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ELEZIONI UE 2024: COSA DICONO I MANIFESTI SULL’ENERGIA E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO

Pubblichiamo la traduzione del post del blog Carbonbreif in cui viene effettuata una valutazione degli impegni assunti dai principali gruppi del Parlamento europeo nei manifesti elettorali delle imminenti elezioni europee.

 

Le elezioni per il Parlamento europeo si svolgeranno dal 6 al 9 giugno e daranno il via a un processo che stabilirà una nuova leadership dell’UE.

Circa 360 milioni di cittadini dell’UE hanno diritto di voto. Sceglieranno tra i rappresentanti dei partiti nazionali, ognuno dei quali è affiliato a un gruppo politico più ampio a livello europeo, che va dai comunisti all’estrema destra.

Il gruppo o la coalizione che otterrà il maggior numero di seggi parlamentari determinerà la leadership della prossima Commissione europea – il ramo esecutivo dell’UE – e contribuirà a determinare la direzione generale del blocco per il mandato 2024-2029.

L’equilibrio dei poteri in parlamento, che è uno degli organi legislativi dell’UE, giocherà anche un ruolo chiave nel determinare se nuove ambiziose politiche climatiche saranno approvate o meno.

Le elezioni arrivano in un momento critico per la politica climatica ed energetica in Europa. In mezzo alle turbolenze geopolitiche, gli Stati membri dell’UE si trovano ad affrontare una crescente pressione per garantire forniture energetiche sicure e competere con altre grandi potenze come la Cina e gli Stati Uniti.

Nel frattempo, in molti Paesi dell’UE si è diffusa la notizia di un “contraccolpo verde“, esemplificato dalle proteste degli agricoltori contro le ingiustizie percepite che includono le politiche ambientali. (Sulla base di recenti sondaggi condotti in tutta l’UE, il cosiddetto contraccolpo è stato definito “ampiamente esagerato“).

Il nuovo Parlamento europeo, la nuova Commissione e gli Stati membri dovranno concordare nei prossimi mesi un obiettivo di emissioni per il 2040, una tappa del più ampio percorso del blocco verso la “neutralità climatica” entro il 2050.

Queste decisioni saranno influenzate dalla vittoria dei partiti alle elezioni parlamentari.

Nella griglia interattiva nell’articolo, Carbon Brief valuta gli impegni assunti da ciascuno dei principali gruppi del Parlamento europeo nei loro manifesti elettorali, su 24 temi legate al clima e all’energia. I partiti presi in considerazione sono:

 

 

Obiettivi climatici

Quando nel 2019 si sono tenute le ultime elezioni del Parlamento europeo, un’ “onda verde” ha visto la conquista di seggi in tutto il continente da parte di politici orientati al clima. Questo risultato è stato interpretato come un chiaro mandato per la definizione di obiettivi e politiche climatiche ambiziose a livello europeo.

Negli anni successivi, l’UE ha approvato un Green Deal europeo, con l’obiettivo di ridurre le emissioni del 55% rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030 e di raggiungere lo zero netto entro il 2050. Ha inoltre approvato un pacchetto di politiche per aiutare gli Stati membri a raggiungere questi obiettivi.

Secondo l’analisi indipendente di Climate Action Tracker, queste misure hanno “migliorato significativamente” le prestazioni dell’UE nell’affrontare il cambiamento climatico. Tuttavia, secondo gli esperti del Climate Action Tracker l’Unione europea dovrebbe implementare ulteriori politiche per allinearsi agli obiettivi dell’Accordo di Parigi.

Con l’avvicinarsi delle elezioni del 2024, gli analisti prevedono una svolta a destra nella politica dell’UE. Un aumento degli eurodeputati di estrema destra potrebbe portare a una coalizione di maggioranza di destra all’interno del Parlamento.

Questo, a sua volta, potrebbe mettere a rischio la prossima fase delle ambizioni climatiche dell’UE, compresi i negoziati sulla proposta della Commissione europea di ridurre le emissioni del 90% entro il 2040.

Dopo le elezioni europee del 2019, l’UE ha migliorato significativamente le sue prestazioni climatiche grazie al Green Deal e le sue emissioni sono ora su un percorso coerente con un riscaldamento di poco superiore ai 2°C, con un miglioramento di oltre 1°C rispetto al 2019.

