ella non lo sa perché il Suo consigliere non lo ha detto: si fermerebbero sì, i Suoi odiati climatizzatori (che pur tanto sollievo portano alle sofferenze dal caldo e dall’umidità), ma anche i frigoriferi e gli impianti degli ospedali, si fermerebbero le fabbriche e si spegnerebbero tutte le luci”. Errore 14. Ovviamente, gli impianti di energia fossile e nucleare devono essere sostituiti a parità di energia prodotta (e non di potenza). Molti studi già indicano la possibilità di fornire energia elettrica con anche solo vento, sole e idro. In particolare esiste una cosa, evidentemente ignota al Battaglia, che si chiama “accumulo dell’energia”, e consente appunto di accumulare l’eccesso di produzione di energia rinnovabile per restituirla nei momenti in cui quest’ultima non è sufficiente a soddisfare la domanda. L’accumulo è uno dei settori in maggiore fermento nel mondo dell’energia, come si può vedere qui e qui.
Pag. 12 Proporre che i Paesi poveri usino solo quegli impianti per il proprio fabbisogno energetico, significa negare loro l’energia, cioè significa condannarli alla povertà. Errore 15. Un sistema energetico rinnovabile non implica povertà, che anzi oggi non è certo assente. Anzi, sono proprio i cambiamenti climatici a colpire di più i poveri e a complicare gli sforzi per alleviare la povertà.
Pag. 12 Proporre, poi, che siano i Paesi ricchi a sostenere l’enorme, quanto inutile, sacrificio economico, significa impoverire le popolazioni di questi Paesi a vantaggio di quella ristretta minoranza che, unica, si avvantaggerebbe del miserabile affare. Errore 16. Cambiare sistema energetico non è inutile e ha molti co-benefici, per la salute delle persone ad esempio.
I successivi 9 capitoli contengono tante altre sciocchezze, fra cui le solite storielle della Groenlandia dei Vichinghi e della vite coltivata in Inghilterra nel Medioevo. Tralasciando i paragoni insensati, i trucchetti retorici e le 6 figure copia-incollate da qualche documento non scientifico, le affermazioni sbagliate sottolineate sono arrivate alla fine alla ragguardevole cifra di 112 (quasi 4 per pagina!); fra queste alcune clamorose, come quella secondo cui “i fatti hanno registrato nel 2015 una temperatura globale media uguale a quella del 1990” (pag. 21), oppure “L’Europa ha aumentato le sue emissioni del 5% rispetto al 1990” (pag. 37) o che ridurle nel 2020 del 20% rispetto al 1990 è una “missione impossibile” (pag. 34).
Ora, anche il più sprovveduto degli studenti prima di fare affermazioni di questo tipo in una tesina farebbe una ricerca su google, e con “global temperature 2015” e “GHG Emission Europe” troverebbe in 3 secondi ai primi posti diversi siti che mostrano come le temperature nel 2015 sono state molto più alte che nel 1990, e che le emissioni europee sono già diminuite di più del 20% dal 1990 al 2014.
Ma questo non può succedere al Prof. Franco Battaglia, che molto probabilmente anche nei prossimi anni continuerà imperterrito a provare a disinformare gli italiani ripetendo il suo mantra trito e ritrito, incurante del clima (e del mondo) che cambia, ancorato alle sue granitiche certezze totalmente sconfessate dalla realtà dei fatti.
Testo di Stefano Caserini, con contributi di Sylvie Coyaud e Mario Grosso
131 responses so far
Una cosa che mi sconcerta in battaglia e tanti altri clima-scettici, e che raramente gli viene fatto notare, è che usano allegramente per i loro deliri i dati del paleoclima ricavati, con grande, lunghissimo e puntiglioso lavoro dai climatologi. Quindi accettano, stimano e divulgano il lavoro climatologico, quando riguarda il passato.
Ma quando gli stessi climatologi avvertono che quello che sta accadendo oggi è diverso da quello che accadeva in passato, indicano la causa nella CO2 antropica e avvertono dei pericoli futuri se non cambiamo strada, ecco che gli stessi scienziati, per i clima-scettici, diventano improvvisamente dei poveri scemi, che non sanno quello che dicono o peggio si sono messi al servizio delle potenti lobby delle rinnovabili.
Strano caso di schizofrenia….
Perchè non fare una nota di replica al direttore del Giornale? Tempo perso, immagino…
@ Roberto Canziani
immagini bene… ma se ci vuoi provare.. chi lo sà
[…] Leggi su climalteranti.it […]
A quanto pare è in buona compagnia nella disinformazione…
http://freddofili.it/14098-svensmark-global-cooling-cominciato-godetevi-global-warming-finche-dura-seconda-parte/
eh sì, Ferruccio, ha ragione
Interessante il passaggio: “Il crollo dell’attività magnetica del Sole che sta avvenendo a partire dagli anni Duemila, potrà dunque, stando a Svensmark, essere determinante per causare un imponente raffreddamento climatico sulla Terra…”
per i primi 16 anni non sta andando proprio come dice Svensmark
http://blogs.agu.org/wildwildscience/2016/07/19/nasa-june-2016-6th-month-row-thats-hottest-record/
chissà quando se ne accorrgeranno
Salve:
Battaglia avra’ anche scritto sciocchezze, ma anche qualche vostra correzione non e’ che sia senza ombra di dubbio giusta ed al riparo da possibil obiezioni… un esempio?
Avete scritto:
“Pag. 10 …senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento si stia osservando oggi”. Errore 4. È chiara l’accelerazione rispetto ai precedenti decenni.”
… e il link e’ ad un articolo di Nature Climate Change che copre dati satellitari dal 1993 al 2015… poco piu’ di due decenni… troppo poco per poter individuare un trend di qualsiasi tipo.
Si possono, infatti, trovare altri articoli, sempre su riviste prestigiose come quella da voi citata che dicono che il trend di salita del livello medio dei mari del pianeta non e’ in corso di accelerazione, che adesso non ho il tempo di cerca.
Ad ogni modo, i dati della NOAA sono questi …
http://www.star.nesdis.noaa.gov/sod/lsa/SeaLevelRise/slr/slr_sla_gbl_free_txj1j2_90_400.png
… e parlare di “accelerazione” per il semplice fatto che gli ultimi 2-3 anni mostrano un piccolo bozzo in salita mi pare, francamente, ridicolo.
R.
@ Roberto
Certo, ho linkato l’accelerazione più evidente. D’altronde se l’affermazione è che non ci sono accelerazioni, basta l’ultima per confutarla, no?
Comunque è certo che ci sia in corso un’accelerazione dell’aumento del livello del mare, che continuerà nei prossimi decenni
In questo post di Stefan Rahsmtorf, una delle autorità in materia, puo’ vedere altri dati, e il contesto secolare di questo incremento
http://www.realclimate.org/index.php/archives/2016/02/millennia-of-sea-level-change/
Se poi vuole approfondire, le suggerisco il capitolo 13 del 5° rapporto IPCC, intitolato proprio “Sea Level Change”
http://www.ipcc.ch/pdf/assessment-report/ar5/wg1/WG1AR5_Chapter13_FINAL.pdf
nel cui summary trova questa frase:
Section 3.7 also concludes that it is likely that the rate of sea level rise increased from the 19th century to the 20th century. Taking this evidence in conjunction with the proxy evidence for a change of rate (Sections 5.6.3 and 13.2.1; Figure 13.3b), there is high confidence that the rate of sea level rise has increased during the last two centuries, and it is likely that GMSL has accelerated since the early 1900’s
@caserini
‘D’altronde se l’affermazione è che non ci sono accelerazioni, basta l’ultima per confutarla, no?’
Certo che no!… avevo capito che questo fosse un sito di persone competenti in climatologia, ma quale climatologi serio può ricavare un trend di accelerazione da dati di pochi anni?
Mah…
Inoltre, il sito linkato, realclimate mostra solo i risultati di MODELLI… mostra che il livello dei mari potrebbe salire da 20 a 130 cm rispetto ad adesso… è come la storiella dei genitori che portano il bambino dal medico e questi dice loro…’ non preoccupatevi, vostro figlio crescerà, da adulto avrà un’altezza fra 80 cm e 4 metri’… ovvio che il medico avrà sicuramente ragione… ma questa NON è scienza, la Scienza è altra cosa.
R.
@ Roberto
Vede, nell’articolo che è linkato nel post alcuni fra i più grandi esperti della materia scrivono che “our corrected GMSL data set indicates an acceleration in sea-level rise”.
L’articolo è pubblicato su Nature Climate Change, un delle riviste più prestigiose del settore, e prima di essere pubblicato è stato sottoposto ad una revisione di altri scienziati del settore.
Tutti questi scienziati, esperti del settore, gente che ci lavora da anni e si spacca la testa per valutare e controllare i dati e le tendenze, sostengono che dai dati si identifica un’accelerazione dell’incremento del livello del mare (e di questo del resto ne hanno scritto tanti altri articoli scientifici).
Ebbene, lei è liberissimo di pensare che “sono pochi anni”, che tutti sono climatologi poco seri (e io con loro), e ritenere che abbia ragione Battaglia quando scrive “senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento si stia osservando oggi”.
Però io le suggerirei di approfondire un poco l’argomento; ad esempio leggendosi bene quel post di Realclimate, scoprirà che i modelli sono usati per le proiezioni future, mentre l’andamento del passato deriva da dati misurati. I dettagli poi li trova in quel capitolo dell’IPCC che le ho linkato nel precedente commento e che pure contiene l’affermazione sull’aumento osservato nel rateo di incremento del livello del mare.
@caserini
I dati sono questi, come ho gia’ detto sopra:
http://www.star.nesdis.noaa.gov/sod/lsa/SeaLevelRise/slr/slr_sla_gbl_free_txj1j2_90_400.png
… e sono MISURE del GSL, non predizioni basate su modelli.
Mi dica, per favore, dove vede una accelerazione anomala.
La linea retta del fit l’hanno tracciata quelli del NOAA, e la deviazione verso l’alto comincia nel 2014 (!!) o no?
Si tratta di 2.9+/-0.4 mm/anno… cioe’ 25-33 cm/secolo. Punto.
Le divergenze esponenziali come in figura 3 sul blog di RealClimate sono risultati di modelli, a fine secolo, modelli che spesso e volentieri non sono validabili, neanche in linea di principio… la stragrande maggioranza delle predizioni IPCC sono non-testabili, e non possono essere catalogate altro che come “statistica creativa”.
Per concludere, leggo su RealClimate da lei linkato che…
“Even if we limit global warming to 2°C, the likely end result will be a sea-level rise of around 25 meters.”
… cioe’ 25 mila millimetri in 10 mila anni… a casa mia fanno 2.5 mm/anno!… quindi non capisco neanche di cosa stiamo discutendo… i DATI del NOAA mostrano un trend attuale maggiore… 🙂
Caro Roberto, se prende una figura con 20 anni di dati e dice che non ci sono trend perché in 20 anni non possono esserci, ci credo che non ne troverà.
Se la guarda con attenzione anche lei vedrà un periodo in cui cambia la tendenza, il 2011. Ma è certo un periodo troppo breve, d’altronde questo è quanto si può vedere se si sceglie di ragionare solo su 20 anni di dati.
Qui può trovare un altro grafico https://robertscribbler.com/2016/02/04/rapid-acceleration-in-sea-level-rise-from-2009-through-october-2015-global-oceans-have-risen-by-5-millimeters-per-year/ in cui vede quell’incremento in un contesto più ampio, come può leggere del resto nel rapporto IPCC, nell’articolo citato o in altri.
Le ho citato fonti autorevoli che parlano dell’accelerazione dell’aumento del livello del mare, se decide di ignorarli non ci posso fare nulla, sicuramente è un modo comodo per rimanere convinti della sua tesi.
Il punto è che non solo abbiamo i dati che ci mostrano l’accelerazione, ma abbiamo una spiegazione fisica del perché questo succede.
Quando lei scrive “cioe’ 25 mila millimetri in 10 mila anni… a casa mia fanno 2.5 mm/anno!… quindi non capisco neanche di cosa stiamo discutendo… i DATI del NOAA mostrano un trend attuale maggiore”, mostra di non aver capito che le dinamiche non sono affatto lineari (purtroppo). Se legge con attenzione il post di realclimate le spiega perché, oppure può leggere qui http://www.nature.com/nature/journal/v531/n7596/full/nature17145.html
Anche la frase
“la stragrande maggioranza delle predizioni IPCC sono non-testabili, e non possono essere catalogate altro che come “statistica creativa””
non ha fondamento.
L’IPCC riassume quello che gli scienziati pubblicano. Lei puo’ pensare che siano dei tonti i 22 scienziati dell’articolo di Clark et al http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n4/full/nclimate2923.html di cui Realclimate pubblica una figura davevro interessante, e che facciano solo “statistica creativa”.
È come se lei dicesse che i 22 che giocano a calcio alla finale della coppa del mondo sono tutti dei brocchi e che stanno sbagliando tutto.
Salve sig. Stefano, lungi da me fare polemiche ma solo per cercare di capire da semplice cittadino che cerca di informarsi.
Gli stessi che avevo citato nel comento precedente, pubblicano ora un confronto tra dati contrastanti di enti autorevoli, come leggerli correttamente?
http://freddofili.it/14187-dati-noaa-dati-giss-perche-della-grossa-differenza-nel-calcolo-delle-temperature-globali/
@ Ferruccio
mi sembra che in quel post che ha linkato facciano un po di confusione: confrontano se non capisco male la media dei primi 6 mesi del 2016 dei dati NOAA con i dati mensili GISS
Se guarda i dati mensili originali vede che le differenze sono molto più contenute
NOAA http://www.ncdc.noaa.gov/cag/time-series/global/globe/land_ocean/p12/12/1880-2016.csv
GISS http://data.giss.nasa.gov/gistemp/tabledata_v3/GLB.Ts+dSST.txt
é noto che NOAA, GISS e Metoffice usano metodi diversi per stimare le T globali, ed è interessante che ci siano metodi diversi, ma le differenze sono ininfluenti, come vede nella prima figura qui https://www.ipcc.ch/pdf/reports-nonUN-translations/italian/ar5-wg1-spm.pdf
@caserini
“L’IPCC riassume quello che gli scienziati pubblicano.”
L’IPCC/UNFCCC (http://unfccc.int/bodies/body/6444.php) e’ un’entita’ sovranazionale che e’ stata diretta per molti anni da un politico di mestiere con laurea in legge (la Figueres), che all’ultima COP21 aveva a capo dell’organizzazione due laureati in materie non scientifiche (Segolene Royale e Laurent Fabius) due “esperti” che non sono rimasti solo alla parte organizzativa, hanno anche ampiamente fatto raccomandazioni politiche basate sulla loro “scienza”.
L’IPCCche ha avuto per decenni a capo…. e’ andato persino a ritirare un Nobel per la pace assieme allo “scienziato” Al Gore… un certo Rajendra Pachauri, finito male a causa di uno scandalo di carattere sessuale, Pachauri aveva un dottorato in motrici diesel per le ferrovie indiane… che ci azzecca con il clima?
Perche dico questo? Perche’ forse sarebbe ora di smetterla di nascondersi dietro a “l’ha detto l’IPCC”, come se fosse Il Verbo che arriva da Dio, scolpito sulle tavole di Mose’… senno’ e’ religione, NON scienza, caserini!
“Lei puo’ pensare che siano dei tonti i 22 scienziati dell’articolo di Clark et al http://www.nature.com/nclimate/journal/v6/n4/full/nclimate2923.html di cui Realclimate pubblica una figura davevro interessante, e che facciano solo “statistica creativa”.
È come se lei dicesse che i 22 che giocano a calcio alla finale della coppa del mondo sono tutti dei brocchi e che stanno sbagliando tutto.”
Io non dico che siano tonti… ma essendo io stesso scienziato da decenni so come funziona in questo ambito. Gli scienziati hanno dei loro modelli, o sviluppano modelli di altri. Hanno dati. Cercano di adattare i risultati dei modelli ai dati… non come fa l’IPCC spesso che adatta i dati ai modelli… vedi le infinite correzioni (le chiamano “omogeinizzazioni” proprio delle temperature).
Se Albert avesse ragionato come ragiona lei… “lo dice l’elettrodinamica di Maxwell”, non sarebbe mai arrivato a formulare la sua teoria della relativita’ speciale. Mille altri esempi di Scienza vera sono possibili, in cui lo status quo e’ stato ribaltato sotto sopra da qualcuno che non aderiva al dogma precostituito.
Come ha detto uno dei pochi geni del XX secolo… “it doesn’t matter how nice you model is, it doesn’t matter how good you are… if it doesn’t fit the data your model is wrong”… si chiamava Richard Feynman.
