Notizie e approfondimenti sul clima che cambiaPosts RSS Comments RSS

Ogni frazione di grado conta

Pubblichiamo il testo dell’intervento del Segretario Generale dell’ONU António Guterres, a commento della pubblicazione del secondo volume del Sesto Rapporto IPCC, avvenuta il 28 febbraio 2022.

 

Ho visto molti rapporti scientifici nella mia vita, ma nessuno come questo. Il rapporto dell’IPCC di oggi è una mappa della sofferenza umana e un’accusa schiacciante al fallimento della leadership climatica. Con fatti su fatti, questo rapporto rivela come le persone e il pianeta sono stati colpiti dal cambiamento climatico.  

Quasi la metà dell’umanità vive nella zona di pericolo – ora. 

Molti ecosistemi sono al punto di non ritorno – ora.

L’inquinamento da carbonio incontrollato sta costringendo i più vulnerabili del mondo ad una marcia obbligata verso la distruzione – ora.  

I fatti sono innegabili.

Questa rinuncia alla leadership è criminale.  I più grandi inquinatori del mondo sono colpevoli di aver incendiato la nostra unica casa.

È essenziale raggiungere l’obiettivo di limitare l’aumento della temperatura globale a 1,5 gradi. La scienza ci dice che questo richiederà al mondo di ridurre le emissioni del 45% entro il 2030 e di raggiungere emissioni nette zero entro il 2050.  Ma secondo gli impegni attuali, le emissioni globali sono destinate ad aumentare di quasi il 14% nel decennio in corso.  

Questo significa una catastrofe. Distruggerà ogni possibilità di rimanere sotto il grado e mezzo di aumento.

Il rapporto di oggi sottolinea due verità fondamentali. 

Primo, il carbone e altri combustibili fossili stanno soffocando l’umanità.  

Tutti i governi del G20 hanno accettato di smettere di finanziare il carbone all’estero. Ora devono urgentemente fare lo stesso a casa e smantellare le loro flotte carboniere.  Quelli del settore privato che ancora finanziano il carbone devono essere tenuti a rispondere. Anche i giganti del petrolio e del gas – e i loro sottoscrittori – sono avvisati. 

Non potete affermare di essere verdi mentre i vostri piani e progetti minano l’obiettivo del 2050 e ignorano i grandi tagli alle emissioni che devono avvenire in questo decennio. La gente vede attraverso questa cortina di fumo. 

I paesi dell’OCSE devono eliminare gradualmente il carbone entro il 2030, e tutti gli altri entro il 2040. L’attuale mix energetico globale è finito. 

Come gli eventi attuali rendono fin troppo chiaro, la nostra continua dipendenza dai combustibili fossili rende l’economia globale e la sicurezza energetica vulnerabile agli shock geopolitici e alle crisi.  

Invece di rallentare la decarbonizzazione dell’economia globale, ora è il momento di accelerare la transizione energetica verso un futuro di energia rinnovabile.

I combustibili fossili sono un vicolo cieco – per il nostro pianeta, per l’umanità, e sì, per le economie.  Una transizione rapida e ben gestita verso le energie rinnovabili è l’unica via per la sicurezza energetica, l’accesso universale e i lavori verdi di cui il nostro mondo ha bisogno.

Chiedo ai paesi sviluppati, alle banche multilaterali di sviluppo, ai finanziatori privati e ad altri di formare coalizioni per aiutare le principali economie emergenti a porre fine all’uso del carbone. Questi meccanismi mirati di sostegno sarebbero ben al di là degli attuali obiettivi di sviluppo sostenibile.

Il secondo risultato centrale di questo rapporto è una notizia leggermente migliore: gli investimenti nell’adattamento funzionano. L’adattamento salva delle vite, e quando gli impatti climatici peggioreranno – e lo faranno – aumentare gli investimenti sarà essenziale per la sopravvivenza. L’adattamento e la mitigazione devono essere perseguiti con la stessa forza e urgenza, ed è per questo che ho spinto per arrivare al 50% di tutti i finanziamenti per l’adattamento. 

Chiaramente l’impegno di Glasgow per il finanziamento dell’adattamento non è sufficiente per affrontare le sfide delle nazioni in prima linea nella crisi climatica. Sto anche premendo per rimuovere gli ostacoli che impediscono ai piccoli stati insulari e ai paesi meno sviluppati di ottenere i finanziamenti di cui hanno disperatamente bisogno per salvare vite e mezzi di sussistenza. Abbiamo bisogno di nuovi sistemi di regole per affrontare questa nuova realtà. Ritardo significa morte. 

Prendo ispirazione da tutti coloro che sono in prima linea nella battaglia climatica e che si confrontano con le soluzioni. Tutte le banche per lo sviluppo – multilaterali, regionali, nazionali – sanno cosa deve essere fatto: lavorare con i governi per disegnare pipeline di progetti di adattamento “bancabili” e aiutarli a trovare i finanziamenti, pubblici e privati. E ogni paese deve onorare l’impegno di Glasgow di rafforzare i piani climatici nazionali ogni anno fino a quando non saranno allineati a 1,5°C.  

Il G20 deve fare da guida, o l’umanità pagherà un prezzo ancora più tragico. So che ovunque c’è gente ansiosa e arrabbiata. Lo sono anch’io. Ora è il momento di trasformare la rabbia in azione. Ogni frazione di grado conta, ogni voce può fare la differenza. E ogni secondo conta. Grazie.