 

Ad esempio, il manifesto dell’ECR di destra afferma che “darà priorità all’attuazione dei requisiti legislativi esistenti… prima di prendere in considerazione qualsiasi nuovo regolamento“.

Si parla anche di “rivedere gli obiettivi più problematici” e gli “impatti negativi” delle politiche “verdi“, lasciando intendere che potrebbe sostenere l’indebolimento degli obiettivi climatici esistenti.

Il PPE, partito di centro-destra, afferma di essere “chiaramente impegnato” a rispettare gli obiettivi esistenti – che includono quelli del 2030 e del 2050 – ma non menziona l’ambizione del 2040.

Ci sono state segnalazioni di dispute interne al PPE sull’obiettivo del 2040 e su politiche ambientali più ampie. Una prima bozza del suo manifesto illustrava queste controversie, con l’impegno a “respingere” i divieti su qualsiasi tecnologia e a “rivedere” il divieto del 2035 sulle auto a benzina e diesel. Questo linguaggio è scomparso dal manifesto finale.

Al contrario, i partiti più a sinistra hanno sostenuto obiettivi di emissione più ambiziosi, come mostra il grafico seguente.

I gruppi S&D e Renew Europe Now, relativamente centristi, sostengono l’obiettivo del 90% proposto per il 2040. (Mentre S&D menziona solo il raggiungimento di obiettivi “forti” per il 2040 nel suo manifesto, altrove il partito ha espresso il suo sostegno all’obiettivo).

Nel frattempo, altri partiti si sono spinti oltre. Il Partito Verde Europeo ha proposto una “legge riveduta sul clima dell’UE” con un obiettivo al 2030 che va “oltre” l’attuale obiettivo del 55% e raggiunge lo zero netto entro il 2040. La Sinistra Europea ha proposto una riduzione del 65% entro il 2030 e l’azzeramento delle emissioni entro il 2035.

Emissioni dell’UE, comprese quelle storiche (1990-2022), e obiettivi proposti da una selezione di gruppi in corsa alle elezioni del Parlamento europeo nei loro manifesti. Il PPE non menziona un obiettivo per il 2040 nel suo manifesto, i suoi obiettivi sono quindi indicati con una linea tratteggiata. S&D non menziona un obiettivo specifico per il 2040 nel suo manifesto, ma si è espresso a favore di una riduzione del 90% rispetto ai livelli del 1990. I Verdi hanno chiesto di andare oltre una riduzione del 55% entro il 2030, ma non hanno proposto una cifra, quindi è stata qui indicata la cifra del 55%. Fonte: Eurostat, manifesti dei partiti/gruppi, analisi di Carbon Brief.

 

Tutti i principali partiti con un manifesto sostengono in linea di massima il Green Deal europeo, con l’ECR che ha dichiarato di appoggiarlo “in linea di principio“, pur rilevando le sue preoccupazioni per un “approccio centralizzato dall’alto verso il basso“. (Identità e Democrazia, che non ha pubblicato un manifesto, si oppone in linea di massima al Green Deal e annovera tra le sue fila molti scettici del clima).

Alcuni gruppi sembrano andare oltre. Sia S&D che i Verdi parlano della creazione di un nuovo “Green and Social Deal“, con una maggiore enfasi sull’energia a prezzi accessibili, sulle tutele sociali e sui posti di lavoro nei settori a bassa emissione di carbonio.

In un articolo che riflette sulla necessità di una visione di sinistra per combattere il crescente “contraccolpo anti-verde”, Politico ha sostenuto che, con quasi tutti i partiti che sottolineano la necessità di una “giusta transizione“, non è “chiaro” quale dovrebbe essere il nuovo accordo dell’S&D.

Tra i principali partiti, solo il partito dei Verdi include nel suo manifesto un obiettivo di “eliminazione graduale” dei combustibili fossili. (Alla COP28 dell’anno scorso, l’UE e le altre parti del regime climatico di Parigi hanno concordato di “abbandonare” i combustibili fossili). I Verdi hanno come obiettivo l’eliminazione del carbone nel 2030 e di tutti i combustibili fossili entro il 2040.

