Il livello del mare nel 6° assessment report dell’IPCC (AR6)
Pubblichiamo la traduzione in italiano del post pubblicato dall’oceanografo Stefan Rahmstorf su Realclimate su un tema chiave nel dibattito scientifico sugli impatti del riscaldamento globale.
Anticipo le mie 3 principali impressioni:
– le proiezioni per il 2100 del livello del mare sono state ancora corrette verso l’alto;
– l’IPCC ha introdotto un nuovo scenario di rischio di alta fascia, stabilendo che un innalzamento globale del livello “che si avvii verso 2 m per il 2100 e 5 m per il 2150 in uno scenario di altissime emissioni di gas serra non può essere escluso a causa dell’incertezza sui processi delle calotte glaciali”;
– l’IPCC presta più attenzione al grande innalzamento del livello del mare di lungo termine, oltre l’anno 2100.
Qui è riportato il grafico principale sul livello del mare presente nel Sommario per i Policymaker (ndt: traduzione di Erminio Cella).
Fonte: IPCC AR6, Fig. SPM.8
Questo illustra chiaramente come il livello del mare inizi a salire lentamente; ma a lungo termine, l’innalzamento causato dalla combustione dei combustibili fossili e dalla deforestazione potrebbe letteralmente uscire dal diagramma, portando all’inondazione di molte città costiere e cancellando dalle carte geografiche intere nazioni insulari. Ma cominciamo dalle cose fondamentali.
L’innalzamento osservato nel passato
Entriamo un po’ più a fondo nel report e cominciamo dalla variazione del livello del mare osservato. Dal 1901 il livello del mare è salito globalmente di 20 cm, un innalzamento che non ha precedenti negli ultimi 3000 anni almeno (comunicazione: ero stato co-autore di parte della ricerca che sta dietro questa conclusione)
Fonte: IPCC AR6 Fig. 2.28b
Dal 1900 l’innalzamento ha fortemente accelerato. Nel più recente periodo analizzato, il 2006-2018, il livello del mare è salito con un tasso di 3,7 mm/anno – quasi 3 volte più velocemente che nel periodo 1901-1971 (1,3 mm/anno). Ciò è chiamato dall’IPCC “robusta accelerazione (con alto grado di confidenza) dell’innalzamento del livello medio globale del mare nel corso del 20° secolo”, si veda lo special report SROCC del 2019.
La scoperta dell’accelerazione del livello del mare non è una novità. L’AR4 nel 2007 aveva già stabilito: “C’è alto grado di confidenza che la velocità di innalzamento del livello del mare sia cresciuta fra la metà del 19° secolo e la metà del 20°”. Inoltre l’AR5 ha concluso nel 2013 che “c’è alto grado di confidenza che la velocità di innalzamento del livello del mare sia cresciuta durante gli ultimi due secoli ed è probabile che il livello medio globale del mare abbia accelerato dall’inizio del Novecento”. (La qual cosa non ha impedito agli “scettici del clima” di rivendicare la mancanza dell’accelerazione, ripetutamente)
Fonte: IPCC AR6 Fig. 2.28c
La ragione della cautela nelle parole iniziali dell’IPCC era la possibilità che una naturale variabilità a scala decennale influenzasse le stime dell’andamento, ma ora l’AR6 conclude “che il principale motore del livello medio globale del mare almeno dal 1970 è assai probabilmente l’attività umana (anthropogenic forcing)”. Questo è il risultato dei cosiddetti “studi di attribuzione” (attribution studies) – tentativi di differenziare, nei cambiamenti osservati, il ruolo giocato da tutti i possibili fattori che forzano il clima a cambiare, causati dall’uomo e naturali, con l’aiuto di una combinazione di dati, modelli, indagine di schema (pattern detection), reti neurali e statistiche. Tuttavia, in termini di fisica di base, è evidente che il riscaldamento causerà la fusione del ghiaccio sulle terre emerse (tanto più rapida quanto maggiore è il riscaldamento) e la dilatazione termica dell’acqua degli oceani, cosicché l’innalzamento del livello del mare ne è l’inevitabile risultato.
E occorre aggiungere anche questo:
“Nuove evidenze osservative portano a una valutazione dell’innalzamento del livello del mare nel periodo 1901-2018 che è in accordo con la somma degli effetti di ciascuna componente che ci contribuisce, inclusa la dilatazione dovuta al riscaldamento degli oceani e la fusione di ghiacciai e calotte glaciali (alto grado di confidenza).” (IPCC AR6)
Questo è un importante controllo di coerenza; i dati indipendenti riescono a spiegare l’innalzamento complessivo osservato.