Di errori nelle scienze esatte come fisica e matematica se ne fanno di continuo, specialmente previsioni sbagliate… figurarsi in discipline che non sono scienze esatte, come la climatologia… che, tra l’altro, non e’ neanche una branca scientifica a se… forma le sue conoscenze applicando risultati di altre discipline scientifiche, spesso non esatte.
R.
@ RobertoK06
Concordando con l’impianto metodologico da Lei descritto Roberto, dopotutto Galileo ci ha insegnato che il criterio di verità scientifica è l’agreement con la realtà e non quello con altri modelli, posso chiederLe la cortesia di essere contatto in privato (saponarofrancescopaolo@gmail.com) per approfittare delle sue competenze e ricevere alcuni suggerimenti. Dopo mi presenterò a Lei più diffusamente. Grazie.
F. Paolo
Sull’accelerazione dell’innalzamento del livello del mare si parla di dati, non di modelli. Ma lo so, come per le temperature si scade subito nell’insinuazione di dati adattati ai modelli. E questo a difesa della scienza con citazioni di Galileo o Einstein …
@ Roberto
“L’IPCC/UNFCCC (http://unfccc.int/bodies/body/6444.php) e’ un’entita’ sovranazionale che e’ stata diretta per molti anni da un politico di mestiere con laurea in legge (la Figueres)…”
In questa critica è del tutto fuori strada: IPCC e UNFCCC sono due cose ben diverse.
Nessuno le chiede di credere sulla parola all’IPCC, ma di documentarsi, di leggere i rapporti e di rispondere argomentando in modo scentifico alle tesi contenute nei rapporti; la qualità del lavoro dell’IPCC è stata riconosciuta dalle accademie delle scienze di tutto il mondo.
“essendo io stesso scienziato da decenni so come funziona in questo ambito…”
Mi permetto di dubitare della sua conoscenza del mondo scientifico. Se avesse pubblicato qualche articolo su riviste serie si sarebbe accorto che non è così facile truccare i dati o i risultati dei modelli, e ci penserebbe prima di rivolgere offese così pesanti a migliaia di suoi colleghi.
Per il resto concordo con Riccardo, queste critiche sui modelli sono trite e ritrite, sono le prime cose che scrive o dice chi non sa cosa sia la modellistica climatica, da Zichichi a Battaglia. In “A qualcuno piace caldo” avevo dedicato un capitolo all’analisi delle contumelie verso i modellisti.,. i parametri liberi, l’IPCC, la linearità… ecc ecc.
Idem per Galileo, che non manca mai… non posso fare altro che ribadire quanto già scritto: non basta essere in disaccordo con il 99% dei propri colleghi per assomigliare a Galileo: bisogna anche avere ragione.
@caserini
“Mi permetto di dubitare della sua conoscenza del mondo scientifico. ”
Ah!… ovviamente!… la strategia anti-“negazionisti”!… era ovvio che doveva arrivare prima o dopo… la demolizione dell’avversario!
Caserini: non prendiamoci in giro… io SONO uno scienziato, sono fisico di professione e faccio ricerca da quasi 30 anni. Ho lavorato in 7 laboratori diversi, in Italia Francia, Stati Uniti. In questo momento lavoro al CERN di Ginevra, forse il nome di questo laboratorio le dice qualcosa? Ho accesso a tutte le pubblicazioni peer-reviewed esistenti, non devo certo farmi spiegare da lei cosa sia l’IPCC o Nature Climate Change. Ovviamente NON parlo a nome del mio datore di lavoro, disclaimer importante.
Ad ogni modo, con questo sono arrivato al limite di 5 messaggi in questa dicussione, che e’ il ridicolo limite imposto da questo blog, limite fatto apposta per avere sempre l’ultima parola e dare l’ultima “sverniciata” agli eventuali dissidenti… prego faccia pure… come e’ successo ad altri partecipanti prima di me. Ho letto un po’ dei messaggi di blog precedenti ed ho visto come funziona… tecnica astuta: i compagni di merenda non hanno bisogno di scrivere piu’ di tanto… mentre eventuali postatori critici o che facciano troppe domande scomode sono zittiti in maniera automatica da questa “regola dei 5 post”, senza diritto dell’ultima replica. Complimenti! 🙂
Addio e buona continuazione di crociata anti negazionisti (complimenti anche per la raffinatezza del termine usato… “scettici” era troppo debole?), passo volentieri la mano… se voglio rispondere a commenti/insinuazioni come le sue posso continuare a frequentare i tanti blog “ambientalisti” generici che ci sono in giro… credevo di trovare qui qualcosa di diverso ma vedo che e’ sempre la stessa fuffa travestita da finta divulgazione scientifica, con citazioni ad articoli peer-reviewed fatte a casaccio… articoli che spesso dicono il contrario di quello che sostenete voi… nella lista di obiezioni a Battaglia riportata sopra ci sono almeno altrettanti errori/esagerazioni nelle “correzioni” da voi riportate rispetto agli errori di Battaglia
Specifico, per concludere, che non ho alcuna affinita’ culturale ne’, soprattutto, politica con Battaglia, al punto che reputo che il quotidiano grazie al quale ha pubblicato il suo pezzo sia buono solo in forma stampata su carta come alternativa alla carta igienica.
Saluti,
Roberto Kersevan
P.S.: ho pubblicato su Physical Review, basta o devo andare a ritirare il Nobel a Stoccolma per parteciapare alle sue discussioni?
@ Roberto
Può vedere nei post passati che il limite ai commenti è stato usato raramente. Si prenda pure l’ultima parola se vuole. Dal primo commento ha gettato fango su centinaia di scienziati seria di un settore che non conosce, scrivendo banalità con un tono arrogante. Provi a rileggersi, e vedrà perché poi si è portati a dubitare che lei sappia come funziona il metodo scientifico.
” passo volentieri la mano… se voglio rispondere a commenti/insinuazioni come le sue posso continuare a frequentare i tanti blog “ambientalisti” generici che ci sono in giro… credevo di trovare qui qualcosa di diverso ma vedo che e’ sempre la stessa fuffa travestita da finta divulgazione scientifica”
per me resta sempre un mistero come mai questi super cervelloni scientifici iperdottorati anzichè spendere il loro prezioso tempo e le loro immense e uniche risorse cerebrali per risolvere i problemi dell’umanità (ce ne sono parecchi) lo sprechino a battibeccare in blog di fuffa (a loro dire) come questo o addirittura nei “tanti blog generici” della rete.
Perchè non rendere pubbliche le loro fondamentali e rivoluzionarie intuizioni nelle riviste scientifiche peer reviewed dedicate al clima?
Ah già, che ingenuo, no, non possono… loro sono troppo avanti, non verrebbero capiti.
@caserini
“Dal primo commento ha gettato fango su centinaia di scienziati seria di un settore che non conosce, ”
Il settore lo conosco, non si preoccupi.
Nel mio primo intervento mi sono limitato a far notare le inconsistenze interne di quanto lei aveva scritto sul libercolo di battaglia, “el tacon pezo del buso”…
Quanto al gettar fango non lo faccio di certo io… per valutare la bonta’ dei modelli climatologici che, a sentire lei/voi qui e altrove, sarebbero in grado di prevedere il clima al 2100, 2200, 2300 e oltre… questa figura parla per tutte:
http://www.ipcc.ch/report/graphics/index.php?t=Assessment%20Reports&r=AR5%20-%20WG1&f=Chapter%2009
fig. 9-08, (8 of 48) in alto
… e non lo dice Battaglia.
Si vede chiaramente che praticamente tutti i modelli sono “troppo caldi” rispetto ai dati misurati (le linee in nero), hanno uno o piu’ parametri che sono completamente sbagliati, in particolare la climate sensitivity e’ troppo alta, cioe’ l’effetto di un raddoppio della concentrazione di CO2.
@homoereticus
E’ tutto quello che hai da dire sull’argomento in questione? M’arimbarza, come dicono a roma. 🙂
@robertok06
da dire per la verità ce ne sarebbe anche altro, ma l’esperienza insegna che in casi come questi di solito la discussione non porta molto lontano. Le rispondo per l’ultima volta e mi ripeto: se lei, come scrive, è davvero un ricercatore saprà meglio di me, (che non lo sono) che la scienza non la si riscrive sui blog raccattando un po’ di ciliege qua e là.
Se possiede argomenti solidi lei potrà senz’altro contribuire all’avanzamento della comprensione del sistema climatico intervenendo con lettere o articoli nelle riviste serie che se ne occupano (e dopo, poi, se vuole, ci fa sapere anche qui, o sui suoi siti “generici” preferiti).
Riguardo alla climate sensitivity, ci auguriamo tutti che vi possa essere un po’ di sovrastima da parte dei modelli.
Sfortunatamente non sembra essere così grossa. Provi, per esempio, a guardare il grafico più aggiornato di cui ha postato il link l’utente Steph nel post precedente (intervento di Steph del 9 luglio).
Ps: curioso da parte sua linkare un grafico dell’Ipcc … strano: non era un ente che non ci azzecca con il clima?
“L’IPCC che ha avuto per decenni a capo…. e’ andato persino a ritirare un Nobel per la pace assieme allo “scienziato” Al Gore… un certo Rajendra Pachauri, finito male a causa di uno scandalo di carattere sessuale, Pachauri aveva un dottorato in motrici diesel per le ferrovie indiane… che ci azzecca con il clima?
@homoereticus
1) Io non sto scrivendo la scienza su un blog, ne’ questo ne’ altri. Ho solo fatto un appunto a caserini sul suo commento su questo blog, facendo notare che la risposta data a Battaglia era, dimostrabilmente, ugualmente sbagliata.
2) Ho fatto un riferimento ad un documento IPCC intenzionalmente, proprio per evitare le solite ridicole insinuazioni di non usare le fonti giuste. Decidetevi… l’IPCC e’ affidabile o no? E se ce lo e’, li vogliamo guardare in maniera critica e obbiettiva i dati o li prendiamo come il verbo che discende da dio, indiscutibile?
3) Le temperature e l’intervento dell’utente Steph: sono le temperature anomalies corrette al rialzo, con mille trucchi, “omogeinizzazione” e altro. Nulla di nuovo. e niente di piu’.
Saluti.
A proposito di confronto fra modelli e dati credo possa interessare un recente articolo sul confronto fra le transient climate sensitivities:
http://dx.doi.org/10.1038/nclimate3066
E’ di particolare rilievo nella discussione in corso proprio perché la TCS è quella che interessa in prospettiva umana.
Una piccola esemplificazione pratica di come con l’ estrema specializzazione delle conoscenze scientifiche attuali importa ben poco se un non competente in un campo abbia un solido background scientifico o meno per fraintendere la realtà.
E di come sia difficile effettuare un debunking efficace anche di un libello come quello dell’ autonominatisi esperto del settore Battaglia infarcito di imprecisioni, errori anche grossolani e ricostruzioni pseudoscientifiche spacciate per veritiere.
Buonasera, premettendo di non essere un estimatore delle teorie del prof. Battaglia ma leggendo il suo articolo non ho potuto non notare la superficialità di alcune sue correzioni decisamente poco tecniche, un esempio su tutti:
ERRORE 14: lei afferma che “…gli impianti di energia fossile e nucleare devono essere sostituiti a parità di energia prodotta…”, certo, e le perdite di accumulo? Se (al contrario di Battaglia a suo dire) lei conosce le attuali tecnologie di stoccaggio energetico saprà che i rendimento non sono elevatissimi e quindi le perdite non sono trascurabili, quindi, proprio perché un sistema di produzione altalenante necessita di un sistema che permetta, cito le sue parole “…di accumulare l’eccesso di produzione di energia rinnovabile per restituirla nei momenti in cui quest’ultima non è sufficiente…” sarebbe necessario sostituire gli impianti a fonte fossile con impianti di maggior capacità di produzione energetica.
Per quanto riguarda lo studio linkato, nessuno nega la possibilità di un tale scenario, ma la decrescita inquinante deve essere prima di tutto sostenibile, tra l’altro il rozzo esempio di Battaglia serviva a far capire che a parità di potenza installata i sistemi fossili (per loro natura non altalenanti) sono maggiormente efficaci (vero) e aggiungo, considerando le perdite di accumulo risultano più efficaci anche a parità di energia prodotta.
Per finire i link relativi agli accumuli, in uno di essi sono riportati interessanti casi studio con tanto di potenze ed energie, salta subito all’occhio gli ordini di grandezza in gioco, si parla di qualche MWh con modeste potenze erogabili e con costi tutt’altro che modesti. La cosa non stupisce, tutti gli addetti ai lavori conoscono i limiti degli attuali sistemi di accumulo che ad oggi non potrebbero essere (sostenibilmente) utilizzate su scala globale.
Credo quindi che argomenti così complessi non debbano essere trattati con un semplice “questo è errato” soprattutto se riguardano temi non completamente all’interno del suo campo di specializzazione.
Cordiali saluti
per gli interessati al tema dell’accellerazione nel breve periodo, i.e. nei soli ultimi 20 anni, e non solo rispetto ai decenni precedenti come diceva Caserini, qui http://www.nature.com/articles/srep31245
qui si trovano alcune spiegazioni del perchè l’accellerazione è in corso, e come è mascherata
Penso che è un esempio di come ragionare solo su un grafico trovato sul web come fatto da Kervesan sia fuorviante.
Qui c’è la storia raccontata per chi ha fretta https://www.washingtonpost.com/news/energy-environment/wp/2016/08/10/seas-arent-just-rising-scientists-say-theyre-speeding-up, con altri link
@ Flavio
Scusi ma non ho capito dove sta il problema. Se si dice a parità di energia prodotta si considera al netto delle perdite di accumulo.
e chevvordì “ma la decrescita inquinante deve essere prima di tutto sostenibile”? chi lo decide cosa è o cosa non è sostenibile? Invece è sostenibile buttare Gt di CO2 in atmosfera? Mah
@ Antonio
Grazie Antonio, in effetti il tema era un altro, la frase contestata era “(Ed è da dodicimila anni…) che i livelli del mare si sono elevati: di oltre cento metri rispetto ad allora, e stanno continuando a farlo al ritmo di 2mm l’anno, senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento si stia osservando oggi”,
ed è evidente che se oggi l’aumento è 3,2 mm/anno, c’è stata un accelerazione.
Poi possiamo discutere su cosa è successo nei periodi più brevi, in cui c’è il rumore di fondo di tanti altri fattori, ma il segnale sulle scale del cambiamento climatico che ci interessa è chiaramente di accelerazione, come del resto dovrebbe essere vista l’inerzia della fusione delle masse glaciali.
@ Flavio Filippini
La tesi di Battaglia è in sintesi che senza l’uso dei combustibili fossili si spegnerebbero tutte le luci; per contestare questa tesi ho linkato un articolo scientifico, pubblicato su PNAS e scritto da un docente di Stanford, che mostra il contrario, ossia che è fattibile un sistema energetico senza fossili; ma ce ne sono altri di articoli seri che arrivano a queste conclusioni.
Per questo si può tranquillamente ritenere che l’affermazione del prof Battaglia è errata; concordo che il tema è complesso, ma per affrontare la complessità è utile separare le stupidaggini, come quelle che il Prof. Battaglia dice e scrive su questi temi da un decennio, dalle cose serie che a livello internazionale sono discusse.
Senza dimenticare che è inevitabile che dovremo fare a meno dei combustibili fossili, e con l’Accordo di Parigi si sono messe delle basi per andare in queste direzione.
Un appunto: la frase sulla sostituzione a parità di potenza formalmente non è un errore, appunto.
Al contrario è un errore sostenere che sostituendo per magia con impianti a parità di energia si potrebbe sostenere il paese.
Senza gli impianti di accumulo la rete collasserebbe istantaneamente. Supponendo anche di avere degli impianti di accumulo ideali (cosa impossibile) e che siano sostenibili economicamente e perfino ecologicamente (non mi risulta che a oggi ci siano veri candidati) le inefficienze porterebbero via una gran parte della energia immessa.
La rete è molto complicata e le soluzioni non sono lineari, un “mix energetico” che possa vantare fonti di portanza e fonti flessibili per permettere alle fonti sostenibili di essere utilizzate è importante ed è un problema elettrotecnico non banale che dipende enormemente dall’assetto del paese che si vuole modellare.
Le “smart grid” non sono una panacea che permette una fornitura energetica monofonte, ma un modo per incrementare la performance.
Ad articoli puramente accademici sul tema credo fino a un certo punto francamente, la situazione industriale è variegata e non mi pare che a parte il vaticano esistano paesi che possano permettersi di puntare per un mix esclusivamente fotovoltaico, e eolico da oggi a 30 anni…
La bacchetta magica finirebbe che trasforma le centrali a gas in altro finirebbe necessariamente per far collassare tutto.
@ “Ad articoli puramente accademici sul tema credo fino a un certo punto francamente”
Per me gli articoli scientifici sono meglio dei ragionamenti a spanne in cui ci sono termini come “sostenibili economicamente e perfino ecologicamente”, che non vogliono dire nulla.