 

António Guterres, Segretario generale delle Nazioni Unite

 

da IPCC, AR6-WG2, Sommario per i decisori politici, figura SPM3:

Figura SPM.3: Diagrammi sintetici delle valutazioni globali e settoriali, ed esempi di rischi-regionali chiave.

I diagrammi mostrano il cambiamento nei livelli degli impatti e dei rischi per un riscaldamento globale di 0-5°C della temperatura globale alla superficie rispetto al periodo preindustriale (1850-1900).

(a) Cambiamenti della temperatura globale alla superficie in °C rispetto al 1850–1900, ottenuti combinando le simulazioni dei modelli CMIP6 con i vincoli osservativi basati su simulazioni del riscaldamento passato e anche su una valutazione aggiornata della sensibilità del clima all’equilibrio (Box SPM.1). I cambiamenti relativi al 1850–1900, in medie ventennali, sono calcolati aggiungendo 0,85°C (l’aumento della temperatura globale alla superficie osservato dal  1850–1900 al 1995–2014) ai cambiamenti simulati per il 1995–2014. Sono mostrati intervalli molto probabili per SSP1-2.6 e SSP3-7.0 (WGI Figura SPM.8). Valutazioni su scala globale sono state effettuate per (b), (c), (d) e (e).

(b) Il riquadro Reasons for Concern (RFC – motivi di preoccupazione) riassume le conoscenze scientifiche sull’accumulo del rischio per cinque ampie categorie. I diagrammi sono mostrati per ogni RFC, presupponendo un adattamento da basso a nullo (l’adattamento è frammentato, localizzato e con adeguamenti incrementali alle pratiche esistenti). Tuttavia la transizione a un livello di rischio molto elevato sottolinea l’irreversibilità e i limiti dell’adattamento. Un livello di rischio non rilevabile (bianco) indica che nessun impatto associato è rilevabile e attribuibile al cambiamento climatico; il rischio moderato (giallo) indica che gli impatti associati sono sia rilevabili che attribuibili al cambiamento climatico almeno con un’affidabilità media, tenuto conto anche degli altri criteri specifici per i rischi chiave; l’alto rischio (rosso) indica impatti gravi e diffusi, ritenuti elevati per uno o più criteri di valutazione dei rischi chiave; il livello di rischio molto alto (viola) si riferisce a impatti gravi e alla presenza di una significativa irreversibilità o alla persistenza di rischi climatici, associata a una limitata capacità di adattamento a causa della natura del pericolo o impatti/rischi. La linea orizzontale indica l’attuale riscaldamento globale di 1,09°C che separa gli impatti osservati nel passato (sotto) dai rischi futuri previsti (sopra).

RFC1: sistemi unici a rischio: sistemi ecologici e umani con dimensioni geografiche limitate e vincolate da condizioni climatiche, con un endemismo elevato o altre proprietà distintive. Gli esempi includono barriere coralline, l’Artico e le sue popolazioni indigene, ghiacciai montani e hotspot di biodiversità. RFC2: eventi meteorologici estremi: rischi/impatti per salute umana, mezzi di sussistenza, beni ed ecosistemi, dovuti a eventi meteorologici estremi come ondate di calore, forti piogge, siccità e incendi associati, inondazioni costiere. RFC3: distribuzione degli impatti: rischi/impatti che incidono in modo sproporzionato su particolari gruppi a causa di una distribuzione anomala dei rischi fisici, dell’esposizione o della vulnerabilità ai cambiamenti climatici. RFC4: impatti globali aggregati: impatti a sistemi socio-ecologici che si possono aggregare globalmente in una singola metrica, come danni monetari, vite colpite, specie perse o degrado ecosistemico su scala globale. RFC5: singoli eventi su grande scala: cambiamenti di sistemi relativamente ampli, improvvisi e a volte irreversibili, causati dal riscaldamento globale come disintegrazione di calotte glaciali o rallentamento della circolazione termoalina.

I metodi di valutazione sono descritti in SM16.6 e sono identici all’AR5, ma usano un approccio strutturato per renderli più robusti e facilitare il confronto tra AR5 e AR6.

 

Traduzione di Claudio della Volpe e Sylvie Coyaud

2 responses so far

2 Responses to “Ogni frazione di grado conta”

  1. […] in precedenza (vedi la traduzione del suo intervento estratta dal blog Climalteranti.it, qui il link), ha usato parole molto “forti”, sottolineando come il rapporto dell’IPCC rappresenti una […]

  2. Valentinoon Mag 18th 2022 at 15:38

    Dopo il nuovo rapporto sugli oceani e il clima nel 2021 (https://library.wmo.int/index.php?lvl=notice_display&id=22080), Guterrez ha ribadito che esso contiene “a dismal litany of humanity’s failure to tackle climate disruption.”
    “The global energy system is broken and bringing us ever closer to climate catastrophe. Fossil fuels are a dead end — environmentally and economically. The war in Ukraine and its immediate effects on energy prices is yet another wake-up call. The only sustainable future is a renewable one. We must end fossil fuel pollution and accelerate the renewable energy transition, before we incinerate our only home,” he said, adding “time is running out.”

Leave a Reply

Translate