Il Futuro fino al 2100
“È virtualmente certo che il livello medio globale del mare continuerà a salire per tutto il 21° secolo in risposta al continuo riscaldamento del clima”. (IPCC AR6)
Di quanto? Questo dipende dalle nostre emissioni ed è mostrato nella figura seguente. Il succo del discorso è: con alte emissioni arriveremmo probabilmente intorno a un metro, rispettando quanto previsto dall’accordo di Parigi limiteremmo l’innalzamento a mezzo metro.
Fonte: IPCC AR6, Fig. SPM.8
E cosa avevano previsto i recenti precedenti report? Qui c’è il confronto mostrato dall’IPCC:
Proiezioni del livello medio globale del mare per il 2050 (a sinistra) ed il 2100 (a destra). I differenti colori e riquadri rappresentano tre scenari di emissioni: RCP8.5/SSP5-8.5 (rosso), RCP4.5/SSP2-4.5 (azzurro/giallo) e RCP2.6/SSP1-2.6 (blu scuro). Le proiezioni sono date per: AR6, SROCC, AR5, una survey di 106 esperti (Survey), giudizio strutturato di esperti (structured expert judgment SEJ), modelli che includono l’instabilità delle scogliere marine di ghiaccio (marine ice cliff instability MICI) e proiezioni che includono solamente processi con grado di confidenza medio (medium-confidence processes MED).
Fonte IPCC (2021) Fig. 9.25
Se si guardano le proiezioni per il 2100 degli ultimi tre report (AR5, SROCC, AR6) si può vedere che i loro numeri sono aumentati ogni volta – e si ricordi che i numeri dell’AR5 erano già incrementati di ~60% rispetto a quelli dell’AR4. Questo illustra il fatto che l’IPCC è stato troppo “cauto” in passato (il che non è positivo in una valutazione di rischio), dovendo ripetutamente correggere verso l’alto i valori sul futuro innalzamento del mare. (Nel frattempo, gli “scettici del clima” cercano di dipingere l’IPCC come “allarmista”, in mancanza di migliori argomenti per minimizzare la crisi climatica).
Relativamente a questo ci sono notevoli cambiamenti nel cimentarsi con incertezza e rischio. L’IPCC sta ora mostrando range molto probabili (percentile 5-95) e probabili (percentile 17-83). Nell’AR5 è stato fatto il ragionamento, piuttosto ad hoc, che “l’innalzamento medio globale del mare probabilmente (grado di confidenza medio) deve stare nel range 5 – 95% delle proiezioni da modelli basati su processi”. Così il loro range probabile è stato in effetti il range molto probabile del modello.
L’IPCC divide l’incertezza in due tipi, da cui le due diverse ombreggiature nelle barre di incertezza, nel tentativo di coprire anche l’incertezza dei processi che ancora non possiamo modellare in modo affidabile. Scrivono:
“È importante sottolineare che le proiezioni di range probabili non includono quei processi relativi alle calotte glaciali la cui quantificazione è altamente incerta o che sono caratterizzate da profonda incertezza. Un maggior innalzamento del livello medio globale del mare prima del 2100 potrebbe essere causato dalla disintegrazione, in anticipo sulle proiezioni, delle piattaforme marine di ghiaccio, da un improvviso e largamente diffuso instaurarsi di instabilità delle calotte glaciali marine (Marine Ice Sheet Instability MISI) e dall’instabilità delle scogliere marine di ghiaccio (Marine Ice Cliff Instability MICI) intorno all’Antartide, e da cambiamenti, più veloci che nelle proiezioni, nel bilancio di massa superficiale e nelle perdite dinamiche di ghiaccio dalla Groenlandia. In un andamento a bassa probabilità ed alto impatto ed in uno scenario di alte emissioni, tali processi combinati potrebbero apportare più di un ulteriore metro all’innalzamento del livello del mare nel 2100“. (IPCC AR6)
Si noti che questa incertezza va da un solo lato: verso l’alto. Per stimarla si usa una survey di esperti, come pure un più ridotto ma più dettagliato giudizio di esperto strutturato. Io sono stato co-autore della survey (si veda anche il video di 7 minuti al proposito) con Ben Horton ed altri, come pure di una predecessor survey pubblicata nel 2014, e sono felice di vedere che l’IPCC ora include questo tipo di giudizio esperto nella valutazione di rischi per i quali non si può definire un modello affidabile, ma che nemmeno possono essere ignorati. Trattando la crisi climatica, semplicemente non basta considerare ciò che è probabile che avvenga – è anche più importante capire quali sono i rischi.