Non mi sembra che con il carbone o il nucleare siamo stati a fare gli schifiltosi, ora che tocca alle rinnovabili devono essere ideali e senza nessun difetto…
Un po’ di pragmatismo non mancherebbe
@ “non mi pare che a parte il vaticano esistano paesi che possano permettersi di puntare per un mix esclusivamente fotovoltaico, e eolico da oggi a 30 anni…”
E chi mai parla di usare solo vento e FV? L’idroelettrico gioca un ruolo importante, e il solare a concentrazione – che dà energia anche senza sole – avrà un ruolo importante, i prezzi sono in picchiata.
Mi sembra che molti che parlano di queste cose sono fermi a 10 anni fa, come il Battaglia, ossia a quando la potenza installata di FV e vento era il 5% di quella odierna o meno, e non esisteva tutto quello che oggi esiste.
@antonio
“Penso che è un esempio di come ragionare solo su un grafico trovato sul web come fatto da Kervesan sia fuorviante.
Qui c’è la storia raccontata per chi ha fretta https://www.washingtonpost.com/news/energy-environment/wp/2016/08/10/seas-arent-just-rising-scientists-say-theyre-speeding-up, con altri link”
Forte!… io che cito un documento ufficiale della bibbia IPCC sarei fuorviante… tu che citi un articolo di un quotidiano scritto da un noto giornalista pasdaran ambientalista (leggiti la sua biografia) avresti ragione…
Il mondo alla rovescia… Wanna Marchi che spiega a Albert Einstein perche’ i pianeti girano attorno al sole.
Riprova pure.
@antonio
… dimenticavo… dato che io ragionerei “solo su un grafico”, ti propongo questi TRENTACINQUE studi pubblicati su riviste peer-reviewed, occhei?
http://notrickszone.com/2016/08/11/35-new-scientific-publications-confirm-ocean-cycles-sun-are-main-climate-drivers/?utm_source=twitterfeed&utm_medium=twitter#sthash.YeRhucdu.dpbs
… che rimette in discussione, per tutti quelli che vogliono mantenere un certo livello di onesta’ intellettuale,…ovviamente, il mantra climatocatastrofista.
Per quel che riguarda il livello deei mari…
http://sealevel.colorado.edu/content/2016rel3-global-mean-sea-level-time-series-seasonal-signals-retained
… sono 3,4 mm/anno da almeno il 1994… quindi nessuna “accellerazione” da 22 anni… si vede ad occhio, anche senza dover fare il fit dei dati… e se si cercano dati precedenti…
http://www.skepticalscience.com/Past-150000-Years-of-Sea-Level-History-Suggests-High-Rates-of-Future-Sea-Level-Rise.html
… il livello globale e’ salito di ~200 mm negli ultimi 145 anni (fig.2). I 3,4 mm/anno ci sono solo nei fit dei dati satellitari, molto piu’ recenti, vedi grafico piccolo all’interno della fig.2… ma questo in inglese si chiama “cherry picking”, non e’ scienza, sorry.
@vincenzo
“E chi mai parla di usare solo vento e FV? ”
Solo… 100%… nessuno… ma in gradissima parte in molti.
GreenPeace?
Energiewende?
IEA?
http://www.greenpeace.org/international/en/publications/Campaign-reports/Climate-Reports/Energy-Revolution-2015/
… piu’ di 31 mila GW di FVe eolico al 2050?
… e a livello italiano basta dare un’occhiata ai blog “ambientalisti”piu’ seguiti, come QualEnergia per esempio.
@caserini
“La tesi di Battaglia è in sintesi che senza l’uso dei combustibili fossili si spegnerebbero tutte le luci; per contestare questa tesi ho linkato un articolo scientifico, pubblicato su PNAS e scritto da un docente di Stanford, che mostra il contrario, ossia che è fattibile un sistema energetico senza fossili; ma ce ne sono altri di articoli seri che arrivano a queste conclusioni.”
L’articolo di Mark Jacobson et al, a cui fa riferimento lei casarini, e’ stato gia’ “debunked” come si deve da vari autori… vedasi deCastro et al, su Energy Policy, oppure Weissbach et al, su Energy Policy pure lui, oppure L. Hirth su Energy… o il recentissimo Moryarty et al… tutti negli ultimissimi anni.
http://www.sciencedirect.com/science/article/pii/S030142151630088X
“The most important RE sources, wind and solar energy, are also intermittent, necessitating major energy storage as these sources increase their share of total energy supply.
We show that estimates for the technical potential of RE vary by two orders of magnitude, and argue that values at the lower end of the range must be seriously considered, both because their energy return on energy invested falls, and environmental costs rise, with cumulative output.”
L’errore di Jacobson e soci e’ che utilizzano dei modelli “bottom-up”, cioe’ prendono la produzione di elettricita’ di una turbina eolica, o un impianto FV, e le scalano “ad libitum”, senza tener conto di vincoli fisici, sociali, culturali, ambientali, e altro… mentre la modalita’ corretta’ e quella diametralmente opposta “top-down”… cioe’ si parte dalla superficie totale del pianeta, e si “eliminano” tutte le parti che non sono utilizzabili… e quando lo si fa, anche con 1/3 di 510 milioni di km2 di terre emerse resta troppo poco… il potenziale massimo per l’eolico e’ molto meno dei 25000 GW “istantanei” medi necessari al pianeta… idem per il FV e idem per ogni combinazione dei due.
Le altre fonti rinnovabili non eolico e non solare, come l’idroelettrico… non sono scalabili a piacere sul pianeta, in effetti ha pochissime possibilita’ di ampliamento su larga scala.
http://goo.gl/sDrrua
E’ fisica semplice, basta pensarci un po’… densita’ di potenza delle varie fonti…. Vaclav Smil lo diceva 15 anni fa… persino il “santino” James Hansen lo sostiene… suvvia!
@antonio
Leggo nel documento da te linkato su Nature…
“Global mean sea level rise estimated from satellite altimetry provides a strong constraint on climate variability and change and is expected to accelerate as the rates of both ocean warming and cryospheric mass loss increase over time. In stark contrast to this expectation however, current altimeter products show the rate of sea level rise to have decreased from the first to second decades of the altimeter era.”
… CVD, come volevasi dimostrare… “in stark contrasty to this EXPECTATION however, current altimeter products show th rate of seal level rise to have DECREASED from the first to second decades of the altimeter era”.
A questa DECRESCITA constatata dai DATI, gli autori climatocatastrofisti oppongono i risultati degli ennesimi modelli al calcolatore, ipotetici finche’ non dimostrati esatti.
Ripeto: non e’ scienza, e’ para-fanta-scienza… i padri fondatori della vera scienza, Maxwell, Boltzmann, Newton, Einstein e tutti gli altri si rivolterebbero nella tomba a leggere cose cosi’!
“It doesn’t matter how beautiful your theory is, it doesn’t matter how smart you are. If it doesn’t agree with experiment, it’s wrong” – Richard P. Feynman
@ Roberto Kersevan
@“Forte!… io che cito un documento ufficiale della bibbia IPCC sarei fuorviante… tu che citi un articolo di un quotidiano scritto da un noto giornalista”
Ma guarda che io ho citato l’articolo di Nature, quello del WP ho detto che per chi era fretta, tu che sei uno scienziato dovresti leggere Nature, no?
@ Il mondo alla rovescia… Wanna Marchi che spiega a Albert Einstein
Scusa, non ho capito, Einstein saresti tu?
@ che rimette in discussione, per tutti quelli che vogliono mantenere un certo livello di onesta’ intellettuale
E mi spieghi cosa sarebbe rimesso in discussione? Hai una teoria alternativa? E quale
sarebbe, al di là del solito mix di articoli vari da cui non si ricava niente di preciso?
@ per tutti quelli che vogliono mantenere un certo livello di onesta’ intellettuale.
Per favore, hai un’idea diversa su cosa sta cambiando il clima del pianeta, prima di accusare gli altri di disonestà cerca di pubblicarla da qualche parte anziché continuare a pubblicare di fisica delle particelle. Einstein non mi sembra si comportava così, no?
In conclusione, per quanto riguarda il livello del mare, tu quindi dopo aver letto l‘articolo di Nature che ti ho linkato, se dovresti sommettere tipo 1000 euro che nel prossimo decennio l’aumento del livello del mare a) decelera, a meno di 3 mm/anno b) rimane costante a 3 mm/anno c) accelera, a più di 3 mm/anno, ebbene, tu scommetti su a), b) o c) ?
@antonio
1) L’articolo di Nature l’ho letto…e te l’ho dimostrato postandone un estratto che dice cose ben diverse da quelle che sostieni tu… sei tu che probabilmente non l’hai letto.
L’articolo in questione deriva, dai soliti modelli al calcolatore, un coefficiente quadratico di accelerazione fra 0.009*y^2 mm e 0.017*y^2 mm (ometto le deviazioni standard)… “results” pag.2. Questo significa che nei 50 anni a venire (ma –> SOLO SE<– i modellini farlocchi si riveleranno esatti, cosa tutta da dimostrare) l'aumento sovra-lineare sarebbe fra 22.5 mm e 42.5 mm… da confrontare con le proiezioni catastrofiche di intere citta' costiere sommerse, e la necessita' di evacuare milioni e milioni di persone. Tu hai probabilmente letto il comunicato stampa dell'articolo in questione, che come accade sempre per i temi di climatologia, esagerano le conclusioni… gli articoli sono sempre meno netti e di parte rispett ai comunicati… ne parla, proprio di questo Judith Curry sul suo blog Climate Etc… ("Week in Review", nono link nella lista);
2) Wanna Marchi vs Einstein si riferiva, ovviamente, alla differenza di livelli delle citazione mia (documento IPCC) e la tua (articolo pasdaran giornalista WP); Non sono affetto da manie di grandezza, ti assicuro.
3) Risibile la tua affermazione "se hai un'idea diversa pubblicala invece di pubblicare di fisica delle particelle": per prima cosa io NON pubblico nel campo della fisica delle particelle, ma degli acceleratori, costruisco acceleratori, non li uso… e poi se questo e' i modo di argomentare allora la maggior parte di quelli che intervengono qui dovrebbero stare zitti, dato che non pubblicano in campo climatologico. Il tuo e' un modo di discussione puerile.
4) Per rispondere alla tua conclusione io aspettero' un po': potra' accelerare, diminuire (come ha fatto molte volte anche nel passato recente), o continuare quasi indisturbato con lo stesso trend… dipendera' da tanti fattori, molti dei quali non sono tenuti in conto, o se lo sono non lo sono con la dovuta precisione, dai modelli al calcolatore che tu/voi (o chi per te) usate. Ripeto: i coefficienti di accelerazione indicati nell'articolo di Nature sono ridicolmente piccoli, e ininfluenti per la maggior parte del globo. Fenomeni di subsidenza stanno costringendo grandi agglomerati urbani a prendere contromisure ben piu' immediate e importanti… basta informarsi un po'. Quindi NON mi strappero' i capelli che ho ancora in testa per la disperazione causata dal cataclismico aumento del livello dei mari addizionale di meno di 10 cm… tu si?
Per concludere, un piccolo reality check su come siano saliti i mari/oceani:
http://www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/wg1/en/ch6s6-4-3-2.html
… linkato su questo blog tempo addietro. Mettetevi d accordo fra di voi, OK? 🙂
@ Roberto
@ L’articolo di Nature l’ho letto…
Allora se hai letto quell’articolo, sei ancora sicuro che il mare non stia accelerando, come dicevi quando scrivevi “il livello medio dei mari del pianeta non e’ in corso di accelerazione”?
Ti facilito il compito con un estratto: “The resulting estimates of the GMSL trend from 1900 to 1990 range from 1.2 mm yr−1 to 1.9 mm yr−1, albeit with significant decadal variability about this long-term trend [1, Fig. 13.7b]. Coupled with the higher GMSL trend observed during the satellite altimeter record discussed above, the tide gauge record demonstrates unequivocal acceleration since the early 1900 s, with estimates ranging from 0.009 +/− 0.002 mm yr−2 17 to 0.017 +/− 0.003 mm yr−2 20. Based on these same studies, however, the majority of the acceleration arises from a shift that occurs around 1990 when the rate of sea level rise increases to the satellite-measured trend of 3.3 mm yr−1.”
Quando ti dico di pubblicare qualcosa nel campo, prima di parlare di “disonestà intellettuale” degli altri, di “climacatastrofismo”, di Vanna Marchi e ora di “modellini farlocchi”, è perché sono accuse pesanti, e come diceva Sagan, extraordinary claims require extraordinary evidence.
http://rationalwiki.org/wiki/Extraordinary_claims_require_extraordinary_evidence
Tu invece offendi e porti a supporto due conti della serva senza preoccuparti della fisica che c’è dietro al modello, al perché dell’accelerazione, ecc: è certo un comodo per evitare di capire e di studiare di più, ma ti asicuro che non sei originale. Se ti scorri un po’ di post vecchi vedi che capita spesso che arrivi qualcuno a dire … non avete capito nulla…. catastrofisti… guardate questi x articoli e y grafici…
Infine, per te quindi c’è la stessa probabilità che l’aumento del livello del mare aumenti, diminuisca o sia stabile? Quindi una scommessa in cui l’aumento del livello è pagato 2:1 l’accetteresti?
PS
Riguardo all’ultimo link che hai dato, il testo del cap 6 (paleoclimatologia) dell’IPCC AR4 uscito 9 anni fa, secondo te quando si discute di paleoclimatologia a che periodo ci si ferma? Ossia lo 0 nelle ascisse del grafico, a che anno è riferito?
Così, giusto per sapere se hai le basi sufficienti per capire i grafici che leggi e che citi come base per i tuoi “realitiy/check”.
@ Roberto @ Antonio
Se posso intromettermi nello scambio, suggerirei di moderare i toni.
Vede Roberto, quando scrive frasi come
“SOLO SE<– i modellini farlocchi si riveleranno esatti, cosa tutta da dimostrare)…”
a me appare come un atteggiamento che poco ha a che fare con la scienza.
In quell’articolo c’è molta scienza di alto livello, c’è una spiegazione fenomenologia dietro ai trend (l’accumulo di calore negli oceani.. ecc.) su cui si studia da anni. Sono studi finanziati da enti di ricerca seri, che verificano la serietà degli autori e delle ricerche. Legga il CV di Fasullo http://www.cgd.ucar.edu/staff/fasullo/cv.pdf
Prima di pubblicare su Nature, rivista che pubblica se va bene il 10% degli articoli che riceve, l’articolo è stato controllato da altri scienziati.
Lei può pensare che il lavoro sia basato su “modellini farlocchi”, ma è un atteggiamento – mi permetta – più da discussione da bar che da scienziato.
Provi a immaginare di essere ad un convegno con davanti Fasullo che presenta il suo lavoro; davvero si alzerebbe a dirgli che il suo lavoro si basa su “modellini farlocchi”?
Fra l’altro, sul tema dell’innalzamento del mare, non è certo questo di Fasullo et al uno studio catastrofista, scrivono “Ice sheet contributions to historical and future sea level rise are taken from IPCC AR5, Chapter 13, Figure 13.11 in which changes due to glaciers, Greenland, and Antarctica are estimated from their lower-bound estimates. The sensitivity of acceleration to other choices has also been explored, including middle and upper range estimates of loss, and found to further hasten GMSL acceleration. The choice of the lower bound of these contributions is found to provide a conservative estimate for near term GMSL acceleration.”
Se si volessero trovare degli studi più preoccupanti, non c’è da fare molta fatica. Uno degli ultimi articoli che ho letto, quello di De Conto e Pollard,
http://www.nature.com/nature/journal/v531/n7596/full/nature17145.html
mi ha sinceramente preoccupato.
Al limite è in questo ultimo paper di Hansen http://www.atmos-chem-phys.net/16/3761/2016/
ci sono ipotesi non conservative. Sta facendo molto discutere,
http://www.slate.com/blogs/the_slatest/2016/03/22/james_hansen_sea_level_rise_climate_warning_passes_peer_review.html?wpsrc=sh_all_tab_tw_top
e le critiche non mancano, non tutti sono d’accordo, come sempre succede per gli studi importanti; ma molti degli autori sono studiosi davvero importanti per la climatologia, non può essere liquidato con sufficienza.
