Attenzione alle temperature!
Una gran parte dell’Italia e diversi altri posti nel mondo stanno sperimentando, negli ultimi giorni, temperature molto alte. Per chi ha capito in cosa consiste il riscaldamento globale, non c’è niente di anomalo: un aumento delle temperature medie comporta anche un aumento della frequenza dei valori più estremi delle temperature.
Al di là di chi non riesce ad arrendersi all’evidenza del dispiegarsi degli effetti della crisi climatica, neppure quando la vive sulla propria pelle, non c’è però molta chiarezza su cosa siano e come vengano misurati i dati di temperatura citati da quotidiani, televisioni e social media, comunicati da agenzie meteorologiche o da istituti scientifici. Proviamo a spiegarlo.
La temperatura dell’aria a livello del suolo
Quando si parla della temperatura di un luogo si intende generalmente la temperatura dell’aria vicino alla superficie del suolo. I protocolli di misura stabiliscono di misurarla tra 1,25 e 2 metri dal suolo, con sensori classicamente montati in capannine di misura (i cosiddetti Stevenson Screen) dislocate in varie parti delle città e dei territori. Negli ultimi anni si sono diffusi sensori elettronici più moderni (il più comune è la cosiddetta Pt100, resistenza al platino da 100 ohm), racchiusi in piccoli schermi ventilati naturalmente (v. foto), e connessi con un data logger trasmettitore, che si possono collocare direttamente all’esterno, senza bisogno di capannina. In entrambi i casi, il sensore (il termometro) deve essere posizionato in modo da essere sempre riparato dalla radiazione solare, per non rimanere surriscaldato da essa. Le modalità di schermatura rispondono a criteri rigidi dettati dall’Organizzazione Meteorologica Mondiale (WMO) che riguardano anche la natura della superficie che circonda la capannina, o dello schermo. Inoltre, la capannina o lo schermo debbono essere rigorosamente bianchi, in maniera da riflettere il più possibile la radiazione solare. E le norme WMO prevedono anche che il suolo sia inerbito, con erba bassa.
Normalmente, quando un meteorologo o un climatologo parla di temperatura “al suolo”, intende questo tipo di misura, ovvero la temperatura in aria a circa 1,5 m sopra il suolo. Tutte queste misure sono puntuali, e inevitabilmente dipendono da dove è posizionato il termometro; il lavoro dei climatologi è proprio quello di valutare con attenzione le serie storiche di questi dati, che mostrano un’inequivocabile tendenza all’aumento, più o meno accentuato a seconda delle zone, eliminando o correggendo possibili “artefatti” che possono influire sulla precisione della tendenza (che, ai fini climatologici, è più importante del valore assoluto).
Si considera la temperatura dell’aria a 1,5 m sopra il suolo, e non ad esempio a 50 o 100 metri sopra il suolo, perché è a livello del suolo che vive la stragrande maggioranza degli esseri umani.
Sono queste le temperature che vengono utilizzate per stabilire quanto caldo c’è in un dato luogo e sono queste che, in assenza di ulteriori specifiche, dovrebbero venir sempre comunicate ai vari media. Inoltre, i rapporti degli organi ufficiali prendono in considerazione soltanto le misure ufficiali, eseguite dalle agenzie istituzionali (come le stazioni dell’Aeronautica, delle ARPA, ecc.) e non i dati delle stazioni amatoriali, che non sempre sono a norma WMO.
La temperatura del suolo
Una cosa diversa è invece la temperatura del suolo, o più precisamente della superficie terrestre, chiamata anche “temperatura di radiazione”, termine che deriva dal modo in cui viene di solito misurata. Questa temperatura è stimata sulla base della radiazione infrarossa emessa dal suolo. Infatti, ogni corpo a temperatura superiore a 0 Kelvin emette radiazione elettromagnetica, secondo la nota legge di Stefan-Boltzmann). I gradi Kelvin sono usati nella scala assoluta delle temperature; i gradi Celsius si possono ottenere sottraendo 273.15 °C al valore della temperatura assoluta
Nelle ore centrali di una giornata calda, la temperatura del suolo è generalmente maggiore (talora molto maggiore) della temperatura dell’aria, tanto più nel caso di un giorno soleggiato o di suolo non ombreggiato. In una giornata fredda, invece, se l’aria si riscalda più velocemente, può accadere che il suolo abbia una temperatura inferiore a quella dell’aria sovrastante (e questo genera il fenomeno dell’inversione termica nel sottile strato di aria tra il suolo e 1,5 m). La temperatura dell’asfalto alle ore 14 di un giorno soleggiato può superare tranquillamente i 60 °C e magari arrivare anche a 80 °C se l’asfalto è molto scuro. Quella di un campo con erba alta poco distante è invece nettamente inferiore, anche perché l’erba traspira (se c’è sufficiente umidità nello strato delle radici) e mantiene bassa la propria temperatura superficiale, per lo stesso fenomeno per cui noi, sudando, abbassiamo la temperatura corporea, mantenendola vicina ai 37 °C. Durante le notti serene, accade molto spesso che il suolo abbia invece una temperatura inferiore a quella dell’aria sovrastante, perché il terreno si raffredda rapidamente irraggiando radiazione infrarossa verso l’alto.