 

Le richieste degli agricoltori

Dalla Francia alla Romania, negli ultimi mesi gli agricoltori dell’UE si sono impegnati in proteste spesso drammatiche. Sebbene le loro richieste siano state di ampio respiro, molte si sono concentrate sulle questioni climatiche e ambientali. Ciò fa seguito alla rabbia delle comunità agricole per i tagli ai sussidi per i carburanti e per gli sforzi volti a limitare l’uso di fertilizzanti e pesticidi.

Tutti i manifesti parlano direttamente di questi problemi, e alcuni chiedono riforme importanti della Politica Agricola Comune (PAC), la politica agricola di punta dell’UE. Altri cercano di trovare un equilibrio tra il sostegno agli agricoltori e il mantenimento di forti ambizioni climatiche.

L’agricoltura è responsabile di un decimo delle emissioni di gas serra dell’UE. È l’unico settore importante che si prevede non registrerà quasi alcun progresso nella riduzione delle emissioni nei prossimi decenni.

Il PPE sostiene che le politiche climatiche possono essere realizzate “solo con e non contro gli agricoltori” e afferma che maggiori finanziamenti per l’agricoltura saranno fondamentali per sostenere i loro sforzi ambientali. I liberali di Renew Europe Now affermano di avere proposte per “semplificare la vita degli agricoltori” perché “vogliono concentrarsi sull’agricoltura, non sulla compilazione di moduli“.

L’ECR, invece, afferma di “rifiutare l’ideologia verde senza limiti” in agricoltura.

S&D afferma che i suoi membri “sono fondamentalmente in disaccordo con l’approccio dei conservatori secondo cui la sostenibilità è nemica degli agricoltori“. Come il PPE, sottolinea la necessità di un maggiore sostegno finanziario per aiutare gli agricoltori a passare a pratiche “ecologiche”.

 

Promuovere le industrie dell’energia pulita

Molti dei manifesti si concentrano sulla promozione del successo economico e della competitività dell’UE, in particolare rispetto agli Stati Uniti e alla Cina, oltre a garantire che non dipenda da altri Paesi per le risorse. Questo avviene in un periodo di instabilità, innescato in parte dall’invasione dell’Ucraina da parte della Russia, che ha minacciato la sicurezza energetica del blocco a causa della sua dipendenza dal gas russo.

Spesso i partiti fanno esplicitamente riferimento al legame tra queste lotte geopolitiche più ampie e la necessità di incrementare le industrie a basse emissioni di carbonio. Questo è esemplificato dal PPE quando afferma che:

Stiamo sviluppando il mercato interno per le nostre industrie a tecnologia pulita. Stiamo decarbonizzando e rivitalizzando le nostre industrie ad alta intensità energetica per vendere prodotti puliti in tutto il mondo. In questo modo, stiamo aumentando la nostra indipendenza energetica e la nostra sovranità e resilienza complessiva“.

 

Sia S&D che i Verdi si concentrano sulla necessità di investimenti in tutti i settori industriali, al fine di mantenere il vantaggio competitivo dell’UE. L’ALDE, il principale partito di Renew Europe Now, pone l’accento sugli investimenti pubblici “transfrontalieri” per “realizzare le economie di scala offerte dal mercato unico“.

I partiti di destra e liberali sottolineano la necessità di “neutralità tecnologica” nei loro piani.

I Verdi e i partiti di sinistra, invece, rifiutano esplicitamente il nucleare o non lo menzionano. Inoltre, pongono maggiore enfasi sullo sviluppo delle opzioni di trasporto pubblico, compreso il miglioramento delle reti ferroviarie, insieme agli investimenti nelle infrastrutture per i veicoli elettrici.

 

Traduzione a cura di Anna Pellicci, revisione di Stefano Caserini

Post originale di CarbonBrief qui

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One Response to “ELEZIONI UE 2024: COSA DICONO I MANIFESTI SULL’ENERGIA E IL CAMBIAMENTO CLIMATICO”

  1. […] Numerosi componenti del Comitato Scientifico di Climalteranti hanno collaborato con l’Italian Climate Network (ICN( alla valutazione dell’impegno all’azione sul clima delle forze politiche italiane per le elezioni che si terranno l’8-9 giugno 2024. Questa valutazione si aggiunge a quella effettuata da Carbon Brief sugli impegni assunti nei manifesti dai principali gruppi del Parlamento europeo, descritta nel precedente post. […]

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