—
@ Roberto
Sul tema del potenziale delle rinnovabili, certo, la stima dei vincoli alla loro crescita è quello di cui si studia da tanti anni. Personalmente ricordo molti che dicevano che le rinnovabili non potranno fornire più del 20% dell’elettricità, altrimenti la rete collasserà.. ecc. Di articoli sui limiti delle rinnovabili se ne sono visti davvero tanti. I dati, a cui mi sembra Lei tenga molto, hanno mostrato che lo sviluppo delle rinnovabili ha superato di molto tutte le più ottimistiche previsioni, anche quelle di Greenpeace. Qui una sintesi http://cleantechnica.com/2015/03/30/greenpeace-aces-installed-renewable-forecasts-surprised/
Forse bisogna aspettare ancora un 3-4 anni per capire meglio quanto la ricerca e sviluppo su FV e batterie permetterà di superare i limiti citati in molti lavori, che mettono in discussione gli scenari 100% FV+vento+idro. Probabilmente se arrivano a 60-70% il resto del baseload potrà arrivare da biomasse + fossili con CCS oppure dal solare a concentrazione citati da Vincenzo.
Sicuramente però possiamo dire che quanto scritto da Battaglia, ossia che le energie rinnovabili non funzionano e che senza i fossili spegneremo tutte le luci (tutte!..), ebbene questa è sicuramente una
sciocchezza.
—
Ora mi prendo qualche giorno di ferie, se non le risponderò ulteriormente non è per scortesia.
Buongiorno, come già premesso nella mia prima risposta conosco le teorie del prof Battaglia e non le condivido, nonostante questo lei non ha contestato le tesi di Battaglia ma un singolo esempio (nel caso da me citato), la frase di Battaglia da lei citata però non è errata, a parità di potenza installata l’attuale sistema elettrico nazionale andrebbe in completa crisi se “magicamente” si sostituirebbero gli attuali generatori con le f.e.r., questo è un fatto verissimo;
Il prof. Battaglia strumentalizza un fatto tecnico corretto per “portar acqua al suo mulino”? Altamente probabile e decisamente poco professionale, ma non è corretto neppure etichettare con un “errato” un concetto tecnicamente vero.
Sono il primo a dire che non solo sarà possibile un futuro senza le fonti fossili ma sarà anche inevitabile, ma è intellettualmente corretto specificare le difficoltà tecniche di un tale cambio di rotta perché altrimenti i non addetti ai lavori leggendo Battaglia riterranno impossibile rinunciare al “petrolio”, leggendo la sua risposta penseranno che è facile e quindi si chiederanno come mai non è ancora stato fatto (con tutte le teorie cospiratorie del caso).
La verità purtroppo potrebbe essere nel mezzo, il nostro attuale sistema di consumo mal si sposa con le caratteristiche di produttività delle f.e.r., adattare la produzione al nostro uso potrebbe essere economicamente non sostenibile, le strategie di sviluppo sostenibile dovranno molto probabilmente essere di compromesso, incrementi dei sistemi di accumulo e modifica sostanziale del modo di consumare, ma solo il futuro ci dirà quale sarà il miglior equilibrio.
In conclusione condivido che “…per affrontare la complessità è utile separare le stupidaggini, …dalle cose serie”, ma banalizzare non porta a nulla e sarebbe il caso di lasciare simili semplicistici approcci ai blogger della domenica o ai “politici” e da tecnici trattare il tema in maniera più rigorosa di un semplice “questo è errato”, altrimenti si fa lo stesso errore di Battaglia.
Saluti
@caserini
“Se posso intromettermi nello scambio, suggerirei di moderare i toni.
Vede Roberto, quando scrive frasi come
“SOLO SE<– i modellini farlocchi si riveleranno esatti, cosa tutta da dimostrare)…”
a me appare come un atteggiamento che poco ha a che fare con la scienza."
Ovviamente puo' intromettersi, e' il suo blog… quanto ai toni ha ragione, certo che a leggere il tono della sua recensione di Battaglia… eh?… e l'uso del termine "negazionista"?… ha a che fare con la scienza?
E dubitare di uno che dice di essere scienziato da lungo tempo? E' scientifico?
Com'era quella del peccato e la prima pietra?
Quanto al mio uso del termine "modellini farlocchi"… basta guardare il link che ho indicato a lei quando ha detto che "gettavo fango"… questo:
http://www.ipcc.ch/report/graphics/index.php?t=Assessment%20Reports&r=AR5%20-%20WG1&f=Chapter%2009
fig. 9-08, (8 of 48) in alto.
… curve dei modelli? Praticamente tutte sopra alle temperature misurate… piu' farlocco di cosi' e' difficile trovare nella storia della scienza, e viene spacciato per un grande risultato, e' quello che e' peggio.
Chi usa troppi aggettivi roboanti e pochi numeri non sono certo io.
@caserini
“Provi a immaginare di essere ad un convegno con davanti Fasullo che presenta il suo lavoro; davvero si alzerebbe a dirgli che il suo lavoro si basa su “modellini farlocchi”?”
Guardi, nel mio campo se uno al convegno presenta una serie di curve generate da modelli al calcolatore, e ci sovrappne i dati delle misure come nel link da me fornito
http://www.ipcc.ch/report/graphics/index.php?t=Assessment%20Reports&r=AR5%20-%20WG1&f=Chapter%2009
… e cerca di spacciare l’accordo fra modelli e dati come “ottimo, accettato dal 97% degli scienziati
non sono io il solo ad alzare la mano e metterlo alla gogna, non si preoccupi! 🙂
Sono appena tornato da una mega-conferenza a Chicago, e casi come quello da me descritto qui sopra ne ho testimoniati piu’ di uno.
Il fatto e’, e lo ripeto, che la climatologia NON e’ una scienza esatta, al punto in cui e’… e’ diventata piu’ un scienza politica, con polarizzazione assoluta delle posizioni in “pro” e “contro”, in “buoni, salvatori dell’umanita’” e “cattivi, legati alle lobby (anche quando i legami sono inesistenti)”… e devo dire che lei, nel suo piccolo non e’ che non attizzi gli animi in questo senso. Lo fa spesso con stile, senza esagerazioni estreme, quello devo riconoscerlo, rispetto a altri blog simili, ma lo fa anche lei.
Un esempio? Il suo “errore numero 7” di Battaglia… dove lei dice che il grafico da lui riportato sarebbe fasullo… basta cliccarci sopra e cercare l’immagine originale e si trova che e’ derivato da due pubblicazioni scientifiche peer-reviewed… (una e’ di Schoenwiese, contributing author dell’ultimo rapporto IPCC, tanto per dire una…) ripeto, NON difendo Battaglia, che e’ ai miei antipodi politicamente, ma dire che…
“… e’ una rappresentazione qualitativa che Battaglia supporta con grafici fasulli e non considerati in ambito scientifico (come quello qui a fianco)”
… e non si tiene conto che Battaglia sta scrivendo il suo libercolo su/per “Il Giornale”!… mica Physical Review o Science?
Suvvia Caserini…
@caserini
“Personalmente ricordo molti che dicevano che le rinnovabili non potranno fornire più del 20% dell’elettricità, altrimenti la rete collasserà.. ecc”
No, lei ricorda male. Al massimo molti, io uno fra questi, dicevano che le rinnovabili INTERMITTENTI non potranno fornire l’80% o men che meno il 100% dell’elettricita’ altrimenti la rete collassera’”… non avrebbe senso dire ne’ che sarebbero le rinnovabili in toto (l’idro e’ rinnovabile, dopotutto, anche se non e’ esente da emissioni e danni ambientali gravi), ne’ per singoli paesi… esempio principe la Norvegia con il suo 97% di elettricita’ da idroelettrico.
Una volta che le rinnovabili intermittenti arrivano al livello di penetrazione uguale al loro fattore di capacita, subentra la necessita’ di stoccare tutto il surplus, e a quel punto vincoli ambientali, fisici, economici, sociali, e altro si mettono in azione, bloccando di fatto ogni tentativo di aumentarne la quota.
Basta pensare ad un caso italiano… il giorno che ci sara’ molto piu’ FV (cioe’, fra parentesi, mai… dato che dalla fine degli “incentivi” di FV in Italia non se ne installa praticamente piu’…) per stoccare l’energia in eccesso bisognerebbe costruire altri bacini di pompaggio idro… l’ultimo che e’ stato costruito in italia e’ quello di campolattaro (provincia di Benevento se non ricordo male), di proprieta’ del (ex) colosso energetico svizzero RePower (vado a memoria)… costo 600 milioni di Euro, 6 anni di costruzione… capacita’ di stoccaggio 10 GWh… cioe’ 1 31-millesimo del consumo annuale italiano, poche decine di minuti… da cui i limiti economici, fisici, sociali saltano all’occhio subito… almeno al mio occhio sono lampanti, ai suoi/vostri non lo so, forse no?
Buone ferie.
@caserini
” Probabilmente se arrivano a 60-70% il resto del baseload potrà arrivare da biomasse + fossili con CCS oppure dal solare a concentrazione citati da Vincenzo.”
Vedo che anche lei “dimentica” quella tecnologia che da sola, in un certo paese confinante con l’italia, ha fatto in 10 anni quello che la mitica Germania della “verde” Energiewende spera di fare in 40 anni…
… pagina 46 di 48 di questa presentazione del 2013 del santino James Hansen:
http://www.columbia.edu/~jeh1/2013/AGU.11December2013.pdf
… il suo atteggiamento in questo caso NON e’ scientifico, Caserini!…. e’ dettato da altro… politica?… ideologia?… posizioni preconcette?… allineamento accdemico alla linea rinnovabilista? … altro?
Ci pensi… e magari mi faccia sapere, che sono interessato a conoscere il suo punto di vista.
@roberto
lasciamo Caserini alla sue ferie e, intanto, leggiamo anche i testi, oltre che guardare le figure.
La figura che lei ha linkato da:
http://www.climatechange2013.org/images/report/WG1AR5_Chapter09_FINAL.pdf
presenta in effetti la famosa “pausa”. Se ne sono accorti anche i farlo-complottisti dell’IPCC. Infatti scrivono:
” The disagreement apparent over the most recent 10 to 15 years is discussed in detail in Box 9.2. ” Segue una lunga discussione, nel box 9.2 dove si cercano delle spiegazioni.
In merito alla sua “scoperta” che la scienza del clima non sarebbe esatta, beh, almeno in senso quantitativo, penso siamo d’accordo tutti! Scoperte del genere ne ho fatte a volte anche io, che so, a proposito della meteorologia, quindi? Se lei domani dovesse fare la scalata di un 4000, mi dica, non la darebbe una sbirciatina al meteo? o preferirebbe fare come ai tempi di Bonatti quando andava a cacciarsi in certe bufere lunghe una settimana che oggi i modelli farlocchi riescono a “vedere” anche una settimana prima (mi riferisco ai grossi sistemi perturbati, ovviamente, non al temporalino estivo locale)?
Concludo questo fin troppo lungo e probabilmente inutile intervento per ricordarle (ovviamente ciò che già sa) che il quinto rapporto ipcc risale al 2013, e da allora l’argomento della pausa è passato un po’ di moda, per ovvie ragioni.
@homoereticus
Lo so, la pausa è passata di moda, grazie a el nino, infatti fra un po’ tornerà di moda… dato che el nino è finito. 🙂
@ Caserini
Vabbè mi modero… ma è interessante seguire l’Einstein de’ noantri che spiega la sua spannoclimatologia in cui i tutti i modelli dei climatologi sono farlocchi
Prima il grafico di Paleoclimatologia mentre si parla dei dati dell’ultimo secolo, ora ha tirato fuori la pausa…. con 5-7 anni di ritardo… è rimasto quasi solo lui…
Tempo fa avevo commentato
https://www.climalteranti.it/2016/01/05/2015-temperature-record-con-distacco/#comment-517574
“Una prece per tutti quelli che ci hanno a lungo rotto i cabasisi con la pausa del riscaldamento globale. Chissà se si faranno qualche domanda”
Ora abbiamo la risposta: non se le fanno. Preferiscono dire: 2015 e 2016 sono colpa di El Nino quindi non contano (e che anche nel 1998 – senza cui la pausa non sarebbe mai esistita – il Nino centrasse… non importa).
L’ultimo che ricordo che si cimentava nella spannoclimatologia ha rimediato qualche brutta figura nel criticare i modelli IPCC approfittando della variabilità climatica
http://ugobardi.blogspot.it/2016/06/gridare-al-lupo-la-peggior-previsione.html
@Antonio
Amico mio… la mia spannoclimatologia e’ presa TUTTA da articoli peer-reviewed o addirittura dal sito della setta IPCC… quindi, dato che hai utilizzato il termine, vedi di toglierti dai miei cabbasisi, che sono in ferie e non ho tempo da perdere con i non habens che non riescono a dire nulla.
Per concludere, un piccolo refresher recente sul perche’ il livello dei mari aumenti… anche questo colpa della terribile e ve-le-no-sis-si-ma CO2, giusto?
http://www.nature.com/ngeo/journal/v9/n5/full/ngeo2689.html?WT.feed_name=subjects_hydrology
Piu’ che su climalteranti.it dovresti postare su climalterato.it.
P.S.: attento a non “acceLLerare” troppo, potrebbe girarti la testa.
@antonio
“Ora abbiamo la risposta: non se le fanno. Preferiscono dire: 2015 e 2016 sono colpa di El Nino quindi non contano (e che anche nel 1998 – senza cui la pausa non sarebbe mai esistita – il Nino centrasse… non importa).”
Stai dicendo che El Nino non avrebbe avuto una grossa parte dei record di temperatura del 2015 e 2016?
Sicuro?
“This El Niño was no ordinary event. Prof Adam Scaife, head of monthly to decadal prediction at the UK’s Met Office, tells Carbon Brief:
“The recent winter peak of El Niño was a near-record event, and the strongest El Niño for nearly 20 years.”
The departing El Niño rivalled the massive 1997/8 event as the strongest on record and it was unexpectedly tenacious, says Prof Kim Cobb, whose work at Georgia Tech University involves reconstructing past temperatures in the tropical Pacific using corals. Cobb tells Carbon Brief:
“I’ve been surprised at how long this El Niño event has lasted. Central Pacific sea-surface temperatures were still ~1C warmer than average through late April.””
https://www.carbonbrief.org/scientists-2016-likely-to-be-hottest-year-on-record-despite-looming-la-nina
@ Roberto
@ Amico mio… la mia spannoclimatologia e’ presa TUTTA da articoli peer-reviewed o addirittura dal sito della setta IPCC
.
Guarda che la spannoclimatologia prevede proprio la citazione di articoli seri, e anche dell’IPCC; figuriamoci, chi non è capace di citare un articolo? Sono tutti online e si trovano in un attimo. Anzi, lo spannocliamatologo ne cita molti, e adora le liste, i 10 articoli che mostrano che le temperature sono ferme, i 35 articoli che mostrano che il sole è il driver del clima…
Il problema è l’uso che lo spannoclimatologo fa dell’articolo: lo legge velocemente, prende una frase o un grafico che gli serve, senza perdere troppo tempo a capire il contesto dell’articolo o della della pagina IPCC. Gli serve la frase per la polemicuccia, non il senso vero dell’articolo. Delle liste di articoli se va bene legge l’abstract di 2 o 3, per il resto si fida (a spanne…)
Una caratteristica fondamentale dello spannoclimatologo è non chiudere mai nessuna discussione, ma aprirne tante cambiando argomento. Ossia se vede che butta male sull’accelerazione dell’aumento del livello dei mari, lo spannoclimatologo passa alla pausa delle temperature, al Nino, alla Groenlandia che si scioglie magari per colpa di un flusso geotermico, ecc Il corollario è che lo spannoclimatologo non ammetterai mai di aver scritto bischerate o di aver imparato qualcosa: cambierà argomento.
Un altro tratto distintivo – direi imprescindibile – della spannoclimatologia è che i suoi praticanti considerano degli sprovveduti i climatologi, quelli che pubblicano da anni su riviste serie e hanno un cv da paura proprio nel settore in cui si discute. Una categoria particolarmente presa di mira è quella dei modellisti climatici, che sono descritti come dei polli, incapaci di vedere le cose ovvie che lo spannoclimatologo deduce mentre guarda un grafico sul tablet bevendo lo spritz con due patatine.
Lo spannocliatologo si produce di solito in tantissimi commenti, a raffica, se può con persone diverse parallelamente, su argomenti diversi, e in ogni campo non c’è un link che gli sfugge.
Un campione della spannoclimatologia nel passato era il mitico Claudio Costa, che ha impazzato su questo blog nei suoi primi anni. Scommetto che a Caserini e agli altri di Climalteranti un poco manca. Provi a guardare nei vecchi post, troverà lunghe discussioni con decine di link, il Costa era bravissimo a trovarne di sempre nuovi e specifici. Poi è scomparso, e c’è chi dice che non sia mai esistito.
Ma per arrivare alle vette di Costa te ne manca di strada..
PS
Ovvio che anche El Nino è importante per i record del 2015 e 2016, ma era importante per quello del 1998, a te la deduzione che non è difficile
@ Antonio
anche a me era venuto in mente il buon vecchio CC.
Ma qui siamo su un altro livello. Costa era un signore rispetto a questo cafone maleducato che usa un linguaggio da bar e che si approfitta dell’assenza (giustificata) del padrone di casa per inondare il post di commenti (oltre 20, alla faccia che netiquette).
Fossi in lei smetterei di rispondere e lascerei in primo piano ed evidenza le farneticazioni di questo personaggio, che si commentano benissimo da sole.
@antonio
Vedo che gli spannoclimatologi li conosci bene, anch’io che bazzico su internet da quando esiste conosco bene i troll… sono quelli che riescono a scrivere messaggi come questo ultimo tuo, migliaia di caratteri per non dire nulla, se non attaccare il “negazionista” scomodo.
@homoereticus
Nessuna farneticazione da parte mia, amico… e lo sai bene. Ho sempre e solo risposto su temi propri a questo blog/post… mentre tu e altri vi siete solo preoccupati della mia persona, non di quanto dicevo.
Comportamente trollesco.
Riprova pure quando vuoi.
@caserini
Mi scuso con lei di scrivere un messaggio in piu’… ma la cosa che ha scritto qui sotto e’ interessante, merita risposta/commento:
“Se si volessero trovare degli studi più preoccupanti, non c’è da fare molta fatica. Uno degli ultimi articoli che ho letto, quello di De Conto e Pollard,
http://www.nature.com/nature/journal/v531/n7596/full/nature17145.html
mi ha sinceramente preoccupato.”
Cosa posso rispondere?… ognuno si preoccupa per quel che vuole, e quanto vuole.
Questi altri scienziati, immagino altrettanto competenti, mi pare arrivino a conclusioni “leggermente” diverse… da quelle dell’articolo da lei citato.
“Projecting Antarctic ice discharge using response functions from SeaRISE ice-sheet models”
http://www.earth-syst-dynam.net/5/271/2014/
“…
The median of the additional ice loss for the 21st century is computed to 0.07 m (66% range: 0.02–0.14 m; 90% range: 0.0–0.23 m) of global sea-level equivalent for the low-emission RCP-2.6 (Representative Concentration Pathway) scenario and 0.09 m (66% range: 0.04–0.21 m; 90% range: 0.01–0.37 m) for the strongest RCP-8.5.”
… fra 7 e 9 cm di mediana a fine secolo?… rispetto a…
“Antarctica has the potential to contribute more than a metre of sea-level rise by 2100 and more than 15 metres by 2500,”
… citato nell’articolo di Nature?… un fattore 10 e passa maggiore?… che senso ha parlare dell’anno 2500, tanto per poter tirar fuori il babau dei 15 metri? … solo potenziale, poi… far paura a quelli che vivranno fra 20 generazioni???? Ma a che pro?
E tanto per dimostrare la parzialità del proprio scetticismo il pironia no di turno non si pone la questione di quanto sia affidabile lo scenario al 2500 e sotto quale ipotesi ma introduce il tipico schema mentale del “cui prodest”, cosa che ai revisori dell’ articolo di Nature sarà apparsa fondamentale…
@alberto
Tanti aggettivi e pochi numeri.
Riprova.
Atmosfear… termine perfetto:
“Thus, invoking atmosfear through such approaches as attribution science is not an effective means of either stimulating or legitimizing climate policies.”
http://journals.ametsoc.org/doi/pdf/10.1175/WCAS-D-16-0030.1
@ Roberto
Mi ha fatto troppe domande… ci vorrebbe un altro giorno di ferie per rispondere…
In sintesi
1) Congruenza proiezioni modelli/osservazioni: guardi che i modellisti stessi sono i primi a fare questi confronti, con impegno e attenzione, c’è un intero capitolo del 5° rapporto, il cap. 9, qui https://www.ipcc.ch/report/ar5/wg1/
E poi, visti i dati delle temperature degli ultimi anni e mesi, i dubbi possiamo accantonarli https://twitter.com/GarethSJones1/status/689845260890050562
(se vuole altri link ad altri lavori recenti sul tema, qui ne trova https://www.theguardian.com/environment/climate-consensus-97-per-cent/2015/jul/31/climate-models-are-even-more-accurate-than-you-thought)
2) “se uno al convegno presenta una serie di curve generate da modelli al calcolatore… e cerca di spacciare l’accordo fra modelli e dati come “ottimo, accettato dal 97% degli scienziati non sono io il solo ad alzare la mano e metterlo alla gogna, non si preoccupi! 🙂 “
Ad alcuni convegni di questo tipo ci sono stato e le assicuro che il confronto è di tutt’altro livello; come già detto, c’è dietro molta più scienza di quanto immagina e persone serie e preparate, come immagino sarà anche nel suo convegno di Chicago. L’uso del termine “spacciare” è del tutto fuori luogo, glie l’assicuro. E, di nuovo, inutilmente offensivo.
3) grafico citato all’errore 7: confermo, quello proposto da Battaglia è un grafico senza alcun valore scientifico, che gira da 15 anni, contraddetto da tutti gli studi recenti. Veda ad esempio la differenza di 2°C fra i cosiddetti periodo caldo medioevale e piccola era glaciale, è molto lontana dalla realtà. Oppure la mancanza di barre di errore… Non ci perda tempo a difenderlo, non ne vale la pena.
4) stoccaggi energia: su questo ci sta lavorando mezzo mondo, in direzioni che anche solo 5 anni fa non si immaginavano neppure; non dico che sarà facile stoccare tutta l’energia, come non sono state facili tante altre cose. Ma si lavorerà anche sulla domanda, ecc ecc.
5) nucleare: non mi ha mai appassionato il dibattito nucleare sì/no. Solo è indubbio che oggi il nucleare ha un problema molto serio di costi, è poco competitivo in occidente. Nessuno fra gli studi che ho visto assegna al nucleare un ruolo chiave nella decarbonizzazione; per questo non l’ho citato. È però vero che un obiettivo a 1,5°C lo fa rientrare in gioco. Il mio parere è che al 2050 il nucleare conterà solo molto nel baseload solo per pochi paesi. Non so molto delle prospettive del “nuovo” nucleare di cui si parla da tempo, per cui può darsi mi sbagli.
6) L’articolo di De Conto e Pollard è di due anni successivo a quello da Lei linkato, di cui Pollard era uno degli autori. Ci sono dei processi nuovi simulati, che migliorano le simulazioni del passato. Ma su questo tema, che a mio parere ha un’importanza colossale, se va tutto bene ci sarà un post dei nostri glaciologi, ne discuteremo lì.
@caserini
La ringrazio delle risposte, interessante.
Per quell’ che riguarda. .
. Nessuno fra gli studi che ho visto assegna al nucleare un ruolo chiave nella decarbonizzazione’
… ma come?… non ha mai letto nulla di James hansen?
@caserini
“E poi, visti i dati delle temperature degli ultimi anni e mesi, i dubbi possiamo accantonarli”
Ho capito. I modelli climatologici si possono confermare utilizzando dati di un paio di anni, la durata di un Nino.
@caserini
“(se vuole altri link ad altri lavori recenti sul tema, qui ne trova https://www.theguardian.com/environment/climate-consensus-97-per-cent/2015/jul/31/climate-models-are-even-more-accurate-than-you-thought)”
“We can’t predict changes in solar activity, volcanic eruptions, or natural ocean cycles ahead of time.”
Ma dai! E quindi come possiamo credere alle previsioni al 2500 se non si possono prevedere questi fenomeni naturali?
@caserini
Oppps… dimenticavo questo… dimenticavo di notare chi e’ l’autore del pezzo sul Guardian… Dana Nuccitelli.
Una fonte affidabilissima, giusto?
“dana1981
Dana Nuccitelli is an environmental scientist at a private environmental consulting firm in the Sacramento, California area. He has a Bachelor’s Degree in astrophysics from the University of California at Berkeley, and a Master’s Degree in physics from the University of California at Davis.”
Notoriamente, per essere competenti in climatologia e’ opportuno aver studiato le onde gravitazionali…
“Radio Monitoring of Gravitational Lens Systems”
http://goo.gl/KTcU6D
E qual’e’ la misteriosa “private environmental consulting firm” di Sacramento?
http://www.bbc.com/news/uk-politics-23405202
“This was neatly summed up in a Guardian blog by Dana Nuccitelli, who works for a multi-billion dollar US environmental business (Tetra Tech) and writes prodigiously about global warming and related matters from a very distinct perspective.”
E per chi lavora Tetra Tech?
http://www.populartechnology.net/2013/07/dana-nuccitellis-paycheck-funded-by.html
Notare che il suddetto Dana e’ uno degli autori del pregevolissimo studio sul 97% di consenso!… (oddio, sempre meglio come CV di quello della Oreskes, quello e’ vero…)
Il cerchio si chiude, Caserini.
robertok06
entri nel merito dello studio di cui parla Dana Nuccitelli, pf, non di chi sia o per chi lavori Dana. È questo che interessa nella discussione, non altro. Parlava lei di “modellini farlocchi” e di “mettere alla gogna” chi “cerca di spacciare l’accordo fra modelli e dati come ottimo..etc etc.”, no?
Una risposta sul tema è senz’altro più utile che preoccuparsi della vita privata delle persone, anche perché mi pare di ricordare che sia lei stesso ad averlo auspicato 3 giorni fa.
http://onlinelibrary.wiley.com/doi/10.1002/2015GL064888/full
@steph
“Una risposta sul tema è senz’altro più utile che preoccuparsi della vita privata delle persone, anche perché mi pare di ricordare che sia lei stesso ad averlo auspicato 3 giorni fa.”
1) La vita privata era la mia, cioe’ quella di quelli che postano qui;
2) Non ho evocato la vita privata di Dana Nuccitelli, ma la sua preparazione di “climatologo” e il fatto che lavora per chi lavora;
3) Dal tuo link al famoso articolo di Cowtan et al…
“Applying the methodology of the HadCRUT4 record to climate model temperature fields accounts for 38% of the discrepancy in trend between models and observations over the period 1975–2014.”
… ottimo!… devono “solo” spiegare il rimanente 62% di discrepanza. 🙂
Su questo studio un climatologo piuttosto preparato ha scritto questo:
“The key problem I have with their analysis is that they rely on global climate model simulations to sort out the differences between trends in surface air temperature and bulk surface temperature over the oceans. The odds of climate models doing this correctly are slim to none IMO. ”
… e’ l’ennesima applicazione dei modellini al computer… che (per fare un esempio) come indicato dal link fornito da Caserini e quello poi fornito dal sottoscritto qui sopra, prevedono un aumento dei livelli dei mari a causa dello scioglimento dei ghiacciai antartici di 7-9 cm al 2100, salvo poi, due anni piu’ tardi (e alcuni degli stessi autori) prevedere piu’ di un metro alla stessa data.
Non solo la Citta’ del Vaticano,ma Costa Rica e’ in procinto di arrivare al 100% di energia rinnovabile, a oggi supera il 99% e non stiamo parlando della Santa Sede, ma di un paese di oltre 5 milioni di abitanti.
Sulle dichiarazioni potenzialmente diffamatorie del Prof. Roberto sui “trucchi” nelle omogeneizzazioni sui dati globali, avendo partecipato al controllo di qualita’ dei dati termici mondiali e contribuito a un certo numero di correzioni ,posso documentare che almeno la mia parte di lavoro e’ stata accurata , professionale e in buona fede.
Mi permetto di pensare che se suddette correzioni avessero portato a un leggero livellamento verso il basso delle temperature globali, non le avrebbe ritenute trucchi e insinuato che erano in mala fede.
Non metto in dubbio la sua professionalita’ nel suo campo , ma in quanto a climatologia mi permetto di pensare che sta “sparando nel mucchio” senza la competenza necessaria.
@ Roberto
Guardi che nessuno ha messo in discussione la sua vita privata, da quando Lei ha dichiarato il suo nome e cognome.
Inizialmente avevo scritto, in risposte a sue argomentazioni scritte con uno pseudonimo, che mi veniva da dubitare “della sua conoscenza del mondo scientifico”, perché mi sembrava un atteggiamento poco scientifico sia il suo ritenere facile pubblicare articoli su riviste serie truccando i dati o i risultati dei modelli, che rivolgere offese pesanti a tanti altri scienziati.
Se scrive sotto pseudonimo, non può lamentarsi se qualcuno dubita della sua conoscenza del mondo scientifico.
Ad ogni modo, provi a riflettere sul fatto che Lei è molto sensibile ed esigente verso presunti affronti rivolti al suo essere uno scienziato, mentre se rilegge i suoi commenti vedrà molti passaggi insolenti e infamanti verso il lavoro di altri scienziati, fra l’altro indubbiamente più competenti di Lei sui temi oggetti di discussione.
@max
“Non metto in dubbio la sua professionalita’ nel suo campo , ma in quanto a climatologia mi permetto di pensare che sta “sparando nel mucchio” senza la competenza necessaria.”
Hai scoperto l’acqua calda, max!… non sono climatologo… mai detto di esserlo, ma sono fisico e due conti li so fare, quindi certe pappine riscaldate preconfezionate con titoloni catastrofistici a 8 colonne su certi blog (questo NON incluso, e’ molto meglio degli altri, devo ammetterlo) non me le bevo come fossero acqua fresca, tutto li.
Non metto in dubbio la buona fede della maggioranza dei ricercatori, ma mi permetto di diffidare dei finti ricercatori, climatologi con specializzazione in onde gravitazionali, e che a tempo parziale di professione (su skepticalscience) diffamano veramente altri veri climatologi… sto parlando ovviamente di dana nuccitelli. Non ho inventato nulla di quanto ho scritto sopra, tutto trovato su internet, sito della UC Davis, di Terra Tech e internet… prenditela con loro, non con me… grazie.
Saluti.
@caserini
“se rilegge i suoi commenti vedrà molti passaggi insolenti e infamanti verso il lavoro di altri scienziati, fra l’altro indubbiamente più competenti di Lei sui temi oggetti di discussione.”
Esempio di insolenza? Grazie.
Esempio di infamia? Grazie.
Mai detto di essere piu’ competente di loro, solo che mi riservo il diritto di essere diffidente rispetto a certi toni catastrofistici che leggo qui (non molto) e altrove (molto)… tra l’altro mi pare di aver quasi sempre argomentato i miei messaggi con link a documenti scientifici seri… devo ricopiarli tutti e linkarli di nuovo?
Meno coda di paglia e piu’ argomenti convincenti… “loro sono piu’ competenti di te quindi devi credergli” non e’ scienza, e’ fede religiosa… in campo scientifico si mette sempre tutto in discussione…
Saluti.
——————
Here is Rutgers Snow Lab analysis of NH snow cover. Not much change since mid-1990s.
http://climate.rutgers.edu/snowcover/chart_anom.php?ui_set=0
Stiamo parlando del manto nevoso dell’intero emisfero boreale: qualcuno nota un cambiamento notevole negli ultimi 25 anni? Io no… onestamente. Cosa dovrei fare? Far finta di non vedere questo non-cambiamento e credere a certi titoloni iper-catastrofistici sulla sorte di ghiacci e neve del pianeta?
I modelli precisi e accettati al 97% come spiegano questi DATI?… la mancanza di correlazione con le temperature che, NASA/NOAA docent, sono in continuo aumento da 15 anni?… non c’e’ mese che non si batta un record?
Non riesco ad allinearmi al pensiero unico collettivo, ne’ alle mode, mi dispiace.
@perchihapazienzadileggere,vuolecapireenonsologuardarelefigure
in merito alla neve è sufficiente aprire (anche a caso, come ho appena fatto io) l’abstract di una delle pubblicazioni recenti per accorgersi che, come spesso capita, le cose non sono semplici come appaiono “at first glance”
ad esempio qui: (Kim, Y., J. Kimball, D. Robinson, and C. Derksen (2015) New satellite climate data records indicate strong coupling between recent frozen season changes and snow cover over high northern latitudes. Environmental Research Letters, 10) scrivono:
“Similar decreasing trends in annual FR and SCE durations coincided with widespread warming (0.4 °C decade−1). Relatively strong declines in FR and SCE durations in spring and summer are partially offset by increasing trends in fall and winter. These contrasting seasonal trends result in relatively weak decreasing trends in annual FR and SCE durations …”
La neve è senz’altro un utile indicatore climatico, ma non dipende solo dalle temperature. Come ci potrebbe spiegare di certo meglio Paolo Gabrielli, che spesso interviene qui, e come intuiamo tutti, contano anche le precipitazioni.
Nelle Alpi italiane per esempio, ho letto studi (ciò che constato anche di persona) che mostrano come la nevosità sia innegabilmente diminuita alle basse quote, (dove, in media, più spesso piove), mentre il trend è poco mosso a quote alte.
Questo come sappiamo, non è sufficiente a contrastare la contrazione dei ghiacciai (è catastrofismo dire che le Alpi tra pochi decenni somiglieranno ai Pirenei? andate a sentire una conferenza di Smiraglia oppure fate due conti da voi… dopo aver messo a confronto un paio di foto di ghiacciai scattate a distanza di pochi anni…) dicevo, non è sufficiente, perchè fa più caldo, fa più caldo in estate e, in media, sono estati più lunghe.
Nevica, non c’è il GW! altro classico del repertorio neghista. Un po’ datato, ma i classici, si sa non invecchiano mai. Adesso però, è ora di rispolverare il periodo caldo medievale ed Erik il Rosso, poi i dati satellitari, e mi pare che il più sia fatto, dopo si può ricominciare il giro.
@homoereticus_altezzosusque
“è catastrofismo dire che le Alpi tra pochi decenni somiglieranno ai Pirenei?”
Ovviamente, no, perche’ probabilmente sara’ cosi’… ma E’ catastrofismo attribuire tutto cio’ all’aumento della CO2, perche’ NON e’ vero… e lo dimostrano studi come questo…
http://goo.gl/8iHYPV
… che mostra (fig.7 per esempio), come i grandi ghiacciai alpini abbiano cominciato a ritirarsi in maniera molto, ma moooolto piu’ drammatica di oggi a partire dal 1860 circa… la Mer de Glace sul Monte Bianco perse piu’ di 1 km di lunghezza in 20 anni circa, e dal 1880 ha perso poco piu’ di un altro km addizionale, nonostante l’aumento di CO2 dal 1860 al 1880 sia stato una frazione infinitesima di quanto non lo sia stato dal 1880 al 2010.
DATI!… con tanto di foto di cartoline dell’epoca!…
… oppure lo studio del 2013 citato qui?
http://www.climatechangenews.com/2013/09/06/soot-blamed-for-melting-alps-glaciers/
http://www.nature.com/news/how-soot-killed-the-little-ice-age-1.13650
… che dice cose come questa:
“When Kaser’s team looked at ice cores previously drilled at two sites high in the western Alps – the Colle Gnifetti glacier saddle 4,455 m up on Monte Rosa near the Swiss–Italian border, and the Fiescherhorn glacier at 3,900 m in the Bernese Alps – they found that in around 1860 layers of glacial ice started to contain large amounts of soot.
The team measured the effect the soot would have had on glaciers at the time in terms of equivalent changes in air temperature. They found that the melting effect of black carbon provided a good explanation of the observed glacier retreat.”
… cosa che infatti sta succedendo anche ai ghiacciai Himalayani (che, per inciso, secondo una nota organizzazione che si preoccupa della sorte del pianeta, sarebbero dovuti sparire completamente entro il 2035 o qualcosa del genere…
… eccolo qui… IPCC AR4:
https://www.ipcc.ch/publications_and_data/ar4/wg2/en/ch10s10-6-2.html
Scienza certa e certificata sicura al 97%, giusto amico mio?
Riprova pure.
Chissà perché molti scettici, indipendentemente dalle proprie competenze, ripetono non solo tipici schemi mentali, sovente basati sul cherry picking involontario e la mancanza di visione d’ insieme, ma sono così di frequente attratti da alcuni memi particolari.
L’ IPCC nel caso dei ghiacciai himalayani nel IV rapporto ha sbagliato, punto.
Solo che l’ errore è stato individuato con precisione e ciò è irrilevante a livello di comprensione scientifica del GW.
Tra l’ altro basta poco per scoprire come l’ affermazione sulla possibile scomparsa nel 2035 fosse frutto dell’ inserimento negligente nella redazione del rapporto di un estratto da una rivista non peer-reviewed.
http://www.skepticalscience.com/IPCC-Himalayan-glacier-2035-prediction-intermediate.htm
Tutto qua; il can-can mediatico che ne è scaturito non ha nulla che vedere con lo stato dell’ arte della glaciologia e con i numerosi scienziati e ricercatori che contribuiscono ad aumentarne le conoscenze inquadrandola nel più generale puzzle climatico globale.
Riprenderlo polemicamente dopo anni senza le doverose spiegazioni si commenta da solo.
@alberto
Noto che sorvoli allegramente con molta non chalance le 2 storielle/articoli peer-reviewed sulla diminuzione dei ghiacciai alpini nel 19-esimo secolo… della serie “vedo il cherry picking degli altri ma non quello mio”… trave nell’occhio anyone?
Vabbe’.. ci sono abituato, non e’ una novita’.
Next!
robertok 06
“… ottimo!… devono “solo” spiegare il rimanente 62% di discrepanza”
E perché mai? La variabilità interna, soprattutto sul corto periodo, domina sul segnale, non potrà mai avere una corrispondenza perfetta, o forse è così ingenuo da credere che sia possibile? Io non penso, visto per es. che è stato lei stesso a tirare in ballo il Nino.
“Su questo studio un climatologo piuttosto preparato ha scritto questo:”
bene, e quindi?
“e’ l’ennesima applicazione dei modellini al computer”
Non direi. Lo studio spiega, invece, un sistema per poter ridurre alcuni problemi sottostanti la comparazione fra le temperature osservate e quelle previste dai modelli.
La differente copertura spaziale è uno di questi, la differente composizione dei dataset globali fra osservazioni (data da un mix di temperature delle acque superficiali sugli oceani e di temperature dell’aria a 2m sulle aree di terra) e proiezioni modellistiche (sono temperature dell’aria anche sugli oceani) un altro.
Si prendono le osservazioni che (e dove) ci sono, si prendono i modelli e per fare una comparazione apple to apple si compone un dataset globale nei modelli simile a quello delle osservazioni (e si eliminano dai modelli tutti i punti di griglia in cui non sono disponibili le osservazioni). Tutto qui.
“Ovviamente, no, perche’ probabilmente sara’ cosi’… ma E’ catastrofismo attribuire tutto cio’ all’aumento della CO2, perche’ NON e’ vero”
ma guardi che è lei ad attribuire alla sola CO2 la deglacializzazione delle Alpi in atto, salvo poi confutarlo con ragionamenti anche un po’ deboli (lo sa bene anche lei che lo stato attuale dei ghiacciai non è in equilibrio con il clima attuale*), non le pare un artificio retorico?
*in caso contrario, può farsi una sommaria idea alle pagg. 345-346 del WG1 dell’AR5 (“FAQ 4.2 | Are Glaciers in Mountain Regions Disappearing?”).
@steph
“ma guardi che è lei ad attribuire alla sola CO2 la deglacializzazione delle Alpi in atto,”
Io faccio cosa? Ma sei fuori o che?
https://www.theguardian.com/environment/2015/may/27/most-glaciers-in-mount-everest-area-will-disappear-with-climate-change-study
Sono le cheerleaders del Guardian, che ripetono quello che gli raccontano i vostri climatologi… come fai a dire che sarei IO ad attribuire alla sola CO2 la deglacializzazione?… ah!… le Alpi, quello sopra era per l’Himalaya… eccoti accontentato:
“The study found that about 25 per cent of the global loss of glacier ice that occurred between 1851 and 2010 could be attributable to human influences, but that this rose to about 69 per cent between 1991 and 2010, based on computer simulations of the climate that included natural and man-made effects.”
http://www.independent.co.uk/environment/melting-glaciers-are-caused-by-man-made-global-warming-study-shows-9669572.html
… ancora una volta SIMULAZIONI AL COMPUTER, nulla di piu’.
“…salvo poi confutarlo con ragionamenti anche un po’ deboli (lo sa bene anche lei che lo stato attuale dei ghiacciai non è in equilibrio con il clima attuale*), non le pare un artificio retorico?
*in caso contrario, può farsi una sommaria idea alle pagg. 345-346 del WG1 dell’AR5 (“FAQ 4.2 | Are Glaciers in Mountain Regions Disappearing?”).”
Ma mi prendi in giro o che? L’ho detto io per primo che LO SO che i ghiacciai si stanno riducendo, sulle Alpi come praticamente ovunque… ho abitato per 12 anni sulle Alpi, attorno a Grenoble, e da casa mia adesso vedo il Monte Bianco e almeno 50 km di vette attorno ad esso… che commento trollesco questo tuo, diamine!
Sentì chi parla di troll: lei non è esperto in climatologia, in cui ho idea che per esserlo non basti saper fare di conto, e da giorni continua a confutare le tesi altrui, accusare a destra e a manca e prendere per i fondelli; vorrei poi sapere come si comporterebbe se dei climatologi cercassero di confutare lo stato dell’arte della meccanica quantistica.
Riguardo poi i modelli o le teorie che non sarebbero affidabili non è che siano mancati (vedi la relatività di Einstein ulteriormente confermata pochi mesi fa con la rilevazioni delle onde gravitazionali) o manchino (vedi stringhe, supersimmetrie etc…) in fisica.
Poiché né lei né lo staff di Climalteranti cambierete idea (e tra i due i più esperti sono questi ultimi), è inutile oltreché fastidioso continuare la solfa: per favore un po’ di rispetto per chi vuole solo informarsi e non sentire gente che sparla e non apporta nulla alla discussione.
@marco
Non hai che da SALTARE i miei messaggi, amico!… non sei obbligato a leggerli.
Complimenti per la dialettica, ti nomineremo ambasciatore.
Le do’ ragione in effetti: nessuno mi obbliga a leggere i suoi messaggi, ma vede il problema è che nessuno obbliga lei a scrivere in questo sito le sue idee riguardo un argomento in cui non è esperto e soprattutto considerando che lei non sembra intenzionato a tenere un discorso costruttivo. E come si usa dire in questi casi: don’t feed the troll.
@marco
Amico mio: io mi riservo il diritto di scrivere quello che voglio, quando voglio, quanto voglio… ai gestori del sito di decidere se pubblicarmi o meno. Tu sei un gestore del sito e non ti va bene quanto/quello che scrivo? Bannami/censurami… dovrebbe essere semplice.
Oh!… se a questo blog non possono/devono partecipare voci dissidenti (che sono amichevolmente chiamati “negazionisti”, per alleggerire i toni, giusto?) o e’ solo riservato ad esperti del settore, non avete che da dirmelo, come sono arrivato me ne vado… vivo benissimo senza postare qui.
In attesa di notizie/istruzioni, saluti.
Ognuno è libero di scrivere quel che vuole, anche se occorrerebbe evitare certi toni soprattutto se non si è competenti in materia, altrimenti si diventa nient’altro che un troll.
@marco
“Ognuno è libero di scrivere quel che vuole, anche se occorrerebbe evitare certi toni soprattutto se non si è competenti in materia, altrimenti si diventa nient’altro che un troll.”
Parole sante. Tu fin’ora hai scritto 3 messaggi, tutti rivolti al sottoscritto senza citare un dato, uno studio, niente di niente… solo per far polemica col sottoscritto.
E sarei io il troll, giusto?
Riprova quando vuoi.
@marco
Ah… dimenticavo questo:
“Poiché né lei né lo staff di Climalteranti cambierete idea ”
1) Io ho gia’ cambiato idea… anni fa ero un pasdaran climatocatastrofista… poi quando ho cominciato ad informarmi come si deve ho aperto gli occhi ed ho visto la luce, come si dice. A farmi cambiare idea fu soprattutto uno scienziato del Max Planck Institut di Garching, che si occupava di acqusizione ed elaborazione dei dati di satelliti per rilevazioni meteo/climatologiche, pensa un po’;
2) Io non voglio far cambiare idea a nessuno… vorrei dialogare, porre domande… ricevere soprattutto risposte!… ma che siano risposte chiare e documentate, non “loro sono gli esperti e tu no e quindi hanno ragione loro e devi credergli”, perche’… lo ripeto, questa NON e’ scienza, e’ pseudo-religione.
Passo e chiudo.
E allora se lei vuole davvero dialogare dovrebbe evitare l’uso di toni fuori luogo e della derisione, altrimenti si è o troll oppure non si hanno solide argomentazioni da aggiungere alla discussione: quanto al parere degli esperti (e Climalteranti gli articoli li ha sempre postati) io credo che un climatologo per conoscere lo stato dell’arte in Meccanica quantistica non abbia che fidarsi dei fisici non essendo esperti in tale materia; d’altronde se lei non fosse ad esempio esperto in Medicina non avrebbe che da fidarsi del medico, non crede? Questo a meno che lei non pensi che soltanto la Fisica sia l’unica e vera scienza: perché effettivamente un’affermazione del genere è molto simile ad un dogma religioso.
@marco
Ancora un altro messaggio rivolto al sottoscritto!… quale onore… ma di postare/dire qualcosa sull’argomento della climatologia o di quello che Battaglia ha detto o non detto neanche per idea?
robertok06
“Io faccio cosa?”
Alla domanda se sia catastrofismo dire che le Alpi tra pochi decenni somiglieranno ai Pirenei, lei scrive questo: “Ovviamente, no, perche’ probabilmente sara’ cosi’… ma E’ catastrofismo attribuire tutto cio’ all’aumento della CO2, perche’ NON e’ vero”
Definisce catastrofismo attribuire tutto ciò (= la deglacializzazione delle Alpi) al solo aumento del CO2. Ma non c’è nessuno studio scientifico che dice questo, nessuno che dice che sia il solo aumento del CO2 a causarla. E poi lei cerca di confutare il fatto che la deglacializzazione delle Alpi sia causata unicamente dall’aumento del CO2. Da noi, questo modo di argomentare si chiama straw man fallacy.
“Ma sei fuori o che?”
Forse che? Se io ritengo che il suo argomentare sia fallace, lo scrivo e lo dimostro senza per questo che debba essere accusato di essere fuori.
“Sono le cheerleaders del Guardian, che ripetono quello che gli raccontano i vostri climatologi”
Non so di cosa parla e a quali nostri (?) climatologi allude.
“ancora una volta SIMULAZIONI AL COMPUTER, nulla di piu’.”
Che cosa vorrebbe di più? Ovviamente, essendo fuori, so che non è così semplice, come lei fa intendere, effettuare uno studio di attribuzione in presenza di numerosi parametri che incidono sulla dinamica glaciale.
“Ma mi prendi in giro o che? ”
Di nuovo, forse che? Che lei sappia che i ghiacciai si stanno riducendo, sulle Alpi come praticamente ovunque, non implica che sappia pure che questi non siano in equilibrio con il clima attuale, come si evince da quanto scriveva prima “… i grandi ghiacciai alpini abbiano cominciato a ritirarsi in maniera molto, ma moooolto piu’ drammatica di oggi a partire dal 1860 circa…nonostante l’aumento di CO2 dal 1860 al 1880 sia stato una frazione infinitesima di quanto non lo sia stato dal 1880 al 2010.”
Forse è lei che prende in giro gli altri.
@steph
““Sono le cheerleaders del Guardian, che ripetono quello che gli raccontano i vostri climatologi”
Non so di cosa parla e a quali nostri (?) climatologi allude.”
Un esempio di “vostro” climatologo? Peter “l’artico sara’ ‘ice-free’ entro pochi anni” Wadham?
“How long do we have before the Arctic summer sea ice disappears?
Given present trends in extent and thickness, the ice in September will be gone in a very short while, perhaps by 2015. In subsequent years, the ice-free window will widen, to 2-3 months, then 4-5 months etc, and the trends suggest that within 20 years time we may have six ice-free months per year.”
… scritto proprio sul Guardian… nel luglio 2013!
Altri esempi a richiesta, no problem.
@robertok06
“Un esempio di “vostro” climatologo?”
Il vostro virgolettato è una forma di cortesia, suppongo.
Anyway: non mi risulta che il climatologo che Lei cita sia alle mie dipendenze. Ma se lo dice Lei, effendi, allora sarà senz’altro vero. Amen.
@steph
La luna, Steph!… la luna, non il dito!
Vostro nel senso di esser stato, nel caso specifico di Wadham, uno stesore dei rapporti IPCC.
Piu’ chiaro adesso o serve un disegnino?
@ robertok06
Mi faccia capire: il suo ragionamento sarebbe che se uno fra le migliaia e migliaia di scienziati che hanno collaborato ai rapporti IPCC dice una cosa molto discutibile (pur se non formalmente errata – ha usato “forse”), criticato per primo – e duramente – da altri scienziati che hanno collaborato agli stessi rapporti (vedi https://ipccreport.wordpress.com/2014/10/08/when-climate-scientists-criticise-each-other/), allora questo diventa il climatologo da citare come rappresentante della categoria, da indicare come “vostro climatologo”.
Bel modo di (s)ragionare.
Come se uno prendesse Battaglia come rappresentate della categoria dei professori universitari o dei fisici.
@Laura
No, non e’ il mio “ragionamento”, e’ solo “un esempio”, come ho chiaramente specificato nel mio messaggio.
Se vuoi altri esempi te li posso dare in due nanosecondi… uno dei primi e’ la deriva “estremista” recente di James Hansen… da cui hanno preso le distanza parecchi dei suoi colleghi.
Altro esempio? John Cook, quello del “97% di accordo sul global warming”;
Un altro, per restare in Italia? Il telegenico Mercalli…. la puntata di “Scala Mercalli” del 5/3/2016, dedicata al futuro della produzione energetica. Affermazioni azzardate, basate su ideologia e non scienza e/o dati noti.
Per quel che riguarda Battaglia, non viene “da voi” (interpreta pure le virgolette come preferisci) catalogato come rappresentante della categoria dei fisici, ma SICURAMENTE viene catalogato come rappresentante della categoria dei “negazionisti”… come se tutti i “negazionisti” la pensassero allo stesso modo su tutto… un modo infantile di vedere la cosa, a mio avviso.
Voila’!
@ robertok06
è un esempio da cui è partito per fare un ragionamento sbagliato, arrivando alle conclusioni che le servivano.
Può anche prendersela con le singole persone, con critiche generiche. Quando pubblica qualcosa di preciso e argomentato con un filo logico mi faccia sapere che lo leggo. Oppure lasci perdere, tanto dai commenti precedenti si vede che quando ha provato ad entrare nel merito le hanno fatto fare la figura del pollastro.
Passo e chiudo.
@Laura:
“Quando pubblica qualcosa di preciso e argomentato con un filo logico mi faccia sapere che lo leggo.”
“Oppure lasci perdere, tanto dai commenti precedenti si vede che quando ha provato ad entrare nel merito le hanno fatto fare la figura del pollastro.”
Eh!… come no?
Per esempio ho argomentato contro una attribuzione alle attivita’ antropiche della fusione dei ghiacciai (con parecchi links a studi peer-reviewed, che evidentemente tu trovi non sufficientemente precisi… 🙂 )… cose alle quale molti qui hanno obbiettato… coloritamente, per usare un eufemismo… negazionista, pollastro, troll, etc… e adesso che sono tornato a casa ed ho accesso ai files leggo che…
“Semiempirical methods for projecting GMSLR depend on the existence of a relationship between global climate change and the rate of GMSLR, but the implication of the authors’ closure of the budget is that such a relationship is weak or absent during the twentieth century.”
“Twentieth-Century Global-Mean Sea Level Rise: Is the Whole Greater than
the Sum of the Parts?”, J Climate Vol26 Aug 2013 DOI: 10.1175/JCLI-D-12-00319.1
… puoi scaricarlo e controllare, e’ open source.
Pollo e chiudo.
@robertok06
“Vostro nel senso di esser stato, nel caso specifico di Wadham, uno stesore dei rapporti IPCC.”
Per cui se uno è stato uno stesore dei rapporti IPCC, diventa automaticamente di mia proprietà??? La sua logica è questa, effendi?
By the way: sicuro che Wadham sia stato stesore dei rapporti IPCC?
http://www.damtp.cam.ac.uk/user/pw11/
Non è che magari sta scambiando una lucciola per…la luna?
@steph
“By the way: sicuro che Wadham sia stato stesore dei rapporti IPCC?”
Si: “German Scientists: Former IPCC Author Peter Wadhams Showing Pattern Of Irrationaliy …”Extremely Far-Fringe Corner” – NoTricksZone”
@robertok06
“Si: “German Scientists…”
Sei Lei pensa che basti citare così a caso un articolo di un blog qualsiasi che cita uno stralcio di frase detta da fantomatici “German scientists” per convincere l’interlocutore della bontà della sua ipotesi, è fuori rotta, e di tanto.
@steph
“Sei Lei pensa che basti citare così a caso un articolo di un blog qualsiasi”
Se non riesci a trovare da solo l’articolo scientifico giusto che si riferisce a quello non so cosa farci… e’ un tuo evidente limite (non quello maggiore, credimi).
Quanto a citare il blog XY come referenza, forse non te ne sei accorto ma siamo su “un blog qualsiasi”… e se guardi il testo del blog di caserini che dovremmo commentare (ma non si riesce perche’ ci sono quelli come te che fanno solo rumore di fondo) ne troverai parecchi anche li. Ben piu’ di 10!
Ad ogni modo, e’ evidente che le voci fuori dal coro qui non sono benvenute… me ne faro’ una ragione e cerchero’ di sopravvivere, che devo dirti?
Buona continuazione della crociata… e un saluto alla setta.
Lei non è una voce fuori dal coro purtroppo: lei riguardo il Clima non è esperto e ha anche argomentato le sue tesi compiendo errori (si legga, se vuole, il mio ultimo commento all’articolo “Ghiacciai, vulcani e riscaldamento globale: quale relazione?” datato on Set 1st 2016 at 16:10) e citando articoli che smentiscono le sue affermazioni senza per nulla smentire l’AGW (vedi Groenlandia e ruolo del vapore acqueo nel Riscaldamento globale).
Dopodiché se uno ad esempio volesse smentire Einstein (e ci sono sedicenti esperti che lo fanno) minimo una pernacchia gliela rifilano, minimo: con tutte le evidenze (nella Relatività come nell’AGW) è ben difficile smentire numerosi scienziati in diversi ambiti che seriamente non fanno altro che il loro lavoro.
robertok06
“Se non riesci a trovare da solo l’articolo scientifico giusto che si riferisce a quello non so cosa farci… e’ un tuo evidente limite (non quello maggiore, credimi).”
Non ho mai detto che io non abbia trovato (e letto) l’articolo, se lo è inventato di sana pianta, giusto per piantare grana come suo solito.
Ribadisco riformulando, magari ci arriva anche Lei.
Converrà anche Lei, effendi, che non basta citare a caso un articolo di un blog qualsiasi che riporta uno stralcio di frase detta da fantomatici “German scientists” per convincere l’interlocutore della bontà della sua ipotesi, vale a dire che Wadhams è sicuramente stato stesore dei rapporti IPCC. Soprattutto quando sul sito di riferimento dell’Università di Cambridge che le ho gentilmente linkato non appare nulla di tutto ciò. Magari è una svista.
“e se guardi il testo del blog di caserini che dovremmo commentare (ma non si riesce perche’ ci sono quelli come te che fanno solo rumore di fondo)”
Che fa, effendi, proietta sugli altri le sue qualità?
@steph
“Converrà anche Lei, effendi, che non basta citare a caso un articolo di un blog qualsiasi che riporta uno stralcio di frase detta da fantomatici “German scientists” per convincere l’interlocutore della bontà della sua ipotesi, vale a dire che Wadhams è sicuramente stato stesore dei rapporti IPCC. Soprattutto quando sul sito di riferimento dell’Università di Cambridge che le ho gentilmente linkato non appare nulla di tutto ciò. Magari è una svista.”
Attenzione!… collegare il neurone prima di rispondere!
http://goo.gl/dv7Gmh
Prima pagina, Working Group 1… “The Physical Science Basis” (!!!)… la base fisica di tutta la storiella!
… capitolo 1, “Introduction”… “Review Editors”…ultimo nome della lista e’….?????
Puoi chiedermi scusa quando vuoi, amico.
@robertok06
“Puoi chiedermi scusa quando vuoi, amico.”
Scuse per cosa, effendi? Da quando uno deve scusarsi se chiede una conferma precisa? Fra l’altro “Review Editor” lei lo traduce con “stesore”? Fra stesura e revisione c’è una sottile differenza, mi pare. Ma sono questioni di lana caprina, ammetto.
“e se guardi il testo del blog di caserini che dovremmo commentare (ma non si riesce perche’ ci sono quelli come te che fanno solo rumore di fondo)”
Hai ragione. Dovremmo commentare il testo del post. Torniamo in tema. Se permette, effendi, tornerei al suo primo commento:
\\”Battaglia avra’ anche scritto sciocchezze, ma anche qualche vostra correzione non e’ che sia senza ombra di dubbio giusta ed al riparo da possibil obiezioni… un esempio?
Avete scritto:
“Pag. 10 …senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento si stia osservando oggi”. Errore 4. È chiara l’accelerazione rispetto ai precedenti decenni.”
(…) … e parlare di “accelerazione” per il semplice fatto che gli ultimi 2-3 anni mostrano un piccolo bozzo in salita mi pare, francamente, ridicolo.”\\
http://climate.nasa.gov/news/2201/sea-level-rise-global-warmings-yardstick/
“Global sea levels have risen by about 8 inches in the last 130 years” <—- 8 inches (=20,32 cm) in 130 y, come dire 1,56 mm/y
"Global sea levels have been ticking steadily higher by about an eighth of an inch (3.2 millimeters) each year since scientists began measuring them two decades ago.” <—- 3,2 mm/y negli ultimi decenni.
Da 1,5 mm/y a 3,2 mm/y. No, non è decisamente in corso nessuna accelerazione del livello dei mari. Anzi: definitivamente.
@steph
“Fra l’altro “Review Editor” lei lo traduce con “stesore””
Si. Il review editor, assieme agli altri dello stesso livello, raggruppa tutti i contibuti, controlla che siano omogenei nel loro formato, e congruenti nei risultati/conclusioni uno con l’altro, e redige il documento finale… lo stende (non dalle risate, come fai tu con noi che ti leggiamo)… come d’altronde spiegato in questo breve estratto da un documento ufficiale IPCC:
“Assessment Reports and Special Reports are prepared by chapter teams of authors and Review
Editors. (See IPCC Factsheet – How does the IPCC select its authors?) The Review Editors ensure
that all substantive comments received during review are given appropriate consideration by
the author teams and ensure that genuine diversity in perspectives in the literature is reflected
adequately in the report.”
Adesso puoi arrampicarti su sto specchio una volta di piu’. Vai Steph, facce sogna’.
@robertok06
È una questione di lana caprina, come dicevo. Nello stesso documento che Lei linka, a seguire, si legge:
“The first draft of a report is prepared by the authors based on scientific, technical and socio- economic literature in scientific journals and other relevant publications.”
Nell’appendice A dei principi che governano il lavoro dell’IPCC, “PROCEDURES FOR THE PREPARATION, REVIEW, ACCEPTANCE, ADOPTION, APPROVAL AND PUBLICATION OF IPCC REPORTS”, cap. 4.3.3 “Preparation of Draft Report”, si legge:
“Preparation of the first draft of a Report should be undertaken by Coordinating Lead Authors and Lead Authors. Experts who wish to contribute material for consideration in the first draft should submit it directly to the Lead Authors. (…) Lead Authors will work on the basis of these contributions, the peer-reviewed and internationally- available literature, including manuscripts that can be made available for IPCC review and selected non-peer review literature according to Annex 2 and IPCC Supporting Material”.
Coordinating Lead Authors e Lead Authors sono i primi stesori del draft.
Comunque, se vuole che le dica che ha ragione, non ho problemi a farlo.
ho letto il testo di Battaglia, le controdeduzioni e ho preso a caso due link uno riguardo l’efficienza dei sistemi alternativi e uno riguardante la capacità di immagazzinare energia, il primo parla in termini economici dello sviluppo del solare in mercati quali quello cinese e il secondo spiega che in futuro l’energia prodotta da centrali sia a carbone che eoliche o fotovoltaiche sarà disponibile in maniera più efficiente che ora, da qui a sostenere che l’energia alternativa potrà sostituire quella di origine fossile o nucleare ce ne passa
A mio avviso andrà trovato un compromesso ma provo a fare un ragionamento, assodato che lo stato ha speso un centinaio di miliardi in incentivi vari al fotovoltaicoeolico (la maggior parte ai soliti noti) se 30 di quei miliardi fossero andati a fondo perduto per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni in modo particolare nel centro nord quanto si sarebbe risparmiato in futuro in termini di immissione di anidride carbonica?
se l’immissione di energia elettrica in rete non fosse soggetta al regime di monopolio del “di…..spacciatore” in termini di utilizzo di apparecchiature con tale alimentazione quale sarebbe lo sviluppo (pompe di calore, codizionatori ad alta efficenza ecc.)?
l’utilizzo di biomasse e dei termovalorizzatori (vedi Austria Germania ecc.) può rappresentare una valida integrazione al fotovoltaicoeolico?
a proposito ho notato che il tema del nucleare non viene affrontato nell’introduzione ..
@giampietro
‘se 30 di quei miliardi fossero andati a fondo perduto per migliorare l’efficienza energetica delle abitazioni in modo particolare nel centro nord quanto si sarebbe risparmiato in futuro in termini di immissione di anidride carbonica?’
Supponiamo che ci siano 5 milioni di vani abitativi sui (credo) 25 totali da migliorare, fanno 6 mila €/abitazione… a occhio e croce non sufficienti… inoltre l’energia risparmiata non sarebbe elettricità, dato che pochissimi scaldano casa in quel modo in Italia… mentre fv e eolico producono solo elettricità, quindi non ha tanto senso confrontarli.
@Roberto
A onor del vero esiste anche il modo di scaldare l’acqua unendo una pompa di calore al Fotovoltaico, così come se si installassero delle stufe a pellet si risparmierebbe e si userebbe combustibile rinnovabile: quindi si avrebbe l’abbattimento di CO2 da fonti non rinnovabili, non dovendo più ricorrere al gas metano.
@marco
“A onor del vero esiste anche il modo di scaldare l’acqua unendo una pompa di calore al Fotovoltaico, così come se si installassero delle stufe a pellet si risparmierebbe e si userebbe combustibile rinnovabile: quindi si avrebbe l’abbattimento di CO2 da fonti non rinnovabili, non dovendo più ricorrere al gas metano.”
1) Pensare di riscaldare una casa d’inverno, i 4 mesi da novembre a febbraio, utilizzando elettricita’ da FV per far funzionare un PdC e’ irreale… dato che il FV medio italiano produce in quei 4 mesi pochissima corrente per poche ore SOLO DI GIORNO;
2) Le stufe a pellets non sono esenti da emissioni;
I pellets su scala di un paese (cioe’ non un prodotto per pochi amanti del fuocherello in casa… nota… ho posseduto una stufa a pellet per 9 anni, quando abitavo in montagna) NON sono sostenibili… basta fare due conti… potere calorifico della combustione del legno e la resa in ton/km2 di foresta.
Il colmo dei pellet e’ quando il sogno “ambientalista” partorisce idee come quella della centrale britannica di Drax, che e’ stata parzialmente convertita da carbone a pellets… problema e’ che i milioni di tonnellate di pellet/anno che sono necessari per farla andare avanti arrivano dagli USA… dove generano non pochi problemi ecologici. Pensare di utilizzare solo gli scarti della lavorazione del legno o della manutenzione delle foreste per convertirli in pellets e’ irrealista… non ce n’e’ abbastanza.
L’unico modo è integrare il FV alle stufe a pellet (che indubbiamente in inverno scalda sopperendo al ridotto utilizzo del FV) e a quanto la ricerca saprà inventarsi: peraltro gli alberi hanno la possibilità di essere ripiantati, come si usa fare in Scandinavia, e la CO2 provenendo da una fonte rinnovabile non ha il medesimo impatto della CO2; ad ogni modo prima o poi il petrolio finisce e dunque un modo alternativo s’ha da essere trovato…
@marco
“peraltro gli alberi hanno la possibilità di essere ripiantati, come si usa fare in Scandinavia,”
Peccato che in molti casi si ripiantino solo alberi a crescita veloce, tipicamente monoculture… al posto di foreste primordiali;
“e la CO2 provenendo da una fonte rinnovabile non ha il medesimo impatto della CO2;”
Stai dicendo che le molecole di CO2 emesse dalle stufe a pellet hanno un’etichetta che permette di distinguerle da quelle emesse da altre fonti? 🙂
“ad ogni modo prima o poi il petrolio finisce e dunque un modo alternativo s’ha da essere trovato…”
Gia’ fatto… ma pregiudizi ideologici impediscono di attuarlo su larga scala.
Peccato che l’abbattimento di foreste primordiali per sostituirlo con la monocoltura di alberi non sia un passo necessario perché è ovvio che sia fuori da ogni logica farlo, e riguardo ad esempio le foreste pluviali c’è il problema che il suolo non sia granché fertile, quindi che alberi potresti ripiantare? E nell’ottica di rallentamento del GW che senso avrebbe ridurre l’ampiezza delle foreste primordiali, essendo i polmoni del pianeta?
Ovviamente so benissimo che la CO2 delle stufe a pellet e la CO2 dal petrolio sono la medesima molecola, quello che intendevo è che l’origine è una cosa diversa in questo senso: la CO2 emessa bruciando la legna, provenendo da una fonte rinnovabile, ritorna nella natura, poiché da tot alberi esce tot CO2 che, ripiantando gli alberi abbattuti, ritorna a essere immagazzinata in essi.
Quella CO2 emessa dal petrolio invece rimane nell’atmosfera e ci vorrebbero ben più ettari di foresta di quelli esistenti per reimmagazzinarla nei tessuti degli alberi.
Dopotutto nei millenni in cui l’uomo utilizzava soltanto la legna, i livelli di CO2 erano bene o male costanti: il problema è proprio la CO2 aggiuntiva rispetto alla norma.
Infine il problema del nucleare tuttavia è che l’uranio non è una fonte rinnovabile, quindi sarebbe soltanto un “ripiego” temporaneo.
@marco
“Peccato che l’abbattimento di foreste primordiali per sostituirlo con la monocoltura di alberi non sia un passo necessario…”
Lo E’ GIA’!… un’ottima discussione la trovi sul blog di Euan Mearns… googla “wood pellets drax and deforestation euan mearns” e vedrai… o puoi trovare molti altri links a documenti che trattano di questo problema.
Che lo si faccia già non implica che non possa essere fatto diversamente.
@marco
“la CO2 emessa bruciando la legna, provenendo da una fonte rinnovabile, ritorna nella natura, poiché da tot alberi esce tot CO2 che, ripiantando gli alberi abbattuti, ritorna a essere immagazzinata in essi.”
Si… ma solo dopo che gli alberi sono ricresciuti ed hanno raggiunto la taglia degli alberi tagliati (stessa quantita’ di CO2 da immagazzinare)… quanti anni dopo?
————-
“Infine il problema del nucleare tuttavia è che l’uranio non è una fonte rinnovabile, quindi sarebbe soltanto un “ripiego” temporaneo.”
???? Qui la mente vacilla!… di nuovo questa leggenda metropolitana!… non se ne puo’ piu’…
Marco: la crosta terrestre e’ letteralmente piena di uranio.
Ci sono, inoltre, 6 miliardi di tonnellate di uranio dissolto nell’acqua di mari e oceani del pianeta… uranio che e’ in equilibrio, come concentrazione, con le rocce dei fondi marini… il giorno che se ne dovesse estrarre abbastanza da far abbassare la concentrazione d’equilibrio ci sarebbe dell’uranio delle rocce che passa in soluzione, ristabilendo l’equilibrio iniziale… quindi l’U nell’acqua di mare e’ da tutti i punti di vista “rinnovabile” E “infinito”… almeno per la specie umana ed almeno per qualche milione di anni… Basta ingegnarsi ad estrarlo.
I dati a proposito delle varie forme di energia/exergia, li trovi qui:
http://www.univie.ac.at/photovoltaik/umwelt/ws2012/unit4/Herman_2006_Energy.pdf
…e, graficamente…
https://gcep.stanford.edu/pdfs/GCEP_Exergy_Poster_web.pdf
… angolo in basso a destra… “sea water uranium”… 360 mila ZJ (zettajoules)… dove ogni ZJ equivale a 278 mila TWh…. (consumo elettrico italiano 300 TWh/anno).
“The engineered protein is thermally stable and offers very high affinity and selectivity for uranyl with a Kd of 7.4 femtomolar (fM) and >10,000-fold selectivity over other metal ions. We also demonstrated that the uranyl-binding protein can repeatedly sequester 30–60% of the uranyl in synthetic sea water. ”
http://www.nature.com/nchem/journal/v6/n3/abs/nchem.1856.html
Quanto al “ripiego”, il nucleare in Europa e’ la prima fonte di produzione di energia elettrica… quindi tanto “ripiego” non lo definirei… sono 810 TWh nel 2015:
ec.europa.eu/eurostat/statistics-explained/index.php/File:Electricity_Statistics_2013-2015_(in_GWh)_update.png
… cioe’ piu’ di tutto l’idroelettrico, l’eolico e il solare assieme del continente… “ripiego”????
Occhio alle leggende, Marco! 🙂
@Roberto
Guardi non so che dirle, solo che a sensazione la sua disamina mi pare fin troppo ottimistica, dato che dal poco googolare che ho fatto sembra che occorra estrarre più uranio rispetto alla quantità del combustibile nucleare inteso come prodotto finito, visto che non tutto l’uranio è fissile; l’U235 è l’isotopo fissile, tuttavia in natura sembra che questo isotopo sia solo lo 0,72%, quindi è davvero pochino.
Poi la storia dell’uranio disciolto nei mari, che risente comunque della rarità dell’U235, rinnovabile e “infinito” mi pare un po’ strana, quasi “miracolistica”…
Quanto alla crescita degli alberi, ad esempio la Pawlonia tomentosa, usata come biomassa, per un’altezza di 30 m cresce di 4-5 m all’anno: quindi questo albero in 6 anni più o meno ripiglia la CO2 emessa bruciandola.
@marco
Oh, contento tu, contenti tutti… gli scienziati di mezzo mondo si rompono la testa a inventarsi mille diavolerie, e invece basterebbe piantare paulownia tomentosa a go go.
Buona continuazione di medioevo.
Svezia? quasi 40% di nucleare su circa 10Mil di abitanti ed un territorio il doppio dell’Italia e poi racccontano di biomassa e di vetture elettriche. La biomassa si riproduce in 100 anni non in 5 o 6, della serie mi prestate 10milioni che ve li restituisco tra 100 anni tanto siamo pari no? Mi dite che si recupera prima? Ok mi arrendo ve li restituisco tra 5 o 6.
Se avete voglia andate a vedere il consumo procapite di energia degli svedesi e confrontatele con i nostri poi capirete perche gli svedesi sono ricchi. A proposito, per scaldarsi bruciano biomassa (immondizie) non biomassa(legno) che è più prezioso per altri usi.
@Roberto, Gianpi
Dite quello che volete ma la Paulonia cresce così velocemente (e se si usassero gli scarti derivanti dall’agricoltura la ricrescita sarebbe ancora più rapida), quindi altro che 100 anni: ovviamente l’uso delle biomasse deve essere integrato alle altre fonti rinnovabili, quindi dove sarebbe il problema?
@Roberto
Medioevo? Bhè almeno all’epoca non c’era l’AGW, cosa volete di più :P?
No, scherzi a parte, davvero lei crede che gli scienziati di mezzo mondo stiano inventandosi anche il modo di aumentare le quantità di U235? Perché se questo isotopo è lo 0,72% del totale di U238, che NON è fissile, come si potrebbe aumentarne le quantità?
Qui immagino dovremmo entrare nel campo della Fisica perciò lei è l’esperto: da pressoché ignorante in materia magari un modo esiste, tuttavia mi pare che non sia possibile visto che per generare U235 dall’U238 occorrerebbe togliere da quest’ultimo 3 neutroni dal nucleo atomico, la qual cosa mi pare impossibile (tranne ricorrere all’Alchimia, archiviata assieme al medioevo purtroppo ^^), anche ricorrendo agli acceleratori di particelle (anche perché se fosse possibile, tanto varrebbe creare dell’antimateria dalla cui annichilazione si ricaverebbe molta più energia che non con la fissione).
Poi lei dice che devo stare attento alle leggende, tuttavia la sua idea di un perpetuo utilizzo della fissione nucleare mi pare fantascienza: perché non dico che magari un giorno si riuscirà a manipolare facilmente ma soprattutto a basso costo le particelle che compongono il nucleo atomico, tuttavia credo che ci vorrà tantissimo tempo per ottenere una simile tecnologia e riguardo l’AGW diciamo che il tempo stringe.
Poi certo, siccome non si crede nell’AGW né al ruolo della CO2 nel clima della Terra, allora indubbiamente abbiamo tutto il tempo di questa Terra, solo che l’AGW esiste, sicché…
@marco
‘No, scherzi a parte, davvero lei crede che gli scienziati di mezzo mondo stiano inventandosi anche il modo di aumentare le quantità di U235? Perché se questo isotopo è lo 0,72% del totale di U238, che NON è fissile, come si potrebbe aumentarne le quantità?’
Marco: prima di discutere con me di nucleare e mettere in dubbio quello che dico DEVI impostare un minimo la materia.
L’uranio 238 e’ fertile, come si dice, e contribuisce alla fissione generando, fra l’altro plutonio… Se non sai neanche questo coda vuoi discutere?
Vai, cori ad innaffiare la paulownia. 🙂
Ciao.
Ben per quello ho scritto di non essere esperto. Comunque dell’U238 che è fertile non lo sapevo, tuttavia leggendo in giro, qualcosa comunque non quadra: difatti non mi pare che l’U238 in quanto tale venga fertilizzato apposta per dare Plutonio utilizzabile in reattori appositi (d’altronde questo elemento è stato utilizzato per costruire le armi nucleari); tra l’altro il Plutonio si forma all’interno del reattore nucleare, tuttavia non è possibile protrarre oltre una certa soglia la sua sintesi poiché oltre al Pu239 fissile si genera Pu240 che espone al rischio di fissione spontanea e dunque incontrollata.
In natura comunque in rocce contenenti uranio c’è il 99% di U238 e lo 0,7% di U235 e molti reattori nucleari utilizzano uranio arricchito laddove la percentuale di U235 sale dal 3 al 5%: a partire da 12 kg di uranio naturale si ottengono all’incirca 1 kg di uranio arricchito al 5% di 235U e 11 kg di uranio impoverito, che non viene utilizzato se non in minima parte nei reattori nucleari. Quindi la massima parte dell’U238 sembra essere inutilizzato, ragion per cui basarsi su di esso sembra pressoché impossibile su larga scala, per questo non capisco l’ottimismo riguardo l’uso del nucleare.
@marco
‘Quindi la massima parte dell’U238 sembra essere inutilizzato,’
Sembra solo a te… l’U impoverito può essere riutilizzato ancora, inpoverendolo ulteriormente, non a caso viene stoccato come una risorsa, non uno scatto.
Basta investire in SWU, e si ottiene del nuovo U arricchito.
I reattori CANDU moderati a acqua pesante funzionano anche con I maiale non arricchito, ed i reattori a neutroni veloci ‘bruciano’ di tutto, scorie incluse.
‘scatto’… ‘scarto’…
‘I maiale’ … ‘U naturale’… dannato correttore ortografico.
Indubbiamente non essendo esperto posso dire cose sbagliate, ciò non toglie che dubito sia solo per motivi ideologici che non si usi maggiormente il nucleare: soprattutto se davvero l’uranio si potrà utilizzare per ancora centinaia di anni.
@Marco
‘dubito sia solo per motivi ideologici che non si usi maggiormente il nucleare:
Eggia’!… i due rederendum in italia sono stati fatti perche’ i promotori sostenevano che non ci fosse abbastanza uranio, giusto?
E in Germania?… la farlocca Energiewende?… ha fermato 8 reattori e ne fermera’ altri 9 (o quel che sono)perche’ c’e’ poco uranio, e non sanno come farli funzionare, giusto?
E la Svezia?… perche’ la Svezia ha deciso di fermare i reattori che ha?… anche li non si trova uranio per mandarli avanti?
‘soprattutto se davvero l’uranio si potrà utilizzare per ancora centinaia di anni.’
L’uranio per i reattori e’ infinito.
Vediamo quanto riesci ancora a menarla sta storiella.
Vabbè adesso è addirittura infinito: ma secondo lei se l’uomo si trovasse realmente dinnanzi ad una fonte di energia realmente infinita e tutto sommato sicura (visto che comunque i più gravi incidenti si sono avuti per errore umano e per tsunami) basterebbe una ideologia per impedire di usarla?
Detto che in linea teorica io non sono contro l’uso del nucleare, tuttavia continuo a ritenere assurdo che davvero questa fonte di energia sia senza fine: questo perché ritrovarsi davanti alla soluzione ad ogni nostro problema e non applicarla per mera ideologia è quanto meno stupido, visto che ad esempio nessuna ideologia avversa agli OGM ha impedito di migliorare geneticamente piante etc..; tenendo conto che sono gli stessi ad avversare il nucleare e gli OGM.
[…] di sciocchezze sul tema dei cambiamenti climatici in grado di insidiare i precedenti record di Franco Battaglia e Annalisa […]
https://www.youtube.com/watch?v=1YxmOpRAT4g
Le storielle dei Vichinghi e la Groenlandia? Ma se ci hanno abitato per 300 anni e più. Erano marinai esperti: hanno aspettato 300 anni per andarsene da un luogo così inospitale?
Il problema è che affrontate l’argomento in modo religioso: avete la Verità unica in tasca, e chi non è d’accordo con il Vs. Verbo è da far fuori. Fortuna che in questi giorni ci pensa il generale inverno: in 3/4 degli USA si gela, In Siberia orientale a Novembre 2017 si è raggiunto -54 °, in Canada in molte città è stato vietato festeggiare l’anno nuovo in piazza per timore dei congelamenti. E dalle mie parti, a Dicembre ha fatto freddo, molto.
Ah già dimenticavo : il freddo intenso di questi giorni è colpa del riscaldamento globale di origine antropogenica…. Ah , Ah, Ah, Ah !
solo su questo punto:
Ovviamente, gli impianti di energia fossile e nucleare devono essere sostituiti a parità di energia prodotta (e non di potenza). Molti studi già indicano la possibilità di fornire energia elettrica con anche solo vento, sole e idro. In particolare esiste una cosa, evidentemente ignota al Battaglia, che si chiama “accumulo dell’energia”, e consente appunto di accumulare l’eccesso di produzione di energia rinnovabile per restituirla nei momenti in cui quest’ultima non è sufficiente a soddisfare la domanda. L’accumulo è uno dei settori in maggiore fermento nel mondo dell’energia, come si può vedere qui e qui.
appare ben evidente che chi scrive non capisce nulla di come si produce energia elettrica su grande scala, sul concetto di accumulo di energia ed i tempi di accumulo. Analisi di questo tipo farebbero ridere qualsiasi ingegnere elettrico esperto di costruzioni di impianti.
L´IPCC é una religione… E sappiamo che é vietato mettere in discussione la religione.
Ridicolo è dir poco, che razza di cialtroneria
[…] Climalteranti, il fisico del CERN “RobertoK06” impartisce lezioni, sciorina i soliti cliché negaioli, […]
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[…] dispiace per i lettori e i colleghi della stampa. I climatologi dilettanti Franco Battaglia, Uberto Crescenti, Nicola Scafetta e Mario Giaccio dovevano promuovere martedì mattina al […]
Scrivo per segnalare un passaggio nell’ultima fatica di Battaglia. In un post in cui critica uno dei debunking di Climalteranti, pubblicato il 27 maggio sul sito di Porro, Battaglia scrive:
«Pag. 10: “…senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento di temperatura si stia osservando oggi”. Errore 4. È chiara l’accelerazione rispetto ai precedenti decenni.»
Su climalteranti si legge però
«Pag. 10: “…senza che alcuna accelerazione di questo innalzamento si stia osservando oggi”. Errore 4. È chiara l’accelerazione rispetto ai precedenti decenni.»
Il testo su Climalteranti si riferisce all’accelerazione dell’incremento del livello del mare (il link punta infatti a uno studio su Nature Climate Change dal titolo “Unabated global mean sea-level rise over the satellite altimeter era”) e non all’accelerazione del rateo di incremento delle temperature.
A parte questo, per smentire un’affermazione che su Climalteranti non c’è (“di temperature” infatti l’ha aggiunto con ogni probabilità Battaglia, che del resto firma l’articolo), Battaglia posta due grafici.
Il primo, che si ferma al 2010 (circa, l’immagine è comunque datata), ha un titolo che recita “Temperature globali: è visibile il rinfrescamento globale degli anni 1940-80”. Anche qui, visto quello che dovrebbe essere l’argomento (smentire cioè che il rateo di crescita delle temperature globali sia in accelerazione negli ultimi anni), non si capisce perché Battaglia abbia postato un grafico in cui viene mostrato un rallentamento del tasso di crescita delle temperature per il periodo 1940-1980. Rallentamento che, peraltro, in letteratura è stato ampiamente spiegato con l’aumento della concentrazione di aerosol nel periodo post bellico e con una serie di eruzioni vulcaniche: risultati perfettamente in linea con il corpus di spiegazioni più accreditato dell’attuale AGW.
Il secondo grafico viene dalla serie UAH: a parte il fatto questi grafici e i dati che li generano sono ampiamente criticati, Battaglia lo usa per ipotizzare che tra il 1999 e il 2013 (ma quindi, per amor di ipotesi, tra il 1980 e il 1999 che è successo? Non manca un terzo grafico?) ci sia stato uno “iato”. Anche in questo caso, il rallentamento nel tasso di crescita delle temperature in quegli anni è stato ampiamente spiegato, con diverse linee di spiegazione tutte coerenti con il corpus di spiegazioni più accreditato dell’attuale AGW).
In ogni caso, come certificano tutti i dataset di temperature globali (Berkeley, Hadley/UEA, NOAA, Copernicus, JMA) le temperature continuano a salire: il trend degli ultimi anni (gli ultimi dati globali risalgono al 2022) è chiaro al di là di qualsiasi oscillazione riconducibile alla variabilità naturale. Come dimostrato, altro dato incontestabile, dall’aumento dell’OHC, che fa segnare anno dopo anno nuovi livelli record e che dipende molto meno dalla variabilità naturale.
Quindi: modifica una citazione, a partire dalla citazione modificata costruisce una spiegazione basata su grafici datati e inesatti, per esporre un argomento che non ha nulla a che fare con la tesi di cui vorrebbe dimostrare la fallacia.