I dati di temperatura della superficie del suolo sono disponibili grazie alle elaborazioni dei dati da satellite, che misurano la radiazione emessa dalla superficie terrestre. Pur se nessun sensore collocato su satellite ha una risoluzione sufficiente da riuscire a dettagliare le temperature delle singole strade, alcuni satelliti possono fornire le temperature di un grande spiazzo asfaltato in una città, o anche solo di grandi estensioni di tetti. Non sorprende quindi che si riescano a rilevare con i satelliti temperature della superficie superiori a 50 °C, anche in Italia.
Infine, si sottolinea che l’espressione “Land surface temperature” indica generalmente la temperatura superficiale del suolo. Purtroppo, in alcuni contesti il termine “Land temperature” è anche essere usato per indicare i dati delle temperature dell’aria sopra la terraferma (in inglese definita come “land”), in alternativa alle “sea surface temperatures” o “ocean temperature”, assieme alle quali si costruiscono le temperature globali.
Le temperature globali
Per esprimere il dato della temperatura del pianeta si usano combinazioni dei dati delle stazioni meteorologiche della superficie dell’aria sopra la terra ferma e della superficie dell’aria sopra gli oceani (in alcuni casi particolari si usa direttamente la temperatura superficiale dell’acqua degli oceani, che è strettamente legata alla temperatura dell’aria sovrastante). Ad esempio, la serie della NASA GISTEMP v4 unisce i dati delle stazioni meteorologiche sulla terraferma (NOAA GHCN v4) con quelli ERSST v5 per le aree della superficie terrestre coperte da oceani.
Nel Sesto Rapporto di Valutazione, l’IPCC utilizza il dato della Global mean Surface Air Temperature (GSAT), definito nel glossario come “Global average of near-surface air temperatures over land, oceans and sea ice”, specificando “near surface”, perché le variazione nelle GSAT sono usate come misura del cambiamento della temperatura globale, anche nel confronto con i modelli climatici. Ma è molto usato anche il termine Global mean Surface Temperature (GMST), definito come “Estimated global average of near-surface air temperatures over land and sea ice, and sea surface temperature (SST) over ice-free ocean regions”.
Da notare che molto spesso i grafici o le mappe delle temperature (come quella a fianco) riportano non la temperatura media ma l’anomalia della temperatura, ossia la differenza tra il dato istantaneo o mediato su tempi brevi non climatici (giorni, mesi o anni) e la media dello stesso dato su un periodo climatico di riferimento (normalmente lungo un trentennio). Per cui, se in una data località il valore medio del 2022 è risultato di 22,2 °C, e la media sul trentennio 1991-2020 nella stessa località è stata di 20 °C, l’anomalia media annua in tale località risulta di 2,2 °C. L’uso delle anomalie, al posto delle temperature assolute, permette un migliore confronto fra il riscaldamento che si verifica in zone diverse del pianeta, anche perché l’anomalia risente molto meno della quota in cui si è svolta la misura, rispetto al valore termico assoluto; quindi le anomalie delle singole stazioni possono essere elaborate (ad esempio mediate tra di loro) permettendo di calcolare l’anomalia della temperatura media su un territorio.
Conclusione
Quando si citano le misure di temperatura, è quindi sempre bene sempre specificare se si sta parlando della temperatura dell’aria o di quella del suolo, se di misure tradizionali o di dati satellitari. In ogni caso, entrambi questi diversi tipi di dati di temperatura, in questi giorni e dalle nostre parti, sono molto alti. Già recentemente ci sono stati altri record, l’11 agosto 2021 Il 19 luglio 2022 nel siracusano la temperatura dell’aria ha raggiunto i 48,8 °C. Anche in Sardegna e in molte altre località dell’Italia meridionale sono stati ampiamente superati i 40 °C, con punte fino a oltre 45 °C.