Si pensi a questo esempio: se si costruisce un impianto nucleare vicino a casa vostra, sareste soddisfatti sapendo che “probabilmente” funzionerà bene (diciamo, sicuro all’83%)? O vi piacerebbe sapere qualcosa della possibilità, con probabilità di pochi punti percentuali, che esploda come Chernobyl nel corso della vostra vita?
Con gli scenari di rischio di fascia alta, l’IPCC sta recuperando altre valutazioni, come l’ US National Climate Assessment del 2017, che già mostrava uno scenario di innalzamento “alto” di 2 metri ed uno “estremo” di 2,5 m nel 2100.
Il Futuro a Lungo Termine
Una delle affermazioni principali nell’AR6 è:
“Molti cambiamenti dovuti alle emissioni di gas serra passate e future sono irreversibili per secoli e anche per millenni, specialmente i cambiamenti dell’oceano, delle calotte glaciali e del livello globale del mare“. (IPCC AR6)
Questo perché in un clima più caldo le enormi calotte glaciali impiegano molto tempo per fondere e le acque dell’oceano impiegano molto tempo per scaldarsi in profondità, lontano dalla superficie. Così con quello che noi stiamo facendo adesso, nei prossimi vent’anni determineremo la velocità e l’entità dell’innalzamento del livello del mare per millenni a venire, condannando molte generazioni a continui cambiamenti delle linee di costa e costringendole ad abbandonare molte città rivierasche – costiere?, grandi e piccole. Il fatto che noi su questo non possiamo tornare indietro è la ragione per cui il principio di precauzione deve essere applicato alla crisi climatica.
Guardiamo solo ai range attesi per il 2300, nel pannello di destra della prima figura sopra riportata. Perfino nello scenario di mitigazione azzurro, che limita il riscaldamento ben al di sotto dei 2°C, i nostri discendenti potranno aver a che fare con un innalzamento del mare di 2 – 3 metri, che sarebbe catastrofico per le popolazioni che vivono sulle coste. Non solo sarebbe estremamente difficile e costoso – se pur possibile – difendere città come New York dalla marea causata da una tempesta con un simile livello del mare. Noi vedremmo massicce erosioni delle coste avvenire dappertutto. E ricordiamo che le “inondazioni scoccianti” stanno già causando problemi reali dopo solo 20 cm di innalzamento del livello del mare, per esempio lungo la costa est degli USA.
Almeno con questo scenario congruente con l’Accordo di Parigi e una buona dose difortuna possiamo cavarcela con meno di un metro di innalzamento. Ma con ulteriori incrementi delle emissioni un disastroso innalzamento di 2 metri è all’incirca tanto probabile quanto uno, assolutamente devastante, di 7m. Che cosa penserebbero i nostri discendenti di ciò che noi stavamo facendo?
Traduzione di Marco Fenzi. Revisione di Gianluca Lentini, Elisa Palazzi, Stefano Caserini e Sylvie Coyaud
Post originale: qui https://www.realclimate.org/index.php/archives/2021/08/sea-level-in-the-ipcc-6th-assessment-report-ar6/
3 responses so far
È una prospettiva realmente spaventosa!!!
Io utizzo spesso i contenuti degli articoli Climalteranti per farne oggetto di divulgazione via chat verso persone con preparazione scientifica molto modesta.
Questa traduzione chiaramente fedele all’originale che è indirizzato ad una platea scientifica
Mi chiedevo se siete à conoscenza di un lavoro di semplificazione (che non banalizzi,) dei messaggi e informazioni chiave qui contenute.
In altri tempi ho tentato di farlo per portare le informazioni nelle scuole medie
Ora non riesco più a trovare il tempo ( e forse la capacità) per farlo con efficacia
Grazie comunque
Roberto Guizzi
@ Roberto
di specifico su questo tema dell’aumento futuro del livello del mare, non mi viene in memte niente di divulgativo per le scuole. Ma ci penso con più calma.
@ Roberto
forse puoi trovare interessante questa fonte
https://sealevel.nasa.gov/
saluti