I dati misurati mostrano come l’aumento delle temperature medie in tutto il mondo abbia comportato un aumento della frequenza degli estremi delle temperature. Come ha scritto l’IPCC nel sommario per i decisori politici del Synthesis report del Sesto Rapporto sul clima, “si sono verificati cambiamenti diffusi e rapidi nell’atmosfera, nell’oceano, nella criosfera e nella biosfera. Il cambiamento climatico causato dall’uomo sta già influenzando molti eventi meteorologici e climatici estremi in ogni regione del mondo. Ciò ha portato a impatti negativi diffusi e relative perdite e danni alla natura e alle persone (confidenza elevata)”.
Insomma, come abbiamo scritto in un post pubblicato 6 anni fa, non occorre provare ad esagerare i valori numerici dei dati, confondendo la temperatura dell’atmosfera a 2 metri con la temperatura della superficie. La realtà è già sufficientemente preoccupante.
Testo di Claudio Cassardo, Stefano Tibaldi e Stefano Caserini, con la collaborazione di Claudio della Volpe
12 responses so far
>>48,8 °C (dato comunque ancora in fase di validazione)
Convalidato:
http://www.nimbus.it/articoli/2023/230719WMO-RecordEuropeoCaldo-Siracusa.htm
Attenzione Paolo il tuo link si riferisce al dato dell’agosto 2021 (che nel nostro post è considerato approvato) ma non a quello del luglio 2022 a cui si fa (ANCHE) riferimento nel testo.
Sì, scusa, questo caldo mi ha davvero fuso il cervello…
Ciao, ma dove si sarebbero registrati 48,8 °C il 19 luglio 2022?
Nel 1968 Adriano Celentano con “ azzurro “ cercava un po’ di Africa in giardino tra l oleandro è il baobab , come faceva da bambino .E gli sembrava all oratorio con tanto sole tanto anni fa
@ Alessandro Barbolini
si chiamano metafore poetiche, suggerisco di non prenderle alla lettera.
Anche perchè nel verso successivo il protagonista della canzone (per ammissione dell’autore, Paolo Conte, autobiografica) mentre sta innaffiando le rose si chiede dove sia il leone, e dubito che da questo si possa dedurre la presenza di grandi mammiferi carnivori nei giardini dell’astigiano a metà del secolo scorso.
[…] Per capire meglio come si fanno le misure della temperatura, potete leggere un recente articolo della Nasa. In Italiano, potete trovare una discussione sul sito “climalteranti.it” […]
Non voglio fare polemica scientifica tanto non se ne esce, ma porre la domanda:
“Voi credete veramente che la CO2 sia il termostato del pianeta Terra?”
In caso affermativo potreste dire all’IPCC di regolare a 26,5°C tutto l’anno, perché io non ho l’aria condizionata e vorrei risparmiare anche sul riscaldamento. Grazie.
@ Luigi Pasotti
ha ragione, grazie, abbiamo corretto, si trattava di un refuso, la data del record a 48,8°C è l’11 agosto 2021.
https://public.wmo.int/en/media/news/mediterranean-gripped-extreme-heat-new-reported-temperature-record
Un po’ patetico e artificioso il tentativo del fatto Quotidiano di sembrare imparziale e scientifico. La confusione tra T al suolo e T del suolo ha fatto gioco, come si dice a Roma. Se fosse stata fatta confusione al ribasso si sarebbe gridato al complotto.
Invece fa comodo, casomai aiuta la causa, la stupidaggine. Ripeto, patetico il tentativo da maestrina penna rossa, che fa la spiegazione di come si deve capire.
Utile approfondimento. Sarebbe anche interessante un commento sulle varie definizioni di temperatura percepita, sulla loro consistenza e sull’uso che ne viene fatto.
Il posizionamento delle stazioni meteo è sempre stato un cavallo di battaglia dei ‘dubbisti’ ed in particolare per le stazioni urbane.
Ovvio che abbiano risentito pesantemente dell’urbanizzazione e abbastanza ovvio che il posizionamento sui tetti (sia pur regolamentato..si può piazzare a norma anche un termo-igrometro su di un tetto..) possa lasciare perplesso l’utente non espertissimo (ma anche gente un po’ più esperta in effetti..).
Per fortuna ci sono le misure satellitari, le stazioni meteo a norma, le boe, e soprattutto una rete di elaborazione e ‘correzione’ matematica che garantisce non dico la perfezione, ma almeno la ‘scientificità’ del dato.
Grazie per l’